Camere di Commercio, “Servono correttivi alla riforma”

camera di commercio - targa“Rete Imprese Italia condivide la necessità di riformare le Camere di commercio, senza snaturarne lo spirito originario ma per renderle strumenti sempre più efficaci ed efficienti a servizio delle imprese. Le Camere di commercio si sono dimostrate nel tempo uno strumento importante per accompagnare e per sostenere le imprese italiane, in specie quelle di minore dimensioni, promuovere le economie locali e assicurare trasparenza, sicurezza e legalità dell’agire economico”. Così si è espresso il presidente pro tempore di Rete Imprese Italia (organismo che coinvolge anche Confcommercio e altre realtà associative), Daniele Vaccarino, in audizione presso la commissione Attività produttive della Camera. ”Auspichiamo, quindi, che durante l’esame parlamentare in sede consultiva del decreto legislativo di riforma si possano introdurre i necessari correttivi affinché la riforma possa dispiegare al meglio i suoi effetti positivi sul sistema economico”, ha aggiunto Vaccarino citando, in particolare, i meccanismi per sostenere finanziariamente gli aspetti più innovativi della riforma e le funzioni svolte dalle Camere. “Per assicurare un’equilibrata attuazione della riforma delegata, vanno inoltre ripensati le modalità di consultazione delle imprese; il funzionamento del fondo di perequazione, sviluppo e premialità, con particolare riguardo alla destinazione delle sue risorse; la composizione del comitato indipendente delle valutazioni di performance; il potere sostitutivo attribuito al ministero dello Sviluppo economico”, ha concluso.


Buone vacanze! L’aggiornamento riprende il 29 agosto

Anche noi della redazione della Rassegna.it ci concediamo qualche giorno di ferie. Riprenderemo ad aggiornare il sito da lunedì 29 agosto.

Ringraziandovi per l’attenzione che ci avete dedicato, vi aspettiamo per tornare a raccontarvi di Bergamo e della sua imprenditoria, senza dimenticare le novità golose di Affari di Gola.

Nel frattempo: buone vacanze!


Bergamo, ad agosto il commercio non va più in ferie. Molti i negozi aperti

 

negozio commessa shoppingDimentichiamoci la città fantasma, anche quest’anno la Bergamo del commercio non va in vacanza: molti i bar, i ristoranti e i negozi che hanno deciso di rimanere aperti anche ad agosto scongiurando il rischio per i consumatori di peregrinare tra le saracinesche chiuse. L’elenco delle attività e dei negozi che ad agosto non si fermano è nutrito. L’80% dei bar e ristoranti sono ancora aperti, mentre 6 negozi di elettrodomestici, cosmetici e casalinghi su 10 garantiscono l’acquisto. Anche in provincia il commercio non s’è fermato in questi giorni. Nelle località turistiche – montagne e laghi d’Iseo e di Endine – quasi tutti negozi, bar e ristoranti rimangono aperti, e negli altri paesi garantiranno il servizio un ristorante e un bar su due e il 40% dei negozi e degli alimentari. «I dati relativi alle chiusure sono in linea con quelli dello scorso anno – dice Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. I commercianti hanno ridotto i giorni di chiusura o resteranno aperti. Prima facevano quindici giorni di ferie ad agosto, ora fanno mediamente una settimana. La maggior parte delle chiusure si concentra dal 14 al 20 agosto, alcune attività chiudono questa settimana e una minoranza quella dal 21 al 27 agosto». «Bergamo – spiega ancora Fusini – ha un’offerta commerciale a ridosso della città pressoché sempre aperta ed esiste anche una dimensione turistica che sta crescendo, ma i clienti non vengono solo da fuori». Se bar e negozi sono aperti è anche perché c’è richiesta da parte dei residenti. «Agosto per la nostra città è un mese di lavoro, soprattutto nel settore dei pubblici esercizi e dei ristoranti che intercettano tanti bergamaschi che non vanno in vacanza. Complice la crisi, il periodo vacanziero si è accorciato e tanti cittadini decidono di trascorrere il mese di agosto a casa. Pertanto i commercianti si sono adeguati, tenendo aperto e garantendo, oltre ai servizi offerti, una città più sicura e vivace».

 


Il sommerso nel turismo / Indagine dell’Ascom: “Ecco tutte le zone d’ombra nell’offerta delle abitazioni private”

AirbnbAscom Confcommercio Bergamo ha commissionato una ricerca sul sommerso nell’offerta turistica alla società perugina Incipit Consulting, che si occupa di ricerca, consulenza e formazione esclusivamente nel settore del turismo. Il lavoro svolto – che sarà presentato oggi pomeriggio nell’ambito di un convegno promosso dall’Ascom –  fa luce sul fenomeno dell’offerta turistica sommersa, rappresentata dall’ospitalità alternativa e, dunque, non registrata e quantificata.

