Albergatori, col web
non si scherza

Gestire la propria reputazione online e imparare a rispondere alle recensioni dei visitatori è un’occasione da cogliere per gli albergatori bergamaschi. Le opinioni che compaiono sui social network o su Tripadvisor, infatti, non vanno viste come una minaccia, bensì come un’opportunità per rilevare eventuali punti di debolezza su cui lavorare per migliorare. Sono queste le basi da cui Vittorio Deotto (nella foto), responsabile sviluppo di Res Hospitality Business Developers, è partito per illustrare ai gestori orobici come acquistare credibilità agli occhi della clientela. Lo ha fatto attraverso due corsi organizzati in questi giorni da Bergamo Sviluppo, in collaborazione con Ascom, Confesercenti, PromoSerio, Comunità Valle Brembana e Valle Seriana. 

«L’operatore turistico deve imparare
a riconoscere i propri difetti per migliorarsi»

Agenzie di viaggi, cataloghi illustrati o pubblicità televisive sono roba d’altri tempi. Oggi per prenotare le proprie vacanze in Bergamasca, 8 turisti su 10 ricorrono alla rete e il 90% si fida delle opinioni dei blogger. È sul web, infatti, che le informazioni corrono veloci e dove è possibile soddisfare ogni desiderio con un click a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il sito di recensioni di viaggio più gettonato resta Tripadvisor, ma anche i social network appaiono come uno strumento ideale per verificare se la propria aspettativa di vacanza potrà essere soddisfatta dall’hotel che offre un prezzo conveniente o una proposta interessante. Sebbene alcuni albergatori orobici temano ancora internet, convinti che la maggior parte delle recensioni siano inventante da qualche concorrente per metterli in cattiva luce, parecchi hanno capito, al contrario, quanto sia fondamentale impegnarsi nel promuovere e difendere la propria reputazione telematica. Ma farlo nel modo giusto non è facile come sembra. “Una buona reputazione non fa solo dormire sonni tranquilli ma influisce positivamente anche sul fatturato di un hotel – dice Vittorio Deotto, responsabile sviluppo di Res Hospitality Business Developers -. Ricordiamoci però che ogni reputazione ha un punto debole. L’albergatore deve imparare a riconosce i propri difetti per migliorarsi. Oggi, in pratica, bisogna trasformare i propri clienti in fans. Se prima con la pubblicità televisiva si parlava di target, adesso ci sono le tribù dei social network. Tutti dovrebbero avere una pagina su Facebook per attirare la clientela. Se non costruisci la tua comunità, altri lo faranno”. Insomma, nell’era digitale gli spettatori passivi si sono trasformati in soggetti attivi che interagendo in prima persona con foto, commenti e opinioni, giocano un ruolo chiave nel determinare il successo di un’azienda. “Gli utenti ormai accedono direttamente alle informazioni, sostituendosi di fatto alle compassate comunicazioni istituzionali – prosegue Deotto -. La fiducia oggi si guadagna senza finzioni e sovrastrutture, ciascuno deve imparare a relazionarsi con il pubblico che non dà scampo, perché attraverso la conversazione può favorire o meno il nostro operato e il prodotto che offriamo”. Secondo l’analisi effettuata dal Res, la reputazione on line di Bergamo è ottima. La nostra città è infatti al primo posto a livello europeo davanti a capitali famose come Valencia, Vienna, Zurigo e Barcellona. Stesso primato anche su scala nazionale dove il territorio orobico batte Taormina, Bologna e addirittura Venezia. L’indagine è stata fatta seguendo parametri come la cortesia (94 punti), la pulizia delle camere (89), la posizione (86), l’atmosfera (80), i letti (76), la colazione (74), il prezzo (73). Restano invece ancora un po’ lacunosi, per gli hotel bergamaschi, aspetti come l’insonorizzazione (65 punti), internet (56) e la manutenzione (51). Da inizio 2013 il tasso di occupazione delle camere negli alberghi orobici è stato del 65,6% durante i giorni infrasettimanali (contro il 65,1 dello scorso anno) e del 59,7 nei weekend (con una lieve flessione rispetto al 60,4% del 2012). Il prezzo medio di vendita a camera, al netto di Iva e colazione, è di 84 euro durante la settimana (contro gli 87 del 2012) e 79 euro nel weekend (contro gli 83 dell’anno scorso). “Bergamo ha una tariffa media giornaliera negativa rispetto alle altre città italiane – osserva Deotto -, il ricavo medio per camera potrebbe infatti essere molto più alto. Nonostante la flessione dei prezzi, si nota però che il tasso di occupazione si è abbassato. Questo significa che non è il prezzo stracciato a portare più clienti ma la cura offerta nel servizio. Bisogna però comunicare con il cliente. Mettere una mail per contatti sul proprio sito con la scritta “Vi risponderemo il prima possibile” non va bene in questi tempi dove tutto corre veloce, è vecchio. Il turista deve avere la possibilità immediata di verificare le disponibilità di stanze e di prenotare, altrimenti si rivolgerà altrove”.
Per consentire agli alberghi della provincia di tenersi al passo dei tempi, la Camera di commercio di Bergamo ha lanciato il progetto Barometro alberghiero, un sistema di analisi per monitorare i concorrenti e reagire tempestivamente ai cambiamenti. “È uno strumento importante – ha detto Andrea Locati, Capo servizio promozione interna dell’ente camerale – per affrontare le sfide del mercato grazie a una gestione consapevole. Alle strutture è chiesto di inserire ogni giorno in un sistema informatico i dati relativi al prezzo medio, occupazione e ricavo medio per camera disponibile, il tutto in forma gratuita e anonima. Grazie a questa analisi il gestore conserva una visione d’insieme degli ultimi 18 mesi che gli dà la possibilità di analizzare la domanda e di pianificare sul breve, medio e lungo periodo”.

