Bergamo, otto residenti su dieci fanno la spesa fuori dal centro

La buona notizia è che il centro di Bergamo è riconosciuto come un luogo vivo e frequentato abitualmente, sia dai residenti sia dai non residenti. Quella cattiva – e non rappresenta certo una sorpresa – è che il tessuto commerciale non è dei più attrattivi. Ma dentro la ricognizione che il Distretto urbano del commercio ha voluto effettuare sul vissuto e sul comportamento di acquisto c’è anche molto altro, un sostanzioso corpus di dati utili non solo per impostare le prossime azioni sul versante commerciale, ma anche per sviluppare il dibattito sul futuro della città.

Dallo studio, affidato al professor Luca Zanderighi di TradeLab, emerge in primo luogo che la frequenza di visita è particolarmente elevata, tanto per i residenti quanto per i non residenti. Nel complesso il 45,6% dichiara di recarsi in centro più volte la settimana, percentuale che sale al 54,6 per chi risiede a Bergamo. A frequentarlo in misura maggiore sono, tra i residenti, le donne e gli over 45, tra i non residenti gli uomini e i giovanissimi. Sono pochi invece coloro che dichiarano che il centro non è una meta di frequentazione abituale.

Il 73% lo considera attrattivo e per molti intervistati (il 31,6%) nell’ultimo anno il centro è ulteriormente migliorato (solo l’8% sostiene che sia peggiorato). Ciò si deve anche alle iniziative messe in campo per Expo 2015, rispetto alle quali la percentuale di coloro che esprimono giudizi positivi (abbastanza e molto soddisfatto) è superiore all’86%. A essere particolarmente apprezzati sono stati i grandi eventi culturali relativi alla riapertura dell’Accademia Carrara (95,6% di soddisfatti) e la mostra su Luigi Veronelli (90%) e il potenziamento della rete wifi (82,1%), ma permane un problema di comunicazione, dal momento che la maggior parte degli intervistati dichiara di non essere a conoscenza di molte delle iniziative realizzate.

Quanto all’accesso al centro, avviene prevalentemente in auto e moto (circa il 27% usa l’autobus per arrivarvi), si prediligono i parcheggi su strada(61,5%) con un utilizzo ancora solo parziale dei parcheggi in struttura (38,5%), percentuale più elevata per i non residenti (41,7%) che sono anche quelli che sostano per più tempo. Tra le strutture, se il parcheggio di Piazza Libertà è quello più utilizzato dall’intero campione, i residenti tendono a prediligere quelle collocate all’interno del centro, mentre i non residenti parcheggiano maggiormente anche nelle strutture nelle vicinanze. Il tempo impiegato mediamente per raggiungere dal parcheggio la destinazione nel centro di Bergamo è pari a circa 7 minuti. La scelta del parcheggio sembra essere dettata dalla comodità e dalla vicinanza alla meta più che da altre motivazioni. Con riferimento ai mezzi pubblici, invece, il tempo medio impiegato per raggiungere il centro di Bergamo dalla fermata in cui scende è pari a 8 minuti per i non residenti e a 6,6 minuti per i residenti.

Ma cosa vorrebbero i bergamaschi per migliorare per aumentare la vivibilità e l’attrattività del centro? In cima alle lista dei desideri ci sono l’accessibilità (in termini di viabilità, traffico, trasporti pubblici e disponibilità di parcheggi), il senso di sicurezza, la pulizia e la manutenzione degli spazi pubblici. Significativa è però anche la ricerca di momenti di svago e di intrattenimento, infine, alcuni suggerimenti riguardano anche l’offerta commerciale, sia per quanto riguarda il mix merceologico, sia con riferimento agli orari di apertura.

Gli intervistati esprimono l’esigenza di trovare i grandi marchi della distribuzione, della moda e della ristorazione nel centro città. Un dato infatti spicca sugli altri: l’84% della spesa dei residenti (alimentare e non) viene effettuata fuori dal centro cittadino: il 50% verso altri quartieri, il 21,5% verso altri comuni, il 5% su internet. Per i non residenti il centro è attrattivo solo per 1 intervistato su 5. I centri commerciali risultano essere, in questo contesto, una meta di frequentazione e di acquisto per la quasi totalità dei consumatori: il 90% dei non residenti e il 78% dei residenti di Bergamo frequentano centri commerciali pianificati (principalmente Orio Center, Curno e Le Due Torri), con una frequenza di visita che per il 33% degli intervistati è almeno una volta alla settimana (la frequenza è maggiore per i più giovani e tende a decrescere all’aumentare dell’età, in particolare per i non residenti).