Inquadramento del fenomeno

Il sommerso legato all’uso turistico delle abitazioni private, pur non essendo un fenomeno recente, ha assunto in questi ultimi anni dimensioni sempre più ragguardevoli a seguito della nascita ed espansione delle piattaforme di prenotazione online che mettono in contatto domanda e offerta di case/stanze a fini turistici. Sviluppatesi sull’onda della diffusione, anche all’interno del mondo del turismo, di istanze di condivisione, partecipazione e autenticità proprie della ‟sharing economy” e anche per la necessità di trovare forme di integrazione saltuaria del proprio reddito in anni di crisi, queste forme di ospitalità alternativa sono aumentate a dismisura. Seppure molte delle offerte attualmente in rete presentino ancora i caratteri originari, molte altre ne sono del tutto prive, configurandosi, spesso, come attività imprenditoriali vere e proprie, quantitativamente rilevanti e capillarmente diffuse, che sfuggono ai controlli delle Regioni, competenti in materia di attività turistiche e di garanzia della trasparenza equalità dell’offerta, e del Fisco, sottraendo risorse economiche sia alla fiscalità generale che a quella turistica (imposta di soggiorno). La ricerca commissionata da Ascom analizza l’offerta ricettiva nella Provincia di Bergamo presente nelle principali piattaforme di prenotazione online, focalizzandosi in particolare sull’analisi di Airbnb che, detenendo la quota più rilevante del mercato dell’affitto turistico in rete, è il portale che consente di intercettare il fenomeno in maniera più completa, seppure non esaustiva. I dati presentati sono una fotografia degli annunci disponibili su Airbnb al momento dell’estrazione (aprile 2016).

 Il quadro nella provincia di Bergamo

L’analisi temporale delle inserzioni su Airbnb evidenzia un andamento esponenziale, con un numero di alloggi posti in locazione online in forte crescita da quando il fenomeno ha cominciato a diffondersi. Nella provincia il numero di inserzioni presenti su Airbnb a fine ottobre era pari a 1.020. Da quella data ad aprile 2016, ne sono state eliminate dal portale 324, che sono state però quasi totalmente rimpiazzate da 311 nuove inserzioni, portandone il numero a 1.007 alla data del 16 aprile 2016. Per quanto riguarda l’analisi territoriale, la mappa della distribuzione all’interno della provincia degli alloggi posti in locazione su Airbnb evidenzia il primato del Cmune di Bergamo, dove si concentra più di un terzo (35%) delle inserzioni, seguito dall’area che costeggia il lago d’Iseo. L’analisi rivela che anche nel Bergamasco gli alloggi proposti online sono per la maggior parte interi appartamenti: essi rappresentano il 62,6% delle inserzioni, percentuale che aumenta se si considera che molte stanze, pur se inserite singolarmente nel portale, in realtà fanno riferimento ad una medesima struttura, spesso un bed & breakfast. La messa a disposizione di interi appartamenti per l’affitto turistico indica che l’host non vi abita, contravvenendo alla normativa della Regione Lombardia che richiede ai proprietari di bed & breakfast di stabilirvi la propria residenza. Inoltre, molti di questi appartamenti (circa l’87%) sono destinati all’affitto turistico per lunghi periodi nel corso dell’anno, in genere superiori ai sei mesi. Entrambi questi elementi fanno ritenere dunque di essere in presenza di vere e proprie attività economiche che vanno ben oltre il limite dell’integrazione del reddito familiare e della saltuarietà e che non presentano le caratteristiche di condivisione delle esperienze proprie della saring economy. Con riferimento all’aspetto degli host ‟multiproprietari” che gestiscono più alloggi, altro elemento indicativo di un’attività di tipo imprenditoriale, il fenomeno, pur presente, non assume nella provincia di Bergamo numeri particolarmente rilevanti, almeno con riferimento ai grandi multiproprietari. Pur se maggioritari, gli alloggi multipli gestiti da uno stesso host superano raramente le 5 unità, soprattutto se si considerano le strutture effettive a cui spesso si riferiscono i singoli alloggi (stanze).

Il quadro nei sistemi turistici di Bergamo

L’area del comune capoluogo, principale destinazioni dei flussi turistici nella provincia, è quella dove il fenomeno dell’offerta di alloggi sul web da parte di privati è maggiormente diffusa, con 357 inserzioni. Il numero comunque molto elevato anche delle strutture ufficiali fa sì che non ci sia una differenza significativa tra l’entità degli alloggi presenti su Airbnb e quelli registrati, rendendo dunque meno evidente la presenza e rilevanza del sommerso in città. Purtroppo, la mancanza di dati anagrafici dettagliati non consente di identificare esattamente quante delle inserzioni su Airbnb si riferiscono ad esercizi ricettivi non registrati: un’analisi più mirata di quelli facenti capo ai principali host in città (i quali gestiscono circa 70 alloggi, corrispondenti a circa 30 strutture effettive) indica una quota di sommerso stimabile approssimativamente intorno al 30%. L’analisi degli alloggi Airbnb per tipologia mostra una prevalenza delle proprietà intere sulle stanze private, prevalenza ulteriormente rafforzata dal fenomeno, molto presente in città, di inserzioni riferite a singole stanze che di fatto però fanno capo ad una stessa struttura. Questo aspetto, unito all’ampia disponibilità degli alloggi nel corso dell’anno, fanno ritenere che anche nel comune di Bergamo, spesso l’attività di affitto turistico non è più un’occasionale fonte integrativa del reddito personale, ma rappresenta un vero e proprio business. Infine, l’analisi delle inserzioni del portale Airbnb con riferimento alle caratteristiche degli host mette in evidenza che, pur essendo le multiproprietà relativamente diffuse, esse non assumono dimensioni rilevanti: in città solo due host gestiscono 5 o più strutture, mentre gli altri non vanno oltre le due (seppure in termini di stanze i numeri siano più elevati). Sebbene relativamente meno diffusa, l’offerta di alloggi su Airbnb nelle altre due aree del sistema turistico – Grande Bergamo e Isola e pianura – ha registrato una crescita molto sostenuta, soprattutto nel 2015, dovuta presumibilmente alla vicinanza con Milano, grazie a cui hanno beneficiato, insieme al capoluogo, delle positive ricadute di Expo 2015. Ed infatti, una volta conclusasi la manifestazione, il trend ha subito un arresto e il confronto tra i dati raccolti a fine ottobre 2015e quelli di aprile 2016 mostrano, così come per Bergamo città, un calo nel numero di inserzioni, dovuto ad un numero di annunci eliminati superiore a quello dei nuovi ingressi nel portale. Per quanto riguarda invece gli altri due sistemi turistici – Laghie Orobie Bergamasche – il numero degli alloggi posti in locazione online sovrasta di gran lunga l’offerta di ricettività ufficiale, più che nel resto della provincia, indicando una maggiore diffusione in queste aree del fenomeno del sommerso turistico. Maggiore, rispetto al resto della provincia, è anche la quota di interi appartamenti sul totale degli alloggi posti in locazione online, nonché la loro dimensione (in particolare nelle Orobie bergamasche), entrambi caratteri tipici di località interessate da forme di turismo vacanziero. La rilevante quota di intere proprietà, l’elevata disponibilità all’affitto turistico nel corso dell’anno e la presenza non trascurabile di host multiproprietari, seppure di un numero contenuto di strutture, sono tutti elementi indicativi del fatto che anche in questi due sistemi turistici, le inserzioni online si riferiscono in molti casi ad alloggi di proprietà di privati che grazie al web hanno avviato delle attività economiche che spesso sfuggono a rilevazioni ufficiali e controlli.

