Rosa Camuna, la Regione premia Paleari e Busi

Pietro Busi ritira il premio
Pietro Busi ritira il premio

Due premi Rosa Camuna e due menzioni speciali arrivano a Bergamo nell’edizione 2016 del riconoscimento che la Regione attribuisce a coloro che si sono particolarmente distinti per il contributo allo sviluppo economico, sociale, culturale e sportivo della Lombardia.

Le Rose Camune vanno all’ex rettore dell’Università di Bergamo Stefano Paleari e a Pietro Busi, sindaco di Valtorta e storico presidente – l’ha guidata per 25 anni – della Comunità Montana della Val Brembana. Le menzioni speciali all’alpinista Simone Moro e alla mezzofondista Marta Zenoni, la seconda più giovane atleta italiana ad aver vinto i campionati nazionali assoluti (gli 800 m a Torino nel 2015 all’età di 16 anni).

La cerimonia di premiazione è in programma domenica 29 maggio al Teatro Bibiena di Mantova a partire dalle 19 ed è l’evento conclusivo della Festa della Lombardia che ha scelto come palcoscenico principale la città Capitale italiana della cultura 2016.

Le motivazioni

Rosa Camuna

PIETRO BUSI

Per l’incessante attività pubblica di promozione e rilancio della Valle Brembana, della quale ha saputo cogliere e far apprezzare le grandi potenzialità culturali e turistiche.

La premiazione di Stefano Paleari
La premiazione di Stefano Paleari

STEFANO PALEARI

Per i meriti scientifici internazionalmente riconosciuti e per l’esempio di impegno, amore per lo studio e passione per le scienze che offre a molti giovani universitari.

Menzioni speciali

SIMONE MORO

Per le capacità atletiche, il coraggio e la tenacia con cui ha raggiunto traguardi sportivi eccezionali in condizioni ambientali e climatiche estreme.

MARTA ZENONI

Per gli straordinari successi sportivi già raggiunti, nonostante la giovane età, che ne fanno una delle promesse dell’atletica femminile italiana e un grande orgoglio lombardo.

Nelle altre province

Rosa Camuna

BRESCIA

GIORDANO BRUNO GUERRI

Storico, giornalista e scrittore, presidente della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”, promuove la conoscenza di Gabriele d’Annunzio e del patrimonio storico-architettonico da lui lasciato.

A.C.F. BRESCIA CALCIO FEMMINILE S.S.D.A.R.L. Le LEONESSE

Per gli straordinari successi sportivi raggiunti, che fanno delle giovani atlete bresciane un motivo di grande orgoglio per la città e la Lombardia.

COMO

GIOVANNI ANZANI

Alla guida del gruppo Poliform, ha saputo rifondare e trasformare un’impresa artigiana nata nel 1942 in
una realtà industriale internazionale, senza farle perdere la sua identità famigliare. Universalmente riconosciuta per l’eleganza del suo design, Poliform è presente oggi in più di 70 Paesi, dove tiene alta la bandiera del Made in Italy e della Lombardia.

CANTIERE ERNESTO RIVA

Storico cantiere nautico del Lago di Como, giunto oggi alla sesta generazione, è espressione del più autentico spirito artigianale e imprenditoriale lombardo. Ha conquistato fama nazionale e internazionale per la costruzione e il restauro di barche a vela e motore in legno, che sono entrate a far parte dell’iconografia del lago di Como.

CREMONA

CONSORZIO LIUTAI “ANTONIO STRADIVARI”

Per l’abilità straordinaria con cui i Maestri liutai realizzano strumenti musicali unici al mondo e per la preziosa e costante attività di promozione e valorizzazione della liuteria contemporanea cremonese, che ancora preserva l’arte antica delle botteghe artigiane.

DANIELE GENERALI

Per i meriti medico-scientifici riconosciuti a livello internazionale e la dedizione professionale e umana con cui ha curato migliaia di malati oncologici.

LECCO

ANDREA VITALI

Per aver ritratto con sensibilità storie, personaggi, dialetti e costumi dell’Italia di provincia e avere cosi’ favorito lo sviluppo di un turismo letterario a Bellano e nel territorio lariano. È vincitore di numerosi premi letterari nazionali. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo.

PROMEMORIA di Romeo Sozzi

Bottega storica di ebanisti, è oggi, grazie all’opera di Romeo Sozzi, indiscussa punta di diamante tra le eccellenze del Decor e dell’artigianato italiano e internazionale. Oltre allo storico show room di Milano, oggi la griffe è presente anche nelle maggiori città del mondo.

LODI

SOLANA S.p.A.

Nata del 2001 è  una moderna industria conserviera che ha fatto dell’eccellenza il filo conduttore della propria attività aziendale, puntando su qualità dei prodotti know how e rispetto per l’ambiente.

MANTOVA

MARIA IGNACIA PIATTINI

Pittrice e artista di fama internazionale, nata in Argentina, mantovana d’adozione, “Nacha” è nota in tutto il mondo per la sua pittura fantastica e evocativa. Con la sua arte è arrivata a esporre alla Biennale di Venezia e poi a Roma, Milano, Parigi, Tokio, Mosca e Città del Vaticano.

MILANO

FONDAZIONE PIRELLI

Per aver salvaguardato e valorizzato il patrimonio culturale, storico e contemporaneo del Gruppo Pirelli, materiali e archivi che raccontano la storia dell’impresa e la storia d’Italia e dell’industria moderna.

