Zona gialla, grossisti e distributori di bevande lanciano l’appello

Giampietro Rota, presidente della categoria che ha subito un crollo della categoria che ha subito uncrollo del fatturato di oltre il 40% nel 2020:”si identifica una exit strategy per far ripartire la filiera”

Bene la zona gialla, ma auspichiamo un ritorno alla normalità d’esercizio il prima possibile perché non si può resistere a lungo in queste condizioni. Il rischio di tornare in zona arancione con aperture stop e go è dietro l’angolo e per questo occorre definire una comune exit strategy che metta al centro la riapertura dei locali, con tutti i protocolli di sicurezza che sono stati fin da subito messi in atto, per la sicurezza del consumatore e dei lavoratori”. A lanciare l’appello a nome di tutta la categoria è Giampietro Rota, presidente dei grossisti e distributori di Ascom Confcommercio Bergamo che propone una lettura in chiaroscuro del ritorno in zona gialla della Lombardia.

“Il settore delle imprese all’ingrosso di distribuzione HoReCa (Hotellerie, Restaurant, Cafè) che comprende tutto il circuito dei consumi “fuori casa” ha chiuso un 2020 da dimenticare, registrando a livello provinciale un crollo del fatturato di oltre il 40%, con punte fino a l’80% nell’ultimo mese a seguito dell’ennesima chiusura di bar, pizzerie, ristoranti e alberghi – aggiunge Rota -. Siamo a rischio collasso: in Bergamasca ci sono infatti una cinquantina di aziende strutturate che riforniscono ciascuna centinaia di bar, ristoranti e alberghi che sono rimasti chiusi per circa un anno e ora non sappiamo ancora quanto potranno rimanere aperti”.

 

Il paradosso: grossisti operativi ma locali chiusi

“La grave sofferenza del comparto dei pubblici esercizi si abbatte a cascata anche sulle altre filiere collegate come quella della distribuzione di bevande e alcolici – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Di fatto, grossisti e distributori hanno vissuto un paradosso: stiamo infatti parlando di una categoria che ha sempre potuto operare e che è stata persino esclusa dagli ultimi ristori, senza contare sgravi e crediti di imposta mai definiti, a fronte del fatto che gli operatori (gestori e distributori) sono interconnessi. Se non lavora uno non lavora l’altro e se si blocca l’anello conclusivo della filiera si blocca tutto”.

 

Il problema dello smaltimento delle scorte

Un danno economico ma non solo: c’è anche il problema dello smaltimento delle scorte sotto scadenza con tutte le conseguenze ambientali che ne derivano: “Molti prodotti come birra e bevande analcoliche sono le prime ad andare in scadenza – conferma Rota -. A questo si aggiungono i costi fissi aziendali, dalle spese per l’energia elettrica necessaria per alimentare le celle frigorifere alle coperture assicurative per le flotte aziendali fino alla formazione obbligatoria del personale. La zona gialla finalmente ci dà un po’ di respiro ma la preoccupazione di tutti gli operatori è che al momento non c’è ancora una visione a lungo termine. Per questo chiediamo alle istituzioni di definire una strategia comune per poter ripartire e di non ricorrere ad aperture stop e go a seconda dell’altalena dei contagi”.


Turismo in crisi, anche Ascom appoggia la petizione di Federalberghi

Ristori efficaci ed esonero per il 2021 dal pagamento delle imposte. Sono alcune delle richieste contenute nella petizione sulla piattaforma change.org rivolta al  Governo. Ilpresidente Zambonelli:”il turismo è un settore strategico

Dal riconoscimento di ristori efficaci all’esonero per il 2021 dal pagamento delle imposte come Imu, Tari e canone Rai. Sono alcune delle richieste contenute nella petizione di Federalberghi (Federazione della Associazioni Italiane Alberghi e Turismo) rivolta al Governo “per intervenire con urgenza a tutela delle imprese e dei lavoratori del turismo prima che sia troppo tardi”. Tra i primi firmatari della petizione ci sono Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, e i presidenti delle organizzazioni aderenti alla federazione che rappresenta di 27.000 imprese turistico ricettive e termali in Italia. Anche Ascom Confcommercio Bergamo appoggia e sostiene la petizione online sulla piattaforma Change.org che, in sole 48 ore, ha già superato le 8 mila firme.

Quello che da sempre in Italia è un settore chiave per l’economia (le imprese turistiche generano ogni anno un valore aggiunto di 93 miliardi di euro, pari al 6% del Pil nazionale) chiede quindi aiuto alle istituzioni per poter rimanere a galla e non affondare. Sul piatto, infatti, ci sono richieste congrue con l’anno “nero” che il settore ha dovuto affrontare: gli interventi principali richiesti dagli albergatori vanno dal riconoscimento di ristori efficaci che ristabiliscano equità per il 2020 e accompagnino le imprese anche nei mesi a venire, a interventi sulla liquidità (proroga delle rate dei mutui e concessione di prestiti ventennali), dal sostegno alle imprese in affitto per il pagamento del canone di locazione alla riduzione dell’aliquota Iva al 5% in analogia con quanto avvenuto in altri Paesi europei, fino agli sgravi contributivi per le imprese che richiamano in servizio il personale e al sostegno al reddito per i lavoratori che rimangono disoccupati o sospesi.