Conclusioni

L’analisi dell’offerta di alloggi offerti in locazione turistica online condotta con riferimento al territorio della provincia di Bergamo ha evidenziato che, se pur con dimensioni più contenute rispetto ad altre aree del paese (soprattutto quelle metropolitane delle città principali destinazioni dei flussi turistici), anch’essa è interessata dal fenomeno del sommerso turistico, rappresentato dagli alloggi privati che i proprietari rendono disponibili all’affitto turistico senza sottostare a procedure e regole. La “situazione d’ombra” in cui queste strutture operano, in quanto non ufficialmente registrate e rilevate dagli organi competenti, ne determina spesso comportamenti irregolari in termini di registrazione dei clienti, di riscossione e versamento dell’imposta di soggiorno e di rispetto degli obblighi fiscali, con impatti distorsivi sulle regole della competizione nel settore dell’ospitalità. Regole della competizione che risultano falsate anche dai diversi obblighi in materia di lavoro, previdenza, igiene e sicurezza cui sono sottoposte le strutture ricettive tradizionali, soprattutto quelle alberghiere, e gli alloggi destinati alla locazione breve turistica e che diventano tanto più squilibrate quanto più gli affitti temporanei abbandonano le caratteristiche di occasionalità e di accessorialità reddituale che dovrebbero contraddistinguerli.

 

 


L’assemblea di Confcommercio / Sangalli: “Aumentare l’Iva è come lanciare un boomerang”

“Confcommercio è pronta a dare il suo contributo per un Paese più moderno e più giusto perché è su riforme ed equità che si gioca il destino dell’Italia”. Il presidente confederale Carlo Sangalli ha iniziato la sua relazione all’Assemblea 2016 sottolineando “necessità e urgenza di riforme istituzionali”. Passando a parlare di economia, Sangalli ha sottolineato che c’è ancora una “nebbia che avvolge le possibilità di crescita italiana”, tanto da “mettere in discussione il teorema che la crisi sia soltanto un brutto ricordo”. Siamo insomma di fronte a “una ripresa senza slancio, senza intensità e senza mordente”. Confcommercio vuole tuttavia “mantenere una quota di ottimismo”, a patto che si realizzino “alcune condizioni necessarie, la più importante delle quali riguarda l’Iva”. Infatti, “l’intenzione del governo di non far scattare le clausole di salvaguardia nel 2017 e quindi di non toccare l’Iva – ha scandito Sangalli – è un impegno irrinunciabile per la crescita”. Certo, va rafforzata la capacità del sistema-Italia di competere sui mercati internazionali, ma “senza una solida ripresa dei consumi interni non può esserci uno sviluppo diffuso”.

E quindi “spostare la tassazione sulle cose”, quindi aumentare l’Iva, è come lanciare un boomerang perché alla fine l’Iva la paghiamo tutti”. Per il presidente di Confcommercio occorre invece “intervenire sui nodi strutturali che bloccano la crescita”. Sangalli ha quindi ribadito la necessità di ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese, “ad oggi ancora per nulla compatibile con un Paese più moderno ed equo”. Il governo ha fatto, è vero, “passi in avanti in materia fiscale”, ma “forse è mancata una visione organica del fisco che si vuole per un’Italia più forte e più dinamica. Il fisco che funziona è equo, trasparente, stabile e fatto di pochi tributi”. Per questo Confcommercio propone da tempo “una profonda riforma fiscale, in particolare dell’Irpef, con poche aliquote e l’introduzione di una ‘no tax area’ uguale per tutti i lavoratori”. Accompagnata da “una forte e coraggiosa lotta all’evasione, all’elusione fiscale, alla corruzione” e magari, in futuro, dall’inserimento in Costituzione di “un vincolo alla spesa pubblica complessiva in modo tale da avere meno spesa e meno imposte”.

