Le cartoline di Bergamo? Nascono alla cartoleria Cittadini, dal 1936

Maria Cittadini e Piermarco Breviario nella storica cartoleria fondata nel 1936
Maria Cittadini e Piermarco Breviario nella storica cartoleria fondata nel 1936

La Cartoleria Cittadini e Breviario è una presenza storica in via Pignolo, sin dal lontano 1936. Fu inaugurata dal nonno Antonio Cittadini e dalla nonna Elisabetta: qui sono nate alcune tra le prime cartoline di Bergamo, che il negozio stampa e fornisce ancora a tutta la città, in particolare alle tabaccherie di Città Alta. E qui sono stati acquistati tanti biglietti e lettere pronti a fare il giro del mondo e a raggiungere, durante la guerra, con mille difficoltà, tutti i fronti.

Ereditata in gestione da papà Pietro nel secondo dopoguerra, la cartoleria prosegue la gestione con Maria Cittadini e con il figlio Piermarco Breviario, attualmente alla guida del negozio. «Le nuove tecnologie hanno spazzato via la tradizione di biglietti di auguri scritti a mano e le stesse feste sono sempre meno sentite – spiega Maria Cittadini -. Non è facile stare sul mercato, ma fortunatamente contiamo sulla nostra clientela, ancora pronta ad attraversare la città per venire a servirsi da noi». «Negli anni il Borgo è cambiato enormemente: un tempo vissuto ed animato, oggi ha sempre meno famiglie residenti giovani e i bambini si contano sulle dita di una mano. Da quando non passa il bus ed è in vigore la ztl non ci sono grandi attrattive, anche se la gelateria e il negozio dei Lego portano un bel passaggio. Fortunatamente ha riaperto il Pam, sennò la via, un tempo completamente autosufficiente per la spesa di tutti i giorni, dalla macelleria al panificio al fruttivendolo, non avrebbe più potuto contare su una rivendita di generi alimentari».

Molto si potrebbe fare per rivitalizzare l’area, a partire dall’arredo urbano: «Basta qualche tavolino per attrarre visitatori ed invogliare la gente a fermarsi nel Borgo. Il bar con i tavolini affacciati sulla piazza sta portando la via ad essere più frequentata. Quanto all’arredo urbano, speriamo che l’amministrazione possa fare uno sforzo in più. Due panchine senza nemmeno un cestino non cambiano certo la piazza, che continua ad essere presa di mira per la sosta di auto. Da quando c’è la ztl è invasa dalle auto, in compenso per noi commercianti non c’è alcuna tolleranza sugli orari di consegna e scarico merce».


«Via Pignolo sta rinascendo, ma il Comune ci dimentica»

La primavera è sbocciata in via Pignolo, punteggiata da gerani e canne di bambù, una macchia di colore e vegetazione da ammirare passo dopo passo. Commercianti e residenti hanno allestito la via più antica di Bergamo con ben 46 fioriere e 86 balconetti, con uno sforzo in più rispetto all’anno scorso per accogliere al meglio i turisti nel semestre di Expo e salutare lo sfrecciare dei bolidi della Mille Miglia, la leggendaria corsa che ha attraversato il Borgo domenica.

Negli ultimi mesi la via più antica di Bergamo si è rinnovata e non solo nel look. Se è scomparsa un’attività storica come la Coltelleria Berera, che è stata costretta, causa mancanza di un successore, a lasciare il Borgo che per una vita aveva eletto come sede, non sono mancate nuove aperture, con botteghe particolari che sanno guardare al futuro senza perdere di vista la tradizione.

Da un anno e mezzo, dalla fine del 2013, Tiziana Sonia Spelta ha aperto la libreria “Oblomov”, un’insegna indipendente sospesa nel tempo con wi-fi libero, mobili antichi, oggetti curiosi e libri selezionati, anche per i più piccoli. L’indirizzo delle buone letture è anche un punto di riferimento per eventi – alcuni in collaborazione con il Bergamo Film Meeting- oltre che per performance letterarie e, alla clientela affezionata, si sommano i turisti a spasso per il Borgo, anche stranieri: «Negli ultimi mesi sono capitati anche diversi turisti russi, magari anche attratti dall’insegna, un omaggio al celebre libro di Goncarov. Comprano diversi libri, specialmente edizioni con testo a fronte oltre a testi per bambini. Oltre ai russi, serviamo soprattutto inglesi, spagnoli, tedeschi, greci e anche qualche cinese».

Di fronte alla piazzetta ha aperto una piadineria e Luana Gargantini ha trasferito nel Borgo da va Tasso il suo negozio di abbigliamento. Il negozio di scarpe Tip Tap e la boutique di intimo Milly propongono capi e scarpe ricercate, mentre nel negozio dedicato al cake-design è possibile trovare tutto il necessario per preparare torte, biscotti e cup-cake decorati.

Affacciata su piazzetta Santo Spirito, a fianco della chiesa,  “La città del mattoncino”, paradiso per gli appassionati di costruzioni Lego, a prova di ingegneri e architetti, rappresenta dall’estate scorsa una vera e propria meta, nelle vetrine un tempo occupate da una storica bottega di stoffe. Il negozio dedicato esclusivamente ai mattoncini di Billund, è stato aperto grazie al bando promulgato dal Comune per rilanciare le aree a rischio desertificazione e, alla vendita, abbina diverse iniziative oltre al servizio di baby parking, con una maxi area dedicata al gioco. «Questo è uno degli angoli più belli di Bergamo, che però attende di essere valorizzato al meglio, a partire dal collegamento con la Carrara appena restituita alla città- commenta il titolare Pierluigi Cervati. La clientela non manca, spazia, grazie all’assortimento, anche fuori provincia e credo abbia contribuito a rianimare l’intera zona. Siamo molto soddisfatti della scelta fatta, peccato per i tempi quasi biblici per ottenere permessi e per alcuni ostacoli burocratici. Ad esempio, mettere una tenda a sbalzo per proteggere dal sole gli articoli in vetrina nelle ore in cui il sole è più alto, sembra una vera e propria impresa. Per cui ci si deve arrangiare alla bell’e meglio con un pannello oscurante interno, che però significa rinunciare, anche solo per qualche ora, alle vetrine».

