I fioristi scrivono ai sindaci per dire no alla vendita abusiva di fiori per la Festa della donna

Una lettera per intensificare i servizi di controllo per le feste dell’ordine

Gruppo Fioristi Ascom Confcommercio Bergamo, in vista della ricorrenza della festa della donna dell’8 marzo, ha inviato a tutti i sindaci bergamaschi una lettera per sollevare l’attenzione sul tema dell’abusivismo. “Il fenomeno, se non adeguatamente contrastato, si ripeterà anche in questa occasione, e vedremo venditori abusivi posizionati nelle principali piazze e strade delle città vendere indisturbati la loro merce a dispetto di ogni legge fiscale, amministrativa e in mancata ottemperanza di tutti i provvedimenti per il contrasto della diffusione del Covid 19” queste le parole di Adriano Vacchelli, presidente del Gruppo Fioristi Ascom. “Tale situazione produce un danno enorme agli operatori in regola, i quali devono giustamente operare nel rispetto di tutte le norme fiscali, amministrative ed oggi anche sanitarie- aggiunge-. In queste giornate particolari, dove il fiore è anche il simbolo della festa, speriamo di poter recuperare una parte del lavoro perso in questi mesi”. La categoria ha chiesto ai sindaci di predisporre per l’occasione un servizio di controllo da parte delle forze dell’ordine, a tutela della legalità.


Pubblici esercizi: “Stop ai controlli dei green pass, valga l’autoregolamentazione”

Fipe chiede che la categoria sia esonerata da controlli e relative sanzioni 

La Federazione italiana dei Pubblici esercizi sposa in pieno la linea espressa ieri dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che auspica un progressivo e inesorabile ritorno alla normalità, in attesa del termine dello stato di emergenza sanitaria. Una normalità che dovrà, prima di tutto, come richiesto da tempo da Fipe-Confcommercio, coincidere con una revisione del sistema dei controlli dei green pass all’interno dei locali. Controlli che non dovranno più essere in capo al personale dei Pubblici esercizi, oberati in questi mesi da un lavoro che non è proprio, ma alle verifiche delle forze dell’ordine. Allo stesso modo le eventuali sanzioni per chi verrà colto in violazione della normativa dovranno ricadere esclusivamente sul responsabile e non, come accaduto fino ad ora, anche sull’esercente. “Per due anni, con sacrifici individuali e collettivi, i gestori dei pubblici esercizi hanno condiviso la responsabilità di mantenere il più bassa possibile l’incidenza dei contagi – sottolinea Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio –. Ora, in attesa del superamento definitivo del green pass, reso possibile dall’alto tasso di vaccinazione della popolazione, è necessario che si ritorni al principio dell’autoresponsabilità, restituendo a ciascuno il suo ruolo. La ripresa delle attività economiche e sociali passa anche da qui”.

I pubblici esercizi lombardi avevano già chiesto un allentamento delle restrizioni, poco prima dell’ingresso in zona bianca. Fipe Lombardia aveva infatti scritto al scorsi governatore Attilio Fontana

chiedendo di avanzare in Conferenza Stato Regioni la proposta del settore che rilevava come “sussistessero le condizioni per escludere l’obbligo del green pass per accedere ai pubblici esercizi o, fermo il possesso della carta verde, chiede di introdurre il principio di autoresponsabilità, qualora si volesse mantenere in via cautelativa l’obbligo”. Di fronte a un controllo delle forze dell’ordine, in questo caso, Fipe chiede che solo l’avventore debba rispondere dell’eventuale mancanza della certificazione verde e non gli esercenti, gravati da responsabilità e oneri che pesano sull’organizzazione del lavoro di un tessuto formato in prevalenza da micro e piccole imprese.

Si andrebbero così a uniformare gli oneri in capo agli esercenti a quelli di altre categorie, dove il green pass o non è richiesto o i controlli avvengono a campione.