«La mossa vincente è rispondere
sempre alle recensioni negative»

Secondo le attuali valutazioni relative agli alberghi di Bergamo raccolte su Tripadvisor, i turisti incoronano come miglior hotel il Petronilla di via San Lazzaro. Seguono la Valletta Relais di Via Castagneta, l’Hotel San Lorenzo di piazza Mascheroni, il GombitHotel di via Mario Lupo e il BergHotel di via Per Azzano San Paolo. Molti albergatori, e non solo, si chiedono però quanto queste recensioni siano attendibili e puntano il dito sulle modalità che consentono al turista di inserire commenti e foto a piacimento su Tripadvisor. Basti pensare che nella top 5 degli hotel presenti in città ci sono strutture con meno di sei commenti che si piazzano davanti ad alberghi con centinaia di recensioni in più. Questo implica che poche opinioni positive bastano a determinare l’esito delle graduatorie. Inoltre Tripadvisor offre anche ai diretti interessati un’ampia gamma di contenuti, opportunità di marketing e soluzioni promozionali che incentivano le prenotazioni online. Una strategia che, però, non è condivisa da tutti gli albergatori orobici che preferirebbero un servizio super partes. “In un simile contesto, imparare a rispondere alle recensioni che si leggono online deve diventare per il gestore di un albergo una priorità – precisa Vittorio Deotto, responsabile sviluppo di Res Hospitality Business Developers -. La velocità della rete permette a chiunque di esprimere le proprie opinioni, in lunghi articoli o in 140 caratteri, con cui far sentire la propria voce senza filtri. Le informazioni su Internet non possono essere governate e quindi la propria presenza sul web va programmata, studiata e gestita. La parola d’ordine è monitorare. Sicuramente è utile conoscere chi parla di noi e soprattutto cosa scrive e pensa di noi. Diventa quindi sempre più importante sapere quale è la percezione che, dall’esterno, si ha di noi dei nostri servizi”. L’albergatore deve quindi imparare a gestire la conversazione online, diventando attivo e non restando passivo. Deve rispondere prontamente alle domande e amministrare correttamente eventuali contenuti negativi. Prima di farlo, però, deve imparare a leggere le recensioni recenti, scoprire il punteggio che i viaggiatori hanno assegnato alla sua struttura in base a parametri come il servizio, la pulizia, l’ubicazione, e confrontare questo rendimento con la concorrenza. A questo punto il gestore può prepararsi a controbattere. Statisticamente i turisti sono più propensi a prenotare un hotel che replica alle recensioni rispetto a uno simile che non risponde ai viaggiatori. La replica, però, non può essere standard ma dev’essere personalizzata e circostanziata. È buona norma ringraziare per la recensione positiva e approfondire e contestualizzare la risposta nel caso di una segnalazione negativa, magari scusandosi per il disservizio riscontrato. Quando l’albergatore riceve un commento che, a suo dire, è ingiusto, è necessario controbattere e fornire spiegazioni concrete proprio per dimostrare l’infondatezza di tali affermazioni. Questo contribuirà a creare un’immagine seria e affidabile della struttura e, nel contempo, a sminuire il valore di una recensione negativa. È bene evitare, invece, di dare giudizi sul cliente o criticarne il comportamento: sollevare polemiche non giova alla struttura e allontana potenziali turisti. Insomma, non esiste un modo universalmente corretto di rispondere alla recensioni, quello che conta è mantenere un tono professionale e cortese. “Subire un commento negativo significa ‘Andiamo avanti così, continuiamo a farci del male’ – conclude Deotto -. Quando il profilo di una struttura è costantemente seguito dal suo direttore è molto più vincente di un profilo lasciato all’autogestione. Il mio consiglio è quello di rispondere sempre a tutti, ma se non si ha il tempo di farlo è bene controbattere almeno ai commenti negativi che sono quelli che creano più partecipazione emotiva. L’immagine dell’albergo ci guadagnerà sicuramente”. 


