Distretto del Commercio “Lexena” Nuovi contributi a fondo perduto

Per le imprese nei Comuni di Bonate Sopra, Bonate Sotto e Presezzo. Risorse per circa 68 mila euro. Le domande entro il 6 aprile 

È stato approvato il Bando per la concessione di contributi a fondo perduto alle micro, piccole e medie imprese (MPMI) del commercio, della ristorazione, del terziario e dell’artigianato nell’ambito del bando regionale “Distretti del commercio per la ricostruzione economica territoriale” situate all’interno del Distretto del Commercio Lexena per i Comuni di Bonate Sopra, Bonate Sotto e Presezzo. Le risorse stanziate ammontano ad € 68.768,08. Le domande di partecipazione possono essere presentate fino al 6 aprile 2021 (ore 12). Le domande dovranno essere consegnate esclusivamente tramite posta elettronica certificata (da PEC dell’impresa o di soggetto da lei delegata – non serve allegare delega alla istanza di partecipazione) al Comune di Bonate Sopra.

Il Distretto del Commercio “Lexena” è caratterizzato dalla presenza di un tessuto economico variegato, in grado di offrire un mix merceologico eterogeneo all’utenza. Si tratta di negozi di vicinato, che rappresentano una peculiarità del nostro territorio e che si pongono quale reale presidio di socialità e di sicurezza.  In questo contesto, il Distretto ha pensato di mettere a disposizione risorse specifiche per le imprese, con la consapevolezza che questi aiuti possano sostenere la ripresa economica. Le finalità? Mantenere e favorire la crescita del tessuto economico locale e lo sviluppo e il miglioramento qualitativo dei servizi offerti dalle realtà economiche ai residenti e ad eventuali visitatori dell’area; migliorare il posizionamento competitivo delle imprese del territorio, contribuire alla nascita di sinergie tra diversi ambiti dell’economia locale, rigenerare il tessuto urbanistico-economico per mantenere vivo l’aspetto di socialità di piazze e vie, sostenere le imprese nel processo di cambiamento legato alla rivoluzione digitale che ha mutato le abitudini e i comportamenti di acquisto dei consumatori.

Le spese ammissibili e le tempistiche

Sono ammissibili le spese effettivamente sostenute dall’impresa beneficiaria, ritenute pertinenti e direttamente imputabili al progetto e i cui giustificativi di spesa decorrano a partire dalla data di 5 maggio 2020 e fino al 30 giugno 2021. L’aiuto è concesso come agevolazione a fondo perduto, a fronte di un budget di spesa liberamente composto da spese in conto capitale e spese di parte corrente. L’agevolazione viene erogata da parte del Comune di Bonate Sopra.
L’aiuto potrà essere compreso tra il 40% e il 50% della spesa ammissibile totale (formata questa ultima da spese in conto capitale e in parte corrente) al netto dell’IVA e in ogni caso non superiore all’importo delle spese in conto capitale e fino ad esaurimento dei fondi. La cifra massima di contributo erogabile ammonta ad € 10.000.
Le spese per gli investimenti ammessi ai sensi del presente bando dovranno realizzarsi entro e non oltre il 30 giugno 2021 data ultima entro la quale tutte le fatture dovranno essere emesse ed interamente pagate con modalità che ne assicurino la tracciabilità.

Come aderire

Il link per scaricare la documentazione del bando e il modulo domanda da compilare e inviare con Pec è il seguente:
http://www.comune.bonatesopra.bg.it/upload/bonatesopra_ecm10/moduli/bandolexena_77_1637.pdf




Visite su appuntamento e grandi spazi: ipotesi riapertura dei negozi di mobili in zona rossa

Per FederlegnoArredo-Federmobili ci sono buone probabilità che i negozi possano riaprire garantendo la sicurezza e il rispetto delle norme anti Covid

“La risposta del sottosegretario alla Salute, Pieropaolo Sileri, all’interpellanza presentata dall’onorevole Lupi in merito alla chiusura ingiustificata dei negozi di arredamento nelle zone rosse va indubbiamente nella giusta direzione e ci auguriamo che, quanto prima, il Governo riveda la decisione, proprio come auspicato dallo stesso sottosegretario. Il suo personale impegno affinché si ponga rimedio a una scelta priva di ragionevole fondamento è per l’intero settore un segnale importante di cui riconosciamo il grande valore”. Lo dichiarano in una nota congiunta, il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin e quello di Federmobili, Mauro Mamoli.

“Più volte avevamo evidenziato la stortura che consente di tenere aperte anche in zona rossa, attività come i concessionari d’auto, a differenze dei negozi di arredamento, nonostante le ampie metrature e la possibilità di recarvisi su appuntamento li rendano luoghi estremamente sicuri. Quanto sottolineato in Aula dall’on. Lupi – spiega la nota – non fa che evidenziare la necessità di lasciare operativa l’intera filiera di un settore che contribuisce in maniera importante al Pil del Paese”. “Ci auguriamo – concludono – che le parole spese in Aula dal sottosegretario Sileri possano trovare quanto prima attuazione, ponendo fine a un’assurdità. Il nostro appello è che il Governo risponda positivamente alla sollecitazione di un suo stesso rappresentante, che si è fatto portavoce di un’istanza avanzata già da diversi mesi dalle nostre Federazioni”.

Istanza che rispecchia il peso della filiera che conta 311 mila addetti e 73 mila aziende e un macrosistema del legno-arredo, dell’arredamento e dell’illuminazione che produce 20,6 miliardi di fatturato ed esporta in 200 Paesi. “Il settore del legno-arredo – spiegano FederlegnoArredo e Federmobili – è riuscito, grazie alla ritrovata centralità della casa e a misure importanti come il Bonus Mobili, a contenere le perdite dovute alla pandemia e crediamo sia davvero poco lungimirante e inspiegabile interrompere questo trend, impedendo all’ultimo anello della filiera, i rivenditori di mobili appunto, di proseguire la loro attività. Ma non si tratta solo di un’esigenza legittima delle imprese che rappresentiamo, ma di dare il giusto valore ai beni venduti dai nostri associati, divenuti ormai beni essenziali. Mai come ora la casa è stata il centro della vita di ognuno di noi. Consentire di rivedere il layout degli spazi, integrare o modificare gli arredi delle case per rispondere, in primis, alle esigenze della didattica a distanza e allo svolgimento del lavoro agile, come pure ad altre necessità, crediamo sia un modo non solo per fare il bene delle nostre imprese e non gravare sui conti dello Stato, ma soprattutto per soddisfare le necessità dei cittadini. Chiediamo pertanto che nelle zone rosse ai negozi di mobili sia permessa l’apertura al pubblico almeno nella forma di accesso su appuntamento, garantendo la totale sicurezza e il rispetto delle norme anti Covid”.




