Alberghi,
le istruzioni
per la comunicazione
on line
degli alloggiati

Nella Gazzetta Ufficiale n. 14 del 17 gennaio 2013 è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell’Interno 7.1.2013 “Disposizioni concernenti la comunicazione alle autorità di pubblica sicurezza dell’arrivo di persone alloggiate in strutture ricettive”. Come è noto, il Decreto Legge 201/2011 (convertito nella legge n. 214/2011) ha apportato sostanziali modifiche alla disciplina di registrazione e notifica dei dati dei clienti alloggiati in albergo. Il nuovo testo dell’articolo 109 del Tulps, a seguito delle modifiche introdotte, non prevede più l’obbligo di compilare e far sottoscrivere ai clienti la scheda di polizia. Prevede inoltre che la comunicazione delle generalità delle persone alloggiate sia effettuata avvalendosi di mezzi informatici o telematici e non più con la consegna delle schede cartacee. La comunicazione va effettuata entro 24 ore dall’arrivo dei clienti direttamente alla Questura in via telematica; in caso di clienti che alloggiano per una sola notte, l’invio deve essere il più tempestivo possibile. Per fornire agli albergatori le informazioni necessarie per la richiesta delle credenziali e per la gestione del servizio, Ascom ha organizzato un incontro la scorsa settimana, cui hanno partecipato i dirigenti della Questura di Bergamo, Ismaele Gatti, sostituto commissario, e l’ispettore capo Michele Emma. Per richiedere le credenziali bisogna collegarsi allo Sportello virtuale della Questura di Bergamo. I moduli e le istruzioni sono riportati nella sezione Servizi -Sportello Virtuale presente nella homepage del sito della Questura http://questure.poliziadistato.it/Bergamo. I moduli per la richiesta e l'autorizzazione possono essere scaricati ed inviati all'indirizzo mail upgaip.quest.bg@pecps.poliziadistato.it, allegando: fotocopia della licenza di esercizio ricettivo/alberghiero; fotocopia documento d’identità del titolare della licenza. La Questura provvederà a generare ed assegnare le credenziali di accesso – username e password – che unitamente alle istruzioni per la trasmissione dei dati, dovranno essere ritirate dagli esercenti personalmente o tramite un rappresentante munito di delega e fotocopia del documento del titolare della struttura. All’atto del ritiro dovrà essere consegnato l’originale dell’istanza in duplice copia, fotocopia della licenza e di un documento di identità; una copia dell’istanza, debitamente vidimata, verrà restituita per ricevuta. Terminata positivamente la procedura di accreditamento sarà possibile operare la trasmissione dati direttamente dalla propria struttura ricettiva, attraverso il sito https://alloggiatiweb.poliziadistato.it. A garanzia della trasmissione, il sistema rilascerà una ricevuta elettronica consuntiva delle registrazioni effettuate. Si ricorda che gli albergatori sono tenuti a conservare per 5 anni le ricevute di trasmissione dati. Sul nuovo adempimento pende il ricorso della Federalberghi che il 20 marzo ha impugnato presso il Tar del Lazio il decreto. Per ulteriori informazioni è possibile contattare i seguenti numeri telefonici della Questura: 035/276581 – 035/276558 – 035/276527 dalle ore 9 alle ore 13 dal lunedì al venerdì.


L’edilizia investe sull’innovazione

La crisi non frena l’innovazione. Anzi, è proprio nei momenti più difficili che nuovi prodotti e tecnologie fanno la differenza. Ne sono ben consce le imprese del settore edile che, pur di fronte ad uno scenario sempre complesso, non smettono di guardare avanti e ricercare le soluzioni più efficaci ed intelligenti. Lo hanno fatto anche in occasione di Edil 2013, la manifestazione promossa dalla Promoberg al polo fieristico, che proponeva l’ottava edizione del Premio per l’innovazione tecnologica tra tutti i prodotti presentati in fiera. Il concorso, dedicato alla memoria di Pietro Assolari e Giovanni Tomasoni, ha raccolto le proposte di 23 aziende espositrici. Tra queste la commissione – composta da tecnici ed esperti del settore – ha deciso di premiare ex aequo le ditte Ibe srl di Perego (Lecco) e Nuova Filp srl di Leini (Torino), «per il significativo contributo portato con le innovazioni presentate, che consentono un apprezzabile miglioramento del lavoro nei cantieri, elevando nel contempo la sicurezza degli operatori». Sono state inoltre assegnate due menzioni speciali, entrambe a imprese bergamasche, la Bossong di Grassobbio e la GT System di Ghisalba, «protagoniste di interessanti soluzioni per il proprio comparto».

Ibe Italiana Brevetti Edili
Il montancarichi che sta all’interno del ponteggio

L’azienda ha presentato in fiera Full200, prodotto da Tea International di Casalmaggiore (Cr). Si tratta del primo montacarichi da cantiere studiato per trasportare sia persone che materiali che si inserisce direttamente nel ponteggio. Oltre alla già innovativa possibilità del doppio trasporto, Full200 viene montato, rispetto a tutti gli altri montacarichi in commercio, all’interno della campata del ponteggio, evitando così l’utilizzo di sollevatori esterni o gru che richiedono autorizzazioni speciali. Veloce da montare, con le sue colonne in lega leggera di alluminio anodizzato anticorrosione, rappresenta un ausilio ideale per il lavoro in cantiere nel pieno della sicurezza. La composizione di Full200 è interamente personalizzabile in base alle esigenze del cantiere e del ponteggio. Possono infatti essere predisposti più sbarchi a diverse altezze, fino ad un’altezza massima di 45 metri. L’alimentazione della piattaforma è monofase avendo un motore da 2,2 kW, non richiede un’alimentazione aggiuntiva rispetto alle predisposizioni di cantiere. Si tratta di una soluzione ideale per i cantieri in città, dove non è possibile posizionare altri tipi di sollevatori per problemi di ingombro ed è, altro fatto non trascurabile, un prodotto totalmente “Made in Italy”
Ibr è attiva del 1957 nella vendita e assistenza tecnica di macchine e materiali per l’edilizia ed il suo motto, “dal chiodo alla gru”, ben rappresenta la capacità di offrire un servizio a 360°. Il contributo portato dal fondatore Mario Pirovano nelle prime edizioni di Edil – è stato sottolineato nel corso della premiazione – è stato determinante per lo sviluppo in chiave regionale e nazionale della manifestazione.

