Cooperative
agricole, annata
difficile. Gusmini:
«Expo occasione
da sfruttare»

nella foto: Ernestino Gusmini

Tra crisi e maltempo, la stagione non è stata certo delle migliori. Il coordinatore di Fedagri Bergamo: «Chiesta un’urgente definizione del nuovo regime degli aiuti comunitari»

È un 2014 di luci e ombre per le cooperative agricole bergamasche: se da un lato l’avvicinarsi di Expo 2015 e le misure della nuova Pac (Politica agricola europea) aprono nuovi scenari di sviluppo e rilancio del settore, in questi ultimi mesi la crisi tra Russia e Ucraina e il maltempo estivo hanno frenato l’entusiasmo tra gli operatori del settore. «La crisi della frutta estiva, che già soffre di quotazioni all’origine ai minimi storici, da qualche settimana deve fare i conti con l’embargo della Russia, importante mercato di sbocco dove il blocco delle importazioni di prodotti ortofrutticoli colpisce anche altri prodotti agroalimentari – ha sottolineato il coordinatore di Fedagri Bergamo, Ernestino Gusmini -. La Commissione europea deve far sentire la sua voce tenendo conto anche delle ripercussioni che la crisi comporta. La situazione è diventata talmente pesante da mettere a rischio la vita delle imprese e cooperative agricole, centinaia di migliaia di posti di lavoro e la coesione sociale di molte regioni».
In quest’ottica, le risorse messe a disposizione dalla Commissione per il settore ortofrutticolo, circa 125 milioni di euro, costituiscono uno stanziamento insufficiente per far fronte alle difficoltà del settore che vede esclusi dalle misure prodotti quali meloni, angurie, cipolle e agrumi. Ma non solo: «Anche le modalità sono sbagliate – continua Gusmini – perché sono tali da causare una vera e propria corsa al sostegno (i primi produttori a fare domanda ricevono il contributo), con il rischio poi di lasciare senza risorse produzioni autunnali e invernali per cui la crisi è già ora prevedibile, quali mele, pere e kiwi, che sono tra l’altro le prime voci in volumi dell’export ortofrutticolo verso la Russia».
A questo si aggiungo gli effetti della crisi che si fanno sempre più evidenti e a luglio i produttori ortofrutticoli delle aziende e cooperative delle organizzazioni che fanno capo ad Agrinsieme sono scesi in piazza per far sentire la loro voce e ribadire le qualità del prodotto «made in Italy» e l’importanza del settore ortofrutticolo, che con oltre 12 miliardi di euro incide per circa un quarto sul valore complessivo realizzato dal settore primario, rappresentando la prima voce dell’export agroalimentare con una quota pari al 22%. «A peggiore la situazione ci è mancato pure il il maltempo con le abbondanti piogge che hanno compromesso i raccolti e le strutture delle imprese agricole – spiega Gusmini -. Ad eccezione del mais e del foraggero, infatti, tutto il comparto ortofrutticolo è in ginocchio e quelle colture, come il melone, a pieno campo e sensibili allÂ’umidità e agli sbalzi di temperatura hanno subito danni enormi».
Dall’Expo alla Pac – Un’occasione importante per rilanciare l’agroalimentare bergamasco è rappresentata dall’Expo il cui slogan «Nutrire il pianeta» strizza l’occhio al mondo agricolo: «Il 60% della produzione agroalimentare regionale arriva dal mondo cooperativo che deve cogliere questa occasione per far conoscere la produzione locale e promuovere la tipicità agroalimentare nel segno della qualità e della trasparenza – afferma Gusmini, che ha anche un occhio di riguardo sulla Pac 2014-2020 -. Oltre al budget delle risorse a disposizione siamo preoccupati sulla loro modalità di distribuzione – afferma -.  Come Fedagri abbiamo chiesto un’urgente definizione del nuovo regime degli aiuti comunitari perché allo stato attuale c’è troppa incertezza: centinaia di aziende agricole attendono che siano risolte delle questioni fondamentali, come la definizione degli effettivi beneficiari degli aiuti e le modalità di erogazione dei contributi. Chiediamo una Pac in cui gli aiuti vadano agli agricoltori orientati al mercato, che producono ricchezza, salvaguardano il paesaggio e il territorio e che riservano attenzione ai giovani».
E proprio le nuove generazioni rappresentano quella marcia in più per le aziende agricole, tanto che lo stesso ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina ha annunciato che il ministero metterà in campo un pacchetto di dieci azioni a favore dei giovani e del ricambio generazionale. Ricambio che non sembra però preoccupare i cooperatori: «I giovani stanno manifestando sempre più interesse per l’agricoltura e la conferma arriva dalle richieste di stage nelle imprese cooperative da parte degli studenti degli istituti tecnici agrari del territorio, soprattutto da Treviglio – conferma Gusmini -. Il legame scuola/lavoro consente infatti agli studenti di applicare sul campo gli studi scolastici e di avvicinarsi alle aziende e a noi imprenditori dà la certezza di poter contare, un domani, su personale qualificato e giovane».


