Masec, rinnovato il Cda. Malvestiti: «Più attenzione a prevenzione e cure a lungo termine»

Nel corso dell’Assemblea annuale la Masec, la mutua assistenza sanitaria dell’Ascom di Bergamo, ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione per il triennio 2016-19. Due i nuovi ingressi, quello di Diego Pedrali, titolare del negozio L’Uomo Più di Torre Boldone, nonché presidente del gruppo Abbigliamento e calzature e componente del Consiglio direttivo dell’Ascom, e di Giuseppe Betti, socio dell’omonima azienda di distribuzione di vini e bevande di Cividate al Piano. Prendono il posto di Cesare Dolci, ex presidente della Fogalco, e di Nadia Palazzi, rappresentante di Confartigianato Bergamo. Sono stati confermati Ivan Rodeschini, Giuseppe Capurro, Livio Bresciani, Giovanni Cacciolo Molica, Ettore Coffetti, Attilio Del Rosso, Delisa Sanzani e Italo Testa. La presidenza, secondo lo statuto, spetta al presidente dell’Ascom, Paolo Malvestiti.

Il presidente della Masec, Paolo Malvestiti (al centro) con i nuovi consiglieri Diego Pedrali (a sinistra) e Giuseppe Betti
Il presidente della Masec, Paolo Malvestiti (al centro) con i nuovi consiglieri Diego Pedrali (a sinistra) e Giuseppe Betti

Tra i revisori dei conti Massimiliano Serra sostituisce Maria Grazia Volpi e si affianca ai confermati Gianfranco Ceruti e Zaverio Cortinovis.

Organismo storico per la tutela della salute degli imprenditori del commercio e delle loro famiglie, la Masec ha chiuso il bilancio 2015 in attivo e guarda con attenzione alle nuove esigenze degli iscritti e all’evoluzione dei sistemi dell’assistenza integrativa, nella consapevolezza di dover offrire strumenti sempre più efficaci e competitivi.

«Dopo qualche anno in cui abbiamo assistito al ricorso sempre più massiccio alla sanità privata – rileva il presidente Malvestiti – oggi registriamo un ritorno verso il servizio pubblico, non solo perché in Bergamasca è valido, ma anche perché c’è meno possibilità di spesa. Inoltre, accanto alle prestazioni tradizionali, ossia la degenza in ospedale, che del resto presenta una durata media sempre in discesa, oggi risultano essere sempre più necessarie prestazioni alternative come la cura infermieristica a domicilio e l’assistenza di lungo termine per la non autosufficienza».

Meno ospedale e più cure programmate. Maggiore prevenzione e assistenza di lungo termine per la non autosufficienza sono perciò i bisogni su cui la mutua intende lavorare. Di pari passo c’è il progetto di creazione di un ente mutuo regionale per le Ascom della Lombardia, attraverso l’estensione di Ente mutuo Milano su alcune altre province dove il mondo del commercio non ha un sistema complementare di assistenza sanitaria. «La mutualità privata rappresenta una delle poche strade percorribili dal settore sanitario – ribadisce Malvestiti -. Per sostenere le cure mediche di chi ne ha bisogno occorre l’iscrizione generalizzata delle famiglie. I fondi integrativi e le mutue sanitarie sono gli organismi che potrebbero traghettare un sistema oggi per lo più ancora pubblico verso un sistema di sanità privata, più efficiente e meno costoso. Meno costoso anche e soprattutto per i pazienti».

Nadia Palazzi e Paolo Malvestiti
L’omaggio a Nadia Palazzi

Durante la riunione è stata omaggiata con un bouquet floreale la componente femminile dell’assemblea: Nadia Palazzi, consigliere uscente, Maria Grazia Volpi, che ha lasciato l’incarico tra i revisori dei conti, e Delisa Sanzani, confermata nel Cda.

Maria Grazia Volpi e Paolo Malvestiti
a Maria Grazia Volpi

Paolo Malvestiti e Delisa Sanzani
e a Delisa Sanzani


Discoteche, un patto con il ministero per migliorare la sicurezza

Quasi un anno fa la morte di un sedicenne per ecstasy al Cocoricò di Riccione e la decisione del questore di chiudere il locale per quattro mesi riapriva il dibattito sul mondo della notte, le responsabilità dei gestori e le misure per migliorare la sicurezza dentro e fuori dagli esercizi.

L’estate 2016 si apre all’insegna di un patto nato proprio all’indomani di quel tragico episodio, dagli incontri tra il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il Silb, il sindacato dei locali da ballo del sistema Confcommercio, alla ricerca di soluzioni condivise.

L’Accordo quadro è stato firmato nei giorni scorsi al Palazzo del Viminale dal ministro Alfano e dai rappresentanti delle Organizzazioni dei gestori di locali notturni e dei servizi di controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo e sancisce un approccio collaborativo al complesso problema del divertimento e delle pericolose derive che mettono a rischio la salute e l’incolumità delle persone.