Nuova Filp (Stella Bianca)
Tagli perfetti e maggiore sicurezza con la doppia lama

In fiera ha presentato Twin Blade la linea di rivoluzionari elettroutensili di tecnologia svedese. Grazie alla potenza, alla doppia lama e ad un rivoluzionario sistema di lubrificazione, il sistema assicura tagli multimateriale, da ferro, alluminio, plastica, gomma e inox a cemento, piastrelle, mattoni e laterizi. La linea garantisce all’operatore maggiore sicurezza e un confort di taglio senza precedenti anche in affondamento, grazie alla tecnologia a doppia lama che consente di limitare fino ad annullare totalmente le forze che tendono a causare contraccolpi e a spingere via il pezzo durante le operazioni.
La Nuova Filp srl e la linea di elettroutensili Strike sono una divisione di Stella Bianca, una delle più antiche ed importanti aziende attive nel campo  dell’utensileria professionale, in Italia e nel mondo. Venne fondata nel 1888 nei pressi di Torino per produrre a livello industriale, prima in Italia, lime ed altri utensili manuali e rotativi secondo criteri di eccellenza tecnica. Ancora oggi gli utensili Stella Bianca vengono utilizzati quotidianamente nelle industrie meccaniche, nelle industrie del mobile e di trasformazione del legno e nei cantieri edili.

Bossong 
Progetto sulle murature storiche in rete con Università e associazioni

L’azienda di Grassobbio ha presentato a Edil 2013 il progetto AnIMuS Ancoraggi Iniettati in Murature Storiche, un bell’esempio di paternariato in tema di innovazione tecnologica tra imprese, Università, Parchi Tecnologici e Associazioni di Categoria, nel comparto degli interventi di ristrutturazione e restauro conservativo delle murature storiche, in ottica antisismica, nonché nell’utilizzo di materiali naturali quali malte a base di calce. Si tratta di una concreta realizzazione del concetto di “rete”. Accanto alla capofila Bossong partecipano: Università degli Studi di Bergamo – Dipartimento di Progettazione e Tecnologie, Università degli Studi di Brescia – Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente, C-SPIN Centro Sviluppo Progettazioni Ingegneristiche (Bergamo), Diamantech perforazioni speciali (Nuvolento – Bs), Impresa Pandini (Bergamo), P&P Lmc (Seriate), Assorestauro Servizi srl , Associazione Italiana per il restauro architettonico, artistico, urbano.
Il premio vuole essere anche un riconoscimento alla Bossong «per il grande contributo offerto per la crescita del mondo delle costruzioni nazionale».

Gt System 
La porta basculante che dimezza l’ingombro interno

L’azienda di Ghisalba ha portato in Fiera la nuova porta basculante Silvelox, la prima al mondo senza guide a soffitto. Grazie ad un importante brevetto, l’azienda trentina Silvelox ha reinventato la porta per garage e sta conquistando i mercati in cui sono nate e si sono sviluppate queste tipologie di porte (Usa, Brasile, Cina). Overlap è una porta sezionale innovativa per l’originale sistema d’apertura, che non necessita delle guide a soffitto e dimezza l’ingombro interno. Unica porta sezionale al mondo senza guide interne e con una motorizzazione a cinghia nonché con certificazione Utermico 1,14w/m2k.


Ubi, Jannone chiede l’annullamento
delle liste di Resti e Moltrasio

Giorgio Jannone, candidato alla presidenza del Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca, ha chiesto ieri, nel corso di una conferenza stampa, “l’invalidazione ed il conseguente annullamento delle liste a sostegno dei candidati al Consiglio di Sorveglianza Andrea Resti ed Andrea Moltrasio.
“A seguire depositeremo analoghe istanze cautelari al Tribunale di Bergamo e dovremo probabilmente coinvolgere anche la Procura” – ha detto Jannone, a capo della lista Ubi Banca- Ci Siamo. “E’ chiaro che se i tempi di intervento delle istituzioni preposte non riuscissero ad anticipare l’ormai prossima assemblea, impugneremo certamente la delibera assembleare al fine di ottenerne la nullità”.
“Gli errori, le irregolarità, le omissioni , gli abusi – ha evidenziato Jannone – risultano chiari ed evidenti, con specificità differenti per le due liste. Particolarmente interessante è risultata la registrazione di una telefonata
diffusa dagli amplificatori in una sala attonita, telefonata tramite la quale un call center raccoglieva illecitamente deleghe alla partecipazione all’assemblea in nome e per conto della dott.ssa Bardoni, candidata al consiglio di sorveglianza per la lista Moltrasio” (la diretta interessata, dal canto suo, respinge ogni accusa, ndr).
Jannone ha poi ricordato che “le irregolarità riscontrate causano irrimediabilmente, se recepite, secondo le vigenti normative e lo statuto sociale, il ritiro delle due liste coinvolte, rendendone legittima e votabile solo l’unica totalmente regolare”. Infine, Jannone ha denunciato “l’illecita raccolta di deleghe in bianco”. “Ne abbiamo mostrate molte, ma l’aspetto più serio è che spesso sono stati costretti a perpetrare questo comportamento centinaia di dipendenti del tutto inconsapevoli dei rischi che stavano correndo, in termini di sanzioni amministrative e penali”.


L’allarme degli industriali lombardi
Barcella: “Momento drammatico”

