Anomalie nelle dichiarazioni dei redditi, lettere in arrivo per mille bergamaschi

agenzia entrate 1Sono circa 12 mila le comunicazioni in arrivo nei prossimi giorni per informare i cittadini lombardi su possibili errori o dimenticanze nei redditi dichiarati per il 2012 e consentire loro di “correggere il tiro” dialogando con le Entrate. Nelle lettere, che arriveranno via pec o via posta ordinaria, l’Agenzia spiega ai contribuenti che, dall’incrocio con i dati in Anagrafe tributaria, risultano delle somme non correttamente indicate nella dichiarazione relativa ai redditi dell’anno 2012. Chi riceverà la comunicazione ha due strade: se ritiene di avere le carte in regola potrà mettersi in contatto con l’Agenzia ed evitare che l’anomalia si traduca in futuro in un avviso di accertamento vero e proprio. Se invece ha ragione il Fisco, il contribuente potrà regolarizzare in maniera agevolata la propria posizione con le sanzioni ridotte previste dal nuovo ravvedimento operoso. Nel segno della nuova stagione, improntata a dialogo e trasparenza, l’Agenzia punta così a intensificare la collaborazione con il cittadino, mettendo a sua disposizione i dati che lo riguardano e condividendo con lui eventuali anomalie che emergono dall’incrocio delle informazioni a sistema. Questi invii si fermeranno per la pausa estiva per poi riprendere a settembre e riguardano contribuenti persone fisiche, tra cui titolari di partita Iva. Di seguito il dettaglio del numero delle lettere inviate a livello provinciale in Lombardia e che arriveranno a breve ai contribuenti interessati dal fenomeno.

Provincia Comunicazioni inviate prima dell’estate
BERGAMO 961
BRESCIA 1.210
COMO 857
CREMONA 545
LECCO 463
LODI 355
MANTOVA 532
MILANO 4.324
MONZA E BRIANZA 936
PAVIA 957
SONDRIO 237
VARESE 816
TOTALE 12.193

 

Quali “errori” fanno scattare l’avviso del Fisco – A rientrare in questa tornata di comunicazioni sono anomalie relative ad alcuni redditi, che, dai dati in possesso dell’Agenzia, risulterebbero non dichiarati, in tutto o in parte, nella dichiarazione modello Unico o 730 presentata nel 2013 e non avrebbero quindi concorso alla formazione dell’imponibile. Errori o dimenticanze che, in passato, avrebbero subito fatto partire l’avviso di accertamento e che invece, con la nuova impostazione impressa ai controlli, vengono preventivamente sottoposti all’attenzione del contribuente.


“L’Agenzia scrive”, come viaggiano le comunicazioni
– Le lettere saranno recapitate tramite posta ordinaria o, per i titolari di partita Iva, agli indirizzi di posta elettronica certificata (pec) registrati nell’Indice Nazionale degli Indirizzi di Posta Elettronica Certificata (INI-PEC), istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Il dettaglio di tutti gli elementi di anomalia riscontrati sarà invece disponibile all’interno del cassetto fiscale, nella nuova sezione “L’Agenzia scrive”, dedicata alle comunicazioni inviate ai contribuenti a favore della compliance. 

Cosa fare se arriva la comunicazione – Se il contribuente riconosce i rilievi evidenziati dall’Agenzia, può correggerli tramite il ravvedimento operoso, presentando una dichiarazione integrativa e versando le maggiori imposte dovute, i relativi interessi e le sanzioni correlate alla infedele dichiarazione in misura ridotta. Per effettuare il pagamento, occorre indicare nel modello F24 il codice atto riportato in alto a sinistra sulla comunicazione.

Per informazioni relative al contenuto della comunicazione o per fornire precisazioni utili a eliminare l’incongruenza segnalata, nel caso in cui il contribuente ritenga che i dati originariamente riportati nella dichiarazione dei redditi siano corretti, sono invece a disposizione i numeri 848.800.444, da telefono fisso (tariffa urbana a tempo)  e 06/96668907, da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal proprio gestore), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. In entrambi i casi occorre selezionare l’opzione “servizi con operatore > comunicazione accertamento”.