Bergamo Sviluppo prende casa al Point
«Potenziato il sostegno all’innovazione»

«Non è solo la giornata inaugurale del nuovo insediamento, è un’apertura in tutti i sensi, la volontà di dare vita ad una collaborazione fattiva con tutta la comunità». Il presidente di Bergamo Sviluppo Angelo Carrara sintetizza così il valore della nuova sede operativa dell’azienda speciale della Camera di Commercio all’interno del Point di Dalmine, un spazio dedicato – che occupa l’edificio 1B del complesso – che permette di aumentare e potenziare le iniziative per la promozione dell’innovazione tecnologica. «Con la nascita di Bergamo Sviluppo – ha ricordato – si sono ampliate le mission dell’azienda speciale, affiancando alla formazione, all’orientamento e alla creazione d’impresa i temi sempre più strategici dell’internazionalizzazione e dell’innovazione. L’obiettivo è promuovere uno sviluppo diffuso – ha sottolineato –. I casi singoli di realtà eccellenti non sono sufficienti, “sono locomotive che trainano vagoni frenati”, per usare un’espressione del rettore dell’Università di Bergamo, il solo modo per assicurare competitività al territorio è puntare ad una diffusione capillare della cultura dell’innovazione. Il Point è una delle eccellenze di Bergamo, ma purtroppo quasi nessuno sa che esistiamo – ammette -. Sino ad ora non siamo stati capaci di contaminare in modo positivo il tessuto imprenditoriale, con la nuova sede e i servizi contiamo di aprire questo dialogo».
La nuova struttura ospiterà, in particolare, l’Incubatore 2020, un’evoluzione dell’Incubatore d’impresa avviato nel 2001 che ha sinora accompagnato 110 idee imprenditoriali, in prevalenza nei settori del commercio e dei servizi. La nuova annualità vedrà trasferite a Dalmine le attività attualmente ospitate a Brembate Sopra (il nuovo bando di partecipazione è in fase di definizione), cui si affiancherà una nuova sezione (destinataria di un bando apposito) dedicata al manifatturiero con la possibilità di allestire dei laboratori.
«L’Incubatore 2020 – ha ricordato il direttore di Bergamo Sviluppo Cristiano Arrigoni – vuole porsi come uno “strumento di facilitazione dell’innovazione”, per supportare sia le start-up sia le imprese già attive nell’implementazione di processi di innovazione produttiva e tecnologica». Le start-up potranno contare su spazi attrezzati e su un sistema di servizi personalizzati di assistenza, formazione e consulenza per la progettazione e l’avvio dell’attività imprenditoriale, «ma anche tutte le imprese del territorio bergamasco – tiene a precisare Arrigoni – potranno rivolgersi al Point per trovare, anche attraverso servizi a sportello, supporto su tematiche specifiche per innovarsi e competere con maggiore slancio sui mercati di riferimento». Più in generale, Bergamo Sviluppo si pone come raccordo tra il sistema delle imprese e il mondo della ricerca e come animatore della propensione all’innovazione, anche attraverso incontri, seminari e interventi formativi avanzati. Strategico è anche il confronto con gli altri centri di ricerca, «creando nuove partnership e rafforzando quelle già in essere».
Sulla localizzazione si è soffermata Maria Teresa Azzola, consigliere con delega all’Innovazione di Bergamo Sviluppo. «Il parco scientifico in così stretta vicinanza con l’Università dà vita ad un unicum importante, l’opportunità di creare collaborazioni tra produzione e ricerca. Nostro compito è fare incontrare questi due poli, chiedendo al mondo accademico di tradurre la conoscenza in linguaggi più immediati ed applicabili e agli imprenditori l’impegnativa sfida di affacciarsi su un mondo nuovo, che richiede di mettere in campo risorse non solo economiche, ma anche intellettuali e personali. Un percorso che consentirà di dare valore all’intangibile, di fare emergere e mettere a bilancio il know how delle piccole e medie imprese, che sono l’ossatura dell’economia bergamasca e l’oggetto delle nostre attenzioni».


