Il futuro dei commercialisti? Carrara: “E’ nella specializzazione”

Alberto Carrara
Alberto Carrara

«Il futuro è nella specializzazione. Dobbiamo essere pronti ai cambiamenti, a rispondere alle richieste del mercato, dei clienti, delle imprese, dello stesso Stato». Ha concluso così, Alberto Carrara, il suo percorso come presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, dopo l’unificazione tra Ordine dei Dottori Commercialisti ed il Collegio dei Ragionieri, dall’1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2016, per due mandati consecutivi. Da gennaio 2017 e fino al 2020, gli subentrerà come presidente Simona Bonomelli. L’ultima assemblea dell’Ordine, tenutasi ieri sera a Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni di Bergamo, è stata occasione per fare il punto su quanto avvenuto negli ultimi nove anni, evidenziando le sfide che attendono la professione. Prima tra tutte, quella del cambiamento: «Sono fermamente convinto che, per la nostra professione, il futuro sia rappresentato dalla specializzazione, dall’essere riconosciuti con delle abilità che altri non hanno: abbiamo una preparazione e competenze di base che già rappresentano il nostro segno distintivo, ritengo sia necessario compiere ulteriori sforzi per fare in modo che gli altri ci percepiscano come i più bravi in ambiti diversi dal solito ambito fiscale in cui la nostra competenza non è messa in discussione» – ha dichiarato Carrara.

«Anche se si può forse affermare che il peggio sia dietro le spalle, gli indicatori e le previsioni economiche non sono tali da consentire grande ottimismo, neppure per noi professionisti che operiamo a stretto contatto con le imprese.  Anche l’anno 2017 – ha aggiunto – non ci porterà, se non in minima parte, la riduzione da sempre promessa e attesa del carico fiscale su imprese e professionisti, né porterà la tanto auspicata semplificazione del sistema fiscale, né migliori prospettive per la nostra categoria professionale in termini di opportunità di lavoro, e neppure la riduzione di adempimenti inutili, ridondanti, non adeguati alla realtà degli studi professionali». Da qui, l’esigenza di profondere il massimo impegno per la tutela della categoria professionale i cui interessi in larga parte coincidono con quelli del sistema economico generale.

E questo, pur sapendo che le difficoltà saranno numerose: «In questi anni mi sono confrontato con tanti professionisti di altre categorie e mi sono accorto di come i nostri problemi siano, pur con sfumature diverse, quelli delle altre categorie professionali. Anche noi, come notai e avvocati, ad esempio, abbiamo subito una pesante contrazione dell’attività. E da qui dobbiamo partire per ragionare sul nostro futuro» – ha ribadito Carrara, ricordando gli impegni avviati nel corso del suo mandato per aprire nuove aree di specializzazione, a partire dalla costituzione dell’Organismo per la gestione della crisi da sovraindebitamento, di cui oggi fanno parte 50 professionisti bergamaschi. Altrettanto importante l’impegno di dottori commercialisti nel ruolo di mediatori e di arbitri. I numeri – L’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo l’anno scorso contava 1.674 iscritti, che quest’anno sono arrivati a essere 1.709 di cui 1.684 iscritti nella sezione A, 17 iscritti nella sezione B e 8 iscritti all’elenco speciale, n. 12 società tra professionisti. I praticanti sono stati 92: di questi 82 tirocinanti dottori commercialisti e 10 tirocinanti esperti contabili. Il numero dei tirocinanti in calo può essere letto, secondo Carrara, come un segnale della saturazione del settore.

 


Imparare con i videogiochi, a Bergamo l’Olimpiade nazionale

gameschoolIl Centro Studi ImparaDigitale, in collaborazione con il Comune di Bergamo e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, organizza il 14 gennaio a Bergamo la prima edizione di Game@school, Olimpiade Nazionale del Videogioco nella Didattica, rivolta a tutti gli studenti di ogni ordine di scuola divisi in tre categorie (primaria – secondaria primo grado – secondaria secondo grado).

