Agroalimentare, 6mila le imprese attive a Bergamo

Sono 53 mila le imprese nel settore agroalimentare in Lombardia con 120 mila addetti su 1 milione in Italia. In Lombardia, di queste, 46 mila sono nell’agricoltura e 6 mila nell’industria alimentare e delle bevande. Tiene il settore per numero di imprese tra il 2014 e il 2015. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese e Istat al 2014 e 2015. In Lombardia Brescia ha 11 mila imprese e 18 mila addetti, Milano 5 mila con 31 mila addetti, Mantova 8 mila imprese, con 14 mila addetti, Pavia 7 mila imprese con 8 mila addetti, Bergamo 6 mila imprese con oltre 11 mila addetti, Cremona 4 mila imprese con 11 mila addetti.

Nei primi sei mesi del 2015 è di 1,3 miliardi l’export lombardo del settore, su un totale italiano di 9 miliardi, un dato in lieve crescita rispetto all’anno scorso. L’import regionale è di 2,5 miliardi su un totale nazionale di 10 miliardi. Milano in sei mesi ha importato per quasi un miliardo ed esportato per 399 milioni. Lodi ha importato per 243 milioni e Brescia per 217. Per l’export, Bergamo ha avuto un business estero per 152 milioni, Mantova di 144, Brescia e Pavia di oltre 120. La Lombardia esporta circa 250 milioni di euro sia negli altri prodotti alimentare che nei lattiero caseari, 215 milioni nelle bevande e circa 150 milioni nei prodotti da forno e nella carne lavorata. La maggior parte dell’export va nei paesi dell’Unione Europea, novecento milioni, 140 milioni verso l’America, 110 milioni verso l’Asia, 24 milioni verso l’Africa, 24 milioni verso l’Oceania.


I sapori di ottobre in scena a Lovere

Il manzo alla “moda di Lovere” rilanciato da Giuseppe Speranza

 

sapori d'ottobre 2015Dall’8 all’11 ottobre a Lovere torna “Sapori d’ottobre”, la festa enogastronomica dei piatti tipici del borgo di Lovere, giunta alla settima edizione. Quattro serate all’insegna del cibo locale, del buon vino e dell’intrattenimento musicale nei giardini Fanti d’Italia.

I buongustai potranno scoprire alcune golose preparazioni celebrate in occasione della sagra e preparate dalle cucine locali. La manifestazione è promossa dalla Pro Loco di Lovere. Per informazioni: tel. 331 6783153 – nuovaprolocolovere@gmail.com.


Dalle false lauree alla Vw, meglio convivere col verosimile

vw-logoManzoni, sull’onda del Romanticismo imperante, ci rifilò il Verosimile: cose che non erano la realtà, ma che, pure, si lasciavano scambiare tranquillamente per la realtà. A nessuno, ad esempio, suona strano che una contadina ed un operaio brianzoli, agli inizi del XVII secolo, si esprimessero come un avvocato o un ingegnere fiorentino dell’Ottocento: questione di verosimiglianza. D’altronde, se Renzo e Lucia fossero stati creati in ossequio alla realtà, non avrebbero insegnato niente a nessuno: anzi, quasi tutti i lettori non avrebbero neppure capito cosa dicevano. Il punto è che il Verosimile esiste in una visione educativa della rappresentazione delle cose: è funzionale ad un utilizzo esemplare della storia e delle vicende umane. Però, in fondo, rimane una balla. Una balla ben confezionata, ben infiocchettata, ben camuffata, ma pur sempre una balla. La verosimiglianza sta alla nostra mente come il trompe l’oeil sta ai nostri occhi: ci apre orizzonti nuovi, spalanca finestre inesistenti, dilata paesaggi, simula architetture. E’ tutto bello, ma è tutto finto. D’altronde, proprio il Manzoni postulava essere la bellezza uno strumento per conseguire l’utile: il maledetto utile, che ha sempre affossato certa letteratura, certi libri, certe idee didattiche in bocca a certe professoresse, con certe borsette. Ora, la questione dell’oggi non è più quella dell’uso didascalico della verosimiglianza: il problema si è fatto più semplice e più stringente ad un tempo. La questione è quella del riconoscere il Verosimile dal Vero. Perché, a pensarci bene, uno a capire che una contadina secentesca che parla il toscano dei Benparlanti sia un caso patente di verosimiglianza manzonica ci può ben arrivare per conto suo. Però, se la balla è circostanziata, ubiqua, onninamente invasiva, alla fine, il poveraccio non la distingue più: come fa a sapere che è una balla? E qui cade l’asino: ossia noialtri, generazione di somari digitali.

