Gastoldi, la macelleria che vende anche il pesce fritto

Beatrice Grumelli e Pierino Gastoldi
Beatrice Grumelli e Pierino Gastoldi

Qualità, tanta passione e un sorriso. Sono questi i segreti della longevità della Macelleria salumeria, gastronomia Gastoldi a Bariano, premiata nei giorni scorsi dalla Camera di Commercio per i suoi 78 anni di ininterrotta e benemerita attività. “Siamo la terza generazione di macellai – racconta con l’entusiasmo di chi ama ciò che fa, il titolare Pierino Gastoldi, 72 anni -. Anche mio nonno aveva una macelleria a Bariano, e mia nonna materna aveva una drogheria. Nel ’43 mio papà Giovanni ha acquistato il negozio. Ricordo bene la data perché è l’anno in cui sono nato io. Si può proprio dire che sono cresciuto in bottega”. “Allora – ricorda Gastoldi che festeggia quest’anno 58 anni in bottega – il lavoro era molto più di sacrificio e pesante dal punto di vista fisico, non come adesso che ci sono le macchine”.
Nel 1978 Pierino, insieme alla moglie Beatrice Grumelli, ha rilevato l’attività di famiglia continuando il lavoro del padre Giovanni. “Erano gli anni in cui cominciavano ad aprire i primi supermercati, si lavorava molto di più. Oggi, se non ti adegui e il negozio non è tuo, è molto difficile tirare avanti. Lo si fa per passione e per la soddisfazione di dare un buon servizio. Ho clienti affezionati, molti si ricordano ancora di mio papà. Non mi sottraggo mai a una battuta o a una barzelletta, dal mio negozio devono uscire sempre sorridenti”.
La bottega è stata rifatta tre volte negli anni, ma è sempre rimasta allo stesso posto, sulla strada statale vicino a una fontana. È un punto vendita di 95 metri quadrati che unisce macelleria, salumeria, gastronomia e mini-supermercato. Dei quattro figli (due sono gemelli), solo uno dà una mano in negozio il sabato, gli altri hanno scelto strade diverse, “ma va bene così” dice Pierino. La qualità delle carni e dei piatti è un punto d’orgoglio per lui e la moglie Beatrice: “Scelgo con attenzione tutti i prodotti che vendo, se non sono di qualità non li prendo”.
Una volta macellava e insaccava lui stesso, ora non ha più tempo e non avrebbe più senso farlo. “Se macelli una bestia – spiega – ne vendi meno di un quarto perché vogliono tutti parti scelte.”
I salami li compra da un produttore artigiano che ha imparato da lui persino a tenere in mano i coltelli tanti anni fa. Gli ha sempre detto: guarda la qualità e ancora adesso, che anche lui non è più un ragazzo, gli chiede consigli.
Qualche anno fa, alla macelleria si è aggiunta la gastronomia: “E’ stata una scelta forzata, dovevamo adeguarci, non si può solo vendere la carne, sennò chiudi”.
I piatti li prepara tutti lui “non compro niente o faccio una cosa mia o rinuncio. La mia specialità è il sugo di lepre, ma piacciono molto anche le mie lasagne alla bolognese, il vitello tonnato, il pesce fritto che proponiamo il venerdì e la porchetta allo spiedo. Per Natale ci saranno antipasti  di pesce, insalata di mare. Ai clienti chiedo sempre se il piatto che hanno preso gli è piaciuto e, a seconda dei loro pareri, cerco di aggiustare la ricetta”.
“Oggi bisogna puntare sulla qualità e il prezzo giusto. Non si può approfittarne, anche considerando i momenti in cui viviamo. L’alimentazione è del tutto cambiata. Le persone sono attente a ciò che acquistano, se dai un prodotto sicuro e garantito ci sarà meno consumo, ma riesci a tenere i clienti”.
A chi pensa di aprire una macelleria consiglia di prepararsi: “Non si può farlo se non si conoscono i prosciutti, con mio papà li preparavo e salavo io. Sbagliando poi si impara, ma una base bisogna averla”. E per il futuro del negozio Gastoldi ha le idee chiare: “Le tasse sono molto alte, mi auguro che diminuiscano per farci respirare. In ogni caso, per il dispiacere di mia moglie, vado avanti ancora un paio di anni. Voglio arrivare ai 60 anni di attività. Quando ci sarà il distacco, non sarà facile, ma avremo la grossa soddisfazione di essere finalmente un po’ più liberi di dedicarci a noi e alla nostra famiglia”.