Siamo convinti che contribuire all’uscita da questa emergenza sia un dovere collettivo che ricade su ogni individuo e categoria economica, inclusa la nostra– ha sottolineato Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar e caffetterie Ascom-. Tuttavia riteniamo che sia arrivato il momento per cui siano le attività preposte a esercitare funzioni di controllo e sia tempo che ognuno, con il progressivo ritorno verso una nuova e tanto sudata normalità, eserciti le proprie rispettive funzioni e si assuma le relative responsabilità”. Il comparto continua a soffrire: “Il 2021 è stato un anno fortemente negativo per i locali che non hanno beneficiato del turismo di prossimità, che è stata l’unica fonte di salvezza con l’assenza di turisti e visitatori stranieri- continua Beltrami-. Oggi è fondamentale allinearsi agli altri Paesi con il ritiro di tutte le prescrizioni per chi viaggia per evitare un’ecatombe del turismo primaverile ed estivo, l’unica vera fonte di salvezza per il nostro Paese, viste le grandi difficoltà e i sacrifici che le famiglie italiane affrontano ogni giorno. La situazione con i rincari e l’emergenza energetica non è mai stata cosi dura”.


Torna Museo City: Milano, Brescia e Bergamo riscoprono “Le Stanze dell’Arte”

Da oggi a lunedì oltre 90 istituzioni apriranno le proprie porte ai visitatori con mostre, visite guidate, laboratori e attività speciali

Dopo due edizioni online, torna in presenza “Milano Museocity”, la manifestazione promossa dal Comune di Milano e realizzata in collaborazione con l’Associazione MuseoCity, nata per riscoprire e far conoscere la ricchezza del patrimonio artistico dei musei cittadini, valorizzandone la funzione culturale.
Da oggi, venerdì 4 marzo, fino a lunedì 6 marzo oltre 90 Istituzioni pubbliche e private partecipano alla sesta edizione della manifestazione, musei d’arte, di storia, musei scientifici, case museo, archivi d’artista, archivi e musei d’impresa diffusi su tutto il territorio cittadino e, per la prima volta, anche oltre i confini della città con i Comuni di Bergamo e Brescia – insieme saranno Capitale Italiana della Cultura nel 2023 – che hanno selezionato alcune tra le Istituzioni più rappresentative del territorio.
L’iniziativa, generalmente circoscritta alla città meneghina, quest’anno allarga gli orizzonti coinvolgendo qiundi Bergamo e Brescia con l’intento di aprire le porte di luoghi storici e artistici inserendoli nel circuito di MuseoCity che si propone di mette in rete musei d’arte, di storia, di design, musei scientifici, case museo, atelier d’artista, musei d’impresa, archivi, fondazioni e istituzioni bancarie e culturali.

Centinaia gli appuntamenti: “Le stanze dell’arte” il tema della sesta edizione

Dal 4 marzo i musei coinvolti aprono al pubblico le loro porte fisiche o virtuali, proponendo un programma con centinaia di appuntamenti tra visite guidate, laboratori per bambini, conferenze, incontri, aperture straordinarie e iniziative speciali accomunate da un unico tema conduttore – le “Stanze dell’Arte” – focalizzato sugli edifici che ospitano i musei (pubblici e privati), raccontati dai loro curatori e direttori.
Tra le Istituzioni presenti per la prima volta, ci sono l’Archivio Emilio Scanavino, ospitato in una palazzina di inizio ‘900, una volta sede di un noto laboratorio professionale fotocolore; l’Archivio Negroni, che propone un corso introduttivo al bassorilievo con esercizio pratico; l’Associazione Culturale Mosè Bianchi, Pompeo Mariani, Elisabetta Keller con l’apertura dell’ex Atelier della Keller, oggi sede degli archivi dei tre artisti, e visite guidate e conferenze quotidiane dedicate ad un’artista differente; la Fondazione Francesco Somaini Scultore, ex atelier dello scultore in un palazzo storico del FAI, recentemente inaugurato (settembre 2021), propone una mostra, una conferenza e un’attività digitale; la Fondazione Luciana Matalon, spazio nel cuore di Milano, dedicato all’arte contemporanea, in cui ogni parte è stata ideata e personalizzata dall’artista (soffitto di specchi, pavimento dipinto); l’Officina Rancilio 1926, progetto in itinere alla scoperta degli oggetti di design custoditi nei musei cittadini di Parabiago.