“Tutto il settore del turismo è in ginocchio – commenta Giovanni Zambonelli, presidente del Gruppo Albergatori Ascom-Federalberghi Bergamo -. Solo a Bergamo sono a rischio centinaia di imprese e migliaia di lavoratori senza dimenticare l’indotto: una filiera strategica non solo a livello economico ma anche sociale e culturale e che coinvolge Bergamo e Città Alta, le valli orobiche e i laghi. Questa petizione è l’occasione per dare voce a tutto il settore, dagli alberghi alle strutture termali, e invitiamo tutti i singoli imprenditori, lavoratori e cittadini a sottoscrivere la petizione online sulla piattaforma change.org”.

 

TUTTE LE RICHIESTE CONTENUTE NELLA PETIZIONE

  1. liquidazione di ristori efficaci e adeguati, con erogazioni mensili che accompagnino le imprese turistico ricettive sino alla fine della crisi e un’erogazione iniziale che corregga le sperequazioni che si sono verificate a causa del meccanismo utilizzato nel 2020;
  2. proroga sino al 31 dicembre 2022 dei termini di pagamento delle rate relative a prestiti, mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale;
  3. elevazione sino a 20 anni della durata dei finanziamenti “garantiti” dallo Stato ai sensi del decreto liquidità;
  4. esonero dal pagamento della seconda rata Imu l’anno 2021, da riconoscersi anche nel caso in cui ci sia coincidenza sostanziale tra il soggetto passivo dell’imposta e il soggetto gestore dell’impresa;
  5. proroga del credito d’imposta sui canoni di locazione sino al 31 dicembre 2021 ed elevazione della misura all’80%;
  6. cancellazione della Ta.ri. e del canone Rai per gli anni 2020 e 2021 e, per il futuro, commisurazione della tariffa all’effettiva produzione dei rifiuti;
  7. proroga dell’esonero dal pagamento dei contributi per l’assunzione del personale stagionale, affinché possa essere applicata alle assunzioni che avverranno nel corso del 2021;
  8. revisione delle modalità di esonero contributivo in favore delle imprese che richiamano in servizio i dipendenti che si trovano in cassa integrazione, al fine di riconoscere il beneficio anche nel caso in cui il rientro in servizio riguardi solo una parte del personale;
  9. rinvio sino a fine 2021 delle scadenze per il pagamento di imposte;
  10. introduzione di un credito d’imposta del 110% per la riqualificazione delle strutture turistico ricettive;
  11. riduzione al 5% dell’aliquota Iva sulle prestazioni alberghiere, così come è stato fatto in altri Paesi europei;
  12. proroga della cassa integrazione per gli assunti a tempo indeterminato;
  13. istituzione di misure di soccorso efficaci e rapide per i lavoratori stagionali del turismo, che – a seguito della mancata ripresa della stagione invernale – si ritrovano privi di reddito, indennità di disoccupazione e copertura previdenziale.
  14. aggiornamento del Quadro temporaneo per le misure di aiuto di stato a sostegno dell’economia, al fine di elevare la misura degli aiuti che è possibile erogare a ciascuna impresa e di ampliare il periodo di applicabilità.

 

Per firmare la petizione: http://bit.ly/3t3mHpA


Registratori telematici, che “corsa” tra Xml 7 e lotteria degli scontrini

Si avvicina la doppia scadenza dell’adeguamento alla Lotteria degli scontrini e al nuovo tracciato “XML 7.0″ . IldirettoreAscom,OscsarFusin:”Un altro intervento tecnico e l’ennesimo costo da sostenere”

Si avvicina la doppia scadenza dell’adeguamento alla Lotteria degli scontrini e al nuovo tracciato “Xml 7.0” per migliaia di registratori telematici. Un adeguamento necessario per rendere i registratori compatibili alla Lotteria degli scontrini che prenderà il via il 1° febbraio. Salvo ulteriori proroghe, sarà però una partenza azzoppata. Perché sono ancora troppi i nuovi registratori di cassa telematici che dialogano con l’Agenzia delle Entrate che non hanno ricevuto l’aggiornamento software, indispensabile per consentire ai clienti di ricevere i biglietti virtuali.

Ma non finisce qui. L’adeguamento alla Lotteria degli scontrini va di pari passo con l’adeguamento “Xml 7”: due aggiornamenti separati (che il tecnico del registratore dovrebbe compiere simultaneamente) ma dai fini diversi. Se infatti l’aggiornamento per la predisposizione alla lotteria degli scontrini è ancora facoltativo (ma fortemente consigliato, per evitare segnalazioni agli organi competenti), l’aggiornamento al nuovo tracciato Xml 7 è obbligatorio e dovrà essere effettuato entro il 1° aprile, in virtù del rinvio previsto dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 23 dicembre 2020.

“Siamo di fronte a una selva di scadenze, norme e adempimenti che richiedono continui interventi da parte dei produttori e rivenditori che stanno correndo su e giù per la provincia per adeguare i registratori telematici appena installati e che, di fatto, obbligano i commercianti a un ulteriore intervento tecnico e quindi all’ennesimo costo da sostenere per mandare avanti l’attività – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. È però paradossale che tutti questi provvedimenti cadano in un momento di emergenza sanitaria e di blocco delle attività. Da una parte, infatti, si obbliga al rispetto di adempimenti onerosi, dall’altro si impedisce di lavorare a tantissime categorie messe in ginocchio dai continui lockdown”.

