Bruxelles, quel pollaio mediatico che rende più amara la tragedia

Era già successo nel novembre scorso, con la raffica di attentati parigini. Si è ripetuto puntuale anche stavolta. Scoppiano due ordigni all’aeroporto di Bruxelles e, dopo un’ora, una bomba squassa una fermata della metropolitana. Prima smanetti sul cellulare, passi in rassegna quanti più siti puoi, per avere in presa diretta, fra foto e video, le notizie più fresche possibili su quanto sta avvenendo. Poi accendi la tv nella speranza di imbatterti in trasmissioni che affianchino alla cronaca approfondimenti e analisi utili a contestualizzare il tragico evento in una cornice più ampia. E invece, senza distinzioni di canali o di network, pubblici o privati, ecco sfilarti sotto gli occhi, incuranti di qualsiasi colpo di zapping, una sequela di salotti, tinelli, cortili mediatici popolati da parolai un tanto al chilo.
La prima che fa cucù dal video è Daniela Santanché. Poi premi il pulsante e spunta l’arcigno direttore di Libero Maurizio Belpietro. Subito seguito dal collega, non meno rabbioso, Alessandro Sallusti (direttore Il Giornale). Quindi ecco il piddino in servizio permanente effettivo in tv, Andrea Romano. E come può mancare il viso rubicondo del trottolino amoroso Fabrizio Rondolino? Tantomeno può marcare visita il pistolero americano Edward Luttwak, sempre pronto a dichiarare guerra non appena si leva un passero in volo.

Matteo Salvini
Matteo Salvini

Ma stavolta la vera chicca è Matteo Salvini nella doppia veste di cronista (la mattina, testimone sul posto come eurodeputato) e di leader di partito (la sera, ospite di tre talk show uno dietro l’altro). Risultato? Gli attentati, le vittime, il sangue, insomma, il fatto, diventa solo un pretesto. E’ lo spunto da cui partire né più né meno se si trattasse della riforma costituzionale o del referendum sulle trivellazioni al largo. Basta un accenno e poi ognuno inzuppa il pane nella più bieca e strumentale propaganda, chi soffiando a destra chi tirando a sinistra. Le voci si accavallano, i discorsi si perdono in subordinate che affondano nel nulla, la platea applaude ad ogni sciocchezza. Tu cerchi di sottrarti, cambi canale e speri che quello nuovo ti offrirà un prodotto migliore. Macché, l’omologazione, al ribasso, è totale. I morti sono ancora caldi, il sangue non è nemmeno stato pulito via, eppure nell’etere si perdono giudizi inappellabili, analisi impietose, previsioni granitiche. A teatro si direbbe che ciascuno recita a soggetto. Non c’è pietà per gli ascoltatori, e passi, ma nemmeno per le vittime della tragedia.

E’ la banalizzazione del male. E, per converso, il trionfo della stupidità contrabbandata per informazione e riflessione. Colpa certamente del penoso livello di chi dovrebbe avere il ruolo di rappresentare la testa pensante del Paese (politici, osservatori, analisti), ma pure di chi gestisce le osterie mediatiche all’insegna del medesimo modello, quello della rissa perpetua.
Da quest’altra parte del video ci siamo noi, miseri tapini annichiliti da tanto spreco di energie e costretti nostro malgrado a rifugiarci verso altri canali dove, in lingua inglese o francese o tedesca, ci vengono fornite notizie, reportage, inchieste, analisi che tengono rigorosamente alla larga qualsiasi tentazione demagogica o propagandistica. Ma, da questo lato della barricata, ed è l’aspetto più grave su cui sarebbe opportuno ragionare, ci sono anche loro: i terroristi. Loro sì che si divertono. Mentre noi ci dedichiamo al circo, loro fanno la guerra. Mentre noi ci scambiamo insulti, loro piazzano bombe. E allora, di grazia, c’è ancora qualcuno che si illude su chi ne uscirà vincitore?


Giornata europea del gelato, a Bergamo si celebra in 44 gelaterie

Locandina Giornata Europea del Gelato - 2016Sono 44 le gelaterie bergamasche che quest’anno hanno aderito alla Giornata Europea del gelato artigianale. L’appuntamento è giovedì 24 marzo e in provincia di Bergamo è promosso dai gelatieri aderenti all’Ascom.

