Tornano i banchi non alimentari nei mercati rionali e comunali

Mauro Dolci

Tornano da oggi i banchi non alimentari nei mercati rionali e comunali, con il passaggio in zona arancione della Lombardia. Sono 1500 le attività di commercio su area pubblica bergamasche che possono riprendere la loro attività dopo quattro settimane di stop. Si va così a completare l’offerta commerciale degli appuntamenti settimanali dei mercati, prima limitati alle sole attività alimentari. Si parte già da oggi con il mercato principale di Via Spino in città e, a seguire, in tutti i quartieri cittadini e in tutti i comuni della provincia.

Un passo importante per un graduale ritorno alla normalità e la salvaguardia degli acquisti natalizi nelle bancarelle specializzate in abbigliamento, calzature, accessori e regalistica. “È una notizia attesa dal settore, gravemente provato dai continui stop alle attività, nonostante gli sforzi e gli investimenti per garantire la sicurezza di tutti- commenta Mauro Dolci, presidente provinciale  Fiva- Federazione italiana venditori ambulanti su area pubblica, aderente ad Ascom-. Ci auguriamo di potere continuare a lavorare, sempre nel rispetto delle norme. La notizia della ripresa dei mercati nella completezza della loro offerta arriva alla vigilia dell’inizio del mese più importante per il commercio e per le famiglie per gli acquisti legati alle festività. Ora mi auguro che possano presto riprendere l’attività anche i mercati coperti e quelli legati a fiere e feste, questi ultimi fermi da febbraio”.


Torna la Campagna di Natale del Centro Missionario

Torma anche quest’anno la Campagna di Natale del Centro Missionario Diocesano, giunta alla diciassettesima edizione: un lavoro di rete che si è intensificato sempre più nel corso degli anni e che ha permesso di raggiungere e coinvolgere innumerevoli realtà commerciali, istituzionali, famiglie, bambini e ragazzi, giovani, persone anziane.

La Campagna di Natale ha dato a tutti la gioia di sostenere, in sedici anni, 52 progetti missionari che hanno raggiunto ogni angolo di mondo. Più di 1 milione e 200mila euro sono stati destinati a questi progetti.

La nuova Campagna, la diciassettesima, dal titolo “Avvoltidalle stelle…come il bimbo nella culla”, compartecipata da Ascom Confcommercio Bergamo e Web Solidale, prende il via, come tradizione a fine novembre. “Certamente è un tempo un po’ particolare e molto faticoso, ma nonostante questo, la nostra convinzione è che non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai poveri più poveri, perché è anche così che la Chiesa vive la sua identità di Chiesa in uscita verso le periferie fisiche ed esistenziali di ogni uomo- commenta Don Massimo Rizzi, direttore del Centro Missionario Diocesano-. Questa campagna, come tutte quelle degli anni scorsi, si prefigge l’obiettivo di sostenere alcuni progetti legati alla fragilità in terre lontane e vicine a noi, attraverso alcune iniziative specifiche”.

Al cuore dell’iniziativa, il desiderio di creare percorsi di sensibilizzazione e partecipazione ad alcuni progetti che necessitano di un particolare sostegno e in favore dei quali vengono orientate tutte le varie iniziative che vanno a costellare l’intera campagna. “Nel Natale ci viene donato colui che è vita del mondo: siamo così aiutati a dare spazio alla vita, a porci in suo ascolto, a colorare di speranza l’orizzonte che porta ancora tratti della morte e della sofferenza” continua don Rizzi.

Effetà: a Betlemme, ascolta la vita

La Scuola “Effetà Paolo VI” di Betlemme è una scuola specializzata per la rieducazione audiofonetica di bambini audiolesi che abitano nei territori palestinesi. La scuola, intitolata a Paolo VI è sorta a Betlemme, proprio per volere di papa Montini durante la sua visita in Terra Santa nel 1964; in quella occasione il Papa constatò la presenza di molti bambini non udenti privi di assistenza ed espresse il desiderio che fosse realizzata un’opera educativa per la loro riabilitazione. Nel corsodegli anni la scuola si è specializzata anche nell’ambito medico.
Nelle scorse settimane, attraverso l’Ufficio Diocesano Pellegrinaggi, è giunta dalle Suore Dorotee la richiesta del rifacimento del riscaldamento dell’intera struttura. Abbiamo accolto la loro richiesta perché siamo certi che garantire a questi ragazzi la possibilità di un ambiente sereno e caldo, favorisce il raggiungimento degli obiettivi dell’istituto. I ragazzi, giunti al termine del ciclo di studi, saranno capaci di affrontare con autonomia la loro vita, costruendo il loro futuro in modo sereno.
Il progetto è compartecipato/condiviso/realizzato insieme con l’Ufficio Diocesano Pellegrinaggi Filippine, dai casa alla vita Tibagan San Pedro, è uno dei quartieri più periferici e più poveri della metropoli di Manila; in questo quartiere le Suore Orsoline di Somasca sono presenti da 34 anni.
Tra loro una suora bergamasca, suor Vera Ravasio che, insieme alle sue consorelle, attraverso la loro presenza e la loro opera, si impegnano quotidianamente a migliorare le condizioni di vita delle migliaia di poveri, attraverso l’educazione e la formazione delle giovani generazioni e l’assistenza agli anziani e alle famiglie più bisognose. L’appello di suor Vera e delle sue consorelle riguarda l’urgenza di ricostruire unità abitative completamente distrutte da un incendio avvenuto nel mese di ottobre 2019. Sono bastate due ore per ridurre in cenere 162 case addossate l’una all’altra: una piccola fiammella accesa per gioco da due bambini, ha causato in brevissimo tempo, un enorme disastro. Il progetto è compartecipato/condiviso/realizzato in comunione con l’istituto delle Suore Orsoline di Somasca

