Adapt e Università, convegno internazionale sul futuro del lavoro

Lavoro Jobs Act“Il futuro del lavoro: una questione di sostenibilità” è il tema della settima edizione del convegno internazionale organizzato dalla Scuola di Dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro, promossa dall’Università di Bergamo e da Adapt.

L’evento, patrocinato da Ascom Confcommercio Bergamo e sostenuto dall’Ente Bilaterale del Commercio e dei Servizi, si terrà l’11 e il 12 novembre nella sede dell’Università, in Sant’Agostino. È ormai indubbio che il futuro del lavoro sia al centro dell’attenzione politica, mediatica e accademica. Lo ha dimostrato la recente conferenza italiana di lancio delle iniziative programmate per ricevere riflessioni nazionali sul futuro del lavoro “Il lavoro nel futuro – Il contributo dell’Italia alla riflessione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil)” svoltasi lo scorso 12 ottobre a Montecitorio, cui hanno partecipato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, i vertici delle Parti Sociali e diverse personalità del mondo istituzionale e accademico.

Tuttavia, molte sono le sfide che rimangono aperte e cui bisogna trovare soluzioni adeguate. Lo ha ricordato il direttore generale dell’Oil, Guy Ryder che, nel suo discorso, identificando proprio nella tecnologia, demografia, ambiente e globalizzazione, i quattro principali “drivers of change” dell’attuale fase di profonda trasformazione del mercato del lavoro, invita all’apertura, alla diversità e all’inclusione. È con questo spirito che la Scuola di Dottorato e Adapt analizzano già da tempo il tema del futuro del lavoro soffermandosi sui suoi fattori di cambiamento che, infatti, rappresentano l’angolazione del prossimo convegno internazionale. Grazie alla partecipazione di più di 70 relatori provenienti da più di 23 Paesi di tutto il mondo, il convegno affronterà, in un’ottica interdisciplinare e comparata, i seguenti macro-temi: progresso tecnologico e la digitalizzazione del lavoro; cambiamenti demografici; cambiamenti climatici, disastri naturali e vocazioni territoriali; ruolo delle competenze e dei mestieri nei mercati transizionali; geografia e lavoro in un mondo che cambia.

La partecipazione al convegno è libera e gratuita. Per registrarsi è sufficiente compilare il modulo online. Al pubblico interessato alle ricadute sul caso italiano segnaliamo la pre-conference “Nel cuore della nuova Grande Trasformazione – La sfida dei cambiamenti tecnologici, ambientali e demografici su scuola, ricerca, lavoro, impresa, territorio”. L’appuntamento è per il 10 novembre, dalle 9, in San’Agostino. Parteciperanno, tra gli altri, il rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, Giuseppe Bertagna (Università di Bergamo), Michele Tiraboschi (Università di Modena e Reggio Emilia e coordinatore di Adapt), Delia Campanelli (Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia). L’incontro si svolgerà in lingua italiana e rappresenta un’occasione per trattare, in workshop tematici animati da uomini e donne d’impresa e del sindacato, temi di particolare attualità e importanza come la ricerca nel settore privato, gli sviluppi di Industria 4.0 in termini di lavoro e relazioni industriali, il lavoro agile, l’impresa e la sostenibilità ambientale e il wellness at work.

 

 

 

Il futuro del lavoro: una-questione di sostenibilità – Il programma del convegno internazionale 


Il lavoro all’estero, convegno in Sant’Agostino

Sant'Agostino Aula magna“Il lavoro all’estero: nuove opportunità per la circolazione dei lavoratori” è il tema del convegno in programma giovedì 27 ottobre, dalle 8.30, nell’Aula Magna nell’ex Chiesa di S. Agostino.

Moderati da Elena Signorini, dell’ Università di Bergamo, i lavori prenderanno il via con i saluti degli organizzatori: Marcello Razzino, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Bergamo; Claudio Suardi, presidente Ancl S.U – Unione Provinciale di Bergamo; Angelo D’Ambrosio, direttore  sede di Bergamo dell’Inps; Patrizia Muscatello, direttore della Dtl di Bergamo e Santa Picone, direttore dell’Inail di Bergamo.

