Supermercati, in Borgo Palazzo è arrivato Pam local. Aperto tutti i giorni fino alle 22

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In Borgo Palazzo è arrivato il supermercato Pam local, nuova formula del gruppo distributivo veneto a misura di centro storico. Il punto vendita, inaugurato ieri, si trova al civico 35, negli spazi occupati in precedenza dalla catena Sigma, chiusi da qualche mese.

Il negozio è aperto 7 giorni su 7 con orario prolungato fino alle 22 per un servizio di prossimità dedicato a studenti e lavoratori, single e famiglie, anziani e turisti. L’assortimento comprende piatti pronti, confezioni monoporzione che consentono di risparmiare denaro e ridurre al minimo gli sprechi e prodotti dedicati alle nuove tendenze alimentari, come i 250 prodotti biologici, 90 prodotti veg, 80 free from per gli intolleranti, 60 diet light e 50 superfood. Inoltre sono disponibili linee dedicate a chi sceglie di portare in tavola le eccellenze italiane, con una vasta selezione di prodotti locali Dop e Igp.

170921 pam local - via borgo palazzo (2)Tra le offerte, sono previste ogni settimana oltre 100 idee per risparmiare ed è sempre attiva la promozione “prezzo promessa” che garantisce prezzi bassi tutto l’anno sui prodotti preferiti dai clienti. Inoltre, è possibile pagare le bollette alle casse ed è attivo il servizio di consegna a domicilio.

«Siamo fieri di presentare per la prima volta il format Pam local in una città importante come Bergamo – ha dichiarato Andrea Zoratti, direttore Divisione Prossimità di Pam Panorama – e, soprattutto, in un quartiere vivace e dinamico come Borgo Palazzo, che da sempre è stato capace di unire tradizione, storia, modernità e innovazione. L’apertura fa parte del piano di espansione attuato negli ultimi anni, che porterà i Pam local in Italia a quasi 70 punti vendita: un numero che dimostra il successo del format in tutta Italia». Le prossime aperture, a gestione diretta o in franchising, interesseranno Milano, Roma, Bologna, Monza e Firenze.

Integrandosi da subito nella vita del quartiere, il supermercato partecipa domenica 24 settembre alla “Festa del Borgo”, l’evento organizzato dai commercianti di Borgo Palazzo per celebrare i negozi di vicinato e di prossimità e accendere i riflettori sul quartiere. Al gazebo Pam local sarà possibile degustare vari prodotti e ricevere un buono spesa di 5 euro (a fronte di 20 euro di spesa), da utilizzare nella settimana successiva.


Il vino si compra al supermercato, ma su bottiglioni e brik vincono le denominazioni

vino supermercatoGli italiani comprano il vino soprattutto nei supermercati: nel 2016 hanno acquistato sugli scaffali 500 milioni di litri, spendendo 1 miliardo e mezzo di euro. E il 60% di questi acquisti è rappresentato dai vini con riferimento territoriale (Docg, Doc, Igt), il comparto che cresce di più: + 2,7% nel 2016 e + 4,9% nel primo bimestre 2017 (a volume). Si ricercano sempre più la qualità ed i legami col territorio. Cantine e insegne della Grande distribuzione sono pronte a migliorare la collaborazione per soddisfare questa domanda dei consumatori.

È quanto emerso oggi a Vinitaly nel corso della 13° tavola rotonda organizzata da Veronafiere sul tema del vino nella Grande distribuzione in cui sono state presentate la ricerca dell’istituto IRI e una relazione su Brexit e Vino di Alex Canneti, direttore delle vendite off-trade della Berkmann Wine Cellars di Londra.

La ricerca dell’IRI ha delineato i cambiamenti in atto nelle abitudini dei consumatori. Diminuiscono gli acquisti dei bottiglioni da un litro e mezzo, dei vini sfusi, delle damigiane, e dei brik, mentre la bottiglia da 75 cl è sempre più regina del mercato. I vini fermi sono più richiesti dei vini frizzanti, che probabilmente risentono del boom degli spumanti (+7% nel 2016). Crescono rapidamente anche i vini biologici, una proposta ancora di nicchia nella Grande distribuzione. Cambiamenti influenzati anche dal graduale ricambio generazionale e dal rinnovato interesse dei giovani per il vino. Gli studi IRI sul comportamento dei consumatori nella Grande distribuzione evidenziano che l’86% di essi è propenso a sperimentare nuovi prodotti, si informa sulle novità a scaffale, spesso sui siti web di settore (il 33%).

