Decreto Sostegni, Zambonelli: “Si poteva fare di più Risorse insufficienti per le imprese meno strutturate”

Decreto Sostegni, Zambonelli: “Si poteva fare di più Risorse insufficienti per le imprese meno strutturate”

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa

Varato il provvedimento da 32 miliardi, 11 dei quali per i ristori che arriveranno entro aprile a tre milioni di pmi

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Sostegni, che distribuisce i 32 miliardi di extradeficit autorizzati dal Parlamento in cinque macro-capitoli (vedi il dettaglio nella scheda allegata):

  • aiuti alle attività produttive
  • sanità e vaccini
  • enti locali
  • finanziamenti a scuola, cultura e filiere
  • pacchetto lavoro.

Si tratta di fatto della prima manovra economica del governo Draghi, alla quale ne seguirà un’altra a stretto giro di posta grazie a un nuovo scostamento di bilancio che il Parlamento dovrà approvare. “Questo intervento è un primo passo, ce ne sarà un secondo assolutamente necessario”, ha infatti assicurato il premier spiegando che l’entità del deficit aggiuntivo sarà definita in base all’evoluzione della pandemia.

Zambonelli: “Si poteva fare di più”

“Bene ma non benissimo perché le risorse dedicate ai ristori potevano e dovevano essere rafforzate”. Così Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confommercio Bergamo, commenta il Decreto Sostegni approvato dal Consiglio dei Ministri che con uno stanziamento di circa 32 miliardi di euro introduce misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19.

I ristori sono giudicati però insufficienti dal sistema Confcommercio come conferma Zambonelli: “I beneficiari dei ristori sono solo le imprese che hanno perso più del 30% del fatturato. Una misura consona a quelle realtà più strutturate che avevano già compensato le loro perdite di fatturato con gli ammortizzatori sociali ma che esclude le piccole e medie imprese, lasciate quindi sole a fronteggiare la crisi. Inoltre, il provvedimento non ha certo l’efficacia che ci aspettavamo. L’importo del contributo a fondo perduto potrà andare dall’1,7% del calo annuo del fatturato nel caso dei soggetti più grandi al 5% per i più piccoli: cifre decisamente inferiori alle aspettative e che non garantiscono al mondo del commercio di poter ripartire come si deve”.

Tra le note positive del Decreto Sostegni spicca “l’eliminazione dei codici Ateco che ha lasciato senza nulla intere categorie, così come il superamento della logica del confronto anno su anno che di fatto aveva escluso le start-up – conclude Zambonelli -. Positivo l’esonero del canone Rai per strutture ricettive e pubblici esercizi così come la conferma dell’esonero fino al 30 giugno del pagamento del canone unico (ex Tosap e Cosap) per tavoli all’aperto e ambulanti”.

 

Fisco, stralciate le cartelle fino a 5mila euro

Sul fronte fiscale restano sospesi fino al 30 aprile i versamenti delle cartelle in pagamento e gli avvisi esecutivi ed è stato prorogato di 12 mesi il termine per le notifiche e di 24 mesi quello della prescrizione. Ci sarà più tempo anche per saldare le rate della Rottamazione ter e del saldo e stralcio. Inoltre l’Agenzia delle entrate metterà a disposizione dei cittadini la dichiarazione precompilata il 10 maggio, anziché il 30 aprile, con lo slittamento dei termini delle certificazioni uniche a fine marzo. Arriva anche la sanatoria per le partite Iva che hanno subito una perdita del 30% del fatturato 2020 rispetto al 2019.

Aiuti alle imprese, quando e quanto

Pilastro del provvedimento sono i nuovi ristori che prevedono l’addio ai codici Ateco. Sono disponibili 11 miliardi di euro a favore di circa tre milioni di partite Iva, tra imprese e professionisti, con un fatturato fino a 10 milioni di euro e che abbiano registrato perdite di almeno il 30% de fatturato medio mensile 2020 rispetto a quello del 2019. Le fasce di contributo sono cinque, con percentuali che vanno dal 60 al 20%, in base alla dimensione dei ricavi 2019:

  • 60% per le imprese fino a 100mila euro
  • 50% tra 100mila e 400mila euro
  • 40% tra 400mila e 1 milione
  • 30% tra 1 e 5 milioni
  • 20% tra 5 e 10 milioni.