Ottenere l’occupazione del suolo pubblico per piazzare qualche tavolino all’esterno è un percorso ad ostacoli anche per altri commercianti, che però non mancano di iniziative e continuano a migliorare la via, a partire dall’allestimento di fioriere e piccoli elementi di arredo urbano. Tra i commercianti della via più impegnati c’è Giuseppe Arcifa, che nel 2010 ha aperto con la moglie Valbona Collaku “La Chicca torrefazione”, ritrovando in via Pignolo un’atmosfera autentica come quella che si respira nei carruggi della sua Genova. E per valorizzare l’anima del luogo ha affisso lungo la via alcuni pannelli che ripercorrono, passo dopo passo, la storia del Borgo. Il successo imprenditoriale, conquistato a suon di investimenti e forte di un’esperienza di famiglia nella torrefazione di monorigini pure – dal Costa Rica alla Tanzania, all’Etiopia- usate nelle industrie del caffè da 130 anni, hanno portato Arcifa, di professione consulente per una multinazionale araba, a raddoppiare nella via, con l’inaugurazione della Latteria Igienica. Nel laboratorio, affidato a Sonia Rota, forte di un’esperienza e preparazione che l’ha portata alla Scuola di gelateria Italiana all’Università dei Sapori di Perugia, si lavorano da zero materie prime selezionate, a partire dalla tostatura della frutta secca, dalle mandorle di Avola al pistacchio di Bronte. La “Latteria Igienica” propone solo prodotti di stagione e italiani oltre a gelati preparati con latte di asina e di capra, serviti nel cestino di cialda d’una volta. «In concomitanza con Expo ho proposto ad altri commercianti e residenti, dal Marienplatz alla Camiceria Bonini, al negozio di Fiori Locatelli che ci ha fornito le piante, di abbellire la via con fioriere di gerani e bambù. L’idea è stata subito accolta con favore ed è un piacere vedere la meraviglia dei passanti e ricevere ringraziamenti per questo piccolo gesto che ci tiene sempre impegnati con l’annaffiatoio in mano – spiega Arcifa -. L’unico rammarico è non vedere adeguatamente valorizzata quella che è la via più storica della città, oltre che una vera e propria cerniera tra Bergamo Bassa e Alta. Un esempio su tutti: manca un cartello che indichi come raggiungere l’Accademia Carrara. Un vero peccato visto che si continua a parlare di un collegamento tra la via e il museo, dalla Carrara alla GAMeC».

Silvano Grumelli, da 19 anni al “Marienplatz”, frequentatissima birreria in perfetto stile bavarese, ribadisce l’esigenza di dare nuovo lustro al Borgo: «Via Pignolo merita più attenzione: è una via dal grande potenziale e basta davvero poco per incentivare il passaggio. Salvo due panchine e alcune fioriere, ahimè scartate da via Quarenghi, non sono stati memorabili gli interventi per migliorare l’arredo urbano. E, ora che iniziano a tornare i turisti con qualche bed and breakfast che ha aperto, è ancora più importante dare una bella immagine della città». Molto si può fare per agevolare il disbrigo di pratiche e sbloccare le autorizzazioni: «Cinquanta giorni di tempo per avere il placet per l’organizzazione di un evento sono davvero troppi- continua Grumelli-.  I tempi andrebbero accorciati, anche perché noi commercianti dobbiamo muoverci con due mesi d’anticipo, mentre l’amministrazione comunica chiusure di strade ed eventi all’ultimo secondo. Del passaggio della Mille Miglia,  ad esempio, siamo stati avvisati con un anticipo di nemmeno una settimana. Infine è difficile comprendere come in certe zone della città non sia un problema mettere qualche tavolino all’esterno, mentre qui ci vogliono mesi anche solo per avere un parere. E la sensazione è che gli eventi siano sempre e comunque concentrati solo in certe aree della città».  Nel Borgo i problemi non mancano: «In via Tasso ci sono dei veri e propri buchi neri, dall’Hotel Commercio agli uffici della Telecom in completo stato di abbandono – ricorda il titolare del Marienplatz -. L’area è  pedonale, ma gli orari del parcheggio del Pam sono limitanti e non si è riusciti ancora a trovare una soluzione  per il posteggio dei residenti, che spesso e volentieri piazzano l’auto davanti alla chiesa di Santo Spirito o nella via».  

Cristian Bonini, dal 2008 in Pignolo con l’omonima camiceria specializzata nella realizzazione su misura, è soddisfatto della scelta dell’antico Borgo come sede: «È una via che, nonostante le chiusure, molte delle quali eccellenti, e il turn-over crescente, continua a rivendicare la sua artigianalità, con botteghe e negozi dall’identità forte.  Nonostante manchi nella via una vera e propria associazione non mancano iniziative di cooperazione con i negozianti,  a partire dal nuovo allestimento con cascate di fiori e bambù che abbelliscono il Borgo. Il passaggio non manca anche se resta inevitabilmente, come ogni area pedonale, legato al meteo».

Tra i vecchi mestieri oltre alla legatoria presente nella via, la bottega del giovane liutaio  Matteo Pontiggia che dopo la scuola a Cremona e un’esperienza a Madrid, ha deciso di tornare nel suo Borgo, dove abita da sempre, e di sfidare la crisi inaugurando la sua attività nel 2007. «Via Pignolo è una via centrale che non è mai stata però al centro dei pensieri dell’ amministrazione, come mostra la creazione di una ztl senza sostanzialmente arredo urbano. La via si sta lentamente riprendendo dopo anni difficili, con nuove aperture. Il rione abitato si è svuotato negli anni e il Borgo ha conosciuto alti e bassi, dagli anni d’oro delle caserme Montelungo e Scotti e degli uffici, a partire dalla Telecom, alla creazione di veri e propri buchi neri con l’abbandono degli immobili, al decennio di degrado e spaccio della fine degli anni Novanta. Fortunatamente la riapertura del Pam e la presenza di nuove attività hanno dato negli ultimi tempi un po’ di speranza, assieme al concorso per far rivivere la Montelungo».

Oltre ai commercianti residenti nella via, ci sono giovani imprenditori che dopo aver aperto qui bottega hanno deciso di venire a vivere nel Borgo. Mathias Manara, 27 anni, ha aperto nel 2010 il negozio Pignolo Ottica, da poco più di un mese trasferitosi qualche civico più in su verso piazzetta Santo Spirito: «Da due anni mi sono trasferito qui a vivere  perché trovo che sia uno degli angoli più belli di Bergamo. Quanto all’attività, la concorrenza resta  forte con gli altri negozi del centro, ma essere una piccola realtà di bottega premia sempre perché, specialmente in questo settore, vendere un servizio e non un semplice prodotto è davvero impareggiabile. Anche la ricerca di piccoli produttori e designer italiani ci sta premiando. La via sembra in fermento rispetto a qualche anno fa, con nuove aperture e cambi di gestione. Il dehors in piazzetta sta creando un po’ di movimento, anche se il passaggio potrebbe aumentare. Basterebbe solo portare qualche evento in più dal centro piacentiniano e estendere gli orari dei parcheggi a supporto dell’area».  