SOCCORSO VIOLENZA SESSUALE E DOMESTICA. SVSeD (Clinica Mangiagalli, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico)

Per avere assistito, dal 1996, migliaia di vittime di violenza sessuale e domestica, grazie all’impegno e alla professionalità di equipe multidisciplinari, che, con grande competenza, forniscono un servizio di supporto sanitario, psicologico e sociale alle vittime.

FONDAZIONE “ASILO MARIUCCIA”

Storica fondazione milanese, da oltre 100 anni offre accoglienza e assistenza ai minori e adulti in condizioni di fragilità, grazie al suo personale altamente qualificato e all’incessante opera dei suoi tanti volontari.

GIACINTO SICILIANO, DIRETTORE DELLA CASA DI RECLUSIONE DI OPERA

Per aver realizzato un modello organizzativo che è diventato riferimento per tutte le strutture penitenziarie più innovative, dove si preservano dignità e rispetto della persona e si promuove il reinserimento del detenuto nella società civile.

ANTONELLA PIRAS

Per l’efficace attività di promozione artistica, culturale, sociale e musicale svolta attraverso l’Associazione Totem la Tribù delle Arti.

DON ROBERTO DAVANZO

Per aver mantenuto sempre, come parroco e direttore della Caritas Ambrosiana, l’attenzione sulle povertà vecchie e nuove del nostro tempo e per aver offerto ai bisognosi
un costante sostegno spirituale, vero fondamento della sua azione caritativa.

MONZA E BRIANZA

ANNA MARIA MANCUSO

Attraverso l’opera dell’associazione Salute Donna, ha assicurato sostegno piscologico e concreto a moltissime donne affette da patologie oncologiche.

PAVIA

MARIA ELENA MADAMA

Vittima di una brutale aggressione, è rimasta gravemente ferita, con coraggio e tenacia dopo mesi di convalescenza è tornata a svolgere il suo incarico di consigliere comunale di Pavia.

SONDRIO

ILIO TONOLA

Per l’amore dimostrato verso il proprio territorio d’origine e il grande impegno profuso per sostenere le grandi potenzialità turistiche della Valchiavenna.

VARESE

GIUSEPPE MAININI

Per la tenacia e l’impegno con cui ha saputo distinguersi nello sport e per l’entusiasmo e passione con i quali si è rimesso in gioco dopo un brutto incidente di gara, diventando un grande esempio di vita per tutti.

GIOVANNA MACCHI, ENOPLASTIC S.p.A.

Con le sue capacità imprenditoriali ha portato l’impresa di famiglia Enoplastic, nota anche per l’attenzione riservata alla valorizzazione e al benessere dei lavoratori, a essere leader nella produzione di tappi e chiusure innovative per l’industria enologica: una realtà in costante crescita e volta all’innovazione.

ANACONDA COOPERATIVA SOCIALE ONLUS

Per l’assistenza socio-sanitaria altamente qualificata e i progetti educativi assicurati ai pazienti disabili, che nelle strutture riabilitative dell’Anaconda hanno trovato un ambiente sereno e stimolante.

Menzioni speciali

BRESCIA

SUOR DANIELA BARONCHELLI

Per l’impegno coraggioso dimostrato nel professare la fede cattolica nel mondo, nonostante le continue intimidazioni, e per la sua instancabile missione di educatrice in Nigeria e in Pakistan.

COMO

LUCIANO CASTELLINI

Un grande sportivo e un esempio per i giovani, in campo e fuori. Alla sua lunga carriera di successi.

SANTINA MOLTENI

Per l’attività di volontariato e la promozione di azioni assistenziali a favore di bambini affetti da malattie rare.

IRMA MISSAGLIA

Per l’attività di volontariato e promozione di azioni assistenziali a sostegno di persone bisognose e non autosufficienti.

RENZO CARNELLI

Titolare della Ciquadro srl, ha trasformato l’impresa artigianale, specializzata in cornici e lavorazioni intarsiate, in un’azienda riconosciuta dalle più famose gallerie
d’arte.

LECCO

LUIGI CASATI

Per aver dato vita sul territorio a iniziative concrete, destinate alla zootecnia e all’agricoltura e all’innovazione dell’intero settore.

LEO CALLONE

Per la sua brillante carriera natatoria nella specialità Gran Fondo, le sue numerose vittorie e le imprese sportive sul lago di Como, compiute anche in nome della solidarietà.

MANTOVA

GIANNINO PIRONDINI

Per l’attività di volontariato e promozione di attività assistenziali a sostegno di persone bisognose e non autosufficienti.

ASSOCIAZIONE “LA CASA DEL SOLE”

Per il sostegno ai pazienti disabili e alle loro famiglie, attraverso l’offerta di servizi medici diagnostici, terapeutici e riabilitativi e programmi educativi e assistenziali innovativi.

MILANO

CHRISTIAN ABBIATI

Un grande sportivo e un esempio per i giovani in campo e fuori. Alla sua lunga carriera di successi.

FRANCO GATTINONI

Fondatore del Gruppo Gattinoni, riconosciuto da oltre 30 anni come nome di eccellenza del settore del Turismo e del Business Travel.