In alternativa, è possibile contattare uno degli Uffici Territoriali della Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate o utilizzare Civis, il canale di assistenza dedicato agli utenti dei servizi telematici, che consente anche di inviare in formato elettronico gli eventuali documenti utili.

Quanto costa rimediare con il ravvedimento soft – Grazie a questa nuova e più avanzata forma di comunicazione con il Fisco, i contribuenti che hanno ricevuto la comunicazione possono regolarizzare gli errori e le omissioni eventualmente commesse con le modalità previste dall’istituto del ravvedimento operoso (articolo 13 del Dlgs n. 472/1997), beneficiando così della riduzione ad un sesto delle sanzioni.

 

 


Sabato il via ai saldi, tra buoni affari e feste dello shopping

Conto alla rovescia per l’inizio dei saldi estivi che, come da calendario regionale, prendono il via sabato 2 luglio. L’attesa è alta da parte sia dei commercianti sia dei consumatori, anche perché l’avvio coincide con l’arrivo del caldo.

«Le aspettative sono altissime – dichiara Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Bergamo -. La bella stagione non è decollata, il cattivo tempo ha fermato la vendita dei capi estivi sia per l’abbigliamento sia per le calzature. I saldi proposti saranno sicuramente vantaggiosi, perché la scelta è rimasta ampia. La speranza dei commercianti è che le vendite si prolunghino per il maggior tempo possibile e non si fermino, come ormai succede da anni, dopo i primi dieci giorni dall’avvio».

Nei negozi sono rimasti sugli scaffali abiti, scarpe, sandali, costumi da bagno, che saranno venduti a prezzi ribassati, dal 20 al 40%.

Sul fronte dei consumi comunque, nell’abbigliamento, qualche timido segnale di ripresa c’è stato nei primi mesi dell’anno, ma il maltempo ha fermato gli acquisti.

«Ora i saldi possono essere un aiuto al settore. Sappiamo che non risolvono il problema ormai strutturale del calo dei consumi e del cambiamento di stile d’acquisto dei consumatori, però rappresentano una boccata d’ossigeno necessaria per la sopravvivenza degli esercizi commerciali. Inoltre lo shopping estivo può essere un attrattore per i turisti stranieri in città o nei luoghi di villeggiatura», conclude Malvestiti.

Per dare il benvenuto ai saldi, in città e in alcuni comuni della provincia sono in programma iniziative, organizzate dai Distretti dell’attrattività e del commercio, come a Bergamo, dove sabato e domenica va in scena “Ecosaldi da record”, con vantaggi per chi sceglie i mezzi pubblici e sorprese legate all’impresa da record dell’abbraccio delle mura, Treviglio, dove è in programma Treviglio Vintage, e a Romando di Lombardia.

Le regole

In Lombardia i saldi durano 60 giorni, a partire dal primo sabato di luglio. Si concluderanno perciò il 30 agosto. In questi due mesi cinque sono i principi base da seguire, cinque regole di trasparenza e di correttezza pensate per la tutela della concorrenza e del cliente: cambi, prova capi, pagamenti, tipologia dei prodotti in vendita e indicazione sui prezzi.

1. cambi

La possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. prova dei capi

Non c’è obbligo. È rimessa alla discrezionalità del negoziante.

3. pagamenti

Le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.

4. prodotti in vendita

I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.

5. indicazione del prezzo

Obbligo del negoziante di indicare il prezzo iniziale di vendita e lo sconto in percentuale, è facoltà, ma consigliabile, indicare anche il prezzo di vendita ribassato, mentre è vietato indicare qualsiasi altro prezzo.

Le violazioni alla norma sulle vendite straordinarie saranno punite con sanzioni amministrative da 500 a 3.000 euro, secondo la legge regionale 9/2009


La guida della città? Legata a una bustina di tè

La guida a una città? Legata alla bustina di un té. Per assaporare in maniera diversa l’atmosfera di un luogo l’idea innovativa è Narratè, un “tè narrante” che unisce due tradizioni millenarie, il tè e la lettura. Lo fa in modo originale, collegando una teabag, con miscele di alta qualità e ingredienti evocativi, a un libretto la cui lettura dura esattamente il tempo d’infusione, 5 minuti circa.