Prima volta per Bergamo e Brescia

Prima volta, ovviamente, anche per le realtà di Brescia e Bergamo: nella città dei Mille saranno invece coinvolte l’Accademia Carrara, il Museo Civico di Scienze Naturali “E. Caffi”, il Museo delle Storie di Bergamo, il Palazzo della Ragione, il Palazzo e Giardini Moroni. La Leonessa partecipa con le quattro sedi gestite da Fondazione Brescia Musei – Museo di Santa Giulia, Brixia. Parco archeologico di Brescia Romana, Pinacoteca Tosio Martinengo e Museo delle Armi “Luigi Marzoli”-, con il Museo Diocesano e con la Casa Museo di Palazzo Tosio.

“Museo Segreto”, l’itinerario tra realtà e metafora

Come ogni anno l’Associazione MuseoCity, oltre a coordinare il programma generale, cura e organizza direttamente alcune tra le più importanti iniziative della manifestazione tra cui “Museo Segreto”, itinerario curato da Federica Giacobello con la supervisione di Gemma Sena Chiesa, dedicato alle Stanze dell’Arte. L’attenzione sarà rivolta alle sedi, palazzi storici o di nuova
creazione, che ospitano le diverse istituzioni partecipanti, ci si focalizzerà anche sulle sale espositive, si scopriranno particolari architettonici e decorativi inediti, e allestimenti storici o contemporanei. Si racconterà anche di altre “stanze”, semplici laboratori, dove l’opera d’arte è stata creata. Una mostra diffusa, quindi, tra realtà e metafora.

Il programma completo di tutte le iniziative su www.museocity.it , su www.yesmilano.it e su app.museocity.it con anche alcune proposte di itinerari.


Mobili, Lorenzo Cereda resta alla guida: “Buon momento per il comparto ma temiamo una frenata”

Veronica Rota e Cinzia Colleoni vicepresidenti. In consiglio entra Michele Bassini

Lorenzo Cereda, 72 anni, della “Cereda Mobili” di Zanica è stato confermato alla guida del gruppo Mobili e arredamento Ascom Confcommercio Bergamo, carica che ricopre dal 2009. Lo affiancano Veronica Rota della “Mobil Rota” di Almenno San Bartolomeo e Cinzia Colleoni di “Colleoni Arredamenti New” di Curno, entrambe con il ruolo di vicepresidente. In consiglio entra Michele Bassini di “Bassini Arredi” di Cividate al piano; confermato Gian Pietro Carminati di “Carminati e Sonzogni” di Zogno.