ImparaDigitale vuole coinvolgere la scuola e gli studenti nella sperimentazione di un nuovo approccio ad uno strumento tecnologico molto apprezzato soprattutto dai giovani, il videogioco, che nella sua continua evoluzione, favorita anche dalla rete, ha dato vita a quella che oggi viene definita “intelligenza connettiva”.

La tendenza del mondo adulto a considerare questi ambienti adatti esclusivamente allo svago, spesso associandoli solo ai rischi della virtualità, allontana giovani e adulti dalla riflessione sulle potenzialità e sulle opportunità offerte. Perché non pensare al videogioco come il prodotto di un percorso didattico? Attraverso l’Olimpiade Nazionale del Videogioco nella Didattica si vuole mettere in evidenza come il videogioco possa assumere valenze positive se inserito in una didattica quotidiana ispirata a metodologie attive, in cui lo studente acquisisce capacità riflessive e analitiche.

Gli studenti saranno chiamati a mettere in campo il proprio bagaglio di conoscenze e ad utilizzare le proprie tecnologie per trovare una soluzione possibile e originale al tema proposto.

Le iscrizioni si ricevono fino al 22 dicembre. Qui tutti i dettagli.


Lovere, compri nei negozi e puoi vincere subito 500 euro

Lo shopping natalizio a Lovere fa vincere buoni spesa. Dal primo dicembre fino all’8 gennaio chi farà acquisti e comprerà i suoi regali nei negozi del paese parteciperà a un concorso che mette in premio buoni spesa fino a un valore di 500 euro.

Anche quest’anno i negozi di Lovere, coordinati dall’Asarco, per le feste di Natale, hanno quindi pensato di premiare i loro clienti. Le insegne aderenti all’iniziativa sono oltre 50 e spaziano dall’abbigliamento alla profumeria, dalle calzature all’oggettistica regalo e tanto altro ancora. Si possono riconoscere dalla locandina del concorso affissa in vetrina. I cliente al termine del suo acquisto riceverà una busta che potrà contenere o un messaggio di augurio di buone feste o i buoni spesa da spendere subito, compreso il superpremio di 500 euro. Il montepremi messo in palio è di 10mila euro.

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Referendum, ecco perché nulla sarà più come prima

Rien ne va plus, date il vostro voto (se volete, naturalmente). Il 4 dicembre, quale che sia l’esito del referendum costituzionale, segnerà uno spartiacque. Si chiude un ciclo politico, quello chiamato un po’ troppo pomposamente “la stagione delle grande riforme”. E ci si avventura su terreni sconosciuti. Proviamo a immaginare gli scenari.
Se vince il Sì, il presidente del Consiglio acquisisce quella legittimazione popolare (“non è stato eletto” la critica che gli è sempre stata mossa”) che finora gli mancava. Il suo potere, ancorché non modificato dalla riforma, si rafforzerebbe. Da un punto di vista formale per l’investitura ricevuta dagli elettori, da un punto di vista sostanziale perché è prevedibile immaginare come conseguenza della vittoria nuovi smottamenti di parlamentari pronti a saltare, un po’ tardivamente (ma non bisogna sottilizzare), sul carro che marcerà a tappe forzate verso le elezioni. Che poi queste si tengano prima della scadenza naturale, che comunque non è così lontana (febbraio 2018), è in fondo un particolare trascurabile. Molto dipenderà da come, e se, verrà modificata la legge elettorale. Ricordiamolo: Renzi ha fatto approvare, con tanto di fiducia, l’Italicum nella convinzione che fosse il miglior abito ritagliato sulla sua stazza. Solo che poi, risultati elettorali alla mano, si è reso conto che forse era ancor più adatto al Movimento 5 Stelle. E allora, sulla spinta anche della minoranza Pd, si è acconciato a mettere in conto una modifica. Ammesso che vi sia (perché c’è chi immagina che una volta intascata la vittoria sul referendum possa provare a cavalcare l’onda tenendosi l’Italicum), si tratterà di vedere di che natura sarà. Resterà un sistema maggioritario, pur con tutte le varianti possibili, o si tornerà al proporzionale? Più probabile la prima ipotesi.

