Romano, «la sosta a pagamento? 
Per i negozi un problema in più»

Romano, «la sosta a pagamento? Per i negozi un problema in più»

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa

Pro e contro sui 424 parcheggi a pagamento entrati in vigore lo scorso 4 febbraio in piazza Fiume e nelle Cerchie esterne di Romano di Lombardia, serpeggiano tra le vie del paese. Tra i negozianti c’è chi sostiene che è stato facilitato il ricambio, chi sostiene che ha scoraggiato molti. Su tutto, comunque, è sempre la crisi a fare da padrona. E il centro del paese nel pomeriggio diventa un deserto.
«Ci sono tante idee: c’è chi dice che è stata una cosa positiva e chi dice che è stata negativa – dice Luigi, figlio di Patrizia Cantone titolare della sartoria Zig Zag di via Tito Speri, una traversa della centralissima via Tadini –. Nell’immediatezza sembrerebbe una cosa negativa, perché si paga e già questo fa scattare nelle persone una certa “idea”. Ho visto Caravaggio e Treviglio, due realtà più simili a Romano, e tutti hanno i parcheggi a pagamento, per favorire il ricambio, la facilità di trovare parcheggio. Anche perché con 20 centesimi, se uno deve stare 10 minuti in paese, se la cava ed è coperto». Il problema nasce «per chi in paese ci lavora e per chi come me va e poi deve ritornare, perché faccio il rappresentante per i bar – prosegue –. Non sempre ho la moneta, a volte mi bastano due minuti, ma per sicurezza devo fare il biglietto. Secondo me, comunque, era una cosa da fare, una di quelle “tasse” che ci possono stare nel sistema di un paese, di una realtà cittadina. Quindi, non la vedo una cosa così negativa e un ostacolo ai negozianti. Chi veniva in paese prima, viene anche adesso e paga 20 centesimi. Certo, in una realtà ristretta come Romano, senza nulla togliere ai miei concittadini, il solo fatto che si paga è considerato negativo. Guardiamo avanti, non solo nell’immediatezza».
Più lapidaria Elena Barbanti, commessa responsabile di Calzissima, in via Tadini: «Il paese è vuoto. Penso che dipenda dal parcheggio, perché tanti, anche solo per un caffè, per dieci minuti, non vanno a spendere un euro per lasciare la macchina. È vero che, anche prima, non tutti quelli che lasciavano la macchina ai parcheggi venivano in paese a comprare, però c’era più movimento. Al giovedì mattina, quando c’è il mercato si vede più gente, ma poi nei pomeriggi il centro è triste e non c’è proprio passaggio. In genere, la situazione è dura e anche noi a giugno chiudiamo, perché si lavora poco; gli affitti sono alti, ci sono tante spese e le tasse».
Certamente «viene penalizzato chi fa la spesa giornaliera – specifica Marco Airoldi, titolare dell’omonima macelleria di via Tadini –. Chi deve venire in paese per comprare l’etto di cotto, le due bistecche e i due panini, non paga un euro di parcheggio per 5 euro di spesa. Il giornaliero va a calare, il forestiero va bene, perché viene ogni 10-15 giorni, fa la spesa grossa. Un pochino di calo, quindi, l’abbiamo avvertito per i parcheggi». In generale, «è difficile, perché siamo anche in un periodo di crisi – aggiunge –. Il problema vero non sono i parcheggi, è che non girano i soldi. Il calo che abbiamo avvertito è più per la crisi che per i parcheggi. Se venivo in paese alle 14.30 non trovavo posto e a quell’ora i negozi sono chiusi. Quindi, sono quelli che lavorano e lasciano la macchina tutto il giorno e possono benissimo stare fuori. Invece, la questione è che, oltre ad avere la grande distribuzione e i grossi centri commerciali, hanno aperto anche gli spacci a chilometri zero e per il nostro settore è un problema. Prospettive in futuro non le vedi e adesso vivi perché devi vivere, per il futuro si vedrà. In paese i negozi aprono e chiudono, ma hanno vita breve».
