Fipe chiede che la categoria sia esonerata da controlli e relative sanzioni
La Federazione italiana dei Pubblici esercizi sposa in pieno la linea espressa ieri dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che auspica un progressivo e inesorabile ritorno alla normalità, in attesa del termine dello stato di emergenza sanitaria. Una normalità che dovrà, prima di tutto, come richiesto da tempo da Fipe-Confcommercio, coincidere con una revisione del sistema dei controlli dei green pass all’interno dei locali. Controlli che non dovranno più essere in capo al personale dei Pubblici esercizi, oberati in questi mesi da un lavoro che non è proprio, ma alle verifiche delle forze dell’ordine. Allo stesso modo le eventuali sanzioni per chi verrà colto in violazione della normativa dovranno ricadere esclusivamente sul responsabile e non, come accaduto fino ad ora, anche sull’esercente. “Per due anni, con sacrifici individuali e collettivi, i gestori dei pubblici esercizi hanno condiviso la responsabilità di mantenere il più bassa possibile l’incidenza dei contagi – sottolinea Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio –. Ora, in attesa del superamento definitivo del green pass, reso possibile dall’alto tasso di vaccinazione della popolazione, è necessario che si ritorni al principio dell’autoresponsabilità, restituendo a ciascuno il suo ruolo. La ripresa delle attività economiche e sociali passa anche da qui”.
I pubblici esercizi lombardi avevano già chiesto un allentamento delle restrizioni, poco prima dell’ingresso in zona bianca. Fipe Lombardia aveva infatti scritto al scorsi governatore Attilio Fontana
chiedendo di avanzare in Conferenza Stato Regioni la proposta del settore che rilevava come “sussistessero le condizioni per escludere l’obbligo del green pass per accedere ai pubblici esercizi o, fermo il possesso della carta verde, chiede di introdurre il principio di autoresponsabilità, qualora si volesse mantenere in via cautelativa l’obbligo”. Di fronte a un controllo delle forze dell’ordine, in questo caso, Fipe chiede che solo l’avventore debba rispondere dell’eventuale mancanza della certificazione verde e non gli esercenti, gravati da responsabilità e oneri che pesano sull’organizzazione del lavoro di un tessuto formato in prevalenza da micro e piccole imprese.
Si andrebbero così a uniformare gli oneri in capo agli esercenti a quelli di altre categorie, dove il green pass o non è richiesto o i controlli avvengono a campione.
“Siamo convinti che contribuire all’uscita da questa emergenza sia un dovere collettivo che ricade su ogni individuo e categoria economica, inclusa la nostra– ha sottolineato Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar e caffetterie Ascom-. Tuttavia riteniamo che sia arrivato il momento per cui siano le attività preposte a esercitare funzioni di controllo e sia tempo che ognuno, con il progressivo ritorno verso una nuova e tanto sudata normalità, eserciti le proprie rispettive funzioni e si assuma le relative responsabilità”. Il comparto continua a soffrire: “Il 2021 è stato un anno fortemente negativo per i locali che non hanno beneficiato del turismo di prossimità, che è stata l’unica fonte di salvezza con l’assenza di turisti e visitatori stranieri- continua Beltrami-. Oggi è fondamentale allinearsi agli altri Paesi con il ritiro di tutte le prescrizioni per chi viaggia per evitare un’ecatombe del turismo primaverile ed estivo, l’unica vera fonte di salvezza per il nostro Paese, viste le grandi difficoltà e i sacrifici che le famiglie italiane affrontano ogni giorno. La situazione con i rincari e l’emergenza energetica non è mai stata cosi dura”.