L’offerta di pubblici esercizi ha un carattere prevalentemente diurno: un numero consistente di attività, infatti, chiude tra le 18 e le 20 e solo poche restano aperte fino a tarda serata. L’offerta che essi generano sembra pertanto essere adeguata a soddisfare una domanda soprattutto di tipo funzionale (consumi di residenti e lavoratori nell’area, frequentazione da parte di visitatori in concomitanza ad altre attività), ma meno in grado di attrarre domanda in modo spontaneo (frequentazione dell’area come destinazione per i consumi fuori casa, specie serali).

1403 Roberto Ghidotti (1)
Roberto Ghidotti

Se i problemi del commercio e della vivibilità del centro sono cosa nota, Roberto Ghidotti, presidente del Duc riconosce allo studio il merito di aver messo in evidenza anche gli aspetti positivi. «L’indagine – dice – ci fa vedere che quello di un centro storico destinato a vedere sempre più ridotte le proprie funzioni è uno stereotipo. In realtà il cuore di Bergamo continua ad essere luogo di socialità, è visto come meta della passeggiata, di incontro e come tale è un riferimento e un punto di attrazione per tutto il territorio. Ora lo sforzo è di fare in modo che alla passeggiata si accompagnino gli acquisti». Come? «Il Distretto ha promosso questa indagine proprio per avere più chiaro il quadro su cui pianificare le proprie azioni – ricorda -. Una linea di intervento riguarda di certo gli eventi e le manifestazioni, che non devono fermarsi a iniziative spot, ma occorre fare un ragionamento anche sull’offerta merceologica, sulla capacità di ridare appeal commerciale con insegne in grado di generare attrazione e valore aggiunto. In questo senso sono importanti la partita sui negozi sfitti e sulle grandi strutture libere, come il palazzo degli Uffici statali. Un altro aspetto è quello dell’offerta di maggiori servizi per il tempo libero e l’aggregazione e su questo versante si deve per forza inserire anche una revisione degli orari di apertura». Il centro non è però all’anno zero. «Lo dimostra il 31,6% di intervistati che hanno dichiarato che le iniziative messe in campo nel 2015 hanno portato a miglioramenti – evidenzia Ghidotti – e pure la manifestazione promossa dall’associazione Bergamo Vive lo scorso sabato, bel momento di collaborazione, coinvolgimento e promozione».


Baioni 45, elogio della trattoria

Una vita in trattoria. Probabilmente non poteva andare diversamente la storia di Dino Sartirani, 61 anni, originario di Ponte San Pietro, cresciuto nelle trattorie gestite dalle due nonne e dalla mamma e poi con ulteriori significative esperienze professionali, tra le quali l’incarico di aprire due catene di ristoranti di cucina italiana in Israele, dove è stato, a più riprese, dal 1994 al 2007. Tornato in Italia ha diretto alcuni ristoranti sino a quando non si è presentata l’occasione per mettersi in proprio.

Nel febbraio del 2014 Sartirani, con la socia Adriana Gadda, ha aperto in città la Trattoria Baioni 45, che si trova appunto al numero 45 di via Baioni, riavviando un’attività che negli anni precedenti era andata avanti alternando diverse fortune.

«Il locale mi è piaciuto subito – racconta Dino – perché è della dimensione giusta per le nostre esigenze. Cinquanta coperti, e sinceramente preferisco anche quando non è strapieno, ti danno la possibilità di conoscere i clienti, di dialogare con loro e di presentare al meglio i piatti».

Trattoria Baioni - La salaIl locale è piacevole, accogliente nella sua semplicità. Dino si autodefinisce tuttofare e si destreggia in cucina, in sala e nell’addestramento del personale. «Lo diciamo chiaramente che la nostra vocazione è il pesce – prosegue – ma abbiamo anche una serie di piatti bergamaschi per i quali seguiamo le stagioni. Quindi lumache con polenta, rane, funghi porcini, stracotti e i vari ragù di cinghiale e capriolo senza dimenticare i nostri casoncelli per i quali seguo una ricetta della nonna».

Molto comunicativo ed espressivo, il patron ha adottato una linea ben precisa nel locale, che vuole abbia la schiettezza della trattoria. Afferma che non è un locale per tutti, nel senso che chi vuol spendere molto, o comunque di più, per il pesce dovrebbe dirigersi verso altri ristoranti. «Facciamo dei ricarichi minimi sul pesce – spiega -, acquistiamo in pratica ogni giorno e i prezzi ci sembrano corretti visto che facciamo tutto con semplicità. La nostra cucina? Abbiamo spogliato la ristorazione classica di quanto non era fondamentale, per farla diventare più essenziale e adeguata a una trattoria. “Come era una volta” è un po’ il mio motto anche se non manco di ricercare e sperimentare praticamente ogni giorno nuove soluzioni».