 

Gli addetti ai lavori: Una corsa contro il tempo

A confermare il trend in atto e la difficoltà ad adeguare tutti gli apparecchi è Bruno Cadei, titolare dell’omonima realtà di Gorle e membro del comitato registratori telematici di Comufficio-Confcommercio, l’Associazione che riunisce produttori e rivenditori di “casse 2.0”: “C’è molta confusione sia per la lotteria sia per l’Xml7 e c’è ancora chi sta usando il vecchio registratore di cassa ed è quindi a rischio sanzioni. Sono soprattutto negozianti che fino a oggi utilizzavano ricevute o scontrini manuali, senza contare tutte quelle imprese che sono state chiuse per mesi e che non sanno nemmeno se riaprire. Si tratta di poche centinaia di attività che comunque devono mettersi in regola per non rimanere nell’ombra e incorrere in sanzioni, senza contare che poi sarà necessaria una formazione sul tema: tutte queste novità porteranno infatti ad efficientamenti dei sistemi informativi e amministrativi, standardizzando e regolando il flusso di tutte le informazioni delle attività di cassa”.

Una corsa contro il tempo, quindi, come ribadisce Michele Riva, titolare di Brevidue di Nembro: “Oggi i dispositivi installati non sono adatti a trasmettere le informazioni nel nuovo tracciato Xml 7 richiesto dall’Agenzia delle Entrate e necessitano di intervento in loco per essere aggiornati. Molti produttori hanno rilasciato il software solo a fine dicembre e ora stiamo correndo per adeguare circa 2000 nuovi registratori telematici nei pubblici esercizi. Siamo a poco meno della metà dell’opera e gli esercenti fanno giustamente pressione ma il tempo non basta”.

“Comufficio-Confcommercio sta chiedendo a gran voce di prorogare la data di inizio della lotteria anche perché molti produttori stanno rilasciando adesso gli aggiornamenti necessari – aggiunge Antonio Petti, titolare della Steva Data Sistema di Bergamo –. Per certe macchine l’adeguamento può essere eseguito anche da remoto ma molti registratori necessitano la presenza del tecnico”. E se la mancata adesione alla lotteria scontrini non è sanzionabile a preoccupare è soprattutto la scadenza del 31 marzo per il tracciato Xml 7: “Il nostro timore è di non riuscire a mettere in regola tutti i registratori entro il 31 marzo – conclude Petti -. Quelli installati dal 2019 fino a fine ottobre 2020 sono infatti ancora tutti da aggiornare in quanto i produttori hanno iniziato a rilasciare i nuovi firmware da novembre in poi. E dal 1 aprile i negozianti avranno solo due settimane per mettersi in regola”.

Per informazioni è possibile inviare una email a consulenza@ascombg.it


Via libera al servizio mensa e catering da Ascom il vademecum per i ristoratori

L’attività va comunicata al Comune e occorre un accordo con le aziende. Il direttore Fusini: “Ringrazio la Prefettura”

Via libera al servizio di mensa e catering continuativo da parte di ristoranti e pubblici esercizi. Dopo ripetute sollecitazioni da parte di Ascom Confcommercio Bergamo, finalmente la Prefettura si è espressa con il parere favorevole. Per svolgere l’attività è necessario che ci sia la stipula di un’apposita convenzione con l’impresa mediante contratto di appalto avente per oggetto la somministrazione di pasti ai dipendenti oltre alla comunicazione al Suap  se richiesto dal Comune) di mensa/catering con relativo aggiornamento del codice Ateco in Camera di Commercio. Infine, occorre ovviamente rispettare i protocolli e le linee guida diretti a contenere il contagio.
“Ringraziamo la Prefettura dei chiarimenti sul servizio mensa e catering – spiega il direttore Ascom di Bergamo, Oscar Fusini -. Certo la situazione per ristoratori e baristi è sempre grave. Ma se alcuni ristoratori se in possesso dei requisiti richiesti potranno fare un po’ di lavoro, sarà un vantaggio per loro e aiuto per tanti operai e impiegati, che potranno pranzare al caldo e non nelle cabine dei camion e nei capannoni. Abbiamo concordato con la Prefettura le interpretazioni e dato delle indicazioni alle quali i titolari di attività di ristorazione dovranno attenersi, Il servizio può essere reso nel rispetto della normativa sanitaria, sicurezza del lavoro anche alla luce dei disciplinari di contenimento del Covid. Per ora il parere esclude espressamente la possibilità che le medesime attività possano esser svolte, sempre sulla base di un contratto, anche nei confronti di un libero professionista (o di un titolare di partita Iva), in quanto in tal caso la fattispecie non sarebbe riconducibile alle attività di mensa o di catering continuativo, mancando un elemento imprescindibile di tali prestazioni, costituito dalla “collettività”. Anche su questo tema con le Federazioni siamo al lavoro per cercare di migliorare l’interpretazione”.