Il progetto è composto da diverse linee editoriali e quella denominata Narraplanet è dedicata alle più importanti città italiane. Dopo quella di Milano, sono pronte le nuove uscite dedicate a Roma, Venezia e Firenze. I racconti che accompagnano le miscele esclusive sono di Michele Gnesotto (Venezia), Cristina Giuntini (Firenze) e Luca Notarianni (Roma), risultati vincitori del concorso nazionale di scrittura per Food souvenir culturali del 2015. Nei libretti sono inoltre presenti alcuni suggerimenti brevi, come la ‘Unusual Top Ten’ dei luoghi meritevoli, ma meno noti, da visitare in ogni città.

A caratterizzare i prodotti sono anche l’assemblaggio manuale, realizzato dalla Cooperativa sociale La Bottega di Lissone e la stampa, e la stampa su carta 100% riciclata. Ad ogni città, quindi, la propria miscela e il proprio racconto: Milano, ad esempio, è definita «una pianta grassa con una scorza duretta ma, se hai la pazienza di cercarlo, un cuore morbido» e l’essenza che la rappresenta vuole trasmettere «ottimismo, energia e, perché no, un pizzico di eros». Per Venezia la scelta è andata a spezie e sapori esotici in virtù del ruolo di porta d’oriente che per secoli ha ricoperto, mentre il tè scelto per Firenze è articolato e prezioso e quello che racconta la Capitale «profuma di storia, magia e mistero».


Bergamo vista da Gualtiero Marchesi. Peccato che i formaggi siano camuni

Ci sono anche Bergamo e le Valli tra i sette itinerari firmati da Gualtiero Marchesi per mostrare il “Bello e il Buono della Lombardia” nell’ambito del progetto #SaporeinLombardia promosso da Explora e presentato nei giorni scorsi.

L’obiettivo è promuovere l’attrattività turistica ed enogastronomica con percorsi tra tradizione, cultura e storia locali. I racconti vengono sintetizzati in video, racconti, ricette, un libro e un sito web e oltre a quello su Bergamo ci sono i capitoli “Milano”, “Cremona e Mantova”, “Valtellina”, “Franciacorta e Lago di Garda”, “Brianza e Pavia”, “Lago di Como e Varese”.

I confini territoriali però non sono proprio così rigidi. La sezione dedicata alla nostra provincia ha infatti come sottotitolo “Dove nasce la Rosa Camuna” e nel video, mentre si fa rifermento ai nove formaggi Dop del Bergamasco, si citano invece le specialità della Valle Camonica come il Silter e la Rosa Camuna, appunto, oltre al Grassina Val d’Angolo e al Casolet, che ha origini trentine ma è preposto anche in terra bresciana.

Non mancano comunque i riferimenti più schiettamente nostrani, come il pastore Danilo Agostini che richiama le sue pecore, in apertura del video, la sosta del maestro Marchesi da Alessia Mazzola, chef di Al Gigianca che prepara i casoncelli ed un suo piatto di carne di pecora gigante bergamasca con crema di patate e chutney di barbabietola, passando per il monastero di Astino, luogo del cuore di Gino Veronelli, per la Fondazione Donizetti, Lovere e l’Accademia Tadini, la cucina della famiglia Cerea.

È vero che quando si parla di turismo e attrattività le frontiere è meglio abbatterle, ma forse un po’ più di precisione non sarebbe guastata.


