Bar e ristoranti, un software tiene d’occhio gli allergeni

agenda degli allergeni - ascom bergamo

L’informazione sugli allergeni presenti nei piatti e nei prodotti non confezionati serviti al bar e al ristorante va verso una più precisa regolamentazione. L’obbligo di indicare ai consumatori la presenza di uno o più ingredienti responsabili di allergie alimentari – tra i 14 indicati dall’Unione Europea – è già previsto in Italia dal dicembre 2014, con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 1169/2011. Ma ci sono novità. Lo scorso 15 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di Decreto che definisce le disposizioni applicative e le sanzioni su tutto il tema dell’etichettatura. Al termine dell’iter arriveranno perciò indicazioni più stringenti su come realizzare l’informativa e potranno partire i controlli su come si comunicano gli allergeni nel piatto.

Lo schema è all’esame delle Camere e della Conferenza Stato-Regioni perché esprimano il parere previsto. Le disposizioni di maggior interesse per bar e ristoranti riguardano l’obbligo di indicare gli allergeni sul menù, su un apposito registro o con altra modalità, a patto che le informazioni siano sempre supportate da una precisa documentazione scritta facilmente reperibile dai consumatori e dalle autorità di controllo. La sanzione prevista per la mancata indicazione degli allergeni nei prodotti somministrati va da 3mila a 24mila euro, con possibilità di importi dimezzati per le microimprese. Per gastronomie, gelaterie, pasticcerie e panetterie, invece, è confermata la disciplina del cartello con l’indicazione di tutti gli ingredienti, ma è previsto l’obbligo di indicare gli allergeni in riferimento al singolo prodotto, di conseguenza sarà impossibile utilizzare il “cartello unico”.

La normativa spinge dunque verso un’informazione più puntuale nei confronti dei clienti e su una documentazione scritta. Un appesantimento di carte e burocrazia? Qualcuno sostiene di sì, soprattutto chi cucina seguendo le proposte giornaliere del mercato. Poiché però si sta parlando della salute dei clienti e della loro possibilità di scegliere con tranquillità un piatto o uno snack, il tema non va sottovalutato. Senza contare che la gestione degli allergeni può anche diventare un’occasione per analizzare meglio la propria proposta (e magari basterà variare qualche ricetta perché anche chi è allergico possa trovare maggiore scelta) e rendere più consapevole tutto il personale di ciò che si serve.

pubblicità allergeni AscomIn questo, gli strumenti informatici danno una mano e non è necessario nemmeno cercare chissà dove. L’Ascom di Bergamo, infatti, mette sin da ora a disposizione degli esercenti un software che permette di tenere sotto controllo la presenza di allergeni. «Nel manuale di autocontrollo Haccp sono già comprese le procedure specifiche per la somministrazione di alimenti e bevande alle persone con allergie e intolleranze – precisa Andrea Comotti, responsabile dell’Area Gestionale dell’Associazione –, insieme al cartello in più lingue che invita i clienti a segnalare le proprie necessità alimentari, da esporre nel locale o inserire nei menù. Questo permette ad oggi di essere in regola, ma si può anche fare un salto di qualità, a maggior ragione considerando che la normativa va verso una formalizzazione e che la platea delle persone intolleranti e allergiche si sta ampliando».

L’Ascom propone l’accesso ad un programma per la gestione degli allergeni facile da utilizzare e da aggiornare, in grado di elaborare due tipi di documenti. «Occorre inserire gli ingredienti di ogni piatto – spiega Comotti -, dopodiché si potranno stampare, personalizzati, sia il Libro delle ricette, che evidenzia automaticamente per ogni piatto se e quali allergeni sono presenti e che risponde alla previsione del Decreto di una da una precisa documentazione scritta a disposizione dei consumatori che lo richiedono e delle autorità di controllo, sia una più snella Agenda degli allergeni organizzata secondo le 14 famiglie di prodotti che provocano allergie o intolleranze. Sotto il simbolo dei cereali contenenti glutine saranno riuniti tutti i piatti del locale che li prevedono e così per ogni categoria. In questo modo il cliente riconosce in fretta quali portate può o non può ordinare. Ma anche il ristoratore avrà un rapido colpo d’occhio sulla presenza complessiva di allergeni nel suo menù e fare le debite considerazioni su quanto la sua proposta sia o non sia a prova di intolleranze e allergie».

Le 14 famiglie di ingredienti che vanno segnalate

In base al Regolamento UE 1169/2011, soltanto 14 sostanze su 120 descritte come responsabili di allergie devono essere obbligatoriamente segnalate come allergeni.

Li ricordiamo: cereali contenenti glutine, cioè grano, segale, orzo, avena, farro, kamut o i loro ceppi ibridati e prodotti derivati; crostacei e prodotti a base di crostacei; uova e prodotti a base di uova; pesce e prodotti a base di pesce; arachidi e prodotti a base di arachidi; soia e prodotti a base di soia; latte e prodotti a base di latte; frutta a guscio; sedano e prodotti a base di sedano; senape e prodotti a base di senape; semi di sesamo e prodotti a base di semi di sesamo; anidride solforosa e solfiti; lupini e prodotti a base di lupini; molluschi e prodotti a base di molluschi.