Innovazione, «la sfida è
imparare a condividerla»

La forte accelerazione sui temi dell’innovazione impone un approccio sempre più costante e strutturato. È stato sottolineato alla cerimonia di premiazione del Concorso per l’Innovazione tecnologica della Camera di Commercio, in programma lo scorso venerdì 18 ottobre nella sala Mosaico dell’ex Borsa Merci nell’ambito di BergamoScienza. L’edizione 2013 ha visto prevalere i brevetti di Absolute Up di Villa di Serio, Capoferri Serramenti di Adrara San Martino ed Elframo di Bergamo, su 17 partecipanti, portando a 66 i riconoscimenti assegnati nei primi 15 anni dell’iniziativa, su un totale di 290 candidature. A ciascuna azienda è andato un premio di 15mila euro. «È un concorso che premia la creatività – ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti -, ma anche l’attenzione dell’impresa agli strumenti che il sistema nazionale ed internazionale mette a disposizione per proteggere la proprietà industriale. La Camera di Commercio mira così a promuovere la cultura dell’innovazione tecnologica, ma anche la sua valorizzazione e protezione tramite la brevettazione».
Occorre però la consapevolezza di doversi confrontare con un panorama sempre più competitivo. «Se fino a dieci anni fa si sviluppava un nuovo prodotto in un anno e lo si poteva sfruttare per una decina di anni – ha fatto notare Gianluigi Viscardi, vicepresidente di Confindustria Bergamo con delega all’innovazione tecnologica e alle start up –, oggi lo sviluppo deve concludersi in pochi mesi ed il ciclo di vita è di pochi anni». Velocità, flessibilità e miniaturizzazione sono le nuove parole d’ordine, ma anche condivisione, «creare cioè un circolo virtuoso tra Università, centri tecnologici, fornitori e persino concorrenti – ha spiegato Viscardi, ricordando l’attività di Bergamo Sviluppo in questa direzione -. Fare rete impone autocritica, ma significa anche competere avvalendosi di un know how diffuso, far emergere l’eccellenza presente in tante pmi e creare davvero cultura dell’innovazione». 
Bergamo può anche contare su supporti specialistici sul versante della brevettazione, grazie alla collaborazione tra Camera di Commercio e Università concretizzata nel progetto di valorizzazione della proprietà industriale. «Non si tratta solo dell’assistenza per chi intende tutelare la propria idea – ha ricordato Caterina Rizzi, professoressa della facoltà di Ingegneria dell’Università di Bergamo -, ma di strumenti che permettono di utilizzare i brevetti come fonte di informazione e conoscenza, sempre più strategiche per risolvere problemi e prendere decisioni. Sono metodi e strategie poco conosciute che attraverso l’analisi delle banche dati consentono di verificare la fattibilità di un’idea, colmare lacune di conoscenza, monitorare il proprio settore tecnologico e la concorrenza, capire quale potrà essere l’evoluzione e in quali spazi ci si può inserire».
L’assegnazione del Premio da parte della giuria – composta da rappresentati di industria, artigianato, Università e Camera di Commercio – ha tenuto conto della collaborazione con Università, Associazioni e centri tecnologici, del contenuto scientifico, del ricorso a tecnologie esterne, del numero di funzioni migliorate, della ricaduta su altri settori, della riduzione dei costi di produzione, del rischio d’impresa, del risparmio energetico e dell’impatto ambientale.   


Quando la cucina
dà spettacolo.
Lo chef bergamasco
Francesco Gotti
a Italia’s Got Talent

Sul palco di Italia’s Got Talent i riflettori sono accesi sullo chef bergamasco Francesco Gotti, executive del Bobadilla Feeling Club di Dalmine, pronto trasformare il suo talento in spettacolo nella trasmissione con record di share, in onda su Canale 5 sabato in prima serata (salvo mutate e impreviste esigenze televisive, la prova di Gotti dovrebbe andare in onda domani sera, 19ottobre ndr.). In una manciata di minuti Francesco Gotti proverà a conquistare il favore della temutissima giuria, formata da Gerry Scotti, Maria De Filippi e Rudy Zerbi. «La partecipazione al talent show è nata quasi per gioco. Mio figlio ha composto il numero in sovraimpressione sul teleschermo sabato scorso, durante l’ultima puntata della nuova edizione di Italia’s Got Talent. Mi sono così trovato prima a spedire un video-promo della mia esibizione e poi catapultato direttamente negli studi di Canale 5 a Roma», spiega Gotti entusiasta di questa nuova avventura mediatica.
L’impegno sul palco del più seguito talent show italiano non è l’unico del week-end: lo chef terrà alto e stretto il tricolore nell’importante veste di unico rappresentante della cucina italiana in Fiera a Milano ad Host, salone internazionale dell’ospitalità professionale. Il Padiglione 2 della rassegna fieristica dedicata al canale Ho.re.ca ospiterà infatti sabato e domenica la finale europea del concorso Global Chef (uno dei più importanti concorsi di cucina calda della World Association of Chefs Societies – Wacs) che dà accesso alla finalissima mondiale in programma a marzo. Per staccare un biglietto per la finale, lo chef bergamasco dovrà interpretare al meglio la cucina italiana e sfidare i colleghi degli altri 16 Paesi partecipanti alla competizione Global Chef South Europe (Francia, Spagna, Portogallo, Turchia, Israele, Serbia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Moldavia, Grecia, Montenegro, Malta, Macedonia, Cipro).
In attesa dell’esito degli Europei del Global Chef (la classifica ufficiale e i risultati sono attesi per lunedì 21 ottobre) non resta che sintonizzarsi sabato sera alle 21.10 su Canale 5 e seguire la trasmissione, condotta da Belen Rodriguez e Simone Annichiarico.