ARCA ONLUS ASSOCIAZIONE PER IL RECUPERO DELLA CREATIVITA’ ARTISTICA E LA RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE

Per aver dato un significativo contributo alla riqualificazione dell’area dell’ex Ospedale psichiatrico, quale luogo che promuove l’arte come cura riabilitativa psicosociale.

SCUDERIA DEL PORTELLO

Per il ruolo fondamentale svolto nella salvaguardia e nella conservazione delle vetture del marchio lombardo Alfa Romeo, portando le auto storiche del Biscione sui
circuiti di tutto il mondo.

ASSOCIAZIONE REGIONALE PUGLIESI

Per le molteplici iniziative di carattere benefico, sociale e culturale volte a far conoscere le peculiarità e le tradizioni del territorio pugliese e a favorire l’interscambio culturale.

ANDREA NAVAJAS ALANDIA

Con il nome di Andrea Ya’aqov ha saputo farsi conoscere nel settore della moda a livello mondiale, dove ha portato, con le sue collezioni, un design italiano estremamente originale e ispirato alle geometrie tipiche della cultura andina.

NELLA BOLCHINI BOMPANI

Per l’attività di volontariato e promozione di azioni assistenziali a sostegno di persone bisognose e non autosufficienti.

LUCIANO CASTELLINI

Un grande sportivo e un esempio per i giovani in campo e fuori. Alla sua lunga carriera di successi.

MONZA E BRIANZA

CAIMI BREVETTI SPA

Azienda storica e da sempre innovativa, dalla produzione della cosiddetta “schisceta” negli Anni 50 sino ai prodotti più moderni e tecnologi per il settore industriale infrastrutturale.

PAVIA

CLAUDIO MACCHIA

Per l’attività di volontariato e promozione di azioni assistenziali a sostegno di persone bisognose e non autosufficienti.

VARESE

CONFEZIONI ANDREA ITALIA SRL

Per aver dato un contributo allo sviluppo economico e produttivo del territorio lombardo, anticipando tecnologie innovative e design nel settore delle confezioni e dei prodotti per auto e moto.

MARIA ANGELA BIANCHI (alla memoria)

Per l’impegno pubblico e privato a sostegno di persone bisognose e non autosufficienti.

COMERIO ERCOLE S.p.A.

Azienda storica e da sempre innovativa, dalle prime lavorazioni tessili del 1885 agli impianti altamente tecnologici odierni, che ne fanno un’azienda leader nella meccanica a livello mondiale.

L’evento può essere seguito in diretta streaming sul sito della Regione Lombardia: www.regione.lombardia.it e sui ledwall allestiti nella piazzetta antistante Pianeta Lombardia (ex area Expo, a Rho-Pero/Mi).


Bergamo, slot e gratta e vinci solo lontano dai pasti

slotmachineCon una spesa nel 2015 di oltre 2.500 euro a persona (neonati compresi) e di quasi 6.000 euro all’anno a famiglia (per un totale di 1.812.680.000 euro), Bergamo capoluogo è di gran lunga al di sopra della media provinciale (+54%) per il peso economico del gioco d’azzardo. Per la prima volta, inoltre, la città è riuscita a conoscere i dati del gioco online, che vale oltre 200 milioni di euro, mentre il Comune ha svolto un’ampia indagine conoscitiva mappando tutte le strutture esistenti in città e intervistando oltre 15mila studenti delle scuole secondarie di Bergamo. Ne è emerso che il 58% dei minorenni gioca nonostante sia vietato dalla legge, il 15% addirittura una volta a settimana e ben il 73% di essi sa esattamente in quali strutture sul territorio consentano il gioco anche agli under 18.

È da queste premesse che muove il regolamento approvato dalla Giunta Gori ieri che intende contrastare e prevenire le patologie legate al gioco d’azzardo lecito: dal regolamento (che passerà al vaglio del Consiglio Comunale il prossimo 6 giugno) scaturirà un’ordinanza che istituirà delle fasce orarie in cui in città non solo non sarà consentito giocare a VLT e slot machine, ma anche, ad esempio, vendere e acquistare gratta e vinci e biglietti della lotteria in tutti luoghi che si trovano a meno di 500 metri da scuole, oratori e da quelle strutture individuate dalla Legge Regionale (a Bergamo praticamente nella totalità dei luoghi in cui è possibile giocare). Si tratta di tutte quelle forme di gioco che possono generare un progressivo isolamento e conseguentemente patologie e dipendenze. Le fasce orarie sono state così individuate: dalle 7,30 alle 9,30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21, tutti orari in cui il consumo di gioco, soprattutto quello tra aperitivo e cena, si dimostra essere più elevato.

Il Comune introduce regole ferree per quello che riguarda la reclamizzazione del gioco (divieto nei luoghi pubblici e di proprietà del Comune, divieto di utilizzo di insegne luminose che attirano al gioco, obbligo di esporre materiale informativo) e il divieto di offrire possibilità di giocare d’azzardo a meno di cento metri da bancomat, negozi “Compro Oro”, banchi dei pegni.

«Intendiamo così proteggere persone sole, giovani e anziani, le categorie più fragili della nostra città – spiega il sindaco Gori – sappiamo che vi sono molte persone che non tornano a casa a pranzo prese dalla foga del gioco, persone che addirittura dimenticano di andare a prendere i figli a scuola, pensionati che buttano metà o più della loro pensione nei gratta e vinci. In questo modo cerchiamo di mettere un freno al dilagare di dipendenze e patologie gravi, che arrivano a mettere in ginocchio tanti nostri concittadini e le loro famiglie. Si tratta di una piaga sociale e come tale va combattuta».

