Passaggio generazionale: serve un processo su misura delle micro e piccole imprese

Le relazioni familiari fanno sempre la differenza. Oltre la governance e gli aspetti manageriali e gestionali, resta l’unicità di ogni famiglia, che rispecchia anche quella d’impresa

Il tema della governance delle società familiari e le dinamiche del passaggio generazionale sono argomenti trattati già da molti anni dalla letteratura e dal mondo accademico eppure sono ancora aspetti poco conosciuti dagli imprenditori, almeno dalla stragrande maggioranza di essi. Il ricambio generazionale è un processo lungo e laborioso che tutte le imprese longeve  sono chiamate ad affrontare, anche se spesso in modo dilettantesco o meglio con un forte supporto tecnico legale e fiscale da parte dei consulenti ma uno scarso supporto di processo.  Perché avviene questo?

Perché le numerose ricerche sul tema, considerato ormai molto esaminato dal mondo accademico, hanno portato molta teoria ma poca pratica. La colpa certamente non è del mondo accademico ma dal mondo delle imprese che forse l’ha trascurato un po’,  rispetto all’importanza di tutti i processi che portano all’efficienza negli adempimenti obbligatori o a quelli immediati di sviluppo e ritorno degli investimenti.

Inoltre i vari aspetti sono stati poco declinati verso la micro e la piccola impresa. Eppure è proprio in queste imprese, che non si caratterizzano per una quota societaria e per un dividendo come remunerazione ma per un asset familiare da salvaguardare e soprattutto in un lavoro da passare da una generazione ad un’altra dove il problema del ricambio generazionale si acuisce.

Infine forse si ritiene che questo processo possa essere affrontato solo con forti competenze legali, economiche e finanziarie trascurando invece gli aspetti più psicologici del sistema delle relazioni dei familiari e del rapporto familiari e management che spesso invece fanno la differenza nel buon fine del processo. Certo i “Patti sociali e parasociali”, “Trust”, “Holding” e “Patto di famiglia” costituiscono la “cassetta degli attrezzi” per affrontare il processo, ma restano strumenti che vengono dopo due aspetti che sono fondamentali: cultura e sensibilità verso la continuità aziendale (e familiare).

Partiamo dall’assunto che la micro e la piccola impresa sono la spina dorsale del nostro sistema economico. Sono i numeri a confermarlo. Se le imprese micro e piccole in provincia di Bergamo (da 1 a 9 addetti) costituiscono il 93% delle imprese attive, per i settori del terziario, servizi esclusi, possono addirittura arrivare al 95% del commercio e al 97% del turismo. Non conta solo la dimensione ma il management. Ci sono imprese che per fatturato e numero di addetti sono grandi in cui però la gestione mantiene una dimensione familiare.  Estendendo quindi l’esigenza alle imprese più grandi dei 9 addetti e nelle quali la gestione è comunque, almeno nelle sue funzioni-chiave diretta dall’imprenditore e dai suoi familiari allora il bisogno potrebbe rasentare addirittura il 98/99% delle imprese longeve, cioè di qualsiasi impresa che voglia darsi una proiezione oltre la prima generazione.

Il Registro delle Imprese che tanto è utile per valutare l’andamento del sistema economico non risolve l’esigenza di isolare nell’immediatezza le imprese e le società familiari. Rileva le nuove imprese e le cessate, di ogni settore, le imprese di stranieri, di giovani e a prevalenza femminile, le tipologie di società ma non le imprese gestite in famiglia. Eppure queste imprese sono un elemento distintivo del nostro tessuto economico e dovremmo cercare di definirne il peso prima ancora che porre delle tutele per le stesse. Ad esempio da anni rileviamo un calo sensibile delle società di persone a dispetto di quelle di capitale ma non sappiamo se questo fenomeno depauperi o meno il sistema e la forza delle imprese familiari. Eppure il futuro del nostro sistema economico passerà dalla comprensione di questo fenomeno.

Esistono due approcci di analisi del tema e di supporto alle imprese. Uno è quello degli Istituti previsti dalla legge e gli strumenti giuridici e fiscali a disposizione. Queste competenze non possono che venire dall’alto, dal mondo accademico e dai professionisti avvocati, notai e commercialisti. Peraltro sono stati i contenuti di due importanti seminari organizzati pochi giorni fa dalla Camera Arbitrale di Bergamo e dal titolo: “Le società familiari e le PMI tra organizzazione della Governance e raccolta dei finanziamenti”. Gli strumenti ci sono sebbene debbano essere maneggiati con cura.

L’altro approccio non meno importante viene invece dal basso. Ogni società familiare è diversa da un’altra perché ogni famiglia è unica. Le relazioni tra familiari prevalgono spesso su quelle economiche e le esperienze sono sempre l’una diversa dall’altra. Nei fattori ESG (Environmental, Social and Governance Criteria) non è casuale che la governance sia il primo fattore,  più importante ancora degli altri, per l’ottenimento del credito. Noi vorremmo essere di aiuto agli imprenditori studiando in profondità casi nei quali si è o si sta consumando il ricambio generazionale per isolarne punti di forza, criticità e buone prassi. Da qui nasce il coinvolgimento del Centro Cyfe (Center for Young and Family Enterprise) dell’’Università degli Studi di Bergamo  per analizzare in profondità tre temi significativi che sono al centro della questione: la delega con i ruoli e le responsabilità, l’affiancamento e il passaggio delle competenze ed infine le aspettative e le aspirazioni delle persone, perché è vero che si parla di continuità delle imprese ma soprattutto di passato presente e futuro delle persone. Quindi della loro buona vita. Grazie al suo Gruppo Giovani  la nostra associazione ha realizzato un docu-film sul tema del ricambio dal titolo “L’impresa familiare tra passato presente e futuro” : abbiamo intervistato dieci senior e junior di imprese che stanno affrontando gli elementi positivi e negativi del passaggio. Pensiamo che su un tema che rende ogni esperienza diversa da un’altra sia fondamentale avere metodo anche per la selezione delle buone pratiche e dei consigli giusti per affrontarlo. Insomma cercando di non improvvisare.