"Codice Rosso: massima urgenza". Così Confindustria Lombardia e  le dodici associazioni territoriali, con il sostegno di Ance Lombardia, hanno lanciato un forte allarme sulla tenuta del sistema produttivo e sociale della regione .
In un contesto in cui la produzione industriale ha subito un calo del 3,7% e i consumi interni si sono contratti del 3,2% rispetto al 2011 (dato Prometeia), i rappresentanti delle 19.000 imprese lombarde hanno deciso di ribadire con la massima enfasi quanto affermato dal Presidente Squinzi sull’urgenza di dare al Paese un Governo stabile – superando i veti ideologici in atto – che metta al centro i temi della crescita e prenda immediatamente decisioni concrete. “E’ necessario che tutti, specialmente chi ha responsabilità politiche, prendano davvero coscienza del momento drammatico – ha dichiarato Alberto Barcella, presidente di Confindustria Lombardia -. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,9%, arrivando a toccare il 25% (dati Istat) per quanto riguarda la componente più giovane e l'utilizzo della Cassa integrazione nelle sue diverse forme è aumentato del 7,5% (dato Inps). Il credito al settore produttivo si è ridotto del 4,9% (dato Bankitalia, agosto 2012) e il sistema dei confidi è sfiancato dal sostegno ai bisogni di liquidità delle imprese e dall’ aumento delle sofferenze”. “Se anche la parte più rappresentativa e avanzata del Paese, la Lombardia, mostra sintomi così gravi – ha continuato Barcella – non si può perdere un solo minuto per intervenire in maniera concreta”.
Il piano per gestire le emergenze riguarda – in primis – lo sblocco dei debiti pregressi della P.A., un provvedimento la cui attuazione, come richiesto fortemente da Confindustria, deve garantire modalità semplici, efficaci e vincolanti, evitando negligenze e comportamenti dilatori. Di fondamentale importanza anche il reperimento delle risorse necessarie a finanziare la cassa in deroga e il sostegno ai confidi, per agevolare l’accesso al credito delle imprese. “Gli impegni presi dal Presidente Maroni di mettere allo studio la possibilità di anticipare i fondi necessari per il finanziamento della cassa in deroga e di attuare lo smobilizzo dei crediti delle PMI verso gli enti locali lombardi – è intervenuto Barcella – dimostrano che il Governo Regionale, oggi nostro unico riferimento amministrativo certo e operativo, può ben fare la sua parte e svolgere la sua funzione essenziale di supporto alle imprese operando sia verso lo Stato centrale che verso le altre amministrazioni locali. Ma, con opportune riallocazioni di bilancio, attuando le semplificazioni e le sburocratizzazioni e grazie alle opportunità offerte dai Fondi e dalle Istituzioni europee, può fare molto di più”
“Bisogna inoltre proseguire con accanita determinazione nella realizzazione delle infrastrutture già avviate – ha continuato Barcella – garantendo la prosecuzione delle opere che si trovano in fase di stallo, minacciando anche il successo di Expo 2015, spesso non solo per mancanza di fondi ma anche per i vincoli posti dal patto di stabilità interno. Anche qui il supporto regionale, magari con l’intervento di Finlombarda, potrebbe svolgere un ruolo determinante”. Durante la conferenza stampa sono inoltre emerse alcune delle tematiche che tutto il sistema di Confindustria è impegnato ad affrontare:
– scongiurare i negativi effetti che deriverebbero, nei prossimi mesi, dall’innalzamento al 22% dell’aliquota ordinaria Iva, dall’aumento delle addizionali locali all’Irpef, dell’Imu sugli immobili industriali e dall’introduzione della Tares, soltanto rimandata, che costerà di più rispetto alla precedente tassa raccolta rifiuti;
– ridurre il cuneo fiscale sul lavoro;
– rivedere i meccanismi della cosiddetta Riforma Fornero per contribuire, sul piano normativo, a ricreare condizioni favorevoli alla ripresa dell'occupazione.
Tutti i presidenti hanno poi ribadito che l’appuntamento del Convegno Torino del 12 e 13 aprile “Un’Italia industriale in un’Europa più forte” sarà l’occasione per ribadire le urgenze e le necessità delle imprese in un quadro più ampio e condiviso di interesse nazionale ed europeo e per declinare le proposte e le soluzioni possibili per l’immediato futuro.


Edil 2013, flessione dei visitatori
“Ma l’evento resta centrale”

Edil, la fiera dell'edilizia organizzata da Promoberg, andata in scena dal 4 al 7 aprile al polo fieristico di Bergamo, conferma con la 27esima edizione tutta la sua importanza per le tante realtà che gravitano attorno al pianeta delle costruzioni, nonostante la grave crisi che ha proprio nell'edilizia uno dei settori economici più duramente colpiti. Dal 2008 al 2012, ben 1.200 imprese bergamasche del settore hanno chiuso i battenti, e oltre diecimila addetti hanno perso il lavoro. Davanti ad una simile situazione, la fiera di riferimento – che riflette l’andamento del settore – ha registrato, con 35mila visitatori, una flessione del 17% di pubblico rispetto al 2012. Ma, come ha sottolineato Ottorino Bettineschi, presidente di Ance Bergamo, “più che l'inevitabile flessione delle presenze, è importante evidenziare quanto la fiera dell'edilizia di Bergamo sia stata importante e capace nell'esporre e proporre la grande trasformazione in atto da parte del settore dell'edilizia”.
A testimoniare la forte valenza della manifestazione e dei valori espressi dal nostro territorio, il grande interesse dei media nazionali, mai così numerosi a Bergamo, e attenti a intercettare i segnali provenienti dal lavoro di operatori e istituzioni.
Il grande merito di Edil 2013 sta nell'essere riuscita anche quest'anno a consolidare ulteriormente i rapporti tra le diverse realtà coinvolte, riunendo attorno allo stesso tavolo gli operatori del settore, le istituzioni e le associazioni di categoria. Quattro giornate durante le quali la variegata e qualificata parte espositiva è stata integrata da numerosi eventi collaterali che hanno consentito quel dialogo e quel confronto tra le parti essenziali per trovare le migliori soluzioni possibili.
“Promoberg – sottolinea Stefano Cristini, direttore dell'ente fieristico – ha quale compito principale quello di sostenere e promuovere le imprese del nostro territorio. In particolar modo, quando queste stanno vivendo un momento difficile. Per tali motivi stiamo da anni apportando alle nostre manifestazioni quelle modifiche in grado di rispondere in modo adeguato alle esigenze espresse dalle realtà del nostro territorio. Non è un caso se da anni Edil sta dando sempre più spazio a temi quali le ristrutturazioni e le riqualificazioni dell'esistente, la green economy, le nuove tecnologie costruttive. In questo senso, abbiamo anticipato un trend che si sta effettivamente verificando. Inoltre – conclude Cristini – a queste tematiche, sempre più strategiche e fondamentali per l’edilizia del futuro, abbiamo affiancato una parte sempre più ricca e qualificata dedicata a convegni e work shop: appuntamenti molto apprezzati sia dagli operatori professionali, sia dal pubblico”.
“Oggi per le imprese del settore – osserva Ottorino Bettineschi, presidente di Ance Bergamo -, se vogliono far parte dell'edilizia del futuro è fondamentale puntare sull'innovazione e sulla trasformazione del proprio modo di lavorare. Edil è sempre stata al fianco delle nostre imprese, e lo fa maggiormente oggi, dove è importante dare al settore le indicazioni per intraprendere la strada giusta. Mi sarei stupito se non ci fosse stato un leggero calo delle presenze, mentre sono molto soddisfatto della qualità degli espositori e dei visitatori. In questa edizione abbiamo riscontrato già segnali incoraggianti in merito al numero di imprese che hanno capito quanto sia fondamentale cambiare rotta, puntando su qualità, innovazione, e voglia di fare “rete”. E' finita l'era dell'individualismo. Non è più sufficiente realizzare, pur in modo pregevole, un prodotto o un servizio: ora è necessario essere parte integrante di una filiera. Il nostro obiettivo – conclude Bettineschi –  è di riuscire a creare una fitta rete di imprese con caratteristiche di assoluta eccellenza: una Docg dell'edilizia bergamasca”.
“Mai come in questa edizione – dice Alberto Capitanio, responsabile per Promoberg di Edil 2013 -, la manifestazione si è rivelata essere lo strumento catalizzatore degli interessi di tutta la filiera, con momenti di approfondimento formativi e congressuali di altissimo livello. Forti apprezzamenti da parte del pubblico e degli operatori specializzati anche per l'area Build Solutions, una novità che ha permesso ad importanti studi di progettazione, aziende multinazionali e PMI altamente innovative, di confrontarsi con alcune delle nostre imprese che, per capacità operativa, hanno pochi eguali a livello europeo: esempi concreti di quanto sia necessario fare rete”.