Dal provvedimento saranno esentate alcune categorie di gioco, come le sale bingo (a Bergamo funzionano come luoghi di aggregazione con spazi di somministrazione enogastronomica, lontane quindi dall’isolamento di VLT e slot), il Lotto tradizionale (che si sviluppa con una dinamica completamente diversa, ovvero con tre estrazioni a settimana) e il Totocalcio (con una cadenza ancor più rarefatta).

«Non siamo contrari al gioco legale – conclude Gori –, anche perché l’alternativa sarebbe un gioco gestito dalla criminalità organizzata. Pensiamo invece che si debba contrastare un fenomeno che comporta il degrado delle relazioni familiari e affettive, che comporta la perdita del lavoro e che ricade su una fetta di popolazione fragile, come giovani e anziani».

Oltre alle regole, anche la comunicazione ha un ruolo importante nel contrasto alla ludopatia. Su questo versante il Comune di Bergamo, l’Ats locale e molti altri partner (tra i quali Federconsumatori, Cisl, Associazione Polizia Locale, i Comuni dell’Ambito 1, Università degli Studi di Bergamo, Patronato San Vincenzo, Auser) hanno studiato e lanciato in questi giorni la campagna  “Azzardo Bastardo” per sensibilizzare ai rischi e ai problemi legati al gioco d’azzardo.


Ubi, la Responsabilità sociale per il Territorio coinvolge anche l’Ascom

La Banca Popolare di Bergamo (Gruppo UBI), con la collaborazione di Camera di Commercio di Bergamo e di Comune di Bergamo, ha realizzato un Progetto di Responsabilità Sociale per il Territorio costituito da due proposte distinte, ma ambedue di forte impatto sociale: la Responsabilità Sociale d’Impresa, un plafond finanziamenti per meglio assistere gli imprenditori nella gestione efficace delle problematiche di impatto sociale ed etico al loro interno e nelle zone di attività; un prestito obbligazionario solidale dedicato al Comune di Bergamo i cui proventi saranno in parte devoluti al progetto “La Città Leggera”. La Responsabilità Sociale d’Impresa prevede un plafond finanziamenti a medio lungo termine rivolto a quegli imprenditori che avviano programmi e progetti di Responsabilità Sociale e di Sostenibilità ed intendono dotarsi di approcci e strumenti per migliorare le tematiche ambientali, di etica, del rispetto dei diritti umani e dei diritti dei consumatori, con il duplice obiettivo di massimizzare la creazione di valore condiviso con gli stakeholder e di prevenire o mitigare eventuali impatti della propria attività. Ne sono esempio interventi per migliorare l’efficienza energetica, progetti che migliorino l’impatto ambientale generato da attività imprenditoriali, StartUp con creazioni di posti di lavoro, progetti di inclusione sociale e progetti relativi a nuove assunzioni di giovani. Il plafond ammonta ad euro 30 milioni, è attivato in sinergia con le Associazioni di Categoria del territorio: Confindustria Bergamo, Confagricoltura Bergamo, Coldiretti Bergamo, Ascom Confcommercio Bergamo, Confartigianato Bergamo, Confesercenti Bergamo, Ance Bergamo, Confimi Apindustria Bergamo, LIA – Liberi Imprenditori Associati; di seguito le principali caratteristiche:

– finanziamento chirografario a medio termine, con un minimo di 25mila euro ed un massimo di 500mila

– Start-up finanziamento chirografario a medio termine con importo massimo di 50.000 euro e con garanzia Confidi

– durata sino a 36 mesi con rimborso in rate mensili posticipate costanti

– tasso variabile indicizzato all’Euribor 3 mesi mmp maggiorato di uno spread fisso a seconda della durata, delle garanzie collaterali e del Rating assegnato (Rischio basso 1% – Rischio medio 1,5%)

– spese di istruttoria ridotte nella misura dello 0,90% dell’importo del finanziamento, con un minimo di 300 euro e un massimo di 2.000; ulteriore riduzione del 50% in presenza di garanzia di un Confidi.

“Le collaborazioni con Camera di Commercio di Bergamo e il Comune di Bergamo ci hanno permesso nel tempo di sostenere il territorio bergamasco e molte iniziative dedicate alle imprese e alle realtà più significative che oggi rappresentano gran parte del nostro tessuto locale – afferma Giorgio Frigeri, presidente della Popolare -. Il Progetto di Responsabilità Sociale per il Territorio è un’iniziativa che si prefigge di consolidare sempre di più i rapporti tra la nostra Banca e la realtà bergamasca ed è costituita dal Social Bond UBI Comunità per il Comune di Bergamo, finalizzato al sostegno de “La Città Leggera”, dedicato ad un argomento di forte attualità, ma anche di importante impatto sociale e civico vale a dire l’inserimento di persone disabili nella vita della comunità per costruirsi un’esistenza futura decorosa, indipendente e più vicina possibile ai canoni della normalità, e dal progetto di Responsabilità Sociale d’Impresa che prevede l’erogazione di finanziamenti a medio-lungo termine alle PMI a condizioni decisamente competitive proprio per la finalità a cui sono destinati. La responsabilità sociale d’impresa è un concetto innovativo e molto discusso che ha radici lontane e profonde risalenti agli inizi del Novecento. L’attività d’impresa, pur mirando al profitto, dove sempre tenere presenti una serie di istanze interne ed esterne all’impresa, anche di natura socio-economica, i finanziamenti messi a disposizione degli imprenditori da UBI Banca Popolare di Bergamo verranno concessi proprio per attuare progetti di sostenibilità sociale”.

