Confcommercio, sempre meno giovani acquistano l’auto

utn_auto.jpgL’auto resta un bene centrale negli spostamenti degli italiani, ma con una progressiva perdita di appeal come bene simbolo: sono 29 milioni le persone che, nel nostro Paese, si spostano quotidianamente per lavoro o per studio e più del 71% degli spostamenti per lavoro avviene con l’automobile. Ma l’auto è anche un bene più difficile da acquistare per i giovani: nel 2007 il 13,8% del mercato privato era appannaggio di utenti di età compresa fra i 18 e i 29 anni. A distanza di 8 anni questa quota è scesa all’8%: hanno pesato le crescenti difficoltà occupazionali e di accesso al credito. Di contro, già nel 2014 il 39% delle immatricolazioni riguardava persone con più di 50 anni di età e tra il 2008 e il 2013 il numero delle “patenti attive” nella fascia più anziana della popolazione è cresciuto del 50%. Auto, inoltre, “anziana” anche come parco circolante: sugli oltre 37 milioni di veicoli il 50% delle autovetture ha più di 10 anni di vita – il 30% tra Euro 0, 1 e 2 – con le inevitabili conseguenze sull’inquinamento. Sono elaborazioni di Federmotorizzazione Confcommercio che, a Milano, nella sede della Confcommercio milanese di corso Venezia, ha organizzato il convegno “Automotive: ripresa o ripresina?” con il mondo della distribuzione dell’automotive. Un’iniziativa realizzata in collaborazione con Assomobilità (Confcommercio Milano) e Quattroruote Professional (è intervenuto il direttore Gian Luca Pellegrini).

“Abbiamo lasciato sul campo in 7 anni – afferma Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione (e Assomobilità) – oltre 5 milioni di vendite di autoveicoli, riportando la dimensione delle vendite del comparto indietro di 35 anni”. Così come “gli occupati del settore, compreso l’indotto, si sono ridotti a 950.000 addetti dal milione e 250 mila del 2007. E i segnali di ripresa dei primi otto mesi del 2015 – più 6% (100mila unità vendute) con un incremento anche più vivace per i veicoli commerciali, +8,6% (6.464 unità vendute) – ancora non concorrono ad un recupero dei margini nel nostro settore. Occorre, da parte delle Istituzioni – prosegue Buongiardino – la dovuta attenzione per ottenere iniziative indirizzate al mercato. Ma un dato è invece incredibilmente in aumento: il prelievo fiscale. Nonostante le immatricolazioni (fino al 2014) si siano dimezzate, il gettito fiscale è cresciuto raggiungendo il 16,80% delle intere entrate tributarie nazionali. Come si può pensare – ha detto Buongiardino – ad una decisa ripresa del nostro settore – che rappresenta l’11% del Pil – senza incidere sul carico fiscale abbattendolo in alcune voci e senza immaginare sostegni per lo sviluppo? Quanta sicurezza in più per i cittadini vi sarebbe incentivando il rinnovo del parco automobilistico. E quanti vantaggi anche per le casse dello Stato: nei primi otto mesi di quest’anno sono stati immatricolati 1 milione di autoveicoli: alla fine dell’anno, con questo trend, lo Stato incasserebbe tra Ipt ed Iva circa 1,2 miliardi in più rispetto all’anno precedente”.

Il presidente di Federmotorizzazione ha poi sottolineato come occorra intervenire per eliminare la stortura dell’applicazione Iva sulle vetture usate che mina dalle fondamenta il concetto della trasparenza dell’Iva lungo tutti i passaggi fino all’utente finale” e ricordato come si debba seguire l’esempio di altri Paesi europei (dalla Francia, alla Norvegia, alla Gran Bretagna) con incentivi sui settori innovativi (ibrido, elettrico).

 

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