L’obiettivo è incrementare la sicurezza, contrastare la violenza, l’abuso di droghe e alcol e diffondere una maggiore cultura della legalità tra i giovani e per raggiungerlo si stabilisce un più stretto coinvolgimento degli operatori e lo sviluppo di «forme avanzate di collaborazione» con le Forze dell’ordine, secondo modalità da concordate localmente.

Tra i punti di maggiore interesse per i gestori c’è il principio “premiante” che non si applichi l’articolo 100 del Tulps (quello che prevede la sospensione della licenza in caso di situazioni pericolose) se non c’è una diretta responsabilità dell’esercente e se questi ha «tempestivamente informato le Forze dell’ordine delle situazioni a rischio nel locale e prestato ogni opportuna forma di leale e fattiva collaborazione». Viene anche concesso di derogare alle disposizioni dell’articolo 187 del regolamento del Tulps che impedisce la selezione della clientela all’entrata del locale, promossa l’installazione di sistemi di videosorveglianza e formalizzato l’impegno al contrasto dell’abusivismo.

«È un passo avanti importante – commenta Paolo Visinoni, presidente del gruppo Sale da ballo dell’Ascom e titolare del Life di Rovetta – soprattutto perché riconosce un ruolo collaborativo alle discoteche, riscattandole da un’immagine spesso negativa e penalizzante. Detto questo, occorre però anche sottolineare che, in Bergamasca, nei locali seri e storici la collaborazione con le Forze dell’ordine è già in atto, le segnalazioni da parte dei gestori non mancano, così come gli interventi degli agenti. Chi ha un’attività è, del resto, il primo a non volere che ci siano problemi».

Lo dimostrano, ad esempio, i passi avanti fatti nel contrasto all’abuso di alcol. «Da dieci anni – evidenzia Visinoni – sono partner del progetto Ragazzi on the Road per la sicurezza stradale e posso dire che in quest’arco di tempo la sensibilità è aumentata, tanto è vero che se prima ad un locale servivano 500 posti auto, oggi ne bastano 200 perché ci si organizza e c’è qualcuno che non beve e riaccompagna a casa il gruppo o ci sono i pulmini messi a disposizione dai bar del preserata. Noi stessi offriamo a chi mette in atto comportamenti responsabili riduzioni o drink analcolici».

Rispetto al protocollo d’intesa con il ministero, il suo dubbio è semmai su come potrà essere misurata e valuta quella collaborazione attiva con le Forze dell’ordine che scongiurerebbe la chiusura dell’esercizio. Apprezza invece la possibilità di selezionare la clientela all’ingresso, «anche se qualche sistema per non fare entrare persone visibilmente ubriache lo abbiamo sempre messo in atto, supportati se necessario dai Carabinieri stessi».

Ma soprattutto guarda con favore all’impegno a contrastare l’illegalità e l’abusivismo. «È un problema che ci attanaglia – dichiara – e con la crisi è ancor più pesante. Si tratta di circoli privati che fanno ballare senza rispondere agli obblighi di sicurezza e alla fiscalità dei locali. Fortunatamente in Bergamasca la magistratura interviene e fa chiudere queste situazioni, ma è vero anche che il fenomeno è difficile da intercettare. E poi c’è il capitolo delle feste, come gli school party, organizzate in capannoni con centinaia di persone, senza che venga rispettato alcun requisito».

Per porre un freno a queste realtà sommerse, da tempo Visinoni propone ai tavoli dedicati alla salute e alla sicurezza la possibilità di creare dei meccanismi automatici di controllo a partire dalle richieste dei permessi Siae. Un altro tema fondamentale è una migliore definizione del ruolo e dei compiti dei “buttafuori”. «Seguono un corso – spiega -, ma non sono agenti di pubblica sicurezza. Sarebbe necessario chiarire una volta per tutte ciò che possono fare, ad esempio chiedere i documenti o effettuare segnalazioni di comportamenti scorretti».


Masec, l’11 luglio l’assemblea della mutua dell’Ascom

È in programma lunedì 11 luglio 2016, nella sede dell’Ascom di via Borgo Palazzo 137 a Bergamo, l’Assemblea generale della Masec, la mutua volontaria dell’Associazione commercianti. Oltre alla relazione del presidente Paolo Malvestiti e all’esame del bilancio, provvederà alla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori dei Conti.

