Il rilancio
delle castagne
nel nuovo
numero
di Affari di Gola

Copertina di stagione per il numero di ottobre di Affari di Gola, il mensile dedicato ai sapori e ai piaceri del territorio bergamasco in edicola in questi giorni. Protagoniste sono le castagne, frutto dell’autunno che tanta parte ha avuto nell’alimentazione di collina e montagna e che oggi è al centro di una riscoperta da parte di coraggiose associazioni impegnate nel recupero della coltura. La rivista incontra i Castanicoltori orobici e i Castanicoltori del Misma e dà le dritte sui locali che impiegano le castagne nei loro menù e sull’uso in cucina. All’insegna del recupero è anche il “Bescòt de Éla”, antica ricetta di un biscotto preparato nelle case di Villa di Serio, che il pasticciere Ivan Feliciani ha ricostruito partendo dai ricordi delle clienti più anziane. Si parla anche del gustoso pane di Baldovino Midali, preparato con l’aggiunta di Branzi, e del burro prodotto con latte di capra dall’azienda Barbis di Cene.
Sul versante enoico tiene banco la frattura all’interno del Consorzio di Tutela del Franciacorta, con la nascita del “Consorzio cantine franciacortine”, che riunisce una trentina di produttori con l’obiettivo di portare avanti le istanze delle realtà più piccole, mentre sul confronto tra bollicine italiane e francesi dice la sua in una diffusa intervista Claudia Bondi, “Ambassadeur du Champagne 2013”.
Nel menù di ottobre anche i suggerimenti per un itinerario tra gusto e antichi mestieri a Monte Isola, la nuova tendenza delle colazioni americane e ancora locali, aziende, personaggi e news.


Settimana
per l’Energia,
si riaccende
la sfida
per la sostenibilità

Con un convegno sul rapporto tra il recupero del cibo e la produzione energetica, in programma alle 15.30 al teatro Donizetti, debutta domenica 20 ottobre la quinta edizione della Settimana per l’Energia, manifestazione sulla green economy e lo sviluppo sostenibile promossa dall’Associazione Artigiani in collaborazione con Confindustria Bergamo e con gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri, l’Università di Bergamo, l’Ufficio scolastico per la Lombardia, Bergamo Sviluppo e Bergamoscienza.
E proprio con Bergamoscienza, nuovo partner della manifestazione, si creerà un passaggio del testimone, suggellato dal convegno inaugurale che sarà l’occasione per lanciare il tema attorno al quale ruoteranno tutti gli eventi della Settimana: “Trasformiamo il passato in futuro: recuperiamo e diamo nuova vita alle risorse”.
Fino a domenica 27 ottobre, infatti, si susseguiranno 12 convegni istituzionali, laboratori per ragazzi e famiglie, visite guidate a impianti di eccellenza nella produzione di energia da fonti rinnovabili, eventi culturali e ricreativi, che coinvolgeranno l’intera cittadinanza in una sfida comune: cercare un nuovo modello di vita sostenibile e attento agli sprechi che parta dal riutilizzo delle risorse esistenti, recuperando altresì la competitività del nostro sistema Paese. Significativi saranno anche alcuni tra gli spazi fisici dove i vari eventi si snoderanno, con la precisa volontà di sensibilizzare la popolazione sulla rinascita degli spazi urbani. Così, accanto a piazza della Libertà, che diventerà l’agorà della kermesse con laboratori interattivi sulle fonti rinnovabili rivolti ai ragazzi, sarà riaperta la vecchia sede degli Ospedali Riuniti per un seminario sulla riqualificazione degli edifici.
Uno dei principali obiettivi della Settimana per l’Energia è creare occasioni di confronto, aggiornamento e riqualificazione professionale per le imprese, a cominciare dalle aree più direttamente coinvolte nelle tematiche energetiche: le costruzioni e l’impiantistica.
Nello specifico, lunedì 21 è in programma un convegno sulla termoregolazione e la contabilizzazione del calore, mentre martedì 22 un incontro dedicato ai prodotti da costruzione con le novità introdotte dal legislatore e mercoledì 23 un workshop dedicato all’efficienza e al risparmio energetico nell’illuminazione: l’approccio sarà quello di guardare alla normativa, anziché come portatrice di vincoli per le imprese, come opportunità per accrescere il proprio know-how ed essere competitivi. Inoltre, venerdì 25 alle ore 17, l’Auditorium di via Torretta ospiterà il convegno “Azioni concrete per una società virtuosa”: sarà un’occasione per illustrare quelle azioni (dei singoli e della collettività) che hanno dato vita a buone economie, inciso in modo positivo e dato slancio a nuovi stili di vita.
Non mancherà, infine, un evento fuori provincia, a dimostrazione di come la manifestazione orobica abbia ormai varcato i confini: domenica 27 ottobre a Erba (Como) nel Centro Espositivo Lario Fiere, si terrà infatti un incontro sulla produzione di energia da centrale microidroelettrica: l’evento è inserito nella giornata inaugurale della Mostra Mercato dell’Artigianato.
Tutti gli incontri della Settimana per l’Energia sono a ingresso libero, ma per partecipare è opportuno registrarsi ai convegni d’interesse sul sito www.settimanaenergia.it, dove è anche possibile consultare il programma dettagliato.