Per informazioni

Ascom Area Gestionale

via Borgo Palazzo 137 – Bergamo
tel. 035 4120181-129 – gestionale@ascombg.it


Clicca il Neo, la app bergamasca contro i melanomi fa centro

Clicca il neoLa app bergamasca che aiuta nella diagnosi precoce dei melanomi funziona. Mercoledì 8 novembre il convegno “Melanoma: prevenzione e diagnosi precoce… con un click” traccerà un bilancio dell’innovativo progetto “Clicca il Neo” realizzato dall’Ats di Bergamo, in collaborazione con il Centro Studi Gised e l’Usc Dermatologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Il sistema permette di realizzare un auto esame della pelle semplicemente scaricando l’applicazione sul proprio smartphone, scattando una foto di macchie o lesioni sospette e inviando l’immagine direttamente all’esperto che nel più breve tempo possibile invierà la risposta. Sinora sono state inviate 2.271 immagini di cui 1.142 provenienti dalla provincia di Bergamo.

Per documentare l’affidabilità e utilità di Clicca il Neo sono stati avviati due programmi di valutazione.

In un primo programma esteso alla provincia, 232 soggetti (55% donne, età media 43 anni) che hanno inviato immagini sono stati invitati a sottoporsi ad una visita dermatologica. Il sistema di valutazione ha consentito di identificare, in tale studio, 56 lesioni sospette (24%) che, in 14 casi, sono state confermate nelle successive visite specialistiche, comprendendo 6 (2,6%) melanomi (MM), 2 (0,9%) carcinomi basocellulari o basaliomi (BCC) e 6 nevi con caratteristiche atipiche.

Le altre lesioni fotografate nei 232 soggetti sono state riconosciute come non sospette. L’accuratezza nella valutazione online delle lesioni identificate dai soggetti rispetto alla visita è stata dell’81%, con una sensibilità del 93% e una specificità del 80%. Tutte le lesioni di tipo maligno sono state correttamente identificate come sospette attraverso l’app.

Un secondo studio di validazione, tuttora in corso, coinvolge – su base volontaria – tutti i dipendenti della Ats di Bergamo. Tra ottobre 2016 e marzo 2017 sono stati valutati 461 soggetti(età media 50 anni, 61% femmine). Il 4% dei soggetti ha riportato una storia di tumori cutanei (0,2% per melanomi), mentre il 12% una storia familiare (5% per melanomi, 7% per altri tumori cutanei). Complessivamente, alla prima visita, in 70 soggetti (15%) sono state individuate una o più lesioni cutanee rilevanti. E per 2 soggetti (0,4%) è stato diagnosticato un possibile melanoma. Le principali sedi interessate dalle lesioni sono state tronco (41%), viso e collo (20%) e gli arti superiori e inferiori (29%).

«I dati confermano l’importanza di una diagnosi precoce da attuarsi anche con sistemi di telemedicina come Clicca il Neo, utile per ridurre i tempi di diagnosi e i costi a essi associati. Uno strumento di tele-dermatologia, basato sull’invio di immagini di lesioni pigmentarie da parte dei cittadini opportunamente sensibilizzati e sulla successiva valutazione da parte di un team di dermatologi, infatti, può identificare con una buona accuratezza le lesioni sospette, escludendo lesioni non sospette, potenzialmente riducendo e ottimizzando i tempi di attesa per una visita specialistica, dunque, migliorando gli esiti sanitari. Anche il gradimento complessivo del servizio, in media di 9,5 punti su una scala di 10, dimostra l’efficacia del sistema», dichiara Luigi Naldi, direttore del Dipartimento di Dermatologia della AULSS8 Berica, Ospedale San Bortolo (Vicenza) e Direttore del Centro Studi Gised (Bergamo).

«Il melanoma è di fatto l’unica causa di morte per tumore della pelle nei soggetti di età inferiore a 50 anni ed è pertanto fondamentale intervenire precocemente. Clicca il Neo è uno strumento utile che può aiutarci nell’identificazione delle malattie cutanee ma anche nella diffusione di buone pratiche preventive e nell’aumento della consapevolezza tra i cittadini. Il principale fattore di rischio per il melanoma cutaneo è l’esposizione eccessiva alla luce ultravioletta, principalmente rappresentata dai raggi del sole, specie nei bambini e nei soggetti giovani: ancora oggi, una porzione consistente della popolazione ignora che la troppa esposizione al sole è potenzialmente pericolosa e che basterebbe adottare alcuni semplici comportamenti per ridurre il rischio di sviluppare tumori della pelle. A ciò si aggiunge l’esigenza di controllare periodicamente l’aspetto della propria pelle sia autonomamente guardandosi allo specchio e facendosi guardare da un familiare nei punti non raggiungibili col proprio sguardo sia, eventualmente, consultando il proprio medico di fiducia. Buone pratiche che con Clicca il Neo possiamo facilitare e rendere sempre più diffuse tra la popolazione, contribuendo alla salute delle persone» ha anticipato Mara Azzi, direttore generale Ats Bergamo.

Il melanoma rappresenta una delle cause principali di morte da tumore, con un’incidenza crescente di anno in anno. In provincia di Bergamo, sulla base dei dati del Registro Tumori dell’Ats di Bergamo, l’incidenza del melanoma è di circa 14 casi per 100.000 abitanti per anno, ovvero di 150 nuovi melanomi diagnosticati ogni anno.