Sicurezza, l’Ascom rinnova
due convenzioni per gli associati 

nella foto: Paolo Malvestiti

I reati predatori allarmano le imprese e rendono necessarie misure atte a rafforzare il livello di protezione degli operatori del commercio, del turismo e dei servizi. Ascom, in linea con il protocollo d’Intesa firmato recentemente dal Ministero dell’Interno con le associazioni di categoria, ha siglato due importanti convenzioni per garantire una maggiore protezione ai propri associati. L’Associazione Commercianti ha rinnovato il Progetto Scudo, portato avanti con Securshop, l’azienda di Treviglio leader nella protezione dei negozi, per garantire ad ogni negozio e attività la possibilità di collegare con un piccolo prezzo – al costo di 29 euro al mese – qualsiasi tipo di sistema di videosorveglianza esistente alle forze dell’ordine. La seconda convenzione, firmata con l’azienda Alba Electronic, società di Pedrengo che opera nel settore della sicurezza anticrimine ed antintrusione dal 1979, garantisce una consulenza gratuita per l’installazione di dissuasori automatici o manuali, proposti a prezzi agevolati. L’accordo assicura ai soci Ascom di proteggere – con un notevole risparmio e la garanzia di uno sconto del 40% su eventuali ricambi – le proprie vetrine dalle sempre più frequenti spaccate con auto-ariete; è inclusa nella convenzione l’assistenza tecnica notturna e nei festivi, con reperibilità 24 ore su 24.  “La sicurezza è il pre-requisito fondamentale per ogni attività imprenditoriale e il presupposto per un contesto ambientale ed economico favorevole. La criminalità limita la competitività delle imprese e dell’economia, oltre a rappresentare un costo vivo per le aziende – sostiene a gran voce il presidente di Ascom, Paolo Malvestiti -. Se Bergamo continua ad essere nel contesto nazionale una provincia sicura, bisogna prendere atto dell’allarmante escalation di reati predatori a danno di negozi e piccole imprese. La Lombardia vanta purtroppo il primato di spaccate e furti  che ormai non risparmiano alcuna impresa, andando ben oltre le attività tradizionalmente a rischio. Per refurtive di poche centinaia di euro, i danni sono spesso davvero ingenti, in grado di mettere davvero in ginocchio le piccole imprese. Lo stato d’animo degli imprenditori oscilla tra una sensazione di maggiore insicurezza, percepita anche a seguito dei crescenti furti diurni e nel cuore dei centri abitati, e la paura per la sopravvivenza stessa dell’azienda, nella consapevolezza che un furto può essere letale in questi tempi di crisi”. La Cooperativa di Garanzia Fogalco è pronta a supportare eventuali richieste di finanziamento degli associati interessati alla realizzazione di sistemi di protezione antisfondamento. “Come associazione – sottolinea il vicedirettore Ascom, Oscar Fusini – non possiamo che rinnovare la richiesta alle amministrazioni comunali di consentire e agevolare l’iter burocratico legato all’installazione di pilomat e dissuasori manuali per tutelare le imprese”. 


Le chiusure estive
delle sedi
territoriali Ascom
e degli uffici
di Confartigianato Bergamo

Le delegazioni Ascom chiuderanno secondo il seguente calendario:

Albino: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Calusco d’Adda: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Clusone: dall’11 al 22 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 25 agosto.
Lovere: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Osio Sotto: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Romano di Lombardia: dal 14 agosto al 3 settembre.
Gli uffici riapriranno giovedì 4 settembre.
Sarnico: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Trescore Balneario: dall’11 al 29 agosto.
Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Treviglio: dal 14 agosto al 2 settembre.
Gli uffici riapriranno mercoledì 3 settembre.
Zogno: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.

Gli uffici della sede centrale e delle delegazioni periferiche di Confartigianato Bergamo saranno chiusi per ferie da lunedì 11 a martedì 26 agosto. Le attività riprenderanno regolarmente mercoledì 27 agosto. Per le urgenze aziendali che dovessero verificarsi durante la pausa estiva sarà attivo un servizio di segreteria telefonica al numero: 035.274.111.
Tempo di vacanze anche per le pubblicazioni e i canali informativi curati da via Torretta.
La pagina quindicinale de «La Rassegna» dedicata al mondo dell’artigianato dà appuntamento a giovedì 11 settembre.
Anche la pagina quindicinale dell’Eco di Bergamo, dopo l’uscita straordinaria del 7 agosto, tornerà l’11 settembre, mentre la trasmissione «Bergamo Artigiana Tv», in onda su Bergamo TV ogni primo e terzo mercoledì del mese alle 19.50 (e in replica il giovedì alle 23.30), dopo la puntata del 6 agosto riprenderà il 10 settembre.
Durante la chiusura estiva degli uffici sarà sospeso, infine, l’aggiornamento del sito www.artigianibg.com.
Tutte le pagine pubblicate sui giornali e le trasmissioni tv possono anche essere scaricate dal sito internet di Confartigianato Bergamo, www.artigianibg.com (sezione Pubblicazioni).


Treviglio,
per la sagra di Sant’Anna
vetrine in rosa
contro la violenza
sulle donne

Come lo scorso anno, Treviglio si prepara per la Sagra di Sant’Anna confermando come filo conduttore la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Si tratta di un tema molto sentito dalla comunità trevigliese e in cui trovano un minimo comune denominatore gli enti, le associazioni e le organizzazioni che, insieme a Pro Loco Treviglio, contribuiscono a vario titolo alla realizzazione delle iniziative proposte.
Già dal mercoledì sera, dedicato come gli altri mercoledì estivi allo Shopping al Chiaro di Luna, non solo i negozi del centro storico che aderiscono all’iniziativa si “vestiranno di rosa”, ma anche il campanile della basilica – uno dei principali simboli della città – sarà illuminato di rosa. Su questo sfondo si innesteranno le iniziative del sabato. Alle 18 si celebrerà la Messa in Basilica, con l’accompagnamento del Coro Terza Età “Madonna delle Lacrime”; all’uscita sarà consegnato un omaggio floreale a tutte le donne. Alle 20 in piazza Cameroni (area mercato) è invece fissato il ritrovo per la camminata solidale “Noi per le donne", con la consegna di palloncini rosa ai partecipanti che saranno il simbolo della serata. La camminata partirà alle 20.30 per svilupparsi lungo un percorso di circa 4 chilometri per le vie cittadine e si concluderà in piazza Manara verso le 21.30 con la salita al campanile in notturna a cura del gruppo Facebook “Sei di Treviglio se ricordi …” e con musica e animazione.


