Nuovo portale Turismo 5 e stretta sulle case vacanze, ne parlano gli albergatori in assemblea

Gli albergatori fanno il punto sul mercato turistico e affrontano le principali  novità e normative che interessano il settore. La Regione ha infatti promosso la creazione di un nuovo portale per la rilevazione delle presenze e dei flussi turistici. Dal 18 gennaio sarà attivo Turismo 5, il nuovo applicativo online di rilevazione delle presenze che sarà utilizzato dalle strutture ricettive per la comunicazione dei dati statistici sul turismo ed andrà a sostituire Newturismo, che resterà attivo solo ed unicamente per il completamento della rilevazione del movimento della clientela negli esercizi ricettivi per il 2017. Il nuovo portale, oltre a consentire alle strutture ricettive di adempiere agli obblighi nei confronti di Istat per le rilevazioni come da Regolamento comunitario (Ue n. 692/2011), semplifica anche l’adempimento in materia di pubblica sicurezza verso la Questura, tramite la generazione automatica della schedina o file Alloggiati. Il sistema gestionale consente anche alle imprese di disporre di strumenti utili all’analisi di posizionamento della propria impresa.

Nell’assemblea si parlerà anche della proposta di legge regionale dell’obbligatorietà di un Codice per identificare ogni casa vacanza. Il provvedimento nasce per fare emergere la gran mole di sommerso nel settore e porre fine a abusi e concorrenza sleale con le strutture in regola, dando di fatto una stretta sugli appartamenti affittati in particolare su piattaforme di home-sharing, da Airbnb ad altri siti. Stando ai dati di Federalberghi, l’associazione nazionale di rappresentanza del settore di Confcommercio, in Lombardia ci sarebbero 25 mila alloggi presenti solo su Airbnb, mentre gli alloggi lombardi regolarmente censiti e registrati sono solo 3.473. Il nuovo provvedimento regionale istituisce una sorta di “targa” per le case: un codice identificativo di riferimento-Cir che deve accompagnare ogni annuncio.
L’appuntamento per la categoria è mercoledì 17 gennaio alle 15.30 nella sala corsi della sede Ascom di Via Borgo Palazzo, 137, per la prima assemblea annuale. Nel corso dell’incontro saranno anche illustrati bandi di finanziamento regionali e nazionali.


Ascom porta il commercio nel futuro Al via il servizio Terziario4.0

Ascom inaugura il 2018 mettendo a disposizione una nuova area di consulenza specializzata nell’Innovazione e Digitalizzazione, pronta ad accompagnare le piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi a cogliere la svolta 4.0.

Lo sportello si chiama “Terziario4.0”, è attivo da oggi in Ascom a Bergamo in via Borgo Palazzo e racchiude tutte le iniziative promosse o sostenute dall’associazione legate all’innovazione. Gli imprenditori potranno ricevere check up aziendale, consulenza e formazione, grazie al contributo delle varie aree dell’associazione (fiscale, consulenza, tecnico-amministrativa, credito, innovazione) sui molti temi: internet, IoT, Cloud, realtà aumentata, cyber security, big data e data analytics, e–commerce, sistemi di pagamento web e mobile, georeferenziazione, sistemi informativi e gestionali, innovazione digitali a supporto della esperienza d’acquisto, logistica e organizzazione punto vendita (tracking, bar code), automazione di processi. Inoltre potranno avere informazioni e assistenza per sfruttare al meglio le agevolazioni e le opportunità di co-finanziamento presenti oggi sul mercato, tra cui i bandi voucher digitali delle Camere di Commercio, gli incentivi del Ministero dello Sviluppo Economico per la digitalizzazione, la ‘nuova Sabatini’, i crediti d’imposta e gli ammortamenti, l’accesso ai finanziamenti dei Consorzi Fidi.