La Brexit e l’errata concezione della sovranità condivisa

brexit2Alla televisione è stato intervistato un inglese, espressione della “ordinary people” o, come diremmo noi, della “ggente”, che ha votato “leave”, ma era disperato perché, quasi testuale, “non pensavo che avrebbe vinto”. Sono cose come queste che fanno ritenere che la vera grande riforma sarebbe ripensare il suffragio universale e inserire, in alternativa al limite anagrafico dei 18 anni per il diritto di voto, una soglia minima del quoziente d’intelligenza. Comunque sia, alla fine gli inglesi (e i gallesi) hanno deciso di andarsene spezzando l’Europa e lo stesso Regno Unito. Se non ci vogliono, come europei, i problemi maggiori se li sono procurati da soli e la cosa migliore sarebbe lasciarli andare al più presto. Ce ne faremo una ragione e, come in tutte le crisi – parola greca e quindi europeissima che vuole dire anche opportunità – c’è da auspicare che coglieremo l’occasione per passare, possibilmente con rapidità, da un’Unione europea a qualcosa che assomigli di più agli Stati Uniti d’Europa. Quel cambio di passo che il Regno Unito, a partire dal rifiuto dell’euro, ma anche con tante riserve, non ultima la richiesta (ottenuta) di una sorta di deroga su welfare solidale e immigrazione, ha dimostrato di volere frenare, più che ritenere un obiettivo.

Da un punto di vista economico, i danni peggiori li avranno gli inglesi, che ritengono di essere importanti per loro stessi, come se fossero ancora l’impero ormai dissolto da oltre mezzo secolo, e non perché sono (o erano) la porta dell’Europa.  Le conseguenze ovviamente le avrà anche l’Europa, che però, soprattutto se coglierà l’occasione per una governance più efficiente, ha una maggiore forza per superare queste e le forze centrifughe emulatrici che si sono diffuse dopo il voto. Questo è infatti l’aspetto più paradossale. Il Regno Unito ha voluto uscire, nonostante l’Europa l’ammonisse che insieme si è più forti, perché non voleva che Bruxelles decidesse per lei. Adesso è il Regno Unito che dovrà ripetere quello che le diceva l’Europa a Scozia e Irlanda del Nord che non vogliono che Londra decida per loro.

La situazione che si è creata in poche ore sembrava fantascienza: tre milioni di britannici che chiedono di cancellare la Brexit, gli Scozzesi che vogliono di nuovo l’indipendenza per restare in Europa, Gibilterra che non vuole uscire dall’Unione e gli Irlandesi del Nord che vogliono riunirsi alla Repubblica di Irlanda, obiettivo al quale forse sono più vicini adesso che con tutti gli attentati dell’Ulster. Con la ciliegina di una proposta di secessione della stessa Londra, fedele al remain, dal resto del Regno Unito. E anche su questo c’è un effetto a cascata, che stuzzica le velleità separatiste. Se si lasciasse correre, si andrebbe verso una frammentazione jugoslava o una parcellizzazione che ricorda quella dell’Italia prerisorgimentale, quando per andare da Milano a Bologna, percorso di poco più di 200 chilometri che adesso con il treno Frecciarossa si fa in un’oretta, bisognava attraversare tre confini con rispettive dogane (quattro se si voleva arrivare a Firenze).

A questo siamo arrivati per una demente prova di forza di politica interna voluta dal dimissionario premier inglese Cameron, in un referendum assolutamente evitabile, e per una diffusa questione di identità distorta, mista ad una democrazia che va bene solo fino a quando viene deciso quello che piace. Tutto ruota intorno ad un’errata concezione della sovranità condivisa. Non è imposizione quando si partecipa a una decisione. Ed è quello che avviene ai Paesi, finora Regno Unito compreso, che fanno parte dell’Unione europea, dove diventa comodo scaricare la colpa su Bruxelles, dimenticando che le decisioni vengono prese collegialmente dai rappresentanti dei vari Paesi, Regno Unito e Italia compresi, così come al governo centrale di Roma le decisioni vengono prese insieme  dai rappresentanti dei vari territori italiani. Per qualcuno però è imposizione la decisione che non viene condivisa, nel senso che non si è d’accordo. Allora si tende a ridurre il territorio fino a quando non si riesce ad avere una maggioranza della propria opinione, se non addirittura l’unanimità, che poi sarebbe la situazione ideale dove le decisioni non sono sentite come imposizione. Ma questo ridurrebbe gli Stati a dimensioni di condomìni (o anche meno). Lo si è visto anche in un quartiere cittadino, Borgo Santa Caterina, dove per la questione dell’asfaltura qualcuno ha parlato di imposizione del Comune di Bergamo. Si arriverà anche qui alla richiesta di indipendenza?