A Treviglio sbarca il primo
negozio di streetwear

Dario Lonati

A Treviglio, Limited Edition, il primo negozio di streetwear diventa in store di cultura e arte urbana. L'attività, gestita da Dario Lonati, 28enne di Calvenzano, non offre solo scarpe e abbigliamento, ma ospita artisti hip hop che presentano i loro album e possono incontrare i fan. Il primo ad arrivare, sabato scorso, è stato il rapper e attore Duke Montana, ex componente dei Truceklan, che ha pubblicato l'anno scorso “Black Barz Mixtape” sulla sua etichetta, la Golden Age label, seguito da  “Grind Muzik III Mixtape”. Dopo aver firmato autografi, il cantante si è esibito in un concerto, esplosivo e mai visto in città, in piazza Manara.
Dario, qual è la filosofia dietro questa scelta di unire stile e musica?
“Voglio creare un luogo di incontro per i ragazzi, dove si respiri un'atmosfera intima, di nicchia. I giovani possono trovarsi con i coetanei che hanno i loro stessi gusti, ascoltare musica e conoscere meglio un artista, parlargli, scattare una foto ricordo e farsi autografare il disco”.
Quali saranno i prossimi personaggi che ospiterà?
“Ho già avviato contatti con Lobster Italia che veste i cantanti di Unlimited Struggle, crew che comprende Johnny Marsiglia & Big Joe, Dj Shocca, Stokka & Mad Buddy, Cali, Ghemon, Frank Siciliano e molti altri”.
Dallo scorso settembre, da quando è sbarcato in via Cavour, le sue vetrine hanno rappresentato una novità per la cittadina. Da cosa nasce la passione per l'abbigliamento urbano?
“Era il sogno di una vita. Fin da quando avevo 13 anni dovevo raggiungere Milano per trovare l'abbigliamento che mi piacesse. Nel 1990, nella metropoli, aveva aperto i battenti “Wag” in via De Amicis, c'erano vestiti, dischi, spray. Mi sono messo nei panni dei tanti ragazzini, che oggi hanno dai 13 ai 25 anni, e ho voluto accontentarli creando un ambiente dove si sentissero a casa anche nella Bassa Bergamasca. E, anche se capita che ci siano giornate a incasso zero, sono felice perché mi sento realizzato”.
Dunque, non è stato facile.
“Ho cominciato a girare gli showroom per selezionare la merce. Quando alla gente che mi chiedeva dove avessi intenzione di aprire il mio negozio, rispondevo Treviglio, si mettevano tutti le mani tra i capelli. Però si è avverato quello che sapevo fin dall'inizio: se offri un prodotto particolare, i giovani ti vengono a cercare”. 
Ci fa qualche esempio?
“Da me si può trovare la linea esclusiva disegnata da Patrick Ewing, ex cestista nei New York Knicks, uno dei giocatori più forti nella storia dell'Nba. C'è anche la serie di scarpe Puma che pesano due etti e un'altra firmata dal rapper statunitense Lil Wayne”.
Un tempo, lo stile da rapper era trasandato con pantaloni e felpe oversize. Oggi come è cambiato?
“Con il tempo si è affinato. Pensate a Emis Killa, si veste in modo ricercato. Le maglie oggi sono morbide, ma non enormi, la grafica di felpe e t-shirt è più elaborata. Nel mio negozio ogni taglia ha un disegno diverso, per dare a ciascuno una personalità che  permetta di distinguersi anche nel gruppo. Il cappellino snapback, una volta si portava piegato dietro, oggi ha una tesa larga e lavorata. Insomma, non vestiamo griffato per figli di papà, ma non siamo neanche zarri, abbiamo i nostri modelli”.  
Cos'altro si trova nel suo store?
“Offro bombolette spray per realizzare graffiti. Le vendo solo ai maggiorenni e ci puoi dipingere anche la bicicletta”.
Prima di rendere una passione la sua professione, di cosa si occupava?
“Sono stato un volontario dellla Croce Rossa e poi, attraverso le agenzie interinali, sono diventato dipendente”.
Il suo stile non le ha mai creato problemi in ambulanza?
“Al lavoro sono sempre stato iper serio. Anche perché indossavo la divisa, mentre fuori coltivavo la mia filosofia di vita”.  
  