Associazione Paolo Belli – Casa del Sole, dona speranza alla vita

L’Associazione Paolo Belli è nata l’11 febbraio 1992: essa porta il nome di un ragazzo, Paolo Belli, che a 24 anni è stato strappato alla vita dalla leucemia. L’associazione nasce da una parte con l’intento di non dimenticare Paolo e tutte le persone che hanno contratto la leucemia e dall’altra con il desiderio di accompagnare la famiglia e l’ammalato nel percorso della malattia anche attraverso piccoli e utili gesti quotidiani. Le disposizioni sanitarie e governative per il contenimento del contagio da Covid 19, hanno obbligato a limitare il numero e la differenziazione di iniziative. Testimonial dell’iniziativa: “Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia” …sarà uno svota tasche in cuoio ad accompagnare l’intera campagna e a porre un segno concreto di cura: a sera lo svuota tasche accoglie la nostra giornata, la fatica, le gioie di una quotidianità fatta di lavoro, di incontri, di relazioni. Insieme allo svuota tasche le bustine per una tisana calda e una
piccola candela. Sono piccoli segni per un grande impegno. Il costo del kit è di 10,00 euro. Chiediamo a tutti di farsi portavoce di questa possibilità di acquisto, presso parenti e amici: raccogliendo le adesioni, faremo in modo di raggiungere tutti con il kit (prenotazioni allo 0354598480; cmd@diocesi.bergamo.it). Un
ringraziamento particolare alla Fondazione I.S.B. che arricchirà alcuni kit di biscotti prodotti durante i laboratori di pasticceria. Il progetto, condiviso con l’Associazione, si prefigge di offrire un contributo economico per l’acquisto di questo mezzo di trasporto, nonché di sostenere l’accoglienza presso la struttura di ragazzi bisognosi cure presso l’ospedale Papa Giovanni. Anche così ci si prende cura della vita fragile e debilitata che chiede sostegno e protezione.

Concorso artistico per le scuole di ogni ordine e grado

In collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale e l’Ufficio Diocesano scuola (in modo particolare il settore dell’IRC), è stato indetto un concorso per le scuole. La realizzazione di fantasiose “opere d’arte” diventeranno fotografie che, a loro volta, saranno trasformate in cartoline solidali. Il termine ultimo per iscrizioni il 30 novembre. Al seguente link il modulo di iscrizione:https://forms.gle/orYbhdDuAySWvW4c7

Cartolina solidale collegata al concorso scolastico

Anche i singoli, le parrocchie, gli oratori vi possono partecipare inviando all’indirizzo mail: centromissionario@gmail.com, i loro elaborati. Si tratta della possibilità di invio delle cartoline solidali attraverso il sito www.websolidale.org. Per ogni cartolina inviata e ricevuta, alla campagna viene devoluto un euro. A chi riceve e a chi invia non costa nulla. Obiettivo è il raggiungimento di 25.000 cartoline spedite.


Ascom, appello ad Attilio Fontana per istituzione zona gialla

Ascom Confcommercio Bergamo  e Confesercenti Bergamo hanno scritto questa mattina al Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, chiedendo di farsi promotore con il Ministro della Salute Roberto Speranza per l’assegnazione al territorio di Bergamo  della zona gialla. I due presidenti, Giovanni Zambonelli per Ascom e Antonio Terzi per Confesercenti, scrivono:  “Sono passate tre settimane dalla nostra precedente missiva nella quale le scriventi Associazioni Le chiedevano di farsi promotore con il Ministro della Salute  Roberto Speranza per l’assegnazione al territorio di Bergamo dell’area “gialla”,  che consentirebbe l’apertura delle attività del commercio e della ristorazione nel rispetto della legge. Queste tre settimane sono state terribili per le ripercussioni economiche sulle imprese del terziario bergamasco, già provate da mesi di difficoltà. I dati sulla situazione epidemiologica della nostra provincia sono stati oggetto della Ricerca, presentata dalla Provincia di Bergamo, e realizzata dall’Università degli Studi di Bergamo che evidenzia la sussistenza delle condizioni che giustificano la nostra richiesta”. 

La lettera è stata inviata per conoscenza agli Assessori Claudia Terzi e Lara Magoni e al Presidente della Camera di Commercio di Bergamo. 