L’evento è stato istituito nel luglio 2012 dal Parlamento di Strasburgo per promuovere il prodotto artigianale e ricordare le sue qualità. A coordinarlo è Artglace, la Confederazione che riunisce le associazioni nazionali di gelatieri dell’Ue, che ha scelto di valorizzare di anno in anno tipicità dei territori delle nove nazioni aderenti. Questa è l’edizione del Belgio e il gusto che lo rappresenta è “Poire Royale”, gelato di pera, variegato con marmellata di mela e pera e i tipici biscotti speziati, gli speculoos, sbriciolati. Le gelaterie saranno riconoscibili per la vetrofania e la locandina con il nuovo “look” della “Giornata”.

Ecco chi partecipa

In città

Tassino Eventi, Cherubino, Frigidarium.

In provincia

Franca (Albino), Fior di Panna (Almenno San Bartolomeo) e Petite Fleur (Almenno San Salvatore), Rosa (Arcene), Sofia Pasticceria (Boltiere), Nevelatte (Brembate), Willy Wonka (Capriate San Gervaso), Da Giò (Chiuduno), Artigiana Gelati, Selz Cafè (Clusone), Pezzotta (Costa di Mezzate), Gelateria Benghy (Costa Volpino), Sottozero (Curno), Iceberg (Fontanella), Agriall (Grassobbio), N-Ice (Grumello del Monte), Franca (Leffe), Artigiana Gelati (Lovere), Willy Wonka (Medolago), Bar Commercio (Osio Sotto), Gelateria Margot (Palosco), Gelatteria (Pedrengo), Nevelatte (Pontida), Capriccio 84 (Presezzo), Tosseghini Franca, Il Borgo Antico (Romano di Lombardia), Dolce Sogno (Roncola San Bernardo), La Gelateria (San Pellegrino Terme), La Gatta, Mej (Sarnico), Paradiso del Gelato (Seriate), Nonno Mino (Terno d’Isola), Rubis (Torre Boldone), Lo Chef del Gelato (Trescore Balneario), Gelatiamo (Treviolo), Nevelatte (Verdello), La Crem (Vertova), L’Oasi (Villongo), Artigel, Il Gioppino e La Voglia Matta (Zanica).

 


Italcementi-Heidelberg, i sindacati: “Dal governo un silenzio assordante”

“Nonostante le continue sollecitazioni, il Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi non ha ancora convocato le Segreterie Nazionali del sindacato di categoria.  Ricordiamo che le proposte presentate dai sindacati per il rilancio del gruppo italiano, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali, furono fatte proprie dal Ministro”. E’ quanto si legge in una nota diramata dalle segreterie nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. “Oltre a questo silenzio assordante che non fa presagire nulla di buono rispetto agli affidamenti che i sindacati avevano riposto nel Governo quale interlocutore principale del gruppo tedesco, si aggiunge anche quello di Heidelberg Cement che continua a trincerarsi dietro le regole dell’antitrust. Voci sempre più insistenti danno lo smantellamento della sede di Bergamo, del Centro Tecnico e del Centro di ricerca che a tutt’oggi occupano più di 700 dipendenti. Infatti in una riunione congiunta dei CAE Italcementi e Heidelberg, un rappresentante del gruppo tedesco ha affermato che, alla data del 31 marzo, HC deciderà i ruoli delle nuove aree geografiche, che avranno sicuramente ripercussioni negative sugli assetti organizzativi/produttivi in Italia, a partire dalla sede di Bergamo. Tale riorganizzazione – aggiungono i sindacati – potrebbe comportare sia un ridimensionamento dei siti produttivi, sia una riduzione delle attuali attività della sede di Bergamo causando una riduzione di due terzi del personale impiegato, con gravi ed evidenti ripercussioni sulla vita di centinaia di famiglie e sul tessuto sociale bergamasco. Alla luce di tutto ciò, il 1° aprile si riunirà a Roma il Coordinamento Nazionale delle RSU/RSA Italcementi che deciderà le opportune iniziative di mobilitazione da adottare che comprendono un pacchetto di 16 ore di sciopero da attuarsi in tutti i luoghi di lavoro del gruppo”.