Dopo il passaggio della Mille Miglia, l’area si rende protagonista di altri eventi nel prossimo week-end. In occasione del Festival dell’Ambiente, dal 22 al 24 maggio, il vivaio Locatelli, che – forte di una tradizione che dura dal 1906- ha aperto il suo primo negozio in via Pignolo, allestirà piazzetta Santo Spirito con un gelso e creerà eventi per i più piccoli con lezioni sulla fioritura. Sono previsti poi concerti ed eventi, a partire dal 6 giugno con flauti e violini, mentre il 21 giugno in occasione della  prima festa europea della musica  si creerà un evento dedicato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Cornici, vasi, braccialetti, giocattoli: le stampe 3D dei bergamaschi

Un tempo erano fabbri e falegnami, oggi le botteghe del su misura si affidano a scanner e stampanti 3D. Il commercio che cambia ha anche il volto di questi nuovi negozi, dove di scaffali colmi di merce non ce ne sono, ma basta arrivare con un file, un modello o semplicemente un’idea per uscirne con l’oggetto che si voleva, nella forma, nelle dimensioni, materiali e colori desiderati. L’esatto contrario delle produzioni di massa che disseminano il medesimo articolo in ogni angolo del globo.

Anche a Bergamo stanno sorgendo queste nuove attività che uniscono alla vendita di stampanti 3D il servizio di stampa di oggetti (ma anche di scansione e modellazione nel caso il cliente non disponga già del progetto digitale), il tutto accompagnato da corsi e consulenze. E non si propongono come studi o laboratori per professionisti o addetti ai lavori, ma si affacciano con le loro vetrine sulle vie della città, strizzando l’occhio a chi passa e mostrando nel concreto le potenzialità di questa tecnologia nella vita di tutti i giorni.

3D garage - Linda Mapelli e Stefano Reale

In via Pignolo  10/a, 3D Garage è aperto dallo scorso novembre. A guidarlo è Linda Mapelli, architetto 35enne, affiancata dal marito Stefano Reale, anch’egli architetto che si occupa di ricerca. Appassionati a questa tecnologia, vi hanno visto la possibilità di una svolta professionale. «La stampa 3D è il futuro – spiega Linda -. Non siamo ancora al punto che ognuno abbia in casa la propria stampante per realizzare da sé i propri oggetti, ma oggi i prezzi sono già accessibili: si possono trovare a 500 euro, il costo di uno smartphone, ed è probabile che si diffonderanno». Nell’attesa ci si può rivolgere ad un negozio che stampa per noi, un po’ come accadeva ai tempi delle copisterie e delle cartolerie nell’era bidimensionale. «Le applicazioni sono infinite – evidenzia –, da qui l’ampia gamma delle richieste che riceviamo».

Premesso che è prima di tutto un sistema utilissimo in ambito tecnico e professionale «perché abbatte i tempi di realizzazione del prototipo di qualsiasi oggetto», non manca chi ne approfitta per creare un articolo personalizzato. «Abbiamo stampato anche un mezzo busto di Vasco Rossi per un regalo – ricorda Linda Mapelli – e poi armi fantasy, addirittura un’armatura medievale, dei fermalibri che riproducevano una macchina fotografica d’epoca cara alla committente, e ancora un braccialetto con ciondoli a tema per una ragazza con la passione per la moto, la navicella spaziale di Star Wars, … non ci sono davvero limiti». «Abbiamo stampato il pezzo che mancava ad un appassionato di modellismo – aggiunge – e si rivolgono a noi anche orafi e designer».

I materiali sono in prevalenza termoplastiche, ma anche gesso e metalli. Il costo del pezzo è fissato al centimetro cubo. «Ragionando su oggetti per i privati, possiamo dire che un articolo stampato in 3D costa il 20-30% in più di un prodotto con le stesse caratteristiche fatto in serie – rileva -. La cosa che però conquista è il fatto che il cliente è, in pratica, l’artefice del prodotto». Oltre alla fantasia dei bergamaschi nell’ideare oggetti, stupisce anche la trasversalità dell’interesse per la disciplina. Tra i primi corsisti di 3D Garage c’era anche un ingegnere in pensione di 83 anni.

3d studio lab -Stefania Boyer e Marco Misiani

A febbraio ha aperto invece i battenti al pubblico 3D Studio Lab, in via Broseta 76/E, nei locali di Noris Foto, dove la stampa era di altro tipo. Coetanei – 42 anni –, i due soci sono la grafica Stefania Boyer e l’architetto Marco Misiani, che sono cresciuti in zona ed hanno scelto di restare nel quartiere, anche se l’attività non è certo di vicinato. Marco aveva già virato nel commercio aprendo un negozio di sigarette elettroniche, Stefania si era appassionata alla realizzazione manuale di piccoli oggetti in plastiche polimeriche. Nella stampa 3D hanno visto una nuova prospettiva, dove far convergere le proprie esperienze e la propria creatività.

«Per la vendita delle stampanti su larga scala – dice Marco – i tempi non sono ancora maturi, ma il service di stampa ha già ingranato». Designer, architetti, ingegneri, piccole aziende per la prototipazione e studenti (ad esempio quelli che devono realizzare un plastico), sono i clienti tipo, ma non manca chi vuole fare un regalo speciale, portarsi a casa un oggetto personalizzato o rimettere in sesto un pezzo al quale si era affezionati realizzando il ricambio ormai introvabile. «Farlo è piuttosto semplice – racconta -. Su Internet ci sono siti che mettono a disposizione gratuitamente prodotti già modellati. Si possono poi decidere dimensioni, spessori, colori e creare l’oggetto che si ha in mente, che diventa un pezzo unico. In alternativa si possono scansionare oggetti per poi riprodurli».

Appendiabiti, cornici, giocattoli, vasi di design, contenitori, cover per smartphone sono solo alcuni esempi. E poi c’è tutta l’area della decorazione, dei gadget e della comunicazione, «ad esempio una wedding planner ci ha contattato per segnaposti e bomboniere». Il materiale più utilizzato è il Pla, una plastica vegetale biodegradabile, poi l’Abs, più resistente e il Pla flex, gommoso, ma c’è anche una stampante che utilizza argilla, ceramica e porcellana. Il costo varia in base al tempo necessario per la stampa ed è di 10 euro all’ora più Iva.

«La scelta di aprire un negozio vero e proprio – dicono – è perché vogliamo far conoscere questa tecnologia e il modo migliore è mostrare cosa realizza e come funziona». E l’attitudine creativa di Stefania promette poi di dare vita oggetti disegnati in proprio. «Non è comunque un mestiere facile – precisano –. Servono formazione e poi ore e ore di esperienza e tentativi per trovare la giusta alchimia tra macchina, materiale e geometria del pezzo».