“I dati forniti da Unioncamere e rielaborati dalla nostra Camera di Commercio dicono che i nostri settori sono quelli che negli ultimi anni hanno investito meno in digitalizzazione e innovazione – dice Oscar Fusini, direttore Ascom – Questo perché le attività del terziario hanno posto attenzione all’innovazione non tecnologica e investito nelle competenze dei collaboratori in materia di accoglienza e relazioni, nell’ammodernamento delle strutture e nella riqualificazione degli immobili e degli arredi. Ciò ha rallentato i processi innovativi a livello tecnologico. Oggi gli operatori stanno iniziando ad adeguarsi: gli stessi numeri forniti dalla fonte camerale segnalano infatti un incremento di aziende del terziario che oggi puntano sulla digitalizzazione, spinte in particolare da una maggiore richiesta da parte di consumatori, che sono sempre più tecnologici. La svolta verso la digitalizzazione arriva anche dalla pubblica amministrazione: fatturazione elettronica e dematerializzazione sono ormai realtà e possono semplificare la gestione contabile e amministrativa di ogni impresa. Per aiutare le imprese ad avere una strategia chiara abbiamo attivato uno sportello che supporterà le imprese nei temi dell’innovazione, degli strumenti agevolati e in generale nell’ambito del Piano nazionale “Impresa 4.0”, aiutandole anche a cogliere le opportunità messe oggi a disposizione da bandi e agevolazioni”.  

Le nuove frontiere del digitale hanno introdotto cambiamenti sostanziali anche nel comparto della distribuzione, nel turismo, nei trasporti, nei servizi. Vetrine intelligenti, specchi e camerini smart, tecnologie basate sulla realtà aumentata, stampanti 3D, telecamere e sensori, totem e touchpoint e i sistemi di cassa più evoluti e mobili potranno presto diventare realtà e rendere lo shopping sempre più emozionale.

“è ormai impossibile per ogni attività ignorare l’on-line: gli strumenti digitali e innovativi permettono anche alle attività più tradizionali e alle piccole e piccolissime imprese di competere in questo nuovo mercato evoluto e di riscontrare le esigenze di consumatori e utenti sempre più connessi alla rete – spiega Giorgio Puppi, responsabile  del Servizio Innovazione e Digitalizzazione – La svolta digitale vincente per i negozi passa dal miglioramento dell’esperienza di acquisto attraverso innovazioni che la rendano più personale, più rispondente alle esigenze del singolo cliente”.

Lo sportello Terziario 4.0 si trova in Ascom in via Borgo Palazzo a Bergamo. Per informazioni: Giorgio Puppi dell’area Innovazione e Digitalizzazione allo 035/4120123 (giorgio.puppi@ascombg.it).

I nuovi bandi per la digitalizzazione


Le vendite al dettaglio tornano a salire

Secondo i dati Istat, a novembre 2017 le vendite al dettaglio aumentano, rispetto al mese precedente, dell’1,1% in valore e dello 0,8% in volume.
In particolare, si registrano incrementi sia per le vendite di beni alimentari (+1,1% in valore e +1% in volume) sia per quelle di beni non alimentari (+1% in valore e +0,7% in volume). Nel confronto con novembre 2016, le vendite al dettaglio crescono dell’1,4% in valore e dello 0,6% in volume. Nello stesso periodo le vendite di prodotti alimentari aumentano del 2% in valore, (restano invariate in volume), mentre quelle di prodotti non alimentari crescono sia in valore che in volume (rispettivamente, +1,1% e +0,8%). Nella media del trimestre settembre-novembre 2017, l’indice complessivo delle vendite al dettaglio registra, rispetto al trimestre precedente, un aumento dello 0,2% in valore e una flessione dello 0,2% in volume. Quest’ultima – spiega l’Istat – e’ dovuta, in particolare, alla dinamica negativa registrata nel periodo per i volumi dei beni alimentari (-0,7%). Inoltre, rispetto a novembre 2016, le vendite al dettaglio aumentano del 2,6% nella grande distribuzione e dello 0,2% nelle imprese operanti su piccole superfici.

 


Alternanza scuola lavoro, il mondo del libro si mobilita

Nasce ‘Libri Fuori-Classe’, il progetto per l’alternanza scuola-lavoro ideato dai principali rappresentanti della filiera del mondo del libro. L’iniziativa è proposta dall’Associazione Italiana Editori, insieme all’Associazione Librai Italiani e all’Associazione Italiana Biblioteche, sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura, Libri FuoriClasse e si pone l’obiettivo di supportare le scuole e gli operatori del settore, mettendo a disposizione strumenti semplici e innovativi, utili per attivare processi di alternanza scuola lavoro, che permettano alle ragazze e ai ragazzi di conoscere il mondo del libro e di prepararsi per una esperienza di lavoro in casa editrice, in libreria o in biblioteca.

