Aeroporto, i comuni dell’hinterland bocciano la nuova rotta. Gori: «Scelta cinica»

Aeroporto, i comuni dell’hinterland bocciano la nuova rotta. Gori: «Scelta cinica»

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«Senza un impegno concreto da parte di Sacbo per mitigazione e compensazione ambientale, i sindaci del Tavolo non sono più disponibili a valutare modifiche alle procedure antirumore»

 

Orio al serio aeroportoI Comuni di Azzano San Paolo, Bagnatica, Brusaporto, Bolgare, Costa di Mezzate, Grassobbio, Orio al Serio e Seriate oggi in Commissione Aeroportuale hanno votato contro la sperimentazione delle nuove rotte anti-rumore proposte del Comune di Bergamo per ridurre il numero di abitanti esposti a oltre 60 decibel LVA nelle zone più prossime all’aeroporto. La sperimentazione, dunque non partirà.

«Non è stato concessa la possibilità di un approfondimento tecnico da parte della commissione preposta – dicono nelle loro motivazioni -, in quanto i rappresentanti politici nella seduta odierna non erano in grado di dare una valutazione completa ed esaustiva immediata (proposta trasmessa da Enac in data 24/07/2015)». Lamentano inoltre l’assenza di una condivisione all’interno del tavolo dei Sindaci: «Ancora una volta il Comune di Bergamo ha preferito intraprendere un’azione personale, piuttosto che confrontarsi con il resto dei Sindaci del Territorio, perdendo l’occasione di addivenire a decisioni e iniziative condivise che tengano conto degli interessi di tutta la Comunità che insiste nell’intorno aeroportuale».

«Nel constatare – continuano – un aumento del numero dei voli e delle criticità correlate allo Sviluppo dell’aeroporto “Il Caravaggio” ribadiamo che, oggi più che mai è necessario alzare il livello di attenzione rispetto ad uno sviluppo che ormai è arrivato ai limite della sostenibilità. I Sindaci del Tavolo non sono più disponibili a valutare ulteriori modifiche alle procedure antirumore, in assenza di un impegno concreto da parte di Sacbo finalizzato a mettere in campo in tempi brevi interventi e investimenti di mitigazione e compensazione ambientale, indirizzati a tutti i territori impattati dall’attività aeroportuale».

«Consapevoli dell’importanza e del ruolo strategico che l’azienda aeroportuale costituisce per il Territorio, siamo altresì convinti che solo attraverso la massima condivisione di intenti si potranno ottenere risultati e obiettivi volti al miglioramento della qualità della vita dei nostri Cittadini».

A favore hanno votato, oltre a Bergamo, Regione Lombardia, Sacbo, Enav ed Enac. Decisive le astensioni della Provincia e di Arpa (non provvista di delega), nonché le assenze di Ispra e Comitato Utenti.

«Si tratta di una scelta totalmente politica – ha commentato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori – in linea con l’operato della passata amministrazione, che come noto aveva deciso di concentrare il massimo dei disagi sugli abitanti di Colognola, tanto da far classificare il quartiere come “area di rispetto aeroportuale”. Contestiamo questa impostazione e siamo invece favorevoli ad una più equilibrata distribuzione del carico acustico, anche tra i quartieri della città, pur di ridurre sensibilmente il numero dei cittadini esposti oltre la soglia critica (anche secondo la legge) dei 60 decibel. Si tratta di una scelta cinica, che per calcolo politico penalizza migliaia di cittadini. Per questa ragione non rinunceremo a riproporre la sperimentazione di percorsi di volo migliorativi della situazione attuale, pronti al confronto e ai necessari approfondimenti tecnici con tutte le parti coinvolte».

La proposta, che nel frattempo aveva ottenuto l’approvazione tecnica dell’Enac, prevedeva una ripartizione dei decolli verso ovest tra due rotte: la “vecchia” rotta 220 – in asse con la pista – e la nuova rotta, denominata PRNAV, con una virata più stretta rispetto all’attuale, così da evitare il diretto sorvolo del quartiere di Colognola, mentre non modificava la situazione sui comuni a est dello scalo.

La previsione era di ridurre da 6.600 a 4.800 le persone esposte a oltre 60 decibel, – 27%, secondo le stime di Arpa Lombardia, con una riduzione di 2.200 unità a Bergamo e un aumento di 440 ad Azzano San Paolo, mentre sarebbero stati invariati i dati di tutti gli altri comuni interessati.