L’emergenza sanitaria accelera l’innovazione Così il terziario recupera il gap tecnologico

Epidemia ed emergenza sanitaria hanno portato le imprese del terziario a riorganizzare i loro modelli di business. Il 32% delle imprese del terziario bergamasco, quasi 7mila imprese, ha introdotto innovazioni in seguito all’emergenza, dai sistemi di pagamento digitali (45,9%), a servizi di supporto alla clientela con internet e social (43,2%), offerte e promozioni attraverso piattaforme digitali (37,8%), nuovi strumenti di prenotazione e consegna via App o sistemi indipendenti (24,3%).  La pandemia ha costretto a “reinventarsi” anche le imprese che non avevano in programma di investire in innovazioni (ben il 47,2%) o ha accelerato i tempi di introduzione di tecnologia (il 26,4% aveva infatti già in programma investimenti in quest’area, ma ha dovuto introdurli in tempi brevi). Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dalla ricerca “Innovazione ed evoluzione digitale” commissionata a Format Research nell’ambito dell’Osservatorio delle imprese del terziario bergamasche, presentata oggi. Lo studio traccia non solo il quadro dell’evoluzione digitale e dell’introduzione delle innovazioni nel terziario bergamasco, ma indaga anche sulle prospettive future e sulla visione che gli imprenditori hanno riguardo le nuove figure professionali da introdurre in azienda.  

L’introduzione dell’innovazione, per le imprese che non l’avevamo programmato o che ha hanno dovuto accelerare i tempi (circa 5.200 attività), ha permesso al 49,0% di sopravvivere, minimizzare le perdite in termini di ricavi (per il 30,2%), di mantenere lo stesso livello di ricavi rispetto al periodo precedente la crisi ( 20,8%). 

L’unico aspetto positivo di questa terribile crisi dettata dalla pandemia da Covid-19 è che porta con sé una spinta all’innovazione tecnologica e un’accelerazione nell’introduzione dell’innovazione da parte degli imprenditori, in particolare da servizi e commercio– commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-.  E’ stato in parte recuperato il gap che vedeva il terziario in ritardo rispetto ad altri comparti sul fronte tecnologico. La situazione resta difficile in prospettiva perché l’innovazione non genera maggiori ricavi nell’immediato e quindi manca linfa vitale per gli investimenti e per l’assunzione di nuove risorse umane e per la formazione,  strategici per il rilancio. Per questo è necessario che la politica del Governo accompagni il ristoro a politiche di rilancio con piani che assicurino lo sgravio per le assunzioni e gli investimenti. Le imprese del terziario devono poter accrescere le competenze interne”. L’Area Formazione Ascom risponde alle esigenze degli imprenditori con corsi mirati: “Chiusure e restrizioni hanno portato ad una crescita delle richieste in ambito informatico, per mantenere il contatto con la clientela– sottolinea Daniela Nezosi, responsabile area Formazione Ascom Confcommercio Bergamo-. Spesso gli imprenditori hanno esigenza di acquisire le competenze necessarie per gestire e-commerce o rafforzare i canali social in tempi brevissimi. Noi li accompagniamo in percorsi ad hoc, ma spesso è necessaria una consulenza mirata perché in molti casi, prima di sviluppare la digitalizzazione dei processi, urge una revisione dell’organizzazione aziendale. La formazione non deve tamponare un’esigenza del momento con una full immersion di competenze, strumentali alle necessità contingenti, ma deve essere inserita in un progetto aziendale di ampia visione”. In Associazione è attivo lo Sportello Innovazione per favorire l’introduzione di nuove tecnologie digitali e beneficiare di convenzioni, bandi e contributi dai sistemi di pagamento digitali, alla realizzazione di siti web e sviluppo social, da App e siti per consegne e delivery. “In questi mesi, a partire dalla prima fase della pandemia, abbiamo sviluppato con successo alcuni strumenti come #Compravicino per la consegna della spesa a domicilio che conta 1200 esercizi registrati in tutta la provincia– commenta Giorgio Puppi, responsabile dell’area Innovazione Ascom- . Webinar, realizzati in collaborazione con Edi Confcommercio, e bandi hanno permesso alle imprese di ampliare le proprie competenze e guardare al futuro per rendere i negozi sempre più 4.0”. 

