Non si arresta l’ondata di licenziamenti nel settore metalmeccanico. Sono quasi 1700 i licenziamenti nei primi due mesi dell’anno tra le medie e grandi imprese metalmeccaniche lombarde. Nello stesso periodo del 2014 furono 1378.
Nel solo mese di febbraio in Lombardia ci sono stati 585 esuberi fra le tute blu (nel mese di febbraio 2014 a perdere il lavoro furono in 851, fra operai e impiegati del settore metallurgico). “Con 1689 licenziati nel settore metalmeccanico non si può parlare assolutamente di ripresa” – afferma Mirco Rota, segretario generale della FIOM Cgil Lombardia”. Facendo una carrellata, soffermandosi sulle singole province, a fare la parte del leone è sempre il distretto industriale di Milano con 215 esuberi nel mese scorso (in flessione comunque rispetto al periodo analogo del 2014), seguono i territori di Brescia (78 licenziati, in linea con i dati dell’anno scorso), della Brianza (71), e del comprensorio bergamasco (dove c’è stata una sensibile diminuzione dei licenziamenti, benché il dato si presenti ancora consistente, alla luce dei 59 esuberi). A Varese la quota dei licenziati si dimezza, attestandosi sulle 40 unità complessive. Cifre con scostamenti minimi, indicativamente identiche quindi nel raffronto annuale per quanto riguarda i territori di Como (35) e Mantova (31). I licenziamenti aumentano invece a Lecco (32), ma calano a Lodi (1) e Pavia (16).