Amazon sbarca anche a Cividate al Piano: “Siamo esterrefatti dei proclami trionfalistici del Sindaco”

“Come Associazione siamo esterrefatti dei proclami trionfalistici per il nuovo insediamento logistico di Amazon nella Bassa. Ce li saremmo aspettati dal rappresentante della multinazionale ma non dal Sindaco di Cividate al Piano, che dovrebbe essere più cauto nell’annunciare i vantaggi di questo nuovo polo logistico targato Amazon. Certamente, con il buco delle leggi attuali e l’assenza di programmazione, chiunque può oggi insediarsi dove e come vuole con vantaggi economici solo per lui, privato, e per il Comune in cui avviene l’ubicazione, mentre tutte le altre comunità limitrofe si accollano gli svantaggi economici, ambientali e sociali  La cosa più imbarazzante di tutto ciò è l’utilizzo strumentale nella comunicazione dei 900 nuovi posti di lavoro che il polo logistico creerà nei prossimi anni. Un “annuncio per i grulli” come direbbero in Toscana.

In primo luogo,  sarebbe opportuno interrogarsi su quanti posti questo polo brucerà nella nostra provincia. Inoltre, dovremmo anche chiederci quale qualità dei posti di lavoro vogliamo per i nostri figli. Ben documentati, dubitiamo infatti che con la qualità di quei posti i bergamaschi potranno condurre una vita felice e, soprattutto, come sostiene il Sindaco di Cividate, guadagnarsi le risorse per comprarsi una casa.

C’è poi la questione dell’impatto viabilistico e dell’inquinamento ambientale come rovescio della medaglia rispetto ai vantaggi che il nuovo polo Amazon porterà ai cittadini di Cividate e dei paesi contigui: Quello che il Comune introiterà dall’ennesimo ennesimo investimento di una multinazionale straniera sarà scaricato sui costi di sostegno del reddito e sui servizi sociali delle comunità, perché i guadagni dei grandi colossi non si fermano mai nei territorio. Il futuro lo stiamo scrivendo oggi per le generazioni che verranno. L’appello che ci deve accomunare tutti è quindi di alzare il nostro senso di responsabilità”.

 




Bar e ristoranti, contributi troppo bassi. La Fipe: “Una fragile stampella”

E per i bar poco cambia: ecco le simulazioni dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio all’indomani dell’approvazione del Dl Sostegni

Con il decreto Sostegni il ristorante tipo che nel 2019 fatturava 550mila euro e che nel 2020, a causa degli oltre 160 giorni di chiusura imposti dalle misure di contenimento della pandemia da Covid, ha perso il 30% del proprio fatturato, 165mila euro, beneficerà di un contributo una tantum di 5.500 euro. Poco cambia per un bar tipo. Chi nel 2019 fatturava 150mila euro e ne ha persi 25mila a causa delle restrizioni, avrà diritto a un bonus di 1.875 euro, il 4,7% della perdita media annuale. Sono queste le simulazioni prodotte dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, all’indomani dell’approvazione del Dl Sostegni.

“Il decreto Sostegni era certamente necessario, ma è evidente quanto non possa essere considerato sufficiente. Da settimane si parlava di aiuti perequativi, selettivi, adeguati e tempestivi e questi aggettivi non descrivono le misure proposte – ha dichiarato il presidente della Federazione, Lino Enrico Stoppani -. Innanzitutto, la coperta del sostegno a famiglie e imprese è evidentemente troppo corta per la platea che si propone di aiutare: settori come la ristorazione sono stati messi letteralmente in ginocchio dalla gestione dell’emergenza e i limiti imposti sulla perdita di fatturato o sui massimali erogabili hanno effetti perversi sul sostegno alla parte più sana della nostra economia. Bastano due esempi: ci si lamenta del nanismo delle imprese italiane e poi si mette un limite di 10 milioni di fatturato per accedere ai sostegni; e ancora si dichiara che i contributi sono calcolati sulla perdita di fatturato annuo, ma in realtà si indennizza una sola mensilità media. C’è la spiacevole sensazione di voler aggirare il problema. Il punto è che bisogna uscire immediatamente dall’ottica di breve periodo e mettere in piedi un piano di ripartenza che garantisca il diritto al lavoro e non sottoscriva semplicemente il dovere di stare chiusi. Serve un progetto che dia una prospettiva di futuro reale alle imprese e non solo un sostegno temporaneo, che appare oggi una fragile stampella”.




Sospensione bollo auto, Fnaarc suona la sveglia alla Lombardia

La Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio chiede chiarezza alla Regione sulle tempistiche di attuazione del provvedimento che in Bergamasca interessi 3 mila professionisti

Fnaarc, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio, chiede all’assessore a Bilancio e Finanza di Regione Lombardia, Davide Carlo Caparini, l’esenzione del pagamento del bollo auto per la categoria degli agenti, come previsto dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale lombardo il 1° dicembre 2020 con i contributi alle imprese e alle partite Iva.
Con l’emergenza Covid, gli agenti e rappresentanti di commercio, oltre 36.600 in Lombardia e poco meno di 3 mila in Bergamasca, sono tra le categorie maggiormente penalizzate nello svolgimento della propria attività. L’aumento dei costi legati alla mobilità, i ricavi in discesa e i sostegni governativi finora inadeguati, mettono a rischio il lavoro di tanti agenti. L’auto – prosegue la Federazione – è come l’ufficio per un agente di commercio: uno strumento di lavoro fondamentale.

Con la mozione approvata dal Consiglio Regionale si impegna la Giunta e l’assessore competente a sospendere il bollo auto per tutte quelle attività dove l’utilizzo dell’autoveicolo risulta essenziale per lo svolgimento della propria attività, quindi anche gli agenti e rappresentanti di commercio. Fnaarc chiede perciò chiarezza a Regione Lombardia sulle tempistiche di attuazione del provvedimento: su quando la sospensione del bollo auto sarà riconosciuta anche agli agenti e rappresentanti di commercio. Ad oggi, infatti, rileva Fnaarc, la sospensione è stata concessa solamente a taxi, ncc e bus turistici.

