Gioco d’azzardo: il 19 novembre convegno Bper Banca e Ats

Al Centro Congressi Giovanni XXIII saranno presentati i dati di un’indagine Nomisma e le attività frutto della collaborazione tra Ats e Istituti di credito

Bper Banca rinnova il proprio impegno nel contrasto al gioco d’azzardo con un’iniziativa di sensibilizzazione che si terrà il giorno 19 novembre alle 10.30 presso il Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo e in diretta streaming sul canale YouTube.
Durante l’evento sarà presentata la ricerca realizzata da Nomisma sui comportamenti della cosiddetta Generazione Zeta in merito al tema delle scommesse e del rapporto con i giochi d’azzardo, nonché un’analisi effettuata sugli over 65 (Silver Age) che indaga anche gli effetti della pandemia sul fenomeno. Inoltre, il Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria dell’Ats di Bergamo, con il quale è attiva da anni una collaborazione volta a creare un’alleanza responsabile sul tema tra gli istituti di credito del territorio, introdurrà la campagna di sensibilizzazione sull’utilizzo delle carte prepagate realizzata con un linguaggio accattivante da alcuni studenti delle scuole secondarie.

Il programma

Ore 10.30 – Saluti di benvenuto 
Vittorio Stefano Kuhn, Chief Business Officer Lombardia Bper Banca e Michele Sofia, Direttore Sanitario ATS Bergamo

Ore 10.35 – Osservatorio Gioco 2021. Comportamenti di GenZ e Silver Age
Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence Nomisma

Ore 11 – Istituti di Credito e ATS un’alleanza in evoluzione – La campagna di sensibilizzazione sulle carte prepagate ISIS Zenale e Butinone, Treviglio
Luca Biffi | Responsabile UOS Prevenzione delle Dipendenze Dipartimento Igiene e Prevenzione Sanitaria Ats Bergamo

Ore 11.40 – L’impegno di BPER Banca contro il gioco d’azzardo patologico
Giovanna Zacchi | Responsabile ESG Strategy Bper Banca Q&A dal pubblico

modera Eugenio Tangerini | Responsabile External Relations and Csr Bper Banca

La partecipazione all’evento è possibile anche in presenza (per prenotare clicca qui)
L’accesso in sala sarà consentito previa esibizione del Green Pass (per favorire le attività di controllo del Green Pass si richiede l’arrivo in sala dalle ore 10.00).
Per maggiori informazioni sull’evento scrivere a osservatori@nomisma.it – sostenibilita@bper.it


Tumore al seno, dalla prevenzione alla cura. Focus sull’importanza della breast unit

Il 4 novembre, ore 18.00, nella sala conferenze Ascom Confcommercio Bergamo l’evento di educazione alla salute di Humanitas Gavazzeni ed Ente Mutuo Regionale 

“Tumore al seno, dalla prevenzione alla cura. L’importanza del lavoro di squadra nella Breast Unit” è il prossimo evento in presenza promosso da Ente Mutuo Regionale, la Mutua che offre da oltre 65 anni assistenza sanitaria integrativa agli imprenditori e professionisti iscritti a Ascom Confcommercio Bergamo e alle altre Confcommercio della Lombardia.

Giovedì 4 novembre, dalle ore 18.00, presso la sala conferenze Ascom Confcommercio Bergamo, in via Borgo Palazzo, 137 Bergamo, sarà presente un team di esperti di Humanitas Gavazzeni, centro convenzionato con Ente Mutuo, composto da Massimo Maria Grassi, responsabile Senologia e Breast Unit di Humanitas Gavazzeni Bergamo, e Francesco Valenti, chirurgo senologo Humanitas Gavazzeni. Durante l’incontro, che sarà introdotto da Giuseppe dalla Costa, Direttore di Ente Mutuo Regionale, e Alessandra Cereda, Presidente del Gruppo Terziario Donna di Ascom Bergamo Confcommercio, si parlerà della patologia tumorale più diffusa tra le donne, con oltre 55.000 nuovi casi registrati nel 2020, e del valore della Breast Unit, presente in Humanitas Gavazzeni.

«È un dato certo che una paziente trattata in un ambiente specialistico come la Breast Unit abbia un risultato e una sopravvivenza migliore – dichiara Massimo Grassi – sia in termini quantitativi che qualitativi perché è possibile garantire il meglio delle cure avendo un team di persone che si occupano della paziente. La nostra Breast Unit è una realtà composta da tutte le sue Unità operative necessarie che, lavorando in modo multidisciplinare, affrontano e risolvono in maniera moderna e oncologicamente corretta, ogni problema che la malattia mammaria presenta, con un dimostrato beneficio per ogni paziente».
In merito all’evento, invece, Giuseppe dalla Costa afferma: «Siamo contenti di poter tornare a fare incontri in presenza dopo più di un anno in cui era consentito solo organizzare webinar. L’intento di questo evento è continuare a sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione al seno anche a seguito del Mese Rosa, da poco concluso». Da tempo, ormai, Ente Mutuo promuove un progetto di educazione alla salute rivolto ai propri Soci e prospect, organizzando appuntamenti online o in presenza su tematiche che riguardano il corretto stile di vita.