A forza di relativismi, di chomskismi, di benaltrismi e di tutto il variegato assortimento di –ismi che quest’epoca progressiva e magnifica porta seco, abbiamo perso la capacità di riconoscere la panzana, quando ce l’ammanniscono in carta argentata. Siamo talmente costretti a dubitare quotidianamente della nostra vista, dell’olfatto, del tatto, dell’udito, del gusto, che, esausti, abbandoniamo le difese, caliamo la guardia, ed accettiamo supinamente il declino della realtà, la vittoria del Verosimile. Vediamo cose che non sappiamo giudicare: un missile che parte e che esplode. Chi l’ha lanciato? Chi se l’è beccato in testa? Dobbiamo fidarci, anche se, dentro di noi, percepiamo vagamente di stare prendendola in saccoccia. E questa carne sarà carne? Quest’olio verrà da olive italiane? La fanciulla possiede davvero quel clamoroso decolleté, o è il prodotto di bisturi ed ingegneria plastica? Vedete bene che, alla fine, ci si deve arrendere: non si può fare analizzare ogni cucchiaio d’olio, non si possono palpare le tette a tutte le donne del mondo! Così, il Verosimile vince: per forza vince, per abbandono, esaurimento, fate voi. E il ciarlatano prospera, coccolato, garantito e giustificato da un intero sistema di pensiero: addirittura, la denuncia di certune palesi contraffazioni della realtà giova al Verosimile, come il prosperare delle cellule giova alle neoplasia.

Prendiamo il caso della Volkswagen, che sembra rallegrare tutto quell’esercito di sciovinisti deboli di logica e di meningi che vedono nella figuraccia degli spocchiosi alemanni solo una sorta di rivincita dei poveracci, dei vituperati Welschen: o che vi credete, grulli, che si tratti della verità che, alla fine, vince sempre? E’ una versione attualizzata della seconda guerra mondiale, anime sante: gli Usa che sgambettano la Germania, per vendere loro quel che non vendono gli altri. Pensate davvero che l’ideuzza di gabbare gli ecologisti sul tema delle emissioni sia venuta solo ai Tedeschi? Ovvero, un Paese che ha usato il protocollo di Kyoto per nettarsi il fondamento, vi pare l’accusatore ideale, in una causa per inquinamento? Dubito ergo sum, avrebbe chiosato il Descartes. Niente è come sembra: dalle marmitte ai titoli di studio, dai bilanci alle bilance. Per questo, miei cari lettori, vi invito a rassegnarvi: a convivere serenamente con il Verosimile. Piegate il capo, di fronte alla dittatura della bugia: non si può evitare, in un mondo come questo, di essere ingannati, raggirati, presi per i fondelli. Ma, perlomeno, abbiatene coscienza: rassegnatevi a mente lucida, per così dire. Questo vi eviterà di cadere dal pero, le rare volte che le panzane verranno svelate: non resterete con la bocca aperta, come un bambino davanti alla vetrina di un giocattolaio. E, infine, vi incazzerete di meno, se le cose non vi giungono inaspettate. Non c’è figura più da fesso di quella di chi dice: e chi l’avrebbe mai detto?