“Il provvedimento è già stato approvato e la Regione deve solo darne seguito – conferma Fabio Fracassi, presidente del Gruppo Agenti di Ascom Confcommercio Bergamo -. Chiediamo quindi che venga mantenuta la promessa così come già avvenuto per taxi, ncc e bus turistici. Per la nostra categoria l’automobile è un mezzo essenziale, anche e soprattutto in un periodo come questo dove le restrizioni anti-Covid sono un vero e proprio freno all’attività. Il nostro è un mondo molto variegato che va dal piccolo imprenditore con il furgone che vende surgelati all’attività che gestisce decine di persone. I settori che hanno retto il contraccolpo sono però pochissimi, mentre chi lavora nel tessile, nell’abbigliamento, nella ristorazione e nel turismo è in sofferenza da diversi mesi e un piccolo sostegno come la sospensione del bollo auto può dare sollievo a migliaia di professionisti”.




Decreto Sostegni, Zambonelli: “Si poteva fare di più Risorse insufficienti per le imprese meno strutturate”

Varato il provvedimento da 32 miliardi, 11 dei quali per i ristori che arriveranno entro aprile a tre milioni di pmi

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Sostegni, che distribuisce i 32 miliardi di extradeficit autorizzati dal Parlamento in cinque macro-capitoli (vedi il dettaglio nella scheda allegata):

  • aiuti alle attività produttive
  • sanità e vaccini
  • enti locali
  • finanziamenti a scuola, cultura e filiere
  • pacchetto lavoro.

Si tratta di fatto della prima manovra economica del governo Draghi, alla quale ne seguirà un’altra a stretto giro di posta grazie a un nuovo scostamento di bilancio che il Parlamento dovrà approvare. “Questo intervento è un primo passo, ce ne sarà un secondo assolutamente necessario”, ha infatti assicurato il premier spiegando che l’entità del deficit aggiuntivo sarà definita in base all’evoluzione della pandemia.

Zambonelli: “Si poteva fare di più”

“Bene ma non benissimo perché le risorse dedicate ai ristori potevano e dovevano essere rafforzate”. Così Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confommercio Bergamo, commenta il Decreto Sostegni approvato dal Consiglio dei Ministri che con uno stanziamento di circa 32 miliardi di euro introduce misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19.

I ristori sono giudicati però insufficienti dal sistema Confcommercio come conferma Zambonelli: “I beneficiari dei ristori sono solo le imprese che hanno perso più del 30% del fatturato. Una misura consona a quelle realtà più strutturate che avevano già compensato le loro perdite di fatturato con gli ammortizzatori sociali ma che esclude le piccole e medie imprese, lasciate quindi sole a fronteggiare la crisi. Inoltre, il provvedimento non ha certo l’efficacia che ci aspettavamo. L’importo del contributo a fondo perduto potrà andare dall’1,7% del calo annuo del fatturato nel caso dei soggetti più grandi al 5% per i più piccoli: cifre decisamente inferiori alle aspettative e che non garantiscono al mondo del commercio di poter ripartire come si deve”.

Tra le note positive del Decreto Sostegni spicca “l’eliminazione dei codici Ateco che ha lasciato senza nulla intere categorie, così come il superamento della logica del confronto anno su anno che di fatto aveva escluso le start-up – conclude Zambonelli -. Positivo l’esonero del canone Rai per strutture ricettive e pubblici esercizi così come la conferma dell’esonero fino al 30 giugno del pagamento del canone unico (ex Tosap e Cosap) per tavoli all’aperto e ambulanti”.

 

Fisco, stralciate le cartelle fino a 5mila euro

Sul fronte fiscale restano sospesi fino al 30 aprile i versamenti delle cartelle in pagamento e gli avvisi esecutivi ed è stato prorogato di 12 mesi il termine per le notifiche e di 24 mesi quello della prescrizione. Ci sarà più tempo anche per saldare le rate della Rottamazione ter e del saldo e stralcio. Inoltre l’Agenzia delle entrate metterà a disposizione dei cittadini la dichiarazione precompilata il 10 maggio, anziché il 30 aprile, con lo slittamento dei termini delle certificazioni uniche a fine marzo. Arriva anche la sanatoria per le partite Iva che hanno subito una perdita del 30% del fatturato 2020 rispetto al 2019.

Aiuti alle imprese, quando e quanto

Pilastro del provvedimento sono i nuovi ristori che prevedono l’addio ai codici Ateco. Sono disponibili 11 miliardi di euro a favore di circa tre milioni di partite Iva, tra imprese e professionisti, con un fatturato fino a 10 milioni di euro e che abbiano registrato perdite di almeno il 30% de fatturato medio mensile 2020 rispetto a quello del 2019. Le fasce di contributo sono cinque, con percentuali che vanno dal 60 al 20%, in base alla dimensione dei ricavi 2019:

  • 60% per le imprese fino a 100mila euro
  • 50% tra 100mila e 400mila euro
  • 40% tra 400mila e 1 milione
  • 30% tra 1 e 5 milioni
  • 20% tra 5 e 10 milioni.

L’indennizzo arriverà con bonifico o sotto forma di credito d’imposta e andrà da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 euro per gli altri soggetti) a un massimo di 150.000 (in media sarà di 3.700 euro). Per il turismo le risorse ammontano a 1,7 miliardi ( 700 milioni per la montagna, 900 per i lavoratori stagionali gli autonomi del turismo e i termali, 100 per le fiere). Al settore va inoltre una parte del maxi fondo da 200 milioni per le imprese del wedding e della ristorazione nei centri storici, oltre a una parte dei 10 miliardi del fondo perduto. Quanto ai tempi, Draghi ha specificato: “i pagamenti inizieranno l’8 aprile per chi avrà fatto domanda. Se tutto va come previsto, 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile”.