Dalmine, i negozi si mettono in mostra. Torna l’expo lunga un km

Una galleria commerciale all’aperto lunga un chilometro. È Exponiamo Dalmine, la manifestazione organizzata dall’Opec, associazione degli operatori economici dalminesi, che mette in vetrina le attività e offre ai visitatori una giornata di giochi, animazione ed esibizioni.

L’appuntamento per la sesta edizione è domenica 19 aprile a partire dalle 9.30 lungo un percorso che interesserà viale Mazzini, viale Betelli e largo Europa, dove troveranno posto ben 113 stand di negozi ed esercizi dalminesi e dei paesi vicini, grazie alla collaborazione con il Distretto del Commercio 525, di cui Dalmine è capofila.

Exponiamo Dalmine 2015 - gli espositoriTra le tante iniziative che fanno da contorno all’esposizione la novità è la presenza del parco di divertimenti Leolandia di Capriate, che per un’intera giornata si trasferirà all’ingresso della scuola Carducci di viale Betelli per intrattenere grandi e piccini con i suoi giochi e con i suoi spettacoli.

Ma il programma è ricco. Il taglio del nastro col sindaco Lorella Alessio, alle 9.30, sarà seguito dalla sfilata per tutto il percorso espositivo delle istituzioni con il Corpo Musicale di Sforzatica. Alle 10 sarà aperta la mostra di auto e moto d’epoca in via Pasubio, mentre l’associazione “SadiBuono” in viale Betelli e largo Europa darà il via, sempre alle 10, al laboratorio di cucina per i più piccoli. Allo stesso orario partirà anche “Pet therapy e i bambini”, attività ludiche con i cani di “L’altromondo Onlus” sul parco di via Puccini. Alle 11.30 e alle 15 la scuola “Vogue danza” proporrà un’esibizione classica-moderna, mentre alle 14.45 il Corpo Musicale San Lorenzo di Mariano terrà un concerto in piazza Caduti 6 Luglio 1944. Alle 15 i cani saranno ancora protagonisti con i dalminesi che potranno partecipare, assieme al proprio amico a quattro zampe in via Puccini, alla seduta di educazione cinofila a cura di “Centro servizi del cane”, mentre alle 15.30 si tornerà a ballare con l’esibizione in largo Europa della scuola danza “Blue dance” di Borgo di Terzo. Alle 17 entreranno in scena gli attori del parco divertimenti Leolandia, con lo spettacolo “Fiesta al saloon!” che intratterrà piccoli e meno piccoli nell’ingresso della scuola Carducci di viale Betelli.

Nel frattempo, non mancheranno altri intrattenimenti: lungo tutto il percorso i giocolieri “Four-Leaf Clover” stupiranno i partecipanti con i loro giochi di prestigio, mentre a pochi metri dalla scuola Carducci e davanti all’ingresso di Tenaris saranno allestiti i punti divertimento per i ragazzi con gonfiabili e jumping.

L’associazione Opec Dalmine è nata nel maggio 2008 con l’obiettivo di promuovere e sostenere gli operatori economici dalminesi. «Anche quest’anno riproporremo quella che è la nostra sfida – spiega il presidente Marco Cornali -, la nostra missione: mettere in vista le tantissime attività economiche che operano sul nostro territorio, farle conoscere. Mai come in questo momento economico è necessario non fermarsi e non rassegnarsi alla realtà del mercato e di ciò che ci dice ma, al contrario, bisogna essere sempre positivi e fiduciosi. Il grande grazie di Opec Dalmine va a tutti i commercianti, a tutti gli organizzatori e a tutti gli sponsor che hanno reso possibile la realizzazione di questa sesta edizione».


Negozi, in via Tasso è emergenza chiusure. «Colpa della Ztl»

In via Tasso negli ultimi mesi hanno chiuso diverse attività e purtroppo ce ne sono di nuove pronte ad abbassare la saracinesca. Nell’area dove vige la ztl e l’occhio elettronico non perdona il minimo sgarro a suon di multe – di cui molte addebitate agli stessi commercianti senza la minima, piccola deroga – diverse attività si vedono costrette a gettare la spugna, tra canoni d’affitto rimasti alle quotazioni di tempi d’oro di cui non si avverte ahimè un ritorno nell’era plumbea dei consumi e lo scarso passaggio nella via, che pure resta tra le più belle della città.

Basta fare un solo passo oltre il varco elettronico per imbattersi in vetrine desolatamente vuote. Il laboratorio di oreficeria Giampaolo Giardina, al civico 91,  ha scelto di lasciare il negozio dove invitava con ben due vetrine a scoprire le proprie creazioni per tornare a dedicarsi esclusivamente all’attività artigianale nel suo atelier orafo, ma a Ibiza. Da qualche settimana il negozio di abbigliamento di Luana Gargantini, al civico 95, che esponeva in ben cinque vetrine abiti griffati, ha deciso di abbandonare la via e trasferire altrove la propria attività. Ha chiuso anche dall’altra parte della strada  il negozio di elettronica IStore Pineapple, al 46, specializzato nella vendita, assistenza e riparazione di dispositivi hi-tech, la classica attività di cui si ha sempre bisogno quando tablet e smartphone fanno le bizze.

Resiste ma solo per pochi mesi, fino all’estate,  come confermato dalla titolare del negozio franchising, il primo negozio monomarca del marchio Save The Queen aperto al 115 di via Tasso,  alla fine del 2014: «Ho finito oggi di dare disdette ad affitto e utenze – allarga le braccia la titolare, senza perdere però il sorriso e lo spirito positivo latino che le sue origini peruviane impongono, come tiene a ricordare -. Purtroppo manca il passaggio e la via sta morendo, come mostrano le continue ed eccellenti chiusure. E nonostante la situazione sia difficile e complicata, gli affitti sono alle stelle. Terrò aperto ancora qualche mese, credo fino ad agosto e poi, a malincuore, mi vedrò costretta a lasciare questo lavoro che amo ed un marchio che dovrebbe solo inorgoglire il made in Italy, che per noi stranieri resta un mito. Perché nessun artigiano al mondo sa disegnare e fare scarpe come quelli italiani».

Anche in Contrada Tre Passi, dove ha chiuso da poco un negozio specializzato nell’abbigliamento baby, è  amaro il bilancio tra negozi sfitti o in vendita, attività di cui si annuncia la cessione come la Piadineria e il negozio d’abbigliamento Nice &Chic che purtroppo comunica l’imminente chiusura: «I canoni d’affitto sono impossibili- spiega Laura Cerretti, che ha lavorato anni per griffe d’alta moda a Milano -. La via è bella ma sembra che si stia facendo di tutto per farla morire. Per di più le auto parcheggiano davanti alle vetrine e basta che posteggi un Suv qui davanti per annullare la mia presenza ai passanti, tanto che molti stanno scoprendo solo ora, dopo un anno e mezzo,  la mia esistenza».