Scarica la convocazione

convocazione Masec

 


Anche l’analcolico fa festa. Ecco le proposte dei “Giovani Spiriti”

Gara cocktail Giovani Spiriti - gruppo

Per combattere l’abuso di alcol tra i giovani cosa c’è di meglio che chiedere a loro di mettersi in gioco per creare drink analcolici? È quanto accaduto – tra le varie iniziative – alla festa finale di Giovani Spiriti, progetto di prevenzione globale all’uso di sostanze legali e illegali e di altri comportamenti a rischio (quali la guida sotto l’effetto di sostanze psicoattive, il gioco d’azzardo, l’utilizzo smodato di smartphone e tablet, l’utilizzo offensivo dei social network), promosso dall’Ats Bergamo e dall’Ufficio Scolastico Territoriale in stretta collaborazione con il Dipartimento Dipendenze dell’Asst Papa Giovanni XXIII e con il Sert dell’Asst Bergamo Est.

Si tratta di un percorso biennale, partito nel 2010, rivolto agli adoloscenti del primo e del secondo anno delle superiori (fase ricca di potenzialità ma anche di rischi, viene evidenziato dai promotori), coinvolgendo diversi attori della vita scolastica. Nella sua ultima edizione (2015-16) ha interessato 11 tra istituti superiori e centri di formazione professionale, 2.507 studenti, 70 insegnanti e 100 genitori, mentre nei suoi sei anni di vita ha raggiunto un totale di 40 scuole, 450 insegnanti, 13.300 studenti e 800 genitori.

Giovani Spiriti - trucco azzardatoL’evento finale, organizzato il 20 maggio allo spazio giovanile Polaresco, a Bergamo, ha rappresentato un’occasione di confronto e condivisione con il territorio, ma, soprattutto, ha valorizzato il protagonismo dei ragazzi. Alle testimonianze degli educatori, delle istituzioni e degli operatori, si sono infatti affiancati la visione e la premiazione di quattro video vincitori del concorso Giovani Spiriti 2016, l’allestimento di un percorso a ostacoli, a cura di Safe Driver, da provare prima senza maschera (sobri) e poi con una maschera che simula una capacità visiva simile a quella con alcolemia pari a 0,8 g (il limite legale per poter guidare è 0,5 g), un laboratorio di trucco tematizzato al gioco d’azzardo e musica legata ai temi del progetto, curati entrambi dalla scuola Sistema.

Tra i momenti più vivaci e appassionati, come anticipato, la gara di cocktail analcolici, che ha avuto anche il sostegno dell’Ascom, rappresentata nella giuria tecnica da Vincenza Carissimi, vicepresidente del Gruppo Caffè bar. In sfida la Fondazione Isb di Torre Boldone e l’Ipssar Sonzogni di Nembro con quattro allievi ciascuno.

concorso cocktail giovani spiriti - un momento della garaIl primo premio, ex aequo, è andato a Francesco Marchini dell’Ipssar di Nembro che ha realizzato il drink Bitter Sweet (preparato con bitter analcolico, succo di cranberry e soda water) e a Nicola Brevi dell’Isb di Torre Boldone con Yellow Drink (a base di sciroppo di fiori di sambuco, succo di limone, pompelmo e ananas con buccia di limone e mirtilli per decorazione).

targa Ascom concorso giovani spiritiLa targa simpatia, messa in palio dall’Ascom e assegnata da una giuria di studenti, è andata invece Dimetro Pankenko (Nembro) con Sunset Lemonade. In gara anche Rassida Djebre con Melagrana, Sofia El Housni con Apple Dream e Diego Manzoni con Red Angel per l’Isb di Torre Boldone e Sofia Marchesi con Orange Berry e Maurizio Giovanetti con Tropical Summer per l’alberghiero di Nembro. I lavori sono stati coordinati da Fiorenzo Colombo (docente Isb) e da un rappresentante dell’Associazione barman professionale Abi. In giuria anche Luca Rebuzzi del Reef Cafè, Marco Bonomi di Edonè e Luca Biffi dell’Ats Bergamo. «Una bellissima iniziativa – commenta entusiasta Vincenza Carissimi -, i cocktail sono stati preparati con cura ed i ragazzi erano molto motivati. È importante partire da loro per sensibilizzare su un tema importante come la prevenzione all’alcol, perché sono giovani ma anche perché saranno i baristi di domani». I partecipanti sono stati premiati con magliette Giovani Spiriti (Atena), buoni consumazione analcolica (Edonè) e premi offerti da Abi Professional. Le due scuole alberghiere hanno anche curato il grande rinfresco analcolico conclusivo.

Per quanto riguarda il concorso video, il primo premio è andatto alla I B dell’Isb di Torre Bordone che ha realizzato il video clip musicale “Il burattino: diamo un taglio alla dipendenza”; al secondo posto si è classificata la II S dell’Istituto Romero di Albino con la parodia della canzone Maria Salvador di J-Ax, sul tema del gioco d’azzardo; terzo posto per la I D, sempre dell’Isb di Torre Boldone, con “Non c’è niente di figo pensa con la tua testa”. Menzione speciale della giuria per il video della II A dell’Ipssar Nembro con il Telegiornale del Gioco d’azzardo, per la complessità e varietà del progetto.