L’evento è gratuito, per partecipare è necessario essere in possesso di Green Pass, da mostrare all’ingresso della sede di Ascom Confcommercio Bergamo, e iscriversi al seguente link: https://forms.gle/2GdSn9bNZKChAHBcA

 

ENTE MUTUO REGIONALE

Ente Mutuo offre da oltre 65 anni assistenza sanitaria integrativa agli imprenditori e professionisti iscritti a Confcommercio di Milano, Lodi, Monza Brianza, Como, Lecco, Bergamo e a breve di altre province lombarde nell’ambito di visite specialistiche, odontoiatria, esami diagnostici, ricoveri e day hospital in forma diretta e indiretta. Offre una copertura che non viene mai meno, né per sinistro né per età. Con 25.000 soci, oltre 700 tra medici e strutture sanitarie convenzionate, eroga 250.000 prestazioni ogni anno.


Ente Mutuo Regionale: in arrivo i nuovi servizi della pediatria

In fase di definizione nuovi percorsi pediatrici insieme al pediatra Alberto Martelli

Settembre è da sempre il mese del rientro e mai come quest’anno è stato particolarmente sentito dagli studenti italiani, visto che finalmente hanno potuto riprendere le lezioni in presenza. Con la speranza di arginare il più possibile lo spettro della Dad, si fa sempre più strada tra i giovani e i loro genitori un clima di confusione e incertezza, principalmente dovuto ai continui cambiamenti normativi finalizzati a garantire la piena sicurezza degli alunni e del personale scolastico all’interno degli istituti. È in questo contesto che Ente Mutuo Regionale vuole contribuire dando un supporto concreto, che consenta di agevolare il più possibile i Soci nell’accesso a informazioni professionali di qualità. Così, la Mutua che da oltre 65 anni offre assistenza sanitaria integrativa ai soci iscritti alle Confcommercio della Lombardia, tra cui Ascom Confcommercio Bergamo, ha dato inizio a una stretta collaborazione con il dottor Alberto Martelli, medico pediatra con pluriennali esperienze prima presso l’Ospedale Macedonio Melloni di Milano e poi, come primario, del reparto Pediatria dell’Ospedale Salvini di Garbagnate Milanese.

«Da febbraio 2021, a seguito del mio pensionamento – racconta il dottor Martelli – ho sentito l’esigenza di continuare a dare il mio contributo attraverso un servizio di consulenza con diverse realtà, tra cui quella di Ente Mutuo. A oggi, infatti, risulto tra i medici convenzionati e quindi a completa disposizione di tutti i soci. Non solo: con l’obiettivo di rispondere in maniera sempre più ottimale alle esigenze anche inespresse dei soci, stiamo mettendo in moto molti progetti interessanti».

Gli fa eco Giuseppe dalla Costa, Direttore di Ente Mutuo, che ha fortemente voluto questa collaborazione: «La pediatria è da sempre un settore molto delicato ma fondamentale per il sistema sanitario. Abbiamo trovato nel dottor Martelli la figura ideale per avviare una vera e propria campagna informativa su alcune tematiche delicate che riguardano i più giovani, tra cui un grande tema di attualità come la vaccinazione. In più, stiamo progettando dei percorsi pediatrici per i nostri Soci così da potenziare la nostra offerta anche per questa fascia d’età». Un’attività informativa che ben si sposa con quella che già l’Ente realizza attraverso l’area EnteMutuoInforma del sito www.entemutuomilano.it, in cui vengono proposti articoli realizzati da alcuni specialisti convenzionati, tra cui appunto il dottor Martelli, per sensibilizzare i lettori sull’importanza della prevenzione per la propria salute.

L’assistenza a imprenditori e professionisti

Questi servizi si andrebbero ad aggiungere alla ricca proposta che Ente Mutuo già prevede per gli imprenditori e i professionisti iscritti ad Ascom Bergamo: in base alla forma di assistenza scelta (S, T, o V), infatti, essi possono accedere a prestazioni ambulatoriali, esami diagnostici, visite specialistiche e assistenza ospedaliera a tariffe agevolate e in tempi molto rapidi: la velocità della cura è, del resto, un’esigenza che è emersa in maniera ancor più pressante a causa del sovraccarico che registrano alcune attività del Servizio Sanitario Nazionale, sotto pressione dall’inizio della pandemia. In qualità di Società di Mutuo Soccorso, la proposta di Ente Mutuo è poi una certezza nel tempo che non esclude il socio né per età né per sinistro: ciò deriva da una filosofia no profit e da valori di assistenza, mutualità e coesione sociale su cui da sempre si basa l’attività e dalla rete di strutture convenzionate che negli anni Ente Mutuo è riuscito a creare, tra cui rientrano ad esempio Humanitas Gavazzeni, Humanitas Castelli o il Gruppo Habilita Hospitals & Research. «L’obiettivo di Ente Mutuo – afferma dalla Costa – è di offrire un servizio sanitario di valore e per farlo è necessario un continuo aggiornamento della nostra offerta, mantenendo un livello di qualità elevato».