 


Alta formazione, al via il corso della Camera di Commercio

Imprenditorialità, innovazione e strategie per l’internazionalizzazione i temi chiave della nuova edizione. La presentazione il 31 marzo

Sono aperte fino all’11 aprile le iscrizioni alla nuova edizione del corso di Alta Formazione “Imprenditorialità e innovazione per l’internazionalizzazione delle MPMI – GO.IN’ BASIC” rivolto a imprenditori, manager e dipendenti di micro, piccole e medie imprese locali interessati a rafforzare competenze imprenditoriali/manageriali per poter affrontare al meglio le decisioni strategiche e organizzative necessarie per innovare con lo sguardo rivolto all’internazionalizzazione. L’iniziativa, alla sua undicesima edizione, è realizzata in collaborazione con il sistema associativo territoriale e vede il supporto tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Bergamo e in particolare dei Centri di Ateno SdM-Scuola di Alta Formazione e CYFE-Centro per la nuova imprenditorialità giovanile e familiare.

Tre aree: imprenditorialità, innovazione e strategie di internazionalizzazione

Il percorso, della durata di 120 ore (dal 22 aprile al 3 dicembre), si svolgerà, salvo limitazioni dovute a nuove recrudescenze della pandemia, in presenza, con lezioni al venerdì pomeriggio e al sabato mattina (30 lezioni), nelle sedi di Dalmine e di Bergamo dell’Università e di Bergamo Sviluppo. Obiettivo dell’iniziativa è trasferire contenuti e strumenti efficaci per affrontare le future decisioni strategiche e organizzative imposte da una situazione economica caratterizzata da recessione e da forte instabilità, rafforzando sia la capacità innovativa dell’impresa sia le competenze tecniche e personali dei corsisti. Nell’iniziativa formativa sono coinvolti docenti universitari e professionisti che concentreranno i loro interventi nelle 3 aree che quest’anno verranno affrontate nel corso, ossia imprenditorialità, innovazione e strategie di internazionalizzazione. Ognuno di questi argomenti sarà poi declinato in interventi specifici, prevedendo diverse modalità di coinvolgimento dei partecipanti.

“Anche quest’anno il corso è stato riprogettato per poter rispondere alle esigenze delle imprese partecipanti e tener conto delle incertezze dell’attuale situazione economica-  spiega il Presidente di Bergamo Sviluppo Giacinto Giambellini -. E siamo molto contenti di aver superato il traguardo dei 10 anni di attività durante i quali abbiamo formato 276 imprenditori, manager e dipendenti appartenenti a micro, piccole e medie imprese locali. Il percorso punta a far crescere le competenze personali e professionali dei partecipanti, li aiuta a sviluppare visioni più ampie, a mettere in discussione le proprie convinzioni grazie al confronto con gli altri corsisti e con i docenti coinvolti nell’attività formativa, favorendo una interazione e una partecipazione attiva. Il confronto e la condivisione, oltre che l’apertura al cambiamento e all’innovazione per guidare le scelte strategiche future, sono sempre più doti fondamentali per imprenditori e dipendenti. E questi elementi, che il percorso ha sempre favorito e stimolato, rappresentano i punti di forza che i partecipanti di ogni annualità apprezzano dell’attività formativa proposta”.

“Da tre anni a questa parte – prosegue Tommaso Minola, responsabile scientifico del corso insieme a Mara Brumana – le imprese si trovano ad affrontare una situazione di grande emergenza, in cui il cambiamento e l’incertezza sono all’ordine del giorno. Il corso Basic aiuta i partecipanti a guardare ai problemi secondo uno sguardo unitario e costruttivo lavorando sulla mentalità del partecipante e stimolando un atteggiamento aperto all’innovazione, alla condivisione e al mettersi in discussione in modo critico. Per farlo, pur rimanendo nell’ambito delle aree tematiche del corso, ossia imprenditorialità, innovazione e internazionalizzazione, proponiamo ogni anno contenuti, approcci e strumenti didattici rivisti grazie al coinvolgimento di docenti e professionisti con esperienze ed estrazioni differenti, in modo che l’offerta sia varia, trasversale e favorisca la crescita e l’apertura mentale dei partecipanti”.

Il 31 marzo la presentazione

Per conoscere i requisiti di ammissione dei partecipanti, le quote di iscrizione e avere informazioni per effettuare l’iscrizione online all’iniziativa, è possibile partecipare alla presentazione del corso che sarà effettuata online il 31 marzo prossimo alle ore 17 (questo il link zoom per iscriversi e partecipare  https://us02web.zoom.us/j/86750732735?pwd=a0xQeVM1MjFXWHkyTzk1S0J5VFUvQT09 in alternativa mandare una mail a campana@camcom.it ) oppure consultare la sezione news scorrevoli nella homepage del sito di Bergamo Sviluppo (www.bergamosviluppo.it).

Per le sole imprese della provincia di Bergamo è previsto un cofinanziamento da parte della Camera di Commercio che riduce notevolmente la quota di iscrizione. Tutti i candidati iscritti saranno invitati ad un colloquio conoscitivo di selezione effettuato, da remoto, da un apposito Nucleo di Valutazione.