Dopo aver ricordato il “sacrosanto diritto degli imprenditori a “lavorare in un contesto sereno e sicuro”, la necessità di “rivedere e migliorare il nostro modello di offerta, di governance, di promozione, di servizi in campo turistico” e di interventi per migliorare l’accessibilità delle nostre Regioni, la logistica e il cabotaggio, Sangalli, introducendo l’Assemblea di Confcommercio, ha parlato del credito (“Una rete che a volte invece di rilanciare, rischia di impigliare gli imprenditori”). Chiedendo, in particolare, “un ritorno alle ragioni originarie del Fondo centrale che garantisca, attraverso i Confidi, il credito alle piccole e medie imprese”. E sottolineando, rivolto alle banche, che “la sola politica di rating e semafori rischia di ampliare la distanza con le aziende. C’è invece bisogno di prossimità, di vicinanza, di partecipazione”.

Il presidente di Confcommercio ha quindi parlato di lavoro, “strumento di dignità prima ancora che di cittadinanza”, sottolineando che “la materia dei contratti va lasciata all’autonomia delle parti” perché “non esiste una sola rotta per legare flessibilità e produttività e ogni settore ha il suo orizzonte”. Quanto al costo del lavoro, “occorre fare un passo in più, servono anche interventi strutturali” agendo, ad esempio, sulle tariffe Inail e sui contributi Inps che “costano alle imprese del terziario oltre 2 miliardi annui in più del dovuto. Il disavanzo di gestione positivo del nostro settore dovrebbe permettere di abbassare i contributi alle imprese che lo generano. Non dovrebbe finanziarne altre. Altrimenti, alla fine, a pagare siamo sempre noi”. Altra proposta riguarda la sanità: “perché non far giocare insieme Sistema sanitario nazionale e Fondi Sanitari?”, ha chiesto Sangalli ribadendo la proposta di riforma già presentata al Governo e alle forze politiche insieme a Confindustria. Il presidente di Confcommercio ha concluso la sua relazione con un forte appello al senso di responsabilità, che “nasce dal sapere di rappresentare una parte essenziale del Paese” ricordando che “i corpi intermedi, quelli che sono vivi e che funzionano, non sono la zavorra di questo Paese”.

Il premier Renzi, intervenuto all’assemblea di Confcommercio, ha dato le risposte che i commercianti attendevano. “Più coraggio e meno tasse, son d’accordo. Tutto sta a capire come fare. Il punto vero è parlare un linguaggio di verità”, ha chiarito Renzi. “I numeri di posti di lavoro dell’Istat qualsiasi paese che non vive di rancore ideologico dovrebbe accoglierli con uno sguardo sorridente. Dal febbraio 2014 sono 455mila posti in più, più 390mila a tempo indeterminato. Aver cancellato l’articolo 18 non ha tolto diritti, non ha permesso di licenziare ma di assumere”, ha puntualizzato il premier. Poi sul nodo dell’Iva: “Prendo l’impegno per voi irrinunciabile per la crescita nel 2017 di non aumentare l’Iva. Ma l’Iva non si tocca più dal 2013, le clausole non sono mai state toccate dal nostro governo, l’ultimo aumento e’ scattato nell’ottobre di quell’anno, noi siamo in carica dal febbraio 2014”.


Borgo Santa Caterina, ecco la “movida per le famiglie”

BORGO SANTA CATERINAL’hanno definita una “movida per famiglie”, ma c’è molto di più: dopo il sabato di Bergamo InCentro, il testimone passa a Borgo Santa Caterina, con la manifestazione Vivi il Borgo d’Oro che dalle 15 di domani avvia un percorso dei sabati pomeriggio dedicati al passeggio, allo shopping e all’intrattenimento. L’iniziativa – che dal sabato successivo rientrerà nella calendarizzazione di Bergamo Estate 2016 – è nata dalla fattiva collaborazione de La Rete di Borgo Santa Caterina alla quale partecipano le Associazioni del Territorio, i Residenti e i Commercianti insieme all’Amministrazione Comunale rappresentata dal Servizio Reti Sociali del Comune di Bergamo. La modifica della viabilità dovuta al cantiere che per alcuni tratti vede chiusa la via ha dato lo spunto per richiedere la possibilità di pedonalizzare la strada fino al termine dei lavori che sono previsti per la prima settimana di agosto. Il Comune ha accolto la richiesta di concedere i sabati con l’accordo tra residenti e commercianti: si è trovato un punto di incontro permettendo ai residenti l’utilizzo di parte della carreggiata.

Tante le iniziative in programma: da Drive Test con biciclette e scooter elettrici a “Come degustare i vini Vini e Sfizi”, da percorsi per conoscere i cristalli e le loro proprietà a una lezione su come annodare alla perfezione una cravatta, dalla presentazione della collezione di gioielli ad addirittura un test di abilità visiva. Non solo: sono previste anche partite di scacchi (su prenotazione) in simultanea e con istruttori a disposizione e pure la merenda in Borgo. Straordinario momento per conoscere il Borgo sarà l’appuntamento delle 17 con Emilio Moreschi e Umberto Zanetti con “Luoghi, personaggi e storie del Borgo”.

Vivi il Borgo d’Oro – Il programma di sabato 28 maggio

 


Lotta alle aflatossine, Bergamo in prima fila nella ricerca

Crea Bergamo - rit

Aflatossine. Il termine è tecnico, ma gli allarmi per la sicurezza alimentare che si sono via via succeduti negli anni – l’ultimo quello per il latte contaminato che ha portato al sequestro di migliaia di formaggi partendo dal Bresciano – lo hanno reso suo malgrado familiare ai consumatori. Si tratta di micotossine, sintetizzate cioè da funghi o muffe, che si sviluppano prevalentemente nei cereali e nella frutta secca, sia in fase di coltivazione sia durante il raccolto e l’immagazzinamento. Alcune di queste hanno alta potenzialità cancerogena e si ritrovano, trasformate ma ancora pericolose, nel latte degli animali alimentati con i cereali contaminati. Sono molto resistenti e, una volta sviluppate, non c’è modo di eliminarle. La strada per contrastarne l’arrivo in tavola è perciò quella dei controlli e della verifica che i prodotti agricoli e il latte rientrino nei limiti consentiti dall’Unione europea per l’immissione sul mercato.