Anche l’idea del progetto pediatrico parte da questo principio e, come tutte le nuove iniziative, prima di essere esteso a tutta l’area di interesse di Ente Mutuo che comprende, oltre a Bergamo, anche Milano, Monza Brianza, Lodi, Como e Lecco, è necessario testare il servizio in una specifica area, che sarà quella milanese. «Ringrazio Ente Mutuo per questa preziosa opportunità – conclude il dottor Martelli – perché sarà sicuramente stimolante per entrambe le parti e porterà a degli ottimi risultati». Per maggiori informazioni: tel. 035 4120280 – entemutuobergamo@ascombg.it.


Green pass, ecco servita un’altra corrida all’italiana

Ci risiamo. Come sempre in Italia la questione è prima di tutto politica e non di principio. Per sconfiggere la pandemia occorre vaccinare e quindi sull’obbligo di vaccino parte la “corrida” tra chi sostiene l’obbligo e chi no. Come se si morisse di vaccino e non di Covid.

L’intesa non c’è e allora si gira intorno all’ostacolo. Nessun obbligo di vaccino, ma se vuoi andare allo stadio, prendere l’aereo o mangiare al ristorante devi vaccinarti. “Mezzucci” anche un po’ puerili. Già che ci siamo potremmo mettere il divieto dell’ascensore o del WC. Se l’obiettivo è vaccinare coloro che hanno più di 60 anni non sarà senz’altro il divieto di entrare al ristorante o peggio ancora il divieto in discoteca le soluzioni. Chiesa e farmacia avrebbero più senso.

Senza dimenticare che l’obbligo del green pass al ristorante spaccherebbe le famiglie tra chi è vaccinato e può mangiare fuori e chi non lo è – i figli e non per colpa loro – e dovrà ricorrere all’asporto. In periodo di ferie con i turisti che sono tornati in Italia la potremmo definire una “genialata”. Per di più con l’ennesima discriminazione verso quei servizi che creano socialità e vengono considerati superflui e pericolosi per il contagio, mentre tutti gli altri luoghi frequentati da chicchessia sono indispensabili e sicuri.

Se non ce la facciamo proprio ad obbligare al vaccino usiamo almeno una modalità più efficace e non i palliativi. Lasciamo libere le persone di andare dove vogliono ma escludiamo dal sostegno del Servizio Sanitario Nazionale le spese di cure per Covid, mettendole a carico del diretto interessato che non vuole vaccinarsi anziché degli altri contribuenti.

Qualcosa per me potrebbe succedere.

 

Dino l’acidino

 

 

 


Quando il buono va a braccetto con il sano: tutti i consigli della nutrizionista Anna Villarini

Saper riconoscere i grassi buoni, diversificare le ricette, unire salute e alimentazione: ne abbiamo parlato con la biologa Anna Villarini, nutrizionista dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano

Che il grasso faccia male alla linea e alla salute è ciò che ci hanno a lungo fatto credere. Ma oggi si sa che non è così. Ci sono grassi saturi, che se consumati in eccesso possono arrecare danni alla salute, e quelli insaturi, preziosi per il nostro benessere. Ma quali sono i grassi buoni che non devono mai mancare? Tutti conosciamo gli Omega-3 contenuti nel pesce grasso o l’acido oleico dell’olio extravergine di oliva. Ma non sono gli unici, come ci spiega la biologa Anna Villarini, nutrizionista dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano, fresca di pubblicazione de “La Dieta Totale. Difendere e proteggere tutto l’organismo in 16 passi e 80 ricette” (scritto con la collaborazione della giornalista di “Cook” Isabella Fantigrossi).

Omega-3 ma non solo giusto?

Gli Omega sono gli acidi grassi polinsaturi ed essenziali più diffusi ma non sono gli unici:  carni bianche e vegetali come semi di girasole e  zucca sono infatti ricchi di Omega-6, mentre gli Omega 3 sono contenuti nel pesce grasso ma anche nella frutta secca e in certe piante selvatiche. Penso alla Portulaca che oggi la si trova più nei vivai come pianta ornamentale che non nei supermercati: fa strano pensare che è un’erba spontanea e commestibile che cresce sui marciapiedi ed è ricca di Omega-3.

E l’acido oleico?
È il componente fondamentale dell’olio extravergine d’oliva (Evo) ovviamente il migliore e il più leggero in cucina da ben distinguere dal “cugino” non extravergine che è un olio raffinato e contiene grassi poco sani.

A proposito, come distinguere un olio puro da uno raffinato?

Il processo di raffinazione è indicato in etichetta e non riguarda solo l’olio di oliva. Bisogna stare attenti a tutti gli oli di semi. Dall’estrazione meccanica a freddo si ottiene l’olio di semi indicato in etichetta come “di prima pressione o spremitura”, che non viene secondariamente raffinato e permette di mantenere inalterate le proprietà nutritive: vitamine, sali minerali e acidi grassi polinsaturi. Appurato che è meglio scegliere un olio di spremitura, il mio consiglio è di consumarlo sempre a crudo per godere a pieno dei suoi benefici.