 

 


No alla pubblicità del gioco d’azzardo sui mezzi di trasporto: firmato l’accordo

Slot machine“La Regione Lombardia è impegnata da anni nella lotta alla ludopatia, che si è concretizzata con la Legge regionale n.8 del 2013. Da allora, in Lombardia, sono state spente, finora, 8.000 macchinette e molti malati sono stati  presi in carico dal Sistema sanitario regionale, perché la nostra è l’unica regione che tratta la ludopatia come una  dipendenza”. Lo ha detto l’assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo della Regione Lombardia e coordinatrice in Giunta della legge sulle ludopatie, Viviana Beccalossi, intervenuta, insieme al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e all’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte, alla firma dell’Accordo finalizzato alla promozione di azioni volte a disincentivare la pubblicità del gioco d’azzardo in Lombardia. Il documento è stato sottoscritto anche dalle aziende di trasporto Atm, Rfi, Trenord, Navigazione Lago d’Iseo e dalle associazioni Anav e Asstra. “L’Accordo – ha sottolineato Beccalossi – che stabilisce, tra l’altro, una forte limitazione della pubblicità sui mezzi di trasporto pubblici e, contemporaneamente, una altrettanto forte visibilità del marchio ‘No slot’ messo a disposizione da Regione Lombardia, è stato formalizzato in una delibera di Giunta dello scorso 24 novembre. Il gioco d’azzardo frutta allo Stato 9 miliardi di gettito fiscale – ha concluso Beccalossi -. Rinunciare ai proventi delle slot è una scelta difficile economicamente ma etica. Non si può fare politica prescindendo dall’etica. Non sarà mai abbastanza il nostro impegno ma siamo sulla buona strada”.

I contenuti dell’accordo

La Regione Lombardia si impegna a mettere a disposizione delle aziende di trasporto il marchio ‘no slot’. Verranno inoltre attuate iniziative di promozione e  comunicazione di contrasto al gioco d’azzardo patologico e le aziende verificheranno il proprio codice di autoregolamentazione della pubblicità al fine di contemplare, tra i casi di esclusione, oltre a quelle di stampo politico e religioso, anche quelle relative al gioco d’azzardo. Le Associazioni Anav Lombardia e Asstra Lombardia, dal canto loro, si impegnano a intervenire presso le aziende associate e le aziende sottoscrittrici, affinché siano promosse le informazioni, sia a bordo dei mezzi, sia presso le stazioni ferroviarie e automobilistiche che all’interno delle proprie sedi aziendali, per disincentivare la diffusione e il facile utilizzo del gioco d’azzardo lecito. Le stesse aziende si impegnano anche a divulgare il marchio ‘No slot’ attraverso specifiche azioni di comunicazione, mediante l’utilizzo di appositi spazi pubblicitari posti sia all’interno delle proprie sedi aziendali, che dei mezzi pubblici di trasporto.


L’arma contro babygang e ladri di bici? Un bel paio di “civette”

Furto bicicletta-3Ormai da tempo, sento alzarsi, qua e là, lamenti per l’insostenibile aumento della microcriminalità a Bergamo, per il senso di insicurezza, per mille piccoli episodi di quotidiana violenza contro i cittadini: furti, risse, scippi, babygang. Insomma, tutto il repertorio già visto a Los Angeles quarant’anni fa, a Londra trent’anni fa, a Parigi vent’anni fa, a Milano dieci anni fa, e adesso, da buoni ultimi, anche a Bergamo. Se c’è una cosa che la storia militare ti insegna è che i generali non sono quasi mai capaci di imparare dai propri errori: viceversa, la pedagogia definisce l’errore un “ambito di apprendimento”.