Federmotorizzazione: “Servono incentivi o sgravi contributivi per l’acquisto di auto usate”

Il mercato dell’Auto ha segnato nel mese di settembre 2020 una crescita del +9,54% sulle immatricolazioni rispetto allo stesso mese del 2019, un segnale positivo per gli operatori del settore che da marzo stanno annaspando in una delle più gravi crisi economiche del dopoguerra, alimentato finalmente da iniziative di sostegno mirate ma purtroppo di breve durata.
Il mese di ottobre, che aveva alimentato rosee aspettative, ha ben presto spento gli entusiasmi registrando nuovamente un lieve segno negativo sull’andamento del mercato(0,2%), con un totale di 1.123.194 immatricolazioni nei primi 10 mesi rispetto al 1.625.500 del 2019 (-34% rispetto ai volumi dell’anno precedente: circa 500.000 immatricolazioni perse).
Questo calo è dato essenzialmente dall’esaurimento degli incentivi per le auto nuove, con sconti per le auto a basso impatto ambientale (pochi a dire il vero), stanziati dal Governo per il rilancio dell’Automotive. A dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che in questo momento di difficoltà e incertezza l’unica leva per rianimare il settore auto è quello delle agevolazioni fiscali e degli incentivi.
Federmotorizzazione Confcommercio già in aprile aveva avviato, al pari delle altre Associazioni di categoria, interlocuzioni con le istituzioni al fine di, dati alla mano, proporre soluzioni che potessero aiutare il settore e facilitare o promuovere l’acquisto da parte dei privati e delle aziende. Oggi la Federazione del settore automotive spalleggia una proposta di Aniasa interessante, già avanzata: chiedere lo stanziamento di incentivi per l’acquisto di vetture usate, purché con motore elettrico, ibrido o endotermico in classe di emissione Euro 6, dunque le più moderne. Per rendere economicamente sostenibile la proposta, se non fosse possibile concedere una somma da sottrarre al prezzo d’acquisto come avviene con gli incentivi per le nuove auto, l’alternativa può essere quella di erogare un bonus tramite credito d’imposta o mediante esenzione dal pagamento dell’Imposta provinciale di trascrizione e del bollo auto nel caso di acquisti di queste tipologie di vetture.
La proposta, che sarà portata sui tavoli dei Ministeri competenti, è stata avanzata da Loreno Epis, consigliere di Federmotorizzazione e presidente del Gruppo Autosalonisti Ascom Confcommercio Bergamo: “L’Italia ha il parco auto circolante tra i più vecchi d’Europa che va assolutamente svecchiato. Il settore dell’usato ha numeri molto importanti, superiori di gran lunga a quelli del nuovo, poiché una vettura usata può essere oggetto di compravendita più volte durante la propria vita funzionale e costituisce un ramo del mondo automotive che sorregge in misura importante il mercato degli operatori- commenta-. L’acquisto di vetture nuove a basso impatto ha un costo importante e sempre meno, di questi tempi, alla portata di una vasta platea di utenti”. Per questo motivo rivolgersi al mercato dell’usato può essere una valida soluzione che merita quindi finalmente attenzione anche per i benefici che può portare all’ambiente. “Anche il secondo lockdown ha comunque mostrato che, nonostante le restrizioni agli spostamenti, il livello di pm10 resta comunque elevato- continua Epis-. Svecchiare il parco auto è comunque prioritario per ottimizzare risorse e consumi”. Incentivare il comparto dell’usato agevolerebbe la sostituzione dei mezzi, eliminando quelli più obsoleti: “I rivenditori ufficiali e gli autosaloni assicurano la totale sicurezza sul prodotto che si acquista, caratteristiche che non sono garantite dalle vendite tra privati- ricorda Epis- . Gli operatori mettono in campo una funzione di selezione e valutazione dei possibili canali di vendita (in base allo stato d’uso del veicolo), procedendo a manutenzioni anche straordinarie prima di metterlo in vendita e rilasciando garanzia. L’attesa da parte del comparto dell’usato è la formulazione se non di incentivi ad hoc, di bonus credito d’imposta per gli autosaloni e di esenzione pagamento bollo o Ipt per chi acquista”. 


Partite Iva, da Confcommercio Professioni Bergamo tutte le misure e gli aiuti a disposizione

Sono giorni molto difficili anche per il mondo dei liberi professionisti non ordinistici. Nei giorni scorsi è andato in scena il Convegno Nazionale di Confcommercio Professioni dove è stato presentato il report dei numeri del settore.  Sono oltre 1 milione e 400 mila i liberi professionisti in Italia, pari al 6,2% degli occupati complessivi e in crescita del 24,2% tra il 2008 il 2018. Tra questi, a crescere di più, del 71,6% nello stesso periodo, sono i professionisti non ordinistici, circa 390 mila persone che operano per la quasi totalità nei servizi di mercato (98,2%) e che si dimostrano il segmento più dinamico dell’occupazione.  Aumenta di oltre il 30% in dieci anni il reddito complessivo generato dalle professioni non ordinistiche, pari a 6,5 miliardi di euro, ma diminuisce del 22,6% il reddito medio pro capite sceso a 16mila e 600 euro. Tra i professionisti non iscritti ad albi o ordini rientrano guide turistiche, amministratori di condominio, formatori e figure emergenti delle nuove professioni, come designer, professionisti Ict, consulenti e formatori di management, wellness coach, wedding planner. Più della metà della categoria svolge attività scientifiche e tecniche ad elevata specializzazione. Tuttavia, a registrare i più forti incrementi tra il 2008 e il 2018 sono le attività complementari dei servizi alla persona, dall’istruzione (+195%) all’assistenza sociale (+123%) e al tempo libero (+93%). L’analisi dei numeri indica il come i liberi professionisti da qualche anno stiano diventando un vero e proprio zoccolo duro del mondo del lavoro. In questo momento di stallo del sistema economico occorre resistere e raccogliere quel bacino di competenze che saranno utili nel momento della ripartenza del mercato. “Per questo, attraverso la creazione di Confcommercio Professioni Bergamo- commenta il neopresidente Matteo Mongelli- abbiamo cercato di coinvolgere più professionisti possibili per mettere a disposizione diversi aiuti per dare un aiuto concreto per questo periodo di resilienza”. 