La Bergamasca, terra di mais, vive il problema, ma può contare anche su una struttura specializzata come il Crea – Unità di ricerca per la Maiscoltura, con sede a Bergamo, che dedica una parte della propria attività alle micotossine, coordinando l’Osservatorio Territoriale della Qualità del Mais, la rete che in Italia tiene monitorato il problema e studia soluzioni. Ad occuparsene è Sabrina Locatelli, ricercatrice del Crea di Bergamo e responsabile della Rete di monitoraggio micotossine mais, ed è a lei che ci siamo rivolti per fare il punto sulla situazione e i passi avanti nella lotta alle contaminazioni.

Che ruolo ha il Crea di Bergamo nella ricerca sulle micotossine?

«Nel corso degli anni il Crea ha posto particolare attenzione alla valutazione della contaminazione delle principali micotossine nel mais. Al fine di ottenere risultati il più possibile aderenti alla realtà della produzione maidicola italiana, si è scelto di utilizzare gli impianti di essiccazione-stoccaggio quale sorgente dei campioni da analizzare: dal 1999, il Crea coordina il campionamento da una rete di 50-70 impianti, stabile negli anni di indagine. Da ciascun centro di stoccaggio vengono prelevati mediamente 8-12 campioni contrassegnati con un codice identificativo anche dell’anno e della zona agraria di provenienza. Le serie complete dei campioni relativi alle produzioni delle singole campagne maidicole sono stati analizzati con metodo Elisa, presso i laboratori del Crea per le principali micotossine».

Non vi occupate, quindi solo di aflatossine. Quali altre micotossine del mais vengono studiate?

«Il mais è una coltura fondamentale in Italia, dove svolge un ruolo importante per l’alimentazione animale, il consumo umano diretto e come fonte di molti prodotti commerciali. È soggetto all’attacco di funghi tossigeni, in grado cioè di produrre micotossine pericolose per la salute sia dell’uomo che degli animali. Fusarium graminearum, F. verticillioides e Aspergillus flavus sono i funghi responsabili della presenza delle tossine più diffuse, rispettivamente deossinivalenolo (DON) e zearalenone (ZEA), fumonisine (FBs) e aflatossine (AFs). La presenza dei diversi funghi e delle relative micotossine è variabile con gli ambienti e gli anni; infatti, il loro sviluppo e il conseguente accumulo di sostanze tossiche a carico delle cariossidi è fortemente condizionato da fattori climatici (temperatura, umidità); fattori biotici (attacchi di insetti, ad esempio la piralide); fattori abiotici (grandine, danni meccanici) e condizioni di stress della pianta in campo (siccità, carenze nutrizionali). I nostri studi sono quindi rivolti a monitorare le quattro micotossine principali».

Come si stanno “combattendo”?

«Attualmente, il Crea di Bergamo coordina e opera nell’ambito del progetto triennale RQC-Mais (Rete Qualità Cereali plus – Mais), finanziato dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per individuare una linea strategica di intervento per regolamentare il mercato dei prodotti agroalimentari. Prerequisito indispensabile per la qualificazione e valorizzazione della filiera maidicola è la sicurezza igienico-sanitaria, con particolare attenzione alla contaminazione da micotossine. Obiettivo generale del progetto è la valutazione della qualità del mais a livello nazionale al fine di sviluppare un piano per il miglioramento della qualità igienico sanitaria della filiera mais, con conseguente recupero e accrescimento della competitività della zootecnia nazionale e dell’industria alimentare. Nell’ambito di questo progetto, oltre al Crea di Bergamo, operano i gruppi di ricerca del professor Amedeo Reyneri (Università di Torino – Disafa Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari) e della professoressa Paola Battilani (Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza – Istituto di Entomologia e Patologia Vegetale).

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State monitorando i dati dal 1999, che evoluzione ha avuto la presenza di aflatossine?

«I dati relativi al contenuto di aflatossina B1 derivanti dai campioni di mais delle sperimentazioni condotte dal Crea confermano quanto riportato dagli operatori del settore (agricoltori, essiccatori, stoccatori, mangimisti): nel 2003, 2012 e 2015 circa il 20% dei campioni da noi analizzati risultano avere un livello di aflatossina B1 superiore ai 20 μg/kg (valore limite per il mais destinato a materia prima nei mangimi). Il problema di una maggiore contaminazione da aflatossine è sicuramente da attribuire alle elevate e prolungate alte temperature durante le fasi di sviluppo della pianta di mais, nonché alla mancanza di pioggia nelle zone non irrigue (Veneto, Emilia Romagna), condizioni climatiche che si sono verificate nel corso di quegli anni».

Negli anni sono state messe in atto misure efficaci in grado di contenere le contaminazioni? Quali?