 


I bambini bergamaschi e internet, primo accesso a 7 anni e mezzo

Il 98% degli studenti tra i 15 e i 19 anni della provincia di Bergamo, senza differenza di genere e classi di età, si è connesso a internet nel corso dell’anno: il 18% per meno di un’ora al giorno, il 54% da 1 a 5 ore, il 14% è rimasto connesso per tutto il giorno. E il 6,9% ha avuto un utilizzo di Internet definibile “a rischio”. Sono questi alcuni dei dati emersi dall’indagine Espad realizzata sulla popolazione studentesca della provincia di Bergamo dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con l’Osservatorio Dipendenze di Ats Bergamo.

Per rilevare il grado di rischio associato all’uso di Internet è stato utilizzato il test Short Problematic Internet Use Test (Spiut), un questionario di screening specifico per adolescenti, validato a livello nazionale, dal quale è emerso che per il 7,1% degli studenti della provincia di Bergamo che durante l’anno si sono collegati on-line l’utilizzo di Internet è definibile “a rischio” (M=6,4%; F=8,0%), quota che corrisponde al 6,9% di tutti gli studenti della provincia.

«Lo studio ci ha consentito di rilevare anche che la quota di studenti con profilo a rischio tende ad aumentare in corrispondenza delle ore trascorse a fare attività on-line – spiega la dottoressa Elvira Beato, assistente sociale specialista, responsabile dell’Osservatorio delle Dipendenze Ats Bergamo –. È emerso infatti che è a rischio il 30% di chi giornalmente naviga su internet per più di 6 ore, contro il 2% di chi è collegato circa per 1 o 2 ore. Numeri inequivocabili che ci impongono una particolare attenzione proprio alle fasce adolescenziali e dei giovani adulti, sicuramente più sensibili e più esposte al rischio».

Le attività che gli adolescenti svolgono su Internet

Secondo l’indagine, il 93% di chi si è connesso durante l’anno ha usato Internet in un giorno infrasettimanale qualsiasi lo ha fatto per chattare e/o partecipare ai social network, l’84% per leggere quotidiani, il 78% per scaricare film o musica e il 37% per accedere a siti specificatamente rivolti ad adulti (il 37% anche tra i soli minorenni). In quest’ultimo caso sono soprattutto i maschi ad aver adottato tali comportamenti. In particole: il 14% degli studenti italiani si dedica a giochi di abilità (come Texas Hold’em o Sudoku) e il 33% a giochi di ruolo, in particolar modo i ragazzi e gli studenti minorenni.

Accesso sempre più precoce

bambine internet computer webUn quadro arricchito dai risultati dell’analisi condotta sempre sul territorio di Bergamo e provincia grazie alla collaborazione di più di 90 pediatri e dedicata all’analisi di un ampio campione pre-adolescenziale (più di 3.000 questionari nel 2016, primo anno della ricerca, e già circa 2.000 nell’anno in corso). «Dalle rilevazioni è emerso che l’uso di internet si sta progressivamente anticipando. Accade sempre più spesso – rivela il dottor Luigi Greco, pediatra di famiglia – che anche bambini molto piccoli navighino da soli. Se è vero però che i bambini tra gli 8 e i 10 anni sono più sorvegliati, è vero altrettanto che per questa fascia si ha una percezione del rischio minore. Viceversa, tra gli 11 e i 13 anni, c’è maggiore autonomia nella gestione delle connessioni, ma anche minore percezione del rischio. Dati che devono farci riflettere anche perché i pericoli a cui i nostri figli si espongono sono tantissimi.».

Nello specifico, il 97% degli intervistati afferma di avere dei dispositivi con cui accedere alla rete (il 72% addirittura attraverso uno smartphone personale) e l’83% dispone di questi strumenti tutti i giorni, con limitazioni di orario (il 60%) o senza (il 30%) in orari giornalieri mentre il 9% ne fa uso anche di notte. Solo nell’ultimo anno l’età media di primo utilizzo di un web device si è abbassata da 9 anni (2016) a 7 anni e mezzo (2017). Il 17% invia foto personali, il 4,4% chatta con sconosciuti e il 1,4% invia dati personali a sconosciuti; in generale gli strumenti informatici vengono utilizzati per navigare in Internet, scaricare musica, giochi, effettuare ricerche scolastiche, vedere filmati su YouTube e chattare sui social media. Dal 2016 al 2017 non ci sono grossi cambiamenti per quanto riguarda i dati sulla sorveglianza parentale: circa il 20% dei ragazzi non è controllato dai genitori mentre naviga.

«L’età della prima connessione è sempre più bassa. Per questo deve nascere in noi adulti una consapevolezza maggiore. A marzo 2018 avremo i dati complessivi – anticipa Alberto Zucchi, direttore del Servizio Epidemiologico di Ats Bergamo – e da qui potremo partire per sviluppare idonei sistemi di accompagnamento per i minori che navigano online. È inquietante pensare che ci siano così tanti bambini da soli dietro a uno schermo. E questo, senza contare che oltre ai rischi esterni, sono tante e purtroppo gravi le possibili ricadute sulla salute: dall’alterazione del sonno ai disturbi nella concentrazione alle interferenze della tecnologia nei rapporti interpersonali».