Il rilancio
delle castagne
nel nuovo
numero
di Affari di Gola

Copertina di stagione per il numero di ottobre di Affari di Gola, il mensile dedicato ai sapori e ai piaceri del territorio bergamasco in edicola in questi giorni. Protagoniste sono le castagne, frutto dell’autunno che tanta parte ha avuto nell’alimentazione di collina e montagna e che oggi è al centro di una riscoperta da parte di coraggiose associazioni impegnate nel recupero della coltura. La rivista incontra i Castanicoltori orobici e i Castanicoltori del Misma e dà le dritte sui locali che impiegano le castagne nei loro menù e sull’uso in cucina. All’insegna del recupero è anche il “Bescòt de Éla”, antica ricetta di un biscotto preparato nelle case di Villa di Serio, che il pasticciere Ivan Feliciani ha ricostruito partendo dai ricordi delle clienti più anziane. Si parla anche del gustoso pane di Baldovino Midali, preparato con l’aggiunta di Branzi, e del burro prodotto con latte di capra dall’azienda Barbis di Cene.
Sul versante enoico tiene banco la frattura all’interno del Consorzio di Tutela del Franciacorta, con la nascita del “Consorzio cantine franciacortine”, che riunisce una trentina di produttori con l’obiettivo di portare avanti le istanze delle realtà più piccole, mentre sul confronto tra bollicine italiane e francesi dice la sua in una diffusa intervista Claudia Bondi, “Ambassadeur du Champagne 2013”.
Nel menù di ottobre anche i suggerimenti per un itinerario tra gusto e antichi mestieri a Monte Isola, la nuova tendenza delle colazioni americane e ancora locali, aziende, personaggi e news.


Settimana
per l’Energia,
si riaccende
la sfida
per la sostenibilità

Con un convegno sul rapporto tra il recupero del cibo e la produzione energetica, in programma alle 15.30 al teatro Donizetti, debutta domenica 20 ottobre la quinta edizione della Settimana per l’Energia, manifestazione sulla green economy e lo sviluppo sostenibile promossa dall’Associazione Artigiani in collaborazione con Confindustria Bergamo e con gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri, l’Università di Bergamo, l’Ufficio scolastico per la Lombardia, Bergamo Sviluppo e Bergamoscienza.
E proprio con Bergamoscienza, nuovo partner della manifestazione, si creerà un passaggio del testimone, suggellato dal convegno inaugurale che sarà l’occasione per lanciare il tema attorno al quale ruoteranno tutti gli eventi della Settimana: “Trasformiamo il passato in futuro: recuperiamo e diamo nuova vita alle risorse”.
Fino a domenica 27 ottobre, infatti, si susseguiranno 12 convegni istituzionali, laboratori per ragazzi e famiglie, visite guidate a impianti di eccellenza nella produzione di energia da fonti rinnovabili, eventi culturali e ricreativi, che coinvolgeranno l’intera cittadinanza in una sfida comune: cercare un nuovo modello di vita sostenibile e attento agli sprechi che parta dal riutilizzo delle risorse esistenti, recuperando altresì la competitività del nostro sistema Paese. Significativi saranno anche alcuni tra gli spazi fisici dove i vari eventi si snoderanno, con la precisa volontà di sensibilizzare la popolazione sulla rinascita degli spazi urbani. Così, accanto a piazza della Libertà, che diventerà l’agorà della kermesse con laboratori interattivi sulle fonti rinnovabili rivolti ai ragazzi, sarà riaperta la vecchia sede degli Ospedali Riuniti per un seminario sulla riqualificazione degli edifici.
Uno dei principali obiettivi della Settimana per l’Energia è creare occasioni di confronto, aggiornamento e riqualificazione professionale per le imprese, a cominciare dalle aree più direttamente coinvolte nelle tematiche energetiche: le costruzioni e l’impiantistica.
Nello specifico, lunedì 21 è in programma un convegno sulla termoregolazione e la contabilizzazione del calore, mentre martedì 22 un incontro dedicato ai prodotti da costruzione con le novità introdotte dal legislatore e mercoledì 23 un workshop dedicato all’efficienza e al risparmio energetico nell’illuminazione: l’approccio sarà quello di guardare alla normativa, anziché come portatrice di vincoli per le imprese, come opportunità per accrescere il proprio know-how ed essere competitivi. Inoltre, venerdì 25 alle ore 17, l’Auditorium di via Torretta ospiterà il convegno “Azioni concrete per una società virtuosa”: sarà un’occasione per illustrare quelle azioni (dei singoli e della collettività) che hanno dato vita a buone economie, inciso in modo positivo e dato slancio a nuovi stili di vita.
Non mancherà, infine, un evento fuori provincia, a dimostrazione di come la manifestazione orobica abbia ormai varcato i confini: domenica 27 ottobre a Erba (Como) nel Centro Espositivo Lario Fiere, si terrà infatti un incontro sulla produzione di energia da centrale microidroelettrica: l’evento è inserito nella giornata inaugurale della Mostra Mercato dell’Artigianato.
Tutti gli incontri della Settimana per l’Energia sono a ingresso libero, ma per partecipare è opportuno registrarsi ai convegni d’interesse sul sito www.settimanaenergia.it, dove è anche possibile consultare il programma dettagliato.