Dirigenti disoccupati, al via il corso
di formazione di Federmanager

“Amministrazione Finanza e Controllo” è il tema della prima delle sei giornate di formazione e aggiornamento professionale, che Federmanager Bergamo ha organizzato a favore di una decina di Colleghi residenti in provincia e attualmente disoccupati. La prima lezione del Corso è fissata per venerdì 18 ottobre, dalle 9 alle 18, nella sede di Federmanager Bergamo, in via Pascoli, 3.
Voluto dal Consiglio Direttivo dell’Associazione, presieduta da Diego Macario, il Corso di formazione e aggiornamento professionale è frutto della collaborazione tra Federmanager Academy – la Management School creata a livello nazionale da Federmanager a fine 2010 per formare, in un’ottica di lifelong learning,  le figure direttive che operano in aziende fornitrici di beni e servizi – e Fondirigenti, l’Ente bilaterale partecipato da Confindustria e Federmanager per favorire lo sviluppo della cultura manageriale.
Mentre Fondirigenti ha curato tutti gli aspetti economici del progetto, finanziandolo interamente, Federmanager Academy ha messo a punto un percorso articolato in due parti: 3 giornate di assesment, riorientamento e formazione di base articolate su sette distinte tipologie di reinserimento dei Dirigenti nel sistema delle imprese, con particolare riferimento alla formazione sui soft skill necessari per la ‘spendibilità’ del Manager in nuovi ruoli legati alle più attuali esigenze delle imprese; e 3 giornate di formazione, su competenze manageriali, per colmare gap specifici o per consolidare i punti di forza del singolo Dirigente.
“L’imminente avvio di questo ulteriore servizio – commenta il Presidente di Federmanager Bergamo – è la dimostrazione di quanto la nostra organizzazione nazionale, d’intesa con tutte le realtà provinciali che le fanno capo oltre che con Istituzioni di sua diretta ed indiretta emanazione, stia continuando a fare per dare risposte concrete e sempre più vicine alle reali
esigenze espresse dai Colleghi associati. Abbinando, cioè, il varo di nuovi strumenti, come questo Corso di formazione e aggiornamento professionale, alle tradizionali e ormai consolidate forme di assistenza erogate ai Dirigenti iscritti a Federmanager”. Le successive cinque lezioni del Corso affronteranno i seguenti argomenti: il manager nelle relazioni (venerdì 25 ottobre); come prepararsi al nuovo impiego e non solo – giornata 1 (martedì 29 ottobre); come prepararsi al nuovo impiego e non solo – giornata 2 (mercoledì 30 ottobre); altri percorsi di riconversione del Dirigente (venerdì 8 novembre); organizzazione, Lean e Project Management (giovedì 14 novembre). “Sono sicuro – conclude Macario – che al termine di questo percorso di formazione e di aggiornamento professionale, che durerà 48 ore complessive, i Colleghi che l’avranno frequentato si sentiranno più  rinfrancati. E, con le ulteriori competenze acquisite, avranno maggiori chances nella ricerca di nuove opportunità e di nuove sfide lavorative”.


Auto, concessionari e salonisti
giocano la carta del risparmio

Con i prezzi di benzina e diesel alle stelle, i Concessionari d’Auto e gli Autosalonisti Ascom lanciano la sfida dell’alimentazione alternativa e della sostenibilità ambientale con il convegno “Aggiusta il pieno. Idee e soluzioni per risparmiare sull’auto”. L’appuntamento, che vede tra i relatori alcuni dei massimi esperti a livello nazionale in tema di carburanti alternativi, riduzione delle emissioni, evoluzione tecnologica, è in Fiera, in concomitanza con la 35esima edizione della Campionaria di Bergamo, al polo espositivo di via Lunga in sala Caravaggio, domenica 27 ottobre alle 16. L’incontro, introdotto dai presidenti di categoria, Mirco Moioli per i Concessionari e Loreno Epis per gli Autosalonisti, vede alternarsi ai microfoni Graziella Carta, di PitstopAdvisor – il sito che raccoglie recensioni di officine auto – sul tema di alimentazione e sostenibilità, Elena Giaveri, PitstopAdvisor, sul tema della manutenzione e dei suoi costi ed Ezio De Trane, plant manager Brc Italia Gas equipment, sul tema dell’alimentazione alternativa e della sua evoluzione tecnologica. «Alla crisi si sommano i costi di mantenimento dell’auto, che spesso diventano davvero insostenibili – spiega il presidente del Gruppo Autosalonisti Loreno Epis -. La richiesta di auto usate alimentate a gpl o metano è sempre altissima, anche se purtroppo l’offerta è limitata, visto che spesso si tratta di auto acquistate per essere portare a fine corsa. Consumi e costi di gestione sono in cima ai pensieri dei potenziali acquirenti di autovetture. Di qui la scelta di organizzare un convegno per illustrare innovazioni ed evoluzioni tecnologiche a prova di portafoglio e nel rispetto dell’ambiente. Ormai i costi di montaggio di impianti gpl come gli stessi prezzi delle auto ad alimentazione alternativa si stanno abbassando oltre ad essere una scelta che paga al momento di cedere un’auto o di abbattere i costi di un veicolo di seconda mano. L’evoluzione tecnologica ormai rende gli impianti adatti ad essere montati su ogni autovettura, diesel incluso».
I tempi sono ormai maturi per l’alimentazione alternativa: «Fino a dieci anni fa gpl e metano rappresentavano una vera e propria nicchia, oggi il gpl ha ormai surclassato il diesel – sottolinea Mirco Moioli, alla guida dei Concessionari auto -. Ormai sarebbe impossibile per una concessionaria non offrire una scelta di auto ad alimentazione alternativa. Il gpl va per la maggiore, seguito dal metano, ma l’interesse è sempre alto verso le ibride». Il futuro è elettrico: «Le ibride rappresentano senza dubbio la soluzione del futuro e quella in grado di tagliare ulteriormente le spese, ma hanno ancora un costo elevato, cui si somma la difficoltà di rifornimento». Il convegno rappresenta l’occasione per la categoria di rafforzare e gestire al meglio l’assistenza e il post-vendita: «Nei costi di un’auto anche la manutenzione ha un suo peso. La partecipazione di Pitstop Advsor rappresenta l’occasione per individuare nuove strategie per rafforzare questo comparto, forte di professionalità qualificata e pezzi di ricambio inviati direttamente dalle case madri – continua Moioli -. Da tempo le concessionarie incentivano a fare check-up a prezzi vantaggiosi o con omaggi come il cambio d’olio per ogni tagliando e offrono servizi come l’auto sostitutiva».
Il convegno, promosso da Ascom, gode del patrocinio di Quintaruota (www.quintaruota.it), Pitstop Advisor.com e Brc Gas Equipment.
La partecipazione è aperta a tutti. Per iscrizioni e informazioni è a disposizione la Segreteria Organizzativa (tel. 035 4120304, fax 035 4120149, info@ascombg.it).