Locali aperti fino alle 2.30 per le festività pasquali. L’Ascom: “Ok la deroga in Borgo Santa Caterina”

Ascom apprezza lo sforzo fatto dall’Amministrazione comunale di Bergamo che ha concesso, in deroga all’ordinanza numero 4 del 1° luglio 2015, la chiusura posticipata alle 2.30 dei locali di somministrazione di alimenti e bevande di via Borgo Santa Caterina per il 25, 26 e 27 marzo 2016. «Con questa delibera è stata accolta la richiesta fatta da alcuni esercenti ed è stato riconosciuto il lavoro svolto dalle Associazione di categoria – afferma Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne e segretario dei Pubblici Esercizi di Ascom Bergamo -. Nello stesso tempo è stato premiato il corretto comportamento tenuto dai gestori dei locali pubblici dall’entrata in vigore dell’ordinanza lo scorso luglio».


Vinitaly, 13 le aziende bergamasche al Pala Expo Lombardia

vinitaly 2013 - 36Vinitaly rappresenta da 50 anni a questa parte l’appuntamento più importante per il mondo del vino. Anche nel 2016 il Consorzio Tutela Valcalepio sarà presente al Pala Expo Lombardia presso gli spazi B8-C8 quale unico rappresentante dell’enologia bergamasca, con il suo stand collettivo dal 10 al 13 aprile. Sono 13 le aziende che rappresenteranno le Doc e le Igt di Bergamo durante la quattro giorni di Verona. Ci saranno le aziende più grandi ma anche alcune di dimensioni più ridotte per mostrare in maniera quanto più fedele possibile il variegato panorama aziendale della provincia orobica. Sono: 4R – Villa Domizia, Cantina Sociale Bergamasca, Cascina del Bosco – Lorenzo Bonaldi, Castello degli Angeli, De Toma, Il Calepino, Il Cipresso, La Rovere, La Tordela, Locatelli Caffi, Medolago Albani, Tallarini e Tosca: ecco i 13 protagonisti di questo cinquantesimo Vinitaly.

Nello spazio dedicato a Bergamo non mancheranno gli appuntamenti con la gastronomia tipica, organizzati anche quest’anno in collaborazione con la Camera di Commercio di Bergamo che lancerà il nuovo progetto “De Casoncello. Storie di Bergamo e di Casoncelli” proprio a Verona durante una conferenza stampa che si svolgerà lunedì 11 aprile 2016 alla Sala Respighi del Pala Expo Lombardia.

Ma Bergamo è anche fulcro del progetto ERG 2017 che vede uniti i territori di Bergamo, Mantova, Brescia e Cremona per una sempre maggior promozione e conoscenza delle eccellenze enogastronomiche. Il progetto ERG nel suo complesso e nello specifico la Cantina di ERG, che verrà realizzata presso Domus Bergamo, saranno presentati alla stampa durante una conferenza stampa martedì 12 aprile, allo spazio polifunzionale del Padiglione Lombardia.

Immancabile anche il banco d’assaggio dedicato ai vini che si sono aggiudicati una menzione all’11° Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” nello spazio D8 del Pala Expo Lombardia. Numerosi inoltre gli aggiornamenti social, appositamente pensati per far vivere la frizzante atmosfera della fiera anche a chi non potrà essere fisicamente presente a Vinitaly. Oltre che al Pala Expo Lombardia B8-C8, si può vivere il Vinitaly firmato Consorzio Valcalepio su Facebook alla Pagina del Consorzio, sul profilo Instagram @consorziotutelavalcalepio e su Twitter @Valcalepio.


Ecco il “Pane dell’Atalanta”. Lo firma l’Aspan

pane atalanta - allestimento rit
pane atalanta - dettaglioChissà che non abbia contribuito a sbloccare l’Atalanta. Del resto lo stesso allenatore Edy Reja aveva detto qualche settimana prima che la vittoria «serviva come il pane». E così domenica scorsa il pane è arrivato allo stadio di Bergamo. Un panino speciale, fatto con ricetta appositamente studiata per un risultato di alta qualità, a base di farina locale tipo 1, germe di mais, miele ed olio extravergine d’oliva, tondo e con impressa l’effigie della Dea. Un nuovo prodotto che farà la felicità dei tifosi, che potranno trovare in tavola e o portare con sé nel cestino delle scampagnate la propria squadra del cuore.