Il progetto per la prima volta investe tutta una filiera e si inscrive nelle esperienze di alternanza scuola lavoro: ogni anno, infatti, circa 1,5 milioni di studentesse e di studenti delle terze, quarte e quinte classi della scuola secondaria di secondo grado partecipano ad esperienze di questo tipo, prima di affrontare l’esame di Stato conclusivo dei percorsi di studio. “Questo progetto –  ha affermato la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – ha un duplice merito: da una parte, attraverso i percorsi ideati e progettati dall’Aie, da Ali Confcommercio e dall’Aib, le studentesse e gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado italiane potranno conoscere dall’interno la filiera del libro, comprenderne i meccanismi, entrare in contatto con tutte le professionalità legate al mondo del libro. Si tratta di uno straordinario momento formativo e di apprendimento attivo. Dall’altra parte, Libri Fuori-Classe promuove l’avvicinamento alla lettura tra le nostre giovani e i nostri giovani, facendo un’operazione culturale lodevole ed encomiabile”. “Siamo orgogliosi di aver avviato e coordinato questo progetto.

Libri Fuori-Classe – ha dichiarato da parte sua Ricardo Franco Levi,presidente Aie – è un’occasione unica per avvicinare ragazze e ragazzi al mondo del libro, promuovendo un’esperienza di immersione ovunque ci sia una casa editrice, una libreria, una biblioteca disponibili ad attivare un rapporto con le scuole”. “Esprimo la soddisfazione di Ali Confcommercio nell’aver portato il contributo delle librerie italiane al progetto Libri Fuori-Classe, che permette alle scuole, agli insegnanti, agli studenti con le loro famiglie, coinvolti nell’alternanza scuola lavoro, di avvicinarsi al mondo del librerie consapevoli della varietà di opportunità che esso racchiude e in particolare di acquisire la necessaria preparazione per rendere l’esperienza dell’alternanza scuola lavoro un reale momento di formazione e di crescita personale”, ha commentato Paolo Ambrosini, presidente Ali Confcommercio. Per Rosa Maiello, presidente Aib, “Libri Fuori-Classe è più di un progetto, è un’azione di sistema a cui puntiamo con convinzione. La collaborazione tra il sistema scolastico e gli attori pubblici e privati del mondo del libro offrirà nuove opportunità di apprendimento e partecipazione attiva agli studenti e contribuirà a dare impulso all’attivazione di nuovi servizi bibliotecari di qualità”. Sono oltre 200 le case editrici, librerie, biblioteche che hanno già aderito al progetto, distribuite in 17 regioni italiane. Qualunque scuola, a partire dal 9 gennaio, può contattare direttamente uno degli aderenti per avviare da subito un progetto di alternanza.

L’iniziativa si articola in sei percorsi che le scuole possono scegliere liberamente secondo le loro esigenze o in base a un progetto condiviso con l’azienda o la realtà ospitante. Ogni percorso è introdotto da un video, scelto appositamente per avvicinare le studentesse e gli studenti al tema in modo innovativo e vicino alle loro esperienze e per fare da spunto per l’avvio delle attività proposte nei percorsi didattici. Cuore e snodo formativo del progetto è la piattaforma www.librifuoriclasse.com attraverso la quale ogni insegnante può scegliere gli argomenti da sviluppare, con tutte le risorse necessarie per condurre operativamente le esperienze di scoperta del mondo del libro: una speciale “cassetta degli attrezzi” con tutte le istruzioni, indicazioni metodologiche per una didattica aggiornata, i materiali di valutazione richiesti per svolgere i percorsi di alternanza, schede per i lavori di gruppo, i tempi necessari, i luoghi dove svolgere le ricerche, suggerimenti operativi, le competenze da attivare. Oltre all’elenco sempre aggiornato delle case editrici, delle librerie e delle biblioteche dove sarà possibile svolgere i percorsi di alternanza scuola lavoro. All’avvio del prossimo anno scolastico Libri Fuori-Classe metterà a punto anche un progetto di “impresa simulata”: ogni singolo istituto potrà inoltre avviare la costituzione e la gestione di una biblioteca aperta al territorio.