Ecco qui di seguito un riepilogo delle misure a disposizione dei professionisti, anche attraverso Ascom e la cooperativa Fogalco. 

Bando Rinascimento

Il Comune di Bergamo, insieme a Cesvi ed Intesa San Paolo ha esteso il Bando Rinascimento anche ai liberi professionisti non ordinistici. Un riconoscimento che ci fa molto piacere e un’unione di intenti che ci vedrà anche partecipi nel Webinar di presentazione del Bando al quale parteciperemo nella diffusione. E’ previsto un contributo a fondo perduto e un contributo chiamato finanziamento di impatto con tassi agevolati vicini allo 0,4%. Verranno finanziati e sostenuti progetti di digitalizzazione, ecosostenibilità, partnerariati e sicurezza. Fogalco sarà al fianco di tutti quei professionisti, residenti o aventi attività all’interno del Comune di Bergamo, che intendono partecipare al bando con un supporto nello studiare il progetto e presentarlo al Comitato che esaminerà le pratiche. Per scoprire nei dettagli il bando Anguissola, il 26 novembre il Comune, con Intesa San Paolo e Cesvi hanno organizzato un workshop di approfondimento. 

Finanziamento professioni

Insieme a Fogalco Confcommercio Professioni Bergamo ha messo a punto una misura di finanziamento ad hoc con tassi variabili tra il 2% e il 4% per cercare di supportare i professionisti. La forza del libero professionista è quella di programmare e fornire servizi a clienti per sviluppare un piano di impresa. La liquidità in questo momento è necessaria per la resilienza e l’acquisizione delle competenze necessarie per la futura ripartenza

Incontro e rappresentanza

“Sembrano parole scontate e già sentite più volte ma incontro e rappresentanza non sono mai stati così utili ed efficaci come in questo periodo- sottolinea Matteo Mongelli-. Il mondo delle libere professioni ha diverse sfaccettature. Dal grafico all’organizzatore di eventi, dal consulente al personal trainer. Stiamo organizzando i professionisti in sottogruppi per cercare di dedicare supporto e rappresentanza mirati ad ogni tipologia di categoria. Il gruppo dei professionisti del mondo dello sport è ormai ai nastri di partenza e altri gruppi si stanno sviluppando per formare veri e propri team di rappresentanza”. 


Ristori, via libera a calzature e accessori, ingiustamente esclusi

Federazione Moda Italia-Confcommercio esprime soddisfazione per l’accoglimento da parte del Consiglio dei Ministri delle richieste avanzate dalla categoria, approvando l’integrazione, con il codice Ateco 47.72.10 “Commercio al dettaglio di calzature e accessori”, dell’allegato 2 del decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149. I negozi di calzature che hanno subito restrizioni nelle zone rosse e che erano stati esclusi ingiustamente dal Decreto Ristori bis potranno così accedere al contributo a fondo perduto e alle altre misure come, ad esempio, il credito d’imposta del 60% dell’affitto per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Resta ancora escluso il Codice Ateco 47.71.30 “Commercio al dettaglio di biancheria personale, maglieria, camicie”.

“Un doveroso segnale di attenzione al settore moda, che vive di stagionalità e, già in forte sofferenza, subisce restrizioni nel momento più importante dell’anno, così commenta il presidente di FederazioneModaItalia-Confcommercio, Renato Borghi, le novità del Decreto Legge “Ristori ter”.

Al governo – prosegue Borghi – chiediamo di indennizzare anche i negozi di camicie e maglierie che, pur essendo chiusi, inspiegabilmente non rientrano ancora tra i beneficiari delle misure. Vogliamo poter esercitare il nostro diritto di fare impresa e di lavorare. Servono, però, ristori congrui e a geometrie variabili anche nelle aree arancioni e gialle, altrimenti si correrà il rischio di perdere per sempre una parte importante di un tessuto d’imprese che s’intreccia, come trama e ordito, nel futuro delle nostre città. I nostri negozi, infatti, fanno vivere le comunità, illuminando animi e strade, offrendo sicurezza, decoro, cordialità e relazioni sociali”.

Federazione Moda Italia informa inoltra che il Consiglio dei Ministri ha accolto le richieste della nostra Organizzazione, approvando l’integrazione con il codice Ateco 47.72.10 “Commercio al dettaglio di calzature e accessori” dell’allegato 2 del decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149.

Il nuovo Decreto-legge che introduce misure finanziarie urgenti connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 ha infatti previsto un contributo a fondo perduto del 200% rispetto a quello del mese di maggio 2020 e misure a sostegno delle aziende che sono state sospese nella zona rossa come, ad esempio, il credito d’imposta cedibile al proprietario dell’immobile locato pari al 60% dell’affitto per ciascuno dei mesi di ottobre, novembre e dicembre.  Il provvedimento prevede, tra l’altro, l’incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto “Ristori bis” (decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149) per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta. Per il Presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi: “Si tratta di un risultato importante per la categoria, con particolare riferimento a chi è stato ingiustamente escluso dal Decreto Ristori bis (DL 149/2020), frutto anche della serrata interlocuzione con il governo da parte del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.