I dati della ricerca

Uno sguardo al futuro 

Tra le imprese che hanno introdotto innovazioni: il 37,8% le manterrà certamente, il 25% probabilmente, mentre il 31,9% non lo sa ancora. Solo il 5,9 % non le manterrà.  Tra coloro che manterranno le innovazioni (il 62,5% tra probabili e certi), il 37,5% le ritiene  efficaci in termini di ricavi aziendali, il 35,6% ritiene che permetteranno di ampliare il parco clienti dell’impresa, il 33,3%  ha riscontrato maggiore visibilità della propria attività. Inoltre per il  26,7%  migliorano l’immagine dell’impresa, per il 22,2%  rappresentano un nuovo modo di fare comunicazione, per l’11,1% permettono di acquisire nuovo know- how per l’impresa, per il 6,7% si tratta di un elemento di differenziazione. Di contro, coloro (il 5,6%) che non le manterranno, hanno motivato la scelta, principalmente per problematiche di natura organizzativa (36%), per resistenza alle nuove tecnologie (23%), per mancanza di tempo per dedicarsi alla gestione delle innovazioni (22,7% ), perché i costi per il mantenimento delle innovazioni introdotte risultano troppo onerosi (6,3%).

Il limite delle competenze e le nuove professionalità in campo

Solo l’8,0% delle imprese bergamasche si è dotato di nuove figure professionali, con una punta minima del turismo del 3,5%. Tra coloro che si sono dotati di nuove figure professionali, questi i profili più richiesti: sales assistant( 35,7%), marketing assistant (17,8%), agenti di commercio con competenze digitali evolute (16%), informatici programmatori (14,3%), digital e special strategist (7,1%), data scientist e analyst (7,1%). Tra coloro ( la quasi totalità delle imprese, pari a ben il 92%) che non si sono dotati di nuove figure, il 10% dichiara che lo farà comunque nei prossimi due anni. Tra i comparti più disposti a introdurre nuove professionalità, il 13,2% delle imprese dei servizi, seguiti dal commercio (12%) e, a distanza, dal turismo (4,8%). Tra le imprese che introdurranno nuove figure,  il 24% effettuerà corsi di formazione sulle innovazioni di prodotto e servizio, con punte del 28,5% per il commercio e del 31% dei servizi; segue, ancora a distanza, il turismo (con il 12,5%). 


Al via Libri per sognare, una nuova edizione ricca di eventi Incontri con gli autori per i ragazzi via web

Anche quest’anno torna Libri per sognare, la manifestazione giunta alla quinta edizione, nata nel 2017 e ideata dal Gruppo Librai e Cartolibrai di Ascom Confcommercio Bergamo, organizzata in
collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo.
L’iniziativa ha come obiettivo quello di promuovere la lettura ed è rivolta ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie della città e della provincia di

Bergamo, con il coinvolgimento in particolare dell’ultimo anno delle elementari e del primo anno delle medie, per cui nonostante il nuovo lockdown è garantita la didattica in presenza. “Ci troviamo in un contesto di grande difficoltà e in un clima di incertezza, all’indomani della nuova stretta sulle chiusure – commenta Cristian Botti presidente del Gruppo Librai e Cartolai Ascom Confcommercio Bergamo-. In questo contesto, in cui si limitano quotidianità e relazioni, i libri possono davvero rappresentare un’occasione di evasione, per guardare oltre”.
Libri per sognare favorisce il coinvolgimento attivo e creativo dei giovani studenti, chiamati al doppio ruolo di lettori e recensori di cinque titoli di letteratura contemporanea per ragazzi, selezionati dalle librerie organizzatrici. 
Ogni ragazzo si impegna nella lettura per poi votare il libro preferito e pubblicarne la recensione sul sito www.libripersognare.it . 
Come nella scorsa edizione sono organizzati incontri virtuali tra gli autori e gli studenti, tappe di avvicinamento all’evento finale in programma a maggio. Gli incontri con gli autori rappresentano uno stimolo in più per i giovani lettori, che possono avere un confronto diretto con chi ha scritto le pagine preferite e trarre ispirazione per la stesura delle recensioni dei libri. 
La giornata conclusiva dell’iniziativa vedrà la premiazione del libro vincitore e degli studenti che hanno inserito nel portale le migliori recensioni e sarà una grande festa dedicata alla cultura e alla
condivisione della lettura. “Lo scorso anno, in piena emergenza sanitaria, la cerimonia premiazione è avvenuta da remoto- continua Cristian Botti-. Abbiamo avuto un ottimo riscontro di presenze e, nonostante la distanza, ci siamo sentiti ancora più vicini ai ragazzi che, attraverso commenti online, hanno vinto timidezza ed esitazione che a volte li frena durante eventi in presenza”. Per partecipare all’iniziativa le scuole devono compilare l’apposita scheda di adesione ( www.libripersognare.it ) e inviarla entro il 17 novembre via mail a: libripersognare@ascombg.it . Per informazioni: 0354120203/118.

I libri scelti per questa edizione 
I libri selezionati raccontano storie di coraggio, speranza e si concentrano sul tema dell’ambiente e della sostenibilità. “Il bambino Nelson Mandela” di Viviana Mazza ( Mondadori 2014) illustra il
percorso, a partire dall’infanzia a piedi nudi ad accudire il bestiame, del grande presidente sudafricano, Nobel per la pace e simbolo per antonomasia del contrasto all’apartheid. 
“La voce di carta” di Lodovica Cima (Mondadori 2020) mostra l’emancipazione femminile attraverso il lavoro in fabbrica, con la storia della protagonista Marianna che, lasciata la campagna per il
lavoro in una cartiera a Lecco, grazie alla lettura, immersa in un un mondo di parole, trovò l’occasione di esprimere la sua voce più autentica. “Factory” di Tim Bruno ( Rizzoli 2020) racconta la dura vita di uno stabilimento di animali sottoposti a rigide esigenze produttive e di come l’ improbabile amicizia tra un ratto e un vitello all’ingrasso riesca a cambiare il destino e la triste prospettiva di una vita in batteria, ma in solitudine. “Libera. Un’amica tra le onde” di Daria Bertoni (Mondadori 2020) parla dell’avventurosa storia di Alice che, in mezzo all’Oceano Atlantico, scoprirà con il padre ricercatore naturalista, una seconda casa a bordo di Calipso e salverà Libera, una balenottera azzurra in pericolo di vita per un incidente. 
“Mustang” di Marta Palazzesi (Il Castoro 2020) racconta la storia, ai tempi della secessione americana, di Robb che, in una piantagione dicotone, con l’aiuto di una ragazzina indiana, riuscirà nell’impresa di domare un cavallo selvaggio Mustang e farà conquistare la libertà al suo amico Aimery, affrancandolo dalla schiavitù”.


Fioristi, aperti ma senza clienti con cali del volume d’affari fino al 70%

I negozi di fiori e articoli floreali sono tra le attività aperte al pubblico, ma con le restrizioni a spostamenti e cerimonie, oltre alla chiusura di ristoranti e bar, il volume d’affari è in calo fino al 70% e la categoria è stata esclusa dal Decreto Legge Ristori-Bis. “Già dal mese di ottobre, con la prima stretta al numero di invitati a feste e cerimonie, abbiamo subito un grave colpo economico- commenta Adriano Vacchelli, presidente del Gruppo Fioristi Ascom Confcommercio Bergamo-. I fioristi sono completamente esclusi dai ristori, nonostante gran parte del nostro fatturato sia legato ad allestimenti di matrimoni, feste ed eventi. Ora, con tutte le limitazioni dei nuovi Dpcm, i negozi sono aperti ma senza clienti. E per cercare di mantenere un buon assortimento per i pochi che ci fanno visita, siamo costretti a gettare quantitativi ingenti di fiori recisi, estremamente deperibili. E paghiamo tasse e personale come se fossimo completamente operativi”. 

La Federazione Nazionale Federfiori ha invitato il Governo a garantire misure di sostegno per una categoria che, seppur esclusa dalla chiusura, è in grande difficoltà. “Confidiamo in sgravi e sostegni- continua Vacchelli-. Gli omaggi floreali e le cerimonie, oltre alla fornitura a locali e ristoranti, sono da sempre il fulcro del nostro lavoro”. 


