Apertura e concerto al Chiostro di Santa Marta

Chiostro interoLa Banca Popolare di Bergamo, in occasione del prossimo appuntamento denominato “Domeniche in Santa Marta” – iniziativa culturale di valorizzazione, conoscenza e condivisione con i cittadini del proprio patrimonio artistico – organizzerà un concerto nel Chiostro di Santa Marta. Nell’ambito di quanto stabilito dalla Legge “Franceschini”, che prevede, ogni prima domenica del mese, l’apertura con ingresso gratuito in tutti i Musei e le Istituzioni Culturali statali, la Popolare aderisce alla proposta del ministero aprendo al pubblico il quattrocentesco Chiostro di Santa Marta.

“Il 5 luglio – afferma Giorgio Frigeri, presidente della banca -, oltre alla visita guidata gratuita del Chiostro di Santa Marta, verrà proposto il secondo appuntamento del ciclo di concerti il cui filo rosso è rappresentato dalla preminenza attribuita alla voce di donna, in sintonia con l’identità storico-culturale del Monastero di cui il Chiostro era parte, dedicato a Santa Marta e abitato per secoli da monache dell’ordine domenicano”. Il Chiostro, autentico gioiello di architettura rinascimentale, è uno scrigno d’arte sito nel cuore della città, ricco di testimonianze storiche, religiose e culturali, nonché scenario di importanti creazioni della scultura moderna e contemporanea: dal Grande Cardinale seduto di Giacomo Manzù alle Suore che comunicano di Elia Ajolfi, all’eccezionale monolito Untitled dell’artista anglo-indiano Anish Kapoor.

In occasione di questo sesto appuntamento, si terrà un concerto alle 17 da Giulia Serafini, la quale presenterà il suo primo album A Piene Mani, nato dall’incontro tra la voce della giovane cantautrice bergamasca, la sensibilità del musicista Roger Rota e la presenza di Roberto Frassini Moneta al contrabbasso.


I librai: “Ecco quello che i ragazzi dovrebbero leggere”

È arrivata l’estate e anche gli studenti alle prese con gli esami di maturità intravedono la sospirata libertà dagli impegni scolastici. Nelle scorse settimane un professore, come compito per le vacanze, ha invitato i suoi allievi a “leggere quanto più possibile”; pochi giorni fa è stata la volta di uno scrittore, Raul Montanari, che in un’intervista ci ha raccontato come attraverso i libri si possa conoscere meglio la vita. Ma che ne pensano i librai? C’è ancora spazio nella vita dei ragazzi per i libri, in mezzo a cellulari, tablet e social network? E quali consigliano tra gli scaffali?

“Credo che negli adolescenti ci sia voglia di esplorare i propri sentimenti, lo capisco dai libri che mi chiedono: da Bianca come il latte, rossa come il sangue, romanzo d’esordio di Alessandro D’Avenia a Colpa delle stelle di John Green a Braccialetti rossi, il bestseller di Albert Espinosa, sono quasi tutti romanzi che raccontano storie di adolescenti – afferma Valentina Porta della Libreria Palomar di via Angelo Maj in città -. In realtà credo che alla loro età possono leggere ormai tutti i generi di libri”.

I romanzi da consigliare, a suo avviso, sono tantissimi. Ne sceglie cinque: “Tra i classici Il richiamo della foresta di Jack London e Il signore delle mosche  di William Golding. Un quasi classico surreale, divertente e un po’ strano che a me piace tantissimo, è Zazie nel Metrò di Raymond Queneau. Ma anche La principessa sposa di William Goldman, una specie di fantasy con una forte carica emotiva, un libro per tutti che potrebbe piacere anche agli adolescenti. Infine molto belli La vita davanti a sé di Roman Gary, un mix di temi, di riflessioni, di sorpresa per un libro che dovrebbe essere tragico e amaro ma che riesce a far sorridere, e La commedia umana di Saroyan William, una delicata, ironica, tenera e toccante parabola sull’adolescenza”.

Per Fiorangela Badoni della Libreria Fonteviva di Treviglio i ragazzi leggono sempre troppo poco,  i lettori under 18 sono per lo più ragazze e tutti snobbano gli autori italiani a favore degli scrittori stranieri. “Negli ultimi anni  – dice – molti professori hanno inserito nei titoli da leggere durante le vacanze anche romanzi contemporanei di vari generi. Preferiscono accontentarsi di avvicinare i ragazzi alla lettura”. “Io – aggiunge – amo molto i classici, per cui consiglio sempre Jules Verne, Mary Shelley, Simenon e Agatha Cristie. Il genere giallo i ragazzi non lo considerano per niente ed è un peccato”.

marta gaioni e riccardo oprandiTra i giovani lettori negli ultimi anni è scoppiata una vera e propria fantasymania che lascia spazio a poco altro, giusto ai romanzi d’amore tra adolescenti nel caso delle ragazzine. “I libri fantasy piacciono moltissimo – spiega Riccardo Oprandi della Libreria Mondadori di Lovere -. In particolare, vendiamo molto la Saga di Divergent di Veronica Roth, ambientata in una Chicago dove non esiste una società libera, ma tutti devono decidere a quale fazione appartenere; e la serie Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo di Rick Riordan, basata sulla mitologia greca pur essendo ambientata negli Stati Uniti”. “Ora che è estate, su indicazione dei professori, ci chiedono anche Calvino, Shakespeare, Hemingway e Buzzati – aggiunge Marta Gaioni della libreria loverese -. Se devo consigliare dei titoli io non ho dubbi: Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella, L’ombra del gattopardo di Giuseppe Festa, Ora so volare di Michaela e Elaine De Prince e Il mondo fino a 7 di Goldberg Sloan Holly”.