I rischi per la salute

Studi scientifici recenti (“The associations between sedentary behaviour and mental health among adolescents: a systematic review”, “Myopia, a growing health problem” e “Protective and risk factors for adolescent sleep: a meta-analytic review”) rilevano che l’iper connessione può avere serie ripercussioni sulla salute dei bambini e dei giovani adulti. Spiega il dottor Roberto Moretti, medico, responsabile  dell’unità promozione della salute Ats Bergamo: «L’impatto dell’uso di internet sugli stili di vita negli adolescenti, in particolare sulla sedentarietà e sul sonno è molto rilevante con conseguenze misurabili già dopo 2-3 ore di utilizzo. Pensiamo all’aumento della sedentarietà con la conseguente diminuzione degli anni di vita, ma anche all’esposizione alle cosiddette fake news che rischiano di innescare comportamenti sbagliati nell’accesso alle cure, nell’uso di farmaci o nell’adozione di particolari diete. Conseguenze a cui si aggiungono quelle legate alla vista. Senza contare che un’eccessiva esposizione al web, a prescindere dal device utilizzato, provoca una perdita di sonno. E dormendo meno di otto ore per notte le ripercussioni negative sulla salute possono essere importanti».

Le iniziative di prevenzione dell’Ats

Ats Bergamo rivolge la massima attenzione alla salute di bambini e adolescenti non solo analizzando caratteristiche e rilevanza ma anche attraverso azioni di prevenzione di comportamenti a rischio e le diverse forme di dipendenza nei loro differenti contesti di vita. A partire dagli interventi nelle scuole, dove da tempo Ats è impegnata in collaborazione con le tre Asst Orobiche e il Provveditorato agli Studi.

«Abbiamo diversi progetti attivi rivolti ai giovani bergamaschi, dal Life Skills Training program ad Unplugged rivolti alla scuola secondaria di secondo grado, a Giovani Spiriti, che interviene sui temi della guida, del gioco d’azzardo e delle nuove tecnologie. Quest’anno, inoltre, abbiamo lanciato una nuova sperimentazione regionale per l’adattamento del progetto Life SKills sulla scuola primaria che sta coinvolgendo l’Ic di Calcinate. Anche se non sempre intervengono sul tema specifico dell’utilizzo delle nuove tecnologie, tutti questi progetti hanno l’obiettivo di sviluppare le abilità di vita degli studenti (life skills) tra cui le capacità di comunicare con gli altri, di risolvere problemi, di resistere alle pressioni esterne e di dire di no; l’assertività e le capacità di resistenza sociale. Forniscono quindi agli studenti gli strumenti per gestire il meglio possibile le situazioni che la vita presenta loro e, proprio per questo motivo. hanno un effetto protettivo trasversale a numerosi comportamenti a rischio tipici della fase adolescenziale», commenta Luca Biffi, Psicologo, Responsabile UOS Prevenzione delle Dipendenze Ats.

Si lavora su immagine di sé e autostima

A questi progetti si aggiunge l’educazione tra pari (peer education) «che – come spiega Giuliana Rocca, medico, responsabile dell’Unità di prevenzione dei fattori di rischio comportamentali Ats Bergamo – è una metodologia che abbiamo importato dagli Stati Uniti e che stiamo sperimentando con le classi terze del liceo Don Milani (4 classi scientifico, 2 classi linguistico, 4 classi psicopedagogico). Gli studenti di queste 10 classi, dopo aver seguito un percorso formativo curato da Ats Bergamo, ora svolgono attività di promozione salute con gli studenti delle prime e anche con tutto l’Istituto. Alla sperimentazione in questi ultimi due anni ha aderito anche l’Istituto Betty Ambiveri. Inoltre da quest’anno scolastico il Comune di Treviglio ha attivato un intervento di peer education su due Istituti Superiori, nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro, in partnership e con la collaborazione di Ats e sta per essere un ulteriore progetto con una scuola di formazione professionale di Clusone».

Autostima-TAGGli argomenti scelti dagli studenti e poi affrontati vanno dall’immagine di sé all’autostima, come i pari influenzano l’immagine di sé, come nei social media viene percepita l’immagine di sé. Nell’ultimo anno scolastico i peer educatori del Liceo Don Milani hanno lavorato su immagine di sé e social media, producendo un decalogo di buon uso dei social media da pubblicare sul sito della scuola.

«I dati presentati oggi hanno dimostrato quanto grande sia il bisogno di fare attenzione all’età adolescenziale. Una fase difficile durante la quale si può essere più sensibili al richiamo di alcune dipendenze. Alcool, droghe ma anche distorsioni nell’uso di internet, appunto. Senza contare che, in quest’ultimo caso, non sappiamo ancora calcolare quanto possa essere grave l’impatto di tali comportamenti. Per questo abbiamo deciso di fare una riflessione specifica sull’uso della rete. A fronte di enormi potenzialità di internet, infatti, non possiamo non considerare i rischi di abuso soprattutto in adolescenza, già portati alla nostra attenzione da genitori e pediatri. Preoccupazioni fondate visto che diversi studi hanno evidenziato la maggior vulnerabilità degli adolescenti rispetto al rischio di abuso o di dipendenza da internet con possibili ripercussioni sui circuiti neuronali, sul modo di leggere, pensare, ricordare, organizzare le informazioni e sul modo di relazionarsi con gli altri, con una tendenza sempre maggiore all’isolamento», conclude la dottoressa Mara Azzi, direttore generale Ats Bergamo.


Staffetta per l’igiene delle mani, Bergamo a caccia del record

staffetta igiene maniDopo l’abbraccio delle mura e la cordata della Presolana, Bergamo vuole battere un altro record: quello della più lunga staffetta per l’igiene delle mani, un’iniziativa che aderisce alla campagna promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo tema nella prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria.

