Assalto a Curnis, l’Ascom: “La sicurezza è una priorità”

CurnisL’assalto con un’auto ariete alla gioielleria Curnis, avvenuta nella notte  tra domenica e lunedì, riaccende sia l’allarme sicurezza in città sia la preoccupazione dei commercianti: «Siamo vicini ai titolari della gioielleria e capiamo benissimo il senso di impotenza che stanno vivendo, che è simile a quella di tutti coloro che subiscono un’azione così violenta» afferma Oscar Fusini, vicedirettore di Ascom Bergamo. «Questa è la seconda spaccata che si è verificata nel centro città e nella zona del Quadriportico nel giro di pochi mesi» continua Fusini.

Da questa preoccupazione nasce l’invito da parte di Ascom Confcommercio Bergamo alla Pubblica Amministrazione perché affronti con tempestività e efficacia la questione . «Bisogna favorire quegli strumenti in grado di tutelare le attività commerciali nei centri storici, per questo chiediamo al Comune che vengano rivisti i regolamenti per il posizionamento dei pilomat antisfondamento su suolo pubblico, in modo da poter proteggere le vie e le attività durante le ore notturne. La sicurezza è una priorità sulla quale è necessario agire» spiega Fusini.


Piazza Mascheroni, Zenoni: “Spazio anche a promozioni commerciali”

Piazza mascheroni“Con la pedonalizzazione di Piazza Mascheroni, in Città Alta, la perdita di circa 35 posti auto dedicati ai residenti è stata compensata dalla creazione di un pari numero di posti sul viale delle Mura, sul lato Seminario. Al riguardo, é stato richiesto un controllo intenso da parte della polizia locale sui nuovi posti riservati, in modo da garantire la loro disponibilità effettiva ai residenti”. La puntualizzazione arriva dall’assessore alla Mobilità del Comune di Bergamo, Stefano Zenoni, in risposta all’interrogazione scritta presentata da Andrea Tremaglia. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia chiedeva un bilancio dell’intervento di pedonalizzazione e, soprattutto, delucidazioni sulla destinazione della piazza che “non deve avere solo uno scopo estetico, ma anche funzionale e di senso”.

Zenoni ha affermato che “la scelta di spostare in Piazza Mascheroni il mercato del venerdì mattina è derivata proprio dalla necessità di ridurre ancor di più i disagi per i residenti, costretti fino a pochi mesi fa a ricordarsi di liberare Piazza Cittadella il giovedì notte e il venerdì mattina per il suddetto mercato”. “Non capisco fino in fondo invece il Suo esplicito riferimento ai disagi arrecati ai commercianti – aggiunge Zenoni rispondendo a Tremaglia – visto e considerato che su quella piazza affacciano solo pubblici esercizi (bar, ristoranti, gelaterie) e che non sono stati ridotti i posti a rotazione (bianchi o blu che siano), in quanto non presenti, ma solo posti per i residenti, i quali, per ragioni di vicinanza, possono tranquillamente servirsi di quegli stessi esercizi comodamente a piedi”.

Quanto alla destinazione della piazza, Zenoni nel rimarcare che “bellezza artistica e monumentale siano ragioni sufficienti per giustificare la sua pedonalizzazione” non esclude affatto che “da oggi in poi la piazza possa essere utilizzata per altri scopi, quali eventi culturali e musicali, installazioni artistiche, nonché iniziative di promozione commerciale di qualità. Sono sicuro che la città saprà imparare ad “usare” questa piazza nel modo migliore possibile”.


Sosta vietata davanti alla Carrara. “Salvi” i posteggi per i clienti dei negozi

accademia-carraraE’ scattato da ieri il divieto di sosta in piazza Carrara: nella giornata di mercoledì i tecnici di ATB Mobilità e del Comune di Bergamo hanno installato la segnaletica verticale definitiva che sancisce una nuova stagione per la mobilità dell’area antistante la Gamec e l’Accademia Carrara.