Al Carisma di via Gleno arrivano gli ambulatori del Papa Giovanni

rendering carismaUn centro prelievi, due ambulatori di odontoiatria e oculistica e un polo radiologico gestiti dal personale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII prenderanno vita all’interno di Carisma, le nuove residenze per Anziani della Fondazione Casa di Ricovero Santa Maria Ausiliatrice Onlus in via Gleno. I servizi sanitari, estesi su una superficie di 800 mq, su due piani, saranno a disposizione degli ospiti, ma anche di tutti i cittadini, diventando di fatto un polo territoriale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII.

accordo carisma ospedale papa giovanni - radici, nicoraL’accordo fra le due realtà, siglato nei giorni scorsi, avrà durata decennale. Perfezionati i progetti con la definizione dei requisiti degli spazi, i lavori, a cura della Fondazione Carisma, partiranno entro il mese di dicembre e l’attività inizierà prima della fine del 2016.

«Questa collaborazione, pensata un anno fa, di fatto precorre lo spirito della riforma sanitaria di Regione Lombardia: l’ospedale per acuti si fa carico anche dei problemi della cronicità, si avvicina ai pazienti e riduce disagi, tempi e costi per il trasporto di persone fragili al Papa Giovanni XXIII – ha spiegato Carlo Nicora, direttore generale del Papa Giovanni XXIII –. Realizziamo così un ulteriore passo nel percorso che da anni ci vede impegnati con passione e determinazione per dare continuità alla cure ed essere vicini ai pazienti e ai loro familiari».

«L’assistenza alle persone fragili ricoverate presso i servizi della Fondazione, completamente rinnovati l’anno scorso, si qualifica ulteriormente con gli effetti di questo accordo. È per la nostra Fondazione un investimento importante che sostiene il miglioramento della qualità dei servizi offerti ai nostri ospiti, che vedranno drasticamente ridotti gli spostamenti necessari per ottenere prestazioni sanitarie specialistiche di alto livello – ha commentato Miro Radici, presidente della Fondazione Carisma -. Ogni giorno dal Carisma, che ospita ben 500 anziani fragili, sono trasportate nei luoghi di cura molte persone che necessitano di esami, visite specialistiche, radiografie. Si realizza, pertanto, un tassello importante nell’integrazione socio sanitaria tanto auspicata dalla recente legge di riforma del sistema sanitario lombardo».

Dario Zoppetti, presidente della Fondazione “Azzanelli, Cedrelli, Celati e per la salute del Fanciullo”, che, con il contributo di Italcementi SpA, ha realizzato la residenza di via Monte Gleno presso cui saranno ospitate le attività sanitarie e ne detiene la proprietà indivisa con Carisma, concessa a quest’ultima in comodato d’uso gratuito per 50 anni, ha sottolineato «l’importanza di perseguire operazioni di welfare integrato a vantaggio dei cittadini più fragili. Questa attività condivisa è un qualificato esempio di collaborazione pubblico-privato che pone al centro la persona e i suoi bisogni».


Festa di Borgo Palazzo, «pronti per il bis a dicembre»

Dopo il pieno di visitatori ottenuto con la settima edizione – andata in scena ieri, domenica 27 settembre -, la Festa di Borgo Palazzo pensa ad un bis invernale.

Se l’idea di trascorrere una giornata passeggiando lungo una strada solitamente invasa dalle auto, facendosi catturare dalle attrazioni, dagli spettacoli, dalle soste golose è piaciuta così tanto ai bergamaschi (le stime parlano di 25mila presenze) perché non replicare si stanno dicendo infatti i componenti dell’Associazione Le Botteghe di Borgo Palazzo, promotrice dell’evento. «Stiamo pensando di organizzare una manifestazione la prima domenica di dicembre – annuncia il presidente Roberto Marchesi -, una sorta di inaugurazione del periodo dello shopping natalizio. Sarà naturalmente centrata sulle tematiche delle festività, ma conserverà le caratteristiche dell’iniziativa che abbiamo appena concluso, con la  pedonalizzazione dell’area e la possibilità di vivere in tutta tranquillità la città. Credo sia proprio questo il motivo del successo della proposta. Per un giorno i bergamaschi hanno potuto trovare tante attività sotto casa e riscoprire il piacere di passeggiare, chiacchierare, fare incontri e far divertire i propri bambini in tutta sicurezza. Solitamente Borgo Palazzo non è così, ma è importante mostrare cosa può offrire in termini di commercio e socialità».