L’appuntamento è domenica primo ottobre al BergamoScienceCenter in viale Papa Giovanni XXIII o all’Infopoint di Bergamo Scienza in piazza della Libertà dalle 10 alle 18. Tutti sono chiamati a partecipare: dipendenti dell’Asst Papa Giovanni XXIII e delle strutture sanitarie pubbliche e private di Bergamo, studenti delle professioni sanitarie e di medicina, delle scuole secondarie di primo e secondo, cittadini.

Dai punti di ritrovo i partecipanti, dopo aver ritirato il kit evento, si disporranno in fila fino a raggiungere il punto di igienizzazione in Largo Gavazzeni di fronte al Teatro Donizetti. Qui riceveranno, come testimone da un altro partecipante, il dispenser con la soluzione alcolica per eseguire i 6 movimenti corretti di igienizzazione delle mani.

Il record da battere, realizzato dall’Università di Manipal in India il 16 ottobre 2016, è di 3.422 operatori sanitari.

L’iniziativa vuole ricordare che le Ios — Infezioni delle Organizzazioni Sanitarie — fanno più vittime della strada (nel 2014 in Europa ci sono stati 29.000 decessi per Ios rispetto ai 26.000 per incidenti stradali). Oltre il 25% delle Ios è causato da batteri MDR, cioè Batteri Multi-Resistenti agli antibiotici, un problema emergente e sempre più preoccupante.

La corretta igiene delle mani, con lo strofinamento alcolico nei giusti momenti e con gli adeguati movimenti, è in grado di ridurre le Ios anche del 50%. È perciò necessario diffondere un cambiamento culturale e promuovere la lotta alle infezioni correlate all’assistenza sanitaria. Oltre alla staffetta, BergamoScienza organizza la conferenza “Se lavarsi le mani può salvare una vita” con Didier Pittet, esperto di malattie infettive e promotore della Campagna Mondiale per l’Igiene delle Mani. L’incontro è in programma sabato 7 ottobre alle ore 17 a Teatro Donizetti.

come lavarsi correttamente le mani - guida illustrata

 

 

 


Giovani Ascom in aiuto ai bambini. Consegnati i fondi per la ricerca cardiologica

I Giovani Imprenditori Ascom hanno consegnato questo pomeriggio l’intero ricavato della serata benefica “Per un sorriso in più, facciamo della solidarietà un’arte”, organizzata venerdì scorso, 15 settembre, all’Accademia Carrara.

I proventi raccolti hanno permesso di devolvere alla onlus Azzurra 2mila euro che verranno impiegati per progetti di ricerca. «Il Gruppo, fin dalla sua costituzione, è vicino ai bambini in difficoltà e alle associazioni del territorio che li sostengono e aiutano. Il nostro impegno è quello di cercare di fare squadra e fare il tifo per i più piccoli che rappresentano il nostro futuro – dice il presidente del Gruppo under 40 Ascom Alessandro Capozzi -. Per questa nuova edizione, la 12esima, abbiamo scelto come charity l’Associazione Azzurra, una giovane onlus che si impegna per la cura e l’assistenza di bambini colpiti da gravi malformazioni congenite o sindromi genetiche rare. Teniamo a ringraziare l’Accademia Carrara e tutti coloro che con il proprio contributo ci hanno permesso di sostenere le loro attività».

Il ricavato della serata benefica contribuirà a finanziare un progetto di ricerca sulle cardiomiopatie, responsabili di morti improvvise, in collaborazione con l’azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII e con l’ospedale San Gerardo di Monza. «Ringraziamo Ascom e il Gruppo Giovani Imprenditori per la vicinanza e il sostegno – commenta il dottor Adib Salim, pediatra e cardiologo, presidente fondatore dell’Azzurra, che dal 1999 grazie ad un’equipe di medici offre gratuitamente interventi, consulenze e diagnosi a bimbi affetti da gravi malformazioni -. Continuiamo il nostro impegno per salvare, grazie a diagnosi precoci, piccole e meravigliose vite. La nostra ricerca si concentrerà in particolare sulle morti improvvise,  a partire dalla morte bianca o morte in culla che purtroppo ha ancora origini sconosciute. Dato che l’incidenza della morte improvvisa coinvolge anche giovani atleti mentre praticano attività sportiva, Azzurra prosegue il suo impegno nella formazione del personale impiegato nelle polisportive o in ambienti scolastici per imparare manovre di rianimazione tempestiva e l’utilizzo corretto del defibrillatore ».


Slot machine, ecco come e quando saranno “tagliate”

slot-machine-vincenteSulle slot machine Governo ed Enti locali sono decisi a dare una stretta, riducendo il numero degli apparecchi e introducendo una serie di misure che permettano un maggiore controllo.

Gli interventi sono due, il Decreto del ministero dell’Economia dello scorso 25 luglio (“Riduzione del numero di nulla osta degli apparecchi da divertimento e intrattenimento”) e l’Intesa raggiunta dalla Conferenza Unificata tra Stato, Regioni e Province lo scorso 7 settembre, prevista dalla Legge di Stabilità 2016, i cui contenuti dovranno essere tradotti dal ministero dell’Economia in un apposito decreto entro il prossimo 31 ottobre.

Con l’aiuto della Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio, riassumiamo le novità.