Per porre sotto i riflettori l’emergenza chiusure nella via due commercianti si sono fatte carico della questione e hanno informato ieri sera, 31 marzo, il sindaco Giorgio Gori. «Non c’è passaggio nella via e alle 18 sembra scatti il coprifuoco – spiega Silvana Caglioni della storica Pasticceria Salvi -. La ztl è stata attivata senza pensare al posteggio: purtroppo gli orari del parcheggio del Pam in via Camozzi sono insufficienti. La domenica e la sera infatti è chiuso e per le nostre attività è un vero disastro.  È assurdo istituire una ztl in un piccolo tratto di strada, in attesa che si realizzi il progetto di una pedonalizzazione da piazza Pontida a piazza Santo Spirito, anche se l’amministrazione Gori si è subito attivata per rimuovere i paletti che rendevano claustrofobica la via e per migliorarla con fioriere. Non c’è però alcuna tolleranza per le operazioni di carico e scarico nemmeno per noi commercianti: purtroppo riceviamo multe non appena si sgarra l’orario, nonostante il furgone riporti l’insegna del negozio, rendendo evidente a prima vista che si tratta di un veicolo autorizzato».

L’incontro con il sindaco «ha rassicurato sull’istituzione dell’isola pedonale da Piazza Pontida a Piazza Santo Spirito, ma purtroppo non a breve- continua Stefania Caglioni-. Si parla di almeno un anno e mezzo d’attesa per il completamento della pedonalizzazione: in quest’arco di tempo rischiamo di vedere morire altri negozi. Purtroppo togliere la ztl non è possibile, ma intendiamo batterci per vedere migliorare le cose. Per ora il sindaco ci ha assicurato che sui display della ztl partirà a breve un’applicazione per indicare il parcheggio più vicino. Nel prossimo incontro invieremo una relazione al Comune su alcuni eventi che intendiamo realizzare per animare la via che, senza commercio, è bene che tutti ne abbiano la consapevolezza, rischia di morire davvero».

I commercianti della via si stanno attivando per incentivare il passeggio e lo shopping nella via: «La situazione è difficile e il rischio degrado è dietro l’angolo, tanto che ogni sera ci troviamo a ripulire fioriere e sporcizia- commentano dal Ristoro Pugliese di Via Tasso- . La via potrebbe essere davvero più bella e vissuta, ma sembra che per prendere ogni iniziativa si debbano smuovere montagne. Ogni giorno è inzuppato di burocrazia. Ad esempio, abbiamo fatto richiesta di mettere qualche tavolino sulla via per invogliare la gente ad entrare al ristorante, ma sembrava impossibile ottenere il permesso. Fortunatamente il sindaco ha mostrato disponibilità e ha invitato la via a presentare un progetto, che studieremo con il distretto del commercio». Un grande problema da affrontare è quello del parcheggio: «Per noi ristoranti è un incubo- continuano dal Ristoro Pugliese-. La sera il parcheggio di Via Camozzi chiude alle 21 e la domenica è chiuso tutto il giorno. Così per chi viene da fuori l’idea di cenare in Via Tasso diventa già complicata per la caccia ad un posteggio. Speriamo si trovi una soluzione con il gestore».


Percassi porta in Italia il mondo scintillante di Victoria’s Secret

Percassi ha siglato una partnership con un’icona in fatto di moda, accessori, profumi e beauty del calibro Victoria’s Secret, marchio conosciuto nel mondo per le collezioni di lingerie, ma anche per le famose top model, gli Angels, e le sfilate show, con tanto di stella sulla walk of fame di Hollywood. Il gruppo bergamasco è stato individuato come franchising partner per l’Italia «grazie alla lunga e consolidata esperienza nella gestione e nello sviluppo di prestigiosi brand a livello internazionale», comunica l’azienda. L’apertura dei primi negozi in Italia è prevista nel 2015. Gli store Victoria’s Secret Beauty & Accessories offriranno una gamma di prodotti cosmetici e di accessori fashion. L’assortimento includerà fragranze, prodotti per la cura del corpo, lussuosi articoli di pelletteria, eleganti ed innovativi accessori per il business, bagagli, oltre ad una selezione di prodotti di lingerie.

In Europa primi negozi della società statunitense sono stati aperti nel Regno Unito, dove sono presenti 10 punti vendita dall’assortimento completo

VICTORIA’S SECRET

Parte della business company di L Brands (NYSE:LB), Victoria’s Secret è il principale retailer specializzato nella vendita di lingerie e di prodotti beauty. Con più di 1.000 store di lingerie e prodotti cosmetici, il sito online VictoriasSecret.com e l’iconico catalogo, i consumatori possono acquistare i prodotti del brand in ogni momento e in ogni luogo.

PERCASSI

Le attività di Percassi si concentrano principalmente su tre aree di business: House of Brands, Retail Development e Real Estate. L’area House of Brands riguarda la gestione di brand propri, quali Kiko Milano, Madina e Womo nella cosmetica e Atalanta in ambito sportivo, o in partnership come Billionaire Italian Couture nell’abbigliamento, contando su un know how d’eccellenza nello sviluppo di reti commerciali in location strategiche. L’area Retail Development si occupa dello sviluppo e gestione delle reti commerciali di grandi marchi, quali Gucci, Polo Ralph Lauren, Nike, Ferrari, oltre che dei brand di proprietà e di quelli in joint venture con importanti partner internazionali. In passato, Percassi ha sviluppato a livello globale i negozi del gruppo Benetton ed ha contribuito all’ingresso e alla diffusione sul mercato italiano dei brand del gruppo Inditex (Zara, Massimo Dutti, Oysho, Pull and Bear, Bershka, Stradivarius) oltre che di Swatch, Calvin Klein, Guess, Tommy Hilfiger e Levi’s. Con sede principale a Bergamo, Percassi è operativa con strutture ed uffici anche a Milano, Parigi, Londra, Berlino, Madrid, Lisbona, Vienna, Zurigo, Grand Canyon, St. Moritz e New York, con oltre 5.000 dipendenti. Le attività di Percassi sono gestite da due holding: Odissea Srl, impegnata a livello internazionale nel settore E-commerce e Fashion Retail e Stilo Immobiliare Finanziaria Srl, attiva nel settore Real Estate, che sviluppa e valorizza grandi progetti immobiliari, commerciali e direzionali, in partnership con fondi di investimento internazionali.


Romano, negozi contro le strisce blu in piazza Fiume

Pietro Giussani, macelleria, via Tadini 60, aperta da trent’anni

Pietro Giussani - Romano di Lombardia rid
 Lei è il presidente dell’associazione dei negozi, qual è la situazione a Romano?