E la scelta paga visto che Trattoria Baioni 45, oltre ad avere degli ottimi giudizi su TripAdvisor si è vista pubblicare una recensione su un periodico di lingua inglese di Hong Kong. Il servizio era di una giornalista cinese che aveva pranzato in cinque ristoranti di Bergamo valutando la Trattoria il migliore.

La carta del locale è abbastanza ricca ma viene completata ogni giorno con un supplemento, secondo le disponibilità. Per quanto riguarda il pesce tengono comunque banco i menù a prezzo fisso, da 25 e 35 euro, che comprendono antipasto, primo, secondo e contorno. Solo vino e acqua sono extra e tenuto conto che c’è uno chardonnay della casa a 10 euro al litro si può veramente contenere la spesa. Il menù da 25 euro comprende impepata di cozze, capesante gratinate e insalata di piovra. Il primo è definito una calamarata risottata e si tratta di paccheri corti fatti in casa. Branzino o orata, un gamberone e calamari costituiscono il secondo piatto. Il menù da 35 varia solo per l’inserimento di tre cruditè mediterranee tra gli antipasti.

LA PROVA

Il menù low cost fa il bis a cena

Trattoria Baioni - casoncelliUn aspetto abbastanza inconsueto del menù a prezzo fisso tradizionalmente proposto per la pausa pranzo del mezzogiorno è che alla Trattoria Baioni 45 viene replicato alle stesse condizioni la sera. Una buona occasione quindi per soddisfare, senza eccessive pretese ma con gusto, le esigenze alimentari della cena con la modica spesa di dieci euro.

Dieci euro che comprendono primo e secondo piatto, contorni, vino, acqua e caffè. E si tratta di piatti non banali. Tra i primi troviamo infatti i casoncelli alla bergamasca fatti in casa, gnocchi al pesto, tortellini al pomodoro, mezze penne alla montanara e i pressoché immancabili spaghetti al ragù. Ampia anche la scelta tra i secondi piatti: spiedini di carne mista, arrosti misti, hamburger di chianina, bistecca di manzo, coppa alla griglia, medaglioni ai porcini e magatello di manzo all’inglese. Per per i contorni c’è una varietà di verdure cotte e crude.

Per il primo seguiamo un po’ l’onda degli altri clienti che sembrano apprezzare i casoncelli alla bergamasca: scelta più che mai azzeccata perché sono realmente fatti in casa con una ricetta particolare e, non da ultimo, si tratta di una porzione abbondante. Anche per il secondo ci facciamo guidare dal flusso e andiamo con il gettonatissimo hamburger di chianina. Una proposta così, come abbiamo già detto, non sfigurerebbe nemmeno per una cenetta e quindi la valutazione è quella di un rapporto qualità prezzo tra i migliori.

Trattoria Baioni 45

via Baioni, 45
Bergamo
tel. 035 4220033
chiuso il lunedi sera
www.trattoriabaioni45.com


I negozi del centro regalano un sabato di sorprese

“Sabato in Centro… e sarà una sorpresa”. È il titolo dell’evento che – ad oggi – oltre 140 commercianti del centro di Bergamo hanno messo in cantiere per il 21 maggio, dalle 9.30 alle 19.30.

La rete di negozianti, capitanata e trainata dall’Associazione BergamoVive, è al lavoro affinché ogni insegna proponga qualcosa di particolare al proprio interno. Eventi, negozi fioriti, presentazione di nuovi prodotti, servizi ed anche sconti mirati, tutto con la professionalità e cortesia dei negozi del centro. Passeggiando dalle 9.30 alle ore 19.30 ci si potrà lasciare incuriosire ed attrarre dalle sorprese di ogni vetrina. «Siamo riusciti a creare una sinergia tra tantissime realtà diverse dell’area del centro – spiega Marco Recalcati, presidente dell’Associazione BergamoVive – cercando di realizzare una giornata in cui potersi mettere in vetrina tutti insieme, nel tentativo di rendere più attrattiva la passeggiata nel centro città. Sarà un evento globale fatto da tante piccole iniziative, un grande contenitore dentro al quale confluiscono più di 120 mini-iniziative. Per scoprire i dettagli di ogni singolo evento basterà consultare la pagina di Facebook dell’Associazione “Bergamo InCentro” oppure venire direttamente in centro sabato prossimo». Per info è possibile scrivere alla mail info@bergamovive.it.