E quando, invece, gli oli subiscono un processo di raffinazione ?

Questo processo distrugge le vitamine e gli acidi grassi insaturi contenuti nell’olio naturale, oltre a contribuire alla formazione di acidi grassi trans, considerati potenzialmente nocivi per la salute e primo fattore di rischio di malattie cardiovascolari.

Che differenza c’è tra olio di sesamo e olio di lino?

Quello di sesamo ha la particolarità che contiene il sesamolo che è un potente antiossidante che protegge anche l’olio. L’importante è consumarlo crudo. L’olio di lino, invece, contiene molti Omega-3 ma bisogna stare attenti a scegliere le bottiglie giuste che in commercio sono al massimo di 250 ml e con vetro scuro. Viene infatti imbottigliato in questo modo per essere protetto dalla luce e dall’aria e, una volta aperto, va consumato entro 30 giorni e conservato in frigorifero.

Quando si parla di grassi buoni si pensa anche alla frutta secca?
Certamente e fa molto bene proprio per i grassi che contiene, soprattutto le noci che sono le più ricche di Omega-3. Attenzione però che è molto calorica ed è meglio non superare i 30 grammi al giorno, l’equivalente di 7 noci o 15 mandorle.

Qual è la sua top 5?
Al primo posto gli Omega-3 contenuti nel pesce, sono quelli che servono di più al nostro organismo perché “essenziali”, cioè il corpo non riesce a produrli. Poi l’acido oleico contenuto nell’Evo, a seguire gli oli di semi di lino e di sesamo. Infine, il burro di cocco che contiene grassi saturi ma a catena corta.  Suggerisco anche l’avocado che è ricco di grassi insaturi e secondo quello che sta emergendo dalla ricerca aiuta a migliore il sistema immunitario che di questo periodo non fa male.

A proposito nel suo libro dà molto risalto alla dieta vegetariana: è un caso?
In realtà ci sono anche alcune ricette a base di carne bianca (poche) e prodotti ittici, mentre non c’è carne rossa,  salumi e formaggi. Ma non è un discorso di ‘aut aut’ piuttosto e semplicemente perché noi italiani tendiamo a consumarne in quantità eccessive. Con il mio libro ho l’ambizione  di promuovere un’educazione alimentare che ruota attorno al concetto di una cucina sana e bilanciata per  le 4 stagioni dell’anno. E con le ricette curate da Alessandra Avallone l’invito è di trovare un’alternativa, magari anche più gustosa della solita fettina di carne o pezzetto di formaggio.

Ma quindi grassi buoni e cucina gourmet possono coesistere?
Eccome. Occorre però fare un salto culturale e imparare a osare di più. Essere gourmet vuol dire anche tener conto della salute e per questo fare un piatto buono ma non sano non è gourmet.

E qualcuno si sta muovendo in questa direzione?

Si penso a Sergio Barzetti, noto al grande pubblico per la sua collaborazione tv a La Prova del Cuoco, o Moreno Cedroni chef stellato che con il suo ristorante ha fatto da testimonial all’Airc. E poi Stefano Pace, chef del ristorante L’Orangerie all’interno dell’Hotel Terme di Sirmione, con il quale ho lavorato piacevolmente per un progetto sulla sana alimentazione. Un altro progetto pronto a partire si chiama “È tempo di vita” e lo seguirò insieme alla foodblogger Chiara Maci.

Quindi i grassi buoni possono dare gusto e valore a un piatto…
Certo e infatti tutti questi chef mi hanno insegnato diversi trucchetti. Penso alla maionese senza uova ma ottenuta da un olio di semi di spremitura e da bevanda di soia o di mandorla non zuccherate. Una maionese al cento per cento vegana ma sfido chiunque a distinguerla da quella tradizionale.

In conclusione, lei che consiglio darebbe a un ristoratore?
Di studiare, investire in ricerca e di provare a farsi affiancare da un nutrizionista attento a questi temi e all’evolversi della ricerca scientifica. Salute e alimentazione, del resto, sono un binomio imprescindibile.

 


Frutta secca per dimagrire? Si può

L’estate con le sue temperature alte si sta facendo sentire e in attesa delle vacanze si teme la prova costume. Donne e uomini cominciano, se non hanno seguito un’alimentazione corretta tutto l’anno, a pensare ai chili di troppo e cercano di correre ai ripari aggiungendo più verdura, frutta, fibra e acqua nella loro dieta quotidiana. Quando però si ha davanti una bella ciotola di mandorle, noci, uvetta, pistacchi o anacardi, il primo pensiero che passa per la testa è “non lo mangio perchè fa ingrassare!”.
Sarà davvero così o si tratta di una leggenda metropolitana?