C’è da dire che le iniziative non sono mancate, per tutti i gusti e tutte le età.

La Festa del Borgo si è sviluppata lungo un chilometro e mezzo, con palchi per gli spettacoli, attrazioni per i più piccoli, street art, discipline sportive, negozi aperti e punti ristoro.

La novità era rappresentata dall’ArtiLab, un laboratorio creativo di 90 mq realizzato in collaborazione con i Giovani di Confartigianato Bergamo dove i bambini si sono potuti cimentare con la pasticceria, la modellazione dell’argilla, la creazione di gioielli e le stampanti 3D. Una presenza che aveva anche il compito di accendere i riflettori sul saper fare artigiano e sul ruolo che attività capaci di unire tradizione ed innovazione possono avere nel rilancio dei centri storici.

A lasciare tutti con il naso all’insù è stata invece l’inedita scalata del campanile della chiesa di Sant’Anna, da parte dello scalatore Paolo Bugada.


Forza Italia incalza Pezzoni: «Si dimetta per rispetto degli elettori»

Dopo la confessione da parte del sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni di esercitare la professione di insegnante e preside senza essere in possesso della laurea e le sue dimissioni dagli incarichi professionali, arriva la richiesta di dimissioni dalla carica di primo cittadino da parte dei commissari provinciali di Forza Italia Gregorio Fontana ed Enrico Piccinelli.

Giuseppe Pezzoni«Eravamo convinti che le dimissioni di Giuseppe Pezzoni da sindaco di Treviglio, dopo l’incresciosa vicenda che lo ha riguardato, arrivassero presto in quanto atto dovuto – affermano Fontana e Piccinelli – ma visto che questa scelta tarda ad arrivare sollecitiamo pubblicamente il sindaco Pezzoni affinché rassegni al più presto le sue dimissioni. Riteniamo che questo sia un atto non più prorogabile per due motivi: in primo luogo perché solo così si potrà ridare dignità alla politica e all’istituzione municipale offuscate da questo personale spiacevole episodio, in secondo luogo per rispetto nei confronti degli elettori di centrodestra che nel 2011 gli avevano dato fiducia e che chiedono si faccia di tutto per non consentire che Treviglio cada in mano al governo della sinistra. A Treviglio, in Forza Italia e negli altri partiti di centrodestra, c’è una classe dirigente competente e capace in grado di poter vincere anche questa sfida. Per noi questi sono punti prioritari – concludono Fontana e Piccinelli – che mettono in secondo piano qualunque altra discussione e valutazione in merito a vicende amministrative, che in questo momento passano inevitabilmente in secondo piano».


Altri immigrati in arrivo, la Prefettura cerca strutture per l’accoglienza

immigratiContinua l’afflusso di stranieri in Italia e resta, di conseguenza, la necessità di trovare «nuove strutture che possano consentire una efficace risposta operativa agli ulteriori e prevedibili arrivi». Così scrive la Prefettura di Bergamo comunicando, in linea con le direttive impartite dal Ministero dell’Interno-Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, «di aver pubblicato un ulteriore avviso esplorativo, teso all’acquisizione delle manifestazioni di interesse a partecipare ad una procedura negoziata ex art. 27 del D.Lgs. n. 163/2006 ss.mm.ii.. Ciò al fine di assicurare continuità alle suddette misure di accoglienza, nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità di cui al suddetto d. lgs. 163 del 2006».

L’avviso pubblico è disponibile sul sito della Prefettura (www.prefettura.it/bergamo).