Bassa, due portali rilanciano
il distretto del commercio Cpm

Non solo sviluppo di sinergie ed organizzazione. Il distretto Regio Commercii Bergomensis CPM – costituito dall’aggregazione dei Comuni di Cividate al Piano (capofila), Palosco e Mornico al Serio, tutti risalenti all’epoca romana, da cui il nome in latino – per conquistare e affascinare gli abitanti del territorio e i visitatori punta anche sulle proprie radici, raccontate con poesia da un maestro del cinema come Ermanno Olmi.
Lo fa con un sito tutto nuovo (www.distrettocpm.it) che ha come suggestione di fondo L’Albero degli Zoccoli, il film del 1978 con il quale il regista bergamasco ha vinto la Palma d’Oro al 31° Festival di Cannes. La pellicola è stata girata prevalentemente nella pianura compresa tra i comuni di Martinengo, Palosco, Cividate al Piano, Mornico al Serio, Soncino e Treviglio, da attori non professionisti nel dialetto della zona e poi doppiata in italiano dagli stessi per la distribuzione italiana. Al film è dedicata la sezione “Media” del sito con l’intento soprattutto di far conoscere ai più giovani le storie e le atmosfere che lo animano, ma è il filo conduttore anche di tre itinerari che per la valorizzazione culturale e turistica del territorio e lo sviluppo delle attività economiche. “Andar per chiese” mira a rafforzare l’identità culturale e religiosa del territorio e a valorizzare anche le eccellenze artistiche custodite all’interno dei luoghi di culto. “Andar per cascine” offre un viaggio tra le cascine e le case padronali che custodiscono i sapori più autentici e rappresentano veri tesori paesaggistici. Infine, “Le acque di Olmi” esalta l’aspetto naturalistico di un territorio ricco di rogge e fontanili e attraversato dal fiume Oglio.
I percorsi sono disponibili on-line in una versione multimediale e nella forma cartacea delle tradizionali guida e cartina turistiche. Completamente rinnovata è anche la sezione delle news che riporta notizie ed eventi organizzati dal Distretto.
Insieme al nuovo portale è stato inaugurato www.cpmshopping.it, una vetrina per tutte le attività commerciali presenti sul territorio. Ogni negozio o locale, con semplici passaggi, può inserire fotografie, video e testi, farsi conoscere e farsi trovare con il sistema di mappe interattivo e, soprattutto, può pubblicare nelle specifiche categorie eventi, promozioni, campagne sconto, volantini, cataloghi commerciali o locandine.
Il distretto può contare sulla presenza di circa 130 attività commerciali a comporre un’ampia offerta merceologica, in grado di soddisfare le più svariate esigenze. «Il nuovo sito web e la vetrina on line – spiegano i promotori – sono nati con l’intento di ridare impulso alle attività locali e ai tradizionali negozi di vicinato e di allargare il più possibile il bacino di utenza sviluppando i nuovi canali di comunicazione. Con un’azione forte e strategica di collaborazione si vuole rispondere allo svantaggio competitivo con i centri commerciali, consapevoli che oltre alle funzioni puramente economiche il commercio di vicinato svolge anche importanti funzioni sociali e di aggregazione comunitaria».
Per presentare ai commercianti e alla popolazione i due progetti web sono state organizzate tre serate, una in ogni comune del distretto. Dopo quella di Palosco, dello scorso 2 luglio, mercoledì 9 toccherà a Cividate, alle ore 21 nell’auditorium della scuola media, e mercoledì 16 luglio a Mornico, nella sala consiliare del palazzo comunale, sempre alle 21.


Al via
lo Sportello
giovani
e il portale
Job in country

Una piazza virtuale dove si incontrano la domanda e l’offerta per sviluppare il mercato del lavoro in campagna.  E’ questo il portale  “Job in country” (http://lavoro.coldiretti.it), una struttura di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro avviata da Coldiretti e autorizzata dal Ministero del Lavoro.
L’attivazione nella Bergamasca del portale e le sue potenzialità sono state presentate nel corso dell’assemblea di Coldiretti Bergamo. “Abbiamo attivato questo strumento – spiega il presidente Alberto Brivio – perché sono in costante aumento le richieste di lavoro in campagna, sia per la forte crisi occupazionale sia per la riscoperta delle opportunità che la terra può offrire. In pratica Job in country è una preziosa banca dati di aziende e profili consultabile e aggiornabile in qualsiasi momento, un filo diretto fra impresa e lavoratore ”.
Job in Country si propone come una risorsa per le aziende in cerca di manodopera e un’occasione unica per giovani, ma non solo, di fare esperienza nel settore agricolo. Il tutto con un semplice click.
Poiché sono incostante aumento le richieste di  informazioni su come si avvia un’attività agricola (ne sono arrivate 20 negli ultimi due mesi), Coldiretti Bergamo ha promosso anche uno “Sportello Giovani”. A partire dal prossimo luglio, il primo e il terzo lunedì del mese, dalle 9 alle 12, gli esperti di Coldiretti saranno a disposizione di chi vuole diventare agricoltore e ha bisogno di consulenza. Per accedere al servizio è necessario prenotare, mandando una mail a stampa.bg@coldiretti.it oppure chiamando lo 035/4524125.
“I giovani che scelgono di impegnarsi in agricoltura – sottolinea il delegato provinciale di Giovani impresa, Daniele Filisetti – portano una carica  di entusiasmo, innovazione, nuovi visioni e nuove competenze che fanno crescere il settore e sono un forte contributo  per superare la crisi”.
L’attenzione ai giovani per la Coldiretti bergamasca è andato oltre. Ha infatti messo a disposizione due borse di studio da 500 euro per due studenti, uno dell’Istituto Agrario G. Cantoni di Treviglio e uno dell’ Agrario R. Stern di Bergamo, che all’esame di stato del prossimo anno presenteranno la tesina che meglio rappresenterà le caratteristiche dell’agricoltura bergamasca. 