Dirigenti disoccupati, al via il corso
di formazione di Federmanager

“Amministrazione Finanza e Controllo” è il tema della prima delle sei giornate di formazione e aggiornamento professionale, che Federmanager Bergamo ha organizzato a favore di una decina di Colleghi residenti in provincia e attualmente disoccupati. La prima lezione del Corso è fissata per venerdì 18 ottobre, dalle 9 alle 18, nella sede di Federmanager Bergamo, in via Pascoli, 3.
Voluto dal Consiglio Direttivo dell’Associazione, presieduta da Diego Macario, il Corso di formazione e aggiornamento professionale è frutto della collaborazione tra Federmanager Academy – la Management School creata a livello nazionale da Federmanager a fine 2010 per formare, in un’ottica di lifelong learning,  le figure direttive che operano in aziende fornitrici di beni e servizi – e Fondirigenti, l’Ente bilaterale partecipato da Confindustria e Federmanager per favorire lo sviluppo della cultura manageriale.
Mentre Fondirigenti ha curato tutti gli aspetti economici del progetto, finanziandolo interamente, Federmanager Academy ha messo a punto un percorso articolato in due parti: 3 giornate di assesment, riorientamento e formazione di base articolate su sette distinte tipologie di reinserimento dei Dirigenti nel sistema delle imprese, con particolare riferimento alla formazione sui soft skill necessari per la ‘spendibilità’ del Manager in nuovi ruoli legati alle più attuali esigenze delle imprese; e 3 giornate di formazione, su competenze manageriali, per colmare gap specifici o per consolidare i punti di forza del singolo Dirigente.
“L’imminente avvio di questo ulteriore servizio – commenta il Presidente di Federmanager Bergamo – è la dimostrazione di quanto la nostra organizzazione nazionale, d’intesa con tutte le realtà provinciali che le fanno capo oltre che con Istituzioni di sua diretta ed indiretta emanazione, stia continuando a fare per dare risposte concrete e sempre più vicine alle reali
esigenze espresse dai Colleghi associati. Abbinando, cioè, il varo di nuovi strumenti, come questo Corso di formazione e aggiornamento professionale, alle tradizionali e ormai consolidate forme di assistenza erogate ai Dirigenti iscritti a Federmanager”. Le successive cinque lezioni del Corso affronteranno i seguenti argomenti: il manager nelle relazioni (venerdì 25 ottobre); come prepararsi al nuovo impiego e non solo – giornata 1 (martedì 29 ottobre); come prepararsi al nuovo impiego e non solo – giornata 2 (mercoledì 30 ottobre); altri percorsi di riconversione del Dirigente (venerdì 8 novembre); organizzazione, Lean e Project Management (giovedì 14 novembre). “Sono sicuro – conclude Macario – che al termine di questo percorso di formazione e di aggiornamento professionale, che durerà 48 ore complessive, i Colleghi che l’avranno frequentato si sentiranno più  rinfrancati. E, con le ulteriori competenze acquisite, avranno maggiori chances nella ricerca di nuove opportunità e di nuove sfide lavorative”.