L’iniziativa nasce da un accordo tra la società calcistica e l’Aspan, l’associazione dei panificatori bergamaschi, fornitore ufficiale del team nerazzurro, e offre ai fornai che vi aderiscono la possibilità di produrre e vendere il panino “a marchio”. Le farine utilizzate (realizzate e distribuite per l’Aspan dalla Alpi, qualificata azienda del settore con sede a Filago) sono quelle del progetto di filiera QuiVicino, ricavate cioè dal grano coltivato in provincia di Bergamo. La partnership con l’Atalanta rappresenta quindi un’importante occasione di comunicazione dei valori legati al rilancio – fortemente voluto dall’Aspan – di tutta la filiera locale del pane, dal campo al negozio, con interessanti riflessi commerciali per le attività coinvolte, grazie all’alto impatto emozionale e al forte legame con il territorio della griffe atalantina. Ma non di dimentica la solidarietà, una parte del valore del venduto, infatti, sarà devoluta in beneficenza.

L’Atalanta ha definito il progetto «un ulteriore atto d’amore verso il territorio bergamasco ed indirizzato a valorizzare le eccellenze locali». Le nuove forme sono state presentate nel corso del lunch match di domenica scorsa con il Bologna, che ha visto, per la cronaca, il ritorno alla vittoria della squadra cittadina dopo 13 turni. Presente, insieme al presidente dell’Aspan Roberto Capello, il presidente dell’Associazione Panificatori di Bologna, Thomas Giardini, invitato per l’occasione.


Ubi, gli azionisti diretti in Consiglio? Meglio dar ascolto agli ammonimenti

ubi-banca1.jpgIn Italia – e quindi a Bergamo – sono tutti commissari tecnici della Nazionale, direttori di giornali, presidenti del Consiglio, amministratori delegati e ovviamente banchieri. Controindicazione della libertà di parola è che quelle a vanvera sono numericamente preponderanti e sovrastano quelle di chi sa di che cosa sta parlando. Così, per cercare di ristabilire un po’ di equità, vale la pena di ricordare almeno due recenti interventi di tecnici del settore, che possono essere utili per inquadrare la vicenda Ubi. Uno è l’intervento del responsabile della vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo. Il riferimento specifico è in questo caso alla riforma delle Bcc, ma vale anche per quella delle sorelle maggiori, le Popolari. La ratio del Governo, declinata in maniera diversa, è infatti la stessa. Come ha ribadito il ministro dell’Economia Padoan la considerazione di base è che il sistema è troppo frammentato. Insomma, ci sono troppe banche e a parere del governo questo non va bene, perché piccoli istituti possono creare grandi problemi. E dato che volontariamente le aggregazioni stentavano a procedere, nell’impossibilità di renderle obbligatorie, perché comunque c’è la libertà di impresa, ha creato la situazione per “favorirle” prescrivendo trasformazioni societarie delle grandi popolari cooperative in Spa e delle singole Bcc in realtà dipendenti da holding sulle quali è più facili vigilare e che ne delimitano l’autonomia. Le obiezioni che anche in questo modo è stata violata la libertà di associazione al momento non hanno avuto riscontro e, anche se il governo sembra che da arbitro, se proprio non sia diventato un giocatore, si comporti ormai come un appassionato tifoso (come conferma l’esplicito sostegno alla fusione Banco-Bpm), questo è lo scenario.

