Beni durevoli, a Bergamo la spesa cresce del 7,7%

A Bergamo la spesa per i beni durevoli (dalle auto ai mobili, agli elettrodomestici) cresce più che in Lombardia e della media nazionale. Lo dice l’Osservatorio Findomestic Banca, specializzata nel credito al consumo, che realizza periodicamente studi e indagini sul comportamento dei consumatori e l’andamento dei mercati.

Dal focus sulla Lombardia relativo al 2015 emerge nella nostra provincia un incremento degli acquisti per queste merceologie del 7,7% rispetto all’anno precedente, superiore al 7,1 regionale (11.161 milioni di euro) e al 6,4 registrato in Italia. La spesa complessiva si attesta a 1,114 miliardi di euro, pari a 2.405 euro a famiglia, contro i 1,035 del 2014 (+6,9%).

A trainare la ripresa sono il comparto della mobilità e dell’arredo. Le immatricolazioni di auto sono cresciute di quasi 2.600 unità (+11,1%) attestandosi a 25.907, di cui 20.348 acquistate delle famiglie (+14,5%). In aumento anche le compravendite di auto usate, di 2.086 unità (+5%, +7,2% in valore, dato tra i più alti dopo Lodi e Cremona) . Il parco circolante è però in diminuzione, segno che c’è chi ha rinunciato all’auto. In un anno il totale è passato da 578.440 a 571.950 per una diminuzione dell’1,1% che pone Bergamo sul fondo della classifica, con il valore più negativo (le altre due province lombarde con segno “meno” sono Lodi e Varese).

La Bergamasca si conferma, poi, terra degli amanti delle due ruote, seconda in classifica dopo Milano per numero di motoveicoli acquistati lo scorso anno (in totale 4.392, +7,8%) e per spesa complessiva (30 milioni di euro, +9,3%), ma anche nelle moto cala, leggermente (-0,3%, la media regionale è -0,5%), il parco circolante, che conta oggi 151.482 mezzi.

Positivo è anche l’andamento delle vendite di elettrodomestici, grandi e piccoli. La spesa a Bergamo è salita a 98 milioni di euro (+10,4%), che si traduce in 212 euro a famiglia (+9,7%). E c’è segno più anche per il comparto mobili (273 milioni di euro, +1,6%), nel quale ogni famiglia bergamasca ha investito in media 588 euro. Entrambi i dati possono essere messi in relazione con il bonus mobili ed elettrodomestici a disposizione per chi ristruttura casa ed ora anche per le giovani coppie.

In linea con la tendenza nazionale (-9,5%) e lombarda (-6,7%), la diminuzione a Bergamo della spesa nell’elettronica di consumo, con 3 milioni di euro in meno (da 46 a 43) pari a -6,9% e una media di consumi per famiglia tra le più basse in regione, 93 euro. Per l’information technology domestica, infine, le famiglie bergamasche hanno sborsato in media 84 euro invece degli 89 del 2014 (-4,9%) e le vendite complessive sono calate di 2 milioni di euro (-4,3%, che segue un più netto -7,4% dell’anno precedente).

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Una volta credevo nella Giustizia. Poi è successo che….

tribunale di BergamoUna volta, credevo che la giustizia fosse una cosa magnifica e semidivina: ci credevo per davvero. Erano gli anni cupi del terrorismo, ma per me erano anche gli anni belli e spensierati del liceo. La mia morosa storica di allora era figlia di un giudice e, probabilmente, io i giudici me li immaginavo tutti come lui e, con loro, va da sé, la giustizia che essi incarnavano. Il papà della mia fidanzatina era una persona timida e gentile: scrupolosissimo e modesto, andava al lavoro tutte le mattine in filobus, con puntualità assoluta. Potevi regolare l’orologio sul fatto di vederlo fermo ad aspettare il mezzo pubblico, con la sua borsa di pelle floscia. Ecco, allora, per me, la giustizia era questo: un servitore dello Stato che lavorava duro, senza fronzoli e senza indulgere ad alcuna forma di protagonismo.