I pedagogisti, evidentemente, sono molto più ottimisti degli storici. Dunque, fatta la tara a quelli che si accorgono solo adesso della malattia, ma non fecero un tubo per occuparsi dei sintomi, quando era in loro potere farlo, di fronte ad un problema che, obbiettivamente, sta dilagando, vorrei offrire il mio modestissimo contributo. Va da sé che vi sono ragioni profonde per cui, oggi, se percorri il sottopasso della stazione, rischi la rapina: dev’essere per questo che i nostri lungimiranti progenitori hanno tanto esitato ad aprirlo: poca polizia, leggi ultragarantiste, magistrati in vena di paciocconerie, paura di passare per razzisti se si dice che questi furboni sono al 99,99% stranieri e così via. Si è detto fin troppe volte e ve lo risparmierò. Mi limiterò, perciò, a suggerire un sistemino facile facile, per sgominare due tra le più odiose attività seriali che prosperino nel centro del capoluogo: i furti di biciclette e la gang giovanili che molestano coetanei ed adulti.

Proprio la storia militare insegna che, se il nemico è ben asserragliato nel suo fortino oppure gode di indubbi vantaggi logistici, la cosa migliore da fare è attirarlo in un’imboscata: tutto sta nel trovare un’esca che lui non sospetti essere tale. In questo caso, proprio la sensazione di onnipotente immunità che anima questi delinquentelli di terza categoria potrebbe essere la chiave per fregarli: alla sicurezza, al buonismo, al perdonismo totale, corrisponde, per solito, nei beneficati, la rassicurante sensazione di vivere in un mondo di fessi. Di essere gli unici vedenti nel regno dei ciechi di H.G. Wells, tanto per capirci.

E, allora, ecco il semplice sistema per incastrarli, con bassissimo dispendio di forze dell’ordine e soltanto un pochino di pazienza. L’attività dei ladri di biciclette, intorno alla zona della stazione, ad esempio, è palesemente seriale: ci sono dei nullafacenti, appostati dove, di solito, si parcheggiano le bici (in via Mai, dove ci sono le scuole, ad esempio), che segnalano ad un’équipe altamente organizzata la presenza di un velocipede rubabile. Immaginiamo una mamma che va di fretta, perché ha il consiglio di classe del figlio: chiude con un lucchetto normalissimo la sua bici fuori dal “Lussana” ed entra. Oppure uno che deve fare una commissione veloce: non può perdere un’ora a cercare un paletto in zona sicura e chiude la bici dove capita. L’osservatore, che sembra un perdigiorno un po’ rincoglionito, non è affatto un perdigiorno e, soprattutto, non è punto rincoglionito: tira fuori il cellulare, chiama, e in dieci minuti arrivano i soci col tronchese che, senza dare nell’occhio procedono all’ablazione del prezioso velocipede, che, poi, venderanno su e-bay, come se niente fosse.

Succede ogni giorno, più volte al giorno: è una banda, e io ho ragionevoli dubbi che la polizia sappia anche perfettamente di chi si tratta. Li volete acchiappare con le mani nella marmellata? Prendete una signora sui quaranta, elegante quanto basta, con una bella citybike: fatele lasciare la bici, chiusa con un lucchetto da poco, in uno dei luoghi caldi, e aspettate. Mettete quattro cinque apparenti perdigiorno con cellulare a farsi gli apparenti affari loro, tutto attorno: fate, insomma, come fanno i ladri. Si chiama riallineamento di una guerra asimmetrica. Garantisco che, alla seconda o terza volta, beccherete la banda al gran completo: se, poi, qualche magistrato li rimetterà fuori in dieci minuti, questo è un altro discorso, che bisognerebbe affrontare in Parlamento.