Il numero di posti offerti potrà essere tra 4 e 100 per singola struttura e dovranno essere garantiti tutti i servizi previsti nell’avviso (ad esempio servizi di gestione amministrativa, per l’integrazione, etc.).

La durata prevista dell’affidamento è per il periodo dal 1° novembre al 31 dicembre 2015.

Per partecipare all’indagine esplorativa, i soggetti interessati dovranno far pervenire l’istanza, entro e non oltre le ore 10 del 12 ottobre 2015 (all’indirizzo: Prefettura di Bergamo – Ufficio Protocollo – Via T. Tasso, 8 – 24121 Bergamo ovvero a mezzo pec all’indirizzo protocollo.prefbg@pec.interno.it).


Formazione, dall’Ascom 138 idee per guardare avanti. C’è anche l’incontro con il “codista”

Ascom Formazione - presentazione calendario 2015-16Sono tutti puntati verso l’innovazione i 138 corsi messi in agenda da Ascom Formazione per l’anno 2015-2016 e presentati questa mattina alla sede di Osio Sotto.

Tra le novità ci sono il lancio di una professione innovativa, il retail manager con la coach style Carla Gozzi, e un’idea “salva crisi” curiosa che ha avuto molto successo, quella di Giovanni Cafaro, l’uomo che ha reso un lavoro fare la fila agli sportelli.  Uno spunto di come un problema, come l’assenza di lavoro, può trasformarsi in un’opportunità e al tempo stesso l’occasione per riflettere come nella vita c’è un momento in cui si può fare altro.

Il calendario propone tendenze e idee che stimolano gli imprenditori del terziario ad aprirsi verso nuovi orizzonti per stare al passo con l’evoluzione dei consumi e degli stili di vita: nuove professioni da apprendere, lingue straniere da imparare e attenzioni diverse da avere per accogliere e soddisfare il turista e il cliente.

Lo scopo della scuola dell’associazione commercianti è dare agli imprenditori bergamaschi tutti gli strumenti per innovare la propria azienda. Per il settore dell’evoluzione professionale e aziendale il calendario 51 corsi,  suddivisi in 5 sezioni: gestione e sviluppo, hobby, informatica e web, lingue straniere e formazione esperienziale. Numerosi sono realizzati con il contributo della Camera di Commercio di Bergamo, in collaborazione con la sua Azienda Speciale, Bergamo Sviluppo. I titolari, soci, coadiuvanti, dipendenti di imprese che hanno sede legale in provincia di Bergamo possono, quindi, se in regola con quanto previsto dal bando, e nei limiti dei fondi disponibili, accedere ai corsi beneficiando di un contributo camerale sotto forma di voucher.

Ma veniamo alle proposte. Nel campo delle lingue straniere oltre all’inglese quest’anno vengono approfonditi il cinese e l’arabo; a quest’ultimo, che lo scorso anno ha avuto molto successo, sono dedicati due corsi, uno base e uno più avanzato per imparare a parlare di cibo, lavoro, studi e tempo libero. Nel momento del boom del turismo, non poteva mancare un corso sul turismo accessibile: rivolto agli albergatori e a tutti coloro che operano in questo settore, approfondisce le tecniche di approccio, accoglienza e gestione del soggiorno di un target con numeri sempre più importanti e che traccia il futuro del settore.

Tra i titoli più accattivanti e innovativi spiccano i corsi esperenziali Mistery Client, Scrum, Aperitime, Cacciatrophy e il Percorso al buio (all’Istituto dei Ciechi di Milano), che mettono in gioco, con modalità diverse dalle tradizionali, la capacità di fare squadra dei dipendenti. La sezione dedicata alla gestione e sviluppo, infine, spazia dalle tecniche di vendita alla gestione economica di un’attività, dalla psicologia alla dizione, dal recupero crediti al rapporto con i collaboratori.