Auto, concessionari e salonisti
giocano la carta del risparmio

Con i prezzi di benzina e diesel alle stelle, i Concessionari d’Auto e gli Autosalonisti Ascom lanciano la sfida dell’alimentazione alternativa e della sostenibilità ambientale con il convegno “Aggiusta il pieno. Idee e soluzioni per risparmiare sull’auto”. L’appuntamento, che vede tra i relatori alcuni dei massimi esperti a livello nazionale in tema di carburanti alternativi, riduzione delle emissioni, evoluzione tecnologica, è in Fiera, in concomitanza con la 35esima edizione della Campionaria di Bergamo, al polo espositivo di via Lunga in sala Caravaggio, domenica 27 ottobre alle 16. L’incontro, introdotto dai presidenti di categoria, Mirco Moioli per i Concessionari e Loreno Epis per gli Autosalonisti, vede alternarsi ai microfoni Graziella Carta, di PitstopAdvisor – il sito che raccoglie recensioni di officine auto – sul tema di alimentazione e sostenibilità, Elena Giaveri, PitstopAdvisor, sul tema della manutenzione e dei suoi costi ed Ezio De Trane, plant manager Brc Italia Gas equipment, sul tema dell’alimentazione alternativa e della sua evoluzione tecnologica. «Alla crisi si sommano i costi di mantenimento dell’auto, che spesso diventano davvero insostenibili – spiega il presidente del Gruppo Autosalonisti Loreno Epis -. La richiesta di auto usate alimentate a gpl o metano è sempre altissima, anche se purtroppo l’offerta è limitata, visto che spesso si tratta di auto acquistate per essere portare a fine corsa. Consumi e costi di gestione sono in cima ai pensieri dei potenziali acquirenti di autovetture. Di qui la scelta di organizzare un convegno per illustrare innovazioni ed evoluzioni tecnologiche a prova di portafoglio e nel rispetto dell’ambiente. Ormai i costi di montaggio di impianti gpl come gli stessi prezzi delle auto ad alimentazione alternativa si stanno abbassando oltre ad essere una scelta che paga al momento di cedere un’auto o di abbattere i costi di un veicolo di seconda mano. L’evoluzione tecnologica ormai rende gli impianti adatti ad essere montati su ogni autovettura, diesel incluso».
I tempi sono ormai maturi per l’alimentazione alternativa: «Fino a dieci anni fa gpl e metano rappresentavano una vera e propria nicchia, oggi il gpl ha ormai surclassato il diesel – sottolinea Mirco Moioli, alla guida dei Concessionari auto -. Ormai sarebbe impossibile per una concessionaria non offrire una scelta di auto ad alimentazione alternativa. Il gpl va per la maggiore, seguito dal metano, ma l’interesse è sempre alto verso le ibride». Il futuro è elettrico: «Le ibride rappresentano senza dubbio la soluzione del futuro e quella in grado di tagliare ulteriormente le spese, ma hanno ancora un costo elevato, cui si somma la difficoltà di rifornimento». Il convegno rappresenta l’occasione per la categoria di rafforzare e gestire al meglio l’assistenza e il post-vendita: «Nei costi di un’auto anche la manutenzione ha un suo peso. La partecipazione di Pitstop Advsor rappresenta l’occasione per individuare nuove strategie per rafforzare questo comparto, forte di professionalità qualificata e pezzi di ricambio inviati direttamente dalle case madri – continua Moioli -. Da tempo le concessionarie incentivano a fare check-up a prezzi vantaggiosi o con omaggi come il cambio d’olio per ogni tagliando e offrono servizi come l’auto sostitutiva».
Il convegno, promosso da Ascom, gode del patrocinio di Quintaruota (www.quintaruota.it), Pitstop Advisor.com e Brc Gas Equipment.
La partecipazione è aperta a tutti. Per iscrizioni e informazioni è a disposizione la Segreteria Organizzativa (tel. 035 4120304, fax 035 4120149, info@ascombg.it).


Offerte di lavoro, in crescita
gli annunci “truffaldini”

Dottor Bergamaschi
da qualche tempo sono alla ricerca di un’occupazione e mi sono accorto che molte delle inserzioni a cui ho risposto, celano in realtà lavori diversi da quelle descritti o proposte di collaborazione vaghe. In compenso bisogna inviare tutta una serie di dati personali. Sono demoralizzato e confuso. Che ne pensa di tutto questo?

