Le prime proposte delle Regioni italiane al Governo hanno subito centrato il problema dell’impatto del Coronavirus nel nostro Paese.
L’emergenza da un punto di vista sanitario è in questo momento in cima alla lista delle priorità del Governo che non bada a spese nell’individuare nuove corsie, anche nelle caserme, attrezzature per la respirazione assistita e personale medico e paramedico anche reclutando infermieri in congedo. Giusto così. Ne va della vita delle persone.
L’altra reale emergenza, quella economica, sembra riscuotere finora meno attenzione. Eppure in Lombardia e nel territorio di Bergamo la situazione è altrettanto critica.
Il decreto Legge 9/2020 emanato pochi giorni fa, ha infatti previsto lo slittamento delle scadenza di versamenti, contributi, ritenute e premi al 31 maggio per le imprese turistico ricettive, tour operator e agenzie di viaggio a livello nazionale. Un rinvio troppo corto per essere realmente efficace è per di più non esteso anche agli altri settori del commercio colpiti, bar e ristoranti in primis.
Anche la seconda previsione stabilita dal Decreto legge, la cassa in deroga per le imprese della Lombardia, prevede uno stanziamento di soli 135 milioni per l’intera Regione e limitata ad un mese di utilizzo. Unitamente a tanti punti ancora oscuri per la sua applicazione.
Non lo diciamo solo noi e i nostri imprenditori ma anche il documento ufficiale della Conferenza delle Regioni che “le misure messe in campo finora risultano insufficienti”.
Le Regioni e le Province autonome hanno ben individuato l’obiettivo di mantenere la continuità produttiva, sostenere la continuità nei flussi di approvvigionamento e di distribuzione, a sostegno della liquidità aziendale anche fuori l’area rossa. Dobbiamo cioè salvare il maggior numero possibile di imprese e di posti di lavoro.
Quello che è in atto è un vero e proprio corto circuito del flusso degli incassi. Le imprese hanno quasi azzerato gli introiti e non hanno i soldi per pagare le spese.
Per far riprendere l’economia serve produrre uno shock forte e contrario con un piano di investimenti poderoso e ben canalizzato. Occorre far riprendere investimenti e consumi pubblici velocemente, snellendo le procedure degli appalti. Qualcuno suggerisce di ripetere in grande l’operazione “Ponte Morandi” attribuendo poteri speciali. Inoltre è necessario sospendere subito il rimborso dei mutui e dei leasing e di ogni altro peso tributario per una anno, lasciando la liquidità alle famiglie e alle imprese.
Ad emergenza sanitaria finita dovremo quindi finanziare il rilancio del sistema fieristico, Made in Italy e del turismo e sostenere le imprese italiane per l’internazionalizzazione e l’innovazione.
Da quanto trapela il Governo è pronto a fare la sua parte con un secondo Decreto legge da emanarsi nei prossimi giorni che stanzierà i fondi necessari.
Tanti soldi speriamo, da spendere bene.