Ancora più numerose le proposte per i ristoratori e gli addetti del settore food:  87 corsi ripartiti nelle sezioni cucina per professione, bar & wine, lievitati, convivium, pasticceria  e cucina per passione. Anche quest’anno saliranno in cattedra chef e stellati, tra questi Gennaro Esposito, Mauro Uliassi, Riccardo Camanini,  Paolo Lopriore ed Enrico Cerea.

Così come per l’area business, anche in questa i corsi più innovativi condurranno per mano gli imprenditori nello sperimentare nuove proposte – come  lo street food, i piatti vegani – e nuove professioni come l’idrosommelier, l’esperto della carta delle acque. Nella sezione del beverage è in programma lo stile americano al bar e si impongono i distillati polinesiani.

Per gli aspiranti pasticceri uno dei corsi è sulle sweet table, le tavole allestite esclusivamente da dolci: caramelle, confetti, torte, pasticcini. Ritornano le lezioni, sempre molto richieste, sulla professione del pizzaiolo e sull’uso delle farine e il tradizione appuntamento con il Convivium che ques’anno proporrà due lezioni-pranzo di alta ristorazione, Ai tre Cristi dallo chef Paolo Lopriore  a Milano e all’Enoteca Pinchiorri di Firenze.

Non mancano neppure quest’anno i corsi per appassionati con tante proposte stuzzicanti: dal corso imparare a cucinare ai piatti gluten free, dalle zuppe alla cena in 10 minuti fino alla realizzazione per San Valentino di una cena afrodisiaca.

A fine novembre, dal 28 al 30, infine l’Accademia del Gusto si trasferirà in Fiera a Gourmarte con l’intervento di noti volti televisivi, tra cui Mirko Ronzoni, che è in Accademia da cinque anni e vi ritorna quest’anno da vincitore della seconda edizione di Hell’s Kitchen Italia.

«Da sempre la formazione ha contraddistinto l’operato della nostra Associazione – ha detto il presidente Ascom Paolo Malvestiti -. Abbiamo sempre creduto fortemente che per competere un imprenditore debba avere basi solide ed essere sempre aggiornato sulle novità che il mercato propone, imparando dalle eccellenze presenti sul territorio locale e nazionale. Un elemento caratterizzante della nostra area formazione è quello di infondere “cultura manageriale” ai nostri associati attraverso strumenti e metodi nuovi che arrivano anche a sottoporre ad un’analisi accurata le attività imprenditoriali che hanno il coraggio di mettersi in discussione per crescere».

«La crisi ha picchiato e sta picchiando ancora molto duramente gli imprenditori. La formazione che proponiamo è una cultura dell’innovazione, intesa come la capacità di fare in modo migliore e diverso quello che si sta facendo. Chi fa formazione vuole portare innovazione alla propria attività», ha spiegato il direttore Oscar Fusini. «Abbiamo puntato su corsi diretti a qualificare le relazioni in azienda, la progettazione e la pianificazione di nuove idee, lo sviluppo della forza vendita attraverso gli strumenti social  – ha illustrato Daniela Nezosi, responsabile di Ascom Formazione -. Lo sforzo è stato di lavorare sui processi aziendali per rinnovarli».

Per il calendario dei corsi:  www.ascomformazione.it


BergamoScienza al via con una festa in piazzale Alpini. Sul palco anche i Verdena

bergamoscienza urban centerTre premi Nobel, 17 giorni di conferenze, tavole rotonde, incontri, scienziati di fama internazionale e giovani ricercatori, mostre e laboratori interattivi, spettacoli teatrali e concerti, film e documentari, tutti aperti gratuitamente al pubblico.

È BergamoScienza, il festival di divulgazione scientifica che porta in piazza il sapere ed i suoi protagonisti. La 13esima edizione è in programma dal 2 al 18 ottobre e tra le novità vede l’apertura di una sede stabile, il BergamoScienceCenter, all’Urban Center di viale Papa Giovanni XXIII. Si tratta di un centro permanente di scienza (fin dall’inizio tra gli obiettivi dell’Associazione BergamoScienza), un luogo d’incontro e aggregazione dove fare divulgazione e sperimentare, per dare vita a un progetto di scienza continuativo, rivolto a studenti, scuole e cittadini.