Per informazioni contattare Bergamo Sviluppo-Azienda Speciale della CCIAA di Bergamo (referente iniziativa: Silvia Campana, tel. 035.3888036 – campana@camcom.it


L’Università cresce, «ma ha bisogno di docenti e personale»

«Siamo un’Università in movimento, dinamica e, per usare un termine oggi molto in voga, “interattiva”». Così il rettore dell’Università degli Studi di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini ha inquadrato il cammino dell’Ateneo cittadino aprendo il 49esimo anno accademico nell’aula magna di Sant’Agostino.

Una cerimonia che ha contaminato gli ambiti del sapere con l’intervento del professor Roberto Cingolani dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova e la lectio magistralis del professor Gilles Pécout, Recteur de la Académie de Paris, Région académique Île-de-France, Chancelier des Universités de Paris, su “Le frontiere mediterranee dell’Europa nel lungo Ottocento”.

remo morzenti pellegrini rettore università di bergamoNumeri e progetti danno la dimensione dell’attività e delle prospettive dell’Università. Le matricole sono passate dalle poco più di 4.000 di dieci anni fa alle oltre 6.000 di quest’anno, con un ulteriore incremento rispetto all’anno scorso. Complessivamente gli studenti iscritti per l’anno accademico 2017-2018 sono oltre 18.000. «Una cifra imponente che nel prossimo futuro ci obbligherà inevitabilmente, con questo trend di crescita, a pensare a corsi con numero programmato di studenti per poter continuare a garantire un’elevata qualità dell’offerta formativa», ha annunciato il Rettore.

Oggi sono attivi 14 corsi di laurea triennali, 3 corsi di laurea magistrali a ciclo unico, 16 corsi di laurea magistrale, per un totale di 33 corsi di studio. Tra questi, 3 corsi di laurea magistrale e due curricula di altrettante lauree magistrali sono tenuti interamente in lingua inglese, a cui si aggiunge il corso di Laurea magistrale in lingua inglese in Medicina e chirurgia in collaborazione con l’Università di Milano Bicocca, la University of Surrey e l’ASST Papa Giovanni XXIII e il corso di laurea in Scienze infermieristiche in collaborazione con Humanitas University.

«Per l’anno prossimo – ha proseguito Morzenti Pellegrini – abbiamo intenzione di presentare altre due proposte di attivazione di corsi di laurea magistrale: Filosofia e storia delle scienze naturali e umane ed Engineering and Management for Health in lingua inglese, così da migliorare sempre più l’interazione tra la didattica e le prospettive metodologiche e di ricerca già in atto nel nostro Ateneo».

Insieme agli studenti e ai corsi cresce la ricerca. La valutazione realizzata dall’Anvur ha evidenziato il raggiungimento di standard più elevati e sono state incrementate le risorse ai Dipartimenti e quelle relative agli assegni di ricerca, che da annuali sono diventati biennali, con un impegno di 1,7 milioni di euro.

A Bergamo, nell’anno accademico 2016-2017, hanno conseguito il titolo di Dottori di Ricerca 152 dottorandi e oltre 400 domande sono pervenute per il ciclo che si è da poco inaugurato. L’Ateneo può contare su 6 corsi di dottorato con sede amministrativa, di cui uno da quest’anno in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, e uno con sede amministrativa all’Università di Pavia.

Sul fronte delle relazioni internazionali, nel 2017 sono stati stipulati 32 nuovi accordi di collaborazione, 67 docenti e ricercatori in entrata e 23 in uscita hanno usufruito di mobilità in base agli accordi bilaterali e di collaborazione culturale e scientifica.

Tra le novità c’è anche il programma, fra i primi in Italia, di “Doppia Carriera”, sviluppato insieme al Centro universitario sportivo con l’obiettivo di permettere di coniugare lo sport con lo studio agli studenti-atleti che svolgano riconosciuta attività agonistica a livello nazionale e internazionale.

Prosegue inoltre il potenziamento dell’organico. Nell’anno in corso sono stati varati bandi per il reclutamento complessivo su fondi di Ateneo di 18 ricercatori a tempo determinato, 27 professori associati, 17 professori ordinari. Sono stati poi banditi 5 posti per posizioni di personale tecnico amministrativo. A breve, ci sarà una nuova tornata interna di reclutamento di personale docente nella quale verrà previsto un piano straordinario di assunzione di giovani ricercatori.

«Dobbiamo però in ogni caso avere la possibilità di riequilibrare il prima possibile il nostro rapporto docenti/personale/studenti – l’appello del Rettore – che, ad oggi, è tra i più alti nel sistema universitario italiano: cioè, rispetto ad altri Atenei con lo stesso nostro numero di studenti, abbiamo circa il 30% in meno di docenti e di personale tecnico-amministrativo. Penso siate tutti d’accordo con me nel dichiarare che tutto ciò non è più sostenibile! Non lo è proprio in quella prospettiva di crescita e valorizzazione che deve essere la priorità del nostro Ateneo per gli anni a venire».

Sviluppo significa anche bisogno di spazi «Qualche mese fa abbiamo inaugurato la nuova sede di via Pignolo e via San Tomaso grazie alla collaborazione con il Comune e la Provincia di Bergamo e al fondamentale supporto di Regione Lombardia – ha ricordato Morzenti Pellegrini -; a breve, porteremo a termine i lavori nel campus di Ingegneria di Dalmine e, contemporaneamente, inizieranno i restauri del Chiostro minore di Sant’Agostino e delle facciate del Chiostro grande. I lavori di demolizione presso l’ex caserma Montelungo sono invece già in corso e siamo in attesa a breve del progetto definitivo. Sempre nei prossimi mesi, inoltre, tutte le cappelle di questa ex chiesa saranno interessate dai restauri che abbiamo ritenuto opportuno intraprendere: sono lavori particolarmente delicati e però assolutamente necessari per salvare le opere dal degrado a cui andrebbero incontro».