La giornata ha il patrocinio del Comune di Bergamo e può contare sulla collaborazione dell’Atb, che per l’occasione ha disposto l’estensione della validità del biglietto convalidato a tutta la giornata. Con un solo titolo di viaggio ci si potrà quindi spostare con autobus, funicolari e tram per tutta la giornata di sabato 21 maggio. L’agevolazione si applica ai biglietti ordinari e ai carnet 10 corse, convalidati al primo viaggio e validi per la zona tariffaria della tratta scelta delle 5 zone servite da Atb.

«Il Comune di Bergamo sostiene con convinzione l’iniziativa del commercio del centro città – interviene il sindaco di Bergamo Giorgio Gori –. L’aggregazione intorno a un’unica iniziativa di ben 140 commercianti e più è fattore estremamente positivo: l’auspicio è che da questa prima esperienza possa nascere una collaborazione stabile, in modo che questo tipo di iniziativa possa essere replicata in futuro e magari divenire strutturale».


Un bistrò nell’ex spaccio del “manicomio”, «luogo di servizi e aggregazione»

onp bistròNon nasconde la sua origine l’Onp Bistrò, il bar-tavola calda realizzato all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di via Borgo Palazzo 130 a Bergamo, che sarà presentato ufficialmente venerdì 20 maggio.

Il locale è il frutto del recupero avviato nel 2014 dalla Cooperativa La Bonne Semence dell’ex spaccio-bar del “manicomio”, in disuso da anni. È pensato come una struttura polifunzionale con tutti i servizi necessari per essere una spazio di aggregazione e di cultura. Ogni giorno,  dalle 7.30 alle 16, Onp Bistrò servirà colazioni, pranzi, caffè e aperitivi ai dipendenti, ai pazienti e agli utenti degli ambulatori e delle strutture del distretto, ma vuole aprirsi anche a tutto il quartiere.

Non è infatti solo un nuovo esercizio, ma un progetto sociale e culturale. Innanzitutto perché rappresenta un’opportunità occupazionale per persone in condizione di fragilità che hanno bisogno di un supporto per l’inserimento nel mondo del lavoro (il 30% dei dipendenti assunti) e poi perché è un luogo della “memoria” e di riflessione sul tema della psichiatria in Bergamasca, attraverso le iniziative culturali previste in questi spazi.

onp bistrò 2Il bistrò è gestito da La Magnolia catering, servizio di Namasté cooperativa sociale. È stato realizzato grazie all’Asst “Papa Giovanni XXIII di Bergamo, all’Associazione di Promozione Sociale “Circolo Ricreativo Day Care”, alla Fondazione Cariplo e alla cooperativa La Bonne Semence.

In occasione del debutto sono stati organizzati due giorni di apertura al pubblico.

Sabato 21 maggio

ore 16

inaugurazione di un’esposizione di cinque opere di Arte Irregolare allestite all’ingresso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico, in collaborazione con Associazione Tarcisio Merati, e visita guidata all’ex complesso ospedaliero a cura di Fondazione Bergamo nella Storia

ore 18.30

taglio del nastro e momento teatrale con Ivan Criscuolo

a seguire

buffet a cura de “La Magnolia catering” di Namasté cooperativa sociale.

Domenica 22 maggio

dalle ore 11

visita guidata all’ex complesso ospedaliero a cura di Fondazione Bergamo nella Storia

prosegue sino alle ore 13

l’esposizione di Arte Irregolare allestita all’ingresso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico.


“Innovare per competere”, il 23 maggio l’assemblea Ascom

logo ascom bergamo confcommercio

Innovare per competere. Mercati#bisogni#imprese è il tema dell’Assemblea generale di Ascom Confcommercio Bergamo che si svolge lunedì 23 maggio alle ore 15 nella sala conferenze dell’Associazione Commercianti.

Il programma prevede una parte istituzionale, con la relazione del presidente Paolo Malvestiti e l’approvazione del bilancio d’esercizio 2015, e una parte dedicata ad innovazione e competizione con l’intervento di Fabio Fulvio, responsabile Politiche per lo sviluppo di Confcommercio Imprese per l’italia, e le testimonianze di alcuni imprenditori.