Nonostante per molti anni la frutta secca fosse considerata alimento da evitare per l’eccessivo apporto calorico, ora le ricerche scientifiche dimostrano esattamente il contrario.
Assunta con moderazione è un ottimo alimento per ridurre la fame e non solo fa bene all’organismo, ma addiritura può aiutare ad eliminare il grasso corporeo.
Come? Basta fare attenzione alla quantità e all’orario. Gli scienziati propongono una porzione da 20 grammi al giorno di frutta oleosa che, come dimostrato, fa diminuire il colesterolo totale. Inoltre, aggiungere la frutta secca – soprattutto mandorle, noci, pistacchi, arachidi – nell’alimentazione aiuta a raggiungere il consumo giornaliero raccomandato di cinque porzioni di frutta e verdura. Senza contate che può agire come un ‘stop’ alla fame in quanto favorisce il senso di sazietà.

La frutta secca quindi, che è ricca di acidi grassi essenziali, è perfetta come snack di metà mattinata, per spezzare la fame ed evitare di esagerare a pranzo, ma anche a colazione con lo yogurt greco, oppure prima di andare in palestra poiché fornisce all’organismo energia e sali minerali.
Inoltre, uno studio recente dell’Università di Florida ha dimostrato che le mandorle sono una fonte eccellente di vitamina E, magnesio e calcio, mentre le fibre contenute aiutano a rafforzare i cosiddetti ‘batteri buoni’ dell’intestino. Per di più il consumo quotidiano di frutta secca in quantità moderata riduce di circa il 30% l’incidenza di alcune malattie cardiovascolari come ictus e infarto.

I top 5 

Secondo il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA) i top 5 da consumare sono: i pistacchi che apportano al nostro organismo acidi grassi benefici, proteine di origine vegetale e sali minerali; le mandorle che hanno benefici considerevoli per i pazienti diabetici; gli anacardi che sono ricchi di proprietà benefiche e contengono magnesio e selenio, ottimo per i dolori delle articolazioni; le noci che sono ricche di proteine, carboidrati, grassi buoni e omega 3 e che hanno dei benefici nell’abbassare il colesterolo e regolare la pressione sanguigna, sono inoltre consigliate anche a chi soffre di diabete; e le nocciole che secondo Journal of Clinical Lipidology possono abbassare il colesterolo.

Mangiare sì, ma con moderazione
La frutta secca ha molti benefici per la salute, tuttavia c’è sempre il rischio di consumare quantità superiori a quelle che consigliano medici e nutrizionisti. Le noci sono molto energetiche, per 100 gr di prodotto forniscono all’organismo circa 600 calorie, quindi non si deve esagerare perché c’è il pericolo che aumenti il peso corporeo. Inoltre, possono causare diarrea e altri problemi di digestione come dolori addominali e gonfiore se vengono consumate in grandi quantità. La prossima volta quindi che vi farete la domanda “mangio la frutta secca?”, la risposta è “sì” ma con attenzione.

La nutrizionista Roberta Zanardini
Un ottimo alleato per la salute 

È un mito che la frutta secca fa ingrassare? 
Il contenuto calorico è elevato, ma dovrebbe sempre far parte di una corretta alimentazione, pur non esagerando nelle quantità. La combinazione naturale di fibre, proteine, carboidrati e grassi insaturi conferisce a questo alimento un basso indice glicemico e lo rende prezioso contro gli aumenti di glicemia dovuti all’assunzione di zuccheri a rapido assorbimento. Inoltre, contiene zinco, magnesio, ferro, potassio, fosforo e calcio, per non parlare poi di vitamine A, E, C e K, insomma una sana abitudine.                                       

Quanta frutta secca possiamo mangiare al giorno per mantenere la nostra linea? 
Il consumo quotidiano dovrebbe essere di circa 10g per chi segue una dieta ipocalorica e di circa 20g per chi è normopeso. Meglio scegliere frutta secca al naturale, non tostata e non salata perché permette di usufruire di tutte le sue proprietà nutrizionali limitando allo stesso tempo l’assunzione di sodio.

Esiste un orario migliore per consumarla?
Sarebbe meglio evitare di sgranocchiarla prima di coricarsi o dopo pranzo, cioè quando le calorie si sommerebbero con quelle già introdotte e perché andrebbe ad appesantire la digestione fornendo un eccesso di calorie non necessario. Come avviene per la frutta fresca, i momenti ideali in cui consumare frutta secca o disidratata sono quindi la colazione o gli spuntini di metà mattina e metà pomeriggio. In questi momenti infatti il nostro organismo ha bisogno di energia per iniziare la giornata e per arrivare ai pasti principali senza incorrere in cali energetici andando a sostituire e quindi eliminare l’uso di snack confezionati

COME PUÒ ESSERE ABBINATA PER FARE IL PIENO DI ENERGIA SENZA APPESANTIRCI DI CALORIE?
Grazie alle sue caratteristiche risulta un alimento completo anche assunto da solo, ma la si può consumare in aggiunta a uno yogurt contenente frutta fresca e cereali integrali o per arricchire le insalate.