Decreto 25 luglio 2017 – “Riduzione del numero di nulla osta degli apparecchi da divertimento e intrattenimento”

Nella manovra correttiva del luglio scorso è stata prevista la riduzione su tutto il territorio nazionale degli apparecchi da gioco comma 6 A (le cosiddette  newslot o AWP) che sono gli unici installabili nei pubblici esercizi. Il processo è diviso in due fasi: entro il 31 dicembre 2017 la riduzione a 345.000 del numero complessivo dei nulla osta di esercizio; entro il 30 aprile 2018 la riduzione a 265.000 del numero complessivo dei nulla osta di esercizio.

«Il Decreto doveva definire le modalità con cui effettuare la riduzione prevista da parte dei concessionari, ma in realtà risulta carente sotto alcuni profili – spiega la Federazione -. In particolare viene ribadito che entro il 31 dicembre 2017 ogni concessionario deve provvedere alla riduzione del 15% del numero di nulla osta di cui risulta intestatario al 31/12/2016 ed entro il 30 aprile 2018 deve provvedere ad una ulteriore riduzione fino ad arrivare al 34,9% in meno, ma non viene indicato alcun criterio per operare tale riduzione, pertanto i concessionari potranno decidere secondo loro parametri in quali locali effettuare la riduzione ed in che modalità».

Viene previsto poi l’intervento dell’Agenzia dei Monopoli che, alla scadenza dei termini citati, provvederà al controllo del numero dei nulla osta ed alla revoca di quelli che risultassero in eccesso. Il concessionario dovrà tempestivamente provvedere al blocco degli apparecchi oggetto di revoca pena una sanzione di 10.000 euro.

Intesa siglata dalla Conferenza Unificata il 7 settembre 2017

L’Intesa è stata raggiunta dopo più di un anno di lavoro della Conferenza, coordinata sul tema dal Sottosegretario Baretta, e si prefigge diversi obiettivi:

  • ridurre l’offerta di gioco sia in termini di volumi che di punti vendita;
  • definire un sistema di regole relative alla distribuzione territoriale e temporale dei punti di gioco;
  • innalzare il livello qualitativo dei punti di gioco e la previsione di una concessione certificata delle licenze di gioco;
  • innalzare il livello dei controlli;
  • accentuare l’azione preventiva e di contrasto del gioco d’azzardo patologico (GAP);
  • completare l’intervento normativo e di modernizzazione del settore giochi;
  • assicurare un costante monitoraggio dell’applicazione della riforma.

In particolare, per quanto riguarda il primo obiettivo, è confermata la riduzione di più del 30% del numero degli apparecchi comma 6 A e sono previsti la sostituzione dei rimanenti vecchi apparecchi AWP con le AWPR collegate da remoto e il dimezzamento in tre anni del numero dei punti vendita di gioco pubblico. Per quanto riguarda i bar e simili, si passerà dagli attuali 56.000 a 30.000 locali autorizzati con uns diminuzione del 46,6%. A crescere saranno i “negozi” ovvero agenzie che hanno «come attività prevalente la vendita di prodotti di gioco pubblici», mentre scompariranno le sale giochi e gli esercizi secondari.

Ecco come cambierà la geografia dei punti gioco

tabella riduzione slot machine okRelativamente al secondo punto, le Regioni e gli Enti locali stabiliranno nei propri regolamenti i criteri per consentire una equilibrata distribuzione nel territorio dei punti di vendita di gioco, per evitare che si formino ampie aree nelle quali l’offerta di gioco pubblico sia o totalmente assente o eccessivamente concentrata.

Viene previsto inoltre il riconoscimento della facoltà degli Enti locali di stabilire delle fasce orarie per il gioco che possono arrivare fino a 6 ore complessive di interruzione quotidiana, fermo restando che l’orario di interruzione va stabilito per quanto più possibile in maniera omogenea sul territorio nazionale.

In merito all’innalzamento del livello qualitativo dei punti di gioco, si fa riferimento a standard di arredi interni e luci, corsi di formazione specifica, rispetto di limiti minimi di spazio e altri parametri per poter ottenere la certificazione necessaria ad ospitare l’offerta di gioco pubblico.

Sono inoltre previsti alcuni strumenti per favorire un controllo più strutturato ed efficace dei punti di gioco, mentre per quanto riguarda le azioni preventive contro il gioco d’azzardo patologico vengono evidenziati alcuni interventi tecnologici per la salvaguardia del giocatore (es. strumenti di autolimitazione di tempo e spesa, messaggi automatici con l’indicazione del tempo, abbassamento degli importi minimi di giocata, ecc.), nonché viene richiesta l’implementazione delle risorse finanziarie a disposizione e un maggior confronto con gli altri Paesi europei sul tema della pubblicità.

È prevista anche la realizzazione di una revisione dell’attuale disciplina dei Casinò. Infine, il monitoraggio dell’applicazione della riforma viene affidato all’Agenzia dei Monopoli che si avvarrà della Sogei per la parte tecnologica.

I contenuti dell’Intesa dovranno essere tradotti dal Ministero dell’Economia in un apposito decreto ministeriale entro il prossimo 31 ottobre.


Vaccini, incontro con gli asili nido per fare chiarezza

vaccinazione bimbaLe nuove norme in tema di vaccinazioni obbligatorie per bambini e ragazzi stanno scuotendo l’avvio del nuovo anno scolastico.

In particolare quello dei nidi e degli asili, che, in caso di mancanza di attestazione della somministrazione del vaccino, non possono ricevere l’iscrizione.