Campionati italiani di pasticceria, a Massa Carrara dal 25 febbraio il più dolce dei tornei

campionati pasticceria 201880 pasticceri scendono in campo per sfidarsi nel più dolce dei tornei. Dal 25 al 28 febbraio 2018 si terranno presso la Fiera del Tirreno di Massa Carrara i Campionati Italiani di Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria e i Campionati Italiani di Cake Design organizzati e diretti dalla Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria. Due campionati per quattro giorni di alta pasticceria, tra creazioni originali, accostamenti inediti, tecniche all’avanguardia e tutto il talento dei migliori interpreti dell’arte pasticcera, che si contenderanno l’ambita Coppa. Non solo: i vincitori avranno la possibilità di entrare a far parte della Nazionale Italiana di Pasticceria che parteciperà ai Mondiali nel 2019. “I Campionati Italiani rappresentano l’occasione perfetta per mettere alla prova il talento e la creatività dei migliori pasticceri e cake designer del nostro paese – afferma il Presidente della FIPGC Roberto Lestani. I partecipanti saranno messi a dura prova e dovranno realizzare delle vere e proprie opere d’arte, saranno valutati anche nel più piccolo dettaglio: dalle tecniche utilizzate agli ingredienti, dalla pulizia del piano di lavoro al tempo impiegato. Ogni particolare può essere determinante: solo così si possono scegliere i migliori pasticcieri e cake designer di tutta Italia” I maestri pasticcieri italiani dovranno mettere in mostra tutto il proprio talento e tutta la propria abilità realizzando un dolce secondo la specialità scelta tra tre opzioni differenti al momento dell’iscrizione: – Scultura in cioccolato e praline – Scultura in zucchero e dessert al piatto – Scultura in pastigliaggio e torta moderna Tre diverse categorie per le tre diverse specialità che saranno poi protagoniste dei Mondiali 2019. Ogni giorno sarà eletto un vincitore per ognuna di queste categorie, e i tre vincitori assoluti formeranno la nazionale italiana. Il quarto giorno sarà la volta dei cake designer, dovranno realizzare opere mai viste prima in pasta da zucchero e glassa. A giudicare il talento, la creatività e ogni aspetto delle opere presentate sarà una giuria molto attenta ed esigente, composta dai campioni che hanno vinto le precedenti edizioni dei Campionati FIPG e dai professionisti dell’Equipe Eccellenza Italiana ed Internazionale FIPGC. Vincere la Coppa Italia sarà solo il punto di partenza, perché proprio da lì inizierà la vera sfida: la preparazione per i Mondiali. Ci vorranno infatti mesi e mesi di allenamenti serrati, studio di nuove tecniche, prove e perfezionamento continuo, e soprattutto impegno per creare lo spirito di squadra per affrontare al meglio i Campionati Mondiali del 2019. Sarà possibile seguire i campionati italiani anche in diretta sulla pagina Facebook della Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria: https://www.facebook.com/fipfederazionepasticceria/ La Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria (FIPGC) è l’ente che promuove la pasticceria italiana in tutto il mondo. FIPGC organizza in tutta Italia eventi, fiere, corsi di formazione di alto livello, preparazione One-to-One o di squadra per gareggiare nei concorsi a livello nazionale e internazionale. Dal 2015 organizza i Campionati Italiani e i Campionati Mondiali di Pasticceria e Cake Design. Nel 2017 nascono anche i Campionati Nazionali di Pasticceria Alberghieri d’Italia: promossi insieme al MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è il primo campionato Juniores di pasticceria dedicato agli istituti alberghieri, che dà modo ai giovani che vogliono intraprendere la professione di confrontarsi con i grandi maestri d’Italia. Per ulteriori informazioni: http://www.federazionepasticceri.it/