Lo stesso dicasi per le babygang: di solito, quattro bulletti incazzatissimi per il fatto di non avere i capelli biondi e gli occhi azzurri. Nemmeno io li ho, ma non per questo vado a pestare la gente, ma sorvoliamo. Mandiamo la solita civetta a passeggiare per i luoghi che i giovani mentecatti considerano loro territorio esclusivo: al terzo passaggio, il nostro ragazzino, con aria un po’ ebete e vestito all’ultima moda, sarà sicuramente agganciato. E, con questo, sarà agganciata anche la temibilissima babygang: saranno scoperti i loro genitori, saranno prese le loro impronte e così via. Penso che, nella maggioranza dei casi, basterà come deterrente il sapere che Bergamo si difende, per evitare che questi, che sono poi ragazzini, non ci ricaschino. Il punto è che Bergamo non si difende, perchè pare poco bello difendersi: in questo mondo rovesciato, difendersi equivale ad aggredire. In ogni caso, io un modo per salvarsi le chiappe senza troppe tragedie ve l’ho suggerito: adesso fate voi.


Torre Boldone, gli Operatori Commerciali portano la Santa Lucia ai bambini di Casa Palazzolo

Operatori Commerciali Torre Boldone Santa LuciaL’associazione “Operatori commerciali” di Torre Boldone ha radicato nei suoi valori cardine il voler esser parte attiva del tessuto sociale del territorio. Pertanto, come da tradizione, anche quest’anno ha voluto, in prossimità delle festività natalizie, compiere un piccolo gesto tangibile di solidarietà. Lo ha fatto esprimendo forte vicinanza ai bambini ospiti della Casa Palazzolo di Torre Boldone, piccole creature dal fragile cammino di crescita.

A loro, per la festa di Santa Lucia, gli Operatori Commerciali hanno regalato semplici ma utili doni con in più la promessa di diventare parte collaborativa del loro nuovo e impegnativo percorso di crescita. “Un gesto – sottolinea il Direttivo – per donare una speranza”. L’incontro e la consegna dei doni sono avvenuti sotto l’egida della madre superiora Angelisa e di suor Stefania e del suo staff che ogni giorno si prodigano nella ricostruzione del delicato cammino d’infanzia nel massimo rispetto culturale e religioso.


Piazza Pontida, ecco la “Bottega” che dà una chance alle “cenerentole” della moda

Dedicato a tutte le “cenerentole” della moda: sappiate che, ogni tanto, le “regine” si stancano dei loro armadi, delle loro Gucci, delle Louboutin e delle Louis Vuitton. Provano orrore nel vedere gli scaffali e le scarpiere stipati di Prada, Chanel e Balenciaga e così decidono di disfarsene. Buon per loro e per noi. Per tutte le shophaoliche, insomma, ma soprattutto per Laura Chiesa che ha pensato bene di fare di questi “repulisti” di altissima qualità il suo lavoro. Selezionare con grande attenzione tutti i capi ed accessori e riproporli ad un prezzo interessantissimo, ma a metà prezzo, certe dell’assoluta originalità e della qualità di quello che si acquista è la mission dichiarata di questa elegante signora, che si (ri)propone nel nuovo negozio di Piazza Pontida. la Bottega di Laura