«La sempre maggior consapevolezza della problematica “micotossine” da parte del mondo agricolo ha reso pratica consolidata la diffusione di tecniche agronomiche volte a ridurre o limitare le possibili condizioni favorevoli allo sviluppo di funghi micotossigeni. Anticipare le semine, controllare la piralide, evitare stress idrici, effettuare raccolte tempestive sono alcune delle pratiche che contribuiscono all’ottenimento di una granella di mais di qualità. Tenendo comunque sempre presente che le contaminazioni da micotossine sono fortemente influenzate dalle condizioni climatiche di temperatura e umidità della stagione vegetativa, non è possibile prescindere da percorsi agronomici attenti e mirati per ottenere produzioni di qualità. Peraltro, un valido supporto per valutare l’effettiva qualità “sanitaria” della granella rispetto alla presenza di micotossine rimane l’analisi chimica strumentale. A questo riguardo, sono di imminente uscita le Linee Guida per il controllo delle micotossine nei cereali, messe a punto dal Mipaaf assieme alle Regioni. Queste sono uno strumento pensato per i responsabili dell’attuazione delle politiche agricole e per gli operatori delle filiere. In sintesi, evidenziano le misure e i percorsi produttivi atti a ridurre la probabilità di incorrere in elevate contaminazioni da micotossine sia per il mais che per i cereali vernini, nelle fasi di campo e di post raccolta».

La ricerca sta però facendo passi avanti. Tra questi c’è anche il nuovo prodotto Af-X1, di cosa si tratta?

«Il prodotto commerciale AF-X1, sviluppato dalla professoressa Paola Battilani e dal suo gruppo di ricerca dell’Università Cattolica di Piacenza, consiste in un vettore inerte (semi di sorgo devitalizzati) su cui è stato inoculato il fungo atossigeno. La distribuzione in campo di ceppi di Aspergillus flavus non tossigeni occupando la stessa nicchia ecologica dei ceppi di A. flavus tossigeni e competendo con essi, ne riduce la frequenza, limitando i livelli di aflatossine nella granella. La lotta biologica basata sulla competizione tra funghi della medesima specie ha dimostrato di essere efficace nel prevenire le contaminazioni da aflatossina nel mais. I risultati di una sperimentazione svolta al Nord Italia confermano questa ipotesi».

L’aumento delle temperature è una minaccia?

«I dati dei monitoraggi da noi condotti confermano il fatto che la granella di mais prodotta nella Pianura Padana è regolarmente contaminata da fumonisine in quantità variabile a seconda dell’andamento climatico stagionale; peraltro, a questa micotossina, nelle annate particolarmente calde e siccitose, come ad esempio il 2012 e 2015, si aggiungono le aflatossine mentre, nelle annate molto fresche e piovose, come il 2014, il deossinivalenolo e lo zearalenone. Per questo motivo, la possibile presenza di micotossine in mais non può più essere affrontata con una logica di emergenza ma deve essere compresa nei normali protocolli di produzione e lavorazione. La strategia migliore resta quindi la prevenzione, attuata mediante l’utilizzo di buone pratiche agronomiche e di condizioni ottimali per lo stoccaggio. In questo contesto, rimane comunque fondamentale l’attività di monitoraggio delle produzioni, che consente di verificare il livello di contaminazione nelle diverse annate ed eventualmente rivelare la presenza di nuove micotossine emergenti».


Oggi l’Ascom inaugura la nuova sede. Presenti Sangalli e Martina

SedeAscom_x_Giornali“Ascom Bergamo: nuova sede, nuovi servizi” è lo slogan che accompagnerà, lunedì 9 maggio, l’inaugurazione della nuova sede dell’Ascom. Appuntamento alle 18.30 con una conferenza sul tema della rappresentanza di impresa, a cui prendono parte, oltre al presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti, Carlo Sangalli, presidente Confcommercio Imprese per l’Italia e Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole. Momento clou dell’evento è alle 20.30 con la cerimonia ufficiale che prevede la benedizione della struttura e degli uffici da parte di Monsignor Lucio Carminati, aperitivo e intrattenimento musicale. «L’inaugurazione della nostra sede corona tutti gli sforzi che sono stati fatti in questi anni, che ci hanno permesso di essere una realtà ben radicata sul territorio e nel tessuto sociale ed economico bergamasco, con uno sguardo sempre proteso verso il futuro – spiega Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. La nostra è la casa del commercio, del turismo, del terziario e dell’innovazione e il nostro compito è quello di essere sempre più al servizio degli associati, puntando l’operato sull’innovazione, sui processi di investimento, di qualificazione e di crescita. In questo la nuova struttura è del tutto funzionale, perche ci permette di accogliere l’associato nel modo migliore e offrirgli tutti i servizi utili alla crescita e allo sviluppo della sua impresa». E conclude: «Perché è importante avere un partner qualificato, un consulente affidabile che sappia aiutare nelle varie fasi di sviluppo dell’azienda».

La sede dell’Ascom ristrutturata si presenta in una veste completamente rinnovata, con un concept moderno, innovativo e più funzionale alle mutanti esigenze degli associati. L’operazione ha portato ad un ampliamento della superficie di circa 1.500 mq, che si sono aggiunti ai 1.800 già a disposizione. La nuova sede ruota tutta attorno alla parola “trasparenza”, che si percepisce anche dal punto visivo in quanto dotata di ampie vetrate, che suddividono anche gli spazi interne. Tra le novità: sale riunioni, che permettono di lavorare in staff, una sala corsi e una sala convegni con le migliori soluzioni multimediali e a disposizione anche delle aziende associate.