Lavoro, per le pmi blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre

Sul fronte lavoro proseguirà fino al 30 giugno il blocco dei licenziamenti per le imprese che dispongono della cassa integrazione ordinaria, mentre per le piccole imprese senza strumenti ordinari il blocco sarà fino al 31 ottobre. Doppio binario anche per la proroga della cassa integrazione: per le aziende che hanno la cig ordinaria sarà estesa di 13 settimane, utilizzabili entro la fine di giugno. Per le piccole e medie imprese, le imprese artigiane e quelle sprovviste di Cigo le settimane di cassa integrazione in deroga Covid gratuita potranno essere utilizzare tra il primo aprile e il 31 dicembre 2021. È stato rifinanziato per 1 miliardo, inoltre, il reddito di cittadinanza mentre sarà rinnovato per tre mensilità (marzo, aprile e maggio) il reddito d’emergenza per le famiglie in difficoltà (per quelle in affitto si alza la soglia di reddito).

Confcommercio: “I ristori siano più adeguati, più inclusivi, più tempestivi”

Bisogna “rafforzare decisamente” le risorse destinate ai ristori per imprese e partite Iva, anche al di là di quanto previsto dal decreto. Questa, in sostanza, la posizione di Confcommercio, che sottolinea che gli 11 miliardi previsti vanno divisi tra circa tre milioni di soggetti e che “le imprese si trovano a fronteggiare l’impatto di una picchiata della spesa per consumi, nel 2020, prossima ai 130 miliardi di euro”. I ristori, insomma, devono essere “più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi”.

La posizione della Confederazione è esattamente la stessa per le misure circa turismo, montagna e cultura, mentre le misure per i trasporti “non dovrebbero riguardare il solo trasporto pubblico locale, fornendo invece un sostegno efficace all’intero sistema dell’accessibilità”. Continuano a essere poi “urgentissimi gli interventi in materia di moratorie creditizie e di sostegno della liquidità delle imprese”.

Per il capitolo lavoro, Piazza Belli apprezza le proroghe della Cassa Covid (“ferma restando la necessità di assicurare la copertura anche per tutti i periodi antecedenti al primo aprile”) e delle deroghe per i contratti a termine sino a fine anno, nonché il finanziamento ulteriore del fondo per il parziale esonero contributivo di lavoratori autonomi e professionisti istituito nella legge di Bilancio. Infine, parlando delle misure fiscali Confcommercio sottolinea di essere “in attesa della riforma della riscossione”.

Sangalli: “il decreto ha ancora forti limiti”

Il decreto sostegni ha ancora forti limiti. I parametri per ottenere gli indennizzi sono troppo selettivi e le risorse sono insufficienti. Le speranze sono appese ai vaccini, ma intanto le imprese non hanno più riserve per andare avanti. È  vitale “fare tutto ciò che è necessario”, come ha detto il presidente Draghi per salvare l’Unione europea, ma farlo in chiave italiana.

Federalberghi: “Ci rincuora l’esonero del canone rai per hotel e pubblici esercizi”

Infine, strutture ricettive e pubblici esercizi non pagheranno il canone Rai per il 2021: una norma molto apprezzata da Federalberghi. Il presidente, Bernabò Bocca, sottolinea infatti che si tratta di “una misura che Federalberghi chiedeva da mesi e che era contenuta anche nella petizione approvata dall’assemblea generale il 26 gennaio”. “E’ un piccolo ma importante segnale di attenzione verso imprese che sono state duramente colpite dall’emergenza epidemiologica da Covid 19 – ha sottolineato Bocca – e che nel 2020 hanno versato il canone nella misura intera, pagando per un servizio che non è stato utilizzato o è stato utilizzato solo in minima parte”.

 




Ascom, Aspan e Fai sostengono il Bosco della Memoria Zambonelli: “Un luogo in cui potersi ritrovare”

Il sostegno al progetto coinvolgerà tutti gli associati e i negozi sono invitati a esporre la locandina dedicata. Donazioni anche online dal sito della Fondazione della Comunità Bergamasca 

Ascom, Aspan e Fai Bergamo insieme per il Bosco della Memoria, il progetto promosso dall’Associazione dei Comuni virtuosi e dal Comune di Bergamo per ricordare le vittime del Covid-19: nei giorni scorsi le tre associazioni hanno presentato la propria campagna di raccolta fondi a sostegno del progetto inaugurato il 18 marzo al Parco della Trucca alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Il sostegno al Bosco della Memoria coinvolgerà tutti gli associati Ascom, Fai e Aspan e i fondi raccolti tramite la Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus saranno destinati a nuove piantumazioni di alberi e arbusti. L’obiettivo del progetto, che ha già raccolto oltre 125 mila euro con la prima campagna di crowfunding del Comune, è infatti quello di posare entro l’autunno 850 piante: un obiettivo che va di pari passo con la volontà di Ascom di condividere con la comunità bergamasca l’impegno, il coraggio, la dedizione e il sacrificio di tutti gli imprenditori del terziario.

I fondi andranno ad alimentare il Bosco della Memoria attraverso la piantumazione di alcuni alberi/arbusti e, nello specifico, Ascom vuole condividere con tutta la comunità bergamasca l’impegno, il coraggio, la dedizione e il sacrificio degli imprenditori del terziario bergamaschi come afferma Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo: “Abbiamo deciso di aderire al Bosco della Memoria perché sia per la sua collocazione che per lo spirito con cui è nato ci sembra il luogo ideale in cui possono essere espressi i sentimenti che desideriamo condividere con tutta la comunità bergamasca. Sceglieremo alcune piante che per noi diventeranno simbolo di quello che i nostri commercianti hanno vissuto nell’ultimo anno: impegno, coraggio, dedizione e sacrificio, rappresentando così sia coloro che hanno affrontato la pandemia nei mesi più duri svolgendo quotidianamente il loro servizio, sia coloro che sono stati costretti alla chiusura delle loro attività. Desideriamo che diventi per noi il luogo simbolo della nostra terra, segnata pesantemente dalla pandemia; un luogo in cui potersi ritrovare e fare memoria di quanto abbiamo vissuto”.

“La nostra adesione al Bosco della Memoria è per ricordare e condividere con i bergamaschi i momenti difficili che purtroppo stiamo ancora vivendo e il costante impegno che i panificatori hanno dedicato e dedicano alla comunità – ribadisce Massimo Ferrandi, presidente Aspan -. È infatti nel nostro dna essere solidali e questa iniziativa benefica vuole essere un omaggio al lavoro di tutti i colleghi scomparsi in questi mesi e a tutti i commercianti che hanno corso dei rischi rimanendo aperti durante i primi mesi di lockdown, quando pure le mascherine erano difficili da reperire”.