Per aiutare gli operatori a fare chiarezza su un tema tanto urgente quanto delicato l’Ascom di Bergamo segnala l’incontro che Assonidi organizza giovedì 7 settembre a Milano.

Si tratta di un seminario informativo aperto a tutti i gestori di asili nido, con la presenza di un legale che risponderà a tutte le richieste e ai dubbi in merito.

L’appuntamento è a partire dalle ore 17.30, all’Unione del Commercio di Corso Venezia (Sala Colucci).

Per informazioni e iscrizioni: segreteria.assonidi@unione.milano.it


Avanix, startup bergamasca alla conquista della Cina

1310 point dalmineIl Marco Polo Accelerator è il percorso di accelerazione di H-Farm, il “venture Incubator” che opera a livello nazionale ed internazionale per favorire la nascita di iniziative innovative che hanno  come fattore abilitante la rete internet. L’obiettivo del programma, realizzato in partnership con QWOS (brand che opera in Cina come intermediario di investimenti all’estero), di consentire ad almeno dieci startup innovative italiane di entrare, con il proprio business, in un mercato complesso come quello cinese, grazie all’investimento di fondi cinesi.

Si tratta di un’iniziativa realizzata nel quadro del programma Italia Startup Visa del Ministero dello Sviluppo Economico, che mira ad attrarre in Italia investimenti stranieri per finanziare il talento di startup italiane. Più di un milione e mezzo di euro di capitali cinesi sono in fase di raccolta per essere investiti nelle startup selezionate per partecipare al programma, ma entro l’autunno 2017 si punta a superare quota 2 milioni euro.

Le candidature arrivate in H-Farm sono state oltre 200, ma solo sei le startup selezionate: tra queste la bergamasca Avanix, startup innovativa che realizza dispositivi elettronici wireless e indossabili dotati di sensori, nata nel 2014 nell’ambito del progetto di Bergamo Sviluppo “Incubatore d’Impresa”. Alle sei startup (oltre ad Avanix, sono state selezionate anche Cryptolab, Easyrain, Patamu, Teeser e Pagita) il programma di accelerazione garantisce un sostegno fino a 200mila euro per ciascuna, di cui 120mila euro offerti da massimo due investitori cinesi (individuati
da QWOS) e 80mila euro offerti da H-Farm sotto forma di servizi (vitto, alloggio, spazi di lavoro, sessioni di mentorship, workshop tematici e supporto da parte di partner tecnici).

A ottobre, al termine del programma di accelerazione, le sei startup parteciperanno a Pechino alla Demo Night, una vetrina importante che permetterà loro di presentare la propria idea a una platea di investitori e business angel internazionali. L’obiettivo di tutte è espandere il proprio business nel mercato cinese.

Avanix progetta e sviluppa soluzioni elettroniche nell’ambito della salute, del benessere e della sicurezza. Tra i prodotti realizzati, OiX Care, sistema studiato per migliorare la gestione di pazienti affetti da Alzheimer da parte di familiari, badanti, medici o infermieri grazie all’utilizzo di sensori connessi alle reti; OiX Care Sensor, dispositivo indossabile per il paziente dotato di sistemi di
comunicazione e di sensori in grado di monitorare attività, postura, posizione e alcuni parametri vitali; e PaciBreath, ciuccio dotato di un piccolo circuito elettronico che attraverso una connessione Bluetooth invia allo SmartPhone della mamma informazioni sul respiro, la temperatura e la posizione del bambino.

«Siamo molto soddisfatti di essere stati scelti per partecipare al programma di accelerazione Marco Polo – afferma Maurizio Brignoli, co-fondatore, amministratore e responsabile della ricerca e sviluppo di Avanix -. La concorrenza era elevata ma i nostri prodotti hanno destato l’interesse dei selezionatori e dunque i prossimi quattro mesi ci vedranno molto impegnati nelle attività di affiancamento previste in H-Farm che prevedono anche il coinvolgimento di investitori cinesi. Questo risultato è il frutto di un percorso che si è sviluppato nel contesto dinamico dell’Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo – precisa -, dove la nostra idea ha preso forma, partendo da esperienze personali, che non trovavano soluzioni sul mercato».

«La selezione di Avanix per il programma di accelerazione di H-Farm – sottolinea Angelo Carrara, presidente di Bergamo Sviluppo – rappresenta la conferma del buon lavoro svolto dal nostro Incubatore, che grazie ai servizi formativi e consulenziali forniti, nonché agli spazi messi a disposizione, accompagna la crescita delle startup insediate e le aiuta a sviluppare business innovativi, efficaci e duraturi».

«Ci fa infatti molto piacere – prosegue il direttore di Bergamo Sviluppo Cristiano Arrigoni – che il nostro Incubatore rappresenti un vero e proprio trampolino di lancio per alcune imprese, che in numero sempre maggiore stanno dimostrando capacità di distinguersi anche in settori avanzati e in mercati complessi».


Assistenza sanitaria, 140mila euro erogati da Masec

1.700 prestazioni erogate ai soci in campo sanitario – di cui oltre 1.500 rimborsi per visite ed esami, 80 ricoveri indennizzati per più di 990 giorni, oltre 80 richieste per lenti correttive – per un valore erogato ai soci di quasi 140mila euro. Sono i numeri dell’attività svolta nel 2016 da Masec.