Offerte di lavoro, in crescita
gli annunci “truffaldini”

Dottor Bergamaschi
da qualche tempo sono alla ricerca di un’occupazione e mi sono accorto che molte delle inserzioni a cui ho risposto, celano in realtà lavori diversi da quelle descritti o proposte di collaborazione vaghe. In compenso bisogna inviare tutta una serie di dati personali. Sono demoralizzato e confuso. Che ne pensa di tutto questo?

e-mail, Ponte San Pietro

Non ci vuole la sfera di cristallo per rendersi conto di quanto sia difficile trovare un impiego in questo momento; la famigerata crisi non ha risparmiato il popolo dei lavoratori e tutti, nessuno escluso, tentano di accaparrarsi la chance di una collaborazione professionale, anche per poco tempo, per cominciare a guadagnare qualche soldo.
In tale contesto, sicuramente drammatico per tutte le implicazioni che inevitabilmente comporta, pullulano sul web decine di inserzioni di lavoro che promettono guadagni facili e allettanti prospettive di carriera, ma che in realtà nascondono delle mezze fregature da evitare come la peste. Lo segnalano soprattutto i giovani in cerca di occupazione che nei vari blog e forum raccontano di essere incappati in offerte di lavoro all’apparenza uguali alle altre, ma che poi, in sede di colloquio, si sono rivelate ingannevoli o truffaldine.
Sembra un paradosso, ma l’elevata disoccupazione giovanile ha creato un terreno fertile per il cyber-crime e per coloro che lucrano a danno dei giovani e del loro diritto a trovare un lavoro.  Da una ricerca condotta da Adiconsum e dal Movimento difesa del cittadino, nell’ambito del progetto “Lavoro sicuro“, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono emerse incredibilmente dodici tipologie di frodi e pratiche commerciali scorrette ai danni dei giovani in cerca di lavoro o di offerte formative. Queste comprendono il lavoro a domicilio, le vendite porta a porta, i servizi telefonici a pagamento, le iscrizioni alle banche dati, i corsi di formazione, le borse di studio, la realizzazione di book fotografici, le associazioni in partecipazione, i falsi periodi di prova, il trasferimento di denaro, le catene di S. Antonio, il marketing piramidale e i documenti da firmare. Comuni denominatori di tali truffe sono la non chiarezza delle informazioni sulle mansioni da svolgere, le false promesse in cambio di un esborso di denaro o corsi di formazione di scarsa qualità pubblicizzati come gratuiti salvo poi la richiesta del versamento di somme per il proseguimento delle lezioni. Per sventare questa ondata di frodi, Adiconsum e Movimento difesa del cittadino hanno stilato un decalogo per i giovani in cerca di un’occupazione su come riconoscere ed evitare di cadere nella trappola dei falsi annunci di lavoro. Anche perché c’è un altro aspetto delicato che non bisogna sottovalutare: le frodi perpetrate ai danni degli individui in cerca di lavoro presentano risvolti psicologici e sociali particolarmente gravi: a livello personale possono produrre un abbassamento della propria autostima e a livello sociale minano la fiducia e le aspirazioni della persona, che considera il lavoro come un prezioso strumento di realizzazione personale.
Massima attenzione quindi agli annunci che chiedono la compilazione di form generici con dati personali, indirizzi e-mail e recapiti telefonici, perché quasi sempre si tratta di catene di Sant’Antonio, di Multilevel o cose simili. Diffidate anche dagli annunci che cominciano con la classica frase “cercasi giovani entusiasti e volenterosi” perché spesso nascondono lavori gratuiti o malpagati; meglio prendere le distanze anche da quelle offerte di lavoro che ricercano profili generici, che propongono attività vaghe e che chiedono solo “immediata disponibilità”. Stessa solfa per le inserzioni dove non compare il nome dell’impresa e non è presente, neppure in forma anonima, una presentazione del settore in cui opera e dell’attività che svolge. Non bisogna dimenticare che un’azienda “seria” è sempre molto attenta ai requisiti professionali e personali delle persone da inserire, non ha timore a descrivere in cosa consiste il lavoro, quali sono i requisiti e il probabile compenso; e soprattutto vuole vedere il curriculum dei candidati per analizzare esperienze formative e professionali. Pertanto quando sfogliamo un giornale di annunci o navighiamo in rete alla ricerca di un lavoro, “attenzione, buonsenso e una sana dose di diffidenza” devono essere i tre elementi indispensabili da non dimenticare, per non rischiare di inciampare in offerte che non hanno nulla di serio.  Non mi resta che auguravi in bocca al lupo.