 

Il vademecum

A seguito della novità del servizio di mensa ammesso in deroga al Dpcm dal parere della Prefettura ed erogabile nei pubblici esercizi che possono fornire pasti e nei ristoranti, Ascom Confcommercio Bergamo ha delineato alcune osservazioni a partire dal fatto che l’attività è chiusa al pubblico ed è possibile effettuare solo l’asporto o la consegna a domicilio.

Pratica
Per erogare il servizio mensa occorre inviare la Scia al Comune/suap e comunicare  il codice Ateco 56.29.10 del servizio della mensa.

Contratto 
Il servizio mensa può essere fornito ogni giorno anche il sabato e la domenica nel rispetto dell’erogazione ai lavoratori e non al pubblico. Le persone che accedono devono essere inserite in un elenco allegato al contratto che il legale rappresentante dell’impresa ha sottoscritto con il ristorante. Il contratto può essere stipulato anche in presenza purché sia sottoscritto dal legale rappresentante.

Prezzo e pagamento
Il prezzo è stabilito dal contratto ed è per persona/gg. Possono esserci anche più formule es. 10/12/15/20 euro a seconda delle portate. Il conto della prestazione e il documento commerciale è emesso sull’azienda.
Il portatore di un buono pasto non può accedere al ristorante tout court. Può farlo solo se rientra nell’elenco dei dipendenti beneficiari del contratto di mensa. Non è possibile il pagamento con buoni pasto, che non prefigurano un servizio mensa.

Servizio
Il servizio è erogato secondo criteri di normalità. Il cliente è obbligato alla mascherina ogni volta che non è seduto al tavolo. Al tavolo è consentito un numero massimo di 4 persone salvo che siano conviventi. Il personale deve usare sempre la mascherina e igienizzare frequentemente le mani. L’erogazione del servizio deve avvenire secondo quanto stabilito dalle linee guida per la ristorazione.

Può essere preferibile assegnare una parte o una sala ai dipendenti della stessa impresa; stabilire dei turni di presenza in modo di sanificare i locali e arieggiare le sale prima del successivo turno ed erogare il servizio al tavolo salvo gestione del personale del buffet o monoporzioni.

Controllo
In caso di controllo è necessario possedere copia contratti con elenco dei beneficiari del servizio mensa e l’elenco dei presenti con la relativa azienda per la verifica veloce del numero dei presenti in caso di controllo delle Forze dell’ordine.

Il cartellone
Per chi svolge l’attività di mensa è obbligatorio  esporre il cartellone (clicca qui per  scaricarlo) che indica gli orari del servizio in funzione. Per evitare sanzioni si consiglia di effettuare il servizio di asporto facendo attendere la clientela fuori dal locale.

Aggiornamento del 29/01/21

 

Servizio mense, per ora la Prefettura di Bergamo dice no

Per un settore allo stremo come quello della ristorazione, il parere positivo della Prefettura di Rovigo in merito alla possibilità per i pubblici esercizi di erogare il servizio di “mensa contrattualizzata” può rappresentare un’opportunità per attenuare gli effetti devastanti delle chiusure imposte. Non è così a Bergamo dove si sta aspettando il via libera da parte della Prefettura dopo il primo parere negativo espresso nei mesi scorsi.

“La nostra Associazione sta ricevendo molte richieste sulla possibilità di esercitare il servizio di mensa aziendale da parte di bar e ristoranti – commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. C’è grande confusione nell’interpretazione sia da parte dei Comuni e che dalle stesse Forze dell’ordine. Il servizio sarebbe utile per i tanti lavoratori oggi obbligati ad ammassarsi o costretti a mangiare al freddo e per le nostre imprese che potrebbero lavorare in un momento di grave difficoltà. La nostra preoccupazione principale è però quella di evitare multe e problematiche per i nostri soci, che oltre al grave danno economico della chiusura potrebbero essere oggetto di verifiche e sanzioni”.

A novembre la prima richiesta

Il 20 novembre Ascom aveva già richiesto un parere alla Prefettura di Bergamo che, dipendendo dal Ministero dell’Interno, interpreta le norme dei provvedimenti del Governo. Il parere dato dalla Prefettura era negativo, così come la linea seguita dai Comuni e dall’ATS in caso di controllo. “In riferimento al quesito qui pervenuto concernente l’oggetto, si rappresenta che, ai sensi dell’art. 3, comma 4, lett. c), del DPCM 3 novembre 2020, l’attività degli esercizi di ristorazione è sospesa – si legge nel parere –. Dal tenore testuale della norma sembra, pertanto, che essi non possano in ogni caso restare aperti, nemmeno ove prestino il servizio esclusivamente a favore dei dipendenti di aziende convenzionate. Peraltro, alla luce del rapporto contrattuale di convenzione con datori di lavoro terzi, i predetti esercizi potranno svolgere il servizio pattuito mediante asporto ovvero consegna dei pasti nei luoghi dove si ritenga più opportuno”.

L’ 11 gennaio è stato richiesto nuovamente un parere che non ha ottenuto ancora risposta. “Terremo aggiornati i nostri associati – conclude Fusini – nella speranza che l’interpretazione possa presto cambiare, come per esempio in Veneto, a Rovigo per l’esattezza, dove viene richiesto in caso di controllo la copia dei contratti sottoscritti dai datori di lavoro”.