Carrara, Risorgimento e Alpini: gli architetti a confronto sul rilancio delle tre piazze

piazza CarraraL’Ordine degli Architetti di Bergamo, in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri, propone, a partire da mercoledì 29 giugno, un ciclo di 3 incontri sul tema del concorso delle “Tre Piazze” promosso dal Comune di Bergamo. Un’occasione di confronto per riflettere sui valori e le caratteristiche intrinseche di Piazza Carrara, Piazzale Alpini e Piazzale Risorgimento, le loro consolidate funzioni e le aspettative. Gli appuntamenti si svolgeranno in luoghi pubblici limitrofi alle aree stesse: presso lo spazio del Polaresco si parlerà di Piazzale Risorgimento (29 giugno), presso il Cortile interno della GAMEC si parlerà di Piazza Giacomo Carrara (6 luglio) e per finire all’Urban Center si parlerà di Piazzale degli Alpini (8 luglio).  Nell’ambito del primo incontro, dal titolo “Piazzale Risorgimento – Il quartiere e la città. Luogo di recapito e di interferenze di scale diverse” che si svolgerà a partire dalle 18, interverranno Paolo Vitali, Manuela Bandini e Sergio Sottocornola. La serata è aperta sia ai professionisti, architetti e ingegneri, interessati ad approfondire la storia e le peculiarità dei luoghi oggetto di concorso insieme alle caratteristiche del bando, sia a tutti i cittadini interessati a partire da quanti risiedono nella zona.

“Il concorso delle Tre Piazze rappresenta una straordinaria occasione per ripensare alcuni degli spazi più rappresentativi della nostra città con un approccio nuovo sia per la formula del concorso, sia perché si tratta di un’operazione senza precedenti per la concomitanza delle tre iniziative. L’organizzazione di momenti di confronto appositi per indagare le problematiche e al contempo le opportunità che sussistono vuole essere un supporto culturale a tutti coloro che vorranno prendere parte alla competizione” ha dichiarato Marcella Datei, presidente dell’Ordine degli Architetti. “Ognuna di queste Tre Piazze è caratterizzata da un alto valore urbano, posizioni strategiche per il disegno complessivo delle dinamiche urbane ed elementi di forte specificità. Questo fa sì che il lavoro di analisi e di ricerca delle soluzioni sia particolarmente complesso ma altrettanto affascinante. Come Ordini invitiamo pertanto i professionisti a partecipare a questo momento di dibattito in vista di queste prossime trasformazioni cruciali per la nostra città, ricordando che gli stessi incontri saranno comunque aperti al pubblico affinchè anche i cittadini che fossero interessati prendano parte a questo processo di conoscenza e di riscoperta dei luoghi che viviamo tutti i giorni”. Nel mese di luglio seguiranno gli altri due incontri: il 6, riflettori puntati su Piazza Giacomo Carrara con interventi di Emanuela Dafra, Giovanni Valgussa, Alessandra Pioselli, Maria Cristina Rodeschini e Giacinto di Pietrantonio (modera Carlo Salone) e l’8 focus su Piazzale degli Alpini con interventi di Marco Tomasi, Adriano Marco Perletti e Franco Ravasio.


Polizie locali, scatta l’alleanza tra Bergamo, Mantova, Brescia e Cremona

TavoloMN Sicurezza Lombardia OrientaleScambio di buone pratiche e approfondimento delle rispettive esperienze tecniche, questi in sintesi gli argomenti affrontati al tavolo sulla “Sicurezza Lombardia Orientale”, che si è tenuto lunedì 27 giugno presso il Comando della Polizia Locale di Mantova. L’incontro di lavoro, durato circa un’ora, ha visto la partecipazione degli assessori alla Polizia locale e Sicurezza dei Comuni di Bergamo Sergio Gandi, di Mantova Iacopo Rebecchi, di Brescia Valter Muchetti e di Cremona Barbara Manfredini. All’incontro ha partecipato anche l’assessore al Welfare del Comune di Mantova Andrea Caprini. Presenti anche i comandanti della Polizia Locale di Mantova Paolo Perantoni e di Brescia Roberto Novelli, e vicecomandanti di Bergamo Gabriella Messina e di Cremona Roberto Ferrari. “Si tratta del terzo tavolo di lavoro, dopo quelli di Bergamo e Brescia – ha detto Gandi –, che vede riuniti i Comuni della Lombardia Orientale, la quale nel 2017 sarà Regione Europea della Gastronomia. Da questo importante titolo sono partiti dei lavori che vedono i nostri Enti coinvolti su più versanti. Anche nella riunione odierna c’è stato un confronto ed uno scambio di buone pratiche di lavoro – ha sottolineato l’assessore –, specialmente sulle tematiche di sicurezza urbana e della Polizia locale di prossimità. Abbiamo non solo fatto cenno alla riorganizzazione svolta lo scorso anno all’interno del corpo, ma anche presentato l’imminente bando per l’affidamento della vigilanza notturna in città”.