“Si tratta di un’iniziativa importante ed esemplare sia dal punto di vista metodologico che dal punto di vista del contenuto – prosegue Ottorino Bettineschi, vicepresidente della Camera di Commercio di Bergamo -. Dal punto di vista metodologico perché dimostra la capacità di collaborazione e integrazione tra diversi soggetti del territorio, offrendo ciascuno un proprio peculiare contributo. Dal punto di vista del contenuto perché costituisce un’opportunità concreta e reale per favorire uno sviluppo del territorio orientato all’innovazione e alla creazione di posti di lavoro. In questo modo le realtà bergamasche dimostrano la capacità di declinare operativamente il concetto di responsabilità sociale”.

 

 


Una domenica tra le Cantine Aperte. Ecco chi partecipa in Lombardia

cantine aperteDal 1993, l’ultima domenica di maggio è quella di Cantine Aperte, la manifestazione con la quale le cantine socie del Movimento Turismo del Vino aprono le loro porte al pubblico, favorendo un contatto diretto con gli appassionati di vino.

L’appuntamento è diventato nel tempo una filosofia, uno stile di viaggio e di scoperta dei territori del vino italiano, che vede, di anno in anno, sempre più turisti, curiosi ed enoappassionati avvicinarsi alle cantine, desiderosi di fare un’esperienza diversa. Oltre alla possibilità di assaggiare i vini e di acquistarli direttamente in azienda, c’è quella di entrare nelle cantine per scoprire i segreti della vinificazione e dell’affinamento. Attorno all’evento, poi, ciascuna aziende organizza iniziative varie, di cultura gastronomica, intrattenimento, arte, che vanno ad arricchire la giornata e le visite.

Il Lombardia la manifestazione ha anche un fine solidale. Con “un bicchiere per la ricerca” sostiene infatti l’Associazione per la ricerca sul cancro. Le aziende della Valcalepio che partecipano sono sette. Le trovate qui insieme a quelle delle altre aree vinicole della Lombardia, per un fuoriporta tutto da degustare.


Borgo Santa Caterina, ecco la “movida per le famiglie”

BORGO SANTA CATERINAL’hanno definita una “movida per famiglie”, ma c’è molto di più: dopo il sabato di Bergamo InCentro, il testimone passa a Borgo Santa Caterina, con la manifestazione Vivi il Borgo d’Oro che dalle 15 di domani avvia un percorso dei sabati pomeriggio dedicati al passeggio, allo shopping e all’intrattenimento. L’iniziativa – che dal sabato successivo rientrerà nella calendarizzazione di Bergamo Estate 2016 – è nata dalla fattiva collaborazione de La Rete di Borgo Santa Caterina alla quale partecipano le Associazioni del Territorio, i Residenti e i Commercianti insieme all’Amministrazione Comunale rappresentata dal Servizio Reti Sociali del Comune di Bergamo. La modifica della viabilità dovuta al cantiere che per alcuni tratti vede chiusa la via ha dato lo spunto per richiedere la possibilità di pedonalizzare la strada fino al termine dei lavori che sono previsti per la prima settimana di agosto. Il Comune ha accolto la richiesta di concedere i sabati con l’accordo tra residenti e commercianti: si è trovato un punto di incontro permettendo ai residenti l’utilizzo di parte della carreggiata.

Tante le iniziative in programma: da Drive Test con biciclette e scooter elettrici a “Come degustare i vini Vini e Sfizi”, da percorsi per conoscere i cristalli e le loro proprietà a una lezione su come annodare alla perfezione una cravatta, dalla presentazione della collezione di gioielli ad addirittura un test di abilità visiva. Non solo: sono previste anche partite di scacchi (su prenotazione) in simultanea e con istruttori a disposizione e pure la merenda in Borgo. Straordinario momento per conoscere il Borgo sarà l’appuntamento delle 17 con Emilio Moreschi e Umberto Zanetti con “Luoghi, personaggi e storie del Borgo”.

Vivi il Borgo d’Oro – Il programma di sabato 28 maggio

 


Borgo Palazzo, Alba Abbigliamento in festa per i 50 anni

alba abbigliamento- via Borgo Palazzo Bergamo

In tempi di rapidi turn over di insegne e serrande abbassate, un traguardo come i cinquant’anni di attività vale probabilmente ancora di più. Non stupisce, quindi, la grande soddisfazione con la quale Giovanni Mangili e la moglie Marilena Pesenti si apprestano a festeggiare il mezzo secolo del loro negozio, Alba abbigliamento, al numero 39 di via Borgo Palazzo, a Bergamo. Lo faranno offrendo un piccolo rinfresco ai clienti sabato 28 maggio, in mattinata.