Un bistrò nell’ex spaccio del “manicomio”, «luogo di servizi e aggregazione»

onp bistròNon nasconde la sua origine l’Onp Bistrò, il bar-tavola calda realizzato all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di via Borgo Palazzo 130 a Bergamo, che sarà presentato ufficialmente venerdì 20 maggio.

Il locale è il frutto del recupero avviato nel 2014 dalla Cooperativa La Bonne Semence dell’ex spaccio-bar del “manicomio”, in disuso da anni. È pensato come una struttura polifunzionale con tutti i servizi necessari per essere una spazio di aggregazione e di cultura. Ogni giorno,  dalle 7.30 alle 16, Onp Bistrò servirà colazioni, pranzi, caffè e aperitivi ai dipendenti, ai pazienti e agli utenti degli ambulatori e delle strutture del distretto, ma vuole aprirsi anche a tutto il quartiere.

Non è infatti solo un nuovo esercizio, ma un progetto sociale e culturale. Innanzitutto perché rappresenta un’opportunità occupazionale per persone in condizione di fragilità che hanno bisogno di un supporto per l’inserimento nel mondo del lavoro (il 30% dei dipendenti assunti) e poi perché è un luogo della “memoria” e di riflessione sul tema della psichiatria in Bergamasca, attraverso le iniziative culturali previste in questi spazi.

onp bistrò 2Il bistrò è gestito da La Magnolia catering, servizio di Namasté cooperativa sociale. È stato realizzato grazie all’Asst “Papa Giovanni XXIII di Bergamo, all’Associazione di Promozione Sociale “Circolo Ricreativo Day Care”, alla Fondazione Cariplo e alla cooperativa La Bonne Semence.

In occasione del debutto sono stati organizzati due giorni di apertura al pubblico.

Sabato 21 maggio

ore 16

inaugurazione di un’esposizione di cinque opere di Arte Irregolare allestite all’ingresso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico, in collaborazione con Associazione Tarcisio Merati, e visita guidata all’ex complesso ospedaliero a cura di Fondazione Bergamo nella Storia

ore 18.30

taglio del nastro e momento teatrale con Ivan Criscuolo

a seguire

buffet a cura de “La Magnolia catering” di Namasté cooperativa sociale.

Domenica 22 maggio

dalle ore 11

visita guidata all’ex complesso ospedaliero a cura di Fondazione Bergamo nella Storia

prosegue sino alle ore 13

l’esposizione di Arte Irregolare allestita all’ingresso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico.


Aiuti alla clownterapia, anche Bergamo indossa il naso rosso

giornata naso rossoC’è anche piazza Matteotti, a Bergamo, tra le 56 piazze italiane che domenica 15 maggio indosseranno il naso rosso per la Giornata nazionale organizzata dall’associazione Vip Italia Onlus, che riunisce 4.000 volontari clown impegnati in ospedali e strutture socio-sanitarie di tutto il Paese.

L’appuntamento in città, che è patrocinato anche dall’Ascom e sostenuto da 50&Più Fenacom, sarà dalle 9 alle 19 con i claun di Dutur Claun Vip Bergamo Onlus che testimonieranno in prima persona i valori della Federazione ViviamoInPositivo, raccoglieranno fondi per sostenere i progetti di Vip Italia e sensibilizzeranno l’opinione pubblica alle attività dei clown di corsia.

I nasi rossi di Bergamo sono pronti ad accogliere tutti, grandi e piccini, con attività speciali: palloncini, bolle di sapone, distribuzione di pensieri positivi, balli, magie e tanto altro, per far vivere a tutti una giornata positiva e ricca di sorrisi. In caso di maltempo, la manifestazione verrà spostata a domenica 29 maggio.

«Un appuntamento immancabile per tutti coloro che desiderano conoscere da vicino la realtà del volontariato clown in corsia: la giornata è pensata proprio per incontrare adulti che desiderano aderire all’associazione e ringraziare le persone che ci sostengono economicamente nella realizzazione dei progetti nazionali – dichiara Barbara Ciaranfi, Clown Boop e presidente di Vip Italia Onlus –. Attraverso il servizio e la presenza dei volontari clown Vip che settimanalmente fanno visita ai ricoverati, tocchiamo con mano il beneficio che ridere e scherzare suscita nei pazienti di ogni età e nelle loro famiglie».

La Giornata del Naso Rosso (GNR) nasce nel 2005 come giornata nazionale di sensibilizzazione e raccolta fondi a favore dei Progetti di ViviamoInPositivo Italia Onlus, associazione presente non solo in oltre 200 strutture sociosanitarie, ospedali e case di riposo in Italia ma anche nei Paesi in via di sviluppo per l’attuazione di progetti di “animazione educativa” con i valori della Clownterapia e del Circo Sociale. In scuole, orfanotrofi, ospedali, strutture per disabili fisici e psichici e quartieri in situazioni di disagio, i clown di Vip Italia agiscono al fine di donare speranza e gioia a chi vive in contesti sociali di povertà ed emarginazione.

