Yara, la difesa di Bossetti subito all’attacco

BossettiGrande folla fuori dal Tribunale di Bergamo dove stamattina è iniziato il processo a Massimo Bossetti, il muratore accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazza scomparsa da Brembate il 26 novembre del 2010 e trovata morta, tre mesi dopo, in un campo a Chignolo d’Isola. Tantissimi  i giornalisti accreditati e numerose le troupe televisive anche se per ora telecamere e macchine fotografiche non sono state ammesse in aula. Bossetti è apparso nervoso. I suoi difensori sono subito partiti all’attacco chiedendo ai giudici della Corte d’assise di Bergamo la nullità del prelievo del Dna con un boccaglio, prelievo avvenuto nel corso di un controllo stradale simulato, da cui si scoprì che il Dna del muratore era lo stesso di Ignoto 1. Secondo i legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini, quel prelievo doveva essere eseguito con le garanzie difensive in quanto «non si può dire che il signor Bossetti il 15 giugno dell’anno scorso non fosse indagato» (l’arresto fu eseguito il giorno successivo). Per la difesa sarebbe nullo anche il capo d’imputazione che fa riferimento a due luoghi diversi per l’omicidio di Yara Gambirasio: Brembate di Sopra e Chignolo d’Isola. I giudici decideranno il prossimo 17 luglio sulle eccezioni preliminari sollevate dalla difesa di Bossetti a cui si è opposta la Procura. La Corte, sempre in quella data, deciderà anche sull’ammissione in aula delle telecamere. Anche in questo caso il pm e le parti civili non hanno dato il loro consenso.