Comunque sia, ci attendono mesi in cui Renzi accentuerà il suo piglio decisionista, sia sul fronte interno che su quello europeo, per arrivare all’appuntamento elettorale, quando sarà, con più munizioni possibili. Le elezioni, a quel punto (nel suo disegno, ovviamente), non saranno altro che la sua consacrazione da statista che ha “cambiato il Paese” verso luminosi traguardi (che Dio gliela mandi buona). In questo scenario, inutile dirlo, destra e sinistra andrebbero a pezzi, pur per ragioni diverse. Attorno al giovanotto toscano si coagulerebbe una forza politica neocentrista, probabile versione 4.0 della fu Democrazia Cristiana, quello che la pubblicistica definisce il Partito della Nazione.

Se dovesse prevalere il No, invece, Renzi ne uscirebbe azzoppato. La sua tradizionale baldanza a quel punto si vedrebbe costretta a misurarsi con la necessità di ricostruire un tessuto lacerato da una riforma che doveva far svoltare il Paese e che invece l’ha diviso ancora di più. In campagna elettorale il premier ha evocato lo spettro del “governo tecnico” ma non è affatto detto che sarà questo l’epilogo. Più probabile, piuttosto, che si vada ad un esecutivo sullo stile del Patto del Nazareno. Berlusconi si è già detto disponibile. E se la battaglia diventerà, come pare oggi, costruire un argine al Movimento 5 Stelle, il governo di larghe intese sarà obbligato. Lo guiderà una figura autorevole, quasi sicuramente del Pd, per il tempo che basta ad approvare  una leggere elettorale nuova, di impianto proporzionale, e ad indire le elezioni. Sul fronte politico, la sconfitta nel referendum avvierebbe in anticipo il regolamento dei conti congressuale dentro il Pd. Alcuni capi bastone oggi renziani potrebbero, l’esperienza insegna, voltare gabbana e prestarsi a costituire una nuova maggioranza con un altro segretario. Più complesso immaginare lo scenario futuro nel campo opposto. Un eventuale governo di larghe intese rimetterebbe al centro della scena Berlusconi. Ma Salvini e Meloni che faranno a quel punto? L’implosione è eventualità tutt’altro che remota.

Resta solo da osservare che, come finisca il referendum, bisognerà fare i conti con il Movimento 5 Stelle. Al netto della disastrosa gestione di Roma (per ora) e di alcuni scandaletti (le firme false non sono una loro esclusiva), i grillini continuano a godere del consenso di circa il 30 per cento degli italiani. È un patrimonio che possono permettersi di utilizzare in vario modo. Cioè mettendosi una buona volta in gioco davvero per il governo del Paese oppure rimanendo sulla riva del fiume in attesa che passi il cadavere del vecchio sistema. Anche per il M5S, dunque, il 4 dicembre non sarà una data qualsiasi.
Prepariamoci, allora. Il film che abbiamo visto negli ultimi tre anni è arrivato ai titoli di coda. Rien ne va plus, faites vos jeux.

 

 


Bonus arredi, tutto quello che c’è da sapere in un sito e un video

Federmobili Confcommercio Imprese per l’Italia, grazie alla collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha lanciato una campagna di comunicazione al grande pubblico riservata ai negozi indipendenti di arredamento. Il claim, “Vuoi arredare la casa? Hai il 50% di ragioni in più per farlo”, mira a catturare l’attenzione sui bonus fiscali a disposizione per gli acquisti di arredi legati agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e all’acquisto della prima casa da parte di giovani coppie. Ma l’informazione fornita al consumatore non si limita ai bonus arredi disponibili: grazie al sito web creato appositamente per la campagna, il pubblico interessato può trovare anche tutte le informazioni sui negozi aderenti, organizzati per area geografica.