L’associazione Dutur Claun Vip Bergamo, invece, nasce ufficialmente nel 2002 dall’idea di sette soci avvicinatisi alla realtà della clownterapia. L’Associazione è stata fra i soci fondatori nel 2003 della Federazione VIP (ViviamoInPositivo) Italia Onlus, di cui fa tutt’ora parte e della quale condivide valori ed obiettivi. Oggi l’Associazione è composta da circa 100 soci (ordinari e sostenitori). I primi prestano la propria opera di volontariato in strutture ospedaliere, residenze sanitarie assistenziali e strutture per disabili, cercando di portare un sorriso dove è presente un disagio sociale o fisico. Attualmente, i Dutur Claun prestano servizio all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e negli ospedali di Alzano Lombardo, Treviglio e Crema, oltre che nelle case di riposo Santa Maria Ausiliatrice a Bergamo, Fondazione Martino Zanchi ad Alzano Lombardo, Casa di riposo a Nembro e alla Fondazione P. Piccinelli a Scanzorosciate.

Riconoscere i volontari clown Vip è semplice: indossano il camice con la scritta ViviamoInPositivo sulla schiena, colletto rosso, maniche a righe bianche/gialle e bianche/verdi e sono muniti di tesserino identificativo per la GNR2016.

La locandina e un simpatico gioco!


Cannabis terapeutica, la Lombardia accoglie la proposta di legge

Con voto unanime, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, presieduto da Raffaele Cattaneo, nella seduta dell’8 febbraio ha dichiarato ammissibile la proposta di legge regionale di iniziativa popolare che mira a introdurre nuove disposizioni in materia di farmaci cannabinoidi (Testo Unico Sanità n.33 del 2009).

Riscontrata la sussistenza dei requisiti di legge, l’Ufficio di Presidenza ha assunto questa decisione a seguito del deposito formale della proposta di legge, avvenuto lo scorso 28 gennaio: la documentazione è corredata da 6.032 firme riconosciute valide. Entro dieci giorni il testo sarà trasmesso alla Commissione consiliare “Sanità e assistenza” perché possa essere esaminato e discusso: entro tre mesi la proposta di legge dovrà quindi essere iscritta all’ordine del giorno del Consiglio regionale.

La proposta di legge si propone di estendere l’utilizzo della cannabis terapeutica, attualmente in Lombardia possibile solo in ambito ospedaliero, anche a livello domestico.


Fumo, dal 2 febbraio la stretta. Mangili (Fit): «I pacchetti shock? Favoriranno il mercato illegale»

La nuova stretta sul fumo è cominciata. L’Italia ha infatti recepito la Direttiva europea sui prodotti del tabacco (D. Lgs n. 6 del 12 gennaio 2016), che entrerà in vigore martedì 2 febbraio con novità immediate, da un lato, e fissando, dall’altro, le tappe per l’introduzione dei nuovi pacchetti, rivoluzionati nelle confezioni (per l’obbligo di riportare immagini scioccanti sui danni del fumo) e pure con qualche regola in più sul contenuto.

Andiamo con ordine. Dal 2 febbraio scatta il divieto di fumo in auto in presenza di minori o di donne incinte e all’esterno degli ospedali. Il divieto di vendita ai minori si estende, inoltre, alle sigarette elettroniche, alle ricariche con contenuto di nicotina e ai “prodotti del tabacco di nuova generazione” (ad esempio la sigaretta senza fumo annunciata dalla Philip Morris). Si inaspriscono anche le sanzioni ai tabaccai per la vendita ai minori (da 500 a 3mila euro per la prima violazione con la sospensione per 15 giorni della licenza, che sarà revocata in caso di reiterazione, con un’ammenda da mille a 8mila euro).

Un provvedimento, quest’ultimo, fortemente avversato dalla Fit, la Federazione dei tabaccai che, pur condividendo la necessità di rispettare rigorosamente la norma, giudica le sanzioni – già ridimensionate anche grazie al proprio intervento (inizialmente la sospensione della licenza prevista era di tre mesi) -, ancora eccessive e annuncia iniziative di carattere legale, a livello nazionale ed europeo, per introdurre reali criteri di proporzionalità e progressività.

Nel frattempo ci si prepara ad accogliere i pacchetti con immagini shock a colori, ad esempio di persone in ospedale a causa del fumo e di organi malati, accompagnate da avvertenze sulla salute (il decreto acclude un catalogo di immagini e testi), e dal numero verde al quale rivolgersi per smettere di fumare. La normativa prevede che fotografie e scritte coprano il 65% del fronte e del retro di ciascuna confezione, mentre oggi le scritte con contorno nero occupano il 30-40% del pacchetto. Quanto ai prodotti, non ci saranno più sigarette aromatizzate, percepite dai consumatori come meno dannose per la salute, né sarà possibile l’impiego di vitamine e additivi come caffeina e taurina. Si dice addio anche ai pacchetti da 10 pezzi, che si considera favoriscano l’approccio al fumo dei giovani, mentre le buste di tabacco da arrotolare non dovranno contenere meno di 30 grammi di prodotto.

