Dottor Bergamaschi
da qualche tempo sono alla ricerca di un’occupazione e mi sono accorto che molte delle inserzioni a cui ho risposto, celano in realtà lavori diversi da quelle descritti o proposte di collaborazione vaghe. In compenso bisogna inviare tutta una serie di dati personali. Sono demoralizzato e confuso. Che ne pensa di tutto questo?
e-mail, Ponte San Pietro
Non ci vuole la sfera di cristallo per rendersi conto di quanto sia difficile trovare un impiego in questo momento; la famigerata crisi non ha risparmiato il popolo dei lavoratori e tutti, nessuno escluso, tentano di accaparrarsi la chance di una collaborazione professionale, anche per poco tempo, per cominciare a guadagnare qualche soldo.
In tale contesto, sicuramente drammatico per tutte le implicazioni che inevitabilmente comporta, pullulano sul web decine di inserzioni di lavoro che promettono guadagni facili e allettanti prospettive di carriera, ma che in realtà nascondono delle mezze fregature da evitare come la peste. Lo segnalano soprattutto i giovani in cerca di occupazione che nei vari blog e forum raccontano di essere incappati in offerte di lavoro all’apparenza uguali alle altre, ma che poi, in sede di colloquio, si sono rivelate ingannevoli o truffaldine.
Sembra un paradosso, ma l’elevata disoccupazione giovanile ha creato un terreno fertile per il cyber-crime e per coloro che lucrano a danno dei giovani e del loro diritto a trovare un lavoro. Da una ricerca condotta da Adiconsum e dal Movimento difesa del cittadino, nell’ambito del progetto “Lavoro sicuro“, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono emerse incredibilmente dodici tipologie di frodi e pratiche commerciali scorrette ai danni dei giovani in cerca di lavoro o di offerte formative. Queste comprendono il lavoro a domicilio, le vendite porta a porta, i servizi telefonici a pagamento, le iscrizioni alle banche dati, i corsi di formazione, le borse di studio, la realizzazione di book fotografici, le associazioni in partecipazione, i falsi periodi di prova, il trasferimento di denaro, le catene di S. Antonio, il marketing piramidale e i documenti da firmare. Comuni denominatori di tali truffe sono la non chiarezza delle informazioni sulle mansioni da svolgere, le false promesse in cambio di un esborso di denaro o corsi di formazione di scarsa qualità pubblicizzati come gratuiti salvo poi la richiesta del versamento di somme per il proseguimento delle lezioni. Per sventare questa ondata di frodi, Adiconsum e Movimento difesa del cittadino hanno stilato un decalogo per i giovani in cerca di un’occupazione su come riconoscere ed evitare di cadere nella trappola dei falsi annunci di lavoro. Anche perché c’è un altro aspetto delicato che non bisogna sottovalutare: le frodi perpetrate ai danni degli individui in cerca di lavoro presentano risvolti psicologici e sociali particolarmente gravi: a livello personale possono produrre un abbassamento della propria autostima e a livello sociale minano la fiducia e le aspirazioni della persona, che considera il lavoro come un prezioso strumento di realizzazione personale.
Massima attenzione quindi agli annunci che chiedono la compilazione di form generici con dati personali, indirizzi e-mail e recapiti telefonici, perché quasi sempre si tratta di catene di Sant’Antonio, di Multilevel o cose simili. Diffidate anche dagli annunci che cominciano con la classica frase “cercasi giovani entusiasti e volenterosi” perché spesso nascondono lavori gratuiti o malpagati; meglio prendere le distanze anche da quelle offerte di lavoro che ricercano profili generici, che propongono attività vaghe e che chiedono solo “immediata disponibilità”. Stessa solfa per le inserzioni dove non compare il nome dell’impresa e non è presente, neppure in forma anonima, una presentazione del settore in cui opera e dell’attività che svolge. Non bisogna dimenticare che un’azienda “seria” è sempre molto attenta ai requisiti professionali e personali delle persone da inserire, non ha timore a descrivere in cosa consiste il lavoro, quali sono i requisiti e il probabile compenso; e soprattutto vuole vedere il curriculum dei candidati per analizzare esperienze formative e professionali. Pertanto quando sfogliamo un giornale di annunci o navighiamo in rete alla ricerca di un lavoro, “attenzione, buonsenso e una sana dose di diffidenza” devono essere i tre elementi indispensabili da non dimenticare, per non rischiare di inciampare in offerte che non hanno nulla di serio. Non mi resta che auguravi in bocca al lupo.