Franchising, il commercio che tiene.
Crescono giro d’affari, occupati e aziende 

Il franchising in Italia ha tenuto le posizioni nel quinquennio di crisi 2009-2013. È quanto emerge dal rapporto Assofranchising Italia 2013, presentato nel corso della prima Assemblea pubblica di Assofranchising nella sede nazionale di Confcommercio. La vitalità del settore, seppure nelle difficoltà del periodo considerato, è dimostrata da una serie di segni positivi: +5,5% il giro d'affari, +4,6% gli addetti occupati nei punti vendita, +14,2% il numero dei franchisor, mentre il numero dei punti vendita è rimasto sostanzialmente invariato. Anche l’export dei format in franchising italiani registra spunti positivi sia per numero di punti vendita (+120) sia per numero di insegne franchisor che si internazionalizzano (+14).
La fotografia del 2013 dice di oltre 51.000 i punti vendita in franchising in Italia che danno lavoro a 187.000 addetti per un giro di affari di oltre 23 miliardi di euro, in aumento dell’1% sul 2012. La rete attrae soprattutto giovani imprenditori e donne. Nel 2013, infatti, circa l’80% degli imprenditori del settore aveva un’età compresa tra i 25 e i 45 anni, mentre le donne si sono attestate al 38%. Tra i  settori analizzati per giro d'affari, al primo posto si colloca “Gdo food – alimentari” con un fatturato di 7,32 miliardi di euro e un'incidenza sul totale del 31,15%, in lieve incremento d'incidenza rispetto al 2012 dell'1,09%. A seguire i ”prodotti e servizi specialistici” che nel 2013 ha pesato nella misura del 9,48%, con un fatturato di 2,23 miliardi. Le prime sei posizioni sono occupate dagli stessi settori che già si erano distinti nel 2012 con una sola differenza relativa al settore “viaggi e turismo” che dalla quinta posizione è scivolato in sesta a vantaggio del settore “intimo”.
«Chi ancora continua a prefiggersi la modalità del lavoro dipendente e garantito – ha commentato il presidente di Assofranchising Graziano Fiorelli, alla guida anche della rete Mail Boxes Etc. – deve cambiare modo di pensare. Si fanno più strada concetti e formule che hanno a che vedere con l'autoimprenditorialità». «La globalizzazione – ha osservato – va affrontata senza subire, ma con schemi e idee nuove, in primo luogo riconoscendo culturalmente il ruolo dell'iniziativa privata e della responsabilità personale». Secondo Fiorelli, quindi, «in un clima di riforme come quello che speriamo si appresti a vivere il nostro Paese il franchising diventa davvero un motore di imprenditorialità e di avviamento all'impresa per donne e giovani, uno strumento distributivo trasversale perché quando in Italia si parla di commercio moderno si pensa solo alla Gdo ma quest'approccio è riduttivo. Il commercio moderno è fatto di altre cose: vendite a distanza, e-commerce, vendite dirette, un sistema distributivo che offre alle piccole e medie aziende la possibilità di svilupparsi anche in mercati fortemente competitivi».
«È un comparto vitale e trainante della nostra economia che esporta il modello italiano – ha aggiunto Francesco Rivolta, segretario generale di Confcommercio alla quale Assofranchising aderisce dallo scorso anno -. Sostenere e promuovere il franchising significa contribuire alla diffusione di un’idea manageriale e favorire la competitività delle imprese. Mettere i piccoli sistemi in rete significa poter competere in un mercato globale». 

MADE IN BERGAMO

Wash Dog
Ogni anno 30 nuove aperture, «merito anche del modello di affiliazione» 

Chi ha un amico a quattro zampe conosce l’impresa titanica di convincerlo – in genere di peso – ad affrontare shampoo, spazzole e phon. Ecco che Emanuele Guerreschi nel 2000, con tre pastori tedeschi da gestire, ha iniziato a pensare ad una soluzione sulla scorta dell’esperienza degli autolavaggio che danno l’opportunità a chi non ha lo spazio di far tornare carrozzeria e cristalli lindi. Il business plan è ambizioso ma le idee messe nero su bianco da Guerreschi, ambulante di generi alimentari, sono chiare: «Volevo una card che rendesse indipendente il cliente da vincoli di orario e prezzo e che la gestione fosse davvero semplice – spiega il fondatore di Wash Dog -. Quando ho inaugurato il primo spazio a Gessate nel 2001 ho capito che l’idea poteva andare ben oltre: il format piaceva e in un anno 2.200 persone avevano la nostra tessera in tasca. Ho deciso di brevettare marchio e idea e nel giro di quattro anni sono stati aperti i primi punti vendita in franchising, a Milano, Torino, Genova, Roma».
Oggi la rete di affiliati, che conta 130 negozi, cresce a ritmi di 30 nuovi Wash Dog l’anno: «Potremmo crescere di più, ma la nostra struttura non ci consente di seguire più start up di queste. L’obiettivo di allargarci c’è e finora siamo passati da un ufficio di 40 metri quadri ad uno di 300, sempre a Treviglio – continua Guerreschi -. Anche all’estero c’è interesse per l’attività e per il marchio, specialmente negli Stati Uniti e nel Regno Unito, oltre che nella vicina Francia e in Spagna». Il modello vincente risiede secondo il fondatore in un sistema di affiliazione per molti versi anomalo rispetto a quello di grandi gruppi: «Esistono ovviamente regole precise da rispettare, ma il contratto non prevede penali e garantisce al franchisee molta autonomia – evidenzia -. Non esistono percentuali sul fatturato ma delle royalties mensili contenute per l’utilizzo del marchio e del software che abbiamo studiato per gestire 24 ore al giorno ogni Wash Dog. Garantiamo inoltre un’esclusiva di zona ampia e una serie di servizi, dalla promozione alla gestione del sito internet, oltre ad un supporto costante all’attività. Ogni franchisee si può rivolgere direttamente ai fornitori, spuntando così sconti maggiori».
L’attività, premiata nel 2012 da Unicredit per l’innovazione imprenditoriale, offre diversi plus: «Non serve avere un magazzino né un punto vendita grande: 70 metri quadri sono più che sufficienti per l’attività – sottolinea -. Non serve personale: il gestore può presidiare il punto vendita nelle ore di apertura e poi continuare a lavorare con il sistema di accesso 24 ore. Non esiste rischio di liquidità: il sistema della card garantisce incassi anticipati ancora prima di erogare il servizio». E, naturalmente, è un servizio in linea con i bisogni di oggi. «Tutte le famiglie in questo momento cercano risparmio e fai da te e la spesa di toelettatura del cane è una necessità crescente per chi condivide lo stesso tetto con gli animali di compagnia», fa notare Guerreschi. L’attività inoltre negli anni si è ampliata ed ormai i Wash Dog sono dei veri e propri centri benessere per gli animali domestici: «Al servizio tradizionale si è affiancato il trattamento all’ossigeno attivo che elimina polveri sottili oltre a garantire la salute e il benessere degli animali. Da cinque anni a questa parte è stata introdotta la riabilitazione, dietro prescrizione del veterinario, con tappeti rotanti per i cani che hanno subito infortuni e una sorta di vero e proprio “fitness” per animali. Nei Wash Dog è attivo anche un servizio di lavanderia per rinfrescare coperte ed altri tessuti utilizzati per gli animali, che evita di impiegare la lavatrice di casa, e distributori di mangime per fornirsi di quanto necessario in qualsiasi momento. Non mancano i servizi di dog parking e dog sitter. Abbiamo inoltre in serbo una novità per tutti quegli animali che non sopportano il flusso d’aria diretto in fase di asciugatura: l’aria calda viene diffusa dalle pareti ed i cani più capricciosi escono dai nostri negozi puliti e asciutti».

