Per la giornata nazionale “Legalità, mi piace!” Confcommercio ha presentato una ricerca sui costi dell’illegalità e sull’impatto e la percezione dei fenomeni da parte delle aziende del commercio, del turismo e dei servizi.
Le rilevazioni sono state realizzate tramite un questionario on line, realizzato dal 25 settembre a fine ottobre, al quale hanno partecipato circa 4.500 imprese.
Il focus sulla Lombardia evidenzia il maggiore ricorso, tra le misure di prevenzione e tutela adottate, ad assicurazioni e vetrine corazzate: il 43 % degli imprenditori (contro il 36% della media nazionale) ha optato per una maggiore copertura assicurativa e il 16% (contro il 12% della media nazionale) ha scelto di dotarsi di vetrine “anti-spaccata”.
Tra le iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza della propria impresa, la Lombardia pone l’accento sulla certezza della pena (con il 79% delle indicazioni degli imprenditori) e sui poliziotti di quartiere, fondamentali per il 19% delle aziende coinvolte.
Più che a livello nazionale la grande maggioranza delle imprese si dichiara “molto favorevole” ad un inasprimento delle pene ( il 76% contro il 67% nazionale) per furti, rapine, abusivismo, contraffazione, usura ed estorsioni. Il 40% degli imprenditori è fermamente convinto che i condannati non scontino realmente le pene. Il 92% degli intervistati non si è dotato di un’arma per la difesa personale e il 57% non pensa nemmeno di farlo in futuro.
Il taccheggio in Lombardia è poco più presente rispetto alla media nazionale (il 46% degli imprenditori ne ha avuto esperienza contro il 43% della media nazionale) ma sembra essere subito in maniera meno ricorrente (il 23% ha subito più taccheggi, contro il 25% della media nazionale).
In Lombardia l’incidenza di chi percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza è leggermente inferiore alla media nazionale (il 26% contro il 30%). Come nel resto d’Italia i fenomeni maggiormente percepiti in aumento rispetto allo scorso anno sono abusivismo (+51%), furti (+47%) e contraffazione (+40%). L’esperienza di criminalità è sensibilmente inferiore rispetto alla media nazionale, sia per quanto riguarda l’esperienza indiretta (il 12% contro il 22% del resto d’Italia) che quella diretta (il 3% contro il 9% a livello nazionale).