L’Appello dei pubblici esercizi “Abbiamo una strategia per riaprire Voi restituiteci la dignità”

Restituire la dignità al settore dei Pubblici esercizi, attraverso un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali. Una riapertura anche graduale, purché stabile e in grado di garantire l’effettiva possibilità di lavoro a 300mila imprese, che negli ultimi 12 mesi hanno registrato circa 38 miliardi di euro di perdita di fatturato. È questa la principale richiesta contenuta nel documento unitario presentato da Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confesercenti al ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, nel corso dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio, per via telematica. Un faccia a faccia fortemente voluto e richiesto dalle associazioni maggiormente rappresentative del settore dei Pubblici esercizi e che ha visto la presenza anche del viceministro Alessia Morani e dei sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

“Nonostante gli investimenti già fatti dagli imprenditori del settore – spiegano Fipe e Fiepet – siamo disponibili a implementare i protocolli sanitari, coinvolgendo anche il Comitato tecnico scientifico, con l’obiettivo di riprendere l’attività serale di ristorazione nelle Regioni gialle e dare la possibilità ai locali di restare aperti almeno sino alle 18 nelle zone arancioni”.

Nel 2020 il mondo della ristorazione è rimasto chiuso in media 160 giorni

“Nel 2020 il mondo della ristorazione è rimasto chiuso in media 160 giorni, mentre le imprese di catering e i locali di intrattenimento hanno di fatto perduto l’intero anno. Ecco perché – proseguono le associazioni di categoria – è essenziale rafforzare le misure economiche a sostegno del settore, a cominciare dal decreto ristori Quinques, rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto su base annua. Non solo. È indispensabile esentare i Pubblici esercizi dal pagamento dell’Imu 2021, prolungare gli ammortizzatori sociali fino al termine del periodo di crisi, intervenire sulle locazioni commerciali, prorogando di altri 4 mesi il credito d’imposta e incentivando i locatori a ridurre i canoni ed estendere a 15 anni il periodo di ammortamento anche dei prestiti fino a 800mila euro garantiti dal Fondo Centrale di garanzia. Provvedimenti straordinari per far fronte a un’emergenza straordinaria, che rischia di far scomparire un settore che dà lavoro a 1,2 milioni di persone e rappresenta una componente essenziale della filiera agroalimentare e dell’offerta turistica del nostro Paese”.

“Serve ingranare una marcia diversa – concludono Fipe e Fiepet -, che inverta la stessa impostazione di principio riservata in questi mesi al settore dei Pubblici Esercizi, vittime di un rating reputazionale massacrato dalle insinuazioni sulla sicurezza e dalla classificazione di attività “non essenziali. Le nostre imprese non sono interruttori, ma da sempre tengono accesa la luce in tutto il Paese: oggi meritano questo rispetto”.

Apertura da parte del Ministro Patuanelli

Apertura e disponibilità da parte del Ministro Patuanelli che ha ritenuto condivisibili le considerazioni e le richieste fatte dalle associazioni. Il Ministro ha inoltre dichiarato di aver già richiesto un tavolo di confronto con il Ministro della Sanità e con il CTS per discutere sulle modalità di ripartenza del settore intervenendo sui Protocolli Sanitari, ha condiviso l’ipotesi di un commissario straordinario che gestisca lo stato di crisi del comparto, e ha confermato lo stanziamento di ulteriori ristori perequativi e progressivi, rapportati alle perdite di fatturato dell’intero anno 2020, mentre per l’esercizio 2021 si procederà inizialmente riprendendo le vecchie modalità utilizzate per gli indennizzi a fondo perduto.


Servizio mense, per ora la Prefettura di Bergamo dice no

Per un settore allo stremo come quello della ristorazione, il parere positivo della Prefettura di Rovigo in merito alla possibilità per i pubblici esercizi di erogare il servizio di “mensa contrattualizzata” può rappresentare un’opportunità per attenuare gli effetti devastanti delle chiusure imposte. Non è così a Bergamo dove si sta aspettando il via libera da parte della Prefettura dopo il primo parere negativo espresso nei mesi scorsi.

“La nostra Associazione sta ricevendo molte richieste sulla possibilità di esercitare il servizio di mensa aziendale da parte di bar e ristoranti – commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. C’è grande confusione nell’interpretazione sia da parte dei Comuni e che dalle stesse Forze dell’ordine. Il servizio sarebbe utile per i tanti lavoratori oggi obbligati ad ammassarsi o costretti a mangiare al freddo e per le nostre imprese che potrebbero lavorare in un momento di grave difficoltà. La nostra preoccupazione principale è però quella di evitare multe e problematiche per i nostri soci, che oltre al grave danno economico della chiusura potrebbero essere oggetto di verifiche e sanzioni”.