Le relazioni saranno a cura di Alberto Levi (Università di Modena e Reggio Emilia) che parlerà di “Lavoro all’estero e circolazione dei lavoratori” e di Marco Frisoni Consulente del Lavoro a Como, che interverrà su “I lavoratori italiani all’estero: modalità di gestione”. A seguire gli interventi di Marco Caruso, responsabile del Processo aziende Inail di Bergamo, che punterà i riflettori su“I Lavoratori Italiani all’estero: adempimenti e tutela Inail”; di Giovanni Santoro, responsabile Inps alla sede di Clusone, che parlerà delle “Convenzioni internazionali nel regime previdenziale italiano”, e di Ilaria Pretelli, responsabile scientifica per il diritto internazionale privato e il diritto italiano all’Isdc di Losanna, che porrà l’attenzione su “La circolazione dei lavoratori e delle loro famiglie: modalità operative”.

Al temine è previsto il dibattito. Per gli iscritti agli Ordini professionali, l’adesione si può effettuare con le consuete modalità previste dall’Organismo di appartenenza. Per gli altri partecipanti è obbligatoria l’iscrizione in via telematica all’indirizzo convegno27ottobre2016@gmail.com.


Contratto del Terziario, sospesa l’erogazione della tranche di aumento

aquila confcommercioIl clima di perdurante incertezza economica che ancora caratterizza il Paese ha spinto Confcommercio e Filcams, Fisascat e Uiltucs a raggiungere un accordo per sospendere l’erogazione della tranche di 16 euro di aumento prevista – per il prossimo novembre – dal Contratto nazionale del Terziario della distribuzione e dei servizi siglato il 30 marzo dello scorso anno.

Le Parti hanno pertanto sottoscritto un accordo integrativo al Ccnl al fine di dare certezze alle imprese sugli adempimenti contrattuali. Nello stesso accordo viene anche stabilito che Confcommercio e Filcams, Fisascat e Uiltucs si incontreranno nuovamente entro il 5 dicembre prossimo per la definizione della nuova decorrenza degli aumenti contrattuali.

Ccnl Terziario – L’accordo integrativo 


Fusini, sugli orari occorre ridare competenza ai territori

di Oscar Fusini*

La liberalizzazione degli orari dei negozi 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno voluta dal governo Monti ha “scippato” alle Regioni la competenza sulle aperture nel commercio. Negli anni sulla materia si era trovato un equilibrio, si era dato un ruolo alle associazioni e soprattutto si erano valorizzati i distretti che svolgevano una funzione di coordinamento e di riflessione.

A distanza di anni c’è da chiedersi se la spinta centralistica abbia avuto effetti positivi. Dal punto di vista dei fatturati, complice la crisi, non ci sono stati.

E neppure sul piano dell’occupazione.

Invece ha avuto la conseguenza di portare la gente che prima faceva gli acquisti durante la settimana a farli la domenica. Ha insomma creato un effetto di sostituzione, non di moltiplicazione.

Si può riavvolgere il filo? In controtendenza, credo che dovrebbero essere i territori a trovare la disciplina per regolamentare le aperture. Occorrerebbe rivedere l’intera materia e fare un serio ragionamento che possa soddisfare un po’ tutti: i piccoli esercenti che non possono reggere l’urto di numerose aperture festive durante l’anno, ma anche la grande distribuzione, dove tutti aprono tutto ma per contrastare le aperture degli altri. Non ultimi i dipendenti per i quali l’apertura 7 giorni su 7 significa turni massacranti e una vita familiare compromessa.

La verità è che in molte festività non conviene l’apertura. E che i consumi non crescono perché non cresce il reddito disponibile delle famiglie. È sul rilancio dei consumi che è necessario intervenire, più che sugli orari.

*direttore Ascom Confcommercio Bergamo


Aperture dei negozi, arrivano le feste e le regole non ci sono ancora

A pochi giorni dal “ponte dei Santi” si riaccende l’attenzione sulle aperture festive degli esercizi commerciali.

In base al nuovo disegno di legge, Ognissanti rientra tra le giornate in cui tenere le serrande abbassate. Ma a distanza di un anno e mezzo, il testo è ancora fermo in Senato. È facile quindi aspettarsi che molti negozi e centri commerciali anche nella nostra provincia il primo novembre saranno aperti.