“Una poetessa americana ha scritto che chi pianta un albero pianta una speranza e credo che mai come oggi ce ne sia bisogno – afferma Giuseppe Cristinelli, presidente Fai Bergamo -. Una speranza da piantare simbolicamente nel Bosco della Memoria e che non vedrà mai sfiorire il ricordo di chi ci ha lasciato, primo fra tutti il nostro indimenticabile presidente onorario Duilio Balducchi, vittima del virus insieme, purtroppo, ad altri componenti della “famiglia Fai”. Ma è anche una speranza da coltivare concretamente ogni giorno, come tantissimi autotrasportatori hanno fatto fin dall’inizio della pandemia assicurando la consegna di cibo, carburanti, medicinali, ossigeno”.

https://www.facebook.com/confcommerciobg/videos/272396374378080

 

 

“Come Fondazione della Comunità Bergamasca siamo orgogliosi di poter contribuire a questo progetto – sottolinea Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus -. Ascom e Aspan hanno istituito due fondi presso la nostra Fondazione, nel 2007 e nel 2003, entrambi con l’obiettivo di raccogliere fondi per realizzare progetti di solidarietà sociale, per esprimere l’attenzione da parte degli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi alla nostra comunità. Su questa strada, che da tanti anni percorriamo insieme, si innesta anche l’iniziativa del Bosco della memoria: donando alla Fondazione ciascuno potrà dare il proprio personale contributo alla costruzione del Bosco e fare un gesto concreto in cui poterci sentire ancora vicini e uniti. La Fondazione si impegna a raddoppiare le donazioni raccolte fino a un massimo di 10.000 euro. Sul nostro sito potrete trovare le indicazioni e le modalità per effettuare la donazione”.

“Il progetto del Bosco della Memoria non è una iniziativa comunale fine a se stessa perché abbiamo visto in essa la possibilità di coinvolgere tutti i cittadini di Bergamo – sottolinea Marzia Marchesi, assessore al Verde pubblico del Comune di Bergamo -. Ora possiamo contare anche sulla preziosa partecipazione di Ascom e Aspan che danno un valore aggiunto al progetto dedicato a tutti i bergamaschi. Il Bosco della Memoria non è del Comune ma appartiene a tutti noi e il rilancio della raccolta fondi di Ascom e Aspan va proprio in questa direzione”.

“Questo è un modo per creare legami e mantenerli nel tempo – aggiunge Marco Boschini, coordinatore dell’Associazione Comuni Virtuosi -. Il Bosco sarà un luogo della memoria ma anche del ricordo, della speranza e l’idea è quella di promuovere in loco iniziative culturali, ricreative, sportive e attività didattiche con il coinvolgimento delle scuole. Ora sappiamo di poter contare su tante realtà anche trasversali tra loro e questo fa ben sperare per il progetto che è già sulla buona strada. A oggi sono stati raccolti 90 mila euro e l’obiettivo è arrivare a 200 mila”.

Come effettuare le donazioni

Le donazioni si potranno effettuare tramite bonifico o direttamente online dal sito della Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus. L’iban è il seguente: IT27S 03069 09606 100000124923 (Banca Intesa Sanpaolo). Nella causale occorre indicare prima Ascom/Aspan e poi Bosco della memoria (a volte viene ridotto il numero di caratteri visibili e quindi se si mette prima Ascom e Aspan si è sicuri di sapere a quale fondo imputare la donazione).

Per sensibilizzare l’opinione pubblica, inoltre, Ascom predisporrà una locandina per tutti gli associati interessati a sostenere il progetto contenente l’iban per le donazioni.

Le altre iniziative per la prima Giornata della memoria delle vittime del Covid

Durante la conferenza stampa per la presentazione del progetto, a cui hanno partecipato anche Luca Bonicelli e Livio Bresciani, rispettivamente presidente Gruppo gastronomi-salumieri e Gruppo Fruttivendoli, sono state presentate anche le iniziative del mondo del commercio in occasione della prima Giornata della memoria delle vittime del Covid del 18 marzo: dalla consegna delle targhe commemorative alle famiglie del presidente di Ascom-50&Più (Franco Pulcini) e di due consulenti (Giuseppe Rosignoli e l’avv, Giancarlo Lodetti) scomparsi nel 2020, alla targa di ringraziamento che sarà consegnata alle attività alimentari che si sono distinte durante i lockdown e che non hanno mai chiuso, a conferma del ruolo chiave dei negozi di vicinato.
Tra città e provincia sono infatti più di 8 mila le attività che sono rimaste sempre aperte nell’ultimo anno, di cui circa 2,5 mila esercizi alimentari, ortofrutta, macelleria, panificatori e ambulanti. Escludendo l’ingrosso, si tratta del 46% del totale degli esercizi in provincia di Bergamo.




Pos, assicurazioni, auto: si amplia l’offerta di convenzioni per i soci

Tanti gli accordi stipulati da Confcommercio imprese per l’Italia. Nel ricco carnet anche la nuova partnership con Vodafone e l’assicurazione infortuni

Dagli sconti sui viaggi in treno alle auto aziendali, dalle tariffe agevolate per la Siae alle assicurazioni sulla famiglia: sono alcuni dei vantaggi legati alle nuove convenzioni stipulate da Confcommercio-Imprese per l’Italia con importanti aziende del mondo bancario, assicurativo, della telefonia, di automobili e veicoli commerciali, servizi Ict.
“Come ogni anno rinnoviamo il sostegno ai nostri soci che hanno la possibilità di usufruire di un insieme di servizi e strumenti a supporto dell’attività d’impresa e delle loro esigenze – sottolinea Daniela Nezosi, responsabile area marketing di Ascom Confcommercio Bergamo -. Queste convenzioni non solo consentono di ottenere sconti significativi ma anche servizi aggiuntivi a prezzi calmierati e particolari condizioni di favore per lo sviluppo d’impresa”. Ecco le principali convenzioni in essere per gli associati Confcommercio.

Pagamenti Pos
Sono tante le convenzioni sui pagamenti elettronici siglate da Confcommercio con Tinaba, SumUp, Satispay, Moneynet, Unicredit e Nexi-Deutsche Bank: si va dalle condizioni commerciali di favore per l’acquisto di dispositivi avanzati, alle app che consentono di gestire pagamenti on-line e a distanza anche tramite smartphone o pc, fino alla possibilità per le imprese di dotarsi a condizioni di favore di pos per ottenere pagamenti da parte dei propri clienti con bancomat e carte di credito senza oneri fissi di noleggio.

