Scendono le tasse sulle imprese, ma non per commercio e pmi

Scendono le tasse sulle imprese, ma non per commercio e pmi

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calcolatrice - fisco - tasseLe tasse sulle imprese sono diminuite quasi del 10% nel 2014 (9,9%) e il prelievo sulle aziende si è ridotto di 2,6 miliardi di euro. Questo sgravio fiscale vale due terzi delle risorse necessarie per abolire la Tasi sulla prima casa (3,5 miliardi) ed è arrivato con gli interventi sull’Ace, l’Aiuto alla crescita economica, e sull’Irap. Ha beneficiato di queste misure oltre un’impresa su due (il 57,3%) e una su tre ha giovato di entrambi i provvedimenti.

La notizia emerge da un working paper dell’Istat condotto sulla base di un nuovo modello di microsimulazione basato sulle dichiarazioni fiscali delle imprese per analizzare l’impatto delle recenti riforme della tassazione aziendale. E che guarda al 2014, cioè prima dell’arrivo di nuovi sconti, scattati nel 2015: la più sostanziosa riduzione dell’Irap, dalla quale può ora essere tolto il costo del lavoro, e la decontribuzione sui nuovi assunti con il jobs act.

In particolare, viene analizzato l’effetto sui conti 2014 di di tre misure: il potenziamento dell’Ace che permette di dedurre dalle imposte il rendimento nozionale del capitale, la più ampia deducibilità del costo del lavoro dell’Irap e il nuovo trattamento delle perdite introdotto nel 2011.

I costi per l’erario della deducibilità dell’Irap sono di circa 1,2 miliardi l’anno e portano a un taglio delle tasse del 4,5% per le imprese. L’Ace, invece, a quattro anni dalla sua introduzione, pesa sulle casse dello Stato per 1,4 miliardi (il 60% in più di quanto stimato nel primo anno di applicazione) e comporta un taglio delle tasse per le aziende del 5,4%. Questa misura, secondo lo studio, è «la più efficace per stimolare la crescita» e i suoi benefici si manifesteranno a pieno con l’arrivo dalla ripresa, ma già adesso riguardano sia le piccole imprese che le grandi. Al contrario, secondo gli autori, l’impatto del nuovo trattamento delle perdite è ridotto.

La recente riforma della tassazione porta vantaggi soprattutto per le imprese industriali e di medio-grande dimensione, i gruppi di imprese e quelle del Nord Italia. La percentuale dei beneficiari aumenta all’aumentare della dimensione aziendale facendo ipotizzare che per le realtà di maggiori dimensioni sia più facile approfittare delle opportunità di sconti fiscali legati all’accumulo di capitale o alle assunzioni. In generale, «la pressione fiscale rimane alta nel commercio e nelle imprese di piccole dimensione», mentre è più bassa per le realtà appartenenti a gruppi.