La bottega è una delle certezze del Borgo. Ha preso il nome dalla signora che prima di loro gestiva l’attività ed ha conservato il carattere “di una volta”: niente effetti speciali o capi all’ultima moda, ma quello che serve sì, classico e scelto con cura per donna, uomo e bambino, compresi intimo e calze. «Sul nostro biglietto da visita c’è scritto “Non tutto, ma di tutto” – racconta il figlio Angelo, che li affianca in negozio dal ’91 – ed è ciò che ci ha contraddistinto negli anni e che ancora oggi ci fa andare avanti. Qui, ad esempio, le persone anziane, che magari sono spaesate nei centri commerciali, possono trovare i capi che fanno per loro, soprattutto per quanto riguarda l’intimo, e siamo un riferimento di fiducia anche per le case di riposo».

La storia commerciale di Giovanni e Marilena è andata di pari passo con quella familiare, si sono infatti sposati nello stesso anno, il ’66, in cui hanno aperto il negozio (è l’anno perciò anche delle nozze d’oro!) e Angelo ha ne seguito le orme. «Ho cominciato dando una mano – racconta – ora i ruoli si sono invertiti, sono io quello fisso e mamma e papà mi aiutano. Il periodo è abbastanza difficile, ma posso dire che riesco ad andare avanti grazie al buon lavoro fatto da loro, alla clientela consolidata negli anni. Mia madre ricorda che molte delle sue clienti le ha conosciute da bambine e le ha viste crescere, siamo uno di quei negozi che se non c’è un articolo lo procuriamo ed abbiamo imparato ad indovinare i gusti di chi fa acquisti da noi. Serviamo il borgo, ma una buona metà dei clienti viene da fuori».

«Com’è cambiata la via? In questo tratto non c’è stato quel forte ricambio che è avvenuto altrove, per molti versi è ancora quella di una volta».

Per la serie: il centro commerciale non va bene proprio per tutti.


Ubi? Non trattiamola da supereroe del sistema bancario

veneto bancaUbi Banca è da tempo tirata per la giacchetta per intervenire a salvare altri istituti, neanche fosse un supereroe del sistema bancario. Forte di un patrimonio eccedente le strette necessità, ma che comunque non può essere sprecato, alcuni la vorrebbero intervenire al capezzale del Monte dei Paschi, altri a sostegno degli istituti veneti. Eppure data la situazione incerta, e probabilmente con molti scheletri nelle casseforti, dei candidati, se Ubi decidesse di proseguire nella sua aurea solitudine non le si potrebbe dare torto. Gli ultimi insistenti rumors riguardano un possibile intervento in Veneto Banca. Le ipotesi di crescita verso Est si rincorrano da tempo: c’è stato qualcosa di più di un interessamento con l’istituto veronese che ora sta dando vita a Banco Bpm, ma si era parlato anche di Popolare Vicenza e di Veneto Banca. “Sistemata” la Popolare di Vicenza con il fondo Atlante, resta quindi soltanto l’ipotesi dell’ex Popolare, ormai Spa, con sede a Montebelluna. Ed è auspicabile che al momento questa resti soltanto un’ipotesi o neanche questo, come del resto continua a sostenere la stessa Ubi banca con ripetute smentite sul fatto che sia aperto un dossier.

Ci sono fondati motivi per i quali l’operazione non appare particolarmente allettante. Innanzitutto perché si sta per preparare un aumento di capitale da un miliardo a servizio dell’Ipo dall’esito molto incerto, tanto che non si esclude un intervento del fondo Atlante. Esattamente come avvenuto poco tempo fa alla Popolare di Vicenza, dove il Fondo versando 1,5 miliardi si è trovato con il 99% del capitale, dato che la sottoscrizione si era fermata all’8%, nonostante il prezzo stracciato (0,1 euro per azioni che tre anni prima erano state collocate a 62,5), peraltro adeguato al valore dell’istituto. Anche per Veneto Banca (nella quale è confluita alcuni anni fa la Banca di Bergamo) si prospetta un aumento di capitale che farà diluire la quota degli attuali soci, anche se non in maniera così netta come nella Vicenza. Del resto in occasione della trasformazione in Spa di fine 2015 è stato fissato un diritto di recesso ai soci Veneto Banca a 7,3 euro ad azione, a fronte dei 30,5 euro del valore (attribuito dalla banca stessa) di un anno prima.

Le criticità a Montebelluna del resto non mancano e vanno dai dubbi legati alla mole dei crediti deteriorati, conseguenza anche di una crescita vertiginosa avvenuta attraverso acquisizioni senza guardare troppo per il sottile, alla bassa redditività e al calo dei depositi. E poi ci sono le stime del piano messo a punto dal nuovo Ceo Cristiano Carrus (ex Creberg), che prevedono un utile di 152 milioni al 2018 e di 249 milioni al 2020, ritenute dagli analisti troppo ottimiste. Tra i «pro», invece, c’è l’opportunità del consolidamento. Veneto Banca, infatti, per Banca Imi, l’investment bank di Intesa Sanpaolo (capofila del consorzio di garanzia che garantisce l’aumento di capitale, salvo futuro intervento del fondo Atlante ), è un candidato potenziale nel risiko grazie alla forte presenza in zone attraenti e allo spazio per potenziali sinergie. Se proprio il Fondo Atlante, che già controlla la Popolare di Vicenza, dovesse intervenire anche in Veneto Banca, si troverebbero sotto lo stesso cappello due istituti che in passato si erano corteggiati senza però arrivare all’accordo. Ma dato che potrebbe intervenire il Fondo Atlante a fare il lavoro sporco dell’aggregazione e soprattutto della sistemazione delle sofferenze dei prestiti (o Npl-non performing loans), non dovrebbe intervenire Ubi che ha disposto una partecipazione con 200 milioni al Fondo, ora dotato di 4 miliardi, proprio per non affrontare il problema degli Npl e di evitare interventi diretti che peserebbero sui bilanci.