Sacchetti, ecco il vademecum Ascom per non incappare in pesanti sanzioni

tavoloL’obbligo di pagamento scattato il 1° gennaio per i sacchetti leggeri e ultraleggeri oltre a innescare la rivolta dei consumatori, non soddisfa nemmeno i commercianti, alle prese con una normativa che lascia più di un dubbio sul fronte applicativo. E il timore di sanzioni- le prime multe sono scattate nei giorni scorsi- è quanto mai forte, dato che si parla di multe dai 2.500 ai 25 mila euro, elevabili fino a 100 mila euro nei casi più gravi.
Ascom ha organizzato un convegno di approfondimento per illustrare le novità della nuova legge sulle borse di plastica, i rischi e le opportunità per il commercio. L’incontro, svoltosi lunedì 8 gennaio dalle 15.30 alle 17, nella sala Conferenze di Ascom, è stata una prima importante occasione per informare le imprese sulle novità e le opportunità introdotte dalla normativa, e sui rischi inerenti alla non corretta applicazione delle stesse. Livio Bresciani, vicepresidente Federazione Italiana Dettaglianti Alimentari- Fida non ha nascosto il malcontento della categoria: “ Avremmo preferito iniziare l’anno con una proroga della legge o quanto meno con una sospensione del regime sanzionatorio, come richiesto a più riprese dalla nostra Federazione, con l’intervento della presidente Donatella Prampolini. Impossibile non condividere l’obiettivo della normativa a tutela dell’ambiente, tema che non trova certamente insensibili noi commercianti. Il nostro timore è che il consumatore preferisca il pre-confezionato allo sfuso per evitare di pagare le shopper. Se ciò accadrà invece di ridurre la plastica in circolazione, la normativa ne porterà paradossalmente ad un aumento. Con un problema di sostenibilità più ampio, dato che si rischia forse di acquistare più del dovuto”. Molte le questioni da chiarire e i dubbi da dirimere, come sottolineato subito dal presidente Ascom Paolo Malvestiti, che ha introdotto il convegno: “A Bergamo questa normativa coinvolge molte delle nostre imprese, circa 6 mila, che spaziano dal dettaglio alimentare, al settore dell’abbigliamento e calzature fino ad arrivare agli ambulanti. Abbiamo sentito quindi la necessità di informare i nostri imprenditori, perché la norma introduce cambiamenti non di poco conto e con sanzioni anche alte. Le nuove disposizione impattano non solo su noi commercianti, che ora abbiamo una serie di nuovi obblighi da rispettare, ma anche sui nostri clienti. Non dimentichiamoci infatti che ci sono interi settori in cui le borse sono sempre state omaggiate al consumatore”. Pierpaolo Masciocchi, responsabile settore Ambiente e Qualità di Confcommercio, ha riepilogato la normativa di riferimento sia per le borse riutilizzabili in plastica che per quelle biodegradabili e compostabili che per le ultraleggere per alimenti sfusi. “Per essere a norma, queste ultime dovranno: essere biodegradabili e compostabili secondo lo standard internazionale Uni En 13432:2002; essere realizzate con un contenuto di materia prima rinnovabile di almeno il 40% (che dovrà diventare il 50% a partire dal primo gennaio 2020 e il 60% dal primo gennaio 2021); disporre dell’idoneità per uso alimentare; essere cedute esclusivamente a pagamento”. Biodegradabilità, compostabilità e contenuto di materia prima rinnovabile dovranno essere certificati da organismi accreditati, per non incappare in pesanti sanzioni. “Per le altre borse, anche quelle riutilizzabili in plastica tradizionale per il trasporto merci, resta l’obbligo di pagamento: non possono essere cedute gratuitamente e il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto” ha precisato Masciocchi. Sulla questione dell’obbligo di pagamento dei sacchetti, che sta creando più di un problema nella gestione contabile dei piccoli negozi, il responsabile settore Ambiente e Qualità di Confcommercio ha riportato alcune precisazioni, con riferimento alla circolare del Ministero dello Sviluppo Economico e all’azione intrapresa in Parlamento da Confcommercio: “La normativa punisce indifferentemente sia la commercializzazione dei sacchetti non conformi che la mancata registrazione sullo scontrino di cassa del costo del sacchetto acquistato dal consumatore. Come Federazione abbiamo evidenziato come sarebbe più corretto alleggerire con una sanzione più modesta un comportamento omissivo che può considerarsi irrilevante per la tutela dell’ambiente, rispetto all’azione più grave dell’immissione di sacchetti non conformi”. Sulla possibilità di scontare il prezzo dei sacchetti, il riferimento è la nota del Ministero dello Sviluppo Economico: “Lo sconto è possibile, dato che come chiarito dal Ministero, non vige l’obbligo del rispetto della disciplina in materia di vendite sottocosto. Tuttavia lo sconto dell’intero importo potrebbe comportare elusione. Pertanto il consiglio è di scontare il costo delle shopper, ma non di regalarle per non incappare in sanzioni”.