Dipinto alle autolinee, svelato il quiz

L’opera che nel giro di qualche giorno – precisamente dal 24 al 28 giugno – ha preso forma sulla parete del nuovo parcheggio alla stazione autolinee di Bergamo racchiudeva anche un gioco per gli appassionati di arte che ora è stato svelato.

Francisco Bosoletti - autolinee Beatrice Presti Tasca - Giacomo Trécourt

Mentre il giovane street artist argentino Francisco Bosoletti era al lavoro sulla maxi superficie dell’edificio di 10×7 metri è stato chiesto infatti di individuare il nome dell’opera presente all’Accademia Carrara dalla quale ha preso ispirazione. Ebbene, si tratta del Ritratto di Beatrice (Bice) Presti Tasca di Giacomo Trécourt che l’artista ha rielaborato secondo la propria poetica.

Nel concorso si sono cimenti una cinquantina di appassionati. Tre hanno formulato la risposta corretta e riceveranno premi “d’arte”.

Il dipinto di Bosoletti rientra nel progetto Pigmenti 2.0 che (nell’ambito del più ampio programma triennale Oltrevisioni finanziato dalla Fondazione Cariplo e con capofila l’assessorato alle Poliche Giovanili del Comune di Bergamo), ha come obiettivo realizzare tre interventi di arte pubblica che diano visibilità ad altrettante istituzioni culturali della città.

Nell’anno della riapertura, il primo omaggio non poteva che essere all’Accademia Carrara. La volontà dell’intervento è portare la ricchezza artistica della pinacoteca al di fuori delle sue mura attraverso una rielaborazione che è quella che idealmente ogni visitatore di musei fa: fare il quadro proprio e portarlo con sé sotto forma di immagine, sentimento, ispirazione.


Clusone Jazz, l’edizione 35 è dedicata a Paolo Arzano

clusone jazz 2105 locadinaClusone Jazz Festival taglia il traguardo del 35esimo anno e viene dedicato a Paolo Arzano, giornalista scomparso la scorsa primavera, che è stato il coordinatore della prima edizione, nel 1980, ed un grande amante e promotore del genere.

Oggi la rassegna è considerata tra i migliori festival italiani ed europei per la qualità e l’originalità delle proposte musicali presentate, sui palcoscenici di Clusone e del territorio circostante. La formula che l’associazione Clusone Jazz Promotion porta avanti unisce sapientemente avanguardia, tradizione e qualità di scelte, concretizzate quest’anno con la presenza di musicisti di respiro internazionale quali Michel Portal, Bojan Z, Vincent Peirani ed Emile Parisien, e di altrettanti artisti italiani di elevato spessore, come Fabrizio Puglisi col suo quintetto e Cristiano Calcagnile con l’ottetto MultiKulti.

Non solo musica, ma anche arte e letteratura di settore nel cartellone, con la presentazione al Festival della Cultura di Bergamo ed al museo Mat – Arte e Tempo di Clusone di nuove pubblicazioni che raccontano la storia del jazz e dei suoi interpreti e con l’esposizione, sempre al Mat, della mostra di fotografia ed arti grafiche “Jazztime”, che sarà inaugurata il 5 luglio. Come sempre non mancano progetti originali, dal tributo a Don Cherry del Cristiano Calcagnile Octet “Multikulti” (il primo di agosto a Clusone) al “Perpetual Workshop on Monk” di Puglisi (il 25 luglio a Nembro), fino a  quello del Continental Quartet, affascinante miscela di musiche africane, asiatiche, latino-americane ed europee ascoltata il 30 aprile e poi il 23 maggio.

Si potranno seguire inoltre musicisti affermati e pluripremiati a livello internazionale, come l’icona del clarinetto d’oltralpe Michel Portal in duo con il pianista serbo Bojan Zulfikarpasic, la sera del 2 agosto nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Clusone, ed il duo francese “Belle Epoque” di Vincent Peirani ed Emile Parisien, il 13 agosto in Corte Sant’Anna, sempre a Clusone. Si incontrerà infine la cultura norvegese al Museo Fantoni di Rovetta il 2 agosto, con la proposta del gruppo norvegese dei Krokofant, musica di confine rivolta ad un pubblico giovane.