Il settore sta vivendo un buon momento, complice la crescente attenzione destinata agli spazi domestici per effetto della pandemia, unitamente agli incentivi fiscali per ristrutturazioni e relativi bonus. “L’anno che si è chiuso è stato molto positivo per il comparto- commenta Lorenzo Cereda-. L’effetto bonus mobili unitamente alla riscoperta delle case, mai vissute tanto come negli ultimi due anni, ha contribuito al rilancio del settore arredo. Le cucine continuano a essere traino del comparto, unitamente alla zona living; oltre a salotti e divani c’è maggiore attenzione alle postazioni per lo smart working. E si ripensano anche le camerette dei ragazzi, anche per effetto della didattica a distanza“. Nonostante l’avvio positivo del 2022, con la proroga del bonus mobili e gli sgravi legati alle ristrutturazioni, le preoccupazioni non mancano: “Il caro energia incide pesantemente sui costi delle nostre imprese che contano su ampi spazi espositivi, con bollette sia per energia elettrica che gas più che raddoppiate- continua Cereda-. Il conflitto in Ucraina aggrava ulteriormente il quadro. La normativa più stringente legata al bonus 110 crea incertezza nei consumatori, a loro volta colpiti nel portafoglio dai rincari energetici. Se con le riaperture post lockdown si chiudevano i contratti in tempi brevi, ora si verifica un certo rallentamento nella decisioni. La voglia di riprogettare casa comunque non manca ed è in questo che confidiamo, anche se il timore di una frenata inizia a farsi sentire”. Pesano anche i ritardi nelle consegne: “La filiera della produzione lamenta ritardi nel reperimento materiali, che si ripercuotono sulle consegne – spiega Cereda-. Capita così di dover organizzare due o tre consegne a clienti al posto di una, con un conseguente innalzamento dei costi”.
Quanto ai numeri, i negozi di arredo sono 414, di cui 79 in città (dati Ascom su elaborazione dati camerali al IV trimestre 2021). Negli ultimi anni sono passati da 421 a 414 (con 7 chiusure, pari al-1,6%). In città il numero dei negozi è aumentato, passando da 71 a 79 insegne, una crescita imputabile all’apertura di grandi marchi.


Il commercio si tinge di azzurro e giallo per dire no alla guerra

Ascom aderisce alla campagna nazionale Confcommercio in solidarietà all’Ucraina

Il commercio esprime solidarietà all’Ucraina, scegliendo di esporre nei negozi un messaggio di pace. Un “no alla guerra”, che affianca i colori della bandiera italiana a quelli ucraini. Ascom Bergamo aderisce alla campagna nazionale Confcommercio per dare un segnale di partecipazione e vicinanza alle popolazioni colpite dal conflitto ucraino con una vetrofania da scaricare ed esporre sulle vetrine degli esercizi commerciali e da utilizzare sui social per dire convintamente “no alla guerra, sì alla pace”.

“La guerra in Ucraina rende chiara l’esigenza di scelte tempestive ed adeguate per riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale. All’Europa serve una compiuta e comune politica estera di difesa e sicurezza, così come una compiuta e comune politica energetica. Sfide straordinarie che metteranno ancora una volta a dura prova la nostra economia, le prospettive di crescita e la tenuta delle nostre imprese già duramente colpite da due anni di pandemia”, questo il messaggio che accompagna la campagna nazionale.

Tra le iniziative messe in campo, anche quella del Gruppo Librai e cartolai Ascom che aderisce alla campagna nazionale Ali- Associazione librai italiani, invitando a “vestire” le vetrine con i colori della bandiera ucraina. La proposta di Ali è quella di utilizzare le copertine dei libri per tingere le vetrine di giallo e blu.

“In questo momento drammatico Ascom intende riaffermare con decisione il valore della pace e dire no alla guerra a partire da ogni singola vetrina- commenta il presidente Ascom Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli-. Invitiamo inoltre i soci ad aderire alla raccolta fondi della Fondazione Comunità Bergamasca Onlus a sostegno della popolazione ucraina in arrivo nella Bergamasca, per accogliere nel migliore dei modi chi fugge dalla guerra, vedendosi costretto a lasciare il proprio Paese”.

La vetrofania e il messaggio da condividere sui social si possono scaricare qui

Per partecipare alla raccolta della Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus è possibile effettuare un bonifico con erogazione liberale e causale “Emergenza Ucraina” alla Fondazione (IBAN: IT 58 U 03069 09606 100000185910; BANCA: Banca Intesa; Swift/Bic: B C I T I T M M) Le donazioni possono essere anche fatte on line sul sito della Fondazione(cliccando al link https://www.fondazionebergamo.it/news/un-aiuto-per-lucraina/).


Abbigliamento, negli ultimi 5 anni perse 403 insegne. Pedrali: “Fare gruppo è vitale”

Riconferma per Pedrali e Rota come vice. In consiglio entrano Paola Morandi e Guido Rossi

Diego Pedrali, 71 anni, titolare de “L’uomo più” di Torre Boldone è stato confermato alla guida del Gruppo Abbigliamento, calzature e articoli sportivi Ascom Confcommercio Bergamo, carica che ricopre dal 2001. Lo affianca con il ruolo di vicepresidente Gianfranco Rota, 60 anni, di “Rota Calzature” a Valtesse.