Col passare del tempo, cominciai a notare che certi magistrati occupavano sempre più spesso le prime pagine dei giornali, fino a diventare ospiti fissi dei telegiornali: al contempo, cominciai a cogliere i primi segnali di una certa tendenza dei medesimi a prendere cantonate clamorose, e fu per questo che votai senza esitare per la loro responsabilità civile, nel 1987. La velocità con cui il Parlamento cancellò gli effetti di quel voto, e la sostanziale truffa ai danni degli elettori, mi convinsero definitivamente che la giustizia, come la vedevo io, non era poi così giusta. E che i giudici, probabilmente, non erano tutti quanti come il padre della mia morosa. Da allora, continuai a nutrire i miei dubbi, ma la cosa rimase, per così dire, allo stadio latente, giacché, per fortuna, non ho mai avuto a che fare con un giudice, se non per una partita a carte o per una conferenza. Recentemente, però, ho dovuto ricorrere alla giustizia, e l’impressione che ne ho tratto mi ha profondamente deluso, così ho pensato di raccontarvi la mia esperienza.

Non pretendo che si tratti della norma: magari sono stato semplicemente sfortunato, però mi pare che la faccenda sia abbastanza significativa, se non altro come apologo. Circa due anni e mezzo fa, un signore che non conosco, per futili motivi (la solita discussione su Facebook degenerata in battibecco), ha pubblicato nel proprio sito il mio curriculum vitae, leggermente, dirò in maniera eufemistica, chiosato dai suoi commenti. Ne derivava un quadretto piuttosto deprimente: io ero un mezzo uomo (sic), un millantatore, un imbroglione, un analfabeta e un cretino. Il tutto detto con una prosa un tantino più colorita ed imbarocchita. Quel che è peggio, tuttavia, è che il sicofante pubblicò anche il mio indirizzo ed il mio numero telefonico, invitando implicitamente suoi presunti sodali a fare giustizia sommaria sulla mia persona. Naturalmente, lo querelai, tramite il mio avvocato, che presentò subito un’istanza urgente per l’oscuramento della pagina incriminata, con tutte le motivazioni del caso. Aggiungo che, nella mia professione, accade abbastanza di frequente che potenziali clienti cerchino informazioni tramite internet: potete immaginarvi la bella impressione che possono trarre nel leggere, come prima cosa, quella simpatica paginetta di insulti e di diffamazioni. Insomma, per dirla chiara, ci ho smenato anche dei bei soldi.

La pratica mi pareva di quelle che possono essere evase in cinque minuti, senza aggravare il già drammatico sovraccarico della giustizia orobica: fai chiudere la maledetta pagina e, per l’udienza ci sarà tempo. Macchè: i mesi passavano e la paginazza era sempre lì, a campeggiare non appena si digitava il mio nome su Google (sono sicuro che qualcuno di voi lo farà subito ed esclamerà: orca, è proprio vero!). Io tormentavo il mio povero avvocato e lui sollecitava, sollecitava: in fondo, sarebbe bastato leggere quel che aveva scritto il tipo balordo per capire al volo che si trattava di una cosa sgradevole e potenzialmente pericolosa. Sono passati due anni e mezzo, e il blog è ancora al suo posto: in due anni e mezzo, questo magistrato, evidentemente, non ha trovato il tempo di scrivere due righe e mettere una firma.

Ecco, questo episodio ha cancellato in via definitiva l’associazione d’idee: papà della morosa-magistratura. Cari magistrati, avete trasformato un vostro ammiratore in un detrattore: bel risultatone! Tra l’altro, il diffamatore è recidivo: ho scoperto che un mio amico di Roma lo ha a sua volta querelato per tutt’altre diffamazioni. Gli auguro miglior fortuna, naturalmente. Si tratta, lo so bene, di un episodio piccolo, minimo, marginale. Ma, per chi lo vive, non è marginale neanche un po’. A volte, qualche magistrato tende a dimenticarselo.


Lavoro festivo e domenicale, accordo all’Esselunga

ESSELUNGA-1È un buon viatico per l’avvio dei negoziati sul rinnovo dell’integrativo l’accordo che sindacati e Esselunga hanno raggiunto sulle aperture festive e domenicali. Si tratta di un accordo sperimentale, e fortemente innovativo, che prevede una programmazione trimestrale del lavoro domenicale che valorizzi la disponibilità volontaria dei lavoratori.