Covid-19, presentato in Provincia l’impatto effettivo del virus a Bergamo

Questa mattina, 23 novembre, nell’auditorium Ermanno Olmi della Provincia il presidente Gianfranco Gafforelli ha convocato i parlamentari, i consiglieri regionali e i rappresentanti del mondo economico e sindacale bergamasco per un incontro sulla situazione della diffusione del Covid-19 nel territorio provinciale.
L’incontro ha preso le mosse da uno studio dell’Università di Bergamo sull’andamento della pandemia condotto dal professor Mario Buonanno, docente di Economia e prorettore, che lo ha illustrato insieme al rettore Remo Morzenti Pellegrini.
Lo studio, nell’evidenziare lo spostamento del virus verso la zona ovest della regione Lombardia rispetto alla prima ondata, ipotizza tra le cause di minor contagio in Bergamasca l’immunità di gregge ma anche la forte attenzione degli individui nel regolare i propri comportamenti; la violenza della prima ondata avrebbe reso le persone maggiormente responsabili e disposte alla cooperazione generando quello che in economia viene definito “capitale civico”, in grado di fare la differenza tra la situazione dei contagi a Bergamo e quella nel resto della regione.
“Ho tenuto a organizzare questo incontro perché ritengo doveroso che i principali rappresentanti del territorio si confrontino attorno a un tavolo per essere consapevoli di quale sia la situazione a livello locale, grazie al prezioso supporto scientifico che ci viene dall’Università, e per decidere insieme se sia opportuno muovere dei passi insieme, per esempio per chiedere un alleggerimento delle restrizioni in vigore – ha spiegato Gafforelli – . Non voglio imporre nulla né prevaricare il ruolo di chi deve prendere decisioni, ma così come lo scorso marzo mi sono mosso per chiedere di chiudere tutto, in rappresentanza di tutti i sindaci bergamaschi, allo stesso modo oggi mi rivolgo al territorio per una riflessione comune”.
A conclusione del confronto si è deciso di non muovere per ora azioni per chiedere una differenziazione di livello provinciale rispetto alle misure in atto, in considerazione del fatto che tra pochi giorni la Lombardia sembra destinata a passare nella “area arancione”, e allo stesso tempo che i dati nella Pianura destano qualche preoccupazione. Alla Provincia sono state però portate diverse sollecitazioni. La prima è la richiesta che la cabina di regia presso Regione Lombardia non si limiti ai sindaci dei Comuni capoluogo ma includa anche le Province, in quanto espressione dell’intero territorio. La Provincia ha chiesto inoltre di attivarsi in tema di Politiche attive del lavoro coinvolgendo sindacati e organizzazioni datoriali per individuare misure di sostegno dell’occupazione, soprattutto nel momento in cui verrà meno il blocco dei licenziamenti. Non è mancato l’invito a replicare incontri a cadenza periodica per un monitoraggio sull’andamento della situazione e per mantenere aperto un canale di confronto utile e proficuo. Il presidente Gafforelli si è detto disponibile a impegnarsi in tutte queste direzioni: “Sono soddisfatto di aver raccolto queste sollecitazioni che ci impegneremo a mettere in pratica. Quello che più mi preme è che tutti si esprimano in modo da prendere le decisioni insieme, e che se dovrò portare la mia voce alla Regione o al Governo, questa sia la voce di tutto il territorio bergamasco”.


Bergamo Smart Shopping, il sistema di consegna a domicilio del Distretto

Il Distretto Urbano del Commercio di Bergamo, in collaborazione con il Comune di Bergamo e Poste Italiane presenta oggi Bergamo Smart Shopping, un progetto di consegne a domicilio, primo in Italia, pensato ad hoc per la città di Bergamo, i quartieri e i paesi più vicini al centro cittadino. Il progetto prenderà il via sabato 28 novembre, e coinvolgerà tutte le attività commerciali che hanno deciso di farne parte.

 

 

