Un Paese con aliquote fiscali ridotte rispetto all’Italia, che agevola gli investimenti di chi crea posti di lavoro e nel quale potrebbe essere molto conveniente per le imprese italiane investire. Se ne è parlato in occasione di «Ungheria: una prospettiva per l’internazionalizzazione delle imprese», il convegno organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, ieri pomeriggio presso la sede di via Rotonda dei Mille. Occasione pensata per fare luce sulle potenzialità di investimenti delle imprese bergamasche in Ungheria, Paese dal Pil in crescita e con un trend positivo, in controtendenza rispetto al resto dell’Europa. Sebbene, infatti, il mercato ungherese non sia particolarmente esteso, esistono per l’Italia prospettive di sviluppo della propria presenza nel medio e lungo termine da non trascurare, soprattutto in campo manifatturiero. Vantaggi costituiti dalla posizione geografica strategica al centro dell’Europa, dalla possibilità di godere di incentivi fiscali e dal basso costo della manodopera qualificata. «L’internazionalizzazione – ha dichiarato Claudio Melegoni, consigliere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, delegato della Commissione “Diritto e Fiscalità Internazionale” – è una delle vie che, stante l’attuale crisi, ha consentito e consente a tante aziende italiane di migliorare i risultati economici e di permettere nuove opportunità di crescita. Certo, la ricerca di nuovi mercati internazionali richiede la conoscenza di tutti quegli elementi strettamente necessari per l’imprenditore per valutare la più opportuna decisione in tema di investimenti».
Da qui, l’importanza del tenere sotto controllo le evoluzioni del mercato, ponderando gli investimenti nel modo più conveniente. Le buone opportunità di business per le Pmi italiane in Ungheria, ad esempio, sono confermate dal continuo aumento delle esportazioni nostrane nel Paese che, oltre a settori quali la metallurgia (al primo posto con il 19,3%) e meccanica strumentale (15,2%), sta realizzando performance positive anche per i comparti elettrotecnica ed elettronica (11,5% del totale delle esportazioni), in crescita nel 2010 di 20 punti rispetto al 2009. Non solo: negli ultimi anni, il governo ungherese ha avviato un piano d’investimenti volto a promuovere le fonti rinnovabili e in particolare le biomasse che dunque diventano aree di mercato molto promettenti. E anche l’Unione Europea sta contribuendo alla modernizzazione del Paese: nell’ambito dei fondi stanziati per l’ammodernamento degli Stati membri meno avanzati, infatti, la Ue ha stanziato un fondo da 308 milioni di euro per creare a Budapest il Centro europeo per l’innovazione.
«L’incremento del Pil ungherese nel 2014 è stato superiore al 3% – ha specificato Melegoni – La crescita dovrebbe proseguire nel prossimo quadriennio: tra il 2015 e il 2018 l’aumento medio previsto è del 2,6%. Inoltre, di recente, il Governo ha adottato diverse misure a favore delle imprese e degli investimenti produttivi e il nuovo ciclo di fondi strutturali 2014-2020 destina all’Ungheria 34 miliardi di euro. Dunque, guardare all’Ungheria come opportunità di sviluppo e per migliorare la propria competitività può rilevarsi molto interessante». L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Bergamo, tramite la propria Commissione “Diritto e Fiscalità Internazionale” con il convegno di ieri ha proseguito la propria attività di formazione continua ai propri iscritti, che recentemente ha visto, dopo la pubblicazione della “scheda paese” relativa alla Repubblica Popolare Cinese, la proposta di un master sulle novità in tema di Fiscalità Internazionale.