Si parla di programmazione trimestrale del lavoro domenicale che valorizzi la disponibilità volontaria dei singoli lavoratori, in un’ottica di attenuazione dei carichi di lavoro in capo ai dipendenti e di miglioramento dell’efficienza organizzativa e della produttività aziendale. L’accordo sperimentale, valido per un anno dal 1° maggio 2016, è stato siglato dalle organizzazioni sindacali Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs e la direzione di Esselunga, il gruppo italiano della grande distribuzione organizzata che, a Bergamo e provincia, conta qualche centinaio di dipendenti sui 5 punti vendita, tutti aperti al pubblico nella giornata domenicale. Sul mercato del lavoro l’intesa introduce la possibilità (a livello nazionale) per 120 lavoratori part-time a tempo indeterminato di incrementare l’orario di lavoro settimanale aggiungendo la domenica tra le giornate contrattualmente previste. L’accordo regola anche le maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo dal 1° gennaio 2016 con la previsione di sette fasce di trattamento economico – di miglior favore rispetto al contratto nazionale – dal 30% all’80% rapportate al numero di prestazioni effettuale dalla 1° alla 28° ed oltre le 29° giornata lavorata. A livello di singolo negozio sarà esperito un confronto tra le rappresentanze Rsu/Rsa, le organizzazioni sindacali territoriali e la direzione aziendale sulla programmazione trimestrale concordata del lavoro domenicale e sugli impatti della organizzazione del lavoro, turni e riposi. Sono esclusi dalla programmazione del lavoro domenicale i genitori padri o madri di bambini con età inferiore a 3 anni e i lavoratori che assistono portatori di handicap o affetti da patologia grave e continuativa.

La Fisascat commenta positivamente i contenuti dell’accordo. “Si tratta di una intesa innovativa in un gruppo che ha resistito alla crisi degli ultimi anni – dichiara il segretario generale di Bergamo, Alberto Citerio. A fronte di una flessibilità contrattata viene valorizzato il confronto tra le rappresentanze sindacali e la direzione aziendale, confronto che permette di concordare le modalità della prestazione domenicale volontaria nel rispetto delle esigenze di vita dei dipendenti pur in un’ottica di incremento della produttività. Questa intesa – continua Citerio – rappresenta un primo passo per ristabilire un percorso di proficue e corrette relazioni sindacali e pone le basi per il rinnovo del contratto integrativo scaduto nel 2007. Il nostro auspicio è che si individui un punto di mediazione al tavolo con l’associazione datoriale del settore Federdistribuzione per siglare al più presto il nuovo contratto nazionale per le lavoratrici ed i lavoratori della grande distribuzione organizzata”.


Il locale che va controcorrente: dalla pizzeria di montagna alla cucina gourmet

Quando tanti suoi colleghi hanno aggiunto la pizza nel loro menù, Paolo Cortinovis, 39 anni, a Selvino ha compiuto un gesto controtendenza e coraggioso: si è sbarazzato del forno e ha votato il suo ristorante alla cucina gourmet. Dal ’69 il Sorriso era un ristorante-pizzeria. Lo gestiva il papà Emilio, lì conosciuto come Nani. Nel 2004 Paolo e la moglie Michela sono subentrati nella conduzione del locale. «Abbiamo cercato da subito di portare sempre più avanti il ristorante, poi l’hanno scorso abbiamo fatto una scelta radicale e deciso di fare solo ristorante».  «I clienti sono rimasti spiazzati. Da un giorno all’altro si sono trovati senza pizza – racconta Paolo -. Per me non è stata una scelta difficile. La mia cucina era già ricercata, ho solo seguito la mia linea». «All’inizio mi dicevano “tu sei pazzo” ma la pizzeria portava avanti solo i numeri, con la qualità che avevo in mente io non c’entrava niente.  Mio papà, che era il pizzaiolo, è stato d’accordo, era stanco di lavorare al forno».