Acquisire una quota importante, se non il controllo di Veneto Banca, in sede di aumento, vorrebbe dire infatti esporsi a un esborso di cassa comunque importante, assottigliando pericolosamente i suoi cuscinetti patrimoniali. E in questa fase congiunturale ricostituirli con un aumento di capitale non è operazione dall’esito scontato. Inoltre si assumerebbero rischi rilevanti per l’ampiezza del portafoglio crediti deteriorati, per le pendenze legali legate alla vendita di azioni ai clienti e per le difficoltà sul fronte della raccolta e dei ricavi e in generale della gestione operativa. Se proprio Ubi fosse interessata a Veneto Banca lo potrà fare con minori rischi quando la situazione si sarà meglio definita e stabilizzata. Sarà importante, a questo proposito, vedere come e a che prezzo sarà concluso l’aumento di capitale e da chi sarà formato l’azionariato dopo l’operazione. In questo momento in ogni caso l’istituto ha bisogno di risorse fresche, che Ubi Banca non ha intenzione di farsi drenare, mentre dopo l’aumento di capitale, se Veneto Banca avrà riportato i suoi indici patrimoniali sopra il livello stabilito dalla Bce, un’eventuale operazione potrebbe anche essere impostata carta contro carta. Ma al momento è solo un’ipotesi che si potrà verificare nei prossimi mesi, o forse anche di più. Quando magari l’interesse potrebbe essere per un più succulento pacchetto “Popolare Vicenza-Veneto Banca” ora inesistente.

 

 


Bergamo, cambiano le regole per il commercio. Criteri meno rigidi per i nuovi esercizi, via libera ai maxi store

frizzoni.jpgRegole più semplici, stop al consumo di suolo in città e nuove procedure per attrarre strutture commerciali moderne in città: sono questi in estrema sintesi gli indirizzi principali approvati oggi dalla Giunta di Bergamo per realizzare una variante urbanistica al PGT in vigore. Un lavoro davvero corposo e di grande significato, che rappresenta l’impegno più importante sul tema urbanistico dell’Amministrazione Comunale. Innanzitutto una sostanziale semplificazione delle procedure, con un armonizzazione del PGT agli altri strumenti di piano vigenti (Piano delle Regole e dei Servizi, ma anche Piano Triennale delle Opere Pubbliche e Piano di Coordinamento del Parco dei Colli), un cambio di prospettiva che semplifica notevolmente le linee guida e i comportamenti consentiti (tutto quel che non è vietato è consentito, mentre allo stato attuale le regole esplicitano tutti i comportamenti consentiti, con un appesantimento dei documenti di previsione) e un miglioramento degli strumenti cartografici.

Sarà infine più semplice prevedere cambi di destinazione d’uso. Il Comune prevede inoltre un monitoraggio di tutte le previsioni edilizie della città, verificando quali sono tutt’ora coerenti con gli indirizzi dell’amministrazione e quali invece necessitano di revisione. Si cancellano tutte le previsioni inserite nel PGT dalla precedente Amministrazione di realizzazione del Parco dello Sport e dell’Accademia della Guardia di Finanza a Grumello del Piano, dove invece si prevederà la valorizzazione e l’ampliamento del PLIS, il parco della cintura sud della città di Bergamo. Cambiano infine le regole per il commercio: si adeguano le procedure ai cambiamenti avvenuti negli ultimi anni (il regolamento attuale risale a diversi decenni or sono). La variante prevede criteri meno rigidi e complessi per l’insediamento e lo sviluppo di nuovi esercizi, sia di piccolo che di grande formato. Perché ciò avvenga si prevedono regole e premialità a beneficio delle nuove attività commerciali, incentivando la funzione di attrattori che queste attività ricoprono in luoghi attualmente fuori dal centro cittadino.


Pagnoncelli applaude Renzi, che “spettacolo” al Sociale

Matteo Renzi per dare sostegno al sì al referendum costituzionale di ottobre si diverte (di conserva con la sua ministra alle Riforme che predilige i paragoni azzardati e le distinzioni capziose) a mettere alla berlina gli avversari, dipingendoli di volta in volta come gufi o rosiconi, voltagabbana o inciucisti. Chissà se guardando la platea del teatro Sociale di Città Alta, dove ha voluto tenere a battesimo la sua campagna, si sarà imbattuto nel faccione rubicondo di Marco Pagnoncelli. Sì, proprio lui: il senatore ora approdato sulla scialuppa guidata dal prode Denis Verdini ma con un passato sulla tolda del transatlantico berlusconiano. Già fedelissimo del Silvio nazionale, poi folgorato dal Celeste (alias Roberto Formigoni), macerato dai tormenti esistenzial-politici, era poi finito sulla corvetta di Raffaele Fitto.