Le migliaia di persone che nei prossimi mesi si spera affolleranno la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea per la grande mostra di Palma il Vecchio, nonché l’Accademia Carrara in riapertura a fine aprile, potranno così vedere una piazza liberata dalle auto. L’Amministrazione prevede per il prossimo anno di intervenire ad una riqualificazione completa della piazza, dalla pavimentazione al verde.

Da un punto di vista della sosta i cambiamenti degli ultimi mesi generano un’operazione a saldo positivo, con un innalzamento dei posti auto disponibili in zona.

I 20 posti auto regolari per i residenti che esistevano fino a ieri in piazza Carrara sono stati recuperati sul piazzale antistante il PalaNorda, rendendo appannaggio dei residenti circa 35 stalli di sosta fino a ieri a pagamento. La riduzione di questi posti blu, usati prevalentemente dai clienti dei negozi e degli esercizi della zona di Santa Caterina, è ampiamente compensata dal nuovo parcheggio convenzionato di circa 100 posti su Via Pitentino, aperto a dicembre 2014, a cui si aggiungono i 208 posti in struttura esistenti all’interno dello “storico” PredaParking, sito nella stessa via. Sempre in Via Pitentino sono comunque rimasti una ventina di posti a rotazione a lato della strada.


«Tra auto in sosta e sottopasso, la stazione resta un caos»

sottopasso stazione bergamoBuongiorno direttore

sono un pendolare, uno dei tanti che ogni mattina approda alla stazione di Bergamo per andare al lavoro. I problemi dello scalo cittadino li conosciamo un po’ tutti, quasi annoiano. Ora, però, all’ennesima puntata sull’arredo della piazza mi sono chiesto: ma chi ci amministra i problemi li vede? Vengo al dunque. Ogni volta che piove e che la mia compagna viene a prendermi in auto alla stazione è un caos. Come è possibile avere quattro parcheggi in croce nell’area kiss and ride a fronte di un’affluenza così elevata di viaggiatori in orari cruciali? È evidente che non può funzionare. Va un po’ meglio quando si accompagna l’amico o il parente, molto meno quando lo si va a prendere, specie se piove o ci sono ritardi dei treni. Basta fare un giro in stazione, la sera, all’arrivo delle corse più affollate per vedere quante auto sono alla disperata ricerca di un punto di sosta. Era meglio prima. Forse il piazzale era più brutto, ma era sicuramente più funzionale.

L’altro problema è il sottopasso. Hanno costruito gli ascensori al centro del tunnel restringendo gli spazi di circolazione. Ebbene, la mattina è una bolgia e se si ha la valigia è davvero dura. Il problema è che il tunnel va ai binari ma va anche al sottopasso che sbuca in via Gavazzeni, quindi pendolari e studenti si accalcano nello stesso spazio. Domanda: è così difficile immaginare un ingresso separato per gli studenti che vanno al polo scolastico? Grazie per l’attenzione.

Lettera firmata

 

stefano zenoni assessore bergamoConsapevole di entrambi i disagi segnalati dal nostro lettore, l’assessore alla Mobilità di Bergamo Stefano Zenoni può dare rassicurazioni sul primo «Sull’area kiss and ride – dice – c’è già l’impegno a mettere mano. È uno snodo che probabilmente è stato sottovalutato in passato. Si incrociano le auto di chi carica e scarica i passeggeri della stazione ferroviaria, i taxi, gli autobus urbani ed è anche l’accesso alla stazione dei servizi extraurbani. È indubbio che serve una nuova organizzazione, ma non sarà un intervento così immediato. Stiamo ragionando infatti con l’Atb su una sistemazione sostanziosa (nell’ambito della quale rientra anche il progetto di totem segnaletici e monitor al servizio di cittadini e turisti presentato nei giorni scorsi, occasione nella quale l’assessore ha risposto a questi quesiti ndr.) e non ci è sembrato il caso di far partire il cantiere in estate». «Tra le soluzioni – ricorda – c’è anche quella di prevedere la sosta gratuita per i primi 15 minuti nel parcheggio che sarà realizzato da Metropark tra la stazione della Teb e i binari della ferrovia». «Ciò che cercheremo di fare nel frattempo – annuncia – è spostare almeno una delle interferenze, per esempio trovando una diversa via d’accesso per gli autobus della Sab».