Il direttivo, allargato, raccoglie tutti i settori merceologici rappresentati, dall’abbigliamento alle calzature, dagli articoli sportivi agli abiti da cerimonia. In consiglio: Marisa Gamba di “Pigal” Abbigliamento da cerimonia di Almè, Andrea Provenzi di “Provenzi store” di Trescore Balneario, Lodovico Ruggeri di “Via Roma 8” di Costa di Mezzate, Paola Morandi di “Atelier Emè” di Bergamo, Guido Rossi di “Guido Confezioni” di Clusone e Luciano Zenoni di “Calzature Franca” di Clusone.

“Spero di poter continuare a rappresentare al meglio la categoria, grazie anche alle informazioni che raccolgo in Federmoda Italia– commenta Diego Pedrali, che ricopre anche la carica di vicepresidente della Federazione nazionale-. Mai come in questi due anni difficili i continui stop e riaperture hanno rappresentato l’occasione di dare valore alle relazioni, tenendo noi commercianti in costante contatto Avere un’attività nell’immediata periferia della città mi ha sempre consentito di cogliere le problematiche vissute sia nella provincia che in centro, e mi ha portato a rinsaldare i legami costruiti in questi anni con i colleghi. La prima azione del Gruppo sarà quella di rafforzare la presenza sul territorio, anche grazie alle delegazioni Ascom, e di fare così sentire la nostra vicinanza ai singoli negozi”.

Negli ultimi anni il settore ha pagato alto il prezzo della crisi. Nel nostro territorio si sono spente 403 insegne (-18,7%) negli ultimi 5 anni, di cui 50 in città (-11,9%). Oggi i negozi di abbigliamento sono 1743, di cui 367 in città (dati Ascom IV trimestre 2021 su elaborazione dati camerali).

Stare aperti è già una sfida con i tempi che corrono– ha continuato Pedrali-. In questi anni abbiamo purtroppo assistito a troppe chiusure, che non hanno risparmiato nemmeno imprese storiche e prestigiose e nemmeno nel centro della città. Il nostro settore merita più attenzioni e portare avanti le nostre istanze in questi anni difficili è doveroso e importante”. Grazie all’azione a livello nazionale di Federmoda Confcommercio sono arrivati i primi importanti risultati: “Abbiamo ottenuto il credito d’imposta al 30% sulle rimanenze in questi due anni di pandemia, che prima della nostra azione sindacale era riservato solo alle aziende produttrici- continua Pedrali-. Ora intendiamo opporci con decisione alla liberalizzazione delle vendite promozionali e dei saldi che, sommate agli orari liberi e alle aperture domenicali, non possono che andare ad esclusivo beneficio delle medie e grandi strutture di vendita, mettendo ulteriormente in croce le piccole imprese familiari”.


Benzinai, Renato Mora alla guida. “Settore in crisi, tra caro carburante e crisi energetica”

Ernesto Tironi confermato alla vicepresidenza, tre nuove nomine in consiglio

Renato Mora, 55 anni, titolare della stazione di servizio Eni di Dalmine, è stato confermato alla guida del Gruppo Distributori carburanti Ascom Confcommercio Bergamo, carica che riveste dal 2017, oltre a far parte del consiglio direttivo nazionale Figisc Confcommercio.

Lo affianca anche in questo mandato con il ruolo di vicepresidente Ernesto Tironi, 59 anni di Mozzo. Il consiglio vede la conferma di Michele Caputo di Ciserano e Angelo Amissini e l’ingresso di tre nuovi componenti: Massimiliano Pagnoncelli di Grumello del Monte, Bismarck Flores Segalini di Alzano Lombardo e Ricardo Bustamante di Bergamo.