Sette professionisti in campo
per orientare gli universitari

Che prospettive offrono le professioni in un contesto sempre più difficile e in costante evoluzione? Lo abbiamo domandato ai professionisti – intervenuti alla “Giornata delle professioni” svoltasi al Centro Congressi di Bergamo lo scorso 23 marzo – che hanno parlato a un pubblico di studenti dell’ultimo anno delle Superiori, quindi alle prese con la scelta del percorso universitario e del lavoro da svolgere. Dall’avvocato all’ingegnere fino al commercialista, si sono passati la palla ciascuno cercando di offrire un quadro della propria professione e delle opportunità che essa offre oggi e potrà offrirà in futuro. Con un’attenzione ai sogni dei ragazzi, ma anche alla realtà, come ha precisato anche Piera Molinelli, responsabile del servizio Placement e orientamento dell’Università degli studi di Bergamo: “Alla domanda “meglio scegliere quello che mi piace o quello che mi dà lavoro?” la mia risposta è la seguente: scegli quello che ti piace con un occhio a quello che ti dà lavoro”. “L’università è lo strumento attraverso cui è possibile raggiungere un determinato obiettivo professionale – aggiunge Molinelli – e quindi è importante scegliere bene, informandosi a dovere su tutto ciò che interessa, dal tipo di lavoro, alla disponibilità a viaggiare, allo stipendio, e poi fare una rosa delle professioni che più ci convincono. Poi, sta a noi metterci quel qualcosa di personale in cui ciascuno pensa potrà fare la differenza in un mondo del lavoro sempre più difficile e concorrenziale”. 
Per capire lo stato di salute delle singole professioni e le opportunità future ci siamo rivolti ai professionisti intervenuti all’evento.

L’avvocato
Mario Caffi: “Il futuro
è nelle specializzazioni forensi”

Che prospettive offre la sua professione?
“Viviamo un momento economico davvero complicato a cui si somma una eccedenza clamorosa di avvocati iscritti all’albo professionale: siamo troppi e scontiamo il peccato originario di aver lasciato il libero accesso alla facoltà di Giurisprudenza. Oggi entrare nel mondo dell’avvocatura è sempre più difficile per un giovane e il rischio che stiamo vivendo in questi anni è quello di un appiattimento a livello qualitativo e deontologico. Per il futuro, resistono e avranno spazio le specializzazioni forensi, in particolare settori come il diritto amministrativo, quello arbitrale e anche il diritto legato alla comunicazione in senso lato”.
La consiglierebbe a un giovane?
“Gli direi di pensarci molte volte prima di imboccare questa strada, ma poi rifletto sul fatto che la passione e le motivazioni possono portare lontano. Io, per esempio, fin da quando avevo tre anni pensavo di fare l’avvocato: sono stato forse più fortunato come periodo economico, ed è per questo motivo che dico a un giovane di rifletterci molto bene”.

L’ingegnere
Giangiacomo Caldara (SIAD): “Biomedica
e Ict i settori che saranno più richiesti”

Che prospettive offre la sua professione?
“Il periodo è davvero complicato, soprattutto per quel che riguarda l’ingegneria civile. Però, teniamo ancora, e soprattutto in determinati settori la presenza di un ingegnere è fondamentale. Per il futuro, le figure di ingegneri più richieste saranno quelle legate al mondo dell’informatica e dell’Ict, ma ampi spazi li troveranno anche gli ingegneri biomedici, quelli meccanici e chimici”.
La consiglierebbe a un giovane?
“Si, senza alcun dubbio. E’ una professione difficile, ma allo stesso tempo entusiasmante e che ti mette in costante connessione con il futuro e con l’innovazione”.

Il notaio
Jean Pierre Farhat: “Traguardo difficile
  ma le opportunità non mancano”

Che prospettive offre la sua professione?
“Rispetto ad alcuni anni fa anche la professione notarile ha avuto un calo causato dalla forte crisi e alle difficoltà del settore immobiliare, ma per il biennio 2013-2014 saranno messi a concorso 1.200 posti di notaio. Quindi, le opportunità per entrare ci sono, considerando comunque sempre che si tratta di un concorso davvero selettivo”.
La consiglierebbe a un giovane?
“Il notaio è una delle professioni forse più ambite e, nonostante non sia così semplice come può apparire dall’esterno, rimane una professione decisamente importante. Se un giovane ci crede ed è disposto a sacrificare alcuni anni sui libri con grande dedizione, io gliela consiglio sicuramente”.

