Commercio equo e solidale, la Lombardia pensa anche alle filiere locali

Commercio equo e solidale, la Lombardia pensa anche alle filiere locali

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Altromercato_3 (1)Dodicesima regione a farlo (dopo la Toscana che ha aperto la strada nel 2005, seguita da Abruzzo, Umbria, Liguria, Marche, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Puglia e Fruili Venezia Giulia), la Lombardia ha la propria legge sul commercio equo e solidale, che, alla vigilia dell’apertura dell’Expo, riconosce e sostiene le organizzazioni e promuove la tutela di venditori e consumatori. L’ha approvata all’unanimità il Consiglio regionale nella seduta del 21 aprile.

La legge definisce soggetti e prodotti che potranno beneficiare di contributi e fissa alcuni requisiti fondamentali che riguardano il prezzo equo dei prodotti, il miglioramento degli standard ambientali della produzione, la trasparenza della filiera e una serie di doveri a carico del produttore (condizioni di lavoro sicure, equa retribuzione, rispetto dei diritti sindacali). Il testo ha recepito diverse sollecitazioni contenute in un precedente progetto di iniziativa popolare che aveva raccolto 7.780 firme. Particolarità della legge lombarda è l’attenzione anche ai prodotti della filiera corta regionale.

Le nuove norme prevedono iniziative culturali e azioni di sensibilizzazione, attività di formazione anche nelle scuole, azioni nel campo della cooperazione, fiere periodiche, fondi di garanzia da parte di banche etiche per i progetti di queste organizzazioni. L’Aula ha anche approvato un emendamento per garantire al consumatore informazioni sulla ripartizione dei prezzi lungo la filiera. Le cooperative del settore potranno inoltre iscriversi nell’albo ad hoc previsto dalle norme per la cooperazione in Lombardia e in materia di volontariato, associazionismo e mutuo soccorso. Sarà istituita una Consulta regionale che si occuperà dell’attuazione della legge, di favorire reti locali e promuovere iniziative e verrà promossa e organizzata “la giornata regionale del commercio equo e solidale”.

Il commercio equo e solidale conta in Europa oltre 70mila punti vendita. In Lombardia sono 60 i soggetti operanti in questo canale per un totale di 13.000 soci, 150 punti vendita e un fatturato annuo di quasi 18 milioni di euro, che la colloca il primo posto a livello nazionale. I volontari impegnati nelle botteghe lombarde sono 2mila e circa 300 sono gli addetti regolarmente retribuiti. Per i progetti da realizzare con questa legge la Regione ha messo a diposizione 100.000 euro.

«A differenza delle leggi approvate in altre undici Regioni italiane – ha spiegato Agostino Alloni (Pd), relatore del provvedimento,  la novità di questo provvedimento consiste nel fatto che non sosteniamo solo prodotti in arrivo dal Terzo mondo ma promuoviamo anche la filiera corta lombarda di qualità».

Il provvedimento arriva non solo nell’anno dell’Expo, ma anche in quello che ha assegnato a Milano il titolo di capitale globale del Commercio Equo e l’organizzazione della World Fair Trade Week, che dal 23 al 31 maggio porterà nel capoluogo lombardo l’Assemblea globale di WFTO, produttori del fair trade da tutto il mondo, eventi culturali e la Fiera “Milano Fair City”. Quest’ultima, in particolare, viene annunciata come l’evento più importante mai realizzato dalle Organizzazioni di Commercio Equo a livello globale, con oltre 200 espositori tra cui 60 produttori provenienti da 29 Paesi.

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