Quanto alla mission, all’approssimarsi del cinquantesimo di fondazione dell’Università di Bergamo, il Rettore ricorre al filosofo tedesco Wilhelm von Humboldt, che agli inizi dell’Ottocento ha riformato il sistema educativo prussiano e portato all’istituzione, nel 1810, dell’Università di Berlino, di cui ricorre il 250 esimo anniversario della nascita. «La sua idea di connettere educazione e ricerca, o meglio di educare attraverso la ricerca, nasceva con l’obiettivo di sviluppare una cultura civica illuminata guidata esclusivamente dalla ragione. Questo ideale di università appare oggi messo in crisi dal nuovo ruolo richiesto agli Atenei che, sul modello delle Università statunitensi, predilige percorsi formativi impostati sulla professionalizzazione anziché sulla ricerca “pura” e sull’educazione della persona. In realtà la richiesta sempre più urgente e sentita da parte non solo del mondo accademico, ma anche di quello civile ed economico, è di un’Università attrezzata per farsi carico di nuove idee capaci di educare i cittadini – educarli alla ricerca, educarli alla conoscenza, educarli alla professione – nell’ottica di un beneficio comune e condiviso per l’intera società».


I distributori automatici pensano all’ambiente, in campo Confida e Università di Bergamo

distributori automatici 2I distributori automatici sposano la sostenibilità, dall’impiego di tecnologie di risparmio energetico alla logistica, con mezzi di trasporto gpl, metano e ibridi e lo studio di percorsi che riducono l’impatto del traffico nei centri urbani.

Addio anche a plastica e imballaggi inutili: per il trasporto degli alimenti si utilizzano contenitori sanificabili e riutilizzabili e nelle “macchinette” i gestori optano per confezioni e bicchieri biodegradabili o a basso impatto di C02, promuovendo anche la raccolta differenziata. La rivoluzione “green” coinvolge anche i prodotti, con una proposta bio, a chilometro zero e per le intolleranze alimentari.

Il tema della sostenibilità è al centro del convegno dal titolo “La CSR come valore competitivo: il caso del Vending Sostenibile”, in programma lunedì 13 novembre all’Università di Bergamo – Dipartimento di Economia, nella Sala Galeotti, alle 15. L’incontro è organizzato da Confida – Associazione Italiana della Distribuzione Automatica, in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo e il Gitt – Centro per la gestione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. Il convegno sarà l’occasione di presentare il progetto di ricerca internazionale portato avanti da cinque studenti dell’Università di Bergamo sul Vending sostenibile (“Sustainable Vending Challenges for the future of a fast growing sector”), coordinato dalla professoressa Daniela Andreini.

«Nel nostro settore – spiega Piero Angelo Lazzari, presidente di Confida – la sostenibilità è un tema molto ampio che tocca varie fasi dell’attività, dalla gestione efficiente dell’energia e dei magazzini all’interno dell’azienda alla sostenibilità nei trasporti, fino alla scelta di prodotti alimentari e alla gestione dei rifiuti nell’ottica di un’economia sempre più circolare».

Per promuovere le buone prassi in materia di sostenibilità ambientale all’interno del settore della distribuzione automatica, Confida ha dato vita nel 2014 al progetto “Vending Sostenibile”, in collaborazione con Fondazione Sodalitas (www.vendingsostenibile.com).

Il programma

L’incontro si apre con i saluti di Giancarlo Maccarini, prorettore vicario dell’Università di Bergamo, di Gianluca D’Urso vicedirettore Gitt (Centro per la gestione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico), di Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo e di Piero Angelo Lazzari, presidente Confida – Associazione Italiana della Distribuzione Automatica.

Silvana Signori, professore associato in Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Bergamo, farà il punto sulla responsabilità sociale e lo sviluppo sostenibile d’impresa; Massimiano Tellini, illustrerà il progetto Circular Economy di Intesa San Paolo, di cui è responsabile, il suo sviluppo e le opportunità per le imprese. Anna Reina, coordinatrice della Commissione Vending Sostenibile di Confida presenterà i risultati del progetto che raccoglie esperienze virtuose sul tema e le mette a disposizione dell’intero sistema. Daniela Andreini, professore associato in Economia e Gestione delle Imprese dell’Università degli Studi di Bergamo e Giuseppe Pedeliento, ricercatore in Economia e Gestione delle Imprese dello stesso Ateneo, illustreranno il progetto “Sustainable Vending Challenges for the future of a fast growing sector”.

Chiuderanno l’incontro le presentazioni di due case history di successo da parte di Francesco Frova, South Europe regional manager N&W Global Vending e Zana Vuleta, responsabile comunicazione Serim.

Bergamo, patria del vending

La distribuzione automatica italiana è nata a Bergamo. Nel 1963 il marchio di biciclette Bianchi diversifica la sua attività realizzando il primo distributore di crema caffè espresso e bevande calde a marchio aziendale. Oggi nella provincia di Bergamo, oltre alle aziende di fabbricazione (tra cui leader nel software e nella costruzione di distributori automatici, oltre ad aziende primarie impegnate nel trattamento dell’acqua), sono attive 35 aziende di gestione di distributori automatici.