La normativa in fase di discussione fissa dei paletti sul tema delle aperture e chiusure degli esercizi commerciali e mette a disposizione dei contributi per i piccoli negozi, affinché possano rinnovarsi sia nei locali, sia tecnologicamente. Nel dettaglio, introduce l’obbligo di chiusura per almeno 12 festività, di cui 6 derogabili a livello locale, e istituisce un fondo di 50 milioni di euro per i piccoli negozi. Due elementi che dovrebbero dare un primo segnale di riequilibrio tra la Gdo e i negozi di vicinato, che non hanno dipendenti o che hanno difficoltà a gestirli.

La Fida, Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione, avvicinandosi il periodo delle feste natalizie e, con esse, il rischio concreto di trovare i supermercati aperti nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, invita a riprendere in mano il Disegno di Legge. «Non si tratta di una questione soltanto di carattere morale – spiega Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente di Confcommercio Imprese per l’Italia -, perché il tempo da dedicare alla famiglia è comunque sacrosanto, non solo per i lavoratori dipendenti ma anche per gli imprenditori. Si tratta ugualmente di una questione di carattere economico, perché la deregolamentazione delle aperture festive ha portato solo all’impoverimento del tessuto commerciale: non ha fatto crescere i nostri fatturati ma soltanto spostato quote di mercato verso la grande distribuzione».

La Federazione ha anche lanciato l’ipotesi di un “patto tra galantuomini” con i rappresentanti della Gdo, per garantire almeno la chiusura degli esercizi commerciali durante le feste natalizie di Natale, Santo Stefano e Capodanno.

L’accordo andrebbe a beneficio, oltre che dei commercianti tradizionali, anche dei dipendenti della grande distribuzione che con la legge di liberalizzazione – denunciano i sindacati – sono stati costretti ad accettare di lavorare nei giorni festivi senza riconoscimenti aggiuntivi e senza più turni certi di riposo naturale e feste comandate.

Ricordiamo che, in base alle norme approvate con il cosiddetto “Salva Italia” (L. 214/2011) e in particolare l’articolo 31, commi 1 e 2 (Orari e Apertura nuovi esercizi) e l’articolo 34 (Liberalizzazione delle attività economiche ed eliminazione dei controlli ex-ante), oggi l’apertura è concessa per tutte le giornate dell’anno. Con la revisione in atto le date interessate dalle chiusure sarebbero Natale, Santo Stefano, Capodanno, Epifania, Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, Ferragosto, 8 dicembre, 1° novembre.


Consulenti del lavoro, rinnovato il Consiglio provinciale. Razzino confermato alla presidenza

I Consulenti del Lavoro di Bergamo hanno rinnovato il proprio Consiglio provinciale dell’Ordine. Le elezioni si sono svolte nei giorni scorsi e durante la riunione di insediamento di venerdì 21 ottobre, sono state assegnate le cariche. Marcello Razzino, presidente uscente e membro del Consiglio, che ha ottenuto il maggior numero dei voti, è stato riconfermato presidente all’unanimità. Alessandro Salvetti è stato eletto nuovo segretario, Claudio Cazzamali nuovo Tesoriere. Tra i Revisori è stato riconfermato alla presidenza del Collegio Stefano Rigamonti. Del nuovo Consiglio Provinciale, che resterà in carica per il prossimo triennio 2016 – 2019, fanno parte anche: Colleoni Antonella, Corna Nicola, Fumagalli Flavia, Piccolo Roberto, Previtali Valerio e Spreafico Stefano. Nel Collegio dei Revisori dei Conti figurano anche Doneda Marcello e Ferrari Laura. “Sono davvero molto soddisfatto della squadra che siamo riusciti a costruire – ha affermato Razzino -. L’obiettivo era quello di assemblare un Team in grado di garantire continuità al lavoro svolto, affiancando a colleghi di esperienza pluriennale, giovani colleghi che, oltre ad apportare nuove idee, garantiscono il naturale ricambio generazionale per lo sviluppo della nostra Categoria. Siamo riusciti, innanzitutto, a presentarci alle elezioni con un’unica Lista, presentata dalla nostra Associazione Provinciale ANCL, aspetto questo che denota una grande unità e condivisione all’interno della nostra Categoria. La lista che abbiamo presentato ha come motto “Continuità in cambiamento”. Continuità perché vogliamo proseguire con il lavoro fatto in questi anni, che ha portato la Categoria, sia a livello nazionale che a livello provinciale, ad ottenere importanti risultati e conquiste, cambiamento – ha concluso il presidente – perché siamo chiamati a stare sempre al passo con i tempi, individuando nuove opportunità e prospettive, in un’ottica di condivisione e multidisciplinarità”. Gli iscritti all’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Bergamo sono attualmente 347 e sono in continuo incremento. I praticanti iscritti nell’apposito Registro sono attualmente 41.

