Commercio al dettaglio, a Bergamo ancora col segno “più”

Commercio al dettaglio, a Bergamo ancora col segno “più”

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La produzione industriale di Bergamo è cresciuta tra aprile e giugno (+0,2 nel trimestre), ma le oscillazioni irregolari degli ultimi trimestri, con alternanza di variazioni marginali più o meno intorno allo zero, evidenziano un’intonazione ancora debole della ripresa, con un lieve divario (-0,4) rispetto a un anno fa. È quanto emerge dall’analisi della congiuntura economica al secondo trimestre 2015 effettuata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Bergamo, che evidenza però come il risultato medio regionale, che può contare su un errore campionario minore, descriva un più coerente ciclo di moderata ma crescente espansione (+0,7 nel trimestre, +1,9 su base annua) con variazioni in entrambi i casi in accelerazione.

Messa in conto la minore affidabilità statistica del campione provinciale, si osserva nell’industria di Bergamo una divaricazione ampia tra i settori (influenzata anche dalle tipologie, domestiche e internazionali, dei mercati di sbocco delle diverse filiere). In particolare la meccanica bergamasca, che copre quasi la metà delle risposte del campione provinciale, continua a inanellare da tempo risultati molto positivi e con un’accelerazione della dinamica tendenziale: l’ultima variazione segna un progresso di oltre 6 punti percentuali sui livelli dello stesso periodo del 2014. E buoni risultati si vedono anche nell’ultimo trimestre della gomma-plastica (+5,2%). Gli altri due settori in crescita tendenziale, come nella rilevazione precedente, sono chimica e industria alimentare. Risultano in calo i minerali non metalliferi, la siderurgia, i mezzi di trasporto, pelli-calzature, tessile (positivo nel trimestre precedente), abbigliamento, carta-editoria e industrie varie.

L’insieme dei restanti indicatori del ciclo provinciale dell’industria conferma il consolidamento della fase di ripresa in corso: il saldo tra segnalazioni di crescita e diminuzione della produzione resta positivo (con oltre il 36% delle imprese in “forte” aumento tendenziale); il fatturato cresce, poco ma costantemente, grazie alle vendite all’estero ma anche a una risalita della domanda interna; gli ordini sono in ascesa, anche se la dinamica congiunturale di quelli esteri è modesta.

Sul versante occupazionale si confermano segnali moderatamente positivi (+0,3% nel trimestre) e una riduzione del divario sui livelli dell’anno scorso. L’utilizzo della Cassa integrazione (destinata in futuro ad essere progressivamente sostituita dai nuovi istituti e indennità di disoccupazione) è in lenta riduzione.

Nonostante un quadro internazionale in cui si sono recentemente moltiplicati rischi e incertezze, le aspettative delle imprese industriali sono ottimistiche e in miglioramento per produzione e occupazione; ancora largamente positive, seppur ridimensionate, per la domanda estera; e solo di poco negative per la stessa domanda interna.

L’artigianato manifatturiero torna a flettere in negativo (-1,8 nel trimestre, -1,4 su base annua). Anche in questo caso le oscillazioni della serie recente suggeriscono cautela nella lettura del dato locale, tanto più se si considera che il risultato complessivo del campione regionale è positivo (+0,8 nel trimestre, +1,6 sull’anno) e che lo stesso saldo provinciale tra aziende in crescita e in contrazione migliora per il terzo trimestre consecutivo. Sono in flessione le dinamiche di fatturato, occupazione e aspettative dell’artigianato bergamasco.

Buoni segnali provengono da commercio e servizi, a conferma di una moderata ripresa dei consumi interni.

Nel commercio al dettaglio un aumento del +1,7% delle vendite complessive su base annua, confermato anche dalla dinamica regionale (+1,6%), non si vedeva da tempo. Le vendite nel settore alimentare tradizionale (con debole copertura campionaria a livello provinciale) sono invece negative: -3,7% a Bergamo, -0,9% in Lombardia.

Nel non alimentare Bergamo cresce del +2,4% contro un dato lombardo del +1,4%, entrambi in miglioramento.

Il giro d’affari nel commercio al dettaglio non specializzato, corrispondente in linea di massima alla grande o media distribuzione, è in crescita sia a Bergamo (+1,9%) che in Lombardia (+2,3%). Per la prima volta dal 2010, le imprese commerciali che segnalano un aumento tendenziale delle vendite prevalgono su quelle in difficoltà.

I prezzi sono segnalati in aumento nel trimestre a Bergamo (+1%), così come in Lombardia (+0,7%).

Le aspettative sono timidamente positive ed il numero degli addetti delle imprese risulta in crescita (+0,7%), anche se non nelle imprese di maggiore dimensione.

Incoraggianti i dati provenienti dai servizi: il giro d’affari è in modesta crescita (+0,3%) a Bergamo (lo è già da tempo in Lombardia, che segna +1,5%) e anche le imprese dei servizi vedono prevalere le segnalazioni positive su quelle negative. Buoni i dati relativi all’occupazione, in peggioramento le aspettative.

Per quanto riguarda i comparti, la variazione tendenziale del volume d’affari è pari a +0,1% nel commercio all’ingrosso (in Lombardia +2,6%), a +1% per alberghi e ristoranti (in Lombardia +1,3%), a -2,2% nei servizi alle persone (in Lombardia +1,2%) e a +0,5% nei servizi alle imprese (+1,3% in Lombardia).

I prezzi dei servizi risultano in aumento nel trimestre a Bergamo (+0,3%) e in Lombardia (+0,3%). L’occupazione nel complesso dei servizi cresce a Bergamo dell’1,1% e in Lombardia dell’1,2%.

Le prospettive per il volume d’affari e l’occupazione nel trimestre successivo formulate dalle imprese di servizi di Bergamo sono in ripiegamento.

Infine, nelle costruzioni sembra confermarsi a livello regionale, e anche nel più esiguo campione provinciale, un lento progressivo miglioramento.