L’indennizzo arriverà con bonifico o sotto forma di credito d’imposta e andrà da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 euro per gli altri soggetti) a un massimo di 150.000 (in media sarà di 3.700 euro). Per il turismo le risorse ammontano a 1,7 miliardi ( 700 milioni per la montagna, 900 per i lavoratori stagionali gli autonomi del turismo e i termali, 100 per le fiere). Al settore va inoltre una parte del maxi fondo da 200 milioni per le imprese del wedding e della ristorazione nei centri storici, oltre a una parte dei 10 miliardi del fondo perduto. Quanto ai tempi, Draghi ha specificato: “i pagamenti inizieranno l’8 aprile per chi avrà fatto domanda. Se tutto va come previsto, 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile”.

Lavoro, per le pmi blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre

Sul fronte lavoro proseguirà fino al 30 giugno il blocco dei licenziamenti per le imprese che dispongono della cassa integrazione ordinaria, mentre per le piccole imprese senza strumenti ordinari il blocco sarà fino al 31 ottobre. Doppio binario anche per la proroga della cassa integrazione: per le aziende che hanno la cig ordinaria sarà estesa di 13 settimane, utilizzabili entro la fine di giugno. Per le piccole e medie imprese, le imprese artigiane e quelle sprovviste di Cigo le settimane di cassa integrazione in deroga Covid gratuita potranno essere utilizzare tra il primo aprile e il 31 dicembre 2021. È stato rifinanziato per 1 miliardo, inoltre, il reddito di cittadinanza mentre sarà rinnovato per tre mensilità (marzo, aprile e maggio) il reddito d’emergenza per le famiglie in difficoltà (per quelle in affitto si alza la soglia di reddito).

Confcommercio: “I ristori siano più adeguati, più inclusivi, più tempestivi”

Bisogna “rafforzare decisamente” le risorse destinate ai ristori per imprese e partite Iva, anche al di là di quanto previsto dal decreto. Questa, in sostanza, la posizione di Confcommercio, che sottolinea che gli 11 miliardi previsti vanno divisi tra circa tre milioni di soggetti e che “le imprese si trovano a fronteggiare l’impatto di una picchiata della spesa per consumi, nel 2020, prossima ai 130 miliardi di euro”. I ristori, insomma, devono essere “più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi”.

La posizione della Confederazione è esattamente la stessa per le misure circa turismo, montagna e cultura, mentre le misure per i trasporti “non dovrebbero riguardare il solo trasporto pubblico locale, fornendo invece un sostegno efficace all’intero sistema dell’accessibilità”. Continuano a essere poi “urgentissimi gli interventi in materia di moratorie creditizie e di sostegno della liquidità delle imprese”.

Per il capitolo lavoro, Piazza Belli apprezza le proroghe della Cassa Covid (“ferma restando la necessità di assicurare la copertura anche per tutti i periodi antecedenti al primo aprile”) e delle deroghe per i contratti a termine sino a fine anno, nonché il finanziamento ulteriore del fondo per il parziale esonero contributivo di lavoratori autonomi e professionisti istituito nella legge di Bilancio. Infine, parlando delle misure fiscali Confcommercio sottolinea di essere “in attesa della riforma della riscossione”.

Sangalli: “il decreto ha ancora forti limiti”

Il decreto sostegni ha ancora forti limiti. I parametri per ottenere gli indennizzi sono troppo selettivi e le risorse sono insufficienti. Le speranze sono appese ai vaccini, ma intanto le imprese non hanno più riserve per andare avanti. È  vitale “fare tutto ciò che è necessario”, come ha detto il presidente Draghi per salvare l’Unione europea, ma farlo in chiave italiana.

Federalberghi: “Ci rincuora l’esonero del canone rai per hotel e pubblici esercizi”

Infine, strutture ricettive e pubblici esercizi non pagheranno il canone Rai per il 2021: una norma molto apprezzata da Federalberghi. Il presidente, Bernabò Bocca, sottolinea infatti che si tratta di “una misura che Federalberghi chiedeva da mesi e che era contenuta anche nella petizione approvata dall’assemblea generale il 26 gennaio”. “E’ un piccolo ma importante segnale di attenzione verso imprese che sono state duramente colpite dall’emergenza epidemiologica da Covid 19 – ha sottolineato Bocca – e che nel 2020 hanno versato il canone nella misura intera, pagando per un servizio che non è stato utilizzato o è stato utilizzato solo in minima parte”.

 

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa