«La fase dei prodotti tipici per me è finita, la gente vuole i prodotti distintivi, al consumatore non interessa che lo hai sempre fatto, ma che lo hai fatto solo tu, che è di quel territorio e non di un altro». È il cambio di prospettiva indicato dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, intervento a Broni (Pv) ad un convegno sul tema delle tipicità agricole in Lombardia.
«Il mercato ha vissuto cambi radicali e per noi non c’è altra strada che l’internazionalizzazione – ha proseguito -. Non tutti devono andare all’estero. Piuttosto dobbiamo spingere chi è in grado di andare fuori per poter liberare quote di mercato interno, oggi asfittico». «Non abbiamo problemi dal punto di vista qualitativo – ha detto Fava -. La nostra scarsa competitività a livello internazionale è data, oltre che dalle difficoltà del sistema economico nazionale, anche da una scarsa organizzazione sul tema della internazionalizzazione. Avevamo una filiera agroalimentare fortissima che viveva di consumi interni, ma da quando la situazione è cambiata, da un lato abbiamo avuto un calo di consumi interni dall’altro abbiamo continuato a produrre in misura significativa per molto tempo».
Di qui la difficoltà poi di penetrare certi mercati, dove peraltro il gradimento verso i nostri prodotti è altissimo. «Le grandi imprese hanno dimostrato meno difficoltà nell’andare oltre confine – ha spiegato Fava -. Dobbiamo migliorare, da un lato, la penetrazione dei mercati mettendo a disposizione del sistema delle imprese di meccanismi utili per garantire la logistica e la capacità di vendere sul mercato internazionale e dall’altro, la promozione. Buona parte dei nostri prodotti non sono conosciuti, a parte alcuni, nell’immaginario globale. Tutti gli altri sono da promuovere, certamente si tratta di produzioni piccole».