Benzinai, crollo di fatturato dal 50 al 70%. Mora: “Servono sgravi o aiuti”

I benzinai sono aperti e continuano a garantire con il loro servizio essenziale la mobilità, ma fanno i conti con un crollo del fatturato dal 50 al 70 per cento. Per questo la categoria, attraverso la Federazione nazionale Figisc Confcommercio, confida in sgravi o contributi, o di rientrare nel Decreto Ristori- ter di prossima emanazione. “Con il primo lockdown abbiamo rifornito mezzi di soccorso, forze di polizia, medici e personale sanitario, dando in qualche modo il nostro contributo con assistenza stradale e rifornimento assistito di gpl e metano- commenta Renato Mora, presidente del Gruppo Benzinai e distributori carburante Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere nazionale Figisc- . Le nuove restrizioni nelle aree rosse, stanno producendo effetti simili al primo lockdown, con un crollo di fatturato del 50% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale”. La categoria, che lavora su margini estremamente risicati, al netto di imposte, accise e royalties, è in grande difficoltà: “Ad aprile abbiamo beneficiato di un contributo in base al reale calo di fatturato, ora confidiamo in un aiuto, dai contributi figurativi, già previsti per fare fronte alla prima fase emergenziale, a scostamenti nel pagamento delle tasse o ristori- continua Mora-. Il prossimo mese, in quest’anno terribile, molti di noi faticheranno a pagare tredicesime e tasse. Sta diventando sempre più difficile mantenere i propri impegni e il malcontento è davvero generale”. 


Smart working nel terziario, crescita rispetto al pre Covid del +1005%

Con il ritorno delle restrizioni a contrasto della pandemia e gli incentivi al lavoro da remoto, torna d’attualità il tema dello smart working. L’Osservatorio Congiunturale sulle imprese del terziario della provincia di Bergamo condotto da Format Research per Ascom Confcommercio Bergamo, traccia il quadro del ricorso al lavoro agile nelle imprese del terziario bergamasco.  Tra le principali evidenze, emerge che quasi la metà delle imprese ha introdotto un’esperienza di smart working nel 2020. Il 43,1% ha adottato o adotterà lo smart working nel corso dell’anno.

La crescita è stata esponenziale a seguito del primo lockdown e degli incentivi al lavoro da remoto. Prima della pandemia erano solo il 3,9% le imprese ad adottare il lavoro agile, con un vero e proprio boom del 1.005%.

La crescita è continuata anche dopo la primavera, quando la percentuale era del 37%. 

In quest’ultimo mese c’è stato un ulteriore balzo del 16,5%. 

Delle imprese che hanno fatto ricorso allo smart working,  la metà, pari al 22,3% del totale,  non proseguirà al termine dell’emergenza sanitaria. Le imprese che invece hanno dichiarato che continueranno a impiegare questa tipologia di lavoro saranno il 20,9%.

Tra le imprese che concederanno lo smart working, solamente il 22,9% cioè un’impresa su quattro, lo concederà a tutti o almeno a gran parte dei dipendenti, mentre il 36,1% lo concederà in rotazione e il 41% lo riserverà a poche persone e solo per pochi giorni la settimana.

Quanto al giudizio sullo smart working  è molto positivo per il 25,3% delle imprese che lo adotta, in linea con il dato della primavera, mentre è abbastanza buono per il 42% degli utilizzatori (con una percentuale complessiva di soddisfazione del 67,3%),  con una crescita del 4% rispetto al dato primaverile (quando lo era per il 38%).

Lo smart working nel terziario risulta in generale adatto per il settore dei servizi e meno per il commercio e il turismo, salvo per le aziende di medie e grandi dimensioni.

“Lo smart working è stato apprezzato perché ha consentito alle imprese di non interrompere il lavoro a seguito delle chiusure e ha consentito ai lavoratori di gestire i figli durante la chiusura delle scuole- commenta il direttore Ascom Oscar Fusini-. Tuttavia, il lavoro agile continua a non essere compatibile per molti settori produttivi tra cui commercio e ristorazione. Infatti nonostante i ripetuti blocchi delle attività del terziario il 56,9% non vi ha fatto ricorso”. Non mancano anche effetti negativi sulla vitalità dei centri urbani: “Lo smart working svuota le città e impoverisce il commercio tradizionale e la ristorazione- continua Fusini- Con la fine della pandemia il sistema tornerà ad un equilibrio, più sostenibile per tutti. In particolare, potrà continuare ad essere concesso laddove sia funzionale e assicuri produttività del lavoro. Verosimilmente continuerà a essere  impiegato per tutti gli incarichi che non comportino contatti con la clientela e in cui il lavoro sia effettivamente misurabile”. 