 


Terziario, Confcommercio sigla l’accordo sull’apprendistato di I e III livello

Il 19 ottobre scorso, Confcommercio ha firmato con Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL l’accordo sull’apprendistato nel Terziario sia per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore (art. 41, co. 2, lett. a, d.lgs. n. 81/2015 ) sia sull’apprendistato di alta formazione e ricerca (art. 41, co. 2, lett. c), d.lgs. n. 81/2015). “Si tratta di un accordo importante – annota Enrico Betti, responsabile delle Politiche del Lavoro di Ascom Confcommercio Bergamo e componente della Commissione Lavoro di Confcommercio Imprese per l’Italia – che ancora una volta conferma la rilevanza dei corpi intermedi nel mercato del lavoro avvicinando tra loro istituzioni, scuole e Imprese. Un metodo virtuoso che crea un contratto “cerniera” vantaggioso per tutti i soggetti coinvolti, ma sopratutto contribuisce a creare una figura professionale adeguata alle esigenze dell’impresa e all’effettivo fabbisogno del mercato del lavoro”.

L’accordo prevede quanto segue:

* Apprendistato di I livello per i giovani dal compimento dei 15 anni fino al compimento dei 25 anni

Per l’apprendistato di I livello, viene disciplinata la retribuzione delle ore svolte presso il datore, ferme restando le previsioni di legge per la formazione curriculare:

  • ore di formazione svolte presso l’istituzione formativa: nessuna retribuzione (ex art. 43, co. 7);
  • ore di formazione svolte presso il datore in base al piano curriculare: 10% della retribuzione dei lavoratori qualificati per la medesima figura professionale;
  • ore svolte presso il datore eccedenti quelle di formazione:
1° e 2° anno 50% dei qualificati
3° anno 65% dei qualificati
Eventuale 4° anno 70% dei qualificati

Inoltre, viene introdotta una misura incentivante per la prosecuzione del rapporto a tempo indeterminato, prevedendo in questo caso un sottoinquadramento del lavoratore di un livello per ulteriori 12 mesi. Ancora, viene disciplinata la possibilità di proseguire il rapporto in apprendistato professionalizzante per ottenere anche la qualifica contrattuale, nel rispetto delle durate massime previste dalla disciplina contrattuale per l’apprendistato professionalizzante. Detto in altri termini, la somma dei periodi in apprendistato di I livello e in apprendistato professionalizzante non può superare i 36 mesi ovvero i 42 e 48 per le specifiche qualifiche con durata fino a 5 anni, previste nell’accordo di riordino dell’apprendistato del 24 marzo 2012.

Apprendistato di III livello per i giovani tra i 18 anni ed i 29 anni in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore

Per l’apprendistato di III livello, la retribuzione è così stabilita:

  • ore di formazione svolte presso l’istituzione formativa: nessuna retribuzione (art. 43, co. 7);
  • ore di formazione svolte presso il datore in base al piano curriculare: 10% della retribuzione dei lavoratori qualificati per la medesima figura professionale;
  • ore svolte presso il datore eccedenti quelle di formazione:
    • prima metà del periodo: l’apprendista è sottoinquadrato di due livelli
    • seconda metà del periodo: l’apprendista è sottoinquadrato di un livello

 

 

 


Contrattazione, Bergamo al top per numero di accordi e innovazione

La Fiera della Contrattazione è un’iniziativa della Cisl regionale per mettere a confronto e favorire la conoscenza degli addetti ai lavori sullo stato di salute della contrattazione sindacale nelle provincie della Lombardia.