LA CONVOCAZIONE

Nella sala Conferenze della sede associativa – in via Borgo Palazzo 137 a Bergamo – è convocata l’assemblea generale ordinaria dei soci dell’Ascom – Associazione Esercenti e Commercianti della provincia di Bergamo – ai sensi degli articoli 14 e 15 dello statuto sociale – per lunedì 23 maggio 2016 alle ore 14 in prima convocazione e con il seguente

ORDINE DEL GIORNO

1) Relazione del Presidente;
2) Esame ed approvazione del bilancio 2015;

Alle ore 15, trascorsa un’ora da quella fissata, l’assemblea si intenderà costituita in seconda convocazione e sarà valida qualunque sia il numero dei soci intervenuti.


“Street Casoncello”, ad ogni tappa una ricetta diversa

Le incertezze del meteo non fermano “Street Casoncello” in Città alta, momento finale della manifestazione “De Casoncello. Storie di Bergamo e di Casoncelli” con il quale Bergamo celebra i 630 anni del documento che attesterebbe la paternità della tradizionale pasta ripiena, raccontando di una grande festa tenuta proprio il 13 maggio, del 1386.

Al convegno di venerdì mattina, a partire dalle 10 all’ex Borsa Merci, il programma fa infatti seguire un evento goloso che imbandirà la Corsarola di postazioni ristoro a partire dalle 19, che l’organizzazione ha deciso di confermare anche se le condizioni del tempo non fossero le migliori. La formula prevede l’allestimento di 6/7 isole food dalla funicolare a piazza Mascheroni, nelle quali i ristoranti e i locali lavoreranno insieme integrando la propria offerta.

Protagonista, ovviamente, sarà il casoncello, che ogni locale però proporrà in una forma diversa, quella messa a punto dalla propria cucina e offerta normalmente in carta oppure una rivisitazione realizzata appositamente per l’occasione, che potrà riguardare il ripieno o il condimento. Le direttive dell’organizzazione, curata dalla Comunità delle Botteghe di Città alta, sono state infatti semplicemente queste, così da favorire la creatività e permettere di assaggiare lo stile gastronomico di ogni insegna e le tante varianti alle quali si presta il piatto. Ciò che sarà uguale per tutti è invece il costo: 4 euro per ogni porzione di casoncelli, che diventano 5 se viene accompagnata da un bicchiere di vino, così da permettere più assaggi lungo il percorso. Nel menù della serata si potranno poi trovare altri prodotti e piatti della  tradizione bergamasca come polenta con mais autoctoni, formaggi Dop e Principi delle Orobie, vino, carni di bruna alpina originale.

Condivisione è la parola d’ordine anche nella gestione degli spazi dove fermarsi a mangiare, si potrà infatti scegliere tra le diverse postazioni e tavoli.

Sotto il porticato della biblioteca toccherà poi alle massaie – su tutte Giusy Guerinoni, sfoglina degli Spiazzi di Gromo famosa per la velocità con cui prepara i casoncelli – preparare le ricette più classiche, quella riportata nel documento storico, quella consolidata dalla tradizione e gli altrettanto tipici scarpinòcc.

La serata sarà accompagnata da rappresentazioni storiche con musici, ballerini e attori che faranno rivivere la festa del 13 maggio 1386 in onore dei soldati di Gian Galeazzo Visconti.

Nell’evento sono coinvolte tutte le attività commerciali di Città alta. Oltre a quelle del settore food direttamente impegnate nel festival anche gli altri negozi saranno infatti aperti e pronti ad animare la serata.

Per l’occasione, alcuni musei storici di Città Alta resteranno aperti anche la sera:

  • Campanone, Torre civica
    apertura prolungata fino alle 23 – ingresso 3 euro
  • “Quando l’Italia disegnava il mondo. Tesori cartografici del Rinascimento”
    Palazzo del Podestà – Museo del ‘500
    apertura prolungata fino alle 23 – ingresso 6 euro (gratuito fino a 18 anni)
    biglietto unico valido anche per la mostra “Nel segno del Rinascimento – Pietro Bussolo, scultore a Bergamo”

Durante tutto il week-end sarà inoltre possibile partecipare a visite guidate gratuite organizzate da AGIAT e Guide Turistiche Città di Bergamo:

  • venerdì 13 maggio || “Pane (… e companatico) quotidiano”
    visita guidata sul tema dell’alimentazione nella storia e nell’arte di Bergamo Alta.
    partenza da largo Colle Aperto ore 18 – info e prenotazioni entro le ore 12 del 13 maggio alla mail info@visitbergamo.info o al 346-8122006.
  • sabato 14 maggio || “Il casoncello bergamasco: Sogni di Abbondanza e Storie di Fame”
    partenza da piazza Mercato delle Scarpe ore 18 (durata 1h 30).
  • domenica 15 maggio || “Casoncello Tour: storie di bergamaschi tra abbuffate e …digiuni”
    partenza da piazza Mercato delle Scarpe ore 18 (durata 1h 30) – partecipazione gratuita sino a 50 partecipanti con iscrizione obbligatoria e risposta email a: info@gruppoarcheologicobergamasco.org.