Scorpion Bay
L’abbigliamento per surfisti alla conquista di nuove frontiere

Nel momento in cui pezzi di storie imprenditoriali orgoglio del Made in Italy passano in mano straniera, c’è chi va controcorrente sfidando l’onda lunga della crisi. Dietro Scorpion Bay, grintoso marchio per surfer a caccia dell’onda “mas fina” come recita il claim, c’è la storia di un laboratorio sartoriale nato ad Albino nel secondo Dopoguerra, diventato presto piccola impresa per poi abbandonare la produzione nel 1992 e diventare realtà commerciale distribuendo per il mercato europeo il marchio con lo scorpione. Dal 2003 l’azienda, la Gipsy Spa, portata avanti dal 1977 dai fratelli Lucio ed Emanuela Mistri, figli dei fondatori Serafino e Caterina, acquisisce il marchio a livello europeo e nel 2007, in occasione dei 20 anni di Scorpion Bay e dei 30 di Gipsy, sigla l’accordo di acquisto a livello mondiale. Gipsy e Scorpion Bay diventano una cosa sola nel 2012, anno in cui l’azienda detentrice del marchio cambia insegna e sceglie di presentarsi al mondo con il nome e il logo che parlano di un luogo mitico come Baja California dove la costa messicana disegna baie magnifiche dalla natura selvaggia e incontaminata.
L’impresa nasce da una forte identità con il marchio: «Ad aprile del 1992, quando ancora producevamo capi per i principali marchi di surf in Italia, sono rimasto impressionato dalla ricerca di prodotto e dalla qualità di felpe e t-shirt Scorpion Bay – racconta Lucio Mistri, presidente dell’omonima Spa -. Mi sono innamorato del prodotto, poi del marchio, della storia e dei valori che porta con sé, di una terra di confine dove si parla “spanglish” e le onde danno emozioni senza eguali. Così, a suon di sacrifici e rate, ho acquisito l’esclusiva europea e di lì a qualche anno ho comprato un pezzo di America». È iniziata una rivoluzione interna, da realtà produttiva a commerciale: «All’inizio degli anni Novanta in Val Seriana si cominciava già a sentire la concorrenza della Turchia. Anche se non era ancora arrivata quella cinese, ho iniziato a non vedere futuro per la produzione e ho scelto, con un po’ di incoscienza, di dare una svolta». I primi cinque anni sono stati dedicati a investimenti e riconversione aziendale: «Abbiamo creato una domanda che non c’era – ricorda – acquistando tutte le quarte di copertina delle riviste di surf e wind-surf, abbiamo vestito la nostra Nazionale e abbiamo promosso il marchio in tutta Europa con importanti risultati in Spagna e Portogallo. Nel 1999 abbiamo aperto il primo punto vendita alle Porte Franche e abbiamo dato l’opportunità di aprire un negozio in franchising a chi ha deciso che fosse il momento giusto per buttarsi in acqua e sfidare l’oceano».
L’esperienza del franchising ha mostrato però più di un limite: «L’opera d’arte non è fare un bel negozio, ma di tirare su la serranda ogni mattina – afferma Mistri -. Non tutti i franchisee hanno solidità e competenze e di contro il nostro marchio soffre della concorrenza con brand molto più pubblicizzati. Oggi solo 4 dei 30 punti vendita sono in mano a franchisee. Negli ultimi quattro anni abbiamo optato per la gestione diretta con ottimi risultati: da gennaio ad oggi abbiamo aperto 4 negozi e 2 outlet park e abbiamo altre inaugurazioni in vista. Prima avevo delle brave commesse, ora ho dei bravi gestori, anche perché il problema di molte attività è che sono poche le ragazze che pensano che quello della commessa sia un “vero” lavoro e non un ripiego in attesa di impieghi migliori». Ora l’obiettivo è di ampliare la rete di negozi, consolidare il marchio in Italia e andare alla conquista di nuove frontiere all’estero.


