Con la cultura non si mangia? Beh, si può almeno cominciare ad uscirci a cena. È un cartellone teatrale in luoghi inusuali, ma anche una riflessione sul ruolo che le proposte artistiche e culturali possono esercitare in sinergia con le attività commerciali, il progetto “Masticare Cultura”, un cartellone di sei spettacoli, dal 16 ottobre al 5 dicembre, in altrettanti ristoranti (cinque di Treviolo ed uno ad Osio Sopra), che diventano così sei serate uniche dove la cucina e lo stare in compagnia si fondono con la scena e le performance.
L’iniziativa si inserisce nella rassegna “Storie in Comune”, articolata in 12 appuntamenti e realizzata dalla Residenza Teatrale Qui e Ora, la cui mission sta nel produrre esperienze teatrali e di animazione culturale in stretta collaborazione con i territori. «La peculiarità di Masticare Cultura è anche l’intenzione ultima della rassegna – spiega Francesca Albanese, che con Silvia Baldini e Laura Valli cura la direzione artistica di Qui e Ora -, ovvero ribaltare l’idea di una cultura che necessita di sussidio per trasformarla in strumento di sostegno al commercio, rivalutando quindi, al tempo stesso, l’idea di un’economia che si sviluppa e prende piede attraverso la cultura. Con un rovesciamento rispetto alla consueta visione che prevede un contributo pubblico nei confronti delle iniziative culturali, il progetto offre ai ristoratori l’opportunità di sperimentare l’arte, non solo come espressione creativa, ma anche come mezzo di ampliamento del pubblico e delle sue richieste». «Il tutto – ricorda – è in sintonia con gli obiettivi fondatori di Qui e Ora, ovvero l’osservazione della realtà territoriale, l’analisi del corpo sociale con la sua storia e i suoi miti e il desiderio di trasformare tutto ciò in racconto, tendendo così il filo conduttore che accomuna le iniziative in cartellone per questo autunno 2013».
Quest’anno, infatti, Qui e Ora in partnership con Zona K e Delle Ali Textura ha vinto il bando “Avvicinare nuovo pubblico alla cultura” della Fondazione Cariplo con il progetto Coltivare Cultura, di cui la rassegna fa parte, che prevede l’attivazione di laboratori, la realizzazione di percorsi di inchiesta, la costruzione di eventi strettamente connessi con le comunità a cui si rivolgono.
Il connubio tra locali e teatro piace anche all’Ascom, che ne sottolinea il valore innovativo e propositivo. «Per gli artisti – rileva il vicedirettore, Oscar Fusini – è un’occasione interessante per portare il proprio messaggio al di fuori dei luoghi canonici ed entrare in contatto con un pubblico diverso, per i ristoratori l’opportunità di intercettare nuova clientela e ravvivare la propria offerta». E se è vero che serate con performance ed eventi non sono ormai rare negli esercizi, il valore in più è dato dalla rete creata dai partecipanti, tutti territorialmente vicini, «così da potenziare la promozione e l’efficacia del messaggio», sottolinea Fusini.
Gli spettacoli vogliono costruire un rapporto speciale con il pubblico, intimo e scanzonato al tempo stesso. Sono in cartellone una performance per un unico spettatore, due spettacoli tutti da ascoltare su due figure indimenticabili, Barbablù e Don Giovanni, una lezione poetica sul teatro, un album di polaroid della costruzione di un amore e una cena di famiglia in cui i commensali diventano pubblico di una saga di vita.
Della rassegna “Storie in Comune” fanno parte anche “Senza sparire”, due giornate dedicate a raccogliere le voci e le tracce del territorio, due giorni di letture e proiezioni video e tre appuntamenti in altri tre luoghi insoliti: una casa privata, l’Università di Bergamo e i sotterranei di Palazzo Benaglio a Comun Nuovo, per un teatro che anche in queste occasioni incontra gli spettatori da vicino, attraverso percorsi inusuali e con un coinvolgimento diretto.