A novembre la prima richiesta

Il 20 novembre Ascom aveva già richiesto un parere alla Prefettura di Bergamo che, dipendendo dal Ministero dell’Interno, interpreta le norme dei provvedimenti del Governo. Il parere dato dalla Prefettura era negativo, così come la linea seguita dai Comuni e dall’ATS in caso di controllo. “In riferimento al quesito qui pervenuto concernente l’oggetto, si rappresenta che, ai sensi dell’art. 3, comma 4, lett. c), del DPCM 3 novembre 2020, l’attività degli esercizi di ristorazione è sospesa – si legge nel parere –. Dal tenore testuale della norma sembra, pertanto, che essi non possano in ogni caso restare aperti, nemmeno ove prestino il servizio esclusivamente a favore dei dipendenti di aziende convenzionate. Peraltro, alla luce del rapporto contrattuale di convenzione con datori di lavoro terzi, i predetti esercizi potranno svolgere il servizio pattuito mediante asporto ovvero consegna dei pasti nei luoghi dove si ritenga più opportuno”.

L’ 11 gennaio è stato richiesto nuovamente un parere che non ha ottenuto ancora risposta. “Terremo aggiornati i nostri associati – conclude Fusini – nella speranza che l’interpretazione possa presto cambiare, come per esempio in Veneto, a Rovigo per l’esattezza, dove viene richiesto in caso di controllo la copia dei contratti sottoscritti dai datori di lavoro”.


Imprese di montagna Dal Gal contributi fino a 30 mila euro

Giovani – anche laureati – e imprenditori rurali. A loro è riservato il bando 6.2.01 «Aiuti all’avviamento di giovane imprenditoria» aperto dal Gal Valseriana e Laghi Bergamaschi che assegna un contributo a fondo perduto fino a 30 mila euro. Il termine per presentare le domande scade il 15 febbraio e già «sta riscuotendo l’interessamento di molti – spiega il presidente del Gal Alex Borlini –, diversi hanno chiesto informazioni, anche persone intenzionate a cambiare lavoro e vita, ma per avere un quadro più preciso occorre aspettare febbraio, quando saranno depositate tutte le domande».

Questa sera, 13 gennaio, si terrà un incontro online sulla piattaforma zoom (https://zoom.us/meet i n g / r e g i s t e r / t J 0 u f – GurjopGNBjV96tOCzOhsrQ KyshAvxK). Nel corso della serata (in collaborazione con il Comune di Ardesio e di Castione della Presolana, inizio alle 20,30) saranno fornite tutte le informazioni necessarie per presentare la domanda e verranno illustrati i punti chiave di questa misura. Inoltre, sarà dedicato ampio spazio ad eventuali domande e chiarimenti .

Le domande ammesse al finanziamento saranno pubblicate sul sito del Gal il 30 aprile 2021, mentre il 31 agosto è fissato come termine per la richiesta di erogazione della prima rata del premio e il 30 settembre 2022 il termine per la conclusione del Piano aziendale.


Il terziario è a due velocità, vince chi corre e investe

È un terziario a due velocità quello bergamasco fotografato dall’Osservatorio di Format Research e presentato pochi giorni fa in Ascom Confcommercio Bergamo.

Dal quadro economico emerge che i settori del commercio turismo e servizi continuano a crescere e a conquistare quote sempre più significative dell’economia bergamasca pur in un contesto non favorevole. Il clima di fiducia degli imprenditori sta peggiorando soprattutto per lo scenario politico di incertezza.

La ricerca esprime la difficoltà delle nostre imprese e la loro minore propensione all’investimento rispetto ai periodi pre-crisi sia pur con dei distinguo. La nostra provincia, dietro la locomotiva milanese, rappresenta uno dei territori di grande rilevanza economica che continua a crescere perché investe. Questo non depone certamente a favore di un Paese- l’Italia- che sembra stanco e demoralizzato, lontano parente di quello che fu.

È l’osservatorio del credito bergamasco a stupire. I dati riferiscono di una domanda di credito nettamente superiore a quella del quadro nazionale e anche del territorio del nord ovest. Segnale che le imprese stanno reagendo pur nelle difficoltà.

Eppure sono due i dati che confermano questo aspetto. Innanzitutto il ricorso ai finanziamenti, che vede la domanda di credito tra le più alte del nord ovest con una risposta da parte del sistema bancario significativa (solo il 6% delle richieste viene cassata, e oltre il 60 per cento accolta per l’intero ammontare). Il sistema bancario ha liquidità e la mette a disposizione delle imprese per sostenere sia ristrutturazioni che per supportare investimenti. Il credito costa (lo dimostrano i dati sulla percezione dei prezzi del finanziamento, istruttoria, garanzie richieste e durata) però il rapporto tra banche e imprese funziona. Lo studio conferma la tendenza che vede le imprese del turismo e dei servizi più dinamiche di quelle del commercio, che soffre il cambiamento delle abitudini di spesa e la concorrenza dell’on-line.

Esiste un grande gap tra le imprese piccole, che faticano a riorganizzarsi e a investire e le medie e grandi che invece proseguono sulla strada del cambiamento.

Preoccupa in questo senso che il 72% per cento delle imprese del terziario non abbia chiesto credito alle banche, nonostante la difficoltà di far fronte al proprio fabbisogno finanziario. Forse si accetta un po’ svogliatamente di stare fermi.