I numeri della nuova sede Ascom

3.300 mq

5 piani

90 dipendenti  in sede (totale dipendenti Ascom 130)

3 sale convegni per un totale di 180 posti

13 mesi di lavoro per la realizzazione


Dalmine, tutto pronto per l’Expo delle attività commerciali

Le attività commerciali di Dalmine sono pronte a mettersi in mostra per la settima edizione di EXPOniAMO DALMINE, la fortunata manifestazione che riunisce in un percorso lungo un chilometro gli stand di negozi, artigiani, professionisti, bar e ristoranti, associazioni, ma anche grosse realtà industriali e commerciali, per far conoscere l’offerta del territorio.

L’appuntamento è domenica 24 aprile e interesserà viale Mazzini, viale Betelli e largo Europa. Saranno presenti quasi 80 espositori tra cui, grazie al sodalizio col “Distretto del Commercio 525”, anche attività provenienti dagli altri comuni del Distretto.

L’evento è promosso dall’Opec, l’associazione nata nel maggio 2008 per promuovere e sostenere gli operatori economici dalminesi, ed è patrocinato dal Comune di Dalmine, con l’obiettivo di scoprire una città che spesso non si vede ma che ha comunque voglia di mettersi in gioco e di continuare a lavorare, nonostante il periodo di crisi che il Paese sta attraversando. «Uno sforzo economico e organizzativo – rilevano i promotori – reso possibile anche dalla sinergia tra gli associati Opec, le istituzioni del territorio e il supporto di diversi sponsor (tra cui i colossi della distribuzione presenti nell’area ndr.): un primo passo per una condivisione del territorio non solo geografica, una partecipazione diretta che consente a tutti visibilità, promozione e volontà di “fare sistema”».

Uno dei punti forti dell’iniziativa, che ogni anno richiama migliaia di visitatori, anche da fuori provincia è il ricco programma di iniziative collaterali. La giornata prenderà il via alle 9.30 con il taglio del nastro e si chiuderà alle 19 dopo il concertospettacolo della “Millennium Drum & Bugle Corps”, il gruppo di Verdello campione d’Italia. In mezzo tantissime iniziative: il libero accesso all’ingresso della storica Direzione della Dalmine con visita in “trenino” all’interno dello stabilimento, la mostra delle auto e delle moto d’epoca, il laboratorio di cucina dell’associazione “Sadibuono” riservato ai piccoli cuochi, il torneo vi videogame “Fifa16” su PlayStation4, le dimostrazioni di ballo della “Blue Dance” di Borgo di Terzo e gli spettacoli di animazione per grandi e bambini, per quella che vuole essere una domenica di festa per tutto il territorio.

  • GLI ESPOSITORI

• Acconciature Lidia
•Alberto Acconciature
• Arlino – Associazione di ricerca a livello infantile di natura oculare
• Autoscuola Santori
• Blockbuster Village
• Bricoman
• Building Progress Srl
• Caffè Dei Giardini
• Campertime Noleggio Auto
• Capitan Pizza
• Caraffa’s Pub
• Cartoleria Zeus
• Casa Gherardi Dalmine
• CEA Snc di Vito Pavone & C.
• Centro Cinofilo Interdisciplinare Dalmine
• Centro Estetico Catia
• Centro Ottico Optometrico di Marco Benedetti
• Cicli Mora
• Cividini Macchine Agricole
• Dalmine Computer
• Decio Cipriano – Realizzazione e Manutenzione Giardini
• Desideri di Manuela
• Dimocar Dalmine
• Emporio Agricolo Treviolo
• Fabio Betelli Fotografo
• Facchinetti Abbigliamento
• Fire Holding Srl
• Gioielleria Cornali
• Gruppo Frigeni Srl
• HIN – Estetica e Benessere
• Hydra Autoscuola Drago
• Idea Regalo Facchinetti
• Il Mondo dei Giocattoli
• L Tecnoimpianti Srl
• La Bancarella dei Bergamaschi
• La Bottega di Mastro Giambella
• La Bottega di Wilma
• La Boutique del Fiore
• Lady & Baby
• Lavasecco Daniella
• Lions Club Città di Dalmine
• Litograf di Rossi Stefano e Monica
• Mc Donald’s
• Melithea Cartoleria – Merceria Articoli Regalo e Bomboniere
• Minipack-Torre Spa
• Monte dei Paschi di Siena
• Nava Luca Abbigliamento
• Ovid Spa
• Paola Abbigliamento
• Pasticceria Gamba
• Peroni – L’Artigiano del Raviolo
• Pertot Daniela – No + Vello
• Pesenti Ernesto “Dolciumi”
• Prima Primizia di Tomasoni Simona
• Publiberg Srl
• Qualità Immobiliare
• RCS Car Service
• Ristorante Pizzeria Al Faro
• Roadhouse Grill
• Ronny Parrucchieri
• S&W Srl Serramenti
• Salemme Immobiliare
• Sant’Ambroeus
• Scotti Roberto per Vorwerk Folletto
• Solo Case Servizi Immobiliari
• Sorveglianza Italiana Spa
• SOS Verde di Pizzaballa Gabriele
• Studio Bergamini Amministrazione Immobili
• Studio Ing. Silvano Onori
• Tecnocopia Srl
• Tenaris Dalmine
• Tinteri Servizi Assicurativi
• Trony Rigamonti Dalmine
• UBI Banca Popolare di Bergamo
• Unipolsai Assicurazioni Div. Nuova MAA – Agenzia di Dalmine
• Vulcano ‘Belle Calzature’
• W. Max
• Zanga Angelo Srl La Casa del Barbecue