Le nuove confezioni cominceranno a circolare dal prossimo 20 maggio, mentre i “vecchi” pacchetti non potranno più essere immessi sul mercato dopo il 20 maggio 2017. Per consentire una gestione corretta delle scorte e fare in modo che i rivenditori non si ritrovino con giacenze invendibili, la Fit ha concordato con la filiera che gli ultimi prodotti non conformi possano essere consegnati dai depositi fiscali alle tabaccherie il 20 ottobre 2016 e la possibilità per i tabaccai di restituire le eventuali giacenze non a norma dopo il 20 maggio 2017. Solo sigari e tabacco per pipa potranno essere consegnati dai depositi fiscali dopo il 20 ottobre.

Luca Mangili ritQuali effetti potranno avere sul mercato i nuovi pacchetti? Il presidente provinciale della Fit, Luca Mangili, teme che possano soprattutto incentivare quello illegale. «È già un fenomeno preoccupante, anche a Bergamo – spiega -, in particolare di prodotti provenienti dall’Est Europa, e credo che le nuove confezioni non faranno che spingere la ricerca di prodotti al di fuori dei canali autorizzati di distribuzione». Mentre è scettico sul fatto che le nuove immagini portino ad una riduzione del fumo. «Una quindicina di anni fa – ricorda –, quando furono introdotti i pacchetti con le scritte sui danni del fumo, c’è stata qualche reazione iniziale da parte dei consumatori, ma oggi non credo che nessuno ci faccia più caso. Probabilmente accadrà lo stesso con le immagini “orripilanti”, come del resto mi sembra sia avvenuto nei Paesi dove sono già in circolazione (ad esempio Inghilterra e Australia ndr.)».

«L’impatto più grande lo avranno probabilmente le multinazionali produttrici di sigarette, che vedranno ridursi lo spazio a disposizione per il proprio marchio e per tutti quegli elementi che caratterizzano l’immagine – fa notare Mangili -. Oltre ai costi non indifferenti per l’adeguamento, vedranno limitarsi significativamente le possibilità di fare marketing, che è fondamentale in questo settore e conta quasi più del gusto e della qualità delle sigarette stesse».

Quanto all’abolizione del pacchetto da 10, «mi sembra un po’ ridicolo – commenta -, i ragazzi non smetteranno di comprare sigarette, semmai prederanno il pacchetto da 20 e lo divideranno».

Se queste sono le novità, occorre ricordare che la categoria ha anche “sventato” l’ipotesi di una standardizzazione dei pacchetti e rigide modalità di esposizione, con i prodotti nascosti dietro ad una serranda e nuovi distributori automatici. La Federazione ha anche bloccato l’obbligatorietà di una verifica annuale dei distributori automatici, con probabili oneri a carico dei gestori. La norma ora approvata stabilisce, anziché l’obbligo, la possibilità di un controllo da parte dei funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli al momento dell’installazione e successivamente.


Asst-Papa Giovanni, una squadra di 4.600 dipendenti

«Gioco di squadra, ascolto e concretezza». Con queste parole Carlo Nicora, direttore della nuova Asst-Azienda socio sanitaria territoriale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha presentato il nuovo corso dell’azienda pubblica. Con la riforma regionale, dal primo gennaio l’ospedale di Bergamo ha incluso l’ospedale di San Giovanni Bianco e molti servizi prima di competenza dell’ex Asl di Bergamo: gli ex distretti Asl di Bergamo, della Valle Brembana e Valle Imagna, il Sert, il Centro per il bambino e la famiglia e i consultori familiari di Bergamo, Villa d’Almè e Sant’Omobono Terme.

Il personale è così cresciuto di numero. La neonata Asst sfodera una squadra di oltre 4.600 dipendenti, tra cui 700 medici, 84 dirigenti sanitari, 21 dirigenti tecnici e amministrativi; 2.391 sanitari, 704 tecnici, 415 amministrativi, che si occuperanno anche dei servizi territoriali. I comuni “coperti” sono 64, per un totale di 249mila abitanti.

A capo di questo team ci sarà una nuova direzione strategica guidata dal direttore generale Nicora e composta da Fabio Pezzoli, direttore sanitario, 60 anni, bergamasco, già direttore medico di presidio dei Riuniti prima e del Papa Giovanni poi; Vincenzo Petronella, 49 anni, milanese, direttore amministrativo e Donatella Vasaturo, 53 anni, milanese, direttore socio sanitario, con alle spalle vent’anni di esperienza nella gestione e organizzazione di residenze socio assistenziali.