Là dove c’era, infatti, una merceria un po’ demodé – che è stata chiusa un anno fa – è approdata Laura, signorile commerciante che già aveva saggiato la piazza del capoluogo con una prima esperienza (in piazza Matteotti). Dallo scorso maggio, in una piazza Pontida che, negli ultimi tempi ha assunto una precisa fisionomia e una grande vitalità, Laura è sbarcata con la sua “Bottega”, uno scrigno di abiti ed accessori particolarissimi (e griffatissimi). Chiamiamolo “un riciclo intelligente” che si traduce in un’opportunità soprattutto per chi compra e che, tra gli scaffali o sulle grucce, può soddisfare ad un prezzo davvero accessibile, qualche sfizio modaiolo altrimenti proibitivo. Soprattutto in questo periodo dell’anno, quando il capo principiale è appunto, il capo spalla invernale. Certo, un po’ di fortuna non deve mancare, un fattore “c” che si traduce nella capacità di trovare il capo giusto, della taglia giusta ad un prezzo altrettanto giusto. bottega LauraCioè accessibile. Al di là di inconvenienti legati a peso e statura, sui quali nulla si può fare, su certi accessori si può andare a colpo sicuro. Si spiega così, il boom delle borse, e degli accessori in genere, cinture, ma anche bijoux e foulard, ad esempio, in alcuni casi pezzi incredibili. Si tratta per lo più di regali fatti recapitare a sofisticate destinatarie che, anziché rispedirli al mittente, li affidano a Laura. Il negozio merita una visitina non solo per finalità commerciali e modaiole, ma anche per rendersi conto che esiste un mondo parallelo, fatto di principesse sul pisello, che all’ennesima Louis Viutton in regalo, sbuffano annoiate e alzano il telefono. “Laura, vieni a prendertela, non so che farmene”.


Agenti di commercio in crescita, ma il presidente frena l’ottimismo

Sono un centinaio in più rispetto al 2014, secondo i dati Ascom aggiornati al terzo trimestre, gli agenti di commercio in provincia di Bergamo, passati da 2.455 a 2.553. Un trend positivo dopo i cali registrati in passato, che Massimo Bottaro, presidente della categoria dell’Associazione invita però a prendere con le pinze. «Per parlare di ripresa effettiva della professione occorrerà attendere ancora un anno e più – dice -. L’aumento potrebbe infatti essere solo provvisorio, legato all’esternalizzazione operata dalle aziende che, in difficoltà con i costi, chiedono ai propri dipendenti di continuare a collaborare in forma autonoma. Oppure al mettersi in proprio di chi è rimasto senza lavoro perché l’azienda ha chiuso, impiegando magari la propria liquidazione. Non siamo di fronte a progetti consolidati».

Com’è cambiata in questi anni di crisi l’attività?

«Il lavoro si sta appesantendo parecchio perché le aziende tendono a ribaltare sugli agenti compiti che non sarebbero loro propri. All’inizio è stato magari l’agente stesso, pensando che fosse una strategia vincente, ad occuparsi, ad esempio, anche della gestione degli ordini, per seguire meglio il cliente, oggi però queste attività sono ormai in capo agli agenti in forma stabile. Di fatto siamo diventati un supporto alla segreteria commerciale, con il risultato che lavoriamo di più ma per incassare meno, perché nel frattempo si sono ridotti i volumi e i margini».

Come uscire da quest’impasse?

«Le aziende vorrebbero avere a che fare con agenzie più strutturate, alle quali demandare certe funzioni. Aggregarsi, in effetti, è una soluzione che permetterebbe di ridurre le spese per la sede, la segreteria e per creare collaborazioni. Non ci aiutano però gli studi di settore, che non sono ancora in grado di fotografare con precisione le diverse “gradazioni” di questo lavoro e quando si comincia ad avere un ufficio e dei collaboratori presumono anche ricavi di un certo tipo. Succede così che invece di puntare a crescere e svilupparsi si fa l’esatto contrario e per stare a galla di fronte al calo della redditività si snellisce la struttura, si torna magari a lavorare da soli da casa rinunciando all’ufficio di rappresentanza».

Nella disegno di Legge di Stabilità è previsto un super ammortamento fiscale del 140% per gli strumenti e le auto aziendali: una bella notizia?

«È un modo per rialzare la soglia scaricabile, che era rimasta ferma per un po’, e incentivare gli investimenti».