Il revisore
Stefano Azzolari (Kpmg Lombardia):
“Nonostante la crisi, il lavoro c’è”

Che prospettive offre la sua professione?
“La nostra società opera su canali multidisciplinari accomunati dal fatto che al centro dell’attività ci sono i servizi professionali alle imprese. Si va dalla revisione alla consulenza e, nonostante il periodo economico che stiamo vivendo non sia certo dei migliori e fa registrare qualche calo, quella della revisione rimane comunque una professione tra le meno in difficoltà e il lavoro non manca”.
La consiglierebbe a un giovane?
“Come detto, nella nostra società si può fare revisione ma anche consulenza fiscale e legale quindi c’ è parecchio spazio per laureati in Economia e in Giurisprudenza, ma non solo. Si tratta di una professione difficile e un po’ stressante, ma di grande soddisfazione negli anni sia dal punto di vista economico che della tipologia del lavoro svolto. Inoltre, ogni anno in Kpmg entrano circa 500 nuove persone tra neolaureati e giovani con un master: siamo un buon punto di partenza, ma anche di arrivo”.

Il magistrato
Laura D’Urbino: “Appagante
lavorare per la giustizia sociale”

Che prospettive offre la sua professione?
“Quella di magistrato è al centro della cronaca soprattutto per i suoi rapporti con la politica. Ma ciò che caratterizza il lavoro del giudice è l’assoluta indipendenza da qualsiasi altro potere dello Stato, elemento che garantisce imparzialità ed equità di giudizio. Così dovrebbe essere e così almeno io ho sempre vissuto la mia professione. Che, purtroppo, oggi sconta la mancanza di fondi e la forte carenza di organico, aspetto che non permette di lavorare come si vorrebbe. Però, di posti per giovani aspiranti magistrati ce ne sono, considerando quelli che nei prossimi anni dovranno essere messi a concorso”.
La consiglierebbe a un giovane?
“Si. E’ una professione bellissima, che permette di avere indipendenza e di non dover rendere conto a nessuno (se non alla legge e alla propria coscienza), che consente di studiare sempre e di approfondire, ma soprattutto che dà la possibilità di incidere a fondo nella società perseguendo fini di giustizia sociale”.

L’architetto
Guido Roche: “Risentiamo della crisi,
meglio guardare fuori dall’Italia”

Che prospettive offre la sua professione?
“E’ una professione in crisi, non si può dire altrimenti. Però, il punto di osservazione va modificato: guardando al mondo come proprio panorama di lavoro ci sono grosse opportunità, soprattutto in Asia e negli Stati Uniti. E poi, certamente, un occhio va dato anche alla riqualificazione degli edifici nel nostro Paese”.
La consiglierebbe a un giovane?
“Si, anche se si entra in una spirale di concorrenza mostruosa. Però, è un lavoro creativo ma in cui sempre più bisogna avere anche ottime competenze tecniche. Fare l’architetto significa lavorare sulle idee e pensare che anche le più strane ed assurde possono tramutarsi in progetti concreti. Ma bisogna assolutamente conoscere l’inglese alla perfezione perché è il mondo, l’orizzonte del futuro”.

Il commercialista
Franco Tentorio: “Ce ne sono troppi
ed emergere è sempre più dura”

Che prospettive offre la sua professione?
“Tiene abbastanza nonostante stia scontando la crisi che ha colpito le nostre imprese, soprattutto le medio-piccole. Pesa invece il fatto che a Bergamo ci sono 1.500 dottori commercialisti iscritti all’albo: un numero eccessivo. Bisogna però dire che, fortunatamente, in Bergamasca ci sono 100 mila partite Iva. Poi la nostra professione si diversifica molto anche nella consulenza fiscale e nell’attività di tribunale”.
La consiglierebbe a un giovane?
“Rispetto a quando ho iniziato io – che sono il numero 50 dell’albo dei dottori commercialisti – ad oggi dove siamo in 1500, sicuramente un giovane deve fare molta più fatica. Consiglio di cercare di associarsi con persone che si conoscono e che si stimano (perché fare uno studio associato “è un po’ come sposarsi”) e di dividere le spese. Diciamo che per guadagnare bisogna attendere almeno i 40 anni, prima sarà dura. Ma è una professione molto bella e socialmente utile, dove bisogna sempre tenersi aggiornati e che mette in contatto con gli altri e con l’aiuto professionale: la consiglierei senza alcun dubbio”.


Giovani Ascom, convegno
in Università sul “piccolo” commercio

Anche i Giovani Imprenditori dell’Ascom partecipano ad Unibergamo Rete, il ricco calendario di eventi dentro e fuori l’Ateneo con cui l’Università di Bergamo si apre al territorio. Lo fanno con un convegno – in programma mercoledì 10 aprile dalle 17 alle 19 nell’aula Serio Galeotti della sede di via Dei Caniana – dal titolo “Il valore dei piccoli”, dedicato all’analisi della sostenibilità del commercio di vicinato, una realtà il cui valore sociale è ampiamente riconosciuto, che si deve però scontrare ogni giorno con difficoltà strutturali e congiunturali. L’incontro metterà a fuoco problemi e possibilità con gli interventi di Luca Bonicelli, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Ascom, del consigliere Andrea Marchesi, di Oscar Fusini, vicedirettore dell’Ascom, Roberto Ghidotti, responsabile dei Distretti del Commercio per l’Associazione, e di Silvia Salvi dell’Università.
L’incontro rientra tra le iniziative che vanno sotto il titolo comune di “Università e comunità”. La nuova edizione  di Unibergamo Rete ha infatti ampliato la durata – 28 giorni, dall’8 aprile al 4 maggio – ed ha messo in evidenza alcuni percorsi tematici per facilitare l’orientamento e la scelta: “Dante in Paradiso”, proseguimento delle letture dantesche avviato nel 2011, che ora approda all’ultima cantica; “Università e lavoro”, ossia incontri, iniziative – tra cui il Career Day, il 16 aprile – e seminari che vogliono valorizzare le buone prassi e gli spiragli che il territorio offre; “Università e orizzonti internazionali”, ormai contesto quotidiano per studenti, laureati e per l’intera società; “Vivere il domani: sostenibilità e dintorni”, riflessione su consumi, sul vivere la città e il mondo; “Università e comunità”, che tocca anche aspetti come la migrazione, l’incontro tra culture e la comunicazione sociale; “Università gioia di vivere” sotto cui sono state raccolte le iniziative in cui la vita in Università si affianca alla piacevolezza di gustare uno spettacolo teatrale, un film o semplicemente il fare festa; e “DocentiAutore”, presentazione dei più recenti lavori pubblicati dai docenti dell’Università. Gli incontri sono gratuiti. Alcuni appuntamenti sono dedicati alle scuole.