L’Università di Bergamo accredita le start up degli studenti

L’Università di Bergamo è sempre più impegnata nel sostegno alle start up e al raccordo con il mondo imprenditoriale. È emerso nel corso della presentazione della finale di Start Cup, il progetto di formazione e accompagnamento delle nuove idee.

«L’Università di Bergamo ha recentemente approvato il Piano Strategico della Terza Missione – ha ricordato Sergio Cavalieri, prorettore delegato al Trasferimento Tecnologico, Innovazione e Valorizzazione della Ricerca – che, tra le sue linee, prevede il consolidamento del rapporto tra l’Ateneo e il tessuto economico-industriale del territorio attraverso il potenziamento delle attività di valorizzazione della ricerca e di trasferimento tecnologico. Start Cup Bergamo va proprio in questa direzione, mettendo a disposizione le competenze dell’Ateneo a favore degli aspiranti imprenditori del territorio. L’Ateneo ha inoltre recentemente approvato le linee di indirizzo per il sostegno alle startup, un documento unico nel suo genere in Italia che consente alle startup promosse dagli studenti universitari di avvalersi del titolo di “Startup accreditata dall’Università degli Studi di Bergamo” e accedere così ad una serie di servizi messi a disposizione dall’Università. Con queste misure l’Ateneo intende fornire un sostegno rilevante ai propri giovani nel valorizzare il loro talento inventivo e incentivare il loro spirito imprenditoriale, assumendo quindi nel territorio non solo il ruolo di fucina di laureati altamente qualificati, ma anche di motore di creazione e crescita di nuove imprese ad alto potenziale di sviluppo».

Lucio Cassia, presidente del Centro di Ricerca di Ateneo sulla Nuova Imprenditorialità (Cyfe), ha dichiarato: «A me piace pensare che Start Cup Bergamo non sia solo una business competition, bensì un laboratorio dove Istituzioni e Associazioni partecipano con entusiasmo verso il fine comune di sviluppo del territorio e del Paese. Un luogo dove sono posti a fattor comune valori e competenze differenti, per cambiare ciò che tende a spegnere lo slancio e alimentare ciò che invece dà carburante alle iniziative dei giovani. Stiamo costruendo un ecosistema innovation-friendly dove ognuno è chiamato a mettere in gioco il proprio talento».

«I nostri dati più recenti sulle startup innovative italiane, che presenteremo proprio durante la finale di Start Cup Bergamo – ha spiegato Tommaso Minola, direttore di Cyfe e Start Cup Bergamo -, ci dicono che i numeri sono in aumento. Il fenomeno è senza dubbio molto interessante; in particolare è sempre meno “improvvisato”, perché vi aderiscono individui con già qualificate esperienze professionali, derivanti da attività di ricerca in università o impresa. Tuttavia, i nostri dati ci dicono che per il successo di una nuova impresa è rilevante il livello di formazione imprenditoriale poiché questo genererebbe un maggiore orientamento alla crescita, al rischio imprenditoriale, all’internazionalizzazione. Con Start Cup Bergamo cerchiamo di lavorare su questi aspetti, fin dalle fasi preliminari della nascita dell’impresa».


Sviluppo della cultura imprenditoriale, in Università nasce il Contamination Lab

generica-università

L’Università degli Studi di Bergamo ha ricevuto comunicazione dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del finanziamento del progetto “Contamination Lab Bergamo” per lo sviluppo dell’imprenditorialità universitaria, una piattaforma di collaborazione – in conformità con il meccanismo dei già testati Contamination Lab di altre università italiane – tra gli studenti, i docenti e gli imprenditori del territorio.

La proposta dell’Ateneo cittadino si è classificata tra i primi 7 migliori progetti finanziabili fra i 43 progetti presentati da università del Centro Nord con un finanziamento di quasi 182.000 euro su un totale di 1 milione e 980 mila euro destinato ad Università del Centro Nord.

Obiettivo del progetto è la realizzazione di uno spazio fisico e virtuale di contaminazione interdisciplinare tra attori del mondo economico, sociale, della ricerca e della formazione, finalizzato alla creazione di una cultura imprenditoriale attraverso la promozione e lo sviluppo di progetti ad elevato livello di creatività e di innovazione con riferimento alla salute della persona e della comunità, tema di carattere fortemente multidisciplinare e che vede negli scorsi anni sempre più impegnato l’Ateneo.

Il progetto, di durata triennale, beneficia di una rete di partner territoriali composta da: Bergamo Sviluppo, Confindustria Bergamo, UBI Banca, BergamoScienza, Jacobacci & Partners, RES (Research for Enterprise System), UNICA Servizi, Ospedale Papa Giovanni XXIII, IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, I.T.I.S P. Paleocapa e I.S.I.S. Giulio Natta, nonché dei Contamination Lab delle università di Napoli (Federico II) e Catania. Partecipano anche l’Università di Cambridge e Maastricht, già partner dell’Ateneo sul progetto Campus Entrepreneurship, avviato lo scorso dicembre.

«La partecipazione alla rete dei Contamination Lab nazionali – dichiara Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università degli Studi di Bergamo – rappresenta per noi un risultato di notevole prestigio che valorizza appieno la capacità del nostro Ateneo di sviluppare un tema di indubbia rilevanza per la società, quale è quello della salute e del benessere della persona, attraverso il contributo multidisciplinare di diversi dipartimenti e centri di ricerca e facendo leva sulla capacità creativa e innovativa del nostro bene più prezioso, vale a dire i nostri studenti».