Nell’edizione di quest’anno, Bergamo ha riportato importanti riconoscimenti: innanzitutto, sul totale degli accordi selezionati, il 25% (ossia 97 su 402 in valori assoluti) è stato stretto in aziende orobiche dalle categorie della Cisl. Poi, due di questi accordi sono stati segnalati come migliori delle proprie categorie: si tratta dell’accordo alla Daina (per la flessibilità) e quello all’Ubi Banca (per la gestione della crisi).

Nell’analisi generale, sottolinea Giorgio Caprioli, responsabile dell’Osservatorio contrattazione di Cisl Lombardia, «continua, senza eccessivi strappi, la tendenza a spostare la contrattazione dagli argomenti tradizionali a quelli difensivi o di scambio. La contrattazione rimane l’anima più profonda del nostro mestiere, ma è un’anima che si sta trasformando, senza che quasi ce ne accorgiamo: da una contrattazione tipicamente rivendicativa, dove “portavamo a casa” più salario e più diritti, a una contrattazione dove il lavoro non è dato più per scontato, ma è l’elemento principale, da salvaguardare anche a costo di qualche sacrificio sul salario e sui diritti. Il lavoro diventa così centrale, non più per il suo costo, ma come garanzia minima di reddito e di identità».

Bergamo, come detto, quest’anno ha riportato due riconoscimenti. L’intesa alla Daina, siglata dalla Fisascat Cisl, riguarda il meccanismo che regola la banca delle ore, che prevede un 50% di riposi compensativi a scelta del lavoratore e l’altro 50% a discrezione dell’azienda, per i periodi di minor intensità lavorativa.

«È stata un’intesa rivoluzionaria per l’ambito nella quale è avvenuta – ricorda Alberto Citerio, segretario generale Fisascat, autore dell’accordo -. Il centro Odontostomatologico Daina di Nembro è una realtà storica, operativa da 35 anni, molto professionale e strutturata. Applica il Ccnl degli studi professionali, ha più di 30 dipendenti, quasi tutte donne giovani, che svolgono il ruolo di assistenti alla poltrona. Nel Centro, si sono da subito evidenziate esigenze di conciliazione tra la famiglia e i tempi di lavoro. L’attività comportava improvvisi cambi di programma e il rispetto dei tempi spesso non poteva essere assolto».

«L’accordo raggiunto – prosegue – è stato il frutto di una contrattazione lunga e articolata sul secondo livello. Nel 2015 è stata infatti normata l’estrema flessibilità insita nella routine del lavoro e sono stati forniti strumenti di conciliazione in più: l’orario di lavoro straordinario sul part time viene rilevato in minuti e non in modo approssimato; la maggiorazione viene erogata nello stesso mese e l’eventuale recupero viene sempre concordato con la lavoratrice. Inoltre, importante, per gestire questo meccanismo è stato creato un tavolo tecnico, nel quale periodicamente si incontrano Rsu e direzione».

«È un piacere – conclude Citerio – che questo sforzo sia stato evidenziato: non è semplice sviluppare contrattazione di secondo livello in strutture di questo tipo. Credo anzi che sia un caso unico in tutta Italia».

Poco tradizionale anche l’accordo raggiunto in Ubi nel corso dello scorso anno, per la concessione da parte dell’azienda di congedo non retribuito e di part-time, l’accoglimento delle domande di prepensionamento da parte dei disabili, la copertura da parte dell’azienda di un ulteriore 20% in caso di congedo parentale, per gestire nel modo più indolore possibile la crisi che comporta esuberi.

Andrea Battistini, della First Cisl di Bergamo lo ricorda ancora: «L’azienda ci ha prospettato, dal 2012 in poi, esuberi per quasi 2.000 lavoratori in tutto il gruppo, chiedendo di attivarci per avviare esodi e prepensionamenti, solidarietà obbligatoria, deroghe al Ccnl e all’integrativo e utilizzo della legge 223 per i licenziamenti collettivi».