Nei prossimi mesi l’azienda sarà impegnata a far propri i servizi prima di competenza dell’Asl, ma anche a creare nuovi modelli organizzativi per il territorio e i cittadini. Il neodirettore ha rassicurato i cittadini che non cambierà nulla in termini di servizi e prestazioni e ha annunciato la volontà di puntare sul lavoro di squadra, anche con le altre Asst del territorio. E c’è  la possibilità che il Papa Giovanni possa svolgere un ruolo di coordinamento. Entro febbraio sarà presentato il bilancio di previsione, a giugno il piano organizzativo.

CHI SONO I NUOVI MANAGER

FABIO PEZZOLI – Direttore Sanitario

60 anni, bergamasco, direttore medico di presidio dei Riuniti prima e del PG23 poi. Laureato in Medicina e chirurgia e specializzatosi in Statistica e organizzazione sanitaria a Pavia, ha seguito fin dalle origini l’organizzazione del nuovo ospedale dal punto di vista igienico e sanitario come responsabile della USS Ospedale Giovanni XXIII. Da sempre impegnato nel sociale, ha fondato la sezione di Bergamo del Tribunale per i diritti del malato.

VINCENZO PETRONELLA – Direttore Amministrativo

49 anni, milanese, dal 2015 direttore della struttura complessa Amministrazione Finanza e Controllo del Papa Giovanni XXIII. In precedenza ha lavorato nel settore economico finanziario della Direzione generale Salute in Regione Lombardia, affinando competenze ed esperienza nell’ambito della programmazione e controllo degli aspetti economici e finanziari. Ha iniziato la sua carriera come consulente dell’organizzazione per varie Aziende ospedaliere e territoriali in diverse regioni.

DONATELLA VASATURO Direttore Socio Sanitario (DSS)

53 anni, milanese di origini salernitane, ha maturato una ventennale esperienza nella gestione e organizzazione di Residenze socio assistenziali (RSA), Assistenza domiciliare integrata (ADI), collegamento ospedale-territorio per l’assistenza post acuzie e la riabilitazione, Risorse umane, sistemi di qualità internazionali (Joint Commission International). Dopo la Laurea magistrale in Scienze infermieristiche, ha conseguito un Master a Bruxelles in Europrogettazione.


Oli essenziali, Bergamo in prima fila nella ricerca scientifica

Non hanno solo il pregio di profumare l’ambiente o regalare qualche coccola al corpo. Gli Oli Essenziali hanno anche provate proprietà preventive e curative, frontiera quanto mai interessante di fronte alle vecchie e nuove sfide della medicina (ma anche ai problemi di budget della Sanità!).

Lo sanno bene Fabrizio Gelmini, tossicologo dell’Università di Milano, e Cristian Testa, medico naturopata specializzato in microbiologia, che hanno dato vita sui Colli di Bergamo ad una produzione biologica di erbe e piante aromatiche e ad un laboratorio autorizzato per essiccarle, ricavando tisane, ed estrarle per realizzare Tinture Madri e Oli Essenziali. Prodotti, questi ultimi, che rappresentano un’assoluta novità in Bergamasca e che vanno ad aggiungersi all’ancora scarno panorama nazionale, fatto di poche produzioni, presenti soprattutto in Toscana e poi in Sicilia e Sardegna.

L’attività è partita da un anno e mezzo nell’azienda agricola Le Sorgenti, che si estende su una superficie di 13 ettari nel Parco dei Colli, sotto San Vigilio, e che da circa vent’anni produce vino Valcalepio. «All’interno di questa realtà – spiega Gelmini – ci siamo trasferiti a vivere ed abbiamo preso in affitto tre ettari di terreno già adatto per la coltivazione biologica e realizzato il laboratorio. Gli alberi, come cipressi, abeti, pini, thuja, c’erano già; abbiamo piantato gli arbusti (lavande, timi, melisse, mente, salvie, origano, alloro, camomilla, calendula) ed oggi abbiamo a disposizione circa 25 specie. Si tratta di piante tipiche o che comunque qui crescono bene e rappresentano una coltura che va, in un certo senso, ad arricchire il “paniere” delle produzioni agricole del Parco dei Colli».

A caratterizzare il progetto è l’approccio scientifico. Gelmini e Testa si occupano di ricerca fitoterapica ed hanno all’attivo pubblicazioni scientifiche internazionali con i risultati derivati dall’utilizzo degli oli essenziali nel trattamento di patologie umane e nella sanificazione degli ambienti.

Come mai avete scelto diventare produttori di erbe ed estratti?