L’anima “green” del Valcalepio,
ora si riciclano anche i sugheri 

Dodici le aziende produttrici di Valcalepio che parteciperanno con un proprio stand alla prossima edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 7 al 10 aprile prossimi al PalaExpo Lombardia. Ecco l’elenco: Il Calepino di Castelli Calepio; Il Cipresso di Scanzorosciate; La Rovere di Torre de' Roveri; Locatelli Caffi di Chiuduno; Medolago Albani di Trescore; Tallarini di Gandosso; Cascina del Bosco-Bonaldi di Petosino; La Tordela di Torre de' Roveri; La Collina di Grumello del Monte; Cantina sociale bergamasca di San Paolo d'Argon; Celinate di Scanzorosciate; Villa Domizia-4R di Torre de' Roveri.
Altre due piccole aziende (Tosca di Pontida e Castello degli Angeli di Carobbio) parteciperanno per un giorno solo. Quattro invece le aziende presenti con il Consorzio Moscato di Scanzo: Sereno Magri, Cipresso, Biava e Fejoia.
Ad accogliere le aziende bergamasche e i visitatori sarà la tradizionale Piazza Valcalepio che si presenterà verde ed ecosostenibile. “Quello dell’ecosostenibilità è un tema che sta molto a cuore al direttivo – ha dichiarato Enrico Rota, presidente del Consorzio Tutela Valcalepio -. All’interno del programma di lavoro del Cda era riportato un progetto legato all’ecosostenibilità nel quale crediamo molto e che siamo a condividere con chi vorrà venirci a trovare al Vinitaly”.
Proprio in occasione della manifestazione, il Consorzio lancerà la nuova campagna di raccolta delle chiusure organizzata in collaborazione con Marengo Sugheri.
I soci del Consorzio hanno deciso di mettersi in campo per l’ecosostenibilità e la raccolta delle chiusure sia in sughero che in plastica presso i ristoranti, per ridurre gli sprechi e permettere un riciclo reale e consapevole di un materiale prezioso quale il sughero. Durante la fiera sarà possibile avere ulteriori informazioni circa la Campagna di raccolta e il programma di ecosostenibilità portato avanti dal Consorzio.
Ma non c’è solo l’ecosostenibilità: Valcalepio è anche solidarietà. Nella giornata di domenica 7 aprile verrà infatti messa online la sezione del sito www.valcalepio.org interamente dedicata alle manifestazioni e iniziative solidali portate avanti dal Consorzio nel corso della sua storia (dalla collaborazione con Cesvi all’attuale partnership con la Onlus Bergamasca Nepios). Lunedì 8 aprile, invece, la giornata sarà interamente dedicata ai ristoratori, invitati a prendere parte alla manifestazione e a presentarsi presso lo stand del Consorzio dove oltre ad assaggiare le nuove annate saranno omaggiati di un presente loro dedicato. Martedì 9 aprile sarà la giornata dei distributori che avranno l’occasione di aggiornarsi in merito all’esito degli Stati Generali del Vino del 19 marzo scorso (nel caso in cui non avessero potuto prendervi parte) e ai quali sarà riservato uno speciale omaggio. Anche quest’anno i visitatori saranno accolti da due banchi d’assaggio: uno dedicato ai Valcalepio Doc, ai Terre del Colleoni Doc e ai Bergamasca Igt dei soci del Consorzio Tutela Valcalepio (presenti in fiera e non); il secondo, gestito da Vignaioli Bergamaschi, con l’esposizione e l’assaggio dei vini vincitori di medaglie durante l’ottava edizione del Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme”.
Essendo il Valcalepio fortemente legata al territorio, ecco la ferma volontà di confermare e rinnovare la fruttuosa collaborazione, inaugurata lo scorso anno, con la Camera di Commercio di Bergamo e i suoi Ristoranti dei Mille Sapori per la realizzazione di “Mille Sapori di Bergamo a Vinitaly”. Dal 7 al 10 aprile, alcuni ristoratori aderenti al marchio camerale Mille Sapori di Bergamo, in particolare il Ristorante Posta di Sant’Omobono Terme, il Ristorante Gourmet di Bergamo, e il Ristorante La Torre di Trescore, presenteranno al pubblico della fiera piatti della tradizione bergamasca.


Librai indipendenti
Reinventare il mestiere

Nella sua rubrica "Italians" sul Corriere della Sera, Beppe Severgnini riflette sulla necessità per le attività indipendenti di trovare strategie di sopravvivenza. Ecco cosa scrive

Aprire un ristorante e gestire una libreria sono tentazioni dell’animo umano. Entrambe insidiose e affascinanti, ovviamente diverse. I libri non si mangiano, le pietanze non si conservano; e l’alimentazione digitale non è stata ancora inventata. Dietro le due attività c’è tuttavia una complessità spesso ignorata: approvvigionamenti, servizio, personale, ambiente, aggiornamento, capacità di intuire il gusto. La buona volontà non basta.
Un libraio non può non essere un lettore; un ristoratore deve saper mangiare (altrimenti non potrà apprezzare e aiutare lo chef). Ma bisogna imparare molte altre cose. Per questo esistono corsi di gestione del ristorante; e scuole per librai. I primi, diciamolo, vanno meglio.
Stanno per chiudersi (8 aprile) le iscrizioni al Corso di Alta Formazione in Gestione della Libreria della Scuola Librai Italiani: la settima edizione partirà il 6 maggio presso il Teatro dei Dioscuri di Roma. Le domande sono metà dell’anno scorso. E’ un delicato segnale d’incoscienza, non la prova di una crisi irreversibile della professione. Certo, le 2.500 librerie indipendenti affrontano concorrenti possenti: grandi catene, grande distribuzione, vendite online. Ma sono convinte di farcela, e hanno ragione. A una condizione.
Le librerie di domani non possono vendere solo libri ma, come spiega il vicentino Alberto Galla, presidente dell’Associazione Librai Italiani (Ali), “devono diventare luoghi dove si creano e si distribuiscono servizi immateriali in grado di migliorare la qualità della vita delle persone”. Traduzione: luoghi dove la scuola, le imprese e le professioni incrociano le opere e gli autori, i lettori trovano scrittori e altri lettori, i bambini scovano libri interessanti (e un tappeto per sfogliarli in santa pace). Non è un’idea ingenua del futuro. E’ una strategia di sopravvivenza. L’alternativa è scomparire. Sta accadendo in America, che in queste faccende ci precede sempre. Nella parte centrale di Manhattan è rimasta solo la libreria Rizzoli. Il dio delle parole la conservi, ma non basta.
I librai italiani sanno i pericoli che corrono; ma non tutti, forse, hanno capito quant’è urgente reinventarsi il mestiere. Non c’è più margine di errore. Occorrono nuove tecniche commerciali e nuovi strumenti (quanti usano facebook e twitter per quanto valgono?). Occorre collaborazione tra librerie: il tempo dei solisti è finito. In Sardegna lo stanno facendo (bravi Aldo Addis & C!); ma non accade dovunque. Col nuovo libro ho girato quattordici regioni in sei mesi: lo so.
Editori e autori devono aiutare. L’editoria ricordi quanto è successo alla musica e alla cucina: la gente vuole conoscere/ascoltare musicisti e chef, in cambio offre attenzione e acquisti. Non dobbiamo vergognarci di offrirci ai lettori: sono i nostri padroni. Dobbiamo farlo con buonumore, buona organizzazione e buon senso. Incontri e presentazioni costano tempo e denaro. Non servono al nostro ego e al nostro rendiconto, ma a far girare pagine e parole.