L’Ascom agevola il commercio
su smartphone e tablet

Il futuro del commercio è racchiuso negli smartphone e tablet, pronti a guidare cittadini e visitatori tra le diverse insegne, presenti in ogni via. Ascom ha stipulato una convenzione con Semantic finalizzata a favorire la presenza nella App Smartrippin, un innovativo strumento di marketing che consente di promuovere le proprie attività attraverso applicazioni “mobile”, raggiungendo un elevato numero di utenti che possono reperire informazioni in qualunque momento ed in qualunque luogo grazie anche ad un servizio di geolocalizzazione. Il servizio prevede l’inserimento della propria attività all’interno dell’APP, la  distribuzione del servizio attraverso la vendita, l’ acquisto dell’APP come prodotto a valore aggiunto per i propri clienti. La App è venduta sull’Apple Store a un prezzo di 3,59 euro per il mercato consumer. I vantaggi economici offerti agli associati sono rappresentati dalla presenza della propria attività all’interno  dell’App con conseguente visibilità  grazie alla  realtà aumentata e possibilità di incrementare il proprio giro d’affari grazie alla geolocalizzazione. Le attività potranno distribuire l’App attraverso i propri canali web (sito, social, newsletter) o attraverso la presenza di materiale informativo all’interno della propria attività (volantini, adesivi, QRcode), con il duplice vantaggio: di guadagno dalla vendita dell’applicazione e  valore aggiunto per il cliente, omaggiato del servizio. Il cliente, attraverso il materiale (Kit Distributore SmarTrippin) avrà tutte indicazioni per scaricare in modo autonomo l’applicazione. Alberghi, ristoranti, aziende, enti pubblici, possono inoltre usare l’App come gadget a valore aggiunto per i propri clienti. A seguito dell’acquisto vengono assegnati dei codici che permettono il download dell’APP.


Baccalà, Frosio
dà “lezione” ai norvegesi

Galeotto fu quel baccalà servito con la polenta al Posta di Sant’Omobono. Tanto bastò alla chef Petronilla Frosio per far andare in brodo di giuggiole una coppia di Tromso giunta qualche anno fa nel suo ristorante, appositamente per mangiare quel piatti. Una richiesta, a onor del vero, un po’ inconsueta visto che i signori Hansen provenivano dalla Lapponia, habitat naturale dei migliori merluzzi del mondo. Eppure quella sera, all’apparenza ordinaria, cambiò il destino commerciale di molte persone. Per Petronilla non si trattò di soddisfare i capricci di una coppia di turisti un po’ pretenziosi. Halvor Hansen, era infatti titolare dell’omonimo marchio che lavora ed esporta lo stoccafisso ed era giunto in Italia per studiare il mercato e trovare nuove aziende interessate a distribuire il suo prodotto. Detto fatto. Da ormai tre anni il legame tra le Orobie e i fiordi norvegesi è sempre più stretto tanto che il 23 settembre scorso Petronilla, che è anche presidente del Gruppo dei ristoratori Ascom, è stata ospite d’onore a Tromso per una settimana didattica in cui ha messo in mostra le sue molteplici abilità culinarie in fatto di merluzzo essiccato, sotto sale e crudo. “È stata un’occasione speciale – dice – per ricambiare la visita che a maggio 2011 una delegazione norvegese con esponenti del Norvegian Seafood Export Council aveva fatto a Bergamo. Dopo il primo incontro con i signori Hansen al mio locale, seguì infatti una cena al ristorante Frosio di Almé gestito da mio fratello. Oltre ad Halvor Hansen, c’erano Helge Haug, titolare di una azienda che pesca i merluzzi e li fa essiccare, Jan Klev del ristorante “Skarven” di Tromso con i suoi quattro cuochi e alcuni produttori bergamaschi e bresciani”. Fu in quella circostanza che venne ufficializzato il gemellaggio tra Bergamo e la Norvegia nato proprio grazie a Petronilla: “Halvor mi è riconoscente – prosegue la cuoca – perché l’ho messo in contatto con l’azienda Jolanda de Colò di Palmanova del Friuli, leader nella distribuzione di specialità alimentari di alta gamma, con la quale ha stipulato un contratto per distribuire il suo stoccafisso. Capita la qualità dei nostri prodotti gastronomici, lui mi chiese infatti di aiutarlo a stringere una collaborazione per entrare nel mercato italiano. La sua azienda acquista i merluzzi pescati nelle isole Lofoten e li lavora in modo da salarli, essiccarli aperti per tre mesi e poi li lascia maturare in luogo asciutto. Dopo averli spellati e spinati, li mette in commercio già ammollati nell’acqua di sorgente dei ghiacciai dei fiordi. Ne deriva un prodotto in vaschette pronto per l’uso che risparmia a noi ristoratori un lungo procedimento di preparazione. Anch’io l’ho utilizzato da subito perché è molto buono, versatile. Lo uso anche per i cannelloni”. Poi, il mese scorso, Petronilla ha pensato che fosse proprio giunto il momento di ricambiare la visita ai norvegesi. Ha quindi scelto la settimana del Food festival per volare a Tromso. E l’accoglienza è stata regale: “Pensavo di andare in Norvegia per partecipare solo a una cena e invece mi sono ritrovata addirittura ospite del programma televisivo God morgen Norge, in onda sul loro canale nazionale, dove ho cucinato i miei cannelloni fritti ripieni di stoccafisso e a seguire uno stoccafisso con capperi e acciughe accompagnato da polenta abbrustolita. Sono stata anche nella scuola di cucina del ristorante Skarven dove ho tenuto una lezione di fronte a una quarantina di presenti. Sono rimasti tutti a bocca aperta quando ho preparato tre tartare di stoccafisso perché non avevano mai assaggiato questo pesce crudo. Poi ho cucinato il nostro classico baccalà al latte con la polenta e i tartufi di Bracca. Infine mi era avanzata un po’ di polenta nel paiolo e, siccome avevo in valigia un po’ di formaggi portati da casa, li ho fatti impazzire con una bella taragna a base di Branzi e grana”. Un viaggio gastronomico intenso, quello di Petronilla, durante il quale ha avuto l’opportunità di conoscere gli usi e i costumi di questo luogo ameno, situato oltre il Circolo polare artico: “Mi hanno ospitata in diversi locali, mi hanno portata a pescare, ho pure trascorso una notte in crociera. Ho scoperto anche che i norvegesi non hanno il culto dell’happy hour come noi italiani. Così sono stata invitata in un bistrot a preparare un ricco aperitivo dove ho proposto, tra le altre specialità, anche la polenta con il Branzi. Ricordo con piacere anche la cena di gala dove mi è stato chiesto di cucinare due piatti a base di stoccafisso che sono stati serviti insieme ad altre tre portate preparate dai cuochi locali. È stato uno scambio culturale importante. La risposta è stata ottima. Basti pensare che al mio rientro in Italia già tre coppie di Tromso, di cui due ristoratori, hanno prenotato nel mio albergo. Questo significa che andare a promuovere i nostri prodotti all’estero funziona”. Insomma, i norvegesi sognano l’Italia, sia dal punto di vista culinario che paesaggistico: “Per loro siamo un metro di paragone – conclude la Frosio –. Comunque anche loro hanno delle specialità buonissime. Ci sono delle patate meravigliose, non avrei mai smesso di mangiarle. I norvegesi cucinano molta carne di balena, foca e renna, mentre non si sognerebbero mai di mangiare coniglio e pollo. Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal livello alto della loro ristorazione dal punto di vista del servizio, dell’ambiente, della cucina, hanno cuochi preparati e responsabili. E poi i norvegesi non sanno nemmeno cosa sia la crisi, sono pieni di gas e petrolio, a 18 anni escono di casa, lo Stato li aiuta a pagare l’affitto e frequentano l’università gratuitamente. Un altro mondo”. 