La nuova struttura e l’inaugurazione della manifestazione saranno sottolineate da un grande evento in piazzale Alpini venerdì 2 ottobre a partire dalle 15 con contaminazioni tra scienza, letteratura, musica classica, teatro d’opera e rock. Il clou sarà alle 22.15 con il concerto “Verdena da Camera”, una speciale performance del noto gruppo bergamasco nella quale cinque brani tratti dai loro ultimi due lavori “Endkadenz Vol.1” ed “Endkadenz Vol.2” saranno suonati con giovani musicisti di formazione classica.

Il calendario scientifico del festival sarà inaugurato invece nella nuova Aula Magna dell’Università degli studi di Bergamo in Sant’Agostino – sempre venerdì 2 ottobre – da Peter Charles Doherty, immunologo australiano, Premio Nobel per la Medicina (1996) per i suoi studi sulla specificità della difesa immunitaria. Doherty il giorno successivo terrà la 3° Levi Montalcini’s Memorial Lecture in onore della grande scienziata già presidente onorario di BergamoScienza.

Altrettanto attesi il Premio Nobel per la Chimica (1991) Richard Robert Ernst (sabato 10 ottobre), che ha contribuito allo sviluppo del metodo spettroscopico ad alta risoluzione della risonanza magnetica nucleare, e il Premio Nobel per la Fisica (2010) Konstantin Novoselov, scopritore del grafene (domenica 18), il primo materiale a due dimensioni.

Tra i grandi nomi della scienza: i biologi Rino Rappuoli, Rodolfo Dirzo e Thomas Nystrom; l’immunologo Antonio Lanzavecchia; gli oncologi Pier Paolo Pandolfi, Giordano Beretta e Cristian Tomasetti; gli epidemiologi Pietro Comba e Carlo La Vecchia; i genetisti Michele Morgante e Daniel Voytas; il farmacologo Andrea Poli; gli psicologi Andrea Facoetti e Gianmarco Marzocchi; i fisici Vincenzo Barone, Diederik Sybolt Wiersma e Pier Andrea Mandò; gli astrofisici Paolo Salucci e Amedeo Balbi; gli astronomi Massimo Tarenghi e Claudio Maccone; il planetologo Federico Tosi; l’esperto di sociologia spaziale Paolo Musso; l’astrobiologo Giuseppe Galletta; gli ingegneri Jouni Partanen e Fiorenzo Omenetto; Silvestro Micera, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e Ecole Polithecnique Fédérale de Lausanne EPFL.

Spazio anche alle discipline umanistiche con i linguisti Charles Yang e Andrea Moro; i filosofi Elena Castellani, Maria Luisa Dalla Chiara, Giulio Giorello e Telmo Peviani; l’artista Getulio Alviani.

Infine, tra gli spettacoli: il concerto di Anouar Brahem, compositore tunisino e suonatore di oud, il concerto di Dave Douglas, trombettista jazz statunitense contemporaneo e lo spettacolo teatrale dei Sonics, “DUUM”.

Senza dimenticare i più 100 i laboratori di sperimentazione scientifica che spaziano dalla matematica alla biologia, dalla robotica alla geometria, che avranno luogo negli spazi più belli e nelle scuole di città e provincia. Sono stati progettati da 48 scuole, grazie all’impegno di più di 240 insegnanti e di oltre 1.500 studenti che offriranno la loro sapiente guida ai partecipanti. I laboratori sono divisi per fasce d’età, dai bambini della scuola dell’infanzia, fino agli adulti.

Il programma è disponibile sul sito www.bergamoscienza.it

Gli eventi sono tutti gratuiti previa prenotazione, da effettuare online sul sito.