Sergio Cavalieri, prorettore delegato al Trasferimento tecnologico, innovazione e valorizzazione della ricerca e referente di Ateneo per il progetto Contamination Lab Bergamo commenta: «L’aggiudicazione del finanziamento da parte del Miur è una conferma importante del valore del percorso di crescita che il nostro Ateneo ha intrapreso sul fronte del trasferimento tecnologico e della promozione dell’imprenditorialità studentesca. È anche ulteriore evidenza di come una progettualità condivisa con importanti attori del mondo economico, culturale e sociale del territorio possa portare all’elaborazione di una proposta giudicata innovativa ma al tempo stesso molto concreta».

Tommaso Minola, direttore del Cyfe e direttore scientifico del progetto Contamination Lab Bergamo, aggiunge: «L’iniziativa farà leva sull’esperienza pluriennale maturata nei percorsi Start Cup prima e Campus Entrepreneurship poi, in collaborazione con Cambridge e Maastricht, per potenziare la nostra comprensione del fenomeno imprenditoriale e soprattutto il trasferimento di nuove forme e modelli per l’accompagnamento ai nostri studenti. È un’iniziativa che rafforza spazi di collaborazione interdisciplinare e interdipartimentale intorno al tema dell’imprenditorialità. È un progetto che tocca contemporaneamente il fronte della didattica, della ricerca e della terza missione».


Avete un’idea d’impresa e volete svilupparla? Affrettatevi per Start Cup

start cup bergamo 2Se avete un’idea di business che vi frulla nella testa, vi restano ancora alcune ore per iscrivervi a Start Cup Bergamo 2017, il progetto dell’Università di Bergamo per formare gli imprenditori di domani.

Si chiudono infatti a mezzanotte di mercoledì 7 giugno i termini per partecipare all’ottava edizione di Start Cup School, il percorso di formazione imprenditoriale avanzato, sviluppato con le Università di Cambridge e Maastricht, che fornirà tutti gli elementi – teorici e pratici – utili allo sviluppo dell’idea e alla verifica in un piano d’impresa pronto per essere sottoposto agli investitori.

Gli iscritti potranno inoltre beneficiare di un accompagnamento imprenditoriale, a cura di tutor accademici e mentorship industriale promossa da imprenditori locali. Le iscrizioni possono essere perfezionate su www.startcup.unibg.it

Start Cup Bergamo 2017 è un progetto dell’Università degli Studi di Bergamo, gestito dal Servizio Ricerca e Trasferimento Tecnologico, con il coordinamento scientifico del Center for Young and Family Enterprise (CYFE), Centro di Ateneo che dal 2010 si occupa di studi e ricerche sul fenomeno imprenditoriale. Collaborano i Centri GITT, CCSE ed ELab, ed è supportato dai partner di Start Cup Bergamo: UBI Banca, Bergamo Sviluppo (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo), Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo, Associazione BergamoScienza, Jacobacci & Partners, Research for Enterprise Systems (RES) srl, UNICA Point.

Nella scorsa edizione di “Start Cup Bergamo”, la business plan competition che premia le migliori proposte di imprenditoria giovanile, si è classificato al primo posto DazePlug di Giacomo Zenoni (UniBg), un dispositivo di ricarica per vetture elettiche che, una volta posizionato in un garage, automatizza completamente il processo di ricarica del veicolo elettrico. Il progetto è stato premiato con un periodo di accelerazione dell’idea imprenditoriale presso il polo di innovazione tecnologica dell’Università di Cambridge.

Secondo classificato: Tropico dei Colli di Giulia Serafini. La startup propone agli agricoltori di coltivare piante da frutto esotiche naturalmente adatte a produrre nel nostro territorio, piante che con ridotta manodopera producono frutti dall’alto valore aggiunto, anche biologico. È già possibile visitare l’impianto sperimentale a Bergamo, per conoscere le piante e i frutti da vicino. Il progetto è stato premiato con un’attività di accompagnamento imprenditoriale per lo sviluppo del business presso Confindustria Bergamo.

Al terzo posto si è invece piazzato SmokyFiber di Giorgia Carissimi (UniBg). L’unico progetto attualmente in circolazione che si propone di combinare la raccolta di un rifiuto altamente inquinante e dannoso per l’ambiente, come i mozziconi di sigaretta, e il suo riutilizzo con il duplice scopo di ottenere energia e un materiale ad alte prestazioni tecniche. Giorgia Carissimi è stata premiata con un’attività di accompagnamento imprenditoriale per lo sviluppo del proprio business presso Bergamo Sviluppo.


Over 45, in Università il focus sui “dimenticati” dal lavoro

lavoro over 45Un progetto di solidarietà sociale e di studio sul campo sul problema della ricollocazione degli Over 45 che, a causa della crisi finanziaria ed economica e della riconversione globale dei mercati, dei sistemi produttivi e delle tecnologie, si trovano espulsi e respinti dal mercato del lavoro.

Sarà presentato mercoledì 11 maggio dalle 10.30 alle 13.30 nell’Aula Magna ex Chiesa di Sant’Agostino dell’ Università degli Studi di Bergamo nel corso di “Emergenza lavoro: focus sui dimenticati dal mercato”, una giornata di studi dedicata agli over 45 – lavoratori dipendenti, manager, lavoratori autonomi, professionisti, artigiani, commercianti, piccoli imprenditori – che si trovano oggi espulsi e respinti dal mercato del lavoro.

I dimenticati dal mercato sono  un numero crescente di persone (e di famiglie) che precipitano in una drammatica situazione, di cui poco o nulla si parla e rispetto alle quali non sembrano essere messe in campo azioni e programmi adeguati da parte delle istituzioni e delle organizzazioni preposte.