Un percorso itinerante che per tutta la durata del festival si svilupperà prevalentemente in territorio bergamasco, a Castione della Presolana (dove è in programma il 24 luglio, sul sacrato della chiesa di Bratto, Camilla Battaglia in trio), a Costa Volpino (il 4 luglio, con le note della chitarra di Rino De Patre che riecheggeranno dentro la chiesa di Sant’Ambrogio a Qualino), a Valbondione (dove Guido Bombardieri e Filippo Sala rivisiteranno John Coltrane il 12 agosto), a Songavazzo (e precisamente in località Falecchio, dove il 26 luglio si esibiranno Riccardo Luppi, Matteo Lorito e Filippo Monico, cioè l’Instant Composer Trio); ma che si estenderà anche in provincia di Brescia, ed in particolare a Darfo (dove il 17 luglio Simone Massaron e Giulio Corini proporranno musica libera e improvvisazioni con il loro progetto Standard Socks).

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero. I concerti si terranno anche in caso di maltempo, in luoghi coperti.

Clusone Jazz 2015 – il programma

Clusone Jazz 2015 – i protagonisti

info: www.clusonejazz.it


Donizetti Pride, nel fine settimana concerti “A casa di Gaetano”

La rassegna “Donizetti Pride for Expo”, organizzata dalla Fondazione Donizetti per accompagnare con attività nuove il periodo di Expo Milano 2015, prosegue dopo il successo della Donizetti Night di sabato 20 giugno con “A casa di Gaetano”, una serie di concerti cameristici nella Casa Natale di Donizetti (via Borgo Canale, 14 – Bergamo), con cadenza fissa il sabato e la domenica, in cui si esibiscono i migliori allievi del Conservatorio di Bergamo.

Sabato 27 giugno, alle ore 16, “La grande scuola italiana di Chitarra: Giuliani e Paganini” con la Sonata op. 15 di Mauro Giuliani eseguita da Giulio Ravazzi, la Rossiniana n. 3 op. 121, sempre di Giuliani, affidata a William Vitali e, dello stesso autore, la Grande Sonata Eroica op. 150 con Matteo Leidi e infine di Nicolò Paganini la Grande Sonata in La maggiore con Massimiliano Cirelli. Gli esecutori sono tutti allievi della classe di chitarra di Luigi Attademo.

Domenica 28 giugno, sempre alle ore 16, il Quartetto d’archi del Conservatorio composto da Alessandra Testa e Arianna Rigamonti (violino), Giacomo Bernardoni (viola) e Federica Castro (violoncello) eseguirà il Quartetto op. 33 n. 3 di Franz Joseph Haydn, il Capriccio op. 81 n. 3 di Felix Mendelssohn e, nella seconda parte, il Quartetto op. 64 n. 3 ancora di Haydn.

L’ingresso è libero sino a esaurimento dei posti disponibili


Musei civici, da sabato porte aperte fino a mezzanotte

museo CaffiCome è ormai tradizione estiva, i Musei Civici si apprestano ad aprire le porte al pubblico nei sabati sera dalle 21 fino a mezzanotte. Un appuntamento ormai tradizionale per Città Alta che ogni anno offre nuovi spunti di approfondimento per invitare i visitatori ad una fruizione più informale dei luoghi di cultura. La manifestazione “Musei notti aperte” quest’anno prenderà il via il prossimo sabato 27 giugno con una serata inaugurale che, oltre all’apertura straordinaria del Museo di Scienze Naturali, del Museo Archeologico e dell’Orto Botanico avrà una ricca programmazione. Nei sabati seguenti, fino al 5 settembre, ogni sabato rimarrà aperto un museo per consentire al pubblico la visita alle ricche collezioni civiche.

Presso il Museo di Scienze Naturali verrà inaugurata la mostra “Le Salamandre delle Alpi italiane” che offre spunti di approfondimento sulla biologia e salvaguardia di questi anfibi attualmente minacciati dai mutamenti ambientali. Il programma prevede, in collaborazione con l’Associazione Didattica Naturalistica, laboratori didattici “alla ricerca di dinosauri e orsi delle caverne” con la simulazione di scavo per giovani esploratori (4-12 anni).

Una speciale iniziativa “oro caprino” sarà specificamente dedicata ai prodotti caseari caprini e verrà realizzata grazie alla collaborazione con gli studenti dell’Istituto Alberghiero iSchool, lo chef Mario Cornali e la professoressa di cucina, Irina Cigolini. Una ghiotta occasione per visitare il museo e per scoprire da vicino l’eccellenza di prodotti che dalla natura arrivano al palato, in un fil rouge unico strettamente connesso al tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Al Museo Archeologico è prevista la visita guidata alla mostra “FOOD. Archeologia del cibo dalla preistoria all’antichità”. A seguire: Assaggi di ricette romane.

Il percorso espositivo racconta la storia dei singoli cibi che hanno avuto un ruolo determinante per la vita dell’uomo, evidenziando le conquiste operate, le innovazioni introdotte, gli aspetti economici, sociali e rituali e ciò che lungo il cammino è stato acquisito, è andato perduto o si è modificato. Verrà spiegato come i sistemi alimentari abbiano scandito la storia dell’uomo, che nel corso del tempo ha risposto alle sollecitazioni ambientali non più con l’adattamento fisico, ma attraverso lo sviluppo culturale. Il cibo, infatti, non afferisce esclusivamente alla sfera biologica, ma anche a quella culturale, essendo parte integrante dell’universo simbolico che ci distingue non solo da tutti gli altri animali, ma anche all’interno della nostra specie. In ultima analisi, i cibi definiscono l’identità dei gruppi, in senso sia geografico sia sociale, e segnano il ritmo del vivere quotidiano e della ritualità.