I supermercati scartano,
i poveri mangiano

Quintali di cibo invenduti messi in commercio dalla grande distribuzione, ancora commestibili, ma da smaltire, sono destinati a associazioni di beneficenza bergamasche. Il progetto si chiama "Buon fine: da spreco a risorsa" e sarà illustrato a istituzioni e associazioni con la "Cena del povero", giovedì 19 giugno, alle 19.30, nella sede della "Quercia di Mamre", in via Roggia Vignola 16 a Treviglio. L'iniziativa è frutto della collaborazione tra Coop Lombardia, titolare dell'Iper trevigliese, e la onlus locale. Fondata un anno fa da una dozzina di cittadini, animati da un profondo spirito di solidarietà e ospitalità, l'associazione è oggi una realtà che si autofinanzia e sfama un migliaio di persone in difficoltà. A settembre partirà anche la mensa sociale, aperta a tutti, dal lunedì al venerdì. Il cuore pulsante di ogni attività sono due amici, generosi e un po' sognatori: il presbitero monfortano, padre Gianfranco Finardi, già fondatore delle cooperative Berakà e L'Ulivo, oggi al servizio dei campesinos in Perù, presidente onorario, e quello operativo, Renzo Perazza, ex direttore alla Bcc Valle Seriana a Pradalunga e alla Banca della bergamasca a Zanica, da sempre attivo nel volontariato.  Il nome richiama un passo della Genesi. La storia vuole che Abramo piantasse la sua tenda e offrisse cibo e ospitalità nei pressi dell'albero secolare. Sono 155 i soci che prestano servizio nell'associazione. Appartengono a tutte le categorie sociali, metà sono donne.
Perazza, perché quest'iniziativa?
“Provengo da una famiglia modesta, ero orfano di padre e studiavo la notte per garantirmi un futuro. Ricordo che mia madre mi mandava a prendere la minestra al Carcano. Conosco il dramma della povertà e capisco che la gente voglia prendere le distanze, abbia paura. Non è facile". 
La convenzione sottoscritta il 17 febbraio scorso con la Coop cosa prevede?
“Ogni giorno la grande distribuzione deve smaltire come rifiuti quintali di alimenti che non sono più vendibili: perché il packaging è danneggiato, il prodotto è ammaccato, la scadenza è vicina. Pensiamo al pane, il giorno dopo non può essere venduto, ma se messo nel forno, è ottimo. Talvolta, i prodotti sono residui di attività promozionale e campionature di test e lanci”.
Il progetto "Buon fine"è attivo nella Bergamasca all'Iper di Mapello e nei supermercati di Bergamo via Autostrada e Trescore. Ora anche a Treviglio. Con quali modalità?
"Ogni lunedì, mercoledì e venerdì, alle 15, passiamo a ritirare i prodotti freschi che depositiamo, per breve tempo, nel magazzino di un socio, Angelo Frigerio, nella zona industriale Pip1, in viale Aldo Moro. Qui arrivano subito i rappresentanti delle associazioni per il ritiro”.
Chi sono i fruitori?
“Moltissimi. LAga, l’associazione genitori antidroga, di Pontirolo, il Cps, la famiglia e Suore della Carità di Treviglio, le Caritas del Conventino, di Caravaggio, Canonica e Vailate, gruppi di famiglie e parrocchie. Raggiungiamo circa 800 utenti. Se a questi sommiamo i 171 sacchi che distribuiamo ogni martedì, dalle 10 alle 11, in sede, la Quercia aiuta quasi mille famiglie.  E' doveroso citare, oltre a Coop, anche il sostegno di Bcc, Lions Host, Comune e Cai di Treviglio“.
I benefici del progetto sono molteplici, non solo sociali. Per esempio, la grande distribuzione non deve provvedere allo smaltimento.
"E' vero e ci sono dei risvolti anche culturali: combattere lo spreco è un modo per promuovere stili di vita sostenibili, orientati alla riduzione delle eccedenze. In Italia, solo lo spreco casalingo vale 8,7 miliardi di euro ed è pari allo 0,5 del pil. Solo nel 2013 Coop Lombardia ha recuperato derrate per 2.910.806 euro, offrendo una media di 3.500 pasti giornalieri. A Treviglio, ritiriamo 20-30 scatoloni ogni volta, per tre giorni la settimana".
Il primo aiuto avviene con la consegna dei sacchi con viveri ogni martedì: quale situazione si incontra?
"Abbiamo scoperto che non c'è stata solo l'emergenza del periodo bellico. Anche oggi la comunità ha urgente bisogno di cibo. Un diritto che non va negato a nessuno. Abbiamo cominciato a febbraio con 50 sacchetti contenenti zucchero, latte, fagioli, pasta, pelati, tonno, a volte integrati da altri generi o frutta. Siamo arrivati a 360 sacchetti. Nelle prime dieci settimane abbiamo consegnato 1.713 buste. C'era chi se ne approfittava e così abbiamo valutato le situazioni e consegnato delle tessere“.
Come è composto il popolo dei bisognosi?
“Le persone indigenti ci sono sempre state, ma la crisi ha dato il colpo di grazia. Tutte le storie sono tristi. C'è chi non ha una fissa dimora, chi ha perso il lavoro, altri si sono lasciati andare dopo un lutto. Capitano, a volte, anche professionisti che si riducono a mendicare perché conducono un'esistenza senza più un senso. Fino all'inizio di maggio, il 25% erano italiani, il 75% stranieri. Oggi il 40% sono connazionali. Questo perché il Lions Club si è fatto carico di 40 distribuzioni settimanali, per un anno, a favore dei cittadini. Dapprima la consegna avveniva in viale Oriano, presso gli "Amici di Gabry", oggi nel capannone concesso a titolo gratuito da un nostro socio, Graziano Finardi, fratello del religioso, alla Pip2. La media è di 171 sacchi".
In via Roggia Vignola state allestendo la mensa sociale. Come funzionerà?
“La gestione sarà affidata a noi volontari, che conteremo su tre cuochi. Apriremo a settembre e garantiremo un centinaio di posti o più. Perché ognuno ha diritto a un pasto caldo e poi abbiamo un sogno…".
Quale?
"Offrire un posto dove dormire a chi non ce l'ha. Ci stiamo lavorando". 