Su iniziativa del Lions Club Bergamo Host – con la partnership dell’Università di Bergamo e la collaborazione del Consolato Provinciale della Federazione Maestri del Lavoro e con il sostegno della Fondazione della Comunità Bergamasca – è stato sviluppato il Service Lions per il Lavoro, un Progetto Sociale di intervento e studio su tale fenomeno realizzato mediante uno sportello di ascolto e supporto con volontari e specialisti, dal 2014 al 2016. I risultati conseguiti dal Progetto, che nel biennio ha complessivamente prestato sostegno a quasi cento casi di persone che si sono rivolte allo sportello, mostrano come il lavoro realizzato, pur tra numerose oggettive difficoltà, stia dando buoni frutti.

I processi evolutivi avviati nella grandissima maggioranza dei fruitori del Service si concretizzano nella riattivazione e motivazione ad una ricerca del lavoro non solo formale e sfiduciata, nella apertura a nuove idee e nuovi spazi di ricerca, nell’accettazione di soluzioni lavorative prima trascurate o disprezzate ed oggi colte non come punti d’arrivo svalutanti, ma come punti di partenza per una diversa prospettiva e per una ricerca “dall’interno” e non da “fuori” del mercato.

Le esperienze e le osservazioni di ricerca acquisiti nel corso del Progetto hanno evidenziato peraltro gravi criticità e lacune degli attuali approcci delle politiche attive nei confronti di una fascia di popolazione che è investita non solo dagli effetti congiunturali della crisi in atto, quanto da fenomeni di carattere strutturale.

Siamo di fronte a problemi e difficoltà di carattere oggettivo (che attengono anche a barriere e pregiudizi che sono entrati a far parte di una distorta e miope cultura in materia di capitale umano recentemente diffusa nel sistema delle imprese) ed anche di carattere soggettivo (per fragilità individuali e inadeguata manutenzione della propria occupabilità).

Ciò rende spesso indispensabile approcci e strumenti di tipo interdisciplinare e interprofessionale ed anche l’intervento di specialisti delle “professioni d’aiuto”, in grado di favorire il recupero di autostima e di identità professionale e la costruzione di nuovi progetti occupazionali e di vita, in soggetti spesso profondamente traumatizzati dalla inaspettata perdita non solo di un reddito, ma anche di un ruolo sociale e di una storia professionale e personale.

IL PROGRAMMA

Emergenza lavoro: focus sui Dimenticati dal mercato

Saluti e introduzione
  • Remo Morzenti Pellegrini – Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo
Intervengono
  • Alberto Ciglia – Responsabile del progetto “Il service sociale – I Lions per il lavoro”, Vice Presidente Lions Club Bergamo Host e Consulente sviluppo organizzativo, professionale e personale
  • Marco Lazzari – Prorettore delegato alle attività di orientamento e alle politiche di raccordo con il mondo del lavoro e docente di Istituzioni di Didattica nel Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo
  • Stefano Tomelleri, docente di Sociologia Generale e Sociologia dei fenomeni collettivi del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo
  • Maria Rita Costantino, Amministratore Delegato di Costantino & Partners, esperta del mercato del lavoro, area risorse umane, ricerca e selezione di Assoconsult-Confindustria
  • Gigi Petteni, Segretario Nazionale CISL, Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori
  • Valentina Aprea, Assessore Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia
Modera
  • Alessio Maurizi, Giornalista di Radio 24, Il Sole 24 Ore, Conduttore della trasmissione “Si può fare”.

La partecipazione al seminario è riconosciuta ai fini delle ore di formazione per il tirocinio dei corsi di studio in Scienze dell’Educazione, Scienze Pedagogiche e Scienze Psicologiche. Non è richiesta iscrizione. Al termine del seminario sarà rilasciato attestato di partecipazione.


Il rettore: «Sempre più necessaria la contaminazione tra imprese e Università»

Incontro Imprese & Territorio e Università - ritImprese & Territorio a confronto con l’Università di Bergamo. L’Assemblea plenaria del Comitato Unitario che riunisce le dieci Associazioni imprenditoriali bergamasche (Associazione Artigiani, Ascom, Apindustria, Cia, Coldiretti, Confcooperative, Confesercenti, CNA, FAI e LIA) ha incontrato in via Salvecchio il rettore Remo Morzenti Pellegrini e i pro rettori Matteo Kalchschmid, Sergio Cavalieri e Paolo Buonanno.

L’occasione da parte del mondo accademico di presentare alcuni componenti della nuova squadra e il programma dell’Universita e da parte di Imprese & Territorio di mettere in luce le esigenze delle Pmi bergamasche, emerse durante i lavori dei diversi tavoli di coordinamento del Comitato.

«L’incontro di questa mattina rientra nelle linee programmatiche del Comitato Unitario – ha affermato Giorgio Ambrosioni, presidente di Imprese & Territorio -. Per lo sviluppo della nostra economia e del nostro territorio è fondamentale, secondo noi, la valorizzazione del rapporto con l’Università soprattutto sui temi specifici che riguardano il mondo delle Mpmi che rappresentiamo».

La conoscenza del territorio e delle imprese che ne sviluppano l’economia è un fattore fondamentale anche per il rettore, che ha messo in evidenza come sia sempre più necessaria una contaminazione tra il mondo del sapere e il mondo imprenditoriale: «L’università deve intercettare i bisogni e le esigenze degli imprenditori per poter offrire un contributo importante per lo sviluppo dell’economia e per la salvaguardia del territorio in tutti i suoi aspetti».