Nel corso degli anni la trattativa sindacale è riuscita a contenere il numero degli allontanamenti e l’utilizzo di deroghe; ad adottare la Solidarietà solo in regime di volontarietà e favorito un numero alto di prepensionamenti. Infine, con l’intesa del 2015, rimanendo nel solco del Contratto nazionale, i sindacati hanno lavorato per esuberi volontari, social day volontari e congedi parentali (+39% sull’anno precedente), incentivo al part time (cresciuto del 29%), tagli dello straordinario, mentre, sugli ultimi 70 esuberi, sono stati privilegiati dipendenti svantaggiati o titolari di 104 (e in 17 ne hanno usufruito).

«Le banche – termina Battistini – non generano più la redditività di una volta perché la metà dei ricavi è determinata dall’intermediazione, e i crediti pesano. Noi siamo riusciti a rivedere le strategie di contrattazione, utilizzando strumenti come la solidarietà che non facevano parte della nostra cassetta degli attrezzi. Abbiamo permesso all’azienda di risparmiare e abbiamo favorito la conciliazione della vita e del lavoro, della qualità e tutto su base volontaria. Abbiamo coniugato interessi una volta incompatibili».


La Lombardia traina la ripresa. Export in crescita

lavoro-scintill.jpgPil, la Lombardia traina la ripresa. In un periodo di crescita economica ancora limitata, la Lombardia riesce a far registrare risultati superiori alla media nazionale per quanto riguarda il Prodotto interno lordo. E le previsioni di crescita per il 2018 sono le migliori a livello nazionale. Se il Pil quest’anno in Italia dovrebbe raggiungere una crescita dello 0,8% rispetto allo scorso anno, l’incremento per la nostra regione sarà infatti pari all’uno per cento. Più avanti, in questa particolare classifica, c’è solo l’Emilia Romagna che dovrebbe far segnare una differenza dell’1,1 per cento. Tutte inferiori le previsioni per le altre regioni: 0,9 per cento per il Lazio e il Veneto; 0,8 per cento per la Toscana; 0,7 per cento per il Piemonte; 0,6 per cento per la Puglia; 0,5 per cento per la Liguria; 0,5 per cento per la Campania e 0,5 per cento per la Sicilia. Suddividendo la Penisola in macro aree, emerge invece che la crescita maggiore è quella del Nord Est e del Centro con lo 0,9 per cento, segue il Nord Ovest con lo 0,8 per cento e infine il Mezzogiorno con un salto dello 0,5 per cento.

Le elaborazioni di Eupolis Lombardia su dati Prometeia permettono però di estendere le previsioni fino al 2018. Emerge così che la Lombardia ha davanti a sé nei prossimi mesi una progressione di crescita maggiore rispetto a tutte le altre regioni italiane. Così, se nel 2017 il Pil lombardo crescerà dell’1,1 per cento, l’anno successivo l’incremento sarà pari all’1,3 per cento. Superiore anche a quello del Veneto e dell’Emilia Romagna, che si fermeranno all’1,2 per cento. Quello nazionale sarà invece pari esattamente all’uno per cento. Soddisfacenti risultano essere anche alcune voci particolarmente emblematiche dello stato in cui versa l’economia di un territorio. Cresce in Lombardia la produzione industriale (+0,8 per cento la variazione congiunturale relativa al secondo trimestre 2016; +2,2 per cento quella tendenziale). In salita anche gli ordini esteri (+1,7 cento e 4,1 per cento) e il fatturato totale (0,5 per cento e 1,9 per cento). Per farsi un’idea del valore della crescita lombarda, si consideri che alla variazione pari allo 0,8 per cento della crescita industriale fa da contraltare una riduzione dello 0,4 per cento a livello nazionale. Si dimostra favorevole alla Lombardia anche il fronte esportazioni che, tra gennaio e giugno di quest’anno, ha fatto segnare un incremento dello 0,7 per cento. Non un dato strepitoso, ma  acquista valore se si pensa che la media nazionale è rimasta ferma al palo (variazione nulla) e diverse regioni hanno fatto segnare differenziali negativi: il Piemonte addirittura del 7,4 per cento e il Lazio del 4,2 per cento.