Decreto Ristori-Bis, Zambonelli: “Escluse categorie come i negozi di calzature e tutta la filiera penalizzata da chiusure”

“Diamo atto al Governo che stia facendo uno sforzo senza precedenti, sia nella rapidità dell’emissione dei decreti, sia nell’indicare le modalità più rapide per ottenere i contributi a fondo perduto. Nonostante questo è necessario fare delle precisazioni e dei distinguo, ci sono delle criticità da risolvere” commenta così Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo, il Decreto Legge – Ristori Bis- pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.
“Le risorse non sono sufficienti rispetto ai reali bisogni. Serve un ulteriore scostamento di bilancio per assicurare fondi adeguati alle attività, in quanto questo contributo non è in grado di garantire la sopravvivenza delle aziende”.
Inoltre, deve essere introdotto, secondo Ascom, il concetto di equità del ristoro: la differenza del volume d’affari non deve prendere come riferimento il mese di aprile, ma lo stesso mese in cui avviene la chiusura e nello specifico, il mese di novembre. “E’ sbagliato far riferimento al mese di aprile e non a quello di chiusura effettiva, ossia di novembre, perché in questo modo si danneggiano le imprese stagionali e gli stessi settori dell’abbigliamento e delle calzature per cui i mesi invernali sono tradizionalmente molto più importanti del mese di aprile” precisa Zambonelli. Infine, nel Decreto non rientra il codice Ateco dei negozi del commercio al dettaglio di calzature e accessori. “Pensiamo che questa sia una dimenticanza e la nostra Federazione si sta attivando per farlo rientrare tra i beneficiari” spiega il presidente Ascom. Escluse anche le imprese della filiera collegate agli esercizi chiusi, come tutto il comparto dell’ingrosso. “Per esempio, il settore del commercio all’ingrosso specializzato nel canale Ho.re.ca, con bar e ristoranti chiusi è in asfissia e per queste imprese non è previsto alcun sostegno” continua il presidente di Ascom “Crediamo che il sistema dei Codici Ateco non funzioni, perché è esclusivo e non inclusivo, visto che va a penalizzare molte categorie”.


Ascom, il punto sul terziario alle Giornate di Orientamento Professionale Rotary

“Lavorare nel Terziario: nuove competenze e nuove prospettive” è il tema su cui si concentra la giornata di orientamento professionale del Rotary di mercoledì 11 novembre, a partire dalle ore 11.
L’incontro consente di fare conoscere agli studenti dell’ultimo anno delle medie da vicino le nuove tendenze, le professioni emergenti e le opportunità di lavoro future nella provincia di Bergamo.
All’incontro partecipano tra i relatori Franco Gattinoni, presidente Commissione Azione Professionale Rotary e il direttore Ascom Oscar Fusini. Tra le testimonianze imprenditoriali, quella di un giovane imprenditore nei servizi.
Le giornate di orientamento professionale, organizzate nell’ambito dell’Azione professionale a favore dei giovani, hanno lo scopo di fornire agli studenti degli ultimi anni delle scuole medie utili informazioni sull’articolazione dei corsi universitari, sui problemi e sulle prospettive riguardanti ogni occupazione, in modo da aiutarli a compiere scelte il più possibile ragionate e ponderate. 


Rinnovo CCNL Terziario, nulla di fatto a fine mese nuovo incontro tra le parti

In una nota congiunta, Confcommercio e Filcams CGIL, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil informano che c’è stato un incontro per riprendere le riflessioni relative al rinnovo del CCNL Terziario Distribuzione e Servizi, scaduto lo scorso 31 dicembre 2019 ed “hanno condiviso – sottolineano -la consapevolezza comune che la risposta più virtuosa al periodo drammatico che stiamo vivendo, i cui temi di carattere sociale risultano oggettivamente predominanti, è quella di non restare fermi e di agire, rimettendo in moto le relazioni sindacali, peraltro mai interrotte in questo periodo, poiché lo testimoniamo i numerosi accordi sottoscritti relativamente alla gestione della pandemia, nelle direzioni sia di messa in sicurezza di lavoratori ed imprese e sia della bilateralità a supporto dei lavoratori e del settore”. “Il percorso negoziale che si vuole intraprendere, condizionato inevitabilmente dall’andamento dell’epidemia e dalle dinamiche/andamenti macro economici del settore – prosegue la nota – dovrà collocarsi nella cornice dei contenuti degli Accordi Interconfederali sulla “rappresentanza” del 2015 e sul “nuovo sistema di relazioni sindacali e modello contrattuale” del 2016, confermando la centralità del CCNL, anche come strumento e luogo di gestione, nel rispetto delle attribuzioni dei diversi livelli contrattuali, delle trasformazioni che stanno emergendo nella fase pandemica. Trasformazioni che si riflettono, tra gli altri aspetti, anche sulle innovazioni dell’organizzazione del lavoro e l’aggiornamento delle figure professionali del terziario. Senza dimenticare, ovviamente, il necessario adeguamento dei sistemi di welfare contrattuale”. “Le Parti – conclude la nota – entro la fine del mese di novembre si incontreranno nuovamente per avviare le trattative”