Ma c’è chi guarda avanti. Il dato in maggiore controtendenza è quello del ricorso alla forza lavoro. L’indice è cresciuto negli ultimi sei mesi dal 49,4 al 50,7. E tra le imprese che rilevano un miglioramento dell’occupazione, il dato più alto di tutti, a quota 54%, è relativo alle imprese più piccole, da 2 a 5 addetti. Quindi le grandi imprese sono fiduciose perché tagliano il personale, mentre le piccole sono pessimiste ma reagiscono assumendo. Segnale quindi che, in questo quadro economico molto fluido, esistono percezioni e reazioni completamente opposte.

Tornando agli investimenti, il 28% delle imprese del terziario bergamasco ha chiesto credito anche negli ultimi sei mesi. Di queste il 39,9% per necessità di investimento. Da una parte ci sono quindi imprenditori che sono convinti di poter fronteggiare questo mercato, che investono, ricorrono a strategie nuove e a canali di comunicazione e di vendita innovativi. Facendo due calcoli approssimativi, potrebbero essere una o due su dieci a seconda del settore.

Non potremmo essere lontani dalla realtà nel sostenere che potrebbero corrispondere a quel 27% di imprenditori che il Focus sulla digitalizzazione ha individuato come investitori in innovazione tecnologica, che comprendono anche coloro che usano capitali propri e al netto di coloro e faranno investimenti in altri ambiti non tecnologici. In questa doppia velocità che sembra caratterizzare le imprese del terziario è invece il gruppo che è in ritardo. Sette-otto imprese su dieci sono ancora disorientate e ferme nell’attesa di buone nuove. Stanno cercando di sopravvivere in attesa di tempi migliori, aspettando cioè che siano il quadro politico e commerciale a far riprendere quota al commercio. Noi ci crediamo poco e li invitiamo a reagire.


Metromappa, benvenuti a bordo: online la guida “smart” ai servizi per le imprese

Seguire un percorso di sviluppo imprenditoriale per costruire un portafoglio di servizi mirato alle proprie esigenze: dall’assistenza fiscale a quella sindacale, dalla formazione all’accesso al credito. E ancora sicurezza sul lavoro, business plan, reti d’impresa, e-commerce: sono una trentina le «stazioni» della nuova «Metromappa» di Ascom Confcommercio Bergamo, una guida digitale pensata per le start-up ma anche per le imprese già avviate e che, con le sue linee e le sue stazioni, richiama il grafico di una vera e propria metropolitana.

Ideata per far conoscere la gamma di servizi messi a disposizione agli associati e non (consultabile sul portale dedicato metromappa.ascombg.it) la Metromappa è uno strumento innovativo, finalizzato a facilitare e rendere subito visibile tutto quello che l’Associazione può offrire: «Si tratta di un’iniziativa lanciata a livello nazionale e declinata su ogni delegazione provinciale – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Se le cinque linee sono infatti univoche per tutte le delegazioni, le singole stazioni cambiano sulla base dei servizi offerti, consentendo così all’utente di entrare in contatto con l’ufficio di riferimento nella propria provincia».

Al centro l’impresa

Al centro c’è l’impresa e la sua necessità di costruire un percorso di sviluppo personalizzato: «La Metromappa è calibrata sulle esigenze delle imprese associate ma anche delle nuove iniziative imprenditoriali e lo fa in modo diretto, semplice e innovativo, rappresentando “l’essere sistema” di Confcommercio sul web – prosegue Fusini -. L’obiettivo è infatti quello di fornire uno spaccato di tutto ciò che la nostra associazione può offrire, creando un collegamento diretto con le imprese e rispondendo alle loro esigenze in tempi brevi».

La rete metropolitana è costituita da cinque linee di colori differenti e ogni linea rappresenta un tema specifico: linea 1 (blu) Istituzionale e Lobby; linea 2 (verde) Consulenza e Gestione Aziendale; linea 3 (gialla) Capitale Umano e Formazione; linea 4 (arancione) Finanziamenti e contributi; linea 5 (viola) Start Up e Innovazione. Percorrendo le cinque linee si incontrano stazioni e fermate che consentono di raggiungere e visitare i 38 servizi proposti dall’Associazione. Al termine del «viaggio» è possibile richiedere informazioni sui servizi selezionati contattando il referente indicato tramite mail o telefono.

 

 

La Metromappa di Ascom

Entrando nel dettaglio della Metromappa di Ascom Confcommercio Bergamo, le 5 linee rappresentano le macroaree di interesse, mentre gli snodi le singole esigenze imprenditoriali. Si comincia con la linea 1, che è quella più istituzionale e di rappresentanza, le cui stazioni propongono una panoramica dei servizi dell’associazione. La linea 2, invece, è legata alla gestione d’impresa: si parte dalla consulenza generale agli associati e prosegue con tutti i servizi che vengono erogati sul tema della gestione aziendale: contabilità e assistenza fiscale, paghe e adempimenti sul lavoro, sicurezza sul lavoro e pratiche amministrative. Le risorse umane sono il filo conduttore della linea 3 e le «fermate» vanno dai corsi abilitanti a quelli obbligatori fino alla formazione enogastronomica. La linea 4 è dedicata a finanziamenti e contributi: si va dall’assistenza Fogalco, la cooperativa di garanzia di Ascom, ai contributi erogati dagli enti bilaterali fino alla consulenza sui fondi pubblici. L’innovazione, infine, è il binario della linea 5: si parte dall’assistenza agli aspiranti imprenditori per arrivare ai servizi collegati allo sviluppo aziendale come internazionalizzazione, e-commerce e innovazione, social media marketing e reti d’impresa.