C’è qualche altra novità all’orizzonte per la categoria?

«La più importante riguarda l’Enasarco, la Fondazione per la previdenza e l’assistenza integrativa degli agenti. Dal 2016 entrerà in vigore l’elezione diretta da parte degli agenti dei vertici, mentre prima le designazioni dei delegati erano affidate ai sindacati di categoria. Le elezioni si svolgeranno dal primo al 14 aprire da casa attraverso il sistema informatico, ma realizzeremo anche un punto di accesso in Ascom per facilitare l’operazione».

Cosa significa questo passaggio?

«Va nella direzione di una partecipazione più democratica e di una maggiore trasparenza dell’ente, che passa anche dalla nuova e più precisa definizione delle competenze e dei requisiti dei vertici. È vero, di Enasarco si è sentito parlare più spesso per via dei problemi di gestione, ma resta uno strumento fondamentale per l’assistenza e la tutela degli agenti, che possono contare su un po’ di serenità in più. Tra le novità c’è, ad esempio, una sorta di ammortizzatore per chi rimane senza lavoro per la chiusura delle aziende, che crea problemi soprattutto ai monomandatari».

Ma venditori si nasce o si diventa?

«Direi che una caratteristica fondamentale per chi vuole svolgere questa professione è non avere difficoltà nel comunicare. Deve piacere avere a che fare con le persone e starle a sentire, poi occorre coltivare questa capacità con costanza e dedizione. Oggi l’agente non è magari più quello che racconta la barzelletta al cliente, ma resta la vetrina dell’azienda sul territorio, è la sua faccia quella che il cliente associa ai prodotti».

Non c’è Internet che tenga, allora. L’agente resta una figura chiave del business…

«Solo per alcuni articoli a basso valore aggiunto si può pensare di farne a meno. Per il resto c’è sempre bisogno di una persona che vada a presentare i prodotti. Grazie a Internet e alle tecnologie digitali oggi forse si risparmia un po’ di chilometri e il peso dei cataloghi è stato condensato in un link o una chiavetta, ma il ruolo dell’agente rimane e per chi è bravo e dotato il futuro c’è».

Quali sono i settori più promettenti?

«Più che di settori parlerei di nicchie, anche in comparti in difficoltà, come l’alimentare e il tessile, si possono trovare prodotti e specializzazioni che funzionano».

Cosa potrebbe dare una mano agli agenti?

«Per alcuni le limitazioni delle ztl ed i costi dei parcheggi sono penalizzanti. Una convenzione per i parcheggi potrebbe essere utile. Più in generale è interessante la possibilità di ridurre i costi e in questo senso sarebbe interessante creare una rete di convenzioni tra le categorie rappresentate dall’Ascom, ad esempio sui servizi informatici e la telefonia».


Ospedale, mercoledì sciopero dei dirigenti. Garantiti i servizi essenziali

OspedaleL’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in vista dello sciopero del personale dirigente indetto dalle organizzazioni sindacali di categoria per l’intera giornata del 16 dicembre, assicura agli utenti l’erogazione delle cure e dei servizi essenziali, ma segnala il rischio di possibili disagi e rallentamenti nelle prestazioni. In particolare il Centro prelievi garantirà solo le seguenti prestazioni: analisi urgenti attestate dal medico/ente richiedente, tempo di protrombina per pazienti in terapia anticoagulante, analisi per monitoraggio della terapia antiblastica, ricezione prelievi domiciliari già eseguiti, prelievi già preaccettati, prelievi per esami sierologici (purché su impegnativa separata), ricezione campioni biologici per esami cito-istologici e microbiologici (purché su impegnativa separata), analisi su campioni provenienti dagli ambulatori dell’azienda, pap test e tamponi vaginali già prenotati.