In un periodo davvero difficile e pieno di incertezze, come quello attuale, è più importante che mai far sentire i clienti al sicuro, comodi e coccolati. Per questo il DUC propone un progetto di consegne a domicilio per far sì che clienti e cittadini non perdano la possibilità di fare i propri acquisti, facendosi recapitare la spesa direttamente a casa o in ufficio. L’obiettivo è quello che con Bergamo Smart Shopping le persone possano riacquisire la leggerezza del fare shopping e che possa incentivare anche i più reticenti degli acquisti online, approfittandone anche per fare regali di Natale. Nicola Viscardi, Presidente del DUC Distretto Urbano del Commercio sottolinea: “Bergamo Smart Shopping è un progetto di sperimentazione al quale il Distretto pensava da tempo e che con la situazione attuale potrebbe diventare strategico per molti dei nostri negozi. Credo che questo servizio sia una forte leva differenziante rispetto ad altre polarità commerciali e anche ai colossi di internet: la comodità della consegna a casa senza rinunciare alla professionalità dei nostri esercenti, un servizio più rapido di molte piattaforme e, non ultima, una modalità di consegna ecologica e sostenibile”.Un progetto ambizioso, che ha l’obiettivo di sostenere le attività commerciali presenti in città, migliorare il processo di consegna all’interno del Comune, in termini di riduzione dell’impatto ambientale mediante l’utilizzo di mezzi eco sostenibili, offrire ai negozianti l’opportunità di acquisire un target più variegato di clientela, migliorare l’esperienza di acquisto dei clienti finali. Il servizio è ambizioso, ma molto semplice e immediato e prevede la possibilità di consegnare, al domicilio dei richiedenti, gli acquisti effettuati nei negozi aderenti al progetto e operanti nelle quattro aree di Bergamo individuate che fanno parte del perimetro delineato del DUC: Centro, Città Alta, Borgo Palazzo e Borgo Santa Caterina. Utilizzare il servizio è facilissimo: dopo l’acquisto in negozio, da market place, o attraverso i canali social degli stessi commercianti, sarà possibile prenotare la consegna della merce direttamente a casa propria, anche in giornata, tramite un servizio di consegne dedicato. Con una spesa minima stabilita, la consegna standard è gratuita per il cliente e avviene entro mezza giornata. Se si sceglie invece la modalità di consegna instant, la spedizione verrà recapitata entro soli 90 minuti dall’ordine, con un piccolo sovrapprezzo che verrà sostenuto dal cliente. Il servizio è attivo da lunedì a sabato. Un progetto innovativo e attento all’ambiente: tutte le consegne verranno effettuate con mezzi totalmente elettrici o ibridi. Il servizio di consegna coprirà inizialmente i comuni di: Bergamo, Almè, Azzano San Paolo, Curno, Lallio, Mozzo, Orio al Serio, Paladina, Pedrengo, Ponteranica, Ranica, Scanzorosciate, Seriate, Sorisole, Stezzano, Torre Boldone, Treviolo, Valbrembo, Zanica. Bergamo Smart Shopping non vuole limitarsi al solo centro cittadino. Nei prossimi mesi il servizio si espanderà anche verso i quartieri e le zone più periferiche, coinvolgendo sempre più commercianti e clienti.Gli esercizi commerciali che hanno aderito al servizio sono già oltre 100, ma il loro numero è certamente destinato ad aumentare nei prossimi giorni. I negozi aderenti saranno riconoscibili grazie a una speciale vetrofania posta all’ingresso della propria attività.


La ristorazione in affanno: “Sia riconosciuto il ruolo dei pubblici esercizi”

L’assemblea 2020 di Fipe-Confcommercio che si è aperta il 18 novembre con una tavola rotonda cui hanno partecipato il premier Giuseppe Conte e i ministri Bellanova e Franceschini, quest’anno non chiude i battenti. Al contrario resterà aperta fino alla fine della crisi determinata dalla pandemia da Covid-19. Una decisione, quella dei vertici della Federazione Nazionale dei Pubblici Esercizi, tutt’altro che simbolica: l’obiettivo concreto è quello di mettere a disposizione dei 340mila imprenditori del settore un canale diretto per far arrivare la loro voce direttamente al governo, in una fase drammatica per la categoria.“Oggi – ha spiegato il presidente di Fipe – Confcommercio, Lino Enrico Stoppani ieri, 18 novembre– il presidente del Consiglio e i ministri che sono intervenuti alla nostra assemblea hanno ribadito il loro impegno per il nostro settore e questo per noi significa molto. Non solo perché la Fipe è stata riconosciuta come la casa di tutta la ristorazione italiana, ma perché da qui sono arrivate importanti novità. La prima l’ha portata il ministro Franceschini, che ha ribadito l’intenzione di includere la ristorazione tra i beneficiari dei fondi del Recovery Fund destinati alla valorizzazione degli asset turistici. Un’indicazione importante quanto quella annunciata dal ministro Bellanova, che ha ribadito l’intenzione di proseguire i lavori del tavolo unitario presso il ministero dello Sviluppo economico per valorizzare la ristorazione quale componente fondamentale della filiera agroalimentare. L’ultima novità è arrivata direttamente per bocca del premier, che si è preso l’impegno di incrementare i contributi a fondo perduto per le imprese che non possono lavorare a causa delle misure di contenimento della pandemia. Tutti impegni sui quali noi continueremo ad incalzare il governo. Perché le risorse messe in campo fino ad ora, seppur importanti, non sono sufficienti per garantire la sopravvivenza delle nostre imprese.
La ristorazione è in affanno e in cerca di un unico interlocutore, dopo i rimbalzi di ministero in ministero. Il quarto trimestre dell’anno si chiuderà, secondo Fipe,  con una perdita di fatturato di 10 miliardi di euro, pari al 40%. La previsione per la fine dell’anno è di una flessione di 33 miliardi di euro su 96 complessivi. 60mila imprese del settore sono a rischio chiusura e oltre 300mila posti di lavoro in bilico. Nel momento più complicato della crisi economica e sociale scatenata dalla pandemia da Covid, la Fipe – Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi tiene la sua assemblea annuale e lo fa alla presenza del premier e di due ministri di primo piano, Teresa Bellanova, titolare della delega all’Agricoltura, e Dario Franceschini, ministro del Turismo. 

Una presenza doppiamente significativa. Da un lato perché consente al presidente Lino Enrico Stoppani di ribadire le richieste della Federazione direttamente all’esecutivo. Dall’altro perché dimostra l’attenzione del governo nei confronti dei Pubblici esercizi.

“Nonostante le risorse messe fino ad ora dal governo – Stoppani – lo sforzo non è sufficiente per prevenire le chiusure e gli scenari più catastrofici per il 2020, che parlano di 50mila imprese a rischio e 300mila posti lavoro in bilico. A seguito delle nuove restrizioni, occorre infatti rifinanziare i contributi a fondo perduto per compensare le perdite dei locali, occorre consolidare i crediti di imposta sulle locazioni commerciali e prevede e moratorie fiscali, contributive e creditizie”.