Barbagallo, in ogni caso, sostiene che c’è una cinquantina di banche di credito cooperativo in difficoltà (su un totale di oltre 300) e potenzialmente sottoposte a «tensioni» dovute alla scarsa patrimonializzazione e alle debolezze e criticità di un sistema reso ancora più fragile dalla crisi finanziaria. In generale Barbagallo, al di là delle riforma, fotografa un mondo scarsamente capitalizzato e poco propenso all’innovazione, che ha nel territorio la sua forza e allo stesso tempo il suo limite, con conflitti di interesse e condizionamenti locali che possono influenzare le decisioni di allocazione del credito e di investimento, «mettendo a rischio la sana e prudente gestione». Questo è un parere autorevole sul fatto che non sia sano fondare una banca, Bcc o popolare che sia, soltanto sul riferimento al territorio. E in ogni caso lasciare pensare che il richiamo non sia  sempre in buona fede. Altrettanto chiaro è stato l’editoriale dell’ex presidente dell’Abi Tancredi Bianchi sul dorso di Bergamo del Corriere della Sera. Dall’alto della sua pluridecennale esperienza di banchiere, in questo caso parlando esplicitamente di Ubi, rimette nella giusta carreggiata il dibattito sulle nomine. Pur avendo reso popolare in passato l’espressione “i piedi nel borgo, la  testa nel mondo”, il professor Tancredi Bianchi, nel suo intervento ha saltato a piè pari, come merita, il tormentone ultraprovinciale sulla conta dei rappresentanti bresciani e bergamaschi. Questa in una Spa è infatti una questione superata dal fatto che è naturale che chi ha più azioni faccia valere il suo peso. Ed è anche una questione affrontata fuori tempo perché se Bergamo vuole continuare a contare, come crede di dover contare, lo deve fare non tanto riferendosi alla tradizione, ma comprando più azioni, o organizzandosi meglio. Il problema della rappresentanza in ogni caso scoppia adesso, ma ha le sue origini con la naturale diluizione conseguente alle fusioni, accentuata dal fatto che quella con la Banca Lombarda ha riguardato una Spa con capitale meno frammentato. Ma, nella logica del se, probabilmente senza fusioni, quella che ha dato origine a Ubi e ancora di più quella precedente che ha portato alla nascita di Bpu, la Banca Popolare di Bergamo sarebbe già stata inghiottita da qualche gruppo più grosso.

Tancredi Bianchi pone comunque un’altra questione, meno appassionante dei derby campanilistici, ma più concreta. Nelle società per azioni moderne la tendenza, che non è una moda, ma una necessità, è una maggiore distinzione tra azionisti, controllori e gestori. La preoccupazione non deve essere quindi tanto sul fatto che ci siano consiglieri bresciani o bergamaschi, ma che ci siano professionisti di valore e sempre meno condizionati dal loro essere (grandi) azionisti. La critica quindi dovrebbe essere rivolta semmai non tanto al fatto che ci sono troppi bresciani e pochi bergamaschi, ma al fatto che si profila un consiglio di sorveglianza dove è forte la presenza diretta di azionisti di peso, in particolare nella parte bresciana del listone. Ed è incidentale che siano bresciani, se non per il fatto che in quest’area si trova la maggiore concentrazione di grandi azionisti. Parere personale è che in fondo questo può essere anche maggiormente ammesso in un consiglio di sorveglianza che ha il ruolo che dice il suo nome – in fondo chi ha un interesse diretto è anche particolarmente motivato a controllare – anche se effettivamente sarebbe stato meglio che ci fosse una maggioranza di consiglieri totalmente indipendenti o comunque soci non così rilevanti. L’ammonimento di Tancredi Bianchi è però da tenere seriamente presente nella futura composizione del Consiglio di gestione: se dovesse esserci una ampia presenza di azionisti diretti (che nello specifico non potrebbe che essere bresciani) allora sì che invece di avere una banca più aperta e moderna si rischierebbe di spostare soltanto la chiusura di mentalità da un territorio ad un altro.


Immobili, per Nomisma «a Bergamo mercato ancora poco dinamico»

«Il mercato immobiliare bergamasco continua ad essere poco dinamico, sebbene si intraveda qualche timido segnale di attenuazione della fase recessiva, che induce a considerare come superato il punto minimo raggiunto negli anni precedenti». È l’analisi del primo Osservatorio Immobiliare 2016 di Nomisma, società indipendente che realizza attività di ricerca e consulenza economica a livello nazionale e internazionale.

Il mercato residenziale bergamasco ha mostrato nel 2015 timidi segnali di ripresa, dimostrata dal nuovo aumento delle compravendite e dalla riduzione dei tempi medi di vendita (9,5 la media cittadina). Il divario medio tra prezzo richiesto e prezzo effettivo rimane alto (18% per l’usato e 14% per il nuovo).

I prezzi si sono ulteriormente ridotti, registrando una flessione media del -1,9% per le nuove abitazioni e del -1,7% per le usate. Nel segmento della locazione, il periodo necessario per la definizione di una trattativa è di circa 3,2 mesi. I rendimenti medi lordi si mantengono pressoché inalterati al 5,2%.

La maggior parte degli intenzionati all’acquisto è propensa a ricorrere al mutuo, col quale coprire circa il 77% del valore dell’abitazione. Tra le tipologie dei contratti d’affitto, a Bergamo crescono quelli a canone concordato (37%), raddoppiati rispetto al 2013.