A cambiare del tutto il locale Paolo ci pensava già dal 2009, poi si è deciso: gli affari andavano bene, i piatti piacevano, così a gennaio lui e Michela hanno chiuso per due mesi e hanno ribaltato tutto, dalla cucina alla sala. Ora il ristorante non ha più niente dello stile di montagna che aveva prima. Gli ambienti sono raffinatissimi, in linea con la proposta in carta. In menù si possono trovare piatti di pesce, paste fresche fatte in casa, carni e dolci al piatto, che cambiano secondo la stagionalità e sono frutto di una ricerca attenta degli ingredienti e di una cura precisa nella presentazione.

I piatti della tradizione sono proposti in chiave moderna e con abbinamenti particolari. In questo periodo si possono trovare i casoncelli di Paolo, piatto irrinunciabile per i clienti, il piccione in doppia cottura servito con patate affumicate e la trilogia di castagne: castagnaccio, marron glacè e castagne al vapore e rum con panna montata.

La cantina ha più di 100 etichette con una buona rappresentanza di vini del territorio ed è in crescita. In sala i posti, che prima erano 60, sono scesi a 35, sempre per una logica di qualità e c’è un grazioso giardino. «Tanti clienti mi hanno detto che finalmente il ristorante rispecchia la mia cucina, era quello che desideravo. Ora le tavolate non le faccio più, ma sono soddisfatto della mia scelta».


Malattie rare, nasce la delegazione Armr della Val Calepio

delegazione ARMR Vallecalepio

Le delegazioni di A.R.M.R., la Fondazione Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare salgono a quota 21. È nata infatti quella nuova della Val Calepio. Il neonato sodalizio ė stato presentato domenica 24 gennaio a Foresto Sparso nella sala riunioni di Casa Sora. All’inaugurazione sono intervenuti Daniela Gennaro Guadalupi (Presidente della Fondazione A.R.M.R.), Marco Orefice (responsabile delle delegazioni), Roberto Duci (Sindaco di Foresto Sparso), Silvana Sora (Fondazione Sora) e la dottoressa Maria Grazia Natali Sora. A guidare la nuova delegazione sarà Diego Mario Busatta di Foresto Sparso, già responsabile del progetto Casa Sora, insieme a: Maria Grazia Natali Sora (membro della Commissione scientifica della Delegazione), Roberta Martinelli (segretaria), e i consiglieri Marco Orefice, Raffaella Parigi, Carlo Baldelli, Giusy Sandrinelli, Giuseppe Carminati, Giovanna Palladini, Lorena Pievani, Sabina Plebani e Nicola Pugliese.

La delegazione nasce su iniziativa di un gruppo di persone di Foresto Sparso e dei comuni vicini, già impegnate sul fronte delle Malattie rare con la Fondazione di Casa Sora. Creata nel 2008 e dedicata al capitano degli Alpini Gennaro Sora, Casa Sora è stata donata dagli eredi alla Fondazione e restaurata dagli alpini dalle varie sezioni della valle e dalla città di Bergamo. Si tratta di una struttura di accoglienza situata a Foresto Sparso che aiuta i bambini e i ragazzi affetti da patologie neurologiche in età pediatrica e giovanile, in particolare dalla Sindrome di Prader-Willi.  “Casa Sora è nata dalla volontà di offrire un luogo protetto in cui i bambini possano sentirsi liberi di esprimere il loro bisogno di socializzare, vivere il loro amore e interesse per la natura in un programma multidisciplinare non “ospedalizzato” spiega Diego Busatta Responsabile della nuova delegazione A.R.M.R. “Nel febbraio del 2015 abbiamo ospitato a Casa Sora una serata della Fondazione A.R.M.R e subito è nata l’idea di creare una sinergia e di dare vita a una delegazione locale che sensibilizzi  la  cittadinanza della Val Calepio sulle finalità della Fondazione del Centro di Ricerca Mario Negri e raccolga fondi a sostegno della sua attività di ricerca, erogando borse di studio a giovani ricercatori attraverso un bando di concorso internazionale. Ringrazio gli amici che hanno condiviso e voluto tenacemente dar vita a questo nuovo sodalizio che sarà il punto di riferimento di A.R.M.R. per la zona”. “Conosco bene il lavoro degli alpini e so che questa delegazione avrà un futuro luminoso – ha detto Daniela Gennaro Guadalupi presidente di A.R.M.R -. Ritengo che la vicinanza con persone che si occupano di una patologia specifica sia un valore aggiunto importante che potrà dare nuovi spunti”.