Da velina a imprenditrice,
Veridiana apre due negozi a Bergamo

Anche Veridiana Mallmann ha deciso di sfidare la crisi e cavalcare l’onda delle start-up. La modella brasiliana, nota al grande pubblico come ex velina bionda dell’edizione 2008 di Striscia la Notizia, ha infatti lasciato la tv per entrare a far parte dell’asset societario della nuova rete in franchising Ct Cosmetics Milano.
Un progetto ambizioso il suo che sta rivoluzionando il mondo dell’abbronzatura e che sta per approdare in queste settimane anche in Bergamasca con l’apertura di due punti vendita. Nei natural store che sorgeranno prima a Treviglio e poi, da fine ottobre, anche all’Oriocenter, verranno commercializzati prodotti naturali in contenitori ecologici. Ma il punto forte sarà la presenza di Mya, il lettino spray automatico per l’abbronzatura senza raggi Uva che manderà in pensione gli autoabbronzanti e le lampade, dichiarate dannose dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Oltre mezzo milione di euro spesi in ricerca e altri 90.000 euro, che raddoppieranno entro fine anno, per le attività di marketing è l’investimento che sta dietro a questo brevetto mondiale. «Mi è sempre piaciuto occuparmi di economia e imprenditoria ma avevo accantonato questa mia attitudine per fare la modella – spiega Veridiana –. Quando ho deciso di mettermi in proprio, ho cercato un progetto che rispecchiasse la mia personalità. Per il solo fatto di essere un volto noto ho ricevuto molte proposte di lavoro che mi hanno permesso di scegliere la soluzione migliore per me. Poi ho conosciuto Nicola Gheda che ha un’esperienza ultraventennale nel settore della bellezza. Lui ha brevettato l’unico sistema al mondo ad erogazione orizzontale per l’abbronzatura e la rivitalizzazione cellulare a base di ossigeno e acido ialuronico che è al 100% naturale perché è a base di canna da zucchero e reagisce con le proteine superficiali della pelle. Un’idea innovativa dal momento che i centri estetici italiani devono ridurre del 70% tutti i lettini di vecchia concezione». Grazie a questo prodotto, in pochissimo tempo si ottiene un colorito abbronzato che dura fino a 4-6 giorni. «Il progetto – prosegue Veridiana – mi è piaciuto subito e sono entrata a far parte della società della nuova rete in franchising Ct Cosmetics Milano. Sono in giro dalle 8 del mattino alle 8 di sera per fare ricerche di mercato e per cercare location in cui aprire nuovi negozi in franchising».
Il pigmento abbronzante micronizzato non penetra nel derma, non attiva la melanogenesi e può quindi essere usato in gravidanza, sotto i 16 anni, dai fototipo 0 o 1 e dai soggetti che soffrono vitiligine. «L’abbronzatura è sempre stata un cruccio di noi donne – conferma l’imprenditrice –. Io sono brasiliana ma di origini tedesche e per anni ho sempre inseguito un’abbronzatura molto difficile da ottenere. D’altronde sapevo che i raggi Uva sono cancerogeni e quindi non prendevo molto sole, ma essere bianca latte mi causava molta tristezza. Finalmente ho trovato la soluzione».
Insomma, una sfida ammirevole in tempi di crisi: «In effetti, puntare su un progetto simile in un periodo così difficile può sembrare rischioso – ammette – ma sono convinta che la cosa importante oggi, quando qualcosa non va, sia rimboccarsi le maniche. Io ho fatto così. Visto che la tv non mi dava un futuro sicuro, mi sono diplomata in Ragioneria e ho ripreso quegli studi di economia all’università che mi appassionavano tanto. Volevo fare un lavoro il cui merito fosse soltanto mio e non di qualcuno che aveva deciso di farmi lavorare. Sono stata abituata a sapere cosa fare fin da piccola: mi svegliavo la mattina e raccoglievo le uova o facevo i conti col mio papà».
Cresciuta in una fattoria immersa nella natura, l’ex velina, grazie ai suoi prodotti, intende trasmettere anche un messaggio ambientalista offrendo a tutti i suoi clienti la possibilità di riportare in negozio le bombolette spray vuote per il successivo riciclaggio: «Quando per lavoro ho iniziato a girare il mondo e a frequentare le grandi metropoli, provavo molto fastidio nel vedere montagne di spazzatura in giro. Ma anche quando sono a casa a farmi lo shampoo o finisco un flacone di crema, mi viene male al cuore quando devo buttarlo via perché penso a quanto noi sporchiamo l’ambiente ogni giorno. Ct Cosmetics Milano offre anche una serie di prodotti per la cura e il benessere della pelle, tutti spray e airless, per garantirne efficacia e integrità sino all’ultima goccia. Io ho dato alle mie clienti la possibilità di riportare in negozio le bombolette vuote, così poi le possiamo riciclare. È un forte messaggio di rispetto della natura». Oltre a Treviglio e Orio, la Ct Cosmetics Milano è oggi presente con quattro negozi a Udine, Crema, Orzinuovi e Milano, nel nuovo Brera Fashion District. Il piano di sviluppo prevede 80 punti vendita in franchising entro il 2015.


Campionaria, da 35 anni
la fiera più amata dai bergamaschi

Da sabato 26 ottobre a domenica 3 novembre torna al polo fieristico di Bergamo la Campionaria, l’evento più ricco di categorie merceologiche e insieme quello di maggior successo e tradizione firmato dalla Promoberg. La manifestazione taglia il traguardo delle 35 edizioni e insieme festeggia i primi dieci anni del centro espositivo di via Lunga, inaugurato proprio dalla storica rassegna. L'anniversario premia – con un concorso – i visitatori che con la loro fedeltà hanno reso così speciale l’appuntamento, spiega il direttore della Promoberg Stefano Cristini, che traccia anche un bilancio delle attività dell’Ente Fiera dopo l’approdo nella nuova struttura e inquadra le prospettive per il futuro.