«Purtroppo la grande distribuzione sopperisce alle necessità della clientela. Noi ci perdiamo, ma a pagare lo scotto sono anche le generazioni future. Chi è quel giovane che oggi apre un’attività con tutti i costi che comporta? Magari all’inizio c’è l’entusiasmo, ma poi appena si alza la saracinesca sono spese su spese».

Quali sono i settori che, invece, funzionano?

«Bar e pizzerie da asporto. Lo Stato ha liberalizzato all’eccesso e oggi si vedono tabaccherie che accanto a sigarette e valori bollati offrono anche caffè e cappuccini. Un’assurdità, a mio parere, perché non ci si improvvisa barman».

Il sindaco vorrebbe installare le telecamere intelligenti, ovvero che leggono la targa, cosa ne pensa?

«È un modo per tutelare la zona a traffico limitato dall’entrata di chi non è autorizzato. Ma è un’iniziativa che mi lascia perplesso. Credo che sia un ostacolo ulteriore per chi lavora e magari aspetta la merce dai fornitori».

 

Valerio Pagani, bar La Chicheria, via Tadini 40

Valerio Pagani - Romano di Lombardiab ridQual è la priorità per incentivare le attività a Romano?

«Io punterei a sistemare la situazione dei parcheggi in piazza Fiume: introdurrei quelli a disco orario, fino a due ore, e lascerei solo un quarto a pagamento. Le strisce blu vanno bene per chi deve fare una commissione veloce in centro, non per chi ci lavora o vuole passare un pomeriggio a fare shopping. Sono penalizzanti».

Oggi dove parcheggiano i clienti?

«Piazza Fiume è sempre vuota, proprio perché cara: 80 centesimi all’ora. In compenso, il parcheggio dell’ospedale, che è gratuito, è sempre strapieno. Ma crea un disagio alla gente che ha bisogno di fermarsi per fare esami o andare a far visita a parenti ricoverati».

Mariano Costardi, “Pavone Rosso”, negozio di scarpe e pelletteria, avviato trent’anni fa in via Rubini 9

Mariano Costardi - Romano di Lombardia ridCome si fronteggia la crisi degli acquisti?

«Anche i giganti al giorno d’oggi faticano. Le regole del mercato valgono per tutti. Molti nostri colleghi restringono l’offerta scegliendo di vendere solo articoli da donna oppure puntano a risparmiare sulle spese per il personale con una gestione familiare».

La vostra strategia qual è?

«Noi, al contrario, crediamo che sia importante proporre una vasta gamma di prodotti e di qualità».

Dunque, non pesa la concorrenza dei centri commerciali che sono a pochi chilometri da Romano?

«Non possiamo lamentarci. Anzi, direi che ci hanno aiutato a fare una selezione».

In che senso?

«Chi è andato là, e magari ha acquistato, poi è tornato da noi».

Pinuccia Bedoschi, Elisabeth abbigliamento uomo e donna e bigiotteria, via Tadini 6

Pinuccia Bedoschi - Romano di Lombardia ridQual è la priorità dei commercianti in questo momento?

«Chiediamo all’amministrazione che i parcheggi di piazza Fiume non siano a pagamento. Noi che gestiamo attività ne risentiamo molto. Ogni ora dobbiamo chiudere e correre a cambiare il tagliandino, altrimenti il vigile è già pronto a fare la multa».

Qual è la situazione delle vendite?

«Il negozio è appena nato, avviato lo scorso novembre. La passione è tanta, per ora si sopravvive».

Cosa, invece, funziona?

«L’associazione dei commercianti ci tutela molto e bene. La quota di adesione è bassa rispetto alle attività proposte: eventi, luminarie, vetrine a tema. Anche grazie al loro contributo nel rendere vivo il paese, la situazione è migliore di altri centri vicini e più grandi, come Treviglio».

Silvana Russi, “Casa del bambino”, abbigliamento, via Tadini 11

la casa del bambino - Romano di LombardiaQual è la situazione del commercio?

«Pessima».

Se avesse la bacchetta magica cosa farebbe?

«Trasformerei tutte le strisce blu dei parcheggi in bianche».

Perché?

«Non mi sembra giusto che chi lavora qui otto ore al giorno debba pagare per parcheggiare la propria auto. In secondo luogo, ci sono troppi ambulanti senza permessi e questuanti che infastidiscono i passanti. Per noi scatta subito il verbale per la minima svista. Loro sono liberi di muoversi, importunare e vendere».

Il negozio è stato avviato oltre mezzo secolo fa. Quali sono stati gli anni più difficili?

«Con la crisi ormai ci conviviamo. Mia suocera, Maria Teresa Martinelli, che è la titolare, sostiene che il 2014 sia stato l’anno più nero. I clienti vogliono risparmiare e si rivolgono agli shopping center. Chi vuole il capo bello, viene ancora qui. Per fortuna»”.

Alessandro Bonetti, “Civico 54”, negozio di abbigliamento, via Tadini 54 e via Stadio 12/14

Alessandro Bonetti - Romano di Lombardia ridCome vanno gli affari?

«È un disastro, in tutti i sensi. Non arriva gente, i negozi sono deserti».

Quale potrebbe essere l’aiuto dal Comune?

«Va tolta la riga blu, almeno a metà parcheggi che sono al servizio del centro storico. Dà fastidio a tutti, a noi commercianti che lavoriamo, ma anche a chi deve fare acquisti o commissioni».

Ci sono altre pecche?

«Manca la vigilanza. Ci sono ambulanti che fermano con insistenza le persone e offrono di tutto, dai fiori a scarpe e borse. Il giovedì mattina, quando c’è il mercato, la situazione è fuori controllo. Così non va bene».


Addetti poco competenti e coda alle casse fanno sfumare l’acquisto

coda casseLa coda alla cassa è uno dei principali motivi di rinuncia all’acquisto, specialmente se l’articolo desiderato costa poco ed è facilmente reperibile altrove. La fedeltà alla marca, quindi, viene messa sempre più a rischio non solo dalle comparazioni consentite nel mondo online, ma anche da esperienze d’acquisto in negozio al di sotto delle aspettative. Emerge da uno studio Epson che si poneva l’obiettivo di identificare i trend emergenti dell’universo Retail e le sfide commerciali e tecnologiche che gli operatori di settore dei principali paesi europei si trovano oggi a dover affrontare, il tutto visto attraverso gli occhi dei consumatori. A questo scopo, sono state condotte 5.000 interviste a un campione di donne e uomini tra i 18 e gli oltre 50 anni di Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna (circa 1.000 questionari per ciascun Paese).

