I dati del primo semestre 2025 (Elaborazione Confcommercio Bergamo su Dati Camera di Commercio) confermano una tendenza già emersa nella seconda metà del 2024: il territorio registra una crescita marcata sia nella natalità che nelle cessazioni di imprese, con un turnover significativamente amplificato nei settori del commercio, turismo e servizi.
Nel periodo gennaio-giugno 2025 sono nate 2.007 imprese del commercio, turismo e servizi, a fronte di 1.137 cessazioni, generando un saldo positivo di 870 imprese. Considerando che il primo semestre è tradizionalmente più prolifico per le nuove aperture, mentre il secondo è generalmente caratterizzato da maggiori cessazioni, questi numeri proiettano il 2025 verso un potenziale record sia per aperture che per chiusure attese nel settore terziario. “I numeri del terziario bergamasco restano complessivamente positivi da un punto di vista quantitativo– dichiara Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo- Tuttavia, emergono due criticità fondamentali che richiedono attenzione: l’elevato turnover di aperture e chiusure, raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemico, evidenzia crescenti difficoltà di posizionamento a lungo termine sul mercato per le nuove imprese. Il secondo elemento di debolezza è la crescente apertura di imprese senza sede effettiva, con i negozi di vicinato che stanno perdendo vetrine nei centri storici. Una crescente difficoltà che sta investendo anche i pubblici esercizi, un tempo settore di grande dinamicità, oggi caratterizzato da numeri in diminuzione e difficoltà di ricambio generazionale”. È la città di Bergamo a segnare in maniera decisiva il cambiamento delle tendenze in atto nel terziario : “A fronte di un saldo fortemente positivo del numero delle imprese (+217) si registra una crescita dei servizi a scapito di negozi e pubblici esercizi- commenta Fusini– . In particolare, per quanto riguarda le imprese turistiche, di fronte a un saldo di aperture e chiusure stabile (47 aperture e 47 chiusure) nei primi sei mesi dell’anno, sono 24 le chiusure dei ristoranti ( con 13 aperture per un saldo negativo a -11) e 19 dei bar (con 6 aperture nel semestre per un -13 complessivo). Si registrano anche 2 chiusure di agenzie viaggi. I negozi perdono vetrine: -2 nell’abbigliamento, -3 orologerie e gioiellerie, – 2 colorifici e ferramenta e– 3 mobilifici. Anche il settore alimentare è in difficoltà, con 3 sole nuove attività di cui 2 etniche, a fronte di 10 chiusure”.
I semestre 2025. Il primo bilancio per commercio, turismo e servizi
Tipologia di imprese
La composizione delle nuove imprese evidenzia la persistente preferenza per le forme giuridiche più snelle: oltre la metà delle nuove aperture (50,5%) sono ditte individuali, mentre le società di capitali raggiungono il 40,4%, alimentate in particolare dalla diffusione delle SRL semplificate.
Distribuzione territoriale
La città di Bergamo mantiene la leadership come polo di attrazione per le nuove imprese, concentrando il 23,6% delle nuove aperture con un saldo di 217 imprese. Tuttavia, la pianura occidentale si conferma area di forte dinamicità imprenditoriale, registrando il 22,4% delle aperture con un saldo di +196 imprese.
L’hinterland cittadino si conferma territorio prolifico con il 20,3% delle nuove aperture e un saldo di 205 imprese, mentre le aree montane mostrano numeri più contenuti. Particolare criticità emerge per la Valle Brembana, incluse Imagna e Brembilla, che pur mantenendo saldi positivi, rappresenta l’area di minore dinamicità con solo il 4,3% delle aperture e +22 imprese.
Analisi per settore
Nonostante circa un terzo delle nuove imprese non abbia ancora ricevuto l’assegnazione del codice ATECO, le tendenze settoriali risultano delineate. I servizi guidano la crescita con un saldo di +377 imprese, mentre si registrano criticità nel commercio non alimentare (-123 imprese), nel commercio ambulante (-66 imprese) e nelle imprese turistiche, inclusi bar e ristoranti (-34 imprese).
Mantengono posizioni stabili i professionisti (+36) e il commercio alimentare (+23), quest’ultimo però caratterizzato da una scarsa natalità di nuovi negozi tradizionali a favore di attività etniche e del commercio all’ingrosso.
Il dato rispetto ai primi semestri precedenti (2024-2023)
Nel I semestre 2024 il saldo complessivo era negativo: – 36 imprese (633 aperture e 669 chiusure), con 119 aperture e 105 chiusure in città (+14). Nel I semestre del 2023 il saldo era positivo con 306 imprese (863 nate e 557 cessate), con in particolare 162 aperture in città e 82 chiusure (+80).
Prospettive e tendenze
La crescita del settore servizi, orientato più alla persona che alle imprese, alimenta positivamente il saldo delle imprese. Da un lato prosegue la spinta verso l’autoimprenditorialità di chi insegue il proprio sogno di aprire un’attività, dall’altro la difficoltà economica spinge molte persone ad aprire una partita Iva per integrare il reddito familiare. La limitata disponibilità di sbocchi nel manifatturiero e nelle costruzioni alimenta inoltre la creazione di imprese nei servizi di pulizia, giardinaggio, logistica e distribuzione.