Assemblea Ubi, Jannone:
“Comunque vada, io ho già vinto”

Con la lista "Ubi Banca – Ci Siamo", Giorgio Jannone, capolista, si prepara a giocare le proprie carte in vista dell’assemblea del 20 aprile.
La scorsa è stata una settimana complicata per Ubi, e soprattutto per Banca Popolare di Bergamo. Che idea si è fatto della vicenda Masnaga?
“L’ex dg ha sbagliato, nell’aver agito dall’interno, utilizzando le strutture dell’istituto in modo improprio, ma la reazione della banca è stata, a mio avviso, molto più grave dell’errore dello stesso Masnaga”.
Gravità di modi, di contenuti, di stile?
“Senz’altro di modalità, del tutto inusuale, anche un po’ di stile “russo”. Un intervento molto forte che denota una scarsa attitudine alla democrazia”.
A che cosa può essere dovuto?
“Ad un grande nervosismo e ad un’incapacità di gestire il dissenso, che si è concretizzata con due prese di posizione molto forti e molto sbagliate; sia con Masnaga che nei miei confronti”.
Vale a dire?
“Per la validazione delle firme dei sottoscrittori, siamo stati bloccati per 16 ore in una stanza con 12 persone che hanno controllato le firme per due giorni; le hanno verificate nome per nome, foglio per foglio. Ne hanno tolte alcune perché il notaio ha scritto “a” anziché “o”, quando la prima  lista ha impiegato solo dieci minuti per le operazioni di validazione. Lo dice il verbale del notaio, 10 minuti per 800 e passa firme della lista istituzionale, lo denunceremo alle autorità competenti”.
Ma non è stata usata la medesima procedura di controllo per tutti?
“Hanno verificato solo le mie firme, le altre due liste non sono state controllate ; hanno impiegato 10 minuti per la prima, circa venti per la terza che veniva considerata ancora una lista amica, dal momento che il caso Masnaga non era ancora scoppiato”.
Ma questa terza lista come è nata?
“Masnaga ci stava lavorando da parecchio tempo. Lo sapevo io e trovo paradossale che la banca non lo sapesse, dal momento che lo stesso ex dg si era incontrato più volte anche con il rettore Paleari, il candidato capolista di prima scelta, prima di tutte le altre rinunce. La banca lo ha scoperto solo negli ultimi giorni, attraverso l’invio massivo di mail che sono state mandate dagli uomini di Masnaga ai dipendenti della banca. Sono stati usati impropriamente il Cral della banca, gli uffici, i computer, i telefoni della banca, quindi anche nostri, per fare campagna elettorale. In questo ha pienamente ragione Zanetti”.
Il presidente ha mosso altre accuse ben precise…
“Non c’è dubbio che il fine di Masnaga fosse di tipo personalistico. Aspirava a qualcosa di più, rispetto ai ruoli che gli erano stati concessi. Anche in questo Zanetti ha detto la verità”.
Lei ha parlato di terza lista come “amica” di quella istituzionale.
“In origine era nata per togliere spazio a me, per impedirmi di entrare nel consiglio di sorveglianza, per impedire che potessi continuare a denunciare i misfatti che ha poi rilevato Bankitalia. Poi ne è venuta fuori una lista di soli 18 nomi senza esperienze nel credito e tutta bergamasca, con l' eccezione del prof.Resti che nessuno conosce."
Il rischio concreto è che adesso lei possa restare con il cerino in mano. In consiglio ci vanno i rappresentanti di due liste soltanto.
“Vedremo all’apertura delle urne, ma è un rischio che vale per me come per le altre due compagini. Io però, non ho nulla da perdere. Se la lista istituzionale dovesse perdere sarebbe clamoroso, mentre la terza ha già mietuto una vittima illustre. Io ho già vinto ottenendo un corposo ricambio generazionale ed un dibattito finalmente vero e democratico sulla banca."
Immagino che l’ex direttore avesse calcolato il rischio di restare a casa …
“Assolutamente no, questa cosa gli è esplosa tra le mani. Il suo progetto era quello di arrivare fino al 20 aprile”.
Dunque la terza lista si troverebbe senza endorsement?
“Tutti i referenti, i dirigenti pro Masnaga, all’interno della banca, adesso sanno il rischio che corrono e quindi si fermeranno. Ci sono persone che, per questa lista, hanno raccolto ingenti quantità di firme in modo irregolare. Non tutti i torti e le ragioni stanno da una sola parte”.
Su Masnaga lei aveva espresso un buon giudizio…tanto da ipotizzarlo in un poker di nomi per alta dirigenza.
“Sotto il profilo tecnico è una figura validissima, anche se nessuno è indispensabile. Nel caso dovessi vincere, non escludo di recuperarlo”.
Moltrasio non le ha mandato a dire di avere innescato il dibattito con modalità più politiche che bancarie…
“Il mio merito è di aver portato una sana ventata di democrazia. Moltrasio stesso me lo ha confermato personalmente. Tra di noi c’è rispetto. Per quanto riguarda la politica, io proprio non l’ho tirata in ballo, a differenza della terza lista che ha usato iscritti del Pdl per tirare su qualche firma. E anche la prima lista si è politicizzata, convocando un’assemblea con esponenti del Pdl e di Cl, portando mille presenti al Centro Congressi, persone che non hanno niente a che fare con la banca. O ancora Moltrasio che ha ufficializzato la sua posizione per Monti. Io mi sono chiamato fuori. Ma poi è tutto da dimostrare che la politica non sia stata fata direttamente dalla banca per decenni. Chi l’ha occupata finora, l’ha fatto abbondantemente”.