La mutua volontaria di Ascom ha approvato, nel corso dell’assemblea annuale, ha approvato il bilancio 2016 e la relazione alla gestione del presidente Paolo Malvestiti. Un bilancio che si è chiuso in leggera perdita, ma positivo per quanto riguarda i servizi offerti agli iscritti. Nel corso dell’assemblea è stato anche presentato il progetto di aggregazione dei servizi mutualistici in atto tra Milano e sei province lombarde.

«Bergamo, avendo una sua mutua, in questo momento non è coinvolta nel progetto – ha detto Malvestiti  – ma il Consiglio ha chiesto l’approfondimento di questa operazione per capirne le opportunità anche per Masec».

In Italia la spesa sanitaria totale nel 2016 è stata di 149 miliardi di euro, di questi, 115 miliardi (il 77% del totale) sono stati a carico del Sistema sanitario nazionale e 34 miliardi (il 23%) sono stati sostenuti dalle famiglie.

«Con la spesa privata in costante crescita negli ultimi anni e il Sistema sanitario nazionale che riduce i suoi servizi e aumenta i tempi di attesa per l’accesso, diventa rilevante il ruolo dei fondi sanitari e delle mutue private – ha dichiarato il presidente di Masec –. Oggi gli spazi di crescita per le forme sanitarie integrative ci sono, basti pensare che del totale a carico delle famiglie solo il 13% è mediato da assicurazioni e mutue. Il bisogno c’è ma occorre che l’offerta di servizi sia moderna ed efficiente e, soprattutto, con masse critiche tali da assicurare le piene economia di scala per gli associati. Ecco perché, come già avvenuto nel settore del credito, nei prossimi anni sarà fondamentale riflettere su possibili processi di aggregazione».


Gioco d’azzardo, sul Sebino i locali più “etici”

Proseguono le azioni di contrasto e prevenzione del gioco d’azzardo patologico. È stato presentato oggi all’Ospedale Papa Giovanni XXIII, in occasione del convegno nazionale “Gioco d’Azzardo Patologico-Gap, dalla Neurobiologia Sperimentale alla Clinica”, nell’ambito del progetto NeuroGap finanziato dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Piano d’Azione 2017 per la prevenzione del Gioco d’Azzardo Patologico elaborato dall’Agenzia della Tutela della Salute della Provincia di Bergamo grazie al lavoro del Tavolo provinciale per la prevenzione del Gioco d’Azzardo Patologico.

Un impegno iniziato dal 2014 che ha visto la realizzazione di numerosi interventi di informazione per sensibilizzare la cittadinanza rispetto a una piaga sempre più diffusa e che oggi continua con nuove strategie. Il gioco d’azzardo, infatti, è la terza industria italiana. Nella sola città di Bergamo si spendono 204 milioni di euro in gioco, con un esborso pro-capite, minori compresi, di 1.700 euro l’anno.

Le attività programmate per l’anno 2017 prevedono, in particolare, il proseguimento dello studio del fenomeno, grazie alla collaborazione dell’Osservatorio Dipendenze dell’Ats, in modo da poterne definire le dimensioni e da poterne monitorare la diffusione. A tal fine, saranno intensificate le collaborazioni per la formazione dei soggetti moltiplicatori, specie per volontari e associazioni, e proseguirà l’impegno per promuovere il Codice Etico Gap.

vetrofania codice etico slot machine«Il Codice è uno strumento di autoregolamentazione redatto con l’obiettivo di responsabilizzare gli esercenti dei locali. Grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria, tra cui Ascom, abbiamo visto l’adesione di 248 locali, con punte dell’80% nell’Alto Sebino e del 50% nel territorio di Seriate. Percentuali che quest’anno intendiamo migliorare ulteriormente, coinvolgendo tabaccai e distributori di gratta e vinci, mettendo a punto un codice etico più specifico per le sale slot e valutando la possibilità di ragionare sugli sportelli bancomat collocati all’interno o negli spazi immediatamente antistanti alle sale e ai locali slot», ha spiegato Mara Azzi, direttore generale di Ats Bergamo, anticipando la possibilità di studiare l’impatto del codice e il suo effettivo utilizzo da parte dei locali aderenti.

Inoltre, saranno promosse specifiche azioni sui temi dell’indebitamento e dell’usura con il coinvolgimento delle associazioni antiusura e delle banche. Si valuterà, infatti, la possibilità di attivare rapporti di collaborazione con gli istituti di credito per sensibilizzare gli operatori sul loro possibile ruolo nell’intercettare precocemente le situazioni di gioco d’azzardo problematico tra i clienti, intervenendo con specifiche azioni.

«È nostra intenzione fare tutto il possibile per aumentare la sensibilità del territorio rispetto a un problema che può essere affrontato solo con un impegno trasversale. Purtroppo, il gioco d’azzardo patologico colpisce tutti: non esistono limiti di età per chi gioca, né differenze di estrazione sociale e culturale. Emerge chiaramente dagli studi fatti fino ad ora che sono numerosi i problemi connessi a questa patologia. Per questo dobbiamo smettere di chiamarlo “gioco” e intervenire concretamente per mettere all’angolo le tentazioni del gioco d’azzardo. Abbiamo già fatto molto, ma possiamo fare di più se lavoriamo insieme», ha concluso Mara Azzi, ricordando che tutti i Comuni che adotteranno regolamenti specifici sul gioco d’azzardo saranno supportati con una consulenza tecnica sulle buone prassi da attuare, con la possibilità di allargare i regolamenti in Ambito territoriale.