«Perché ne conosciamo l’efficacia e crediamo che questo settore possa svilupparsi – spiega Gelmini -, ma ha anche bisogno di produzioni garantite in tutte le loro fasi. In laboratorio mi occupo anche di controlli di qualità di prodotti naturali e purtroppo spesso ci accorgiamo che il contenuto in principi attivi dei prodotti in vendita non corrisponde a quanto dichiarato in etichetta, perché magari non è stato rispettato il tempo balsamico o la specie botanica esatta, o semplicemente perché le aziende non eseguono i necessari controlli. Questo non è un approccio corretto alla fitoterapia».

Con voi il mondo delle erbe esce dal recinto delle tradizioni o delle tendenze variamente “naturali” e si sposa con il rigore del metodo scientifico.

«L’approccio è lo stesso della farmaceutica di sintesi, non è in opposizione, si ragiona in termini di molecole, efficacia e valutazione degli effetti collaterali, che con gli oli essenziali, in pratica, non ci sono».

azienda agricola le sorgenti - scaffaliAllora gli oli essenziali funzionano…

«La comunità scientifica in Italia ha cominciato ad occuparsene da una quindicina di anni, di strada da fare ce n’è ma è un movimento che è ormai partito. All’interno della medicina ufficiale è riconosciuta la branca delle Cam, Complementary and alternative medicine, mentre quattro anni fa è nata la Società Italiana per la Ricerca sugli Oli Essenziali, di cui sono il referente regionale. Il mondo della ricerca se ne sta occupando, è la classe medica che non è preparata ma credo che con il tempo, diciamo una ventina d’anni, anche da noi sarà come in Germania e Austria, in cui le persone possono decidere se rivolgersi al medico o al naturopata».

Come si usano e che proprietà hanno gli oli essenziali?

«Si utilizzano in diffusione e per i massaggi, mentre l’ingestione va sempre effettuata sotto controllo medico. Hanno potere antibatterico e antivirale, sono antiossidanti e antiradicalici oltre che aromaterapici».

Quali sono i casi più interessanti in cui sono efficaci?

prodotti - aziedna agricola le sorgenti«Studi clinici hanno dimostrato l’efficacia nel trattamento dell’emicrania con l’aromaterapia a base di lavanda, ad esempio. La ricerca si sta anche occupando delle salvie, che ritarderebbero lo sviluppo della demenza nell’Alzheimer, mentre un altro uso interessante è nella “cura” degli ambienti, importante contro l’allarme delle infezioni ospedaliere e lo sviluppo della resistenza batterica. Alla Fondazione Cacciamatta di Iseo, una residenza socio assistenziale, abbiamo ottenuto in un mese la completa igienizzazione delle stanze con la semplice diffusione di una miscela di nostra formulazione di oli essenziali (3 gocce a notte) e contemporaneamente la riduzione impressionante della somministrazione di farmaci agli ospiti, perché curando gli ambienti si possono anche curare le persone».

Ora che si annuncia l’arrivo dell’influenza ci si può, quindi, proteggere con le erbe?

«Ci sono tinture madri con effetti immunostimolanti e si può trattare l’ambiente con oli essenziali, usati singolarmente o in miscela, come alloro, menta, eucalipto e timo».

Insomma, qualche boccetta di olio essenziale potrebbe entrare tranquillamente nell’armadietto delle “medicine” di casa. Quale può essere la dotazione minima?

«Gli oli essenziali non sono farmaci, sono classificati come integratori alimentari. Precisato questo, direi che con quattro tipologie di oli – lavanda angustifolia, timo, eucalipto e menta – si può risolvere l’80% dei malanni invernali semplici, anche usati in diffusione: la lavanda è un buon sedativo ed analgesico, mentre menta ed eucalipto agiscono sulle vie respiratorie. Timo ed eucalipto hanno poi un’attività igienizzante ed antinfiammatoria e si possono utilizzare nei massaggi per le contratture muscolari. E il bello è che sono tutte piante che crescono da noi, a chilometro zero!».

Come distribuite i vostri prodotti?

«Si possono trovare in alcuni punti vendita a Bergamo oppure acquistare direttamente da noi in azienda o farseli spedire. Organizziamo anche corsi di formazione e visite alle distillazioni. Oltre agli oli e alle tinture madri è interessante la gamma delle tisane e degli aromi da utilizzare in cucina, scegliendo la provenienza locale».

L’azienda è giovanissima, avete già in mente qualche sviluppo?

«In effetti sì. Nel nuovo anno abbiamo intenzione di piantare una decina di eucalipti, che pur non essendo tipici delle nostre zone possono crescere bene, e un agrumeto con una ventina di limoni e altrettanti aranci. Installeremo anche un nuovo estrattore, da 200 litri. Siamo partiti da poco ma l’attività sta andando bene e questo ci conforta. Confesso che il mio sogno è creare una piccola Provenza al di qua delle Alpi. Le caratteristiche ambientali sono simili e le potenzialità di crescita del settore ci sono. E poi, piantare alberi e arbusti non può che fare bene al territorio e all’ambiente».