Ritornando alla serata del 21 marzo. Che idea si è fatto di quell’incontro?
“Si è trattato di un’assemblea cammellata, attraverso una parte ben precisa del Pdl che ha confuso la politica con l’occupazione dei posti. La politica spartitoria è un cancro che esiste da tempo nel Pdl e che spero venga estirpato. rappresenta quanto c’è di più lontano dal mio modo di intendere la politica”.
Lei quante azioni ha in Ubi?
“Personalmente circa 15 mila”
E attraverso le sue società?
“Pigna ne ha 250. Le mie società non ne hanno molte, quelle di mio padre di più”.
Lei ha sempre sostenuto la trasformazione in Spa, salvo assicurare ultimamente amore eterno per la forma cooperativa…
“Il ddl che ho presentato deriva da una bozza che mi fu proposta niente di meno che da Zanetti che venne a casa mia nel 2007. Fu lui a consegnarmi la busta. Questa proposta fu elaborata tecnicamente da me e dall’onorevole Pinza del centro-sinistra. In quel momento era la stessa Banca d’Italia che aveva messo allo studio degli elementi per superare alcune contraddizioni del sistema cooperativistico bancario. Non c’è niente di scandaloso in questa cosa. Fu una precisa richiesta di Banca d’Italia. Ritengo comunque che la cooperativa possa essere uno strumento per cercare di gestire un mondo come quello bancario. Io almeno ci sto provando in Pigna…”
In che modo?
“Personalmente ho una visione molto socialista, molto di sinistra, nella gestione aziendale. Non deve esistere nessun padrone, ma azioni concertate, come quella che io ho fatto in Pigna con tutte la altre forze istituzionali e territoriali. In banca si potrebbe pensare ad un maggior coinvolgimento dei dipendenti rendendoli azionisti della banca stessa e agevolandoli nell’acquisto di azioni. Si potrebbero limitare i compensi, e in Ubi sono altissimi, e anche le consulenze per agevolare l’acquisto da parte dei dipendenti che sono un elemento fondante. La mia lista è lì a dimostrarlo”.
Come?
 “La mia lista è l’unica che annovera due dipendenti; una dirigente, Adele Timo, appena licenziata da Ubi”.
Il motivo?
“E’ stata licenziata da un giorno all’altro senza nessun motivo. Poi c’è Stefano Vedovato, dipendente di IW Bank. L’ho fatto per dare un segnale molto preciso: i lavoratori devono stare nella governance della banca. Gli altri lo proclamano a parole, io l’ho fatto. La mia lista è lì da vedere”.
Se lei fosse eletto, che compenso si darebbe?
“La cifra è stabilita dall’assemblea, non da me. La decurterei almeno della metà rispetto ai compensi attuali”.
Che cosa pensa di Massiah?
“Non voglio dare un  giudizio tranchant sulle persone, non fa parte del mio stile. Ma quando ho denunciato presso i vertici di Ubi atti gravissimi, poi accolti in Banca d’Italia, Massiah non ha colto o fatto finta di non cogliere l’importanza delle mie denunce. Mentre Faissola l’ha capito immediatamente”.
Si riferisce al famoso aereo?
“Quella storia fu buona per i giornali, in realtà sono successe molte altre malversazioni che hanno implicato qualche miliardo di euro in operazioni molto, molto dubbio poi divenute perdite per la banca"
Se fosse eletto, quali sono le prime tre cose che farebbe?
“Formerei subito una squadra dei migliori manager di Bergamo, di Brescia e delle altre estrazioni territoriali che sono parte fondante della mia lista (Cuneo, Milano, Varese, Roma ) a tutela della nostra concezione federale della banca. La seconda: rivedrei i licenziamenti che sono stati appena compiuti. In questi anni ho parlato con centinaia di persone: mi sono fatto l’idea che il modus operandi sia stato tutt’altro che cristallino. Infine, andrei a fondo sulle centinaia di consulenze esterne. In banca ci sono risorse e competenze sufficienti, senza consulenti esterni costosissimi e inutili”
Quanti soci crede che interverranno il 20 aprile?
“3.500 di persona e circa 8 mila per delega. Non ci saranno sfracelli”.
In questa sua iniziativa rifarebbe tutto quello che ha fatto, o cambierebbe qualcosa?
“Mi è spiaciuto che a livello umano si siano interrotti dei rapporti che esistevano da tanti anni. Con Zanetti ed altri amministratori ci sono stati momenti di altissima tensione. Forse, ma non solo da parte mia, si sarebbero potute risolvere delle questioni, senza alzare così tanto i toni”.
Una delle tradizioni della Popolare è quella del libretto di risparmio intestato al bambino che nasce. Sua figlia ce l’ha?
“No. E’ una tradizione meravigliosa, ma io sono rimasto troppo male nel vedere gente che credeva in questa banca piangere perché aveva perso tutto. Finché non vedrò un cambiamento sostanziale, non lo farò. Ubi non è stata quella banca che per i bergamaschi è stata sinonimo di solidità. Speriamo che torni ad esserlo, fermo restando che BPB è davvero un gioiello da rilanciare, la spina dorsale del gruppo, pur nell’apprezzamento delle varie componenti territoriali che la compongono”.
Masnaga ha detto che avrebbe passato la Pasqua mangiando le uova. Lei?
“Ho scelto Ortisei con mia moglie e la mia bambina. Attraversiamo un periodo di riflessione. Mi ha fatto molto male leggere le mie vicende personali sui giornali, anche se so che fa parte del gioco”.