Pasqua al ristorante, la Fipe: “Pesa l’incertezza del dopo Bruxelles”

ristoranteBene ma non benissimo. Questo il quadro tracciato dalla Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi per quanto riguarda le previsioni del fuoricasa nel week end pasquale. In base alle ultime elaborazioni dell’Ufficio Studi si segnala infatti un lieve calo delle presenze in ristoranti e trattorie per domenica, in un quadro che resta comunque positivo, come conferma Luciano Sbraga, direttore dell’Ufficio Studi di Fipe : “La leggera flessione riscontrata dalla nostra indagine previsionale è con tutta probabilità da attribuire al calendario che vede quest’anno la Pasqua “bassa” ,in un periodo non particolarmente favorevole dal punto di vista climatico per le gite fuori porta. Tuttavia i ristoratori quest’anno non sembrano particolarmente preoccupati e confermano l’impegno nella valorizzazione della tradizione con una maggiore attenzione verso i prodotti biologici ed a filiera corta. Sforzi apprezzati dai consumatori e anche a livello internazionale, se pensiamo che l’11,1% dei turisti che a Pasqua siederà al ristorante sarà di provenienza straniera. C’è da dire, però, che l’indagine è precedente ai tragici fatti di Bruxelles e pertanto non risente dell’impatto negativo che tali eventi sicuramente avranno nel brevissimo termine anche nelle nostre città”.

Le presenze per il giorno di Pasqua

Entrando nel dettaglio dei dati, dall’indagine Fipe emerge che quest’anno i ristoranti in attività saranno il 90,2% del totale contro il 92% dell’anno scorso. Per il 25% dei ristoratori intervistati la clientela da servire per il pranzo di Pasqua sarà inferiore a quella dell’anno scorso, tuttavia non manca un 8% che al contrario, dichiara di essere più ottimista. Il bilancio complessivo è di un numero di clienti pari a 3,5 milioni di unità, in calo dell’1,1% rispetto al 2015, per una spesa totale prevista di 164 milioni di euro. Quanto alla tipologia di clientela, circa il 50% delle presenze sarà di turisti, principalmente italiani (36,5%). In base all’indagine della Fipe emerge che molti di loro saranno escursionisti che hanno programmato di trascorrere una giornata fuori porta, e tanti italiani che si recano presso le seconde case nelle località di villeggiatura del nostro Paese. Sul fronte delle destinazioni prescelte prevarrà in linea generale la montagna rispetto al mare, scelta favorita dalle previsioni meteo e dalle nevicate tardive. L’11,1% dei turisti sarà invece di provenienza straniera, mentre la clientela dei ristoranti a Pasqua vedrà per il 52,6% la presenza di residenti. Proprio sui turisti, in particolare italiani, confidano i ristoratori per ottenere buoni risultati o comunque per non peggiorare quelli dello scorso anno. Fipe segnala che per la gestione delle prenotazioni il 69,5% dei ristoranti si appoggia a sistemi on line.

Il menù pasquale: tradizionale, tutto compreso e a filiera corta

Anche per il 2016 la parola d’ordine dal punto di vista dell’offerta è “tradizione”. I menù dei ristoranti si caratterizzeranno per la prevalenza di piatti tipici (72,4%), mentre in un locale su quattro si darà spazio alla reinterpretazione creativa della gastronomia locale (23,5%). Solo il 4,1% dei ristoranti proporrà piatti della cucina internazionale. Rispetto alla Pasqua 2015 aumenta la presenza di prodotti a filiera corta, tipici e biologici: in particolare per il 37% dei ristoranti si segnala l’inserimento nel menù di prodotti bio e a chilometro zero, mentre l’11,1% darà maggiore spazio ai prodotti della tradizione. L’attenzione alle richieste specifiche sul fronte delle allergie e intolleranze diventa sempre più prioritaria per gli operatori della ristorazione: nell’83,5% dei ristoranti i clienti con esigenze di questo tipo troveranno ciò di cui hanno bisogno. Ben il 37% degli esercizi proporrà menù specifici per i bambini. A fianco dell’aumento di prodotti a chilometro zero e biologici, non mancheranno da parte dei ristoratori interventi sulla struttura dei menù (numero delle portate, formule tutto compreso ecc.) con lo scopo di migliorare il rapporto qualità/prezzo a favore della clientela. Tra le formule primeggia il menù “a pacchetto” (61,7% del totale), ad un prezzo medio di 46 euro in leggero aumento rispetto al 2015. La spesa prevista complessiva è di 164 milioni di euro. Quattro ristoratori su dieci confermano invece il menù pasquale dell’anno scorso.

Le presenze per il giorno di Pasquetta

Per quanto riguarda i dati previsionali per lunedì 28 marzo, giorno di Pasquetta, lo scenario è positivo: otto ristoranti su dieci saranno aperti (l’82,4%), in leggero aumento rispetto al 2015. Il 14% dei ristoratori intervistati fa previsioni meno favorevoli rispetto all’anno scorso mentre una percentuale simile si aspetta, al contrario, risultati migliori. Il bilancio complessivo è di 2,8 milioni di clienti con un incremento dell’1,5% sul 2015 e un indice di riempimento dei locali del 66%. A Pasquetta il ristorante sarà meta soprattutto di turisti, sia italiani (47,1%) che stranieri (14,9%), mentre la percentuale di residenti sarà del 38,2% per la maggiore propensione alla gita fuori porta che contraddistingue questa fascia di pubblico. Per quanto riguarda l’offerta il menù all inclusive riguarderà un ristorante su quattro ad un prezzo medio di 37 euro, in crescita dell’1,4% rispetto all’anno scorso, per una spesa attesa di 104 milioni di euro.