 


Igiene alimentare e sicurezza sul lavoro, in Ascom i corsi obbligatori

Sono ripartiti in Ascom Confcommercio Bergamo i corsi per adempiere agli obblighi di formazione in materia di igiene degli alimenti e sicurezza sul lavoro.

I corsi in tema di igiene degli alimenti sono rivolti agli operatori del settore alimentare. I corsi di prima formazione, della durata di 3 ore (dalle 14.30 alle 17.30), si svolgono nella sede di Bergamo in via Borgo Palazzo 137 (qui il calendario); i corsi di aggiornamento, della durata di 2 ore (dalle 14.30 alle 16.30), sono proposti nella sede di Bergamo e nelle sedi periferiche di Osio Sotto, Sarnico, Trescore Balneario, Zogno (in queste date).

sicurezza - antincendio - ufficioIn materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, sono in calendario i corsi obbligatori per tutti i settori di attività sia privati che pubblici, per tutte le tipologie di rischio e per tutti i lavoratori, con o senza retribuzione, subordinati e autonomi, compresi i soci lavoratori di cooperativa o di società, anche di fatto, che prestano la loro attività per conto della società e dell’ente stesso; associati in partecipazione; lavoratori a progetto; collaboratori coordinati e continuativi; lavoratori a domicilio; lavoratori a distanza – telelavoro -, tirocinanti, buoni lavoro – o voucher-, e via di seguito.

A disposizione i corsi e relativi aggiornamenti per “Responsabile del servizio prevenzione e protezione (Rspp) e aggiornamento” rivolto ai datori di lavoro, e “Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls)”. In materia di antincendio e primo soccorso, sono programmati i corsi: addetto antincendio basso rischio, addetto antincendio medio rischio, addetto al primo soccorso, aggiornamento addetto al primo soccorso.

In risposta agli obblighi previsti dall’Accordo Stato Regioni, siglato il 21 dicembre 2011, che impongono la formazione generica e specifica dei lavoratori (esclusi preposti e dirigenti), Ascom organizza inoltre corsi di Formazione Generale (della durata di 4 ore, con acquisizione di credito formativo permanente) e di Formazione Specifica rivolti ai lavoratori: 4 ore di lezione se si svolge una mansione a basso rischio e 8 ore se si svolge una mansione a medio rischio.

Si ricorda che l’Accordo Stato Regioni 21 dicembre 2011 disciplina anche i corsi di formazione per lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi (Rspp). L’Accordo prevede l’obbligo di aggiornamento della formazione per coloro che hanno frequentato i corsi conformi al D.M. 16/01/1997. Il termine di aggiornamento è fissato per l’11 gennaio 2017.

La durata del corso di aggiornamento per le attività classificate a basso rischio è di 6 ore da ripetersi con cadenza quinquennale. I corsi di formazione per i datori di lavoro per attività classificate a basso rischio si svolgeranno: lunedì 24 ottobre dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16 (incontro unico); martedì 8 e mercoledì 9 novembre dalle ore 9 alle ore 12 (due incontri); lunedì 28 novembre dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16 (incontro unico).

Infine, Ascom organizza il corso per addetti all’utilizzo dei carrelli elevatori semoventi (mulettisti), per tutti i lavoratori, compreso il datore di lavoro, che conducono tali mezzi. Il corso prevede 12 ore di formazione, suddivise tra 8 ore di teoria e 4 di pratica.

I corsi si tengono per lo più alla nuova sede di Bergamo, in via Borgo Palazzo 137.

Il calendario completo di tutti i corsi è disponibile sul sito www.ascomqsa.it.

Per tutti i corsi, ad esclusione di quelli di formazione generale e specifica e mulettisti, è previsto un contributo fino a esaurimento dei fondi rivolto alle aziende iscritte all’Ente Bilaterale del Commercio e Turismo. Per usufruire dei sussidi, la partecipazione al corso non deve essere soggetta ad altre forme di finanziamento.

Per maggiori informazioni e iscrizioni contattare la segreteria organizzativa dell’area Gestionale (tel. 035 4120181/ 035 4120129, gestionale@ascombg.it).