La categoria vive una crisi senza precedenti, tra prezzi alle stelle dei carburanti e caro energia: “Gli incrementi delle bollette dell’energia elettrica oscillano tra il 50 e il 100 %. Siamo davvero allo stremo- sottolinea Renato Mora– . Non possiamo intervenire sull’illuminazione, indispensabile per la sicurezza e per permettere il rifornimento nelle 24 ore. A differenza di altre categorie non abbiamo altre leve per risparmiare, con prezzi imposti, tassazione elevata e oneri contrattuali legati alle compagnie petrolifere. A livello nazionale la Federazione Figisc Confcommercio sta cercando un dialogo sia con il Ministero dello Sviluppo Economico che con i rappresentanti delle compagnie petrolifere per calmierare i prezzi e rivedere o rimodulare i contratti di fornitura alla luce dei considerevoli aumenti dei costi. A queste condizioni, senza contare poi le probabili ripercussioni del conflitto in Ucraina sul prezzo del greggio e del carburante, è davvero difficile stare in piedi”. I distributori di carburanti sono stati già messi a dura prova negli ultimi due anni: “Durante il lockdown abbiamo registrato un crollo dell’80-90% del lavoro, nonostante fossimo aperti per decreto in quanto attività essenziale, e il 2020 nel complesso ha segnato in media il 30-40% di perdite di fatturato– continua Mora. Con questi numeri abbiamo rischiato tutti di chiudere: i nostri margini di ricavi sono davvero minimi tra Iva e accise e oneri contrattuali con le rispettive compagnie petrolifere. Senza contare che all’inizio della pandemia, quando i dispositivi di protezione individuale erano irreperibili, moltissimi di noi si sono ammalati di Covid-19”. La crisi ha fatto però riscoprire lo spirito di squadra e il valore dell’associazione: “Non siamo mai stati uniti e compatti come in questi anni ed è stato bello ritrovarsi in occasione di questa prima assemblea annuale. L’associazione è stata fondamentale per orientarci in un mare di decreti, fornendo un’assistenza burocratica insostituibile. Grazie all’azione sindacale della Federazione sono stati inoltre ottenuti risultati vitali per le nostre imprese, a partire dall’ottenimento dei ristori da cui la nostra categoria era stata inizialmente esclusa”.

Quanto ai numeri, si evidenzia, nonostante tutto, una sostanziale tenuta del numero di impianti di distributore carburante. Sono 218di cui 40 in città (dati al IV trimestre 2021,elaborazione Ascom su dati camerali). Il numero nel corso degli ultimi cinque anni è stato pressoché uguale, è calato solo di 4 unità a livello globale, mentre in città non si sono registrare diminuzioni.

Resta tuttavia elevato il turn-over nelle attività: “Purtroppo assistiamo a continui cambi di gestione, in media ogni tre anni- spiega Mora. Il ricambio per fortuna c’è anche nell’associazione, che viene sempre più percepita come importante soprattutto tra le nuove leve. Per questo confidiamo di allargare ulteriormente la base associativa nei prossimi mesi”. 


No alla guerra in Ucraina, la vetrofania da scaricare ed esporre

Il manifesto Confcommercio per riaffermare le ragioni della democrazia e del diritto internazionale 

La guerra in Ucraina rende chiara l’esigenza di scelte tempestive ed adeguate per riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale. All’Europa serve una compiuta e comune politica estera di difesa e sicurezza, così una compiuta e comune politica energetica. Sfide straordinarie che metteranno ancora una volta a dura prova la nostra economia, le prospettive di crescita e la tenuta delle nostre imprese già duramente colpite da due anni di pandemia.

Confcommercio vuole dare un segnale di partecipazione e vicinanza alle popolazioni colpite dal conflitto con una vetrofania da scaricare ed esporre sulle vetrine degli esercizi commerciali e da utilizzare sui social per dire convintamente “no alla guerra, sì alla pace”.

La vetrofania da scaricare con un click