Un incontro per sfatare i falsi miti sull’alimentazione

Lunedì 3 giugno alle ore 18 Ascom in collaborazione con Ente Mutuo Regionale e Habilita Hospitals & Research organizza un incontro dal titolo “Siamo quello che mangiamo? Sfatiamo i falsi miti sull’alimentazione” – Conversa sul tema la dottoressa Giannina Percassi, dietista dell’Habilita Hospitals & Research. L’incontro si tiene alla sede di via Borgo Palazzo 137.  Interverranno anche Carlo Alberto Panigo vicepresidente delegato Ente Mutuo Regionale, Giovanni Zambonelli presidente Ascom Confcommercio Bergamo, Roberto Rusconi presidente Habilita Hospitals & Research, Giuseppe dalla Costa Direttore Ente Mutuo Regionale. Per informazioni 035 4120203. Per iscrizioni: clicca qui

Convegno Ente Mutuo Regionale

 


Bombassei: “La ricerca è l’unica via possibile per migliorare”

“La ricerca è l’unica via possibile per il continuo miglioramento dei prodotti e dei metodi che rendono la vita di tutti noi più sana e longeva. Porterò in From quanto ho appreso nella mia professione. Mettere in comune punti di vista differenti è l’unica via per migliorare”. Alberto Bombassei ha aperto con queste parole il convegno “Le sfide dell’innovazione tecnologica nella sanità” promosso da From e Ospedale di Bergamo giovedì all”Auditorium Parenzan del Papa Giovanni, nel suo primo intervento come neo presidente di From, la Fondazione per la ricerca dell’Ospedale di Bergamo.

Nel corso della giornata 26 tra esperti qualificati e stakeholders coinvolti nella ricerca clinica si sono confrontati sul tema quanto mai attuale della sanità sigitale. Medici, ricercatori, bioingegneri, rappresentanti delle aziende farmaceutiche, accademici e pazienti hanno condiviso le proprie conoscenze di fronte a una platea di circa 250 professionisti. Lo scenario emerso non è dei più confortanti. Intelligenza artificiale, telemedicina, robotica aprono importanti opportunità per l’assistenza sanitaria e soprattutto per la ricerca clinica di nuove terapie, ma si tratta per ora solo di possibilità. Rimangono problemi concreti che vanno risolti: a partire dalla mancanza di una regolamentazione europea in materia, un problema che hanno lamentato pressoché tutti gli esperti.  Dal convegno emerge la necessità di avere presto una normativa che governi la materia, “prima che questa diventi obsoleta” ha auspicato Eleonora Sfreddo direttore operativo From; e l’importanza di investire in studi che valutino in modo scientifico i benefici per i malati, per non creare profonde delusioni” come ha spiegato Enrico Cajani, professore associato del Dipartimento di Elettronica, informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. 

Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Ospedale di Bergamo ha portato l’attenzione su quesiti etici e sulla questione privacy affermando che “L’innovazione deve consentire di raggiungere nuovi traguardi dove l’occhio e la mano umani non possono arrivare”.  Tiziano Barbui, direttore scientifico From ha evidenziato che “la ricerca deriva dall’osservazione dei pazienti e che è importante catturare i dati dei pazienti in modo che la mole eterogenea di informazioni possa portare a nuovi studi clinici, aumentando il bagaglio delle nostre conoscenze”.

Salvatore Majorana, direttore del Km Rosso, ha illustrato le potenzialità della robotica per la sanità, ad esempio le tecnologie protesiche, ortesiche e riabilitative per consentire a soggetti paraplegici di deambulare. ” Si tratta di un campo di sperimentazione che coinvolge tutti, pazienti, medici e terapisti – ha detto – e anche Bergamo, che ha una grande vocazione meccatronica, può essere una piattaforma  dove far convergere  in ambito medico gli applicativi dell’intelligenza artificiale». 

In rappresentanza delle associazioni dei pazienti, Luca Patelli, presidente dell’Associazione Angelman onlus, ha sottolineato che i “malati vogliono due cose semplici: stare meglio e, se possibile guarire”. Quindi ha invitato i pazienti ad essere parte attiva della ricerca e dell’innovazione condividendo con medici e ricercatori i dati che li riguardano, come avviene per il Registro Italiano Angelman realizzato da From all’Ospedale di Bergamo.

La sfida per la sanità digitale è aperta e vedrà sempre più spesso medici, scienziati, ingegneri e aziende lavorare insieme. Non solo. Come ha spiegato Lorenzo Cottini coordinatore del Gruppo Clinical Trials AFI Associazione Farmaceutici Industria e presidente CRO High Research, “è necessaria una partnership tra pubblico e privato, quindi tra aziende e strutture pubbliche di ricerca. Senza questa collaborazione non si può fare nulla”. 