Il mercato dei box e garage è praticamente stabile sul fronte compravendita e locazione. Il calo dei canoni nelle zone periferiche è di -3%.

Nel comparto direzionale i tempi medi di vendita e di locazione rimangono elevati, rispettivamente 13,5 e 9 mesi, così come lo sconto medio tra prezzo richiesto e quello effettivo, fermo al 21,5%. I prezzi calano del -3,4% annuale, la variazione più alta tra le città italiane monitorate da Nomisma.

I canoni degli uffici si contraggono soprattutto nelle zone centrali (-3,5% annuale). Il rendimento potenziale lordo annuo cresce leggermente, portandosi al 4,7% medio.

Nel mercato retail il numero delle compravendite del 2015 è stato inferiore alle 70 unità, un terzo di quelle registrate nel 2005. Lo sconto praticato sul prezzo inizialmente richiesto risulta in leggera flessione rispetto alla precedente rilevazione (17,5%), così come i tempi di vendita, scesi a 11 mesi. I rendimenti potenziali lordi da locazione si mantengono – per il terzo anno consecutivo – al 6,9%.

Nel comparto dei capannoni industriali l’allungamento dei tempi necessari a locare gli immobili industriali non lascia intravedere miglioramenti per il segmento locativo. Per concludere qualche trattativa è necessario applicare sconti sul prezzo richiesto che si mantengono molto elevati, in media 23%. I prezzi e i canoni si contraggono ulteriormente, anche se in maniera meno accentuata rispetto agli anni precedenti.


Da Comune e Provincia la solidarietà alla città di Bruxelles

bruxellesLa Giunta del Comune di Bergamo si è riunita nel pomeriggio di ieri in seduta straordinaria e urgente per esprimere solidarietà e vicinanza alla città di Bruxelles e al Belgio, vittime di feroci atti di terrorismo che hanno colpito cittadini europei inermi. Il Comune di Bergamo si stringe al popolo belga in questo drammatico frangente, riaffermando i valori di solidarietà e dialogo su cui è fondata la comunità bergamasca che pienamente si identifica con la comunità europea così gravemente colpita in questo momento. L’Amministrazione comunale ha inviato invita tutti i cittadini a partecipare, portando una candela, alle 21 di ieri in Piazza Vittorio Veneto al presidio silenzioso organizzato insieme all’Amministrazione provinciale di Bergamo per commemorare le vittime e affermare la forte determinazione e l’impegno nella lotta contro il terrorismo. Proprio nel pomeriggio di ieri su Palazzo Frizzoni è comparsa una bandiera belga a mezz’asta: il Comune di Bergamo ha deciso inoltre di aderire a tutte le iniziative che verranno assunte dal Governo italiano per la commemorazione delle vittime per affermare il cordoglio della comunità nazionale.


Le immagini della festa

Non sono mancati i ricordi e gli aneddoti alla piccola festa con la quale l’Ascom di Bergamo ha salutato Francesco Cortinovis, funzionario dell’associazione che dopo 31 anni di servizio ha raggiunto il traguardo della pensione. I nuovi spazi della sede di via Borgo Palazzo 137 hanno fatto da bella cornice all’incontro che ha visto la presenza del direttore Oscar Fusini, di Diego Pedrali in rappresentanza del Consiglio direttivo dell’Ascom e dell’ex direttore Luigi Trigona, definito da Cortinovis – affezionato alle citazioni letterarie – “il mio Virgilio” in quella che è stata la sua svolta professionale all’età di 35 anni.

Nato a Clanezzo nel 1949, Cortinovis si è occupato, in particolare, del commercio al dettaglio alimentare ed ha curato il collegamento con le associazioni presenti nei comuni della provincia, oltre a essere consulente dell’area tecnica amministrativa della sede e delle delegazioni di Albino e di Clusone.

Lascerà l’incarico a fine mese, ma continuerà ad essere il responsabile fiscale del Caf In Ascom e il segretario nella Pia Unione San Lucio, sodalizio che dal 1938 promuove momenti di solidarietà, di spiritualità e di svago tra i dettaglianti alimentari della Bergamasca.

Dirigenti e colleghi gli hanno tributato la propria stima professionale e un allegro brindisi.