Dieci anni fa è stata la Fiera Campionaria ad aprire le attività del nuovo polo espositivo di Bergamo. Si festeggia con qualche iniziativa speciale?
«La Campionaria, in un certo senso, da 35 anni rappresenta di per sé, oltre che una fiera, una festa di carattere nazional popolare, nell’accezione, se si può dire, più gioiosa del termine. Da alcune edizioni l’ingresso è gratuito, a questo elemento promozionale si aggiunge quest’anno un altro motivo di interesse. Abbiamo inaugurato il Polo fieristico il 23 ottobre di 10 anni fa proprio con questa manifestazione ed abbiamo ideato un concorso “Premiati in Campionaria”: con una semplice cartolina, saranno estratti a sorte e premiati quattro visitatori. Un buono acquisto per arredo giardino del valore di 5mila euro, un altro del valore di 1.500 spendibile presso Trony e due biciclette elettriche sono i premi in palio. Quattro degli oltre centomila visitatori previsti avranno un motivo in più per tornare a casa contenti, ma i motivi di soddisfazione non mancheranno neppure agli altri».
Cosa è cambiato da allora per la “regina” delle fiere bergamasche?
«I tempi sono cambiati, ma la Campionaria ha mantenuto il suo smalto, “vincendo” anche la concorrenza di altre formule commerciali. È un "unicum" fieristico che non tramonta mai. I motivi sono diversi, ma alla base c’è, credo, proprio un’affettività tutta bergamasca verso questo evento, nato quando ancora i centri commerciali non c’erano. I numeri parlano chiaro; con decine di migliaia di ingressi, intorno ai 130mila, e grazie ai molteplici settori merceologici e alla variegata presenza di prodotti, la Campionaria è senz’altro l’appuntamento più amato del calendario fieristico di Promoberg».
Cosa propone la nuova edizione?
«Il format ed il numero degli espositori è sempre lo stesso, un po’ come il detto “squadra che vince non si cambia”. L’occupazione sarà su tutto il complesso fieristico, 16mila metri quadrati coperti. Il padiglione A ospiterà le istituzioni e il comparto terziario, il B merceologie assortite ed il C, infine, l’ambito alimentare. Gli stand saranno 500 e gli espositori 200; ognuno di loro si prepara a questo appuntamento con professionalità. Ogni espositore proporrà suoi, personali motivi di appeal commerciale».
L’appuntamento arriva sulla scia dei risultati incoraggianti delle recenti Creattiva, che con il 20% di presenze in più ha fatto segnare un nuovo record, ed Alta Quota, con visitatori in crescita del 22%. Come legge questi successi? Ma non c’era la crisi?
«La Fiera vive nel tessuto economico e sociale, ne è, in un certo senso, l’espressione commerciale. Sa interpretare anche fenomeni sociologici. Creattiva, la Fiera delle Arti Manuali in cinque anni ha saputo cogliere un segnale della società e del mercato e tradurlo in una manifestazione che, per due volte l'anno, presenta numeri in crescita esponenziale. Il successo clamoroso di questa manifestazione, che abbiamo esportato anche a Napoli, sta proprio nella riscoperta, complice la crisi, di una manualità e di una creatività diventate “moda”, fenomeni di costume. Alta Quota è reduce da un successo lusinghiero in termini di pubblico, una fiera che ha saputo interpretare in modo innovativo l’outdoor, proponendosi come momento espositivo ma anche esperienziale. Una formula che piace e che il pubblico ha dimostrato di gradire particolarmente. Non è tutto oro quello che luccica, però. Perché accanto a questi successi ci sono settori che soffrono come l’edilizia, e anche la nostra ultraventennale Edil ha subito un forte ridimensionamento dovuto ad una crisi che ha messo in ginocchio il comparto delle costruzioni».
Il boom dei dispositivi mobili e dei social network, in ambito professionale e personale, non sembra aver tolto interesse all’incontro “reale”. Come si progetta una fiera al tempo delle nuove tecnologie di comunicazione?
«La progettazione, l’ideazione e la conduzione di una fiera non sono cambiati e non cambieranno mai. Nessun dispositivo potrà mai sostituirsi alla presenza, alla fisicità che intercorre nel rapporto tra l’espositore e il visitatore. La tecnologia in questo ambito facilita ma non sostituisce l’incontro reale che poi è l’essenza stessa del commercio, il piacere di conoscersi, confrontarsi ed accogliere consigli sulla scelta da compiere. Quello che è cambiato piuttosto è il modo di comunicare e il mondo virale dei social è determinante. Ad esempio, per Creattiva, Facebook è un elemento che determina flussi importanti di visitatori e gruppi di opinione e l’interazione tra il visitatore-cliente e l'espositore-fornitore diventa un elemento di continuità nel tempo. Una sorta di fidelizzazione mediatica».