e-mail, Ponte San Pietro

Non ci vuole la sfera di cristallo per rendersi conto di quanto sia difficile trovare un impiego in questo momento; la famigerata crisi non ha risparmiato il popolo dei lavoratori e tutti, nessuno escluso, tentano di accaparrarsi la chance di una collaborazione professionale, anche per poco tempo, per cominciare a guadagnare qualche soldo.
In tale contesto, sicuramente drammatico per tutte le implicazioni che inevitabilmente comporta, pullulano sul web decine di inserzioni di lavoro che promettono guadagni facili e allettanti prospettive di carriera, ma che in realtà nascondono delle mezze fregature da evitare come la peste. Lo segnalano soprattutto i giovani in cerca di occupazione che nei vari blog e forum raccontano di essere incappati in offerte di lavoro all’apparenza uguali alle altre, ma che poi, in sede di colloquio, si sono rivelate ingannevoli o truffaldine.
Sembra un paradosso, ma l’elevata disoccupazione giovanile ha creato un terreno fertile per il cyber-crime e per coloro che lucrano a danno dei giovani e del loro diritto a trovare un lavoro.  Da una ricerca condotta da Adiconsum e dal Movimento difesa del cittadino, nell’ambito del progetto “Lavoro sicuro“, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono emerse incredibilmente dodici tipologie di frodi e pratiche commerciali scorrette ai danni dei giovani in cerca di lavoro o di offerte formative. Queste comprendono il lavoro a domicilio, le vendite porta a porta, i servizi telefonici a pagamento, le iscrizioni alle banche dati, i corsi di formazione, le borse di studio, la realizzazione di book fotografici, le associazioni in partecipazione, i falsi periodi di prova, il trasferimento di denaro, le catene di S. Antonio, il marketing piramidale e i documenti da firmare. Comuni denominatori di tali truffe sono la non chiarezza delle informazioni sulle mansioni da svolgere, le false promesse in cambio di un esborso di denaro o corsi di formazione di scarsa qualità pubblicizzati come gratuiti salvo poi la richiesta del versamento di somme per il proseguimento delle lezioni. Per sventare questa ondata di frodi, Adiconsum e Movimento difesa del cittadino hanno stilato un decalogo per i giovani in cerca di un’occupazione su come riconoscere ed evitare di cadere nella trappola dei falsi annunci di lavoro. Anche perché c’è un altro aspetto delicato che non bisogna sottovalutare: le frodi perpetrate ai danni degli individui in cerca di lavoro presentano risvolti psicologici e sociali particolarmente gravi: a livello personale possono produrre un abbassamento della propria autostima e a livello sociale minano la fiducia e le aspirazioni della persona, che considera il lavoro come un prezioso strumento di realizzazione personale.
Massima attenzione quindi agli annunci che chiedono la compilazione di form generici con dati personali, indirizzi e-mail e recapiti telefonici, perché quasi sempre si tratta di catene di Sant’Antonio, di Multilevel o cose simili. Diffidate anche dagli annunci che cominciano con la classica frase “cercasi giovani entusiasti e volenterosi” perché spesso nascondono lavori gratuiti o malpagati; meglio prendere le distanze anche da quelle offerte di lavoro che ricercano profili generici, che propongono attività vaghe e che chiedono solo “immediata disponibilità”. Stessa solfa per le inserzioni dove non compare il nome dell’impresa e non è presente, neppure in forma anonima, una presentazione del settore in cui opera e dell’attività che svolge. Non bisogna dimenticare che un’azienda “seria” è sempre molto attenta ai requisiti professionali e personali delle persone da inserire, non ha timore a descrivere in cosa consiste il lavoro, quali sono i requisiti e il probabile compenso; e soprattutto vuole vedere il curriculum dei candidati per analizzare esperienze formative e professionali. Pertanto quando sfogliamo un giornale di annunci o navighiamo in rete alla ricerca di un lavoro, “attenzione, buonsenso e una sana dose di diffidenza” devono essere i tre elementi indispensabili da non dimenticare, per non rischiare di inciampare in offerte che non hanno nulla di serio.  Non mi resta che auguravi in bocca al lupo.


L’Ascom agevola il commercio
su smartphone e tablet

Il futuro del commercio è racchiuso negli smartphone e tablet, pronti a guidare cittadini e visitatori tra le diverse insegne, presenti in ogni via. Ascom ha stipulato una convenzione con Semantic finalizzata a favorire la presenza nella App Smartrippin, un innovativo strumento di marketing che consente di promuovere le proprie attività attraverso applicazioni “mobile”, raggiungendo un elevato numero di utenti che possono reperire informazioni in qualunque momento ed in qualunque luogo grazie anche ad un servizio di geolocalizzazione. Il servizio prevede l’inserimento della propria attività all’interno dell’APP, la  distribuzione del servizio attraverso la vendita, l’ acquisto dell’APP come prodotto a valore aggiunto per i propri clienti. La App è venduta sull’Apple Store a un prezzo di 3,59 euro per il mercato consumer. I vantaggi economici offerti agli associati sono rappresentati dalla presenza della propria attività all’interno  dell’App con conseguente visibilità  grazie alla  realtà aumentata e possibilità di incrementare il proprio giro d’affari grazie alla geolocalizzazione. Le attività potranno distribuire l’App attraverso i propri canali web (sito, social, newsletter) o attraverso la presenza di materiale informativo all’interno della propria attività (volantini, adesivi, QRcode), con il duplice vantaggio: di guadagno dalla vendita dell’applicazione e  valore aggiunto per il cliente, omaggiato del servizio. Il cliente, attraverso il materiale (Kit Distributore SmarTrippin) avrà tutte indicazioni per scaricare in modo autonomo l’applicazione. Alberghi, ristoranti, aziende, enti pubblici, possono inoltre usare l’App come gadget a valore aggiunto per i propri clienti. A seguito dell’acquisto vengono assegnati dei codici che permettono il download dell’APP.