Non hanno solo il pregio di profumare l’ambiente o regalare qualche coccola al corpo. Gli Oli Essenziali hanno anche provate proprietà preventive e curative, frontiera quanto mai interessante di fronte alle vecchie e nuove sfide della medicina (ma anche ai problemi di budget della Sanità!).
Lo sanno bene Fabrizio Gelmini, tossicologo dell’Università di Milano, e Cristian Testa, medico naturopata specializzato in microbiologia, che hanno dato vita sui Colli di Bergamo ad una produzione biologica di erbe e piante aromatiche e ad un laboratorio autorizzato per essiccarle, ricavando tisane, ed estrarle per realizzare Tinture Madri e Oli Essenziali. Prodotti, questi ultimi, che rappresentano un’assoluta novità in Bergamasca e che vanno ad aggiungersi all’ancora scarno panorama nazionale, fatto di poche produzioni, presenti soprattutto in Toscana e poi in Sicilia e Sardegna.
L’attività è partita da un anno e mezzo nell’azienda agricola Le Sorgenti, che si estende su una superficie di 13 ettari nel Parco dei Colli, sotto San Vigilio, e che da circa vent’anni produce vino Valcalepio. «All’interno di questa realtà – spiega Gelmini – ci siamo trasferiti a vivere ed abbiamo preso in affitto tre ettari di terreno già adatto per la coltivazione biologica e realizzato il laboratorio. Gli alberi, come cipressi, abeti, pini, thuja, c’erano già; abbiamo piantato gli arbusti (lavande, timi, melisse, mente, salvie, origano, alloro, camomilla, calendula) ed oggi abbiamo a disposizione circa 25 specie. Si tratta di piante tipiche o che comunque qui crescono bene e rappresentano una coltura che va, in un certo senso, ad arricchire il “paniere” delle produzioni agricole del Parco dei Colli».
A caratterizzare il progetto è l’approccio scientifico. Gelmini e Testa si occupano di ricerca fitoterapica ed hanno all’attivo pubblicazioni scientifiche internazionali con i risultati derivati dall’utilizzo degli oli essenziali nel trattamento di patologie umane e nella sanificazione degli ambienti.
Come mai avete scelto diventare produttori di erbe ed estratti?
«Perché ne conosciamo l’efficacia e crediamo che questo settore possa svilupparsi – spiega Gelmini -, ma ha anche bisogno di produzioni garantite in tutte le loro fasi. In laboratorio mi occupo anche di controlli di qualità di prodotti naturali e purtroppo spesso ci accorgiamo che il contenuto in principi attivi dei prodotti in vendita non corrisponde a quanto dichiarato in etichetta, perché magari non è stato rispettato il tempo balsamico o la specie botanica esatta, o semplicemente perché le aziende non eseguono i necessari controlli. Questo non è un approccio corretto alla fitoterapia».
Con voi il mondo delle erbe esce dal recinto delle tradizioni o delle tendenze variamente “naturali” e si sposa con il rigore del metodo scientifico.
«L’approccio è lo stesso della farmaceutica di sintesi, non è in opposizione, si ragiona in termini di molecole, efficacia e valutazione degli effetti collaterali, che con gli oli essenziali, in pratica, non ci sono».
Allora gli oli essenziali funzionano…
«La comunità scientifica in Italia ha cominciato ad occuparsene da una quindicina di anni, di strada da fare ce n’è ma è un movimento che è ormai partito. All’interno della medicina ufficiale è riconosciuta la branca delle Cam, Complementary and alternative medicine, mentre quattro anni fa è nata la Società Italiana per la Ricerca sugli Oli Essenziali, di cui sono il referente regionale. Il mondo della ricerca se ne sta occupando, è la classe medica che non è preparata ma credo che con il tempo, diciamo una ventina d’anni, anche da noi sarà come in Germania e Austria, in cui le persone possono decidere se rivolgersi al medico o al naturopata».
Come si usano e che proprietà hanno gli oli essenziali?
«Si utilizzano in diffusione e per i massaggi, mentre l’ingestione va sempre effettuata sotto controllo medico. Hanno potere antibatterico e antivirale, sono antiossidanti e antiradicalici oltre che aromaterapici».
Quali sono i casi più interessanti in cui sono efficaci?
«Studi clinici hanno dimostrato l’efficacia nel trattamento dell’emicrania con l’aromaterapia a base di lavanda, ad esempio. La ricerca si sta anche occupando delle salvie, che ritarderebbero lo sviluppo della demenza nell’Alzheimer, mentre un altro uso interessante è nella “cura” degli ambienti, importante contro l’allarme delle infezioni ospedaliere e lo sviluppo della resistenza batterica. Alla Fondazione Cacciamatta di Iseo, una residenza socio assistenziale, abbiamo ottenuto in un mese la completa igienizzazione delle stanze con la semplice diffusione di una miscela di nostra formulazione di oli essenziali (3 gocce a notte) e contemporaneamente la riduzione impressionante della somministrazione di farmaci agli ospiti, perché curando gli ambienti si possono anche curare le persone».
Ora che si annuncia l’arrivo dell’influenza ci si può, quindi, proteggere con le erbe?
«Ci sono tinture madri con effetti immunostimolanti e si può trattare l’ambiente con oli essenziali, usati singolarmente o in miscela, come alloro, menta, eucalipto e timo».
Insomma, qualche boccetta di olio essenziale potrebbe entrare tranquillamente nell’armadietto delle “medicine” di casa. Quale può essere la dotazione minima?
«Gli oli essenziali non sono farmaci, sono classificati come integratori alimentari. Precisato questo, direi che con quattro tipologie di oli – lavanda angustifolia, timo, eucalipto e menta – si può risolvere l’80% dei malanni invernali semplici, anche usati in diffusione: la lavanda è un buon sedativo ed analgesico, mentre menta ed eucalipto agiscono sulle vie respiratorie. Timo ed eucalipto hanno poi un’attività igienizzante ed antinfiammatoria e si possono utilizzare nei massaggi per le contratture muscolari. E il bello è che sono tutte piante che crescono da noi, a chilometro zero!».
Come distribuite i vostri prodotti?
«Si possono trovare in alcuni punti vendita a Bergamo oppure acquistare direttamente da noi in azienda o farseli spedire. Organizziamo anche corsi di formazione e visite alle distillazioni. Oltre agli oli e alle tinture madri è interessante la gamma delle tisane e degli aromi da utilizzare in cucina, scegliendo la provenienza locale».
L’azienda è giovanissima, avete già in mente qualche sviluppo?
«In effetti sì. Nel nuovo anno abbiamo intenzione di piantare una decina di eucalipti, che pur non essendo tipici delle nostre zone possono crescere bene, e un agrumeto con una ventina di limoni e altrettanti aranci. Installeremo anche un nuovo estrattore, da 200 litri. Siamo partiti da poco ma l’attività sta andando bene e questo ci conforta. Confesso che il mio sogno è creare una piccola Provenza al di qua delle Alpi. Le caratteristiche ambientali sono simili e le potenzialità di crescita del settore ci sono. E poi, piantare alberi e arbusti non può che fare bene al territorio e all’ambiente».