Il nuovo polo espositivo ha segnato la svolta per la Bergamo fieristica. A che punto è lo sviluppo?
«Questi primi dieci anni di gestione sono volati. Sono stati molto faticosi, ma entusiasmanti sotto molti aspetti. Il primo fra tutti è quello che vede riconosciuta territorialmente la mission della Fiera che costituisce così come altre importanti strutture, penso ad esempio all’aeroporto, una formidabile opportunità per l’economia bergamasca. Dividerei il decennio in due tranche, una pre-crisi fino al 2008 e una successiva. Quest’ultimo quinquennio ha posto delle severe criticità anche in ambito fieristico, alle quali abbiamo cercato di ribattere facendo appello ad alcuni punti-chiave; una riduzione della durata delle fiere, un aumento del peso degli eventi collaterali, una sempre maggiore collaborazione tra organizzatori esterni ed il nostro quartiere fieristico, un’ottimizzazione delle risorse disponibili, un’attenzione al mercato e una sempre più stringente sinergia con le associazioni di categoria. Dalla semplice vendita di spazi espositivi ci stiamo proiettando verso una scelta di servizi collaterali di valore aggiunto: specializzazione degli eventi, forme di intrattenimento, con una sempre maggior rilevanza di congressi, workshop e manifestazioni collaterali. La nostra strada è tracciata e va in questa direzione e nella direzione di una maggiore internazionalizzazione. Una parola chiave, quest'ultima per leggere gli anni a venire della Fiera ma di tutto il territorio. Con i piedi a Bergamo ma la testa nel mondo sarà il claim del prossimo futuro di Bergamo e delle sue componenti».
Quali sono i punti di forza della nostra fiera? Quali le criticità?
«La nostra fiera può vantare due grandi punti di forza: la comodità strutturale, intesa come un insieme di fattori che vanno dalla vicinanza all’aeroporto agli spazi modulabili che consentono un’ottimizzazione ideale del loro utilizzo per manifestazioni sia di grandi che di medie o piccole dimensioni, e la flessibilità organizzativa, costituita da un team molto giovane che è cresciuto anche professionalmente con la struttura in questo decennio. Chi, per qualsiasi esigenza, entra in contatto con la Fiera può contare su un servizio “su misura”, commisurato alle proprie esigenze. Non c’è nulla di standardizzato e questo è senz’altro un “plus” che in strutture più grandi non si trova. Paradossalmente il nostro “essere più piccoli”, ovvero fiera di corona alla grande Milano, si traduce in un vantaggio».
Quali sono stati i traguardi più prestigiosi ottenuti dalla Promoberg come gestore del polo fieristico? E le nuove sfide?
«Il riconoscimento più bello è la soddisfazione di ogni nostro visitatore. Questa è la mission di Promoberg che va la di là di tutto. Certo, aver, ad esempio, esportato alcune fiere, come Lilliput o Creattiva, a Napoli equivale ad un riconoscimento indiretto della bontà del nostro lavoro. Così come la qualifica “nazionale” attribuita ad alcune fiere. Ogni giorno ci poniamo un piccolo traguardo: fare bene e dare il meglio».
Su quale settore potrebbe essere interessante puntare oggi per una nuova fiera?
«Il mercato è in evoluzione costante così come la società, e gli spunti non mancano. A settembre, ad esempio, abbiamo organizzato FerExpo, la prima fiera italiana dedicata al comparto della ferramenta. Un importante tassello in un panel fieristico che quest’anno ha contato 16 fiere, un trend che si sta mantenendo stabile anche in questi anni difficili, con la riconferma di alcune fiere e la new entry di altre. Una fiera non è una manifestazione che nasce dall’oggi al domani. È un progetto complesso, di molti mesi che si basa su ricerche di mercato, umori e tendenze: le nostre antenne sono sempre alte».
A che punto sono le sinergie con il territorio?
«Il dialogo con le componenti territoriali è costante e la collaborazione molto buona. Questo primo decennio ci ha consentito di approfondire, sia commercialmente che istituzionalmente i rapporti con diversi attori. Flessibilità, versatilità e capacità di aprirsi ad esigenze territoriali sono e restano alla base della nostra operatività».