Altro punto d’interesse comune è la lotta alla ludopatia, che ha visto il confronto tra le varie ordinanze e regolamenti anti-slot. “A Mantova l’ordinanza sulla riduzione degli orari delle sale slot ha recentemente abbiamo vinto un ricorso al Consiglio di Stato – ha continuato Gandi – questo aspetto ha aperto a un confronto con il recente regolamento sul gioco d’azzardo approvato dall’unanimità dal Consiglio Comunale di Bergamo e che dal primo luglio sarà in vigore”. Gli amministratori, poi, hanno concordato che proprio sul versante della lotta alla ludopatia si lavorerà per coordinare le politiche ed “armonizzare” le normative delle quattro città. Gli assessori intervenuti, inoltre, hanno sottolineato che i tavoli Sicurezza della Lombardia Orientale finora sono stati proficui per conoscere le varie esperienze messe in campo. Un confronto importante per lavorare al meglio su ogni territorio. Il prossimo appuntamento sarà a settembre a Cremona.


Commercio e turismo, i distretti alzano il tiro

Sui distretti – del commercio prima e dell’attrattività poi – Bergamo rappresenta un’eccellenza. È infatti la provincia che in Lombardia nell’ultima tornata dei bandi ha ottenuto i maggiori finanziamenti, a conferma della capacità di fare rete e costruire progettualità. «Ora però è il momento di alzare l’asticella», ha affermato Roberto Ghidotti, coordinatore dei distretti per l’Ascom, nel corso del convegno organizzato dall’associazione per dare conto dell’evoluzione digitale attraverso l’ecosistema E015.

«La rete dei distretti costruita in Bergamasca a partire dal 2008 – ha ricordato Ghidotti – è molto forte, ma è necessario guardare più in là degli eventi e delle manifestazioni, fino ad oggi elemento principale delle diverse azioni. Occorre diventare motore delle politiche commerciali e turistiche, fare in modo che i distretti siano un fattore di competitività, così da far scattare nelle imprese la creatività e la voglia di essere parti attive».

I distretti devono diventare, secondo Ghidotti, un punto di riferimento per le amministrazioni, un soggetto capace di indirizzare scelte e strategie. «Un esempio di questo salto di qualità – annuncia – avverrà con l’inserimento di una rappresentanza dei distretti all’interno di Turismo Bergamo, l’agenzia per lo sviluppo turistico dell’intera provincia, prossima al rinnovo del Consiglio di amministrazione. Sarà creato un gruppo di lavoro con tutti i distretti e sarà perciò un’occasione per far conoscere e sviluppare tutto ciò che nasce e si realizza a partire dai territori».

Quanto al dialogo tra le diverse aggregazioni, intanto, l’esperienza è già consolidata, grazie ad incontri periodici e con il più recente portale www.goinbergamo.it, che coordina, riunisce e valorizza dieci distretti dell’attrattività della Bergamasca (Valli in Famiglia, Fontium et Mercatorum, La Valle dei Sapori, Lemine Valle Imagna, Isola Bergamasca, Brembo e Colli, Gate – Green Attractivity for Expo, Iseo L@ke, Viaggio alla Scoperta della Pianura bergamasca tra il Serio e l’Oglio e Bassa pianura bergamasca). Realizzato dall’Ascom e premiato da Confcommercio Lombardia, utilizza il sistema digitale E015, uno dei lasciti di Expo, che facilita la gestione e lo scambio delle informazioni, favorendo l’incontro tra la domanda di accoglienza e servizi di cittadini e turisti e l’offerta espressa dalle imprese e dalla pubblica amministrazione.