Le malattie rare sono più di 7mila. I  malati rari in Europa sono tra i 27 e i 30 milioni. “Studiando le malattie rare non solo si possono trovare cure a questi malati, ma spesso si trovano rimedi anche ad altre malattie non rare” ha spiegato Guadalupi.
“Vivere con una malattia rara significa sperimentare la solitudine, la paura, l’incertezza – ha sottolineato Silvana Sora della Fondazione Casa Sora -. Qui operano tantissime persone che vogliono dedicare il loro tempo e credono e sperano in un mondo di accoglienza e di sorrisi”.


Aperture in franchising, a Bergamo in lizza 15 negozi sfitti

Sono una quindicina le vetrine sfitte a Bergamo che si potrebbero riaccendere attraverso il franchising. Grazie al progetto pilota “Fare impresa in franchising in Lombardia” con il quale la Regione, il sistema camerale, le associazioni del franchising e i distretti urbani del commercio puntano a rivitalizzare i centri storici delle città.

Il percorso sta proseguendo secondo le tappe previste. Dopo la selezione dei franchisor (le aziende titolari dei format commerciali) interessati ad aprire un’attività in Lombardia (sono 104) ed una ricognizione degli spazi liberi effettuata da ciascuno dei 25 Distretti coinvolti, le due “parti” si sono incontrate in un vero e proprio matching di appuntamenti serrati al Belvedere di Palazzo Lombardia.

1403 Roberto Ghidotti (1)«Abbiamo ricevuto una trentina di aziende – spiega il presidente del Duc di Bergamo Roberto Ghidotti – di diverse merceologie. Ci hanno illustrato le caratteristiche della loro offerta e le loro esigenze, ad esempio metrature, disponibilità di parcheggi, possibilità di dehors, fornendoci un quadro più chiaro delle richieste. Dal canto nostro abbiamo presentato la situazione a Bergamo. Nell’area del Duc, che è stato recentemente allargato e oltre al centro comprende Città Alta, Borgo Palazzo e Borgo Santa Caterina, abbiamo rilevato 146 negozi sfitti. Tra questi abbiamo raccolto la disponibilità di una quindicina di proprietari a partecipare al progetto sul franchising».

La mappa dei possibili nuovi insediamenti è diffusa, si va dalle vie Moroni, Baschenis e Don Luigi Palazzolo a via XX Settembre, passando per via Garibaldi, viale Vittorio Emanuele, via Verdi, via Divisione Tridentina, fino a via Borgo Palazzo e via Rovelli. Ugualmente diversificate le merceologie che potrebbero trovarvi sede: servizi postali, movimentazione della merce e consegna ai negozi, droni, farmacia e benessere, naturalmente la ristorazione e la somministrazione, dal sushi alle specialità gastronomiche siciliane all’enoteca che è anche punto di incontri e formazione sul vino, e ancora il negozio di fiori o quello di lavanda, giusto per citarne alcuni.

«Si tratta di proposte tradizionali realizzate con modalità diverse rispetto al passato – prosegue Ghidotti – oppure di novità, in ogni caso iniziative capaci di portare vivacità nel tessuto commerciale». «Il percorso è molto concreto – sottolinea – ma anche molto significativo perché rappresenta un salto di qualità nel ruolo assegnato ai distretti, che non si limitano ad organizzare e coordinare manifestazioni ed eventi, ma sono chiamati a fare da regia nello sviluppo commerciale. Un compito che va al di là dei bandi e delle risorse concesse di volta in volta per toccare più da vicino la possibilità di offrire un indirizzo, individuando le polarità e le potenzialità delle diverse zone». «Con questo progetto la Regione – conclude Ghidotti – ha messo sul piatto una soluzione innovativa ed un metodo di lavoro intelligente. Poter incontrare direttamente i franchisor, ma anche i rappresentanti degli altri Duc, è infatti fonte di confronto, crescita e ispirazione reciproca che ci auguriamo possa trovare continuità».