Cosa influenza maggiormente il giudizio sul brand? Ben il 56% degli intervistati ha indicato velocità dei pagamenti e assenza di lunghe code alle casse come uno tra i principali fattori che hanno un impatto positivo sull’immagine del marchio, preceduto soltanto dalla competenza degli addetti alle vendite (al primo posto, con il 59% di risposte). Seguono, nell’ordine, la presenza in negozio di postazioni self service per ricerche e ordini a pari merito con un’identica qualità di esperienza d’acquisto sia online sia in negozio, la possibilità di pagare gli articoli agli addetti anche lontano dalle casse, la personalizzazione dell’esperienza d’acquisto, la velocità del servizio, la possibilità di effettuare i pagamenti in modalità self service e addetti alle vendite dotati di dispositivi mobili per ricercare la disponibilità a magazzino dei prodotti. Per il solo campione italiano, ai primi tre posti vi sono nell’ordine: postazioni self service per ricerche e ordini, pagamenti rapidi senza coda alle casse e addetti alle vendite competenti. La coda danneggia gli affari e la fedeltà al brand. Fare un po’ di coda alla cassa è accettabile, ma se questa diventa troppo lunga l’impatto sul business del negozio è preoccupante. Il 42% dei consumatori europei dichiara che meno vale il prodotto che desiderano acquistare, meno sono disposti a lunghe attese in coda, mentre il 28% attende pazientemente in coda solo se ha già impiegato molto tempo a scegliere gli articoli. C’è poi un 29% di consumatori che spesso lascia la merce e se ne va se c’è coda e un 25% che va a fare lo stesso acquisto in un altro negozio. Per 1 consumatore su 5, infine, è inaccettabile che al giorno d’oggi si debba ancora perdere tempo in coda. Questo è un rischio che dovrebbe essere seriamente valutato soprattutto dai negozi che vendono prodotti che si possono facilmente trovare nel punto vendita di molti concorrenti. La ricerca dimostra infatti che è maggiore la probabilità di abbandono dell’acquisto per i beni a basso costo e per quelli di largo consumo che non richiedono molto tempo per la scelta.


Le Botteghe di Albino: «Dopo la ztl dura ricostruire la clientela»

Emanuela Poli«In giro c’è poca gente, i soldi scarseggiano, qualche zona si sente un po’ trascurata e mancano i parcheggi». A dirlo è Emanuela Poli, la presidente uscente dell’associazione “Le Botteghe di Albino”. In questi due anni di mandato è diventata il punto di riferimento di ogni negoziante, che accorre da lei ogniqualvolta si affacci un problema. Titolare della Caffetteria Mazzini, situata nel centro storico di Albino, quando porta cappuccini, brioche e toast ai tavoli dei suoi clienti, ha sempre il volto disteso e sorridente. Persino nelle ore di punta, quando il ritmo si fa più frenetico, trova il tempo di ascoltare i problemi e le preoccupazioni di chi le chiede un consiglio: «Sono diventata la valvola di sfogo di tutti – spiega divertita –, mi faccio portavoce dei disagi dei cittadini e, per fortuna, ho sempre trovato ascolto nell’amministrazione comunale che non mi ha mai messo i bastoni fra le ruote».

Fino a qualche tempo fa la chiusura del centro storico alle auto aveva penalizzato i commercianti. Con la nuova amministrazione le cose sono cambiate?

«La vecchia amministrazione aveva reso pedonale la via centrale di Albino nelle ore pomeridiane. Anziché agevolare il passaggio dei cittadini, questa iniziativa ci aveva penalizzato perché quasi nessuno parcheggiava l’automobile in periferia per venire a piedi a far la spesa nelle botteghe del centro. La gente preferiva riversarsi nelle grandi catene di distribuzione e così il paese si stava svuotando. Per non parlare delle multe che sono state comminate in quel periodo agli automobilisti distratti che non sapevano della chiusura. Oggi tutti vogliono la comodità e noi, per lavorare, abbiamo bisogno del passaggio di auto. Per fortuna, la nuova amministrazione comunale ha tolto la pedonalizzazione e piano piano stiamo ricostruendo la nostra clientela. Ma è dura».

Servirebbero più parcheggi?

«Certo. Molti lasciano l’auto in divieto per pochi minuti per ritirare i panni alla lavasecco, altri invece la parcheggiano in doppia fila per mezz’ora per andare a bere il caffè. Questo è un problema fastidioso. La nuova amministrazione, per mancanza di fondi, ha rinviato il restyling della via ma in primavera dovrebbero iniziare i lavori di riqualificazione con l’introduzione di nuovi posti auto».

Albino aderisce alle aperture domenicali?

«Solo quattro o cinque commercianti aprono abitualmente la domenica. Io sono contraria, abbiamo vissuto bene per anni senza le aperture domenicali. Serve un giorno di riposo, sia per i negozianti che per le famiglie. Anziché rinchiudersi nei centri commerciali sarebbe più salutare passeggiare all’aria aperta, in mezzo alla natura, e riscoprire le bellezze del nostro territorio».

C’è coesione tra i commercianti?

«I commercianti associati alla Botteghe di Albino sono 75, però quando organizziamo qualche evento partecipano in un centinaio. Ogni negoziante, nel suo piccolo, deve fare del suo meglio, deve mettersi in gioco, proporre iniziative, creare eventi. Il problema di Albino è che ha un territorio molto vasto attorno a cui ruotano altre frazioni: Albino Alta, Desenzano, Comenduno e l’Oltreserio. In centro cerchiamo di rimanere tutti uniti per far riscoprire ai cittadini la bellezza del luogo in cui vivono. Ma abbattere la concorrenza dei centri commerciali non è facile: hanno un’offerta troppo vasta per poter competere».

Il problema, secondo lei, è che la gente è ancora troppo attirata dalle grandi catene di distribuzione?

«Quando fa caldo si va nei centri commerciali perché c’è l’aria condizionata, quando fa freddo o è brutto tempo si va ancora lì perché all’aria aperta non si può stare e questo si ripercuote in maniera negativa sulle botteghe storiche. Qui intorno abbiamo l’Esselunga, il Gigante, il Carrefour, il discount. Comunque in generale noto che alla gente piace ritrovarsi ancora nel cuore di Albino e riscoprire le proprie tradizioni. Però i clienti vengono se hanno un motivo: una manifestazione, un evento che crei attrattiva. Per questo non dobbiamo mai smettere di rendere bello il luogo in cui viviamo e lavoriamo».

Progetti futuri?

«“Albino un fiore di città”, una mostra dedicata a piante e fiori che a fine aprile ravviva il centro storico; “Albino on the beach” a metà luglio e “Albino Christmas village” da fine novembre a fine dicembre. Altro non riusciamo a organizzare, purtroppo, per carenza di fondi».