Il nuovo direttivo di From
Alberto Bombassei, presidente di Brembo e del Kilometro Rosso, subentra nella carica di presidente della fondazione per la ricerca dell’Ospedale a Carlo Nicora,ex direttore generale dell’Ospedale. La nomina sancisce una collaborazione strettissima tra sanità, ricerca e industria. L’elezione è avvenuta mercoledì 10 aprile nel corso del consiglio direttivo. Insieme a Bombassei sono stati eletti Emilio Zanetti, vicepresidente (Ubi Banca); Olivo Foglieni (FECS), don Maurizio Chiodi (Fondazione Angelo Custode onlus), Alfredo Gusmini (rappresentante Comitato Soci Sostenitori From) e i neoconsiglieri Alessandro Guerini (Fondazione Credito Bergamasco), Fabio Pezzoli e Massimo De Bugi (entrambi ASST Papa Giovanni XXIII).
Per quanto riguarda gli organi esecutivi, doppia conferma per Eleonora Sfreddo e Tiziano Barbui che rimangono rispettivamente.  direttore operativo e direttore scientifico della fondazione. Nel comitato tecnico scientifico sono stati nominati: Tiziano Barbui, Fabrizio Limonta, Alessandro Rambaldi, Claudio Castelli, Sabrina Buoro, Francesco Biroli, Antonello Gavazzi, Salvatore Majorana e Caterina Rizzi.

 

 


Lavoro, arriva il taglio delle tariffe Inail per le imprese

Con la firma del decreto interministeriale attuativo, che ratifica il provvedimento scaturito dal confronto Inail-parti sociali e dall’ultima Legge di Bilancio, la riforma delle tariffe dei premi INAIL è diventata realtà. La nuova tariffa comporta così per la gestione terziario una riduzione del tasso medio che sfiora il 50%, con un risparmio di oltre 500 milioni di euro annui.  Le novità  verranno illustrate dalla Inail di Bergamo in convegno venerdì 12 aprile alle ore 9.30 al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo (via Papa Giovanni XXIII, n.106).
Confcommercio vede accolte, quindi, le sue richieste anche grazie alla collaborazione dell’Istituto per l’importante e complesso lavoro svolto che consente, dopo anni di attesa, di ridurre in maniera concreta e significativa il costo del lavoro, per un importo complessivamente pari a circa 1,7 miliardi di euro, a vantaggio della competitività e della crescita dell’intero sistema imprenditoriale.
Secondo Confcommercio la revisione delle tariffe “dimostra come i premi richiesti fino ad ora alle imprese del terziario fossero strutturalmente sovradimensionati rispetto ai fabbisogni e non improntati al principio assicurativo nel rapporto entrate-prestazioni”. 
L’incontro è gratuito ed aperto a tutti.
Per iscriversi clicca qui

Convegno Nuove Tariffe dei premi INAIL – Il programma


Addio alla plastica usa e getta, stoviglie e confezioni alimentari diventano ‘green’

Il galateo lo dice da tempo: utilizzare stoviglie in plastica non è elegante. Presto però sarà anche vietato perché, cosa ben più importante, inquina moltissimo. La rivoluzione ‘no plastica’ è iniziata e a breve coinvolgerà tutto il mondo della ristorazione e dell’alimentari, a partire dalle industrie produttrici.

Dal 2021 sarà vietato l’uso di tutti gli oggetti monouso in plastica: piatti, bicchieri, posate, cannucce, palette per miscelare le bevande, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso e persino le pellicole trasparenti dovranno quindi essere in materiali alternativi e biodegradabili. Non solo, entro il 2029 il 90% delle bottigliette di plastica dovrà essere raccolto ttraverso la differenziata e entro il 2025 le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030. Questo farà cambiare gli acquisti e il modo di lavorare di milioni di operatori e le nostra abitudini quando mangiamo fuori casa.

L’obbligo coinvolgerà ristoranti, bar, pizzerie, paninerie, take-away, supermercati, negozi di alimentari, gastronomie, salumerie, friggitorie e ogni altro esercizio e centro abilitato alla somministrazione di cibo e bevande, ma anche i negozi che vendono stoviglie per alimentari, i chioschi, le feste, le sagre. Cambieranno gli acquisti e il modo di lavorare di milioni di operatori e il nostro modo di mangiare fuori casa.

La data sembra lontana ma è meglio avvantaggiarsi cominciando già a fare acquisti più attenti all’ambiente.

Le misure rientrano nella più generale “Strategia europea per la plastica” adottata dalla commissione europea un anno fa, che punta a ridurre in modo drastico l’inquinamento dei mari. Questo alla luce delle tonnellate di rifiuti di plastica che finiscono nelle acque devastando gli ecosistemi e provocando danni anche alla catena alimentare e di conseguenza a quello che mangiamo.

L’obiettivo è avere un continente “plastic free” entro il 2030. Secondo le previsioni grazie a questi divieti le emissioni diminuiranno di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 di emissioni e si limiteranno per 22 miliardi di euro i danni ambientali entro il 2030.

L’eccessivo consumo di plastica, del resto, è tra i principali problemi ambientali del nostro tempo e sta diventando una emergenza rispetto alla quale non è più possibile restare indifferenti. Se si pensa, ad esempio, che le posate monouso in plastica resistono 450 anni e si utilizzano solo per circa 20 minuti si capisce la portata del problema.