Dopodiché, però, se si vuole dare un futuro al variegato mondo della ristorazione occorre fare un passo in più. Per garantire la sostenibilità sul lungo periodo bisogna puntare sulla professionalità e sulla formazione: la crescita di fenomeni di concorrenza sleale ha determinato un impoverimento della qualità.

“La pandemia – spiega Stoppani – ha messo in luce alcune debolezze del settore: la fragilità di tante imprese è il frutto dell’espansione quantitativa e non qualitativa cui abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire da un processo di liberalizzazioni a tratti semplicistico. Da anni Fipe denuncia il rischio bolla dovuto a un eccesso di offerta: 4,6 imprese ogni mille abitanti. Troppe”.

Secondo il presidente Fipe occorre ripartire da un rafforzamento dei requisiti professionali per l’accesso al settore che deve essere accompagnato da una politica volta a sostenere la domanda del consumatore da un lato e l’imprenditoria di qualità dall’altro. 

“Il ricorso massiccio allo smart-working – sottolinea il presidente Stoppani – non si esaurirà con l’attenuarsi della pandemia. Per far fronte alle conseguenze negative che produce e continuerà a produrre sui pubblici esercizi è necessario lavorare non solo sul cash back, per stimolare i pagamenti elettronici, ma anche sull’azzeramento dell’Iva, almeno per tutta la durata della crisi. Allo stesso tempo è essenziale dare vita a un’importante iniziativa di rinnovamento e aggiornamento del sistema dell’accoglienza turistica italiana, rafforzando l’integrazione fra le componenti ricettive e la parte dedicata alla ristorazione e ai servizi”. 

Un modo per riconoscere ai pubblici esercizi non solo l’importante ruolo di servizio, legato all’accoglienza e alla socialità, ma anche quello di componente essenziale delle filiere dell’agroalimentare e del turismo.

A proposito degli interventi strutturali,  Stoppani ha osservato che “c’è un accesso al mercato della ristorazione troppo facile e questo crea un’offerta eccessiva rispetto alla domanda. Bisogna dare dignità istituzionale a questo settore”. Secondo il presidente Fipe, “sarebbe necessario avere un unico ministro di riferimento, sennò facciamo la fine di un cane con troppi padroni che alla fine muore di fame. Quindi bisogna ripristinare il principio dello stesso mercato stesse regole, per ripristinare il principio della concorrenza leale”. Stoppani ha concluso il suo intervento ricordando l’importanza della formazione professionale per avere un settore sempre più qualificato.

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in apertura del suo intervento ha ringraziato il presidente Stoppani per il suo grande impegno e la sua capacità alla guida della federazione dei pubblici esercizi. “Guardavo il video della manifestazione di piazza dei ristoratori del 28 ottobre, è stato un momento di cui andare orgogliosi”.

Il presidente ha voluto separare due momenti diversi dell’impegno della Confederazione per sostenere il settore della ristorazione: “Il primo per quello che è stato fatto, il secondo per quello che faremo”. “Abbiamo lavorato in questi mesi drammatici – ha detto Sangalli – portando a casa dei risultati certo non esaustivi ma con grande fatica e letteralmente guadagnati metro su metro. Da presidente della Confcommercio dico che sono risultati che devono essere potenziati con risorse adeguate, con cancellazione di tributi, con un più ampio credito d’imposta per le locazioni commerciali”. 

“Sono richieste – ha detto Sangalli -che riguardano non la singola categoria dei pubblici esercizi ma che in realtà s’incrocia con elementi di turismo e di cultura. Le nostre imprese sono insostituibili fattori di crescita e di occupazione e di coesione sociale e territoriale”. “Ogni misura per cui ci siamo battuti – ha aggiunto Sangalli – ogni emendamento sul quale abbiamo lottato per far inserire va in questa direzione. I prossimi anni non saranno semplici, perché i nuovi lockdown peseranno sempre di più sulla ripresa economica. Preoccupa anche la stretta del credito dalle nuove regole della Ue”. Dunque, secondo il presidente di Confcommercio, servono “ristori e indennizzi subito e poi preparare il tempo della ripartenza. La Legge di bilancio e il Piano nazionale di ripresa e resilienza devono contenere provvedimenti per mettere in moto investimenti per far ripartire il Paese”.

“Continueremo con pazienza a costruire ponti – ha concluso il presidente – lavorando per puntare a qualcosa di ambizioso e credere che si possa sempre arrivare dall’altra parte. Piano del turismo, aumento della produttività, politiche attive per il lavoro, legalità e infrastrutture: il senso di queste richieste è uno solo: crescere nella rappresentanza per far crescere il Paese”.  

Per il ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini che ha ribadito un concetto già espresso in altre occasioni: “E’ del tutto evidente che la ristorazione sia un pezzo fondamentale dell’attrattività turistica italiana. Il cibo italiano è un pezzo dell’identità italiana, ogni comunità ha le sue tradizioni culinarie che conserva come un patrimonio culturale”.