In questi giorni, intanto, partirà la fase finale del progetto, rivolta a chi intende aprire l’attività in franchising. Sul sito di Unioncamere sarà pubblicato il bando per l’erogazione di un contributo a fondo perduto di 10.000 euro, a fronte di un investimento complessivo di almeno 20.000 per la riconversione di un’attività esistente o l’apertura di una nuova attività di commercio, ristorazione o di servizi. A questo contributo regionale si aggiungeranno le agevolazioni rese disponibili dai Comuni, dalle associazioni coinvolte e dai franchisor.


Imprese & Territorio: “Colpiti e amareggiati dalle parole di Gori”

Giorgio Gori«Siamo rimasti colpiti e amareggiati nell’ascoltare le parole del sindaco Giorgio Gori durante l’assemblea di Confcooperative di sabato scorso, pronunciate circa il ritardo nella costruzione di un modello di governance così come auspicato dall’Osservatorio Ocse». E’ questa la posizione di Giorgio Ambrosioni, presidente di Imprese & Territorio rispetto a quanto accaduto durante l’assemblea di Confcooperative sabato 23 gennaio. «Le affermazioni del sindaco cadono in una fase avanzata di consultazioni che il nostro coordinamento sta portando avanti con l’Università, con la Provincia di Bergamo, che ci ha offerto disponibilità questa mattina, e con Confindustria Bergamo, soggetti con i quali stiamo gettando le basi  di una governance condivisa per il rilancio del territorio – spiega Ambrosioni-.  Lo stesso sindaco Gori, incontrato prima di Natale, non ci aveva sollevato questo problema».

La ricerca integrale di Ocse non è stata ancora pubblicata, dalle anticipazioni presentate a maggio fino ad oggi le parti interessate hanno lavorato per definire le linee progettuale da adattare ai risultati finali. Per Imprese & Territorio il progetto da sviluppare, dopo i risultati di Ocse, dovrà tener conto di alcune linee essenziali:

  • la centralità della Camera di Commercio;
  • l’apertura a tutte le rappresentanze pubbliche e private, organizzazioni di impresa, sindacati ed esponenti della società civile che possano offrire un valido contributo;
  • la logica costruttiva e non di contrapposizione tra le diverse forze in campo.

«Il sindaco nel suo intervento di sabato ha inoltre parlato di “siparietti”, riprendendo un articolo uscito su L’Eco di Bergamo venerdì 23 gennaio – continua Ambrosioni -. Anche noi rigettiamo i “siparietti”, siamo concentrati a costruire un progetto di rilancio dell’economia del territorio, tutti insieme attori nello stesso tavolo di lavoro. Quello che stiamo raccogliendo è il consenso delle diverse parti nella realizzazione dell’auspicato modello di governance per le azioni suggerite dall’osservatorio Ocse. La provincia di Bergamo ha dato questa mattina la propria disponibilità a collaborare con il mondo imprenditoriale nella governance. L’incontro odierno con in vertici di Confindustria ha fatto emergere la volontà di lavorare tutti insieme per un progetto di sviluppo del territorio sotto la regia della Camera di Commercio». Il presidente Ambrosioni precisa anche la posizione di Imprese & Territorio riguardo al Modello Bergamo: «Per quanto riguarda il Modello Bergamo, costituito nel 2009 da Confindustria Bergamo, Imprese & Territorio e le organizzazioni sindacali CGIL CISL e UIL per affrontare l’aggravamento delle condizioni socio economiche della media Seriana, è stato un importante test di confronto e un progetto concreto alla ricerca di soluzioni. Nato per affrontare le difficoltà di un’area circoscritta della Bergamasca è stato poi esteso ad altre aree. Oggi, resta un esempio valido da implementare e da adattare ai risultati del progetto Ocse per lo sviluppo del territorio».