Ascom ha approntato una sorta di vademecum con suggerimenti per i commercianti: “Il nostro primo consiglio- ha sottolineato il direttore Oscar Fusini– è quello di far pagare i sacchetti, cercando però di scontarli il più possibile. La vendita di ogni sacchetto deve essere battuta ed evidente in ogni scontrino fiscale. Suggeriamo di utilizzare borse di altro materiale, in tutti i casi in cui vi sia la possibilità, oltre che la sostenibilità economica. Consigliamo i commercianti di non cedere nemmeno gratuitamente i sacchetti non a norma. Al bando anche richieste di eventuali adeguamenti al registratore di cassa, prima che l’Agenzia delle Entrate chiarisca, come atteso, cosa fare”. In attesa della pronuncia del Ministero della Salute, Ascom sconsiglia di consentire ai clienti l’utilizzo di sacchetti propri come imballaggio primario per alimenti sfusi: “Una cautela in più e una maggiore tutela per il commerciante e per la salute di tutti, anche se c’è stata un’apertura alla possibilità di utilizzare sacchetti monouso ed integri portati dall’esterno del negozio” continua Fusini. Ascom invita gli associati a farsi rilasciare e sottoscrivere dal produttore una certificazione e a farsi fornire tutti gli elementi identificativi che attestino il possesso dei requisiti di legge. “Le sanzioni possono essere molto pesanti anche nei confronti del commerciante che si è fidato del suo fornitore. È opportuno, quindi, che chi commercializza tali sacchetti si accerti della conformità degli stessi già al momento dell’acquisto” continua il direttore Ascom.
Quanto alle opportunità per il commercio, che molti faticano ad intravedere, Marco Versari, presidente Assobioplastiche, ha tenuto a precisare come la normativa sulle shopper, presto entrata al centro delle polemiche, scatenando le ire dei consumatori, non sia nata dall’oggi all’indomani e vada a tutelare ambiente e futuro: “E’ tutto in chiaro da tempo, non c’è nessuna sorpresa. Non é una tassa occulta, né una legge fatta passare dall’oggi all’indomani. L’Italia, come Francia e Belgio dove la normativa è già realtà, come lo sarà presto anche in Spagna nel 2020, ha recepito la direttiva europea che rende obbligatoria la biodegradabilità. A differenza di questi Paesi, l’Italia ha optato per l’ obbligo di fare pagare i sacchetti e rendere evidente questo dallo scontrino. La decisione del nostro Paese che ha scatenato le ire dei consumatori è una scelta di trasparenza che dà valore ad ogni singolo sacchetto ceduto, accrescendo la consapevolezza dei consumatori”. Versari ha anche ricordato come la norma valorizzi un’industria, dal know-how tutto italiano, che rispetta standard qualitativi elevatissimi: “ Per anni l’industria italiana ha sofferto della concorrenza di prodotti non a norma: solo l’anno scorso, in base al dato della Plasticconsult, sono stati 45 milioni i chili di materiali plastici fuorilegge immessi sul mercato. La nuova normativa obbliga di indicare il nome del produttore e traccia filiere produttive, dove si innestava in alcuni casi lo spettro della malavita.
Infine prima le buste ultraleggere provenivano in grande misura dall’Estremo oriente, ora invece sono orgogliosamente italiane, come la maggior parte di quelle impiegate in Europa”. E’ un’occasione per dare prova che l’Italia non è la Roma invasa dai rifiuti, ma sa essere all’avanguardia per tecnologia e inventiva: “Siamo partiti al nord prima degli altri anche nella raccolta differenziata, oltre che nel creare una modalità di produrre diversa e sostenibile. E questa norma non sarà la prima, dato che anche altri principali inquinanti, dai cottonfioc alle cialde di caffè non riciclabili, alle stoviglie di plastica, dovranno rispettare nell’immediato futuro criteri di biodegradabilità”.