Musica d’ambiente
Grazie alla convenzione stipulata fra Confcommercio con Siae, si possono ottenere sconti sulle tariffe per le esecuzioni musicali effettuate a mezzo di strumenti meccanici, sulla base di quanto previsto dalla legge per la tutela del diritto d’autore. Inoltre, il compenso dovuto per l’anno 2021 a Scf, il soggetto che gestisce il servizio di raccolta e distribuzione dei compensi, prevede uno sconto del 30% per pubblici esercizi, parrucchieri-estetisti, parchi divertimento ed esercizi commerciali (in quest’ultimo caso l’importo si riduce ulteriormente del 12% per i possessori di Confcommercio Card) e del 15% per le strutture ricettive.

Acquisto automobili
Tanti i vantaggi: dagli accordi con Seat, Ford e Fiat Chrysler Automobiles che garantiscono alle imprese associate speciali condizioni di acquisto di uno o più veicoli con sconti che vanno dal 18% al 39% alle offerte targate Piaggio dedicate ai veicoli commerciali, con ulteriori sconti sulla gamma Porter e Ape. Peugeot mette inoltre a disposizione anche veicoli elettrici e ibridi plug-in, con agevolazioni fino a 8.000 euro che si aggiungono all’ecoincentivo statale.

Telefonia
Grazie alla nuova partnership tra Vodafone e Confcommercio, gli associati hanno a disposizione proposte esclusive di telefonia, traffico dati e servizi a valore aggiunto, con una scontistica media di circa 180 euro all’anno.

Assicurazioni
Tra le convenzioni in essere Generali Italia propone sconti dal 25% al 30% per l’attività e dal 25% al 35% per la persona e la famiglia, mentre Assicurazione Arag riserva un’agevolazione del 20% sul premio di polizza.

Sicurezza e telesoccorso
Sanificatori d’aria professionali , dispositivi di teleassistenza salvalavita, lampadine a led, batterie ricaricabili e altri prodotti per la casa: gli associati che acquistano nello store online di Beghelli usufruiscono di uno sconto del 15%.

Viaggi in treno
È applicato uno sconto del 40% su tutte le tratte, per singoli acquisti delle offerte Flex, per l’ambiente Prima, Club e Salotti. Le agevolazioni sono applicabili solo sulle prenotazioni effettuate come persona fisica.

Vacanze
La piattaforma di prenotazione alberghiera ItalyHotels (www.convenzioni.italyhotels.it) offre ai soci Confcommercio la possibilità di prenotare l’albergo in tempo reale, garantendo uno sconto minimo del 5% sul migliore prezzo online e senza nessuna commissione richiesta.

Confcommercio Card
Infine, i soci possono contare sulla Confcommercio Card, una vera e propria carta di credito con disponibilità flessibile a partire da 1.600 euro al mese e fino a 65 giorni di vantaggio di valuta e coperture assicurative gratuite. Inoltre, i possessori della card possono contare su coperture assicurative gratuite per ritardo viaggi e bagagli, sanitaria e infortuni all’estero, soccorso stradale, protezione acquisti, assistenza informativa e servizi urgenti h24.




Val d’Astino, “La biodiversità dentro la città” vince il Premio nazionale del Paesaggio 2021

Un riconoscimento prestigioso alla vigilia di Bergamo Capitale Europea della Cultura 2023. Premiato il lavoro ultradecennale del progetto della Fondazione MIA 

L’importante Premio Nazionale del Paesaggio 2021, promosso dal ministero della Cultura, è stato assegnato a “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo”, il progetto presentato da Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo-Mia. Un riconoscimento straordinario che premia un lavoro ultradecennale e che lo elegge a candidato italiano alla settimana edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
Il Premio Nazionale del Paesaggio 2021 è stato conferito domenica 14 marzo in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, alla presenza del ministro della Cultura, Dario Franceschini, e del Direttore generale di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Arch. Federica Galloni (andata in “onda” sul canale YouTube del Ministero della Cultura).

Una soddisfazione grandissima che investe la città di Bergamo e che valorizza il ruolo di regia svolto da Fondazione MIA di concerto a una pluralità di attori e che riguarda un luogo identitario per la città di Bergamo e la comunità locale, qual è Astino con il Monastero e la sua Valle, e che proietta Bergamo stessa – con il riconoscimento a Capitale Europea della Cultura 2023 – a punto di riferimento italiano e internazionale per la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema con la sua biodiversità, e dei beni culturali quali leve di sviluppo complessivo per l’intero territorio.

Il progetto è realizzato in partnership con Comune di Bergamo; Regione Lombardia; Provincia di Bergamo; Parco dei Colli di Bergamo; Centro Studi sul Territorio, Università degli Studi di Bergamo; Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”. Un particolare ringraziamento per il supporto e la collaborazione dimostrati va a Riccardo Rao, Centro Studi sul Territorio, Università degli Studi di Bergamo, Enrico Antignati Presidente A.P.A.B. (Associazione Produttori Agricoli Biologici della Valle d’Astino), Gabriele Rinaldi, Direttore Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota” e a Angelo Colleoni, Vice Presidente Parco dei Colli di Bergamo.

“Con l’importante progetto di Astino è stata recuperata un’area periurbana che è diventata il cuore verde della biodiversità della città di Bergamo – sottolinea Fabio Bombardieri, Presidente Fondazione della Misericordia Maggiore MIA -. Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione della Misericordia Maggiore, le cui origini risalgono al 1265, fondazione attraverso la quale la città di Bergamo e i suoi cittadini hanno dedicato grande attenzione alle attività caritative e culturali in tutte le loro declinazioni. Voglio rivolgere un caloroso ringraziamento al prezioso lavoro svolto dalle istituzioni pubbliche come l’Università, la Regione, la Provincia, il Comune e il Parco dei Colli, ma anche dall’Orto Botanico, dall’Associazione dei Produttori Agricoli Biologici, dalle Associazioni e dalle Cooperative che hanno coinvolto persone svantaggiate e con disabilità, e anche ai giovani. Grazie a tutti questi soggetti appassionati direttamente impegnati nel progetto, La Valle d’Astino con il suo splendido complesso monastico è diventato un punto di riferimento per la città di Bergamo e la sua popolazione e ciò tanto per la sua bellezza che per il ruolo di centro culturale. E, non da ultimo, per l’importante opera di sensibilizzazione ai valori fondamentali della natura, del paesaggio e dell’agroalimentare”.