 


Una legge contro lo spreco alimentare. La chiedono bar e ristoranti

Una legge ad hoc per bar e ristoranti contro lo spreco alimentare. Lo ha chiesto la Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi in occasione della recente audizione alla Camera dei Deputati in rappresentanza di più di 300.000 imprese nel settore della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo.

«Le proposte di legge in esame, pur richiamando nelle loro presentazioni il settore dei pubblici esercizi, appaiono essenzialmente rivolte ai settori della produzione e distribuzione di alimenti e si riferiscono essenzialmente a generi confezionati – dichiara il direttore generale della Fipe Marcello Fiore -. La peculiarità del settore che la Fipe rappresenta è costituita dal fatto che, a differenza di ciò che accade nelle famiglie in cui è uso consumare cibi avanzati dai pasti precedenti, al consumatore devono essere costantemente presentati prodotti fragranti e al meglio dell’appeal visivo e delle condizioni organolettiche. Tutto ciò comporta nella ristorazione l’obbligo per gli imprenditori di scartare enormi quantità di prodotto non consumato. Ignorare gli esercizi pubblici e privilegiare esclusivamente i prodotti confezionati significa perdere 1/3 dei consumi di alimenti e ingenti quantità di prodotti pronti soprattutto per il consumo immediato e disponibili ad essere correttamente riutilizzati».

L’appello della Federazione al Parlamento si traduce nella richiesta di inserire emendamenti specifici a beneficio di esercenti e ristoratori; in particolare in riferimento alla proposta di legge n. 3057 per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale. «I consumi fuoricasa costituiscono ad oggi il 34% dei consumi alimentari, per un valore di 20 miliardi di acquisti di alimenti – prosegue Fiore -. Questo significa che un terzo dei consumi alimentari avviene proprio nei pubblici esercizi e, in parallelo, si deve ritenere che una percentuale di alimenti quantomeno identica, se non superiore, venga sprecata. Manca una normativa specifica in grado di facilitare il lavoro degli esercenti nella gestione del cibo invenduto. Alimenti freschi, non confezionati e deperibili che, pur essendo ancora in buono stato e fruibili non sono più adatti ad essere serviti alla clientela e che potrebbero invece essere facilmente destinati ad associazioni del terzo settore, enti caritatevoli, mense». Senza dimenticare il settore della ristorazione scolastica che presenta numeri (e dati di spreco) ancora più consistenti: «Il tetto dello spreco è proprio rappresentato dalle mense scolastiche – evidenzia il direttore generale -, dove si registrano “avanzi” anche superiori al 50% del cibo servito».

Alla luce di questi dati allarmanti la Fipe ha presentato al Parlamento alcune considerazioni su come sia opportuno intervenire in maniera congiunta, facilitando il lavoro degli esercenti e regolamentandone le azioni a livello normativo: già oggi infatti molti esercizi (in particolare nella ristorazione pubblica e collettiva, del catering, del banqueting, della pasticceria) consegnano giornalmente alcuni chilogrammi di cibo invenduto ad istituzioni benefiche anziché avviarlo alla distruzione.

Pertanto al fine di non disperdere l’apporto di piccole e medie imprese (o di unità locali di grandi imprese) la Fipe richiede nello specifico di tenere conto, nelle proposte di legge in itinere, le peculiarità che contraddistinguono il lavoro dei pubblici esercizi: alto numero e capillarità delle unità locali; vicinanza ai luoghi di utilizzo; disponibilità di prodotti già elaborati e pronti per il consumo immediato; presenza di prodotti prevalentemente allo stato sfuso o preincartato; fornitura giornaliera di piccole quantità per unità locale; grandi imprese con migliaia di addetti, ma strutturate in piccole unità locali con poche decine di dipendenti. Un approccio che in concreto si traduce nel regolamentare, nel rispetto delle normative di igiene e sicurezza, la cessione di prodotti di immediato utilizzo allo stato sfuso, insieme a semplificazioni di natura fiscale.