Sul problema dell’affollamento del sottopasso invece il Comune non può intervenire. «L’area fa capo a Centostazioni – ricorda Zenoni – , che ha progettato e realizzato la ristrutturazione. In effetti, con la collocazione degli ascensori per l’accesso ai binari lo spazio si è ristretto ed è aumentato il rischio di intasamento. Diciamo che il progetto è stato “parsimonioso”, ma grandi soluzioni con questa struttura non ne vedo. La vera alternativa sarebbe realizzare un secondo sottopasso verso via Gavazzeni al di fuori della stazione, per chi non arriva o sale sul treno ma deve semplicemente attraversare l’area». 

 


Littizzetto a Bergamo parla di affido

littizzettoDopo due anni di lavoro, si è concluso nel mese di febbraio 2015 il progetto “Mi accolgo, ti accolgo” che il Comune di Bergamo – in partnership con l’Ambito territoriale 1, l’Asl di Bergamo, il Consorzio Sol.Co Città aperta, l’Istituto Palazzolo – ha realizzato grazie al finanziamento della Fondazione Cariplo di Milano.

Martedì 31 marzo l’Auditorium di piazza della Libertà sarà scenario dell’evento di chiusura del progetto: madrina della giornata sarà la celebre Luciana Littizzetto che, intervistata da Max Pavan, narrerà la sua esperienza d’affido. Sarà il culmine del lavoro di sensibilizzazione all’affido e all’accoglienza che il Comune di Bergamo ha avviato in modo integrato negli ultimi due anni proprio grazie al progetto Mi accolgo, ti accolgo.

Il progetto si è occupato dell’istituto giuridico dell’affido familiare in modo originale ed innovativo, promuovendone la conoscenza e la diffusione e stimolando la riflessione sulle possibilità e sulle potenzialità di accoglienza che le famiglie e le comunità possiedono. Grazie al progetto, il Comune di Bergamo ha potuto inoltre raccogliere la disponibilità all’accoglienza leggera di 37 nuove famiglie, essere contattato per informazioni da 58 famiglie e coinvolgere 43 nuove famiglie in percorsi di carattere informativo, costituire due gruppi di famiglie affidatarie che si sono incontrate regolarmente – 10 incontri all’anno per ciascun gruppo – durante tutta la durata del progetto e avviare un Servizio Affidi e Accoglienze Familiari di Ambito comprendendo oltre al Comune di Bergamo, i comuni di Orio al Serio, Ponteranica, Torre Boldone, Sorisole, Gorle. Questi obiettivi sono stati raggiunti grazie al lavoro di rete tra le diverse realtà coinvolte, pubbliche e del privato sociale. La collaborazione e la sinergia tra i diversi attori, la sensibilizzazione ai territori, il sostegno alla genitorialità, la formazione degli operatori, il sostegno dato all’emergere delle risorse di cui le famiglie sono portatrici, sono stati i fattori che hanno garantito i positivi esiti del progetto.


Bergamo perde un altro negozio storico. Chiude Fratelli Rossetti

Fratelli Rossetti - CopiaUn altro negozio storico e prestigioso abbandona via XX Settembre. E per la Bergamo del commercio è un altro duro colpo da incassare. Il 21 di marzo, dopo circa 30 anni di ininterrotta attività, chiude “Fratelli Rossetti”, noto brand di calzature, con negozi in Italia e all’estero, fondato nel 1953 dal genio visionario di Renzo Rossetti a Parabiago, vicino a Milano, e oggi nelle mani della seconda generazione, i fratelli Diego, Luca e Dario. Le quattro dipendenti del punto vendita hanno ricevuto la lettera di licenziamento e ora sono in corso trattative sindacali.

La decisione di chiudere pare sia dettata più da una precisa strategia aziendale che dalla crisi, che pure è stata avvertita. A conferma di ciò la scelta di cessare anche le attività dei punti vendita di Bari (2014) e di Firenze (2103) e di focalizzare contestualmente gli sforzi sui mercati esteri. A Bergamo, la Fratelli Rossetti ha già firmato l’accordo per affittare i locali, di proprietà. Il tempo di adeguare il tutto e subentrerà la catena Pandora, gioielleria già presente a Bergamo con un punto vendita anche a OrioCenter.


Bergamo, il totem che aiuta a trovare i defunti

Totem cimiteroUn nuovo terminale interattivo all’ingresso del ‪Cimitero Monumentale di ‪Bergamo, che consente l’accesso al ‪database dei servizi cimiteriali del‪‎ Comune di Bergamo: più funzioni, una tastiera autonoma, una migliore tenuta alle intemperie e la possibilità di stampare la mappa del cimitero e i risultati delle ricerche dei defunto.

“La messa online dell’intero database dei servizi cimiteriali lo scorso 2 novembre – spiega l’assessore Giacomo Angeloni – è stato solo il primo passo verso un miglioramento dei servizi all’interno del Cimitero Monumentale di Bergamo. L’aver messo finalmente a regine il terminale all’ingresso, dotato anche della possibilità di stampare le informazioni richieste, rappresenta un servizio importante viste le numerose richieste in questo senso da parte di coloro che vengono a far visita agli oltre 65.000 defunti del Cimitero Monumentale”.

Il Cimitero Monumentale nacque dalla decisione del Consiglio Comunale, presa nel 1886, di sopprimere i tre campisanti già esistenti per accorparli in un’unica struttura. Fu Ernesto Pirovano, architetto milanese, a scegliere una riqualificazione in senso monumentale a partire dalla conclusione del viale di accesso dalla città, grazie all’imponenza della soluzione del corpo d’ingresso sovrastato dal Famedio e allo stile solenne e originale.


Gori: “Lega e destra tra i primi a mettere in difficoltà il territorio”

Giorgio GoriIl sindaco di Bergamo, Giorgio Gori,

è intervento all’evento “Comuni fra tagli,

riforme e ripresa” promosso dall’Anci a Bergamo.

A seguire il testo integrale

 

“Di questi tempi, ammettiamolo, il governo non è particolarmente popolare tra i sindaci. Che il bonus degli 80 euro sia stato in parte finanziato a spese dei Comuni – 9,6 milioni di euro il calcolo per quelli bergamaschi – non è stato apprezzato, per usare un eufemismo. E l’opposizione – segnatamente la Lega – su questo prova a costruire una vera e propria campagna di “rivolta dei sindaci” contro il Governo Renzi. Personalmente ritengo non ne abbia alcun titolo.

Per quanto riguarda i comuni, i numeri sono infatti inequivocabili.

 

Le manovre dal 2008 in avanti valgono, cumulate, 13,8 miliardi nel 2015. Di questi, la gran parte (8,7 miliardi, pari al 62% del totale) sono ascrivibili alle manovre del governo Berlusconi sostenuto dalla Lega Nord; altri 4,1 miliardi al governo Monti; 275 milioni al governo Letta; 863 milioni al governo Renzi, che però – va detto – ha attribuito ai comuni risorse significative per l’edilizia scolastica (sotto forma di contributi e/o di allentamenti del patto) e ha rifinanziato e stabilizzato molti fondi sociali destinati agli enti locali, a partire dal fondo nazionale politiche sociali.

Non credo quindi che i nostri amici della Lega e della destra possano intestarsi una battaglia per la difesa del territorio, quando sono stati i primi che l’hanno messo in fortissima difficoltà.

E’ vero che il governo Renzi ha ridotto le risorse locali con il DL 66 e con il taglio del fondo di solidarietà della Legge di stabilità 2015, ma ha anche allentato come mai era avvenuto prima il patto di stabilità.

Il problema, semmai, è COME questo allentamento viene declinato.

Attenzione amici dell’Anci!

La riforma del Patto di stabilità sfociata nell’intesa del 19 febbraio scorso in Conferenza Stato-Città e autonomie locali introduce nuovi criteri per il calcolo del patto di stabilità, del tutto sconnessi dagli elementi di virtuosità fino ad oggi sperimentati.

Già nella versione definitiva della legge di stabilità il promesso sollievo del 70% sul patto di stabilità per i comuni è stato abbassato (con l’accordo dell’ANCI) al fine di non penalizzare i comuni che presentavano residui attivi di dubbia o nulla esigibilità in misura notevole (e questo per un comune virtuoso che non ha in bilancio residui attivi “fasulli” ha significato una penalizzazione).

Nella nuova intesa la capacità di riscuotere i crediti e le entrate con puntualità viene ridotta nel peso nella determinazione dell’obiettivo (conta per il 40%), mentre viene introdotta una correzione a favore degli enti che nel periodo 2009-2013 (o 2012, a seconda della disponibilità del dato) hanno ridotto la spesa corrente.

Ora, è chiaro a tutti che livello di spesa è collegato ai servizi a favore dei cittadini e alla capacità di finanziarli. Ridurre la spesa corrente non è dunque un criterio di merito, in assoluto. Accade così che un comune attento a riscuotere le proprie entrate e con buone capacità di fornire servizi si trovi ulteriormente penalizzato.

Per il Comune di Bergamo, questo si traduce in un peggioramento dell’obiettivo di patto da 3,5 a circa 7 milioni di euro: il doppio.

…anche qui, purtroppo, col placet dell’ANCI.

Ma andiamo avanti. Perché oggi, più che dei Comuni, vorrei che si parlasse delle Province.

Come credo tutti sappiate il quadro in questo caso è drammatico.

Le manovre dal 2008 in avanti valgono, cumulate, 5,5 miliardi nel 2015. Di questi, 2,3 miliardi (42% del totale) derivano dal governo Berlusconi; 1,7 miliardi dal governo Monti; 69 milioni dal governo Letta; 1,5 miliardi (che salgono a 2,5 miliardi nel 2016 e 3,5 miliardi nel 2017) al governo Renzi.

A fronte di questi tagli, l’ultimo, quello introdotto dall’ultima legge di Stabilità, le Province sono tutte condannate al dissesto – se non quest’anno certamente nel 2016 o l’anno successivo.

Lo dico senza giri di parole: la manovra sulle province e città metropolitane è senz’ombra di dubbio il punto più critico della Legge di stabilità 2015 e rischia di compromettere l’attuazione della riforma Delrio, con pesantissime conseguenze sui servizi essenziali rivolti ai cittadini.

C’è un problema Lombardia, in particolare.

Se in altri casi si è scelta la strada della restituzione alle Regioni di tutte le precedenti deleghe – al netto delle funzioni fondamentali fissate dalla legge -, per poi contrattare con le Regioni i nuovi affidamenti, in modo che a ciascuna delega corrisponda adeguata copertura finanziaria, in Lombardia scontiamo la melina della Giunta Maroni, che nel suo lasciare tutto “com’era” si sta assumendo la responsabilità di portare dritte al default le province lombarde.

I tagli della legge di stabilità non sono infatti conciliabili con il lasciare “tutto com’era”. E’ una scelta cinica e opportunistica, che saranno i cittadini a pagare.

Io credo che i Comuni lombardi non possano assistere a tutto questo senza farsi sentire.

Intanto perché sono loro gli azionisti dei nuovi organismi di Area Vasta. E poi perché dividere il destino di comuni e province è impossibile. I cittadini che rischiano la vita per colpa delle buche che la provincia non ripara sono i nostri cittadini, sono nostre le famiglie degli studenti disabili e nostri i lavoratori che rischiano di vedersi tagliato il trasporto pubblico per mancanza di fondi. Per fare solo qualche esempio.

Con le province ad un passo dal dissesto chi rischia di pagare un conto altissimo è il territorio, che tra tagli ai comuni e alle province, riforme delle camere di commercio e delle banche locali rischia di vedersi privato di asset e risorse fondamentali.

E’ fuori discussione che le scelte promosse dal Governo, dalla Delrio alle riforme delle istituzioni territoriali, sono figlie delle cattiva amministrazione di molti territori (non questo) e della miopia di classi dirigenti locali che troppo spesso si sono arroccate in difesa rifiutandosi di promuovere e governare a tempo debito processi seri di autoriforma. Vale per le province, così come per le camere di commercio o i piccoli comuni o le banche popolari: tutti nodi su cui stiamo pagando gli eccessi di conservatorismo del passato.

Ma l’idea di un cambiamento che indebolisce i territori non ci convince.

Se leadership nazionale e leadership locali agissero di concerto potrebbero cambiare davvero, in profondità, il nostro Paese. Temo al contrario che l’indebolimento del territorio possa in qualche misura minare il processo di riforma che a livello nazionale abbiamo ambiziosamente intrapreso.

Se tutto questo è vero, il punto è come ciascuno di noi si pone, ognuno per il suo ruolo, di fronte al dissesto quasi inevitabile dei nuovi enti di Area vasta e le relative conseguenze per i cittadini.

Io non ho la risposta, ma credo che una risposta vada rapidamente trovata, se non vogliamo che questa cosa ci caschi addosso come una slavina.

Non è più, per capirci, un problema dell’UPI: è un problema dell’ANCI, anzi, IL PROBLEMA principale che l’ANCI ha davanti a sé.

E non solo dell’ANCI. Tra gli enti locali e governo c’è il Parlamento.

La rappresentanza lombarda alla Camera può contare su quasi 50 deputati e questo potrebbe essere uno dei momenti più opportuni per far valere congiuntamente e trasversalmente il loro peso.

Sanzioni per lo sforamento del patto, personale, risorse: c’è bisogno di misure urgenti che arginino il tracollo dei bilanci delle Province.

C’è bisogno di indirizzi generali, che sottraggano ai governi regionali la discrezionalità che consente loro di applicare la nuova normativa a proprio esclusivo vantaggio.

E’ c’è bisogno di un orizzonte, che per quanto riguarda questo territorio, esattamente come quello di Brescia, non consente di immaginare la scomparsa di un livello di governance intermedio, tra la sterminata frammentazione dei nostri Comuni e gli uffici di Palazzo Lombardia.

Per me, per molti di noi, questo livello – NECESSARIO – si chiama area omogenea, a condizione che si tratti di un livello istituzionale vero, con funzioni, risorse e adeguati meccanismi di governance – con la Provincia in ogni caso investita del compito di coordinamento delle aree omogenee e delle essenziali, inevitabili, funzioni di area vasta.

L’alternativa è il caos.

Queste cose nella Delrio non ci sono, o meglio ci sono per le sole province montane, il che rende l’omissione ancora più inspiegabile e paradossale. Ma si tratta di mancanze che la politica, se vuole, può correggere.

So che non è facile, ma chiedo all’ANCI e alle nostre rappresentanze parlamentari di non dare per persa la partita, di non alzare bandiera bianca. Il fallimento delle province è una minaccia GRAVE per i comuni e per i cittadini, soprattutto per quelli lombardi.

Mi auguro che se ne prenda adeguata consapevolezza e si agisca di conseguenza.”

 

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo


Stazione di Bergamo, il piazzale non spiazza più

totem stazione BergamoCittà alta e lì davanti ed è insieme biglietto da visita e punto di riferimento. Molto più difficile, per chi per la prima volta arriva nell’area della stazione di Bergamo capire in che direzione muoversi per raggiungere la propria meta, che sia il borgo storico o un quartiere, l’aeroporto, l’ufficio di informazioni turistiche o uno dei paesi della provincia. A dare una mano ci saranno tra qualche mese cinque totem con le indicazioni per orientarsi, collocati sul piazzale, alla stazione delle autolinee e nei pressi della stazione Teb. Tre di questi (due sulla piazza e quello alle autolinee) saranno anche dotati di monitor e metteranno a disposizione informazioni ulteriori, in primis quelle relative alla mobilità (orari, tariffe, condizioni del traffico, agevolazioni, tempi di attesa, taxi, servizi di noleggio di auto e biciclette), ma con la possibilità di ampliare il campo, anche grazie al fatto  che si sviluppano sull’ecosistema digitale E015, nato per favorire la condivisione e ottimizzare le informazioni in chiave Expo.

L’intervento è stato licenziato dalla Giunta comunale e sarà realizzato da Atb Mobilità. «Il progetto – ha ricordato il direttore generale dell’Atb Gianni Scarfone – nasce da uno studio più ampio commissionato alla società internazionale di consulenza in tema di trasporti Steer Davies Gleave ed è un contributo alla soluzione di un nodo per l’area, quello della razionalizzazione dei flussi di passaggio». Il capitolato di spesa è di 140mila euro e la prossima settimana si aprirà la gara tra le imprese per la realizzazione dei totem. «L’iter della procedura pubblica di assegnazione è di circa due mesi – ha ricordato Scarone -, dopo di che l’installazione non dovrebbe richiedere tempi lunghi, trattandosi di interventi senza particolari criticità. Non saremo pronti per l’apertura di Expo a maggio, ma di certo poco dopo». Di un altro passo avanti per Atb Mobilità, che sta anche realizzando il sistema di informazione per indirizzare verso i parcheggi con posti liberi, ha parlato il presidente Atb Alessandro Redondi, sottolineando come i totem non siano funzionali solo ad Expo «ma in prospettiva dei flussi turistici che interesseranno Bergamo anche dopo e naturalmente utili a migliorare l’informazione agli stessi cittadini. Con la possibilità ulteriore di interfacciarsi con l’aeroporto, il bike e il car sharing realizzando un’informazione ancor più integrata».

«Cinque totem con segnaletica e informazioni sulla mobilità indirizzeranno i flussi pedonali. Un progetto di Atb del valore di 140mila euro Con i totem – ha invece affermato l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni – in piazzale Marconi si attua davvero quel polo intermodale che era nei piani ma non si era ancora realizzato del tutto. Insieme ai lavori di riallestimento architettonico secondo il progetto dell’architetto Ines Lobo, le segnaletiche di indirizzamento dei flussi pedonali daranno vita a quella grande stazione a cielo aperto che è nella nostra visione, dove confluiscono ferrovia, autobus di città, Teb, servizi extraurbani e taxi».


Sfilata di Mezza Quaresima, al rogo il vecchio gasometro

il tavolo dei relatori DucatoQuesta’anno il Ducato di Piazza Pontida manderà al rogo al il vecchio gasometro di Bergamo, l’area ormai abbandonata da tempo situata dietro la stazione ferroviaria. Il tema del Rasgamènt de la Egia è stato illustrato contestualmente alla presentazione della sfilata di Mezza Quaresima, presenti il Duca Mario Morotti “Smiciatöt”, il Duca emerito Bruno Agazzi “Liber Prim” e Gianluigi Morosini, direttore del Giopì. La manifestazione quest’anno abbraccerà l’intero fine settimana. Gli spettacoli folcloristici in cartellone – in Piazza Vecchia e al Quadriportico del Sentierone – e il tradizionale Rogo della Vecchia che avrà luogo in Piazza Pontida saranno anticipati alla giornata di sabato 14 marzo, che culminerà con l’elezione della Égia piö bèla.

Domenica pomeriggio, tre colpi di cannone sparati dagli spalti delle Mura daranno il via alla parata, che si aprirà con il passaggio in carrozza del Duca di Piazza Pontida, seguito da carri, gruppi danzanti e tamburini.

Dalla provincia di Bergamo, dal Bresciano, dal Lecchese, dalla provincia di Cremona e da quella di Venezia, dal Carnevale di Erba e da quello di Bellano arriveranno in città quasi un’ottantina di carri e più di 4.000 figuranti, di cui 400 solo da Tagliuno e 200 da Almenno San Salvatore. Per la prima volta prenderanno parte alla manifestazione gruppi di Ardesio, Dossena e Vall’Alta, che porteranno le loro tradizioni: la “Scasada del zenerù”, la “Mascherada de Dossena”, e Vall’Alta Medievale. Per la gioia dei più piccoli, durante la manifestazione verranno distribuiti migliaia di zuccherini.