Appello a Fontana, deroga alla chiusura per Bergamo

I presidenti di Ascom Confcommercio Bergamo e di Confesercenti Bergamo, Giovanni Zambonelli e Antonio Terzi, hanno scritto in mattinata, oggi 5 novembre, al Governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, chiedendo la deroga alla chiusura, stabilita dall’Art.3 Comma 4 del DPCM del 3 novembre 2020, per le attività commerciali e della ristorazione del territorio bergamasco.

Tale richiesta è stata inoltrata secondo quando stabilisce l’art. 3 comma 2 del DPCM del 3 novembre 2020: “Con ordinanza del Ministero della Salute, d’intesa con il presidente della Regione interessata, può essere prevista, in relazione a specifiche parti del territorio, in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico, l’esenzione dell’applicazione delle misure contenute di cui al comma 4”

I dati sulla curva epidemiologica della nostra provincia – scrivono i due presidenti a Fontana –  evidenziano infatti che non sussiste uno scenario di massima gravità così come stabilito per la zona rossa individuata dall’ordinanza del Ministro della Salute”. E ricordano che “le imprese della nostra provincia, come da studi elaborati da numerosi soggetti accreditati, hanno già subito danni economici pesanti e più gravi rispetto agli altri territori lombardi”

La lettera è stata trasmessa in copia all’assessore Lara Magoni, all’assessore Claudia Terzi e ai consiglieri regionali bergamaschi. 


Secondo lockdown,a rischio dalle 8 mila alle 15mila imprese Zambonelli: “I nostri sforzi non presi in considerazione”

“Con questo nuovo lockdown temiamo che accada quello che il nostro Osservatorio aveva preannunciato a giugno e cioè che nella nostra provincia chiuderanno tra le 8mila e le 15mila imprese del terziario, mettendo a rischio 49mila posti di lavoro. Siamo preoccupati e amareggiati per la mancanza di visione e coordinamento tra Governo e regioni. Inoltre le anticipazioni indiscriminate sui nuovi provvedimenti hanno generato solo rabbia e smarrimento tra gli imprenditori e disorientamento tra i consumatori. La mancanza di chiarezza sta impattando fortemente sulle nostre categorie che hanno investito molto nel rendere sicure le loro attività e i loro clienti, ma queste attenzioni, che hanno richiesto tempo e risorse, non sono neppure state prese in considerazione” afferma Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo

Negli ultimi mesi le attività hanno recuperato un po’ del fatturato perso durante la primavera grazie alla forza di intraprendenza e di resistenza degli imprenditori. “Ma oggi, alla luce di questo nuovo stop, non è pensabile che quella forza ci sia ancora. Molti imprenditori si sono fortemente indebitati e non possano chiedere altri finanziamenti per avere liquidità. E’ indispensabile che lo stop non vada oltre le due settimane previste, perché ogni settimana supplementare sarà letale” continua Zambonelli.

In Associazione questa mattina sono giunte numerose chiamate da parte dei commercianti, preoccupati e tesi a capire che cosa dovranno fare nelle prossime ore. 

“A livello di metodo siamo costernati per il rimbalzo di comunicazione avvenuto a ogni livello, senza aver mai tra le mani un provvedimento definitivo da esaminare. E mentre negli altri Paesi – come la Germania – il Governo ha comunicato il lockdown con una settimana di preavviso, in Italia ciò avviene con poche ore di anticipo creando danni enormi alle imprese che si trovano a dover buttare le scorte acquistate per la loro clientela. Chiediamo maggior rispetto. Non è possibile che solo la sera si venga a sapere quello che c’è da fare la mattina successiva: chiudere l’attività, lasciare a casa i dipendenti, riorganizzarsi o tenere aperto come sempre. Anche sul tema ristori siamo perplessi e diamo per assodato che il Governo provveda ad un adeguato aiuto, almeno sufficiente alla sopravvivenza delle imprese e delle persone che le conducono e vi lavorano” conclude Zambonelli.