Federalberghi all’attacco dell’abusivismo: registro e tracciabilità fiscale

Federalberghi all’attacco dell’abusivismo: registro e tracciabilità fiscale

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bernabo bocca presidente Federalberghi
Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca

Federalberghi va all’attacco delle forme di accoglienza “non imprenditoriali” non tassate. «Non c’è bisogno di introdurre nuove tasse, ma di far sì che tutti gli operatori paghino le tasse nella giusta misura e rispettino le regole poste a tutela dei consumatori, dei lavoratori, della sicurezza pubblica e del mercato». È questa la posizione del presidente Bernabò Bocca dopo la notizia dei giorni scorsi di un’eventuale tassa per chi affitta stanze o appartamenti su Airbnb o su altre piattaforme di home sharing.

La cosiddetta “norma AirBnb” proponeva dal primo gennaio 2017 una cedolare secca del 21% per il canone delle locazioni di breve periodo, compresi bed&breakfast e affittacamere. Non è stata però inserita nella legge di Stabilità, alimentando un acceso dibattito.

«Il dibattito che in questi giorni si sta sviluppando in merito alla cosiddetta “tassa Airbnb” – ha detto Bocca – rischia di distrarre l’attenzione dal bubbone che affligge il mercato turistico italiano, inquinato da centinaia di migliaia di alloggi che operano in completo spregio alla legislazione fiscale e alle altre norme che disciplinano lo svolgimento delle attività ricettive, danneggiando tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. Basti considerare che, secondo le stime dell’ultimo Rapporto sul turismo, il numero effettivo delle presenze turistiche potrebbe essere di oltre un miliardo all’anno, quasi il triplo di quelle rilevate dall’Istat». La speranza del presidente di Federalberghi è «che si faccia strada la proposta di istituire presso l’Agenzia delle Entrate un registro di coloro che svolgono attività ricettiva in forma non imprenditoriale, prevedendo che i portali debbano comunicare al fisco gli estremi di ogni transazione al fine di assicurare che anche i furbetti dell’appartamentino paghino le imposte, applicando le stesse regole previste per i contribuenti onesti che adempiono al proprio dovere quotidianamente».

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