“Mica paglia”,
il concept store
dove ognuno
è libero
di creare

Graziano Gaddi (nella foto), ex fisioterapista, ha creato un centro di aggregazione per giovani talenti dove è possibile esporre, vendere e confrontarsi

Oggetti d'arte, capi d'abbigliamento e arredi concepiti come opere uniche, frutto della fantasia e dell'abilità di artisti e designer emergenti. Si trovano a “Mica paglia” (www.micapaglia.it), primo concept store di Treviglio, situato nella corte di via  Roma, al civico 10. Più che un semplice negozio è un centro di aggregazione per giovani talenti che qui possono esporre, vendere e confrontarsi. Ognuno è libero di creare. Come recita la scritta, dipinta a mano, sulla parete all'ingresso: “L'arte è magia liberata dalla menzogna di essere verità”. L'attività offre un continuo ricambio di oggetti e la possibilità di richiedere all'artista un'opera personalizzata. L'ideatore del progetto è Graziano Gaddi, trevigliese, 53 anni, che si divide  tra la professione di fisioterapista e quella di pittore.
Gaddi, come concilia i due mestieri?
“Ho lavorato come fisioterapista in uno studio a tempo pieno per 25 anni, anche se dipingevo e facevo mostre. Finché, un paio d'anni fa, una brutta malattia, da cui sono guarito, mi ha fatto riflettere. Ho voluto rischiare, provare a realizzare il mio sogno, altrimenti avrei avuto per sempre il rimpianto: trovare uno spazio dove esporre le mie opere  e poter offrire la stessa opportunità ad altri artisti come me. Dunque, una vetrina espositiva e commerciale, con i manufatti in conto vendita”.
Quale è la  filosofia dietro la ricerca della merce?
“Come dice il nome del negozio, “Mica paglia”, significa mica robetta da poco. Da me non ci sono oggetti tutti uguali, realizzati  in serie o industriali, ma pezzi ricercati e originali, fatti a mano, in modo artigianale. Il tutto certificato da un cartellino posto su ciascun pezzo. Spesso sono prodotti riciclando materiale che altrimenti andrebbe buttato”.
Qualche esempio?
“Ci sono le lampade realizzate con i contenitori in latta del caffé venduto ai bar di Massimo Zanotti a Treviglio, le collane in bottoni dell'artista veneziana Chiara Trentin, titolare di Chimajarno. E i miei lavori: dai quadri classici a olio a quelli su carta di riso o cotone  dalle  tele con i disegni colorati con polveri vegetali agli assi da ponteggio che, una volta dipinti, diventano nella loro seconda vita vere opere d'arte”.
Il suo è un vivaio di giovani creativi?
“Eccome, sono tanti e altrettanti sono passati di qua. Oggi espongono Giuseppe Lorenzi che realizza gioielli in ceramika raku e complementi d'arredo, come tavoli e piatti di abbellimento che chiama “contenitori del vuoto”. Mirko Pajè, di Inzago, è un calligrafo e decora con scritte a mano vasi, ceramiche, quadri, come il dipinto “Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere”. Il figlio, Mattia, disegna stampe su magliette e incide serigrafie. Le borse in rafia sono di Ilaria Rivaroli che d'inverno produce cappotti alla Audrey Hepburn. Gli orecchini con mosaico in vetro e gli anelli in ceramica sono di Musiva”.
Come avviene la selezione?
“Senza nessun tipo di preclusione, a mio gusto personale, a patto che si rispecchino i criteri di originalità e artigianalità. All'inizio era frutto di una mia accurata ricerca, ora sono in tanti a farsi avanti”.
E chi volesse esporre come deve fare?
“Affitto lo spazio al piano sopra il negozio. Una mostra per tre settimane costa solo 100 euro. Fuori, nel cortile, è gratuita e richiama molti più curiosi. L'ultima è stata “Revolution”, un'esposizione di musicisti, saltimbanchi e ballerine in cartapesta. L'autrice è Patrizia Milone di Ornago. Sua è anche l'opera  più stravagante: un vecchio pezzo di  sughero costellato da centinaia di sassolini colorati, ciascuno decorato a mano”.
Anche l'arte risente della crisi. Come vanno gli affari?
“I prezzi dei manufatti sono per tutte le tasche, c'è la lampada costosa come il gioiello da regalare come pensiero. La gente passeggia per via Roma e arriva da noi, guarda e apprezza ma vendere non è facile. Confido nelle aperture il mercoledì sera, che cominceranno a giugno e porteranno movimento in centro città. Noi saremo aperti e carichi di novità”.
Nessun rimpianto per il mestiere di fisioterapista a tempo pieno?
“Capita che qualche vecchio cliente si ricordi di me e mi cerchi, ma il richiamo dell'arte è più forte”.