Al cuore del Premio Nazionale del Paesaggio 2021

Un progetto, quello de “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” dalla grande ambizione e complessità, premiato anzitutto per la sua capacità di restituire alla pubblica fruizione un paesaggio in stato di degrado che rischiava di essere oggetto di interventi speculativi. Tra i molteplici aspetti che hanno meritato al progetto bergamasco il conferimento del Premio Nazionale del Paesaggio 2021 spiccano: la costruzione di un processo di pianificazione condivisa e rigenerazione attraverso una collaborazione pubblico-privato, posta in capo alla Fondazione della Misericordia Maggiore. L’eccellente lavoro di regia territoriale con cui i diversi attori hanno agito e hanno saputo integrarsi. Il coinvolgimento di ampie e diversificate tipologie di fruitori. La solidità della visione scientifica che ha sorretto il progetto. L’attenzione alla governance basata su criteri di sviluppo sostenibile.

In altri termini, sono stati riconosciuti e premiati tanto l’ampia visione che l’approccio multidisciplinare al paesaggio, aspetti ben evidenti negli articolati sviluppi del progetto e che hanno investito sia la dimensione economico produttiva, che ambientale, estetica e, non da ultimo, quella dimensione sociale i cui interventi particolarmente incisivi hanno meritato l’encomio della Commissione giudicatrice.

Più di tutto, “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” viene indicato dal Ministero come progetto di eccellenza per via della sua esemplarità: vale a dire quale modello replicabile in altri territori per la tutela, gestione, valorizzazione, e anche trasformazione di un paesaggio. Da periferia degradata a spazio vissuto: la rigenerazione di Astino ha restituito infatti alla città di Bergamo un parco agricolo e naturale, accessibile attraverso una mobilità dolce. Una risorsa verde all’interno del territorio di una città industrializzata. E così facendo ha favorito il recupero di una profonda relazione identitaria che ha coinvolto e coinvolge la cittadinanza nel segno della sostenibilità.

Il Premio conferito riconosce il ruolo rivestito da Astino quale centro di promozione e rafforzamento dei valori del paesaggio e dell’identità europea. E lo presenta come candidato italiano alla VII edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa perché vi vede chiaramente espressi i valori della Convenzione Europea del Paesaggio del 2000 che attribuisce un ruolo essenziale al paesaggio quale risorsa favorevole all’attività economica, come componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale, oltre a contribuire al benessere dei cittadini.

Un progetto ultradecennale con una pluralità di attori e la Fondazione MIA capofila dell’intervento

E del resto è su un profondo sentire comune, che appartiene a Bergamo e alla popolazione bergamasca, che si innesta il progetto: già a partire dall’immediato dopoguerra, quando l’area di Astino si trova in una situazione di abbandono, la cittadinanza si dimostra consapevole del valore paesaggistico dell’area. Il Comune, in maniera antesignana, crea una serie di vincoli per proteggerla, ponendo limiti all’edificazione a partire dal 1951. Politica di vincolo che viene rafforzata nel 1977 con l’istituzione del Parco dei Colli di Bergamo da parte della Regione. Anche associazioni come WWF, Italia Viva, associazioni di quartiere si mobilitano per evitare le speculazioni e tenere viva l’attenzione su Astino. La mobilitazione dei cittadini e la volontà politica di valorizzare un’importante porzione di territorio alle porte di Bergamo porteranno a quel processo di pianificazione condivisa e di rigenerazione attraverso una collaborazione pubblico-privato che è posta in capo alla Fondazione della Misericordia Maggiore – MIA.

Quando nel 2007 la Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo – MIA acquisisce il monastero e i terreni della valle, avvia da subito il progetto di riqualificazione della Valle d’Astino. E lo fa varando un accordo di programma, che verrà perfezionato nel 2017 e con il quale intende far rivivere il monastero grazie alle attività educative e culturali legate al paesaggio e all’alimentazione all’interno del complesso, ripristinando le colture tradizionali sui fondi agricoli, tutelando e promuovendo la biodiversità e agendo su più livelli per affermare un’interazione sostenibile.

Una comunità tenace e operosa: un “modello esemplare” anche nella sfida pandemica

La commissione ministeriale ha posto un’enfasi particolarmente accentuata sul carattere esemplare testimoniato dall’orgoglio e dalla volontà di una comunità tenace e operosa, quale quella bergamasca, profondamente colpita dalla prima ondata dell’emergenza Covid-19. E ha riconosciuto l’impegno da parte della Fondazione MIA, insieme ai soggetti partner, di non interrompere le attività sul territorio, scelta questa apparsa tanto più virtuosa in quanto ha offerto uno spazio di socialità aperto alla cittadinanza che si è rivelato assai prezioso in un momento di drammatica difficoltà.

La carta vincente: strategie e interventi diversificati

La ricchezza del progetto “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” si articola in un ventaglio ampio e diversificato di interventi, tutti riconosciuti, nelle loro specificità, dal Ministero quali meritevoli di essere indicati sia per l’efficacia delle azioni svolte che per la qualità delle strategie adottate.

E in concreto riguardano: la riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale a partire dal restauro dell’ex Monastero, che ha coinvolto anche gli scavi archeologici. La riqualificazione e valorizzazione degli antichi usi e dei paesaggi rurali. Il coinvolgimento dei residenti, così come di persone svantaggiate e con disabilità. L’attuazione di forme di turismo sostenibile con la creazione e il recupero della rete sentieristica e ciclopedonale: grazie a una rete articolata di percorsi pedonali in grado di garantire la possibilità di fruizione fisica, funzionale e fisica degli elementi caratterizzanti la Valle d’Astino.

Una concezione innovativa della governance che regola il rapporto tra pubblico e privato con strumenti giuridici originali

Astino è ritenuto modello esemplare anche per il sistema di governance a partecipazione pubblico-privato. Un’architettura complessa che grazie alla regia della MIA coinvolge e regola il lavoro di una molteplicità di attori. Dagli albori con il piano organico di sviluppo agroalimentare che coinvolge Parco dei Colli di Bergamo, Comune di Bergamo, Slow Food Bergamo. Alla sottoscrizione nel 2014 del Protocollo d’intesa tra Regione Lombardia, Parco dei Colli di Bergamo, Comune di Bergamo, Fondazione MIA e Società Valle Astino S.r.l che parte dal riconoscimento dell’importanza della Valle d’Astino, con il suo complesso monastico e degli spazi aperti come parti costitutrici del valore storico, culturale, ambientale e paesaggistico della città. Con il Protocollo d’Intesa del 2014 viene perfezionato anche il piano delle coltivazioni. Viene creata una Carta Etica che obbliga i coltivatori al metodo biologico. La scelta del biologico è intesa a “salvaguardare la flora e la fauna tipica del compendio fondiario”.