Dal 4 gennaio multe fino a 20mila euro per chi mette sul mercato capi e scarpe con etichette non conformi

Dal 4 gennaio 2018  i prodotti tessili e calzature venduti alla rinfusa, senza informazioni corrette per il consumatore, costeranno cari a chi li mette sul mercato. Entra in vigore una nuova disciplina sanzionatoria per l’etichettatura delle calzature e dei componenti tessili, con un inasprimento delle multe in capo a produttori, fornitori e distributori. Il provvedimento prevede inoltre sanzioni da 1.500 a 20 mila euro per i fabbricanti o importatori o distributori che non forniscano nei cataloghi, sui prospetti o sui siti web corrette indicazioni relative alla composizione fibrosa, ai sensi del Regolamento comunitario (UE n.1007/2011).
Fino ad oggi le multe sono state elevate ai soli commercianti che spesso non hanno esercitato il diritto di rivalsa nei confronti del fornitore, anche- come sottolineato da Confcommercio- per la presenza di esplicite clausole contrattuali a sfavore della parte più debole della filiera. Grazie alla battaglia sindacale condotta da Federazione Moda Italia Confcommercio, si è arrivati alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (296 del 20 dicembre 2017) del Decreto legislativo 190 del 15 novembre 2017 recante la disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni della direttiva comunitaria 94/11 in materia e il Regolamento Ue 1007/2011 relativo alle denominazioni delle fibre tessili.
La nuova normativa accoglie le istanze dei commercianti, attribuendo a chi effettivamente etichetta i prodotti, e quindi a fabbricanti, importatori e distributori, responsabilità diretta e conseguenti multe (fino a 20 mila euro). Inoltre il decreto introduce l’assegnazione alle Autorità di Vigilanza (Camera di Commercio, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) di un termine perentorio di 60 giorni al fabbricante o al responsabile della prima immissione sul commercio delle calzature per la regolarizzazione dell’etichettatura o il ritiro dei prodotti dal mercato.
In relazione alla pubblicazione del decreto, Ascom esprime soddisfazione per veder riconosciuti nel provvedimento alcuni aspetti di principio ritenuti imprescindibili dal dettaglio moda multibrand, oltre a valorizzare chi si impegna per dare servizio e informazioni corrette, oltre che prodotti di qualità, alla clientela. “Dopo decenni di gravose sanzioni attribuite sostanzialmente ai soli commercianti, viene riconosciuta piena responsabilità a chi effettivamente appone le etichette di calzature e prodotti tessili- sottolinea Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento e articoli sportivi Ascom, nel direttivo nazionale di Federazione Moda Italia- Confcommercio-. Era inammissibile, oltre che inaccettabile, che un operatore commerciale, molto spesso vessato da clausole che gli negano ogni diritto di rivalsa nei confronti dei fornitori, dovesse ancora rispondere di omissioni o negligenze di produttori e importatori. Un’anomalia che finalmente è stata oggi sanata”. A ulteriore tutela della trasparenza e dei consumatori, il distributore che metta sul mercato le calzature senza aver correttamente informato i clienti del significato della simbologia adottata sull’etichetta, è soggetto ad una multa che va da 200 a 1.000 euro. “E’ importante anche definire le diverse parti delle calzature e far conoscere i diversi pittogrammi utilizzati per il cuoio, con il dorso dell’animale, o l’ecopelle o ancora il cuoio rivestito- continua Pedrali-. Il decreto tutela così anche il cliente finale”.
Per il presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio, Renato Borghi: “Questo Decreto è una risposta al grande lavoro prodotto in questi anni sul territorio italiano da Federazione Moda Italia – Confcommercio, in risposta all’esigenza di chiarezza e trasparenza nelle indicazioni obbligatorie riportate in etichetta ed alla richiesta di sanzioni proporzionate alla responsabilità dei diversi soggetti lungo tutta la filiera”.