«Forse per noi sono troppi questi parcheggi a pagamento – spiega Giacomina Lamera, responsabile del negozio Altromercato –, dovevano fare delle zone a pagamento e altre zone a disco orario. In modo più graduale, perché le persone devono abituarsi all’idea di mettere i soldi per i parcheggi. È anche una questione di mentalità. I parcheggi a pagamento, infatti, sono vuoti. Tante persone vengono e dicono: “Oh, bisogna andare là e mettere i soldi, non ci capisco niente!”. Devono imparare a diventare cittadini». E imparare anche ad arrivare in paese a piedi o in bicicletta, perché «le persone, per non venire senza macchina, vanno al supermercato, anche se avevano piacere di venire qua. Ci sono tre supermercati in sei chilometri: il Borgo, le Acciaierie e Antegnate, così la gente va al supermercato, prende tutto là e le botteghe rimangono penalizzate. Abbiamo proprio sentito che gira meno gente. E la domenica, che non si paga, il centro è pieno e le botteghe iniziano ad aprire».
Dal suo punto di vista nell’edicola al centro della piazza in cui si incrociano le centralissime via Tadini, via Colleoni e via Rubini, Giulia Leccherelli nota che «un po’ di calo c’è stato. Che sia legato ai parcheggi o alla crisi, comunque il calo c’è. Il paese è morto, soprattutto il pomeriggio che è deserto».
Il problema, per Pierantonio Radavelli, titolare del Caffè Novecento in via Colleoni, è «più in alto, dato da decisioni politiche precedenti, dal decentrare con attività commerciali esterne. Dare la colpa ai parcheggi è forse la cosa più semplice, ma il fatto è che a Romano non ci viene la gente, per cui i parcheggi restano vuoti: il centro è animato al mattino e deserto il pomeriggio. La domenica lavoriamo e con la Messa ci salviamo ancora. La crisi e lo spostamento delle attività commerciali da altre parti,  sono quelli i veri problemi, è però anche vero che la gente di Romano non è disposta a spendere 80 centesimi per bere il caffè, il parcheggio a pagamento, quindi, ha aggiunto problemi e assottigliato ulteriormente il già ristretto numero dei frequentatori del centro storico. Dare colpa solo al parcheggio è comunque riduttivo – ribadisce -. C’è anche chi è contento, perché finalmente si trova parcheggio».
D’accordo sul fatto che il ticket favorisce il ricambio di auto e di passaggio anche Bruno Costardi titolare del negozio di scarpe e borse di marca Pavone Rosso, in via Rubini, anche se «forse dovevano lasciare una parte di parcheggi bianchi e non prevedere tutta la zona a pagamento – specifica –. Con i parcheggi a pagamento, comunque, chi deve lasciare la macchina tutto il giorno la porta altrove, così il cliente riesce a trovare il posto e viene a fare l’acquisto». Scattando la fotografia del commercio a Romano, però, «la situazione è disastrosa. Stiamo facendo delle statistiche, perché c’è stato un crollo nelle vendite. Il parcheggio, secondo me, non ha inciso tanto. Il motivo è che la gente non compra. Negli ultimi due mesi abbiamo fatto il 50% in meno di vendite. Abbiamo articoli di marca e chi può spendere lo vedi ancora, ma la massa non la vedi più. La situazione è piatta».
Lucia Carminati, titolare dell’omonima merceria di famiglia, attiva da novant’anni, ha a disposizione la memoria storica per affermare che «ci sono stati vari anni di crisi, ma questa sta diventando veramente pesante, perché capisci che la gente non ha soldi e non spende». «In questo momento – fa notare -, alla gente pesa qualunque costo e quindi non mi sembrava il caso di inserire anche quello del parcheggio con questo sistema, magari si poteva fare con più calma e più gradualmente». Anche perché «se passano due minuti, si trovano le multe – conclude –. C’è stato il caso di un rappresentante che ha pagato, ma ha fatto un po’ più tardi e si è beccato la contravvenzione. Queste cose danno fastidio, soprattutto per chi viene da fuori e deve utilizzare per forza i propri mezzi; perché alla gente di Romano si può dire di venire con altri mezzi o a piedi, ma a loro no. Il commercio, comunque, risente della crisi e non possiamo dare la colpa ai parcheggi».

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa