Panettone re delle feste. Ecco come lo interpretano in grandi pasticcieri

Si avvicinano le festività e l’Osservatorio Sigep (Salone Internazionale del dolciario artigianale, in programma Rimini Fiera dal 23 al 27 gennaio 2016) fotografa la dolci tendenze accompagnato da grandi Maestri Pasticcieri come Iginio Massari, Luigi Biasetto, Gino Fabbri, Roberto Rinaldini, Leonardo Di Carlo.

«Il panettone – dice il Maestro Pasticciere Luigi Biasetto – primeggia tra le scelte dei consumatori e oltre alle versioni classiche propongo quella al tè con sette spezie, canditi e frutta secca». Tra le sue novità, l’alberello di Natale con biscotti di frolla viennese e pistacchi, ma il dolce più buono, a suo dire, resta il pandoro: «Uno smacco alla dieta ma dà un piacere intenso da concedersi almeno per le festività».

Iginio Massari - panettone
Iginio Massari

Per il grande Iginio Massari della pasticceria Veneto di Brescia anche nei dolci tradizionali di Natale, come panettone e torrone, la ricerca degli ingredienti è centrale: «Prodotti italiani, le vere eccellenze del territorio, comprati da agricoltori che credono in quello che fanno e in luoghi particolarmente curati». Ed eccolo perciò utilizzare le farine di frumento lombardo, le uova venete, una speciale mandorla della Puglia, per un prodotto talmente richiesto che ha costretto la pasticceria a sospendere la vendita on line.

Per Federico Anzellotti da Chieti, presidente Conpait (Confederazione Pasticceri Italiani) nel il 2015 la pasticceria «unisce il panettone con i gusti della tradizione italiana, nascono così il panettone alla cassata siciliana, quello al limone di Sorrento, olive ed olio d’oliva, alla grappa».

Per il Maestro Roberto Rinaldini i Rimini, star della pasticceria internazionale «il panettone siede sul trono dei dolci a Natale e su di esso si concentra la creatività e la qualità dei pasticceri». Rinaldini propone ‘”A Però!”, un panettone con 48 ore di lievitazione naturale con albicocche e pere candite, in una pasta profumata con vaniglia bourbon del Madagascar e arancio. Un panettone social: il suo nome è stato individuato con un contest su Facebook.

Da Milano, un altro fuoriclasse come il Campione mondiale cioccolatiere Davide Comaschi punta sul “‘Panettùn Sacher”, fondendo due specialità dolciarie internazionali e anche a Pantigliate (Mi), dal pasticciere Alessandro Servida, il panettone resta il simbolo del Natale magari rivisitato nella versione il dolce di ‘Pantigliate, glassato con pere e cioccolato.

Dai piedi dell’Etna anche la produzione del Maestro Santo Musumeci guarda al panettone. Con la figlia Giovanna proporrà l’inserimento del gelato di ricotta in omaggio alle tradizioni del Sud. Concorda il Maestro Pasticciere di Bologna Gino Fabbri: tante sono le richieste del panettone, anche dall´estero, grazie alla vittoria della squadra italiana alla Coppa del Mondo della Pasticceria di Lione. Fabbri lo presenta nella versione classica, ma anche in quella alla pasta di agrumi senza canditi.

E per chi durante le feste non si accontenta di assaggiare, Leonardo Di Carlo da Conegliano Veneto (pioniere della pasticceria scientifica e già Campionato del Mondo a Rimini), nel suo Pastry Concept®, laboratorio di ricerca e sviluppo, organizza corsi sul tema del Natale rivolti ai Gourmand. Anche da Di Carlo, «il Natale è sinonimo di tradizione e famiglia. I dolci tradizionali sono rivisti nell’estetica e magari diventano un po’ più leggeri. Grande importanza va data al gusto, creando equilibri perfetti».


Erbe officinali, a Solto Collina crescono anche quelle degli Inca e degli Indiani d’America

Asino del lago - Stefani SavardiLavanda, fiordaliso, erba Luigia, echinacea, camomilla e ancora achillea millefoglie, aneto, anice verde, arnica, calendula, coriandolo, cumino dei prati, dragoncello, farinello aromatico, fieno greco, ginepro, malva, melissa, menta, rosa canina, rosmarino, salvia, tarassaco, timo, verga d’oro. L’elenco può proseguire fino a coprire mezza pagina. Il nome non inganni. L’azienda agricola “L’Asino del Lago” di Esmate, frazione di Solto Collina, produce creme cosmetiche a base di latte d’asino e propone passeggiate nei boschi a dorso di somarello che fanno la gioia dei più piccoli, ma è anche una delle pochissime realtà della Bergamasca specializzate nella coltivazione di erbe officinali e aromatiche. Stefania Savardi, la titolare, ha da poco rilevato i campi dal suocero, Giorgio Lottici che, insieme all’attività, le ha trasmesso la passione. «Ho iniziato a Iseo nel 2009 con gli asini – racconta -. Sono agronoma e in quel periodo facevo assistenza tecnica e consulenza agli agricoltori. Un giorno ho deciso di unire la mia passione al lavoro e ho ritirato dei terreni in modo da considerare anche l’aspetto produttivo».

Oggi l’azienda conta 2.000 metri quadrati coltivati a ortaggi e peperoncini a Iseo e circa 2.500 metri quadrati fioriti di erbe aromatiche e officinali, a Solto Collina, in un’area circondata da boschi tra Esmate (600 metri in quota) e il monte Guglielmo (1.400 metri di altitudine).

Le erbe, una sessantina di varietà, vengono raccolte a mano, essiccate, trasformate in tisane e composti aromatici, quindi confezionate in sacchetti, bustine o barattoli. La coltivazione segue i criteri dell’agricoltura biologica. I terreni soleggiati di montagna e la scelta di aree piccole rendono del resto superfluo l’uso di prodotti chimici. La resa è bassa: su 10 kg di prodotto fresco si ricavano 7-8 grammi di prodotto essiccato, ma va bene così perché ciò che importa è la qualità.

«Ho avviato l’azienda proprio nel periodo di massima crisi ma anno dopo anno cresciamo – racconta Stefania -. Le erbe e in generale il comparto salutistico rappresentano una nicchia di mercato che tiene. Abbiamo sempre più clienti, sia privati che negozi di prodotti biologici in tutta la Bergamasca, nel bresciano e anche qualche intermediario su Milano. Quest’anno abbiamo avuto richieste di un importante birrificio che ha acquistato le nostre erbe per sperimentare delle birre aromatizzate».

monarda - erba officinale 2Ed è proprio sulla proposta delle erbe in cucina che l’azienda punta. «C’è molto interesse – spiega Stefania -. Le erbe insaporiscono e decorano i piatti, riducono l’impiego di sale e rendono i cibi più digeribili. È il caso del levistico montano, una sorta di sedano molto buono che è anche antiacido; dell’aglio orsino molto buono sulle patate lesse e nelle zuppe. Tra le erbe più particolari stanno incuriosendo quelle originarie del Brasile e dell’Argentina come la lippia argentina, conosciuta come tè degli Inca, molto profumata e buonissima nelle minestre, la verbena odorosa, digestiva-rilassante e la Monarda, un fiore rosso originario del Nord America che può essere usato nei risotti al posto dello zafferano e dà benefici nei casi di mal di testa e di cattiva circolazione. Come aromatiche piacciono molto le combinazioni di erbe e fiori per le grigliate, gli arrosti, i formaggi, le minestre. Tra le erbe officinali classiche, invece, vanno per la maggiore la malva, la camomilla, la calendula, l’echinacea».

Nella gestione dell’azienda Stefania non è sola: l’aiutano il marito Matteo Lottici, i genitori che si occupano dei campi a Iseo, e i suoceri Giorgio e Gabriella che l’affiancano con la loro lunga esperienza nella coltivazione di erbe e fiori a Solto Collina. In cantiere per il futuro ci sono progetti ambiziosi: «La burocrazia come avviene per tutte le piccole imprese ci rallenta ma vorremmo espandere le erbe officinali e proporle non solo per le tisane, avviare collaborazioni con birrifici e produrre confetture aromatizzate alle erbe e composte salate».

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Beltramelli, l’allievo di Marchesi che ha conquistato Parigi

Vittorio Beltramelli - chefL’art de vivre italien si ritrova nel talento di uno cuoco originario di Averara, 41enne, da un lustro executive chef e socio del Nolita, al secondo piano dello show room Fiat, tra gli Champs Elysée e l’Arc de triomphe a Parigi.

Le specialità di Vittorio Beltramelli – è di lui che parliamo – sono state apprezzate da star come Beyoncé e il marito Jay-Z, dal sindaco della capitale francese Anne Hidalgo e dai calciatori Ezequiel Lavezzi e Zinedine Zidane, mentre Pharrell Williams si è complimentato con un tweet. La sua storia comincia in una trattoria di famiglia a Castelleone, nel Cremonese. Tra quei tavoli Vittorio si appassiona ai fornelli e decide di iscriversi all’Istituto Alberghiero di San Pellegrino. A 23 anni entra nella squadra di Alain Ducasse nel suo ristorante monegasco Le Louis XV. Dall’anno dopo si fa le ossa dedicandosi ai ristoranti di Gualtiero Marchesi a L’Albereta di Erbusco e nel 2001 a Parigi, dove a sette mesi dall’apertura conquista una stella Michelin, che gli viene confermata per tre anni. Nella capitale francese dà prova della propria bravura anche all’hotel Castille, all’Escoffier e al ristorante stellato Il cortile. Dal 2011 è consulente della gastronomia italiana per Jean-Pierre Coffe nella trasmissione Viviment dimanche.

Beltramelli, tra Italia e Francia stile e gusti sono ancora differenti?

«Anni indietro sì, oggi un po’ meno. Gli italiani riescono a esportare meglio i loro prodotti e nelle carte dei ristoranti francesi è facile trovare ravioli e risotti di tradizione transalpina. È la conseguenza della globalizzazione culinaria che ha ridotto le diversità».

La cucina francese è considerata la più raffinata al mondo. Come spiega questo primato?

«I nostri cugini sono bravi a valorizzarsi. I grandi chef sono delle celebrità, Fernand Point è stato il più rivoluzionario, Paul Bocuse alla soglia dei novant’anni è ancora un’istituzione vivente. Noi non siamo capaci di rendere merito ai nostri maestri. Per nove anni ho lavorato per Marchesi, lo ritengo un mito, mentre in Italia sembra poco più di un cuoco qualsiasi. Un francese porta grande rispetto verso la figura dello chef, da noi sta avendo successo solo negli ultimi tempi grazie alla vetrina televisiva, in modo però sbagliato».

Si riferisce ai programmi come Masterchef?

«Sui giovani i cooking show hanno effetti negativi. Trovo giusto far conoscere la professione, ma non deve passare il messaggio che è un mestiere da prendere alla leggera, perché comporta sacrifici, richiede un impegno 24 ore su 24, non è un gioco. Non basta assemblare quattro ingredienti, dietro un piatto ci sono ore e ore di preparazione».

In Francia è arrivato nel 2001, a 27 anni. Ha faticato a inserirsi?

«All’inizio mi sono scontrato con la diffidenza. Proponevo  una cucina a tema, ma volevo entrare a fondo nelle radici. Capitava che i clienti rispondessero: questo non lo conosco, quello non può essere italiano. E finivano per richiedere la stessa decina di pietanze arcinote: cotoletta, scaloppine, gnocchi, spaghetti al pomodoro. Erano fermi. Ci sono voluti tempo e pazienza.  Le conoscenze a Parigi si sono ampliate, anche perché gli spostamenti oggi sono più facili, si assaggia un piatto in vacanza e lo si ritrova da me».

nolita- chef Beltramelli - ParigiQuali sono i clienti più preparati ed esigenti?

«Rimaniamo noi italiani. Possediamo una varietà importante. Dalla Lombardia alla Sicilia passando per il Lazio si incontrano sapori diversi, siamo abituati a mangiare bene anche a casa nostra e a recarci meno al ristorante. I francesi sono più puntigliosi e astuti».

Nel senso che il Camembert viene lanciato come un’eccellenza più del Parmigiano quando non è superiore?

«Tra i due formaggi non c’è paragone, però noi pecchiamo di faciloneria. Lo mettiamo in commercio a 12 mesi pur sapendo che la stagionatura perfetta è a 36. A farne le spese è il prodotto. I francesi, al contrario, rispettano regole e tempi. Anche gli spagnoli ci sorpassano in prestigio internazionale. Noi avremo pure il San Daniele, ma loro sono riusciti a inserire il Pata Negra nei testi della gastronomia mondiale».

Restando in tema di rivalità, che è forte soprattutto in materia di vini e formaggi, chi vince?

«Non perché sono italiano, ma sicuramente noi per la più vasta offerta regionale. L’importante è che non si faccia un melange, il vino del Salento va gustato nel Leccese, così come l’olio. Gli spaghetti con le vongole a Venezia non sono come a Bari, tanto meno a Milano. In una preparazione si ritrova il clima, l’aria di quella terra. Non capisco come si possano acquistare le ciliegie che provengono dal Cile a prezzi folli a dicembre. Non è più ragionevole comprarle a giugno quando sono più buone?».

A proposito di materie prime, come si rifornisce?

«Importo pasta da Fratelli Setaro di Torre Annunziata, le mozzarelle mi arrivano ogni settimana da un piccolo produttore di Napoli. Il riso è di Tenuta Castello nel Vercellese, il tartufo di Urbani, i formaggi di Guffanti, gli affettati di Rulliano. Ho provato anche a far arrivare le verdure, ma i costi sono troppo elevati. Faccio fatica a far capire al cliente che quella cima di rapa costa di più perché ha percorso mille chilometri».

La Francia è il secondo mercato mondiale per McDonald’s, come se lo spiega?

«Non esiste un’alternativa che faccia concorrenza. Nelle brasserie paghi tre o quattro volte di più rispetto al fast food. Da noi, invece, puoi scegliere di gustarti un buon panino o una pizza senza spendere molto più di un Mc menù».

I francesi a tavola cosa ordinano?

«L’antipasto o entrée e un piatto forte, che sia il primo o il secondo non importa. Noi siamo gli unici al mondo ad avere più portate».

Nolita2- chef Beltramelli - PargiNolita4 - chef Beltramelli ParigiQuali sono le specialità più richieste al Nolita?

«Mi piace rivedere la tradizione secondo le regole dell’alta cucina, come la amatriciana che però preparo con una pancetta fatta da noi, delicate cipolline mignon, cotte a bassa temperatura con burro chiarificato. Oppure il maialino cotto per 17 ore, a 67 gradi, al vapore e caramellato al momento con miele alle spezie come pepe rosa e anice stellato, l’insalata di polipetti fritti guarniti da salsa Caesar e il risotto con purea di pomodoro e salsa allo zafferano e arancio, con spolverata alle olive nere».

Nella sua collezione di libri c’è “La mia nuova grande cucina italiana” di Marchesi, tradotta anche in giapponese. Cosa le ha insegnato il grande maestro?

«A essere diretti, il cliente deve capire attraverso tecniche di alto livello cosa vuoi proporgli. Più il sapore è buono e più se lo ricorderà».

L’Assemblea francese ha stabilito il reato di spreco alimentare, i supermercati sopra i 400 metri quadrati devono donare le eccedenze in beneficenza. Una legge utile contro l’indigenza?

«Eccome, la Francia è il paese più socialista d’Europa, non dimentica di aiutare i meno fortunati. Anche l’istruzione è molto più accessibile, rispetto a noi, per i meno abbienti. Nel mio caso, ciò che rimane del brunch domenicale a buffet è ritirato da un’associazione benefica».

I suoi piatti sono composizioni artistiche che stupiscono. Da uno a 10, quanto conta l’aspetto?

«Il piatto deve meritarsi un 10 per bontà e un 10 per l’estetica. Suggerisco ai miei chef che devono saper tirar fuori la parte femminile che è in loro, non servono mille guarnizioni o ingredienti. Come diceva Chanel, la chiave di volta dell’eleganza è la semplicità. Vale nella moda come nella gastronomia».

Dichiara di non voler nutrire solo stomaci affamati, ma cervelli alla ricerca di nuove sensazioni e di avere come motto, cibo per la mente. Cosa significa?

«È riduttivo affermare che faccio da mangiare. Se fosse solo così,  avrei già appeso il grembiule al chiodo. Passare quindici ore in cucina non può essere solo un lavoro. È molto di più».

Cosa consiglierebbe ai giovani aspiranti cuochi?

«Fornirsi di caparbietà e un pizzico di fortuna. Voilà, tout ici.


I Buoni del Natale, a Lovere i negozianti “sorprendono” i clienti

foto lovere negozio nataleA Lovere se compri in un negozio, ti fermi in un bar o pranzi in un ristorante puoi ricevere un Buono di Natale a sorpresa da spendere negli altri negozi. L’iniziativa è promossa da Asarco, l’associazione commercianti e artigiani di Lovere, e si protrarrà per tutto il periodo delle feste.

La finalità è di promuovere le attività del paese e favorire gli acquisti di Natale nella cittadina sebina. All’iniziativa partecipano 45 attività, in pratica quasi tutte: negozi di abbigliamento, calzature, accessori, regalistica, ristoranti, bar, pizzerie, panetterie, pasticcerie, farmacie, agenzie di viaggio, alberghi, fioristi, ottici e anche la libreria, l’erboristeria, lo studio d’arte.

“L’iniziativa – spiega Sara Raponi, presidente di Asarco – è partita l’8 dicembre scorso e verrà proposta fino al 4 gennaio. Gli obiettivi sono molteplici: incentivare le vendite a Lovere nel periodo natalizio, omaggiare i clienti per le feste, promuovere le attività e creare un circuito virtuoso tra gli associati, portando i clienti di un negozio a fare acquisti in un altro”. In sostanza, ogni attività offre dei buoni acquisto da spendere in un altro esercizio che aderisce all’iniziativa. C’è un po’ di tutto. Sotto forma di buoni sono stati messi a disposizione coupon da spendere in pizzeria, al bar, nelle gelaterie, in agenzia di viaggio, ma anche veri e propri omaggi: aperitivi, bibite, gelati in regalo, ma anche una notte omaggio in b&b su un minimo di tre prenotate, cambi batteria per l’0rologio, percorsi relax e altro ancora. “I clienti – commenta Raponi – sono incuriositi e contenti, e così pure i negozianti.”
A pochi giorni dal Natale, c’è chi ha già approfittato e ha fatto il giro dei negozi di Lovere per comprare i regali, per poi regalarsi una cena in pizzeria, sempre con il benefit di un buono.
I negozi che aderiscono si possono riconoscere da un fiocco sulla vetrina di entrata e da una stella di legno realizzata dalla Bottega di Marco, associazione benefica dell’Oratorio, oltre che dalla locandina dell’iniziativa. E per alcune attività la promozione continuerà fino al 31 gennaio.

 

 


Avis e Guardia di Finanza rilanciano la collaborazione

Il comandante dell’Accademia della Guardia di Finanza, Virgilio Pomponi, ha visitato il centro Avis del Monterosso: “Sono avisino da tempo a Domodossola – ha spiegato il generale sottoponendosi agli esami di routine per poter continuare l’attività di donazione a Bergamo -. E questo è un modo per donare anche qualcosa di mio, al di là della funzione che svolgo nell’ambito della Guardia di Finanza, che è un’istituzione a servizio della comunità”.

Accompagnato durante la visita dal presidente di Avis provinciale Bergamo, Oscar Bianchi, Pomponi ha rilanciato l’intesa tra Avis e Fiamme Gialle: “L’obiettivo è di instillare anche nei “miei ragazzi” questa sensibilità. Saranno loro poi a scegliere volontariamente se aderire o meno all’associazione dei donatori di sangue, ma conoscendo lo spirito di servizio e la solidarietà da cui sono animati, credo proprio che nascerà una bella intesa”. Soddisfatto il presidente Bianchi: “Ci unisce il desiderio di un impegno per il bene della comunità, e mi fa ancora più piacere avvicinare alla nostra famiglia tanti nuovi giovani”.


Concerto di Natale con il Minicoro di Monterosso

Teatro Sociale_ridUn concerto di Natale per la città di Bergamo: appuntamento sabato 19 dicembre, alle 20.30, al Teatro Sociale di Bergamo Alta con la musica e le voci del Minicoro di Monterosso. Un evento speciale, con ingresso libero fino a esaurimento dei 500 posti disponibili, organizzato dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Bergamo in collaborazione con il Rotary e-club 2042 Italia e l’Associazione Minicoro Monterosso. Si tratta di una vera e propria anteprima: il Minicoro, nato a fine novembre 2001 nel quartiere di Monterosso, intende infatti celebrare nel 2016 il suo 15° anniversario con un tour in tutta Italia e propone per le festività 2015 lo spettacolo dal titolo “Non si è mai troppo giovani per cambiare il Mondo”. Una serata speciale con una madrina d’eccezione: a presentare la serata sarà infatti Cristina Parodi. L’evento accompagna il lancio del nuovo disco del coro, un album di 15 canzoni, due delle quali inedite, in uscita proprio in questi giorni. La presenza sul palco della conduttrice de La Vita in Diretta acquista maggior significato scorrendo le date del tour 2016 del minicoro di Monterosso: una delle prime tappe sarà proprio nella città natale di Cristina Parodi, Alessandria, che insieme a Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Firenze, Genova, Lecco, Monza, Padova, Roma, Sondrio, Varese e Verona sarà palcoscenico per le voci del coro orobico. Il MiniCoro di Monterosso, diretto dalla nascita da Silvana Conversano e nella “galassia” dell’Antoniano di Bologna da qualche anno ormai, conta attualmente 45 elementi, di età compresa tra i 5 e i 14 anni, provenienti da tante nazioni del mondo, Nigeria, Costa d’Avorio, Cuba, Etiopia, Marocco, Ucraina, Albania, Bangladesh e Italia. In 15 anni di attività sono stati più di 150 i bambini e ragazzi ad aver fatto parte del coro. Sono oltre 100 i concerti nel curriculum del coro, molti dei quali con scopo di beneficenza: nel 2011 il coro ha cantato Heal the world di Micheal Jackson in apertura della trasmissione di RaiDue Mettiamoci all’Opera, condotta da Fabrizio Frizzi, e nel 2014 è stato ammesso all’udienza di Papa Francesco e si è esibito in Piazza San Pietro. “I valori del Natale – spiega Marzia Marchesi, Presidente del Consiglio Comunale di Bergamo – si sposano alla perfezione con il messaggio che il minicoro di Monterosso porta in tutta Italia: una grande famiglia, unita dalla passione per la musica e senza distinzioni di religione o cultura. Il concerto di Natale per tutta la città si inscrive alla perfezione nel solco degli eventi musicali che la Presidenza del Consiglio Comunale ha organizzato e proposto durante tutto l’arco del 2015: sono stati tanti gli appuntamenti realizzati nella casa dei bergamaschi, Palazzo Frizzoni, durante l’estate e tutti hanno ottenuto un notevole riscontro di pubblico.”


Air Sud, inaugurato il collegamento tra Orio e Reggio Calabria

Air SudAir Sud ha inaugurato il nuovo collegamento tra l’Aeroporto di Bergamo e Reggio Calabria, operato in collaborazione con Denim Air. Alle 11,10 di domenica 13 dicembre, il Fokker 100 è decollato dallo scalo bergamasco per raggiungere con volo diretto il ‘Tito Minniti’ di Reggio Calabria alle 12,40. Il volo inaugurale è stato salutato con il tradizionale arco d’acqua con i getti dei mezzi dei Vigili del Fuoco di stanza a Orio al Serio. Il collegamento tra Bergamo e Reggio Calabria prevede cinque frequenze settimanali (esclusi mercoledì e sabato). Nei giorni di lunedì e martedì la partenza da Bergamo è fissata alle 17,30, il giovedì alle 13,30 e il venerdì alle 17,45.

“Siamo riusciti a portare avanti questo progetto con la collaborazione di Denim Air – ha affermato Antonio Girella, responsabile commerciale di Air Sud -, Nella compagnia olandese abbiamo individuato innanzitutto serietà e la disponibilità di aeromobili che ben si prestano alle richieste del mercato. I 100 posti dei Fokker che utilizzeremo avranno un rapporto qualità prezzo ottimo, permettendoci di offrire tariffe concorrenziali”. Nel biglietto sono compresi un bagaglio a mano in cabina, la possibilità di imbarcare gratuitamente il primo bagaglio da stiva e la scelta del posto senza nessun costo aggiuntivo. Le prenotazioni possono essere effettuate tramite internet sul sito www.airsud.it. La rotta per Reggio Calabria aggiunge una nuova e destinazione del sud Italia, contribuisce ad allargare il network dei collegamenti da Bergamo e risponde a una precisa visione strategica, che punta all’apertura di rotte caratterizzate da un bacino di utenza potenzialmente significativo.