Borgo Santa Caterina, arrivano i sabato dello shopping

I lavori stradali accendono la voglia di fare in Borgo Santa Caterina. E il disagio rappresentato dal rifacimento del pavè diventa l’occasione per organizzare qualcosa di nuovo per tenere accesi i riflettori sull’area.

Oltre ai tradizionali Venerdì del Borgo, che saranno quattro anche nel 2016 (tutti i venerdì tra il 19 agosto e il 9 settembre), arrivano i Sabati del Borgo, un’iniziativa che coinvolge la via dalle 15 alle 21 con sconti, promozioni, eventi, laboratori nella strada pedonalizzata per l’occasione. Si tratta di sei sabati, a partire dal 28 maggio, ma Comune, residenti e commercianti hanno già immaginato di arrivare a 12 se la proposta funziona: «Crediamo si tratti di un lavoro molto positivo – sottolineano il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il consigliere comunale Niccolò Carretta, che ha seguito da vicino la questione – soprattutto per l’avvio e il consolidamento di un dialogo tra le componenti che vivono e lavorano in Borgo Santa Caterina. Grazie anche alla mediazione della Rete Sociale, si sono condivisi obiettivi e strategie per il rilancio condiviso della via: si tratta di un percorso lungo, ma l’individuazione di un punto di equilibrio intorno ai tradizionali venerdì del borgo e l’istituzione di nuove iniziative al sabato rappresentano un elemento positivo per la costruzione di un modello di gestione del Borgo».

«Il sabato nel Borgo – sottolinea Eleonora Piccinni, presidente dell’Associazione Commercianti del Borgo – è un’opportunità per far conoscere tutte le sue attività commerciali e le bellezze di una via ricca di storia. La pedonalizzazione della via al sabato è elemento di grande importanza che va sottolineato, soprattutto perché permette alle persone di riappropriarsi dello spazio pubblico, non solo in termini di “movida”, ma anche come luogo di passeggio. Il Borgo può divenire il contraltare di via XX Settembre per quello che riguarda le attività artigiane».

«Siamo arrivati a un compromesso accettabile per i residenti – commenta Tullia Valsecchi, presidente del Comitato residenti della via –, che nonostante il disagio capiscono le esigenze dei commercianti e quindi si adeguano alle chiusure diurne dei sabati. Stiamo lavorando con commercianti e Comune di Bergamo per arrivare a una organizzazione condivisa anche dei venerdì del Borgo, in modo che abbiano regole chiare e che non siano disagevoli, come avvenuto in passato, per coloro che abitano nella via».

In cantiere c’è anche una campagna di sensibilizzazione dell’utenza, in collaborazione con i gestori dei bar e il progetto dell’ATS “Safe Driver”, affinché si attutiscano il più possibile i disagi verso i residenti durante gli appuntamenti dei venerdì del Borgo.

«Il fatto che i venerdì del Borgo nascano quest’anno da una organizzazione condivisa con residenti e Comune di Bergamo – spiega Luca Rebuzzi, gestore di uno dei bar più frequentati della via – ci fa sperare che le serate risultino ancora più piacevoli, ben fatte e apprezzate anche dai residenti».


Bù, anche Bergamo ha il suo cheese bar

Non è solo una moda, semmai un “modo” di considerare diversamente il formaggio: i cheese bar nascono proprio per mettere al centro dell’offerta gastronomica il patrimonio caseario italiano. Il fenomeno prende spunto dai “bar à fromage” molto diffusi in Francia fin dagli anni Ottanta, che trovano terreno fertile da noi soprattutto nell’ultimo periodo, prendendo il testimone dalle enoteche che avevano surrogato questa assenza storica sul territorio, con ristoratori esperti che ricoprono anche il ruolo di “divulgatori” del verbo caseario per rispondere alla crescente domanda degli appassionati.

E a Bergamo non poteva certo mancare un locale simile, che in pochi mesi ha già riscosso un forte interesse. Si tratta di Bù, che naturalmente vuol declinare la sfida del buono (in dialetto) in tante componenti. Aperto lo scorso 16 ottobre a un passo da piazza Dante, con un’offerta importante di caci della provincia e non solo, il cheese bar raccoglie in fondo l’eredità di quel progetto, chiamato “Forme”, che aveva animato ad Astino il Fuori Expo, rivendicando il ruolo di Bergamo come capitale dei formaggi d’Europa, forte, anche ma non solo, del primato delle Dop casearie, ben nove complessivamente.