L’iniziativa è supportata dall’impegno costante che Federmobili, insieme alle altre organizzazioni di categoria interessate, mette in campo per mantenere alta l’attenzione del Governo sul settore dell’arredamento, nell’ambito delle misure a sostegno degli investimenti per la casa. A questo riguardo è bene precisare che, mentre il bonus mobili ed elettrodomestici legato alle ristrutturazioni è stato prorogato a tutto il 2017 dalla Legge di Bilancio attualmente all’esame delle Camere, lo stesso non vale ancora per il bonus arredi giovani coppie, per il momento previsto in scadenza al 31 dicembre 2016. Federmobili sta lavorando insieme a FederlegnoArredo affinché anche il Bonus Giovani possa essere prorogato ma, a scanso di equivoci, nello spot usato per la campagna è stata inserita prudenzialmente la data di scadenza vigente.

Lo spot rimanda al sito dedicato www.bonusarredi.it che contiene le informazioni sui bonus e l’elenco dei negozi aderenti alla campagna ai quali il consumatore può rivolgersi per fare i propri acquisti. Ogni punto vendita ha una scheda personalizzata con immagini, contatti e link diretto al sito dello showroom. Il video stato diffuso per sette giorni nelle sale cinematografiche – un canale che rappresenta una novità assoluta nelle scelte di comunicazione – ed ora la campagna prosegue sul web, mirata al target di consumatori maggiormente interessati.

«Siamo molto soddisfatti di poter collaborare con il Ministero dell’Economia e delle Finanze – ha dichiarato il presidente di Federmobili Confcommercio Imprese per l’Italia, Mauro Mamoli – con un’iniziativa specifica per il settore che si iscrive nell’ambito della campagna informativa del Governo #CasaConviene per comunicare alle famiglie italiane tutte le agevolazioni fiscali che ruotano attorno al sistema casa. È importante che chi cerca informazioni sulle agevolazioni legate ai mobili trovi anche delle indicazioni sui negozi ai quali potersi rivolgere per fare i propri acquisti in sicurezza e ricevendo la consulenza necessaria: sul sito bonusarredi.it è possibile farlo. Si tratta di una grande opportunità per i negozi di arredamento che si distinguono per affidabilità, garanzie, servizio al cliente, e che vogliono mantenere le distanze da una comunicazione focalizzata solo su sconti e offerte speciali che non scadono mai».


“Sì, noi studenti guardiamo al futuro con paura e senso di inadeguatezza”

Nel corso dell’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università di Bergamo, è intervenuto anche Andrea Saccogna, presidente della Consulta degli studenti. Rivolgendosi anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Saccogna ha premesso che “cercare di interpretare il pensiero di una comunità così numerosa e varia di persone è un compito molto arduo, soprattutto nel contesto politico di queste settimane, italiano e internazionale, dal quale emergono prepotentemente valori antitetici a quelli che ogni giorno quest’Università si prefigge di insegnarci”. Poi Saccogna è entrato nel vivo. “Incontrando i miei coetanei per le sedi dell’Ateneo – ha evidenziato – trovo spesso due sentimenti contrastanti. Il primo, più immediatamente percepibile, è un costante senso di inadeguatezza verso il futuro, è la paura di non possedere il coraggio e i mezzi per affrontare le sfide del domani, è la sfiducia verso una società che sembra guardare ai giovani come una presenza scomoda e non come una risorsa da valorizzare. Il secondo animo, più timido e nascosto, è la spontanea speranza di poter contribuire alla vita della collettività, è la voglia di comunicare le proprie ambizioni e vedere considerati i propri progetti”.

“E’ proprio nel coltivare questo secondo spirito – ha sottolineato presidente della Consulta degli studenti – che l’Università trova la sua prima e fondamentale funzione. Per aiutare i giovani a trovare la propria realizzazione come cittadini liberi e consapevoli non basta il mero insegnamento della materia, ma è necessario che l’Ateneo costituisca un esempio vivo di società plurale e organizzata, nella quale la condivisione delle decisioni divenga il punto di partenza di ogni scelta, dalla qualità della didattica alla funzionalità dei servizi. Trovando nella quotidianità della vita universitaria un modello di istituzioni aperte ed efficienti, gli studenti non potranno che maturare un’idea ottimista e propositiva di città, di Italia, di Europa, diventando parte attiva dello sviluppo sociale, culturale ed economico della nostra società”.