convegno E015 - plateaLa strada è segnata. «Il ruolo dei distretti dovrà essere sempre più incisivo – ha concluso Ghidotti -. La Regione chiede che i territori si aggreghino e soprattutto che sviluppino progettualità. Ha già messo a disposizione 30 milioni di euro per il prossimo biennio su alcuni temi ritenuti strategici. Gli spazi per crescere ci sono e sono enormi, non resta che farsi avanti».


Steak, il regno della tagliata strizza l’occhio al franchising

«Suddivido i ristoranti in categorie: ci sono quelli dei grandi chef, che fanno una classe a parte; ci sono i ristoranti a conduzione famigliare, che hanno le loro caratteristiche ben precise, poi ci sono i ristoranti cinesi. Noi, invece, siamo per il gusto urbano in continuo divenire di piatti e sapori: vogliamo far mangiare bene con prodotti italiani sani ad un giusto prezzo». Così Marina Bongiorno, imprenditrice di successo nel settore dell’abbigliamento e dell’attrezzatura antinfortunistica, interpreta il ruolo dello Steak Restaurant, in via Fermi al numero 10 a Curno, del quale è titolare. «Un bel salto dall’antinfortunistica alla ristorazione? Sì, certamente – ammette -, ma c’è un filo conduttore. Il progetto è nato per caso ma è stato approfondito. Il legame della nostra azienda storica con il mondo della ristorazione è infatti radicato, visto che forniamo divise per il personale di cucina e di sala a diverse realtà in tutta Italia comprese le scuole professionali. I contatti quindi non mancano ad ogni livello per poter attingere informazioni e professionalità con un interscambio di idee».

SteakIl locale, è molto bello con i suoi arredi che uniscono sapientemente stile essenziale e tocchi originali e, soprattutto, accogliente dai colori rosso e nero che risaltano. Altre definizioni sarebbero riduttive, visto che con la professionalità e cordialità del personale di sala ci si sente immediatamente a proprio agio, accompagnati anche da una discreta musica in sottofondo. Come sempre, comunque, l’attenzione maggiore va a ciò che viene servito in tavola, che viene presentato con un originale e curato menù tutto illustrato, quasi per gratificare prima gli occhi e poi il palato. Piatti unici, antipasti, primi, secondi di carne e pesce, pizze, insalatone in crosta di pizza, carta dei dolci, carta dei vini: una proposta completa con un mix di innovazione e tradizione tra cucina italiana ed internazionale a prezzi decisamente equi. I primi vanno dagli 8 ai 12 euro, i secondi di pesce dai 10 ai 17 di gamberi e scampi alla catalana, le tagliate, servite con contorno, da 15.50 a 21 per quella di filetto, senza contare l’interessante soluzione del “Basta un piatto”. La nota in più è che il coperto non si paga mai, altro punto a favore del mettere a proprio agio gli ospiti.

tagliata«Abbiamo quattro cuochi, uno per ogni settore, e non lasciamo nulla all’improvvisazione – spiega la patronne -, usiamo soprattutto materie prime certificate. Il menù cambia ogni sei mesi e per la pausa pranzo abbiamo sempre un piatto del giorno a prezzo economico (primo, secondo e contorno più acqua e caffè a 10 euro, oppure c’è il del piatto speciale a 15 euro ndr.). La nostra è anche una clientela bussiness e il nostro obiettivo principale, come detto, è quello di trovare il giusto rapporto tra prezzo e qualità. Cerchiamo la massima soddisfazione del cliente e non mettiamo certo in gioco la buona reputazione ottenuta nel tempo dalle aziende della nostra attività principale, anzi cerchiamo sempre di migliorarci. Può sembrare un paradosso, ma forse è meglio non essere nati ristoratori, così ci mettiamo più attenzione e curiosità per arrivare a delle novità e comunque a fare bene sempre». Dell’accattivante carta una parte rilevante è dedicata alle tagliate. Ci sono la degustazione del tris di tagliate, la tagliata allo Steak, la tagliata di filetto allo Steak, la tagliata rucola, grana, aceto balsamico e pinoli, la tagliata profumata alla salsa Steak e la tagliata francese. Per non farsi mancare nulla c’è anche la tagliata di pollo con rucola, pomodorini e ricotta salata. «Ebbene sì, siamo specialisti sulle tagliate – ricorda Marina Bongiorno –. Anzi, in verità, non ne facciamo un mistero, ci siamo autoincoronati “re della tagliata” e facciamo il possibile perché questo titolo non venga messo in discussione. Si tratta solo di provare!» Ambiente e cucina meritano senz’altro una visita, a maggior ragione se si considera che il conveniente rapporto qualità-prezzo ricercato dalla proprietà è stato senz’altro raggiunto.