Trenord, fra due anni in circolazione altri 18 nuovi treni

Trenord_nuovi treniUn piano di investimenti straordinario di 170 milioni di euro finanziato da Regione Lombardia e Gruppo FNM per l’acquisto di 18 nuovi treni destinati al servizio ferroviario lombardo nel 2017: 10 treni doppio piano TSR, 4 Vivalto anch’essi doppio piano, 4 GTW a trazione Diesel per le linee non elettrificate. L’annuncio è stato dato sabato alla stazione Porta Garibaldi a Milano. “Vecchi treni addio. Sui binari c’è il futuro” il titolo dell’evento che ha dato simbolicamente l’addio alle ultime carrozze “Piano Ribassato Serie 38000”, le più vecchie della flotta di Trenord, ora definitivamente dismesse. Presenti il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il presidente del Gruppo Fnm Andrea Gibelli e l’amministratore delegato di Trenord Cinzia Farisè. Il nuovo piano – 170 milioni di euro sostenuto da Regione Lombardia e Gruppo FNM per l’acquisto di 18 nuovi treni che entreranno in servizio nel 2017 – si aggiunge all’investimento di oltre 520 milioni di euro da parte di Regione Lombardia, Trenitalia, Gruppo FNM e Trenord, dando continuità al percorso di rinnovamento della flotta che dal 2014 ha portato in servizio 43 convogli di ultima generazione, per un totale di 214 carrozze. La commessa si completerà entro il primo semestre del 2016 con altri 14 nuovi treni. Complessivamente sfiorano i 700 milioni di euro gli investimenti stanziati in un quadriennio per il rinnovo del materiale rotabile di Trenord, a beneficio della mobilità degli oltre 700mila clienti che ogni giorno utilizzano i 2.300 treni sulle 39 direttrici del servizio ferroviario regionale.


Ospedale, Bozzetto dona i propri disegni agli ambulatori pediatrici

BozzettoBruno Bozzetto ed Emilia Strologo, già direttore della Neuropsichiatria infantile degli allora Ospedali Riuniti di Bergamo, hanno donato all’Ospedale Papa Giovanni XXIII 25tavole (30 x 40 cm), che l’artista aveva realizzato nel 1985 per dare vita al primo libro dedicato ai bambini che entravano in ospedale e aiutarli a vincere la paura. Una sorta di Giocamico dell’epoca, con l’intento di far comprendere al bambino l’esperienza del ricovero ospedaliero e della malattia, aiutandolo ad affrontare dubbi e timori. Per l’occasione Bruno Bozzetto ha realizzato una 26esima tavola, con una dedica speciale rivolta ai bambini, agli operatori dell’Ospedale Papa Giovanni e a tutti coloro i quali hanno contribuito a rendere l’ospedale più vicino alle esigenze dei bambini. La tavola è stata collocata insieme alle altre del 1985, in una teca lungo il corridoio interno degli ambulatori pediatrici (ingresso 9).


Gourmets Degustateurs, la cena degli auguri al “One Restaurant”

Nel ricordo di Pino Capozzi, la delegazione bergamasca dei Gourmets Degustateurs – fondata anni orsono dal compianto albergatore/ristoratore di Città Alta – s’è ritrovata nei giorni scorsi per gli auguri natalizi. Un’occasione propiziata dalla moglie Stella Silipo, che prosegue l’attività associativa sulle orme di Pino supportata dalla sommelier Anna Belotti. Punto di ritrovo: il “One Restaurant” di Dalmine, guidato dallo chef Chicco Coria.

Una riunione conviviale durante la quale sono stati ricordati altri due esponenti del mondo enogastronomico bergamasco scomparsi di recente: Roberto Gambirasio, del ristorante “Cadei” di Villongo (l’attività prosegue grazie alla moglie Tarcisia), e Stefano Cardaci, noto per la sua abilità nel proporre piatti “alla lampada”. Nel corso della serata, Coria ha servito il Cilindro di capasanta con scampi, gamberi, verza e tartufo nero, il Risotto mantecato con formaggi d’alpeggio e fondente di cipolla al pepe nero e Lombo di cervo con castagne, riduzione al Valcalepio, rosmarino su purea di patate. Abbinati i vini delle case Vallerenza, Vignalta e Leone de Castris.