La guida / “Carrara e Dintorni”, a spasso tra arte, cultura e storie

Guida CarraraIn occasione della riapertura dell’Accademia Carrara, gli assessorati alla Cultura e Turismo e Commercio hanno pensato di stilare una nuova guida Carrara e dintorni – a spasso tra arte, cultura e storie di una parte di Bergamo che ha il suo cuore nell’Accademia Carrara – dal taglio giovane per riscoprire un’area della città che ha il suo punto di riferimento nella pinacoteca. Uno sguardo curioso che va alla ricerca e promuove tutto ciò che rende moderna ed europea Bergamo, ma anche originale e unica perché ancorata a bellezze e saperi del passato non sempre conosciuti.

Una guida innovativa e attrattiva per il cittadino, ma anche e soprattutto per il turista, di un’area delimitata della città che integra quanto già altri lavori e altre guide della nostra città hanno già sapientemente narrato. Carrara e dintorni, racconta un “pezzo” di Bergamo, vivace e dinamica, riassunta in un’ipotetica giornata di 24 ore per le sue strade, a caccia di storia, arte, ma anche vecchie e nuove botteghe. Storie artigiane, proposte innovative. “Abbiamo voluto realizzare questa guida turistica per valorizzare un’area della città, quella attorno all’Accademia Carrara, vissuta solitamente come marginale rispetto a Città Alta e al centro. Un’area della città invece particolarmente vivace, culturalmente e commercialmente, dove antico e contemporaneo si intrecciano per dar vita a un centro alternativo di Bergamo – dice Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura, Turismo, Tempo libero, Marketing territoriale -. Questo agile lavoro vuole dare un contributo al rilancio turistico e commerciale degli antichi borghi che godranno della vicinanza della Carrara e, quindi, di una nuova identità e riconoscibilità culturale”. Il focus della guida è quindi esclusivamente sul territorio che ha il cuore nell’Accademia Carrara e che da lì si espande in via San Tomaso, via della Noca, via Pignolo, via Baioni, Borgo Santa Caterina, via Pitentino, via Battisti, via dei Celestini. Carrara e dintorni è stata realizzata da Tatiana Debelli e Fabiana Tinaglia, con il contributo fotografico di Renato De Pascale e la consulenza sulla Carrara e GAMeC di Doina Ene, guida turistica e storica dell’arte. La guida è stata commissionata dal Comune di Bergamo, in collaborazione con Cobe direzionale, realizzata grazie al contributo di Regione Lombardia attraverso il bando dei distretti dell’attrattività. Carrara e dintorni è composta da 96 pagine, in formato cartaceo ed è distribuita a pagamento (5 euro) attraverso il bookshop dell’Accademia Carrara, Turismo Bergamo (nelle sedi di via Santa Caterina e dell’aeroporto “Caravaggio” di Orio al Serio), oltre che presso diversi soggetti e esercizi commerciali dell’area in questione.

Identikit della guida

Nell’introduzione sono illustrate la costruzione e le selezioni effettuate all’interno delle varie sezioni, che rispondono ai criteri di originalità, radicamento storico nell’area cittadina, qualità. In chiusura, informazioni generali (come arrivare a Bergamo, utility, la città e le informazioni turistiche), ad uso in particolare del turista non bergamasco. Questi gli itinerari: Accademia Carrara; San Tomaso, piazza Carrara, piazzetta del Delfino, via della Noca; – Via Pignolo, piazzetta Santo Spirito; Borgo Santa Caterina, via dei Celestini; Torre del Galgario, viale Muraine, via Battisti,via San Giovanni, via Pitentino; Via Baioni, viale Giulio Cesare, piazzale Goisis, piazzale Oberdan.

Ogni area è organizzata per categorie: arte e storia, oltre a focus da non perdere o curiosità; verde (parchi, orti storici, giardini), muoversi (autobus, bike sharing, parcheggi); sport e wellness – come sezione nelle aree (proposte di corsa nel verde runner, piste ciclabili); food&drink; ristoranti; per dormire; moda, accessori & design; socialità e servizi (bambini, studenti, anziani, biblioteche, sale in affitto, manicure, calzolaio).

Gli esercizi commerciali sono inseriti nelle varie sezioni in ordine alfabetico.


Montanari ai giovani: “Leggete. Così capirete meglio la vita”

Raul MontanaariUna Milano di periferia, i lontani Anni 80 e la storia di un’amicizia che nasce e finisce in modo improvviso e drammatico. Il Regno degli amici, l’ultimo romanzo dello scrittore bergamasco Raul Montanari (alla Libreria Mondadori di Lovere il primo agosto) è una celebrazione dell’adolescenza. Racconta l’estate di un gruppo di sedicenni di cui descrive i primi batticuore, le timidezze, gli slanci di passionale violenta, gli entusiasmi. Nel deserto agostano milanese scoprono e occupano una casa abbandonata, sulla riva del naviglio della Martesana. La chiamano Il Regno Degli Amici. Ci vanno per bere birra, fumare, leggere fumetti, sentire musica, felici semplicemente di avere un posto solo per loro e di stare insieme. «A quell’età – scrive Montanari – contempli la vita con una purezza che non avrai mai più, senza sporcarla con miserie accessorie – vecchiaia, malattia, come starò, chi ci sarà al mio capezzale. Poi, quando il futuro è arrivato, scopri che la felicità vera era quella che avevi vissuto allora. Avevi scambiato l’esecuzione per i preparativi: quella a cui avevi assistito a quindici anni non era la prova d’orchestra. Era già il concerto». Gli abbiamo chiesto di parlarci del romanzo, ma soprattutto di questa età magica nella quale tutto è possibile.

Perché ha deciso di scrivere un romanzo sull’adolescenza?

«È un’età interessante per molti motivi, che la rendono diversa da qualunque altra età. Innanzitutto è l’età in cui incontri il vero te stesso per la prima volta. Da adolescente scopri chi sei, se sei coraggioso, se sei vigliacco. Scopri i tuoi punti di forza, i tuoi sogni, le tue paure. Da ragazzo fai un’ipotesi su di te adulto che assomiglia molto a quello che sarai. Tu, lì, diventi quel te stesso che rimani poi nei decenni».

Gli altri motivi quali sono?

 «Da adolescente ti fai domande che poi non ti fai più: su te stesso, Dio, la morte, il destino. Prima non te le poni perché non hai ancora coscienza. Poi non hai spazio mentale per fartele, preso come sei dalle incombenze quotidiane. Quando sei più grande vedi i tuoi genitori che invecchiano e pensi più alla vecchiaia che alla morte. Un adolescente può essere infelice, un adulto è triste. Inoltre l’adolescenza è un ring di pugilato dove si scontrano l’amore e l’amicizia. Si entra nell’adolescenza con l’amicizia e si esce con l’amore. La legge dell’amicizia è quella della condivisione, quella dell’amore è la legge dell’esclusività. Nel romanzo è proprio il desiderio di Demo di vivere un rapporto esclusivo con Valli che porta al disastro e alla fine dell’amicizia e del regno degli amici».

Nel regno degli amici i protagonisti si scambiano confidenze, letture, ma soprattutto sperimentano le prime libertà. Oggi per i ragazzi è ancora possibile avere un regno degli amici?

«In città oggi questa possibilità è limitata, per una questione di spazi urbani. È difficile anche trovare un luogo dove giocare a palla. Ora per il gioco ci sono posti organizzati. Racconto sempre storie ambientate nella periferia e non solo perché sono cresciuto a Niguarda, ai margini della città. I piccoli paesi e la periferia quello che perdono in innovazione culturale lo guadagnano nella capacità di offrire spazi di avventura».

Perché ha ambientato il romanzo nel 1982?6036637_358114

 «L’82, con la vittoria dei mondiali di Spagna, è stato una grande festa che è sembrata cambiare tutto e chiudere gli anni bui e duri di Moro e del terrorismo. Si aveva l’impressione gioiosa di entrare in un mondo più interessante e promettente per tutti. Avevo voglia di raccontare questa festa, questa sensazione che tutto poteva cambiare. Poi, come sappiamo, si è finiti nell’era del consumismo e del berlusconismo. Le tecnologie hanno sostituito le ideologie. Non c’è mai stata una generazione disperata come questa».

Nel romanzo non ci sono computer, né cellulari e la musica si ascolta dal mangianastri. Gli adolescenti di oggi cosa hanno in comune con i suoi protagonisti?

«Il computer e il cellulare sono i grandi assenti nel romanzo. Entrambi danno maggiore libertà dai genitori ma anche minore avventura: prima gli amici dovevi andare a cercarli, era più avventuroso perché poteva succedere di tutto. Alcune cose invece sono rimaste invariate: l’incontro con se stessi, il rapporto con l’amicizia e l’amore. Anche la mancanza di potere. Quando si è ragazzini sono gli altri che prendono le decisioni, almeno quelle importanti. Questa mancanza di indipendenza e autonomia è talmente tormentosa che si ha solo voglia di lasciarsi alle spalle l’adolescenza. In quell’età non credi affatto di essere felice. Ti accorgi dopo che lo eri. L’avventura di Demo e dei suoi amici è così bella perché quando trovano la casa diroccata sperimentano un senso di potere e di libertà. Nel regno fanno anche le pulizie di casa perché non è un’imposizione ma una decisione presa insieme, in modo democratico».

Cita molto spesso I promessi Sposi. Ha ancora senso proporre ai ragazzi questo romanzo?

«I Promessi Sposi sono l’unico libro che abbiano letto tutti nella vita. Nemmeno Pinocchio ha questo primato. È l’unico patrimonio letterario che ci accomuna. Tanti si chiedono perché, dovendo proporre un classico, questo e non un altro. È come l’inno nazionale, non piace ma non si sa cosa mettere al suo posto. Quindi ci teniamo questo. In realtà I promessi Sposi, con la sua carrellata di personaggi, è un romanzo attualissimo. C’è una grande fotografia della vita, di come siamo noi. Le scene della folla rappresentano in maniera perfetta i troll di oggi; l’innominato è l’antesignano di tante figure noir tormentate. Pochi lo sanno ma è stato il modello del Conte Dracula di Bram Stoker. Certo andrebbe raccontato in maniera più interessante e più divertita, senza stare troppo a sottolineare il messaggio della morale cattolica del povero che deve sopportare senza ribellarsi perché c’è la provvidenza. E andrebbe riletto dopo la scuola, per poterlo apprezzare».

Dia un buon motivo ai ragazzi per leggere.

«In realtà ci sono un sacco di buoni motivi per non leggere: innanzitutto la lettura è faticosa, richiede giorni e giorni quando per guardare un quadro bastano una decina di minuti. Inoltre è antisociale. La musica e il cinema li si ascolta e lo si vede con gli amici. Stare su facebook con gli amici è più divertente. La lettura è un atto di solitudine, è una cosa che si avverte molto sottrattiva, poco sociale. Questi sono gli aspetti che rendono la lettura una scelta coraggiosa. Si deve leggere perché non c’è niente al mondo che entra nella mente umana, nei sentimenti, nei meccanismi con cui viviamo la vita come i libri. Solo i libri possono raccontare dall’interno i personaggi. Un romanzo può entrare per centinaia di pagine nelle emozioni del protagonista, il cinema, ad esempio, non lo può fare. Una persona che legge poco è una persona che si affida solo alla sua vita, alle sue esperienze per capire gli altri. Con l’aiuto dei libri si capisce molto di più».

Quali sono a suo avviso quattro romanzi che dovrebbero leggere.

«I Promessi Sposi, non come lettura obbligata, ma per divertirsi. L’isola del tesoro di Stevenson, uno dei più grandi libri scritti sull’adolescenza, perché è pieno di sogni e fa capire il fascino del male. È importante perché poi nella vita non si rimane sorpresi quando capita di imbattersi in persone affascinanti ma negative. Del ‘900 consiglio Il cavaliere inesistente di Calvino, è il suo capolavoro, bellissimo, geniale. Infine, i Racconti di Edgar Allan Poe, l’esplorazione affascinante e divertente degli abissi dell’anima che si incontra anche nelle canzoni, nei fumetti».

Quando finisce la giovinezza?

«Quando uno comincia a rassegnarsi, quando si smette di pretendere dagli amici la fedeltà, la correttezza, quando ti dici: pazienza, non si può avere di più, che è anche saggezza. Come ha scritto Pontiggia “la maturità è rassegnazione”. Uno dei doveri verso noi stessi è di custodire l’adolescenza man mano che gli anni passano, non permettere che la vita, l’esperienza ci renda troppo consapevoli, troppo esperti. È come un fuoco che va tenuto acceso. Quando prendi lo specchio devi rivedere lo stesso viso di quando eri ragazzo».


Festa della Musica, l’invasione dei mille (e cento) artisti

La musica ha invaso Bergamo lo scorso fine settimana. Dopo la Donizetti Night di sabato in Città alta, domenica è stata la volta della prima edizione della Festa europea della Musica, un evento che si celebra in tutto il Vecchio Continente il 21 giugno, solstizio di primavera. La maratona musicale promossa da Pro loco Bergamo e organizzata da Teamitalia ha fatto risuonare con le melodie più diverse ben 19 postazioni, coinvolgendo 52 formazioni musicali e oltre 1.100 artisti. Uno spettacolo che, dalle 10.30 di mattina fino a mezzanotte, ha catturato l’attenzione di circa 50mila persone, tra cittadini e turisti.

È stato il corpo bandistico Telgate ’90 a dare il via alla Festa, seguito dall’elettrizzante esibizione della Fanfara dei Bersaglieri Scattini, che ha attraversato le vie del centro a passo di marcia, e dalle colonne sonore evocate dalla Mozzorchestra in piazzetta Santo Spirito grazie alla collaborazione con Bergamo in Piazzetta. Bergamo Alta ha invece ballato con i Brassatodrums, che si sono esibiti in piazza Mercato delle Scarpe, e in piazza Mascheroni sui ritmi country dei Mismountain boys. Alla Fara padrone della scena è stato il Jazz Club Bergamo che, accogliendo l’invito dell’organizzazione, ha aperto il concerto intonando con la tromba l’Inno d’Europa, colonna sonora di questa prima edizione.

Protagoniste indiscusse dell’evento sono state le realtà artistiche del territorio e alcuni luoghi simbolo della città: come Palazzo Frizzoni, ad esempio, dove grazie alla collaborazione con la Presidenza del Consiglio Comunale si sono esibiti il Piccolo Coro Armonia, il Minicoro di Rovereto, gli Harmony Chorus, i RigoDritto e Moon live; o l’Accademia Carrara, presa d’assalto per le esibizioni dei cori gospel. Per non parlare di piazza Vecchia, che nel primo pomeriggio ha visto sul palco gli allievi di chitarra elettrica del Conservatorio Gaetano Donizetti, guidati da Fabrizio Frigeni in un trascinante “Donizetti Rock”.  Ancora a cura del Conservatorio l’esibizione del trombonista inglese Ian Bousfield con il Gruppo ottoni nella basilica di S. Maria Maggiore e l’elevazione del Grande coro in una chiesa di S. Spirito gremita di gente.

La bella giornata ha favorito le molte performance previste all’aperto: tra i protagonisti, l’orchestra ProPolis per il progetto “Monterosso quartiere musicale”, i Coristi per Caso del Centro diurno psichiatrico delle ghiaie di Bonate che, in collaborazione con la Comunità delle Botteghe di Bergamo Alta e la Commissione giovani del Comune di Bergamo, hanno animato gli Spalti di S. Agostino seguiti dall’Accademia CSM, dall’associazione Nel mondo della Musica e dai Voga. Il centro storico è stato invece attraversato dalla parata delle bande proposta da ABBM e dall’esibizione dei gruppi folclorici in collaborazione con il Ducato di Piazza Pontida e la FITP, che hanno colorato via Colleoni con balli e stupendi costumi tradizionali.

Al Quadriportico è riecheggiata la musica jazz, blues e soul del CDpM, presente con gli Alma Progetto e Stefano Damaro, mentre il giovane pianista Lorenzo Mazzola si è esibito in favore di Aisla, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, che la Festa della Musica ha voluto supportare nel “global day” per la sensibilizzazione e la ricerca sulla Sla.

In serata, in contemporanea alle esibizione dei coro polifonici e popolari realizzate in collaborazione con l’Usci, piazza Vecchia è stata scenario della “The Beatles magic night”. A 50 anni dall’uscita del film “Help!” e del tour dei Fab Four in Italia, alcuni dei migliori artisti e tribute band – da Silver ai The Shout, dalla formazione composta da Piero Pasini, Enrico Iorio e Carlo Ghidotti all’avvincente sfida “Beatles vs. Rolling Stones” combattuta da Rolando Giambelli e Luigi Zucchinali al comando delle rispettive band- hanno reso omaggio a uno dei gruppi più rappresentativi della storia della musica, raccogliendo in un’atmosfera davvero suggestiva gli echi di una giornata tutta da ricordare.


Altri Percorsi, «la nuova stagione ritrova una spinta coraggiosa»

Sette titoli che insieme propongono una visone originale del teatro contemporaneo, con attori e autori giovani come Marta Cuscunà o stelle come Maria Paiato e Arianna Scommegna, o ancora il ritorno del Teatro del Carretto di Lucca in omaggio a Benvenuto Cuminetti e una rassegna in tre titoli con César Brie: questa la nuova stagione di Altri Percorsi, che l’assessore alla Cultura, Turismo ed Expo del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti ha definito “un ritorno al futuro”.

«Il cartellone preparato da Maria Grazia Panigada – ha dichiarato l’assessore – parte da uno sguardo attento alle origini della rassegna, arrivata alla 35ma edizione, per ritrovare quella spinta coraggiosa nel percorrere le strade nuove del teatro ed essere al centro di una rete di proposte che guardano alla ricerca e alla sfida dei linguaggi. Ci piace poter ospitare un debutto nazionale “Due donne che ballano” di Veronica Cruciani, che vede in scena per la prima volta insieme due straordinarie attrici quali Maria Paiato e Arianna Scommegna. Per il teatro, ospitare le prove di un debutto significa poter convivere con il work in progress di un lavoro; per la città significa invece condividere un momento di produzione culturale che può uscire dai confini di Bergamo. La programmazione nasce anche per dare al Teatro Sociale una nuova centralità e, soprattutto, una linea artistica e una vocazione che ancora non aveva trovato da quando è stato, con lungimiranza, restituito alla sua funzione teatrale. Siamo onorati di ospitare, per la prima volta in Altri Percorsi, César Brie, a cui dedichiamo una personale con tre spettacoli; ci piace poi aprire la stagione ricordando la Grande Guerra, con uno spettacolo che ha appena debuttato riscuotendo notevole successo di critica e di pubblico».

«Negli ultimi anni si è andata spegnendo la volontà iniziale di Benvenuto Cuminetti – ha affermato il direttore artistico Maria Grazia Panigada –, di realizzare con Altri Percorsi una stagione, in parallelo a quella della prosa “maggiore”, che fosse di ricerca, che fosse un luogo di elaborazione di pensiero e di condivisione per spettatori di generazioni diverse, per giovani pronti a vivere le messinscene non come obbligo scolastico, ma come possibilità di vivere un’esperienza in cui la città riflettere se stessa tramite il teatro».

«La Stagione 2015-2016 vedrà il ritorno di Altri Percorsi a quella che è stata la sua vocazione originaria – ha sottolineato il direttore del Teatro Massimo Boffelli – ossia quella di offrire al pubblico bergamasco una panoramica di quello che è il teatro di ricerca e la drammaturgia contemporanea oggi. Lo farà nella cornice del Teatro Sociale, all’interno della quale saranno ospitati 6 dei 7 titoli in programma, compreso un importante debutto nazionale di una nuova produzione, a dimostrazione della volontà di valorizzare un luogo che ha bisogno e merita di
essere vissuto appieno».

La Stagione è composta da 7 titoli, che andranno in scena al Teatro Sociale da ottobre 2015 ad aprile 2016 (un titolo all’Auditorium di piazza della Libertà).

Si apre con un ricordo della Grande Guerra, della durezza inumana della trincea, dove per la prima volta i dialetti d’Italia si incontrarono forzatamente per un solo stato: Milite ignoto quindicidiciotto (23 ottobre 2015) uno spettacolo di e con Mario Perrotta tratto da “Avanti Sempre” di Nicola Maranesi e da “La Grande Guerra, i diari raccontano” un progetto a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi per Gruppo editoriale L’Espresso e Archivio Diaristico Nazionale (produzione Archivio Diaristico Nazionale, Permàr, DueL e La Piccionaia).

Secondo appuntamento un debutto nazionale: Due donne che ballano di Joseph Maria Benet i Jornet con la regia di Veronica Cruciani (produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano, 24 e 25 novembre 2015): per la prima volta insieme due grandi attrici quali Maria Paiato ed Arianna Scommegna, pluripremiate protagoniste del teatro italiano, impegnate nella messa in scena di un intenso testo di quello che è considerato uno dei massimo autori del teatro spagnolo contemporaneo e padre del teatro catalano, in cui si affronta l’incontro-scontro fra due donne, due generazioni, due storie, due diversità che si toccano e si intrecciano inesorabilmente.

Dopo queste novità, un ritorno antico, Iliade da Omero con la regia di Maria Grazia Cipriani (22 gennaio 2016), le scene e i costumi di Graziano Gregori, una produzione Teatro del Carretto come omaggio a Benvenuto Cuminetti che la volle al Teatro Donizetti 25 anni fa e che torna a Bergamo con lo stesso incanto derivato dagli echi del mondo epico, ma con un finale nuovo che rimanda al dolore di questo nostro tempo.

Quarto appuntamento (8 aprile all’Auditorium di piazza della Libertà), con La semplicità ingannata di Marta Cuscunà (co-produzione Centrale Fies e Operaestate Festival Veneto) attrice-autrice giovane e talentuosa che presenta una storia di resistenza al femminile, storia di donne, di monache, che rivendicano il diritto di avere un cervello, un corpo, un’identità propria nella libertà di pensiero e di critica con uno stile che ha un legame con quello del Teatro del Carretto nell’uso del teatro di figura come elemento che fa risuonare l’atto e la voce teatrale ed amplifica lo spazio dove realtà e poesia vibrano all’unisono.

Gli ultimi tre spettacoli costituiscono una personale dedicata a César Brie, attore e regista argentino, splendido esempio di coerenza umana ed artistica.
La volontà. Frammenti per Simone Weil (19 febbraio 2016, produzione di Campo Teatrale e César Brie – spettacolo vincitore del bando “I teatri del sacro” 2014-2015) è il più recente lavoro di Brie, omaggio a Simone Weil, sua compagna di pensieri da diversi anni. Attorno a questo spettacolo sarà organizzata una serie di incontri e conferenze in collaborazione con le Cattedre di Pedagogia Sociale e Pedagogia dei Diritti Umani dell’Università degli Studi di Bergamo e con la Fondazione Serughetti Centro studi e Documentazione La Porta.

Ero (23 marzo 2016, produzione Arti e Spettacolo e César Brie) è un sincero e profondo percorso nelle origini della propria esistenza, dove gli eventi autobiografici propri dell’autore e delle persone incontrate si fondono per restituirci pezzi di vita, di relazioni in cui possiamo riconoscerci e condividere insieme.

La personale chiude con una regia di Brie per il Teatro Presente. In scena La Mite (15 aprile 2016) ispirata al racconto omonimo di Fëdor Dostoevskij, scritto prima dei Fratelli Karamazov, ispirato a un fatto di cronaca che lo aveva molto colpito: il suicidio di una ragazza definito dai titoli dei giornali un “suicidio mite”. L’originale presenta un uomo disperato che vuole capire perché sua moglie si è uccisa e fa una specie di lungo soliloquio nel quale ricerca le ragioni di questo atto disperato. Questo spettacolo invece fa parlare entrambi. Un uomo freddo, severo, vivo e la sua donna, buona e mite, che ormai ha passato il confine della morte. Insieme sempre sul palco, i due attori, Clelia Cicero e Daniele Cavone Felicioni, stanno nell’attesa della separazione definitiva, cercando di intuire le ragioni della separazione, del dolore inflitto e dell’incomprensione

Gli abbonamenti alla Stagione si possono rinnovare (con il pagamento tramite modulo bancario) entro il 14 settembre 2015. Il rinnovo presso la biglietteria del Teatro Donizetti (piazza Cavour 15 – Bergamo) sarà possibile dal 22 al 24 settembre 2015. I nuovi abbonamenti saranno in vendita dal 25 settembre 2015. I singoli biglietti dal 29 settembre 2015.