Bergamo, mezzo milione per sistemare quattro scuole

Oltre mezzo milione di euro per intervenire e sistemare quattro scuole dei quartieri di Bergamo. La Giunta dell’Amministrazione del Comune di Bergamo ha approvato un piano di manutenzioni straordinarie a beneficio della scuola elementare Cavezzali di via Bellini a Longuelo, della Calvino di via Azzano a Colognola, della Rosmini in via Uccelli a Valtesse e della Savoia di via Goldoni a San Paolo. Si tratta soprattutto di importanti interventi di risanamento, di adeguamento dei locali e di messa in sicurezza: i lavori più consistenti si riferiscono alla primaria Cavezzali, con la ristrutturazione e la ripavimentazione completa dei servizi igienici e degli spogliatoi della palestra, oltre che la tinteggiatura di tutti gli spazi interni e la sostituzione di alcune porte. Rifacimento completo dei servizi igienici anche per quello che riguarda la scuola primaria Calvino di Colognola e Rosmini di Valtesse: pavimenti, sostituzione di porte, di sanitari, sistemazione dei rivestimenti, insomma, tutti i bagni della scuola verranno completamente rimessi a nuovo. Per quanto riguarda la scuola Rosmini è prevista anche la sostituzione dei serramenti in alluminio dell’ingresso. Infine spogliatoi nuovi alla scuola Savoia di San Paolo: un intervento necessario e molto richiesto, che vedrà la scuola dotarsi di una struttura all’altezza grazie al rifacimento di pavimenti, rivestimenti e tutti gli impianti dei bagni e delle docce.

“Gli interventi che potranno essere avviati nel 2016 – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla – e si concretizzano grazie a una fattiva collaborazione tra l’assessorato ai Lavori Pubblici e quello all’Istruzione, un coordinamento che ci consente di intervenire in questo caso in modo sistematico e più incisivo rispetto alle manutenzioni ordinarie. Sono lavori che dovranno essere realizzati a scuole chiuse, quindi nell’estate 2016, ma che dobbiamo bandire entro fine anno per le nuove regole sugli appalti”. I lavori avranno durata di tre mesi, saranno svolti a partire da giugno e saranno conclusi per la riapertura delle scuole: il valore complessivo dell’intervento è di 550mila euro.

“Abbiamo avviato un piano di risanamento e miglioramento degli edifici scolastici – spiega l’assessore all’Istruzione Loredana Poli – che si affianca ai lavori attualmente in corso per la realizzazione della nuova scuola Codussi e della messa in sicurezza della scuola Munari di Redona. Stiamo cercando di lavorare al meglio in coordinamento con l’Assessorato ai Lavori pubblici nel tentativo di garantire il miglior ambiente possibile per l’apprendimento nelle scuole primarie cittadine. Le visite che ogni mercoledì abbiamo svolto nelle scuole di Bergamo con il Sindaco Gori e la dirigente dell’Ufficio Scolastico Patrizia Graziani ci hanno permesso di prendere contatto diretto con i problemi dei singoli istituti: continueremo a seguire questo modello di lavoro anche in futuro”.


Tra crisi e valori, l’impresa si interroga sul suo ruolo nella società

Si terrà mercoledì 16 dicembre alle ore 15, nelle sale del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (in via Petrarca 10 a Bergamo), il seminario “Crisi e valori: l’impresa si interroga su come cambia il suo ruolo nella società”, iniziativa promossa dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile della Camera di Commercio di Bergamo e realizzata da Bergamo Sviluppo in collaborazione con il sistema associativo locale.

Nel corso dei lavori, i relatori, utilizzando parole chiave come qualità, riduzione dei costi, mercati globalizzati, responsabilità sociale d’impresa, salvaguardia ambientale, esigenze economiche e sociali o buone prassi progettuali, cercheranno di far emergere il nuovo valore sociale che le imprese possono ricoprire nella società alla luce anche dei segnali economici positivi che si stanno registrando dopo il lungo periodo di crisi non ancora terminato. Le aziende, essendo sistemi aperti all’ambiente e governate da soggetti che rappresentano i propri contesti socio economici di riferimento, fatti di valori, istanze, cultura e moralità, possono a loro volta trasferire nella società istanze e valori negativi o, come si cercherà di far emergere nel corso del seminario, positivi. Le imprese (e chi ci opera all’interno anche in senso lato, dagli imprenditori ai dipendenti, dai fornitori ai clienti fino ai diversi stakeholders), possono quindi diventare elementi attivi di cambiamento.