Parole d’ordine: ecologici e compostabili

Niente panico. Le alternative ecologiche alla plastica sono tante e alla portata. Carta, cartone e legno si utilizzano per confezionare il cibo ormai da decenni. E il mondo dell’ ‘eco packaging’ offre materiali vegetali che resistono in frigorifero e nel microonde e si decompongono in poche settimane; come la pla, plastica biodegradabile ricavata dall’amido di mais, e la bagassa, residuo della canna da zucchero, eccellente sostituto del polistirolo. Al posto delle stoviglie in plastica si potranno usare prodotti compostabili in carta e cellulosa ricavata dalla canna da zucchero. Per posate e cannucce si potrà optare per quelle in bambù e, nel caso delle posate, anche per quelle prodotte con fecola di patate, acqua e glicerina (resistono come le normali posate di plastica, non inquinano e si possono persino mangiare). Invece delle vaschette e dei recipienti di plastica si potranno scegliere contenitori in polpa di canna da zucchero e ceste sostenibili. E ancora, le inquinanti pellicole e i fogli di alluminio per confezionare frutta, formaggi e avanzi potranno essere sostituiti con carte cerate ecosostenibili e involucri in c’era d’api.

Dall’Inghilterra a Milano il vento sta già cambiando

La rivoluzione ecologica ha già i suoi orgogliosi pionieri: in Inghilterra il supermercato Thornton Budgens è uno dei primi market al mondo a utilizzare solo packaging di carta. E il fondatore assicura che questa rivoluzione senza plastica è possibile anche dal punto di vista economico. Deliveroo, la piattaforma inglese per le consegne on line a domicilio, mette a disposizione dei ristoranti partner in 12 Paesi stoviglie e confezioni ecosostenibili. Perfino Mac Donald’s, il colosso mondiale del fast food, ha deciso di sostituire le cannucce con quelle in carta, partendo dai suoi locali d’oltremanica.

Nel nostro Paese sempre più amministrazioni dal Nord a Sud dichiarano guerra alla plastica firmando decreti che cittadini, commercianti e turisti devono seguire per non incorrere in sanzioni. La città di Milano, insieme a Confcommercio Milano e Legambiente, ha da poco lanciato tra tutti i ristoranti, i bar, i negozi e i loro clienti la campagna “Milano Plastic free”, per ora nei quartieri Isola e Niguarda ma potrebbe presto estendersi ad altre vie. E Regione Lombardia sta valutando la proposta di eliminare la plastica da mense pubbliche e scolastiche e sagre.

A scegliere il cambio di marcia ‘green’ non è solo il mondo legato al cibo. L’azienda danese Lego ha annunciato che entro il 2030 i mattoncini e anche le confezioni saranno realizzati in materiale riciclabile (obiettivo per il quale ha investito circa 130 milioni e assunto un centinaio di esperti); diverse compagnie aeree hanno inaugurato i voli ‘plastic free’ e altre sono pronte a farlo come Ryanair. E persino lo sport ha abbracciato il cambiamento: i tubicini di plastica sono stati banditi dal torneo di tennis di Wimbledon e da diversi stadi di calcio e di cricket.

A Trescore Balneario c’è chi ha tracciato la strada da tempo

Nella nostra provincia c’è chi da tempo ha puntato sulla commercializzazione di questi prodotti. A Trescore l’azienda Bio Green Gate è stata tra le primissime aziende in Italia a puntare sul packaging biodegradabile per l’industria alimentare. Il fondatore, Adriano Ferrari, che viaggiava in tutto il mondo per lavoro, vide che in diversi Paesi si usavano bioplastiche e decise di importarle. Da quando nel 2016 è mancato è la moglie Maura Chiesa a portare avanti l’azienda, insieme alle figlie Elena, che si occupa dell’amministrazione, e Caterina, la più giovane, responsabile della comunicazione e dei social. “Come famiglia siamo sempre stati amanti della natura, del mare. Mio marito è stato lungimirante e i tempi ci stanno dando ragione” – dice Chiesa.
Tra i clienti ci sono realtà alimentari, diverse amministrazioni (a Chiuduno tutte le sagre sono 100% ‘green’), ma anche famiglie. Nello spaccio si possono acquistare per fare feste e take away.
“Per ora è una scelta filosofica – spiega Chiesa – I prodotti biodegradabili costano di più, ma lo smaltimento diventa più facile. Sono sempre scarti ottenuti dalla lavorazione della canna da zucchero, della polpa di mais, vanno tutti nell’umido e non rimane nulla”.
La scadenza del 2021 sta già dando i primi riscontri. “Da metà dell’anno scorso stiamo facendo molti preventivi, prima eravamo noi a cercare i clienti ora sono loro a farlo. Consiglio di non aspettare l’obbligo e di cominciare a capire come trattare gli articoli e negli acquisti di fare attenzione: spesso prodotti a basso costo nascondono prodotti di scarsa qualità e nell’usarli con le pietanze di rompono. I nostri prodotti sono tutti certificati”. 

da sinistra Elena Ferrari, Maura Chiesa, Caterina Ferrari