I punti di forza della formula

Un’idea nata per essere replicata. Non poteva infatti fermarsi solo a Curno l’iniziativa di Marina Bongiorno con la realizzazione, per il momento, dell’unico Steak Restaurant. È pronto infatti il pacchetto globale degli accordi economicocontrattuali per lo sviluppo di una rete in franchising. E scegliere Steak Restaurant significa poter disporre della certezza di un prodotto di qualità con materie prime certificate e in grado di soddisfare tutti i palati e la sicurezza di un menù capace di esercitare un forte appeal in linea con i trend di un consumo veloce, dinamico ed economico. Cosa chiede Steack Restaurant ai propri partner? La collocazione in aree anche non principali ma centrali, caratterizzate dalla presenza di uffici e zone commerciali che garantiscano un discreto bacino d’utenza anche negli orari diurni e la replica del format del locale originale con sala rossa e sala nera, stile minimalista post industriale, televisori che trasmettono sfilate di moda, oggetti preziosi (troni, cornici d’oro, ecc.), atmosfera intima, sottofondo musicale. I cani sono benvenuti, la griglia è a vista e il menù in diverse lingue. Menù che varia ogni sei mesi e che comprende piatti italiani e internazionali come la famosa tagliata alla francese con salsa Steak, la paella, i primi piatti di pasta fresca e i piatti di pesce. Alla pizza è stato riservato nella carta un trattamento particolare in quanto ad ogni tipo è stato abbinato un famoso Fashion brand. Ecco quindi che la pizza margherita è diventata pizza Prada, la napoletana Dolce & Gabbana e via di seguito. Tutto comunque è molto chiaro nel menù. Steak Restaurant fornirà ai propri affiliati un periodo di formazione di almeno tre mesi per il direttore, lo chef, il pizzaiolo e il responsabile di sala, un manuale operativo in particolare per la preparazione dei piatti e dettagli sulla loro composizione, le norme per l’accoglienza del cliente ed un piano di marketing e attività di comunicazione.

 

Steak Restaurant
via Fermi, 10
Curno
tel. 035 462504
www.steakrestaurant.it
chiuso la domenica

 

 

 


Ubi, disco verde alla banca unica. Previsti 2.750 esuberi e 1.100 assunzioni

Ubi bancaCon l’obiettivo di conseguire un’ ulteriore semplificazione dei processi decisionali e gestionali nell’ambito del Gruppo e la realizzazione di significativi risparmi di costi, il Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca e i Cda delle Banche Rete hanno deliberato la fusione, per incorporazione, di Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Regionale Europea, Banca Popolare di Ancona, Banca Carime e Banca di Valle Camonica in UBI Banca. Il nuovo piano industriale che porterà alla banca unica parte con la previsione di conseguire un utile di 730 milioni al 2019 e di 870 milioni al 2020. Le linee guida prevedono l’uscita di circa 2.750 dipendenti e l’ingresso di circa 1.100 risorse. Ubi Banca alza inoltre la copertura dei crediti deteriorati al 43,3% e al 58% per quanto riguarda le sofferenze. La manovra costa 850 milioni in termini di rettifiche ma permetterà una liberazione di capitale per il CET1 di circa 40 punti base.