Saldi ai blocchi di partenza Attesa per il lungo ponte degli sconti

COMMERCIO: SALDI; SHOPPINGInizia il conto alla rovescia per i saldi invernali, che oggi sono partiti in Basilicata, domani prenderanno il là in Valle d’Aosta e venerdì scatteranno in Lombardia e in tutte le regioni, eccezion fatta per la Sicilia che aspetterà l’Epifania. Dopo un Natale in ripresa rispetto al 2016, le aspettative per i saldi sono alte, nonostante le promozioni sottobanco guastino l’attesa. Da venerdì 5 gennaio al 5 marzo i negozi potranno avviare la campagna dei saldi invernali, mettendo in vendita la loro merce a prezzi scontati, permettendo ai clienti di fare affari.
La stima, euro più euro meno, è che i bergamaschi, in linea con il resto d’Italia, spenderanno mediamente come nell’anno precedente. Secondo le previsioni dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia, in occasione dei saldi invernali 2017, avrà a disposizione un budget medio di 331 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori per un valore complessivo, a livello nazionale, di 5,2 miliardi di euro. Il budget stimato a persona è di 143 euro.
Nella nostra provincia è stato un dicembre positivo dal punto di vista dei consumi, in una stagione partita in ritardo dopo un autunno caldo per le condizioni meteo: stando alle rilevazioni di Ascom le vendite nel settore dell’abbigliamento, rispetto a Natale 2016, hanno avuto un incremento del 10% in media. La campagna dei ribassi è attesa comunque dagli operatori come una boccata d’ossigeno, nonostante il crescente ricorso a promozioni, vendite private e la concorrenza sempre più decisa dell’e-commerce. “
Ci auguriamo che il ponte lungo dell’Epifania incentivi lo shopping e favorisca una partenza positiva delle vendite di fine stagione, dato che l’avvio dei saldi è sempre decisivo per stabilirne la fortuna- sottolinea Paolo Malvestiti, presidente Ascom-. Ma speriamo che non si esaurisca tutto in una fiammata di pochi giorni: contiamo in almeno due settimane di shopping”.
Le occasioni non mancano: “L’offerta di prodotti tra cui scegliere e’ ampia -continua Malvestiti-. Le temperature rigide e la neve sui monti ci aspettiamo che incentivino l’acquisto d’occasione di capispalla, giacconi e calzature pesanti, dagli anfibi sempre di moda, agli stivali in montone. Buone le previsioni di acquisto anche per i negozi di articoli sportivi, per capi tecnici e attrezzature da sci”. Non saranno, come il clima d’austerity impone, acquisti di impulso: di questi tempi lo shopping è sempre più meditato: “I consumatori sono sempre più preparati e gli acquisti sono attentamente ponderati- continua il presidente Ascom-. A differenza degli ultimi anni però l’attenzione non è solo al prezzo, ma alla qualità e si percepisce una maggiore propensione all’acquisto e fiducia. Le principali case di moda hanno diversificato l’assortimento con capi e accessori ad un prezzo più abbordabile, senza rinunciare a qualità e griffe”. La speranza di molti commercianti è nel rientro dei bergamaschi dalle ferie: “La città si è svuotata dopo Natale, complici le nevicate sui monti- sottolinea Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento e Articoli sportivi Ascom- . Contiamo in un rientro dalle ferie per un buon avvio dei saldi, attesi non solo dai consumatori ma dagli esercenti che, in una giungla di sconti e svendite sottobanco, hanno la certezza di muoversi in un contesto di norme definite. Purtroppo in queste settimane non sono mancati sconti e svendite in barba alla legge regionale”. Per Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio la buona notizia è l’incremento di due punti della fiducia dei consumatori: “Un ingrediente, questo, imprescindibile, oltre al potere di acquisto degli italiani, per sostenere i consumi in questo periodo dei saldi di fine stagione. La spesa per gli acquisti in saldo per valore sarà leggermente inferiore a quella dell’anno scorso, ma in linea con il momento. Il vero vantaggio sarà per i consumatori non vedere i prezzi dei negozi, dal primo gennaio, con l’Iva al 25%. Il Governo ha fatto bene ad ascoltarci, sterilizzando le clausole di salvaguardia, ma se vogliamo veramente uscire dal tunnel, occorre un maggior sforzo, coraggio e determinazione per ridurre la pressione fiscale, ancora troppo elevata per imprese e famiglie“.


Le regole dei saldi

In questi due mesi di saldi cinque sono i principi base da seguire, cinque regole di trasparenza e di correttezza pensate per la tutela della concorrenza e del cliente: cambi, prova capi, pagamenti, tipologia dei prodotti in vendita e indicazione sui prezzi.

1.Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.

3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione. Inoltre è previsto l’obbligo di accettazione dei pagamenti tramite bancomat e carte di credito sopra i 30 euro.

4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.

5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo iniziale di vendita e lo sconto in percentuale, è facoltà, ma consigliabile, indicare anche il prezzo di vendita ribassato, mentre è vietato indicare qualsiasi altro prezzo.

Le violazioni alla norma sulle vendite straordinarie saranno punite con sanzioni amministrative da 500 a 3.000 euro, secondo la legge regionale 9/2009.