Gli spettacoli teatrali?
Gustiamoli al ristorante

Con la cultura non si mangia? Beh, si può almeno cominciare ad uscirci a cena. È un cartellone teatrale in luoghi inusuali, ma anche una riflessione sul ruolo che le proposte artistiche e culturali possono esercitare in sinergia con le attività commerciali, il progetto “Masticare Cultura”, un cartellone di sei spettacoli, dal 16 ottobre al 5 dicembre, in altrettanti ristoranti (cinque di Treviolo ed uno ad Osio Sopra), che diventano così sei serate uniche dove la cucina e lo stare in compagnia si fondono con la scena e le performance.
L’iniziativa si inserisce nella rassegna “Storie in Comune”, articolata in 12 appuntamenti e realizzata dalla Residenza Teatrale Qui e Ora, la cui mission sta nel produrre esperienze teatrali e di animazione culturale in stretta collaborazione con i territori. «La peculiarità di Masticare Cultura è anche l’intenzione ultima della rassegna – spiega Francesca Albanese, che con Silvia Baldini e Laura Valli cura la direzione artistica di Qui e Ora -, ovvero ribaltare l’idea di una cultura che necessita di sussidio per trasformarla in strumento di sostegno al commercio, rivalutando quindi, al tempo stesso, l’idea di un’economia che si sviluppa e prende piede attraverso la cultura. Con un rovesciamento rispetto alla consueta visione che prevede un contributo pubblico nei confronti delle iniziative culturali, il progetto offre ai ristoratori l’opportunità di sperimentare l’arte, non solo come espressione creativa, ma anche come mezzo di ampliamento del pubblico e delle sue richieste». «Il tutto – ricorda – è in sintonia con gli obiettivi fondatori di Qui e Ora, ovvero l’osservazione della realtà territoriale, l’analisi del corpo sociale con la sua storia e i suoi miti e il desiderio di trasformare tutto ciò in racconto, tendendo così il filo conduttore che accomuna le iniziative in cartellone per questo autunno 2013».
Quest’anno, infatti, Qui e Ora in partnership con Zona K e Delle Ali Textura ha vinto il bando “Avvicinare nuovo pubblico alla cultura” della Fondazione Cariplo con il progetto Coltivare Cultura, di cui la rassegna fa parte, che prevede l’attivazione di laboratori, la realizzazione di percorsi di inchiesta, la costruzione di eventi strettamente connessi con le comunità a cui si rivolgono.
Il connubio tra locali e teatro piace anche all’Ascom, che ne sottolinea il valore innovativo e propositivo. «Per gli artisti – rileva il vicedirettore, Oscar Fusini – è un’occasione interessante per portare il proprio messaggio al di fuori dei luoghi canonici ed entrare in contatto con un pubblico diverso, per i ristoratori l’opportunità di intercettare nuova clientela e ravvivare la propria offerta». E se è vero che serate con performance ed eventi non sono ormai rare negli esercizi, il valore in più è dato dalla rete creata dai partecipanti, tutti territorialmente vicini, «così da potenziare la promozione e l’efficacia del messaggio», sottolinea Fusini.
Gli spettacoli vogliono costruire un rapporto speciale con il pubblico, intimo e scanzonato al tempo stesso. Sono in cartellone una performance per un unico spettatore, due spettacoli tutti da ascoltare su due figure indimenticabili, Barbablù e Don Giovanni, una lezione poetica sul teatro, un album di polaroid della costruzione di un amore e una cena di famiglia in cui i commensali diventano pubblico di una saga di vita.
Della rassegna “Storie in Comune” fanno parte anche “Senza sparire”, due giornate dedicate a raccogliere le voci e le tracce del territorio, due giorni di letture e proiezioni video e tre appuntamenti in altri tre luoghi insoliti: una casa privata, l’Università di Bergamo e i sotterranei di Palazzo Benaglio a Comun Nuovo, per un teatro che anche in queste occasioni incontra gli spettatori da vicino, attraverso percorsi inusuali e con un coinvolgimento diretto.