«Sangue in A4 e deserto sulla Brebemi, è ora di intervenire»
L’autostrada A4 è sempre più un inferno: è veramente ora di dire basta.
Venerdì 29 gennaio altri tre giovanissimi hanno perso la vita a causa di un grave incidente stradale avvenuto all’altezza di Seriate, in quella stessa autostrada in cui nel 2015 si sono verificati una decina di incidenti mortali, alcuni con più di una vittima. Spesso si tratta di ragazzi giovani, come nell’ultimo terribile caso.
Il 9 gennaio scorso, in occasione del riuscito convegno “Infrastrutture e ambiente” alla presenza del vice ministro Riccardo Nencini, dell’assessore regionale Alessandro Sorte, del presidente della Provincia Matteo Rossi e del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, avevo già accennato all’assurda situazione della A4: inquinamento, congestione, incidenti a raffica, morti. Il tutto aumentato in modo esponenziale dal transito di mezzi pesanti in quantità insostenibile.
L’anno scorso in Italia sono stati stimati circa 84.000 decessi solo per inquinamento dell’aria. E la zona di Bergamo “collabora” in maniera decisiva alla crescita di questi già poco rassicuranti numeri.
Tutto ciò in presenza di un’altra arteria stradale, la BRE.BE.MI, tristemente famosa per il suo incredibile deserto nonostante fosse stata pubblicizzata come la soluzione al continuo caos della Milano-Venezia. Risorse private e pubbliche praticamente inutilizzate, con terreni sottratti, senza motivo, all’agricoltura e al godimento sia dei privati che della collettività.
Questa situazione è ormai inaccettabile: in altri Paesi, come l’Austria tanto per citare un esempio, nel passato i governi (a volte “motu proprio”, a volte su sollecitazione dei movimenti ambientalisti) hanno bloccato e poi contingentato il transito dei mezzi su gomma.
Perché invece da noi nessuno fa nulla? Perché da noi nessuno si chiede come sia possibile che ci sia un’autostrada completamente paralizzata dal traffico e tanto sporca di sangue di vittime innocenti e, al tempo stesso, un’altra, che le corre a fianco, praticamente inutilizzata? Le autorità dove sono?
È ora che chi di dovere si assuma le proprie responsabilità e faccia qualcosa di concreto: basta con le scuse. Oppure i lombardi ne trarranno le logiche conseguenze.
Francesco De Lucia, segretario provinciale Psi Beramo