“Quest’estate – ha detto il ministro – abbiamo costruito la norma per i ristoranti dei centri storici ma oggi il tema è già diverso con la chiusura totale di interi territori e quindi i provvedimenti dovranno essere calibrati. Questo settore per la prima volta ha degli ammortizzatori sociali. Mi sono battuto per i tavoli fuori per ristoranti senza costi che ne ostacolavano la realizzazione. Abbiamo prorogato una norma che ha esentato dai costi di occupazione di suolo pubblico e di richieste di permesso alle varie sovrintendenze quando i tavoli non sono vicini a monumenti di interesse nazionale”.

Franceschini ha chiuso il suo intervento con un messaggio di speranza: “Chiusa l’emergenza Covid il turismo e la  domanda torneranno imponenti in Italia, più prepotentemente di prima.  Arriverà una stagione ricca con una domanda che tornerà forte”.

Il ministro per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova, ha voluto ricordare l’eccezionalità della situazione causata dalla pandemia: “Non bisogna mai dimenticare che stiamo agendo in una fase delicatissima davanti alla quale anche il governo ha dovuto affrontare delle difficoltà. Ora siamo nella fase in cui oltre a fare interventi che agiscono sull’emergenze dobbiamo immaginare e disegnare il futuro”.  “Le nostre città – ha detto Bellanova – sono più sicure con i locali aperti sono un contributo importante. Ho fatto una battaglia per tenere aperti i ristoranti almeno fino alle 23. Bisogna rispettare chi ha investito per rendere sicuri i locali e anche per la filiera delle produzioni agroalimentari in Italia vengono consumate per il 40% nella ristorazione”.  “Questa battaglia – ha concluso il ministro – ha coniugato quello che secondo me deve essere la costanza  a adesso in poi: coniugare la filiera agroalimentare, quella del vino con la filiera della ristorazione. I ristoratori sono gli ambasciatori della qualità delle nostre produzioni, in Italia e all’estero”.

 


PortAMI un libro, volontari e librerie pronti per la consegna di volumi

Le nuove restrizioni dovute alla recrudescenza pandemica e previste nell’ultimo DPCM, costringono tutti noi, e in particolare gli anziani così vulnerabili al Covid-19, a rimanere in casa limitando fortemente lo svolgimento delle attività di interesse ma soprattutto le relazioni interpersonali.

Nasce così PortAMI un libro, il progetto del Comune di Bergamo in collaborazione con Ascom Confcommercio Bergamo e Confesercenti Bergamo finalizzato proprio a favorire la costruzione e il mantenimento delle relazioni tra i cittadini a partire dai libri, grazie alla partecipazione dei volontari di BergamoxBergamo che fanno da tramite tra la necessità del cittadino e la libreria.

“”PorTAMI un libro” è un servizio speciale che l’Amministrazione ha scelto di realizzare insieme alle Associazioni di categoria per venire incontro alle necessità di quei cittadini, e in particolare della popolazione anziana della nostra città, desiderosi di acquistare un libro ma impossibilitati farlo di persona. – dichiara l’Assessore alle politiche sociali Marcella Messina – Quest’iniziativa però non va letta semplicemente come un servizio di consegna, ma soprattutto come una straordinaria occasione per capitalizzare l’esperienza dei volontari di BergamoxBergamo, che in questi mesi hanno saputo costruire dialogo relazione accoglienza e comunità con i cittadini in diverse condizioni sociali, e tramutarla in un’opportunità per generare nuovi contatti con coloro che, costretti a casa dal lockdown, si mostrano desiderosi di alleviare la solitudine attraverso un libro e, magari, la presenza un viso amico.”

“PortAMI un libro” funziona in modo molto semplice: la persona che desidera ricevere un libro contatta il libraio di fiducia che, a sua volta, chiama il numero unico BergamoAiuta (342 0099675) per chiedere l’aiuto di un volontario pronto a effettuare la consegna.

“L’iniziativa promossa dal Comune di Bergamo è lodevole ed ha un duplice scopo: aiutare le librerie presenti sul territorio comunale e, allo stesso tempo, dare la possibilità ai cittadini di usufruire del servizio dei librai. Per i librai si allarga il bacino di clienti e “PortAMI un libro” diventa lo strumento per continuare a stare vicino ai propri clienti, offrendo non solo un servizio, ma diffondendo cultura. I nostri librai continuano anche se in un modo diverso, a consigliare e proporre libri tenendo conto delle attitudini e dei gusti dei lettori.” Commenta di Cristian Botti, Presidente Gruppo Librai – Cartolai – Forniture per ufficio Ascom Confcommercio Bergamo “Infine mi preme segnalare, in particolare, la collaborazione tra le due associazioni di categoria. Promuovere insieme un’iniziativa a sostegno di un attività e a vantaggio dei clienti ha un valore sempre, ma in questo momento difficile acquista una profondità maggiore” Conclude Botti

 “Il Comune di Bergamo raccoglie oggi una proposta che come SIL Confesercenti avevamo già avanzato nella prima fase della pandemia. – afferma Antonio Terzi, Presidente Confesercenti Bergamo e Li.Ber Associazione Librai Bergamaschi – “Un contributo fondamentale per riaffermare il libro come bene essenziale, la lettura come strumento chiave per meglio affrontare questi tempi, il legame tra librerie e territorio in un rinnovato senso di vicinanza e prossimità che dovrà necessariamente rappresentare la prospettiva del futuro che ci attende.
Un sentito grazie al Comune per la grande sensibilità dimostrata e ai volontari che consegneranno i libri.”