Un’imprudenza per un riconosciuto uomo di potere come lui. E infatti, tempo pochi mesi ed eccolo confluire verso il centro di gravità permanente del Vicerè toscano dalla chioma leonina. Forse Renzi non se n’è accorto, o forse lui non si cura dei cosiddetti “de minimis”, ma un compagno di strada così (per tacere dei vari D’Anna, Barani e Falanga, autentici statisti mancati) rientra a pieno titolo, politicamente parlando s’intende, tra coloro che meritano di essere indicati al pubblico ludibrio. A qualcuno del Pd che conserva ancora un po’ di senso del pudore vedere Pagnoncelli spellarsi le mani per gli strali renziani contro gli inciucioni ha provocato gelidi brividi lungo la schiena. Ma, appunto, trattasi di pochi benpensanti che non han capito come sono gli usi della casa.

Il premier, per quanto di matrice democristiana, applica la più classica doppiezza togliattiana. Inflessibile con i difetti di avversari e oppositori interni, morbido e comprensivo con quelli dei suoi amici e della corte dei miracoli con cui ama circondarsi. Il male, o il marcio, è per definizione dall’altra parte. Di qua c’è chi vuole bene all’Italia, chi si batte per il progresso, chi vuole ridare speranza. Di là, invece, sono concentrati i peggiori: quelli che vogliono lo sfascio, che difendono le poltrone, che vorrebbero riportare il Paese all’età della pietra. Un manicheismo da asilo infantile che risulta grottesco sulla bocca di chi è stato investito del ruolo di governo e aspira a passare alla storia come un leader innovatore.

C’è da augurarsi che il presidente del Consiglio rinsavisca presto e assuma toni e contenuti più istituzionali. Ne ha solo da guadagnare.  E’ vero che si sente un piccolo (!) Napoleone con quel suo “dopo di me il diluvio”, ma se continuerà a legare la sopravvivenza sua e del suo governo all’esito positivo del referendum otterrà solo di portare sul fronte del no anche quanti sono favorevoli nel merito alle riforme ma non condividono le scelte politiche dell’esecutivo. Se fosse davvero quel politico dotato di doti sopraffine che crede di essere lo avrebbe capito da tempo. Ma forse gli sarebbe bastato anche solo consultare i libri di storia. Gli uomini solo al comando agli italiani piacciono. Con un particolare: così come ne rimangono folgorati, così se ne disamorano. E i piccoli grandi fenomeni (da Fanfani a De Mita, da Craxi a Berlusconi) lasciano il proscenio tra i fischi.


Morto il cardinale Capovilla, “Ci ha fatto conoscere Papa Giovanni”

E’ morto oggi, a Bergamo, il cardinale Loris Francesco Capovilla, già segretario particolare di Papa Giovanni XXIII. L’arcivescovo aveva cento anni, compiuti il 14 ottobre scorso. Dal 15 aprile era il più anziano vescovo d’Italia e il quarto del mondo. Cardinale grazie a Papa Francesco il 22 febbraio 2014, aveva il titolo presbiterale di Santa Maria in Trastevere. Nato a Pontelongo, in provincia di Padova, era stato ordinato sacerdote il 23 maggio 1940. Per dieci anni, dal 15 marzo 1953 al 3 giugno 1963, è stato segretario particolare di Angelo Giuseppe Roncalli, prima quando questi era patriarca di Venezia e poi durante il papato di Giovanni XXIII. Dal 10 dicembre 1988 viveva a Sotto il Monte, paese d’origine di Angelo Roncalli, dove è stato custode fedele della memoria storica e spirituale di Papa Giovanni XXIII. Il direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII, don Ezio Bolis, ricorda il cardinale scomparso con le parole che monsignor Andrea Spada, storico direttore de L’Eco di Bergamo scrisse a monsignor Loris Capovilla in occasione della beatificazione di Giovanni XXIII: «Si deve in tantissima parte a Lei se Papa Giovanni, oltre che amato, è anche ben conosciuto in tutto il mondo nella sua santità… Lei è l’evangelista di Papa Giovanni. È vero. Resterà una gioia in Cristo e un grande merito di cui tutti Le saranno grati per sempre».

Da parte sua, il presidente della Fondazione Papa Giovanni XXIII, Armando Santus, afferma: «Con le migliaia di carte e fotografie che custodisce, l’archivio della nostra Fondazione testimonia il profondo intreccio tra la figura di san Giovanni XXIII e quella del suo segretario cardinal Capovilla. L’una illumina l’altra. La Fondazione continuerà a studiare e a far conoscere la loro preziosa eredità culturale e spirituale». La Fondazione Papa Giovanni XXIII è nata nel 2000 per volontà della Diocesi di Bergamo con l’intento di raccogliere, custodire, studiare e divulgare il prezioso patrimonio documentario di Angelo Giuseppe Roncalli, San Giovanni XXIII. Tale patrimonio, riversato dal suo segretario, cardinale Loris Francesco Capovilla, consta di oltre 10.000 carte tra fascicoli, foto e volumi. L’attività della Fondazione Papa Giovanni XXIII comprende la promozione di studi, seminari, convegni, mostre e iniziative culturali (in collaborazione con diversi enti fra i quali le Università di Bergamo, Pavia e Pisa) per approfondire la conoscenza di Papa Roncalli nel mondo.