Albino, «il centro preda di sporcizia e maleducazione»

albino orizzFabio Gualandris – Fantagrafia

Fabio Gualandris«Nel 2000 sono state rifatte le strade del centro storico di Albino tranne via Sant’Anna dove si aspettava l’inizio dei lavori all’ex convento. Quindici anni dopo qui la situazione è peggiorata: buche dovute al cedimento delle vecchie condotte, perdite maleodoranti e tetti pericolanti». A segnalare il disagio è Fabio Gualandris, che in paese è un personaggio molto conosciuto e attivo. Oltre a fare il grafico per “Fantagrafia pubblicità” è custode della chiesa di Sant’Anna, presidente dell’associazione culturale Lo Scoiattolo e amministratore del gruppo Facebook “Sei di Albino se …”. E nel corso della recente assemblea in Consiglio comunale sul tema della zone 30 non ha perso occasione per portare all’attenzione dell’amministrazione tutte le sue idee per migliorare l’area in cui vive. «Anni fa, con l’apertura della galleria del Misma, avevo percepito un notevole miglioramento della qualità dell’aria che mi sembra venuto meno ultimamente a causa del traffico e dei parcheggi selvaggi – si sfoga Gualandris –. Non voglio criticare la decisione di aprire alle auto, bensì la mancata applicazione di regole che ha creato, in alcuni orari, caos. È aumentata anche la sporcizia nelle strade, ma quella è dovuta alla maleducazione». Gualandris suggerisce quindi al sindaco di risistemare la piazzetta davanti alla chiesa di Sant’Anna con acciottolato e arredo urbano, magari vietando la posa di stand, gazebi e biciclette legate con catene ai cancelli della chiesa. E ne ha anche per la parrocchiale: «Purtroppo di sera i porticati si riempiono di persone che bevono, abusano di sostanze, fanno i loro bisogni, sporcano e danneggiano tutto. E così ogni mattina sacrista e volontari devono pulire queste schifezze. Bisognerebbe chiudere nelle ore notturne, con una bella cancellata, il sagrato e il passaggio al parcheggio». In via Mazzini, invece, Gualandris sottolinea come  i marciapiedi a livello strada invitino gli automobilisti a parcheggiare quasi contro il muro, ostacolando mamme con passeggino e disabili in carrozzina: «Si potrebbe introdurre una Ztl notturna, dalle 22 alle 6, per ridurre i furti e rendere la via più tranquilla. Per quanto riguarda i parcheggi, nelle grandi città i residenti e i lavoratori hanno spazi gialli gratuiti riservati. Sarebbe bello se anche gli abitanti di Albino, muniti di cartellino rilasciato dalla polizia municipale, venissero esonerati dal pagamento».

Paolo Ghilardi

Paolo GhilardiNei 15 giorni che hanno preceduto l’assemblea sulle zone 30 Paolo Ghilardi, dipendente della Persico Spa di Nembro e residente nella centralissima via Mazzini, ha deciso di fare un esperimento: «Ho percorso la mia via in auto sotto i 30 chilometri orari e devo dire che è una bellissima velocità per transitare in centro mantenendo la padronanza al volante. Se esce improvvisamente qualcuno da un negozio o da un portone, ci si può fermare in tempo, evitando incidenti». Resta però il problema della sporcizia legata in particolare alle deiezioni canine: «Io ci abito in via Mazzini – continua – e non capisco perché altri albinesi si permettano il lusso di portare i loro cani in centro per la passeggiatina serale e consentano ai loro animali di sporcare le case altrui. I cartelli che molti residenti e negozianti hanno appeso sulla strada non sono per i cani ma per i loro padroni che quantomeno dovrebbero sempre utilizzare sacchettino o paletta. Prima ci vorrebbe una corposa fase di informazione e sensibilizzazione verso la cittadinanza. Poi una forte volontà di reprimere questo fenomeno con multe e tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione. Guai se facessimo solo la zona 30, l’arredo urbano, le zone riservate ai pedoni, le fioriere, lasciando come biglietto da visita una città sporca».

Antonella Bessi – profumeria Vanity

Antonella BessiAntonella Bessi di “Vanity”, profumeria centro estetico di via Mazzini, lamenta invece poca coesione tra i negozianti. E a farne le spese è il commercio che, a suo dire, ha bisogno di vivacità per attirare la clientela: «Tutto è lasciato al singolo, non c’è ancora un lavoro di squadra – spiega Antonella –. Noi commercianti aderenti all’associazione Botteghe di Albino, presieduta da Emanuela Poli, abbiamo creato eventi ben riusciti che hanno risvegliato il paese, colorandolo di visi vecchi e nuovi. Personalmente ho percepito entusiasmo tra gli albinesi. Purtroppo, però, le energie da mettere in campo sono molte e portano via tempo alla famiglia e al lavoro. Mi piacerebbe che il rilancio di Albino coinvolgesse l’apertura dei negozi ma che l’organizzazione e la logistica degli eventi non ricadesse tutta sulle nostre spalle. Per far vivere un paese servono eventi che attirino gente e creino un nuovo momento di incontro tra i cittadini che escono a passaggio e i turisti incuriositi. Il paese prende vita solo se c’è festa. E Albino si presta bene alle feste per la sua posizione a metà valle, per la solarità del posto e dei cittadini e per le numerose opere d’arte di cui dispone. Le idee ci sono, ma spesso mancano le forze per attuarle».

Paola Carrara – “Lo stile di Paola”

Paola CarraraC’è poi chi lavora in periferia e si sente isolato rispetto ai commercianti che hanno una bottega in centro. È il caso di Paola Carrara, titolare del negozio di abbigliamento “Lo stile di Paola” di via Provinciale: «Quando vengono organizzate delle iniziative ad Albino io sono sempre tagliata fuori – dice –. Il mio negozio è decentrato rispetto a via Mazzini e capisco che non si possa arrivare ovunque, però dovrebbero far passare le manifestazioni anche qui, altrimenti se tutto viene concentrato nel borgo, noi perdiamo clienti. E con la crisi che c’è, tra tasse e affitto da pagare, sopravvivere è dura».

Michela Faiella – Cogal Caffè

Più ottimista è infine Michela Faiella del Cogal Caffè: «Questo locale è gestito da mia madre Viliana e fa parte del complesso Cogal Home, uno store che offre tante idee per l’arredamento della casa. Noi siamo state chiamate per la gestione e per il rifornimento di prodotti di pasticceria che produciamo nel nostro storico bar di Gandino dove i clienti, per ora, non mancano. Io personalmente lavoro bene, però in generale l’economia qui in valle non gira come una volta. Di conseguenza la gente spende meno. In più c’è anche il problema della concorrenza cinese nell’ambito di bar e ristorazione».