«Il lavoro è durato mesi e abbiamo ragionato sulle quelle esigenze imprenditoriali che non trovavano risposta, attribuendo un referente interno per ogni servizio – conclude Fusini -. La metromappa, infatti, non è un’infografica fine a se stessa o una schema statico dei servizi di Ascom ma un modello di consulenza pensato per variare nel tempo, sulla base delle esigenze degli imprenditori calibrate sulle aree operative di Ascom. In quest’ottica, la Metromappa è servita anche a noi per perfezionare l’organizzazione interna e velocizzare la nostra capacità di fornire risposte in tempi brevi».


Formazione, al via la nuova stagione: 150 corsi a catalogo e proposte su misura

Riparte la stagione formativa di Ascom Confcommercio Bergamo organizzata dall’Area Formazione e Sviluppo (Laboratorio del Sapere e Accademia del Gusto). Suddivisa come sempre in due aree, enogastronomica e manageriale, la nuova stagione conta 150 corsi a catalogo a cui si aggiungono percorsi su misura per singole esigenze aziendali. Anche i numeri sorridono: oltre 3 mila corsisti nel biennio 2018-19, per una media di 16 iscritti a corso, e un range di età che va dai 20 ai 60 anni, con uomini e liberi professionisti aficionados dell’area «cucina per passione».
Si comincia sabato 5 ottobre e, fino a luglio, ogni giorno la sede di Ascom Formazione a Osio Sotto ospiterà corsi per tutte le esigenze. Si va dalla cucina vegana al sottovuoto come tecnica di cottura, dall’arte della miscelazione ai lievitati da colazione, passando per street food, pane in casa, tapas e sangria. Nell’area manageriale, invece, spiccano i corsi sull’arte della vendita, informatica, web marketing, management, leadership e attività di team building.

Una formula consolidata
«Non ci siamo fatti mancare nulla e anche se la formula è ormai consolidata ogni anno proponiamo qualcosa di nuovo – spiega Daniela Nezosi, responsabile dell’Area Formazione Ascom Confcommercio Bergamo -. Grazie alla presa di conoscenza dei bisogni di aziende e associati, il lavoro di progettazione è diventato sempre più accurato. Un lavoro meticoloso che grazie ad un team affiatato, con in prima linea Sabrina Bianco, regala sempre percorsi formativi di alta qualità. Ricordo che la Camera di Commercio mette a disposizione fondi dedicati alle aziende, per le quali abbiamo formulato due percorsi “vip card” per chef e barman che contengono più corsi in un unico pacchetto. Inoltre, quest’anno i percorsi organizzati con l’Ente Bilaterale del Turismo sono gratuiti per le aziende e i lavoratori iscritti all’Ente».

Hub provinciale della formazione
«La ricerca di nuovi percorsi per la crescita individuale, aziendale e del personale è il valore che risuona nella sede di Osio Sotto, hub provinciale della formazione per cuochi, barman, pasticceri, panificatori ma anche per imprenditori e gente comune – ricorda Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo Confcommercio -. Siamo infatti strutturati per rispondere alle esigenze pratiche degli imprenditori che possono contare su diversi laboratori e una didattica interattiva, oltre alla formazione manageriale specifica per le categorie e a proposte formative su misura».

Area gastronomica
Riguardo all’area food l’offerta è come sempre strutturata per offrire ad associati e non un’ampia possibilità: dalle «Conversazioni con gli chef» per gli appassionati più evoluti, ai laboratori pratici con grandi interpreti della cucina (Giacomello, Iannaccone, Pellegrino e Renato Bosco, il «signor lievito»), dai corsi sui nuovi trend alle tecniche di preparazione e cottura, passando per il mondo bar & wine, pasticceria e lievitati, fino alle trasferte golose dei Convivium in grandi ristoranti, a cominciare dalla meravigliosa Villa Crespi, 2 stelle Michelin, alla corte dello chef Antonino Cannavacciuolo. L’area «Cucina per passione», infine, è rivolta ai gourmet che possono contare su aule e laboratori attrezzati. E da quest’anno c’è anche una sezione per i piccoli aspiranti chef con corsi pensati per bambini da 3 a 12 anni.

Area manageriale
Ampia anche l’offerta di corsi manageriali con un’offerta specifica per le categorie: tra le più coinvolte spiccano gli autosalonisti con corsi su tecniche di vendita e fidelizzazione clienti, pubblici esercizi, negozi e anche operatori degli asili nido. Confermata anche l’area legata alle strategie di sviluppo e vendita (con corsi elevator pitch sulla capacità oratoria, leadership emozionali, dress code aziendale), quella linguistica, di informatica e social marketing. E se alcuni corsi strizzano l’occhio alla sfera privata (bullismo, make up, dizione) altri puntano sul team building tra orienteering, percorsi sospesi e shopping night.

 

Su www.ascomformazione.it è possibile consultare tutti i programmi e ricevere informazioni sui singoli corsi.