Proprio la Latteria Sociale di Branzi, che con Francesco Maroni era stata l’“anima” di Forme, è ora la stessa che ispira questo progetto di ristorazione, con la collaborazione di tante altre realtà agroalimentari del territorio, che fin dalle prime settimane ha incassato un gradimento importante, tra l’altro con una trasversalità assoluta della clientela, che va dai giovani agli adulti che hanno come denominatore comune la passione per l’assaggio e la cultura casearia, ai turisti alla ricerca di un’offerta gastronomica tipica di qualità, fino alle coppie decise a sperimentare locali innovativi, senza contare tutti coloro che affollano il locale in pausa pranzo, per un break sfizioso durante il lavoro. Ad accoglierli è Jacopo Bravi con il suo staff, ragazzi giovani e preparati che stanno sul pezzo 7 giorni su 7 (non è previsto alcun giorno di chiusura) dalle 7,30 del mattino alle 2 di notte.

«La vera novità che ha introdotto Bù – spiega Bravi, 33 anni bergamasco, con alle spalle esperienze nella ristorazione e nell’alberghiero – è quella di proporre l’intera filiera del latte e non solo il prodotto finito. Per questo abbiamo creato in loco un mini caseificio, in cui produciamo, “live”, dagli yogurt alle creme, al burro chiarificato, fino alla lattica, che poi andranno ad arricchire la nostra offerta nel menù». La didattica e la trasparenza al potere, quindi, per far conoscere a tutti i segreti della trasformazione, che alla sua base ha come arma vincente il latte della montagna bergamasca, vero punto di forza del locale.

Poi naturalmente ecco sua maestà il formaggio declinato in tutte le maniere possibili: dai ricchi taglieri alle raclette, agli orologi “in purezza”, fino alle verticali, come quella del Formai de Mut solo d’alpeggio, con annate che vanno dal 2012 ad oggi. L’offerta vanta oltre 40 caci, con tutti i campioni locali: il Branzi naturalmente gioca in casa, ma poi ci sono taleggio, salva cremasco, stracchino all’antica, agrì, quartirolo, gorgonzola, senza contare i contributi di altre maison, come l’erborinato Rosso Imperiale di Casa Arrigoni affinato nelle vinacce o i superbi caprini della Via Lattea. A proposito di Branzi, c’è anche quello con latte di sola Alpina Originale, razza che si era ormai estinta in Italia, ma che è stata recuperata dalla Svizzera e che nel locale trova anche spazio nell’offerta degli hamburger, molto gettonati dai teenager.

E scorgendo il menù (accompagnato da oltre 50 etichette, dai migliori vini bergamaschi a una buona selezione lombarda e nazionale) scopriamo che un po’ tutte le portate (anche se con le dovute eccezioni) ruotano attorno al mondo

caseario: dai primi (consigliato il risotto al radicchio trevigiano con fonduta ai formaggi d’alpe o i paccheri cacio e pepe), ai secondi (con la meravigliosa cotoletta al Branzi) fino ai dessert (dalla pannacotta ai budini fino alle golose brioches alle creme prodotte con il latte della casa). Senza dimenticare il take away di alta qualità, per una spesa davvero “bù”…


Shopping e animazione, le notti bianche di Bergamo tornano al giovedì. Si comincia il 16 giugno

Bergamo BallaLe “notti bianche” dell’estate di Bergamo tornano al giovedì e saranno quattro a partire dal 16 giugno. Il calendario è stato confermato dal Comune in accordo con il Distretto urbano del commercio e prevede l’ormai tradizionale pedonalizzazione del centro e l’organizzazione di eventi e iniziative per vivacizzare la città e promuovere negozi ed esercizi.

Gli appuntamenti sono il 16 giugno, il 7 e 21 luglio e l’8 settembre. Il tema, come nella passata edizione, sarà “Bergamo Balla”, declinando su diversi palcoscenici e postazioni le varie forme della danza e del ballo, tra spettacoli, prove e piste aperte, per tutti i gusti e tutte le età.