Nel 2016 i coltivatori si costituiscono in associazione. Nasce A.P.A.B.: associazione di produttori agricoli biologici che aderiscono al “Progetto di valorizzazione agroambientale della Valle d’Astino” e ne condividono gli ideali, culturali e ambientali contenuti nella Carta Etica. Viene creato un marchio per i prodotti agricoli di Astino, che contribuisce alla loro diffusione nei sistemi di filiera corta in raccordo con la città: si tratta di un’iniziativa autonoma dei coltivatori che segna un passo importante nella direzione di una sempre maggior sostenibilità e durabilità del progetto di Astino. Tra il 2016 e il 2017 si crea una nuova piattaforma per la governance di Astino.

Nel 2017 viene siglato un nuovo Accordo di programma da Fondazione MIA, Comune di Bergamo, Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Parco dei Colli: anche la regione si inserisce dunque nella rete di enti pubblici territoriali che partecipano alla rigenerazione del paesaggio di Astino. Questo accordo sviluppa le linee di indirizzo avviate sin dal 2007 e via via perfezionate negli anni rilanciandole in maniera sempre più ambiziosa.

La sostenibilità ambientale con l’incentivo della biodiversità

Un aspetto che ha destato grande interesse nel progetto di Astino riguarda la sostenibilità ambientale: più nello specifico, il contrasto alle monocolture avviene con l’introduzione di una pluralità di coltivazioni attestate nella valle sin dal Medioevo. Il piano delle colture di Astino si è sviluppato a poco a poco negli anni, anche attraverso il consiglio scientifico dell’Università, che ha indirizzato verso scelte congrue con la qualità argillosa dei terreni, le caratteristiche idrogeologiche e la tradizione e la storia agraria della valle. Si impiantano meli, peri, erbe aromatiche. Ma anche erbe officinali e frutti di bosco che richiamano alla vocazione tipica dei monasteri. Si coltiva l’ulivo che è già documentato nel medioevo nella zona di Astino, attraverso la reintroduzione di varietà autoctone (la “sbresa”, ma anche l’”Oliarola”). Si conducono attività di apicoltura. Viene coltivato il luppolo, il lino, la canapa da fibra. Vengono coinvolte nella gestione di un orto un’associazione di famiglie con la finalità di sviluppare “un’agricoltura sociale al servizio della comunità e del territorio”.

Astino, polo culturale che guarda al futuro

Per quanto riguarda il fondamentale aspetto della partecipazione pubblica, il Premio Nazionale del Paesaggio 2021 riconosce a “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” quel «progetto che ha favorito il recupero di una profonda relazione identitaria tra la città di Bergamo e il paesaggio di Astino». Lo testimonia la cifra significativa di presenze – stimate a 400mila – che dal 2015, anno di apertura al pubblico del complesso di Astino e della sede distaccata dell’Orto botanico, al 2019 hanno visitato la Valle d’Astino. Grazie anche ai numerosissimi eventi culturali che hanno coinvolto la popolazione con l’obiettivo di educare ai valori del paesaggio, dei beni culturali e dell’alimentazione. Ma merito anche di eventi di rilevanza internazionale come il G7 dell’Agricoltura che si è svolto appunto ad Astino o l’Université d’Été, che dal 2020 tiene un corso full immersion annuale per promuovere una migliore conoscenza e diffusione anche in Italia dei valori della Convenzione Europea sul Paesaggio: prestigiose iniziative, queste, che proiettano la millenaria storia vissuta nella Valle d’Astino in avanti. Verso un futuro che intende mostrare una strada virtuosa da percorrere.




La paura per il vaccino AstraZeneca è l’alibi perfetto per la politica. Sarebbe meglio parlare meno e agire di più

Mentre si discute se il siero sia sicuro la campagna vaccinale prosegue a singhiozzo e in ritardo rispetto ai proclami trionfalistici di Regione Lombardia e Ministero della Salute.

La paura per il vaccino AstraZeneca è l’alibi perfetto per la politica italiana. Mentre si discute se il siero sia sicuro, alcune cose ci balzano all’occhio. La prima è che la campagna vaccinale prosegue a singhiozzo e in ritardo rispetto ai proclami trionfalistici di Regione Lombardia e Ministero della Salute.

Tutti vaccinati entro giugno, no entro luglio. Ci accontenteremmo di molto meno ma con più certezza. Gli inconvenienti possono succedere, come il fermo di AstraZeneca, perché con la salute non si scherza. Gli errori, molti, commessi invece dalla macchina organizzativa andrebbero limitati. Forse sarebbe meglio parlare meno e agire molto di più.

L’altro aspetto su cui riflettere è che anche nella campagna vaccinale l’ideologia la fa da padrona. Dietro l’alibi di non togliere il vaccino “ai fragili” per riservarli ai “ricchi”, che poi dopo questa pandemia tanto ricchi non sono, si nascondono pregiudizi e culture ottocentesche.

Si vaccina prima il personale delle scuole perché la scuola è un’istituzione ed è importante che riprenda il prima possibile. Peccato che gli studenti siano a casa da qualche settimana e forse che non torneranno nemmeno più a scuola quest’anno. I professori, senza studenti, possono lavorare a un chilometro di distanza l’uno dall’altro. La cosa più imbarazzante è che della scuola si vaccinano tutti, proprio tutti, anche il personale amministrativo e non docente, alcuni a casa in smart working da mesi.

In piena terza ondata non sarebbe meglio vaccinare il personale dei negozi che giornalmente affrontano la pandemia in prima linea? Commesse, cassiere, banconieri, magazzinieri, gente umile, né ricchi né “padroni”. Persone che lavorano tutto il giorno a contatto con il pubblico e che la sera tornano a casa dai propri familiari.

Forse li si ritiene non fragili perché per malattia si assentano di rado.

 

Dino l’acidino