«Il Decreto di sblocco dei pagamenti dei debiti della PA contiene troppi adempimenti burocratici ed eccessive incombenze a carico degli enti pubblici debitori, una situazione che rischia di riflettersi negativamente sulle imprese creditrici. Per non pregiudicare i risultati attesi dal provvedimento è quindi necessario prevedere una semplificazione procedurale. Per questo motivo riproponiamo l'ampliamento delle compensazioni tra crediti e debiti, anche correnti, delle imprese».
È questo il messaggio di Imprese & Territorio al nuovo Governo in risposta alle istanze del sistema imprenditoriale.
«La principale carenza del provvedimento – lamenta il presidente del Comitato Unitario Giuseppe Guerini – è rappresentata dalla mancanza di un’adeguata attenzione al tema dei debiti delle pubbliche amministrazioni derivanti dai Contratti di Servizi, classificabili tra i pagamenti relativi a voci di “parte corrente”, la cui incidenza sull’indebitamento netto è assolutamente attenuata». Secondo i principi di contabilità pubblica, infatti, il pagamento accresce l’indebitamento netto solo per i debiti riguardanti spese per investimenti, mentre, al contrario, i pagamenti relativi a voci di parte corrente non incidono sull’indebitamento netto, perché le relative spese di competenza sono già state contabilizzate negli anni precedenti. Nella disciplina che prevede l’allentamento del “Patto di Stabilità Interno”, l’intervento programmato è però circoscritto ai soli “debiti di parte capitale certi liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012, ovvero ai debiti di parte capitale per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine». «È quindi necessario estendere la tipologia dei debiti interessati – chiarisce Guerini – attraverso l’espresso richiamo dei debiti di parte corrente: sarebbe infatti una scelta ingiustificata ed un’occasione perduta se non si provvedesse all'aumento delle quantità economiche previste per i crediti commerciali per servizi e forniture».
«Inoltre – ammonisce il coordinatore di Imprese & Territorio Stefano Maroni – è necessario che vengano accolte le istanze, già espresse anche dal vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, volte ad incrementare l’ammontare economico dell’intervento. Bisogna tener conto infatti che i 40 miliardi attualmente previsti sono destinati a coprire all’incirca solo la metà dell’indebitamento stimato dello Stato verso le imprese. Ribadisco la frase pronunciata dallo stesso vice Presidente Tajani: se è legittimo riscuotere i tributi, altrettanto doveroso, anche moralmente, è pagare i debiti alla scadenza evitando la chiusura di aziende sane».
«L’importante poi è che le nuove disposizioni, con riferimento anche al monitoraggio previsto dal Decreto, non determinino rallentamenti nei tempi di pagamento già previsti nei contratti in corso – conclude Giuseppe Guerini – e che venga assicurato il puntuale rispetto delle scadenze stabilite dalle nuove norme comunitarie per i contratti stipulati dal 1°gennaio 2013. Si tratta di requisiti imprescindibili dai quali soltanto può partire l’auspicato rilancio dell’economia e dell’occupazione provinciale e nazionale».