DejaVu Market torna al Druso di Ranica

DejaVUMarketDejaVu Market, la vibrante mescolanza di privati che desiderano vendere , comprare e scambiare, ritorna al Druso di Ranica, in via Locatelli. L’appuntamento è fissato per  domenica 31 gennaio. Dalle 12 alle 21 sarà possibile trovare dall’abbigliamento agli accessori vintage, bijoux, prodotti handmade e vinili. Il tutto con entrata libera. Per gli stomaci più famelici, dalla cucina del Druso usciranno hamburgher di vario tipo e diverse proposte anche per i vegani e vegetariani Completerà l’atmosfera londinese e originale proposta da DejaVu Market , il dj set garage and bear di John Terrible a partire dalle 17.


Passerella di Christo, Sorte: “Sarà l’evento dell’anno”

-CHRISTO“Stiamo lavorando per fare della passerella di Christo, che collegherà le sponde bergamasche e bresciane del Lago d’Iseo, l’evento dell’anno”. Lo ha spiegato l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Alessandro Sorte a margine dell’incontro che ha presieduto in Regione, per fare una ricognizione sull’insieme dei sistemi della mobilità – lacustre, ferroviaria e coi bus – necessari per garantire un’adeguata accessibilità all’opera. Erano presenti il sindaco di Sarnico Giorgio Bertazzoli, l’assessore al Turismo e Commercio Lorenzo Bellini e l’assessore a Famiglia e Istruzione Paola Plebani. “L’estate 2016 – ha detto Sorte – sarà una grande estate per il Lago d’Iseo, grazie alla performance dell’artista internazionale Christo, che ha scelto il nostro territorio come palcoscenico per la sua prossima opera”. Una passerella lunga poco più di tre chilometri collegherà infatti Sulzano, paese situato sulla sponda bresciana del lago, con Montisola, meravigliosa isola lacustre nel cuore del bacino. “L’opera di Christo – ha continuato Sorte – si chiama The Floating Piers: noi non abbiamo la pretesa di camminare sulle acque, però vogliamo impegnarci per portare sull’Iseo oltre mezzo milione di turisti”. L’evento, in programma dal 18 giugno al 3 luglio, ha già fatto il giro del mondo, grazie a quotidiani come il New York Times e il Daily Mail. “Con le Istituzioni locali siamo impegnati a potenziare tutti i servizi – ha spiegato Sorte -: dai trasporti alla logistica, fino all’accoglienza. Ancora una volta la Lombardia dimostrerà di essere un’eccellenza internazionale, trasformando il lago d’Iseo in una delle mete turistiche più ambite”. Tutte le Istituzioni locali, comprese le Province di Bergamo e Brescia, il G 16 dei Comuni del Lago d’Iseo, l’Autorità di bacino e le due Comunità montane si sono date appuntamento per un aggiornamento di carattere organizzativo sabato 13 febbraio.


Cuochi, i primi Campionati della cucina italiana di scena a Montichiari

Dal 18 al 21 marzo prossimi alla Fiera di Montichiari (Bs), la Federazione italiana cuochi organizza i primi Campionati della cucina italiana.

Su un’area di 1.500 mq, le strutture della Fic ospiteranno le più svariate discipline internazionali da concorso di cucina e pasticceria, offrendo la più estesa e completa competizione italiana per le categorie in gara. In programma ci sono infatti ben 10 sfide, quelle di cucina calda (sia a squadre sia per singoli), cucina fredda (a squadre e singoli), pasticceria da ristorazione (singoli), la combinata a squadre (cucina calda + fredda), due competizioni artistiche (settore salato e dolce) e due contest (le selezioni italiane per la “Catering Cup” di Lione e la finale italiana del concorso per il miglior allievo degli Istituti alberghieri).

Il concorsi sono aperti a cuochi e professionisti iscritti alla Fic, operanti in Italia e all’estero. La competizione è riconosciuta dall’Associazione mondiale Cuochi Wacs.

Lo spazio della Federazione è all’interno del padiglione “Origine”, salone nazionale dedicato ai prodotti agroalimentari tipici ed alle produzioni d’eccellenza. Per l’occasione, sul palco dell’associazione si farà spazio a testimonianze inedite di produttori d’eccellenza, seminari formativi e cooking show di grandi professionisti ad integrare quattro giorni di iniziative e confronto.