Rispetto allo scorso anno, quando le serate sono state organizzate di venerdì, si ritorna alla cadenza originaria del giovedì, che i commercianti hanno preferito come giorno da animare. Sempre per rispondere alle esigenze delle attività commerciali, la chiusura al traffico delle auto scatterà alle 19.30 anziché alle 20, permettendo di intrattenere i visitatori della fascia aperitivo. Le vie cittadine saranno riaperte alle 24. È confermata la possibilità per negozi e locali di occupare il suolo pubblico antistante senza chiedere il permesso al Comune.

Anche quest’anno una notte bianca “si allargherà” fino a via Borgo Palazzo, dove l’evento ho debuttato lo scorso anno. Sarà il 7 luglio. Un calendario diverso sarà invece quello delle notti in Borgo Santa Caterina, non ancora definitivo.

I negozianti sono chiamati a fare la propria parte nell’organizzare attività, promozioni, allestimenti per far conoscere la propria offerta e arricchire il programma delle serate proposto dal Comune. Per segnalare info@ducbergamo.com

 


Aprire un negozio in franchising, prorogato il termine per la richiesta di contributi

Sono stati prorogati alle ore 16 del 30 giugno 2016, rispetto all’iniziale scadenza del 14 aprile, i termini per la presentazione delle candidature e delle relative richieste di contributo relative al bando regionale “Fare impresa in franchising in Lombardia”, il progetto che vuole promuovere il rilancio dei centri urbani attraverso la formula dell’affiliazione nei settori del commercio, della ristorazione e dei servizi.

L’iniziativa coinvolge 25 Distretti urbani del commercio, tra cui quello di Bergamo, ed ha già individuato per ciascuna area una mappa dei locali sfitti e le manifestazioni di interesse da parte dei franchisor ad aprire un nuovo punto vendita. Il bando riguarda aspiranti imprenditori interessati ad avviare un’attività in franchising o imprese già esistenti che intendono convertire o ampliare la propria attività attraverso l’affiliazione ad un franchisor, per i quali mette a disposizione un contributo a fondo perduto di importo fisso pari a 10.000 euro, finalizzato alla copertura delle spese sostenute per avviare, riconvertire o ampliare l’attività. L’importo minimo dell’investimento non deve essere inferiore a 20.000 euro al netto di Iva.

Il bando viene gestito in modalità telematica, tramite il portale www.bandimpreselombarde.it.

La partecipazione prevede le seguenti fasi:

  • Fase 1 – Candidatura
    Il soggetto interessato tramite il sistema telematico www.bandimpreselombarde.it seleziona uno o più franchisor di interesse fino ad un massimo di dieci.
  • Fase 2 – Negoziazione
    I franchisor selezionati contatteranno il candidato per procedere o meno con la negoziazione sulla base della scheda conoscitiva ricevuta dal sistema telematico. In questa fase di negoziazione dovrà essere coinvolto anche il Comune capofila del Distretto Urbano del Commercio di cui all’ambito territoriale di interesse. La fase di negoziazione si conclude con la formalizzazione del contratto di affiliazione e con l’individuazione e la sottoscrizione di un contratto (o di un preliminare) di locazione di una location per lo svolgimento dell’attività selezionata tra quelle messe a disposizione dal Distretto Urbano del Commercio nell’ambito del proprio territorio e in ragione dei criteri da esso preliminarmente stabiliti.
  • Fase 3 – Presentazione della richiesta contributo
    Il candidato, a seguito della fase di negoziazione ed alla sottoscrizione del contratto di affiliazione, dovrà formalizzare la richiesta di contributo sul sistema telematico, indicare le tipologie di spesa che si intendono sostenere e allegare la seguente documentazione in formato PDF: contratto di affiliazione sottoscritto; contratto di affitto (o preliminare); dichiarazione del Comune capofila del Distretto Urbano del Commercio di riferimento inerente la localizzazione dell’attività in franchising all’interno delle location individuate dallo stesso Distretto Urbano del Commercio.

Entro le ore 16 del 30 giugno 2016

  • i soggetti interessati possono presentare la propria candidatura (Fase 1 del bando) concludere la negoziazione con il franchisor selezionato (Fase 2 del bando) e presentare la richiesta di contributo (Fase 3 del bando),
  • i soggetti che hanno già presentato la propria candidatura e hanno concluso la negoziazione con il franchisor selezionato (Fase 2 del bando) possono presentare la richiesta di contributo (Fase 3 del bando)

La proroga dei termini, voluta dall’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, Mauro Parolini, ha l’obiettivo di consentire a chi ha già presentato domanda di perfezionare l’iter e, considerate anche le richieste formulate dai comuni capifila dei Duc di riferimento, di dare l’opportunità ad un maggior numero di soggetti di presentare domanda.