Il lavoro dell’assemblea e il confronto con rettore e i prorettori ha portato alla condivisione di alcune linee strategiche da adottare sui temi dell’internazionalizzazione, dell’innovazione e della ricerca.

Nella discussione è emersa l’esigenza, sempre maggiore da parte degli imprenditori, di favorire lo scambio con l’estero, attirando da una parte sul territorio bergamasco studenti stranieri e dall’altra favorendo esperienze all’estero dei nostri studenti. «Il futuro sarà quello di avere un numero sempre maggiore di studenti stranieri che studieranno e poi lavoreranno nelle aziende bergamasche. Questo sarà un elemento essenziale per aprirci al mondo», ha sottolineato il professor Matteo Kalchschmidt, che in Università ha la delega alla Internazionalizzazione e alle relazioni internazionali.

Accanto all’internazionalizzazione serve una forte integrazione tra Università e territorio, come ha sottolineato il professor Sergio Cavalieri, delegato al Trasferimento tecnologico, all’innovazione e alla valorizzazione della ricerca: «Questa delega è fondamentale per integrare il territorio all’Ateneo – ha spiegato Cavalieri – in quanto ha il compito di guardare in avanti valorizzando le risorse che già ci sono per metterle a disposizione del territorio. Fondamentale sarà quindi l’interazione e la collaborazione con le imprese». La prossima partita si giocherà sul polo lombardo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico che vede la collaborazione tra diverse università lombarde.

Durante l’incontro è stato sottolineato inoltre il forte legame che si deve creare tra la ricerca e le imprese. «Legare la ricerca alle imprese non è  semplice – ha spiegato Paolo Buonanno, con delega alla Ricerca scientifica dell’Ateneo- perché la ricerca deve essere libera per essere ampia e sostenibile e su questo fronte è necessario uno sforzo reciproco tra università e mondo delle aziende perché la ricaduta sul territorio sia quantificabile».

Soddisfazione per questo momento di lavoro da parte del presidente di Imprese & Territorio e dei presidenti e direttori delle Associazioni aderenti al Comitato: «Questo primo incontro di conoscenza pone le basi per un rapporto che si svilupperà nel tempo, perché con il mondo accademico affronteremo e svilupperemo anche i temi emersi nel rapporto dell’Ocse per una governance del Sistema Bergamo più incisiva» ha sottolineato Ambrosioni.


Exaudi.it, è bergamasca la start up più brillante della Lombardia

Dopo essersi imposto a Start Cup Bergamo, Exaudi.it ha vinto la tredicesima edizione di Start Cup Milano Lombardia, business plan competition promossa dalle Università e dagli incubatori d’impresa.

Al termine di un’intensa maratona, con più di un centinaio di ospiti e una giuria chiamata a scegliere tra i dieci progetti finalisti, il portale web dedicato al turismo religioso, ideato dal 29enne Stefano Vismara, si è classificato al primo posto della categoria ICT ed è stato eletto vincitore assoluto della Business Plan Competition universitaria.

Ora per il progetto – che si è aggiudicato un premio in denaro di 10.000 euro – si aprono ora le porte della finale del Premio Nazionale per l’Innovazione, in programma i prossimi 3 e 4 dicembre a Rende, Cosenza.

Stefano Vismara - Exaudi.it - premiato Start Cup Milano LombardiaExaudi.it è stata selezionata per partecipare al percorso Start Cup Milano Lombardia dal CYFE – il Centro di Ricerca dell’Università degli Studi di Bergamo dedicato alla promozione dell’imprenditorialità giovanile e familiare, diretto da Tommaso Minola e presieduto da Lucio Cassia, docenti di Imprenditorialità presso la Facoltà di Ingegneria di UniBg.

L’idea è di dare vita ad un portale di riferimento, in Italia e nel mondo, per il turismo religioso offrendo servizi e strumenti di marketing per pubblicizzare le disponibilità di accoglienza delle strutture partner, ossia strutture extra alberghiere di proprietà di ordini religiosi quali case di accoglienza religiosa, case per ferie, istituti religiosi, monasteri, eremi, conventi.

Laurea in Economia all’Università Cattolica di Milano, Vismara vanta già numerose esperienze all’estero nel settore della promozione turistica. Dall’Inghilterra (Oxford) al Trentino Altro Adige, passando per il Medio Oriente, in particolare in Kuwait dove si è occupato degli alberghi Missoni. Una giovane e promettente carriera, che si sta consolidando nell’organizzazione di servizi innovativi dedicati al turismo.

«Start Cup Lombardia è stata davvero una bella esperienza, interessante e proficua – commenta il vincitore -,  che mi ha permesso di verificare la mia idea d’impresa con persone competenti e capaci. Il percorso intrapreso in questi mesi e le due finali, di Bergamo e Milano, sono state anche ottime occasioni di networking: è solo facendo rete e scambiando informazioni, che possono nascere le giuste opportunità per lo start up di Exaudi.it. Mi aspetto che la visibilità di questi e dei prossimi mesi mi aiuti ad incrementare la notorietà del mio brand e a trovare i migliori partner con cui far decollare la nuova impresa».

«L’Università degli Studi di Bergamo, anche attraverso il CYFE Center for Young and Family Enterprice – ricorda il direttore Tommaso Minola – è molto impegnata a promuovere imprenditorialità e cultura d’impresa tra i nostri studenti, nella comunità economica e sociale del territorio, anche attraverso iniziative come Start Cup e le importanti relazioni internazionali che ne arricchiscono il profilo e il percorso. Un ottimo risultato per Exaudi.it, che corona l’impegno di un intero anno di lavoro».

start cup Milano Lombardia - podio