Destinato in particolare ad imprenditori e imprenditrici di piccole, medie e grandi imprese, sia già attive sul mercato sia in fase di startup, l’incontro è comunque aperto a tutti gli interessati. La partecipazione è gratuita; iscrizioni online sul sito www.bergamosviluppo.it (sezione news scorrevoli o calendario eventi in homepage).

Il programma

APERTURA LAVORI

Ida Rocca – presidente Comitato IF di Bergamo
Maria Teresa Azzola – componente CDA Bergamo Sviluppo e delegata all’innovazione

L’IMPRESA NELLA SOCIETÀ: VALORE O DISVALORE?

Cristiana Cattaneo – vicedirettore Dipartimento Scienze aziendali, economiche e metodi quantitativi Università degli Studi di Bergamo

COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ: L’IMPRESA CAMBIA “VOLTO”

Giacomo Bonomi – psicologo ed esperto in comunicazione e management

ALCUNE BUONE PRASSI PROGETTUALI REALIZZATE SUL TERRITORIO

Silvia Campana – Bergamo Sviluppo

IL BILANCIO SOCIALE DI RADICI GROUP

Filippo Servalli – direttore corporate marketing e sostenibilità Radici Group

Coordina i lavori Fabrizio Calvo, giornalista


Scambi con l’estero, nel 2015 Bergamo mette a segno un + 2,3%

export_copia.jpgUn bilancio positivo per il commercio estero lombardo che raggiunge nei primi nove mesi del 2015 quota 169 miliardi di euro, +4% rispetto allo stesso periodo del 2014 (+5,3% l’import e +2,1% l’export) e rappresenta il 29% circa del totale italiano. Milano è la più attiva con oltre 73 miliardi (+4,1% l’interscambio trainato dall’import +7,6% mentre l’export non migliora), seguita da Brescia e Bergamo con 17 miliardi circa (rispettivamente: +4,7% e +2,3%), da Varese con 12 miliardi (+6,1%) e da Monza e Brianza con 11 (+8,6%). L’Unione Europea assorbe ben il 60% dell’interscambio (+3%) mentre l’Asia orientale il 12,6% (+9,2%, +11,8% la sola Cina) e gli Stati Uniti segnano un +18%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat nei primi nove mesi del 2015 e 2014.

Ma quali sono i prodotti lombardi più esportati nel mondo? Tra i primi 20, oltre ai macchinari e ai prodotti chimici segnano un forte aumento gli autoveicoli (+36%), gli aeromobili e veicoli spaziali (+11,2%) e i saponi, detergenti e articoli cosmetici (+10,6%). Bene anche i mobili (+7,9%) e la moda (+2,6%). Gli Stati Uniti sono un mercato sempre più attraente per l’export lombardo (+15,1%) insieme al Medio oriente (+13,1%).

Quanto all’import lombardo, i prodotti chimici sono i più importati per un valore di oltre 8 miliardi di euro (+4,1%) ma a crescere maggiormente sono le apparecchiature per le telecomunicazioni (+23,9%). In generale l’import lombardo è di oltre 86 miliardi di euro (+5,3%) e vede crescere nel 2015 soprattutto Mantova (+15,9%) e Cremona (+14,8%). Le aeree da cui importiamo di più sono l’Unione Europea che conta per oltre il 64,5% (di cui un quinto dalla sola Germania) ma c’è anche un 10% del totale che proviene dalla Cina (+14,8%).