«Siamo sulla strada giusta, auspicata da tempo – ha detto Cesare Cecchi, consigliere di Federvini (Chianti Cecchi), nel suo intervento in tavola rotonda -. Non dobbiamo assolutamente tradire questa qualità che viene cercata dal consumatore, sarebbe un errore imperdonabile. Le cantine devono continuare a ricercare la qualità del prodotto, senza accettare scorciatoie, e i distributori devono incoraggiare la produzione a proseguire su questa strada».

Un rapporto, quello tra produttori e distributori, che è molto migliorato negli ultimi anni, ma è possibile fare di più, come ha ricordato Gabriele Nicotra, direttore Acquisti Unes Supermercati (Gruppo Finiper): «Persiste da parte di alcune cantine importanti una diffidenza verso la Grande Distribuzione, che evitano una relazione diretta con le insegne distributive pur sapendo che a volte il loro prodotto ci arriva tramite canali non ufficiali. Questo è un peccato, soprattutto per il consumatore che ormai cerca anche i prodotti di pregio sugli scaffali dei supermercati».

Tuttavia l’asse portante della collaborazione tra cantine e insegne distributive è rappresentato dalle imprese medie piuttosto che dalle grandi case vinicole, secondo Eugenio Gamboni, direttore commerciale del Gruppo Vegè: «Un asse da consolidare, composto prevalentemente da piccole e medie imprese, legate da conduzioni famigliari, a volte provenienti da generazioni, con le quali si discute e ci si confronta liberamente, distanti dal mondo molto più complesso della grande industria e delle multinazionali».

Si è dichiarato ottimista il consigliere dell’Unione Italiana Vini, Emilio Pedron (Bertani Domains): «Negli anni di grande crescita, la proposta d’acquisto nella GDO è stata più facile e legata molto alla convenienza. Oggi anche il vino nel canale moderno si può definire un prodotto maturo e l’acquisto del vino nella GDO è lo specchio fedele del mutamento dei consumatori e dei loro stili di acquisto».

Tra le cantine espositrici a Vinitaly, intanto, è affiorata la preoccupazione sulla incertezza sui mercati britannico e statunitense, un tema affrontato da Alex Canneti della Berkmann Wine Cellars di Londra: «La Brexit è una sfida per le vendite dei vini italiani poiché l’Australia, il Sud Africa e la Nuova Zelanda saranno i primi Paesi a istituire trattati bilaterali con il Regno Unito. L’unica soluzione a questa minaccia è consentire al Regno Unito un periodo di 10 anni per condividere gli stessi oneri doganali dell’Unione e negoziare un trattato di libero commercio. Quindi tutto dipenderà da come evolverà il negoziato post Brexit tra UK e UE».

«Ma le potenzialità per l’export di vino italiano nella Grande distribuzione britannica (le insegne Majestic and Waitrose in primis) sono grandi – ha aggiunto Canneti – non solo per le bollicine, ma anche per il vino rosso. Pensiamo al Cannonau, al Passimento/Amarone, al Chianti Classico, al Veneto Classico e ai morbidi e succosi vini siciliani e pugliesi. Buone anche le prospettive dei nuovi bianchi di tendenza, come il Fiano, il Vermentino, il Pecorino e il Grillo. E non dimentichiamo il successo che si registra da anni delle “fantasy label”.

 


Aperture dei negozi, arrivano le feste e le regole non ci sono ancora

A pochi giorni dal “ponte dei Santi” si riaccende l’attenzione sulle aperture festive degli esercizi commerciali.

In base al nuovo disegno di legge, Ognissanti rientra tra le giornate in cui tenere le serrande abbassate. Ma a distanza di un anno e mezzo, il testo è ancora fermo in Senato. È facile quindi aspettarsi che molti negozi e centri commerciali anche nella nostra provincia il primo novembre saranno aperti.

La normativa in fase di discussione fissa dei paletti sul tema delle aperture e chiusure degli esercizi commerciali e mette a disposizione dei contributi per i piccoli negozi, affinché possano rinnovarsi sia nei locali, sia tecnologicamente. Nel dettaglio, introduce l’obbligo di chiusura per almeno 12 festività, di cui 6 derogabili a livello locale, e istituisce un fondo di 50 milioni di euro per i piccoli negozi. Due elementi che dovrebbero dare un primo segnale di riequilibrio tra la Gdo e i negozi di vicinato, che non hanno dipendenti o che hanno difficoltà a gestirli.

La Fida, Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione, avvicinandosi il periodo delle feste natalizie e, con esse, il rischio concreto di trovare i supermercati aperti nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, invita a riprendere in mano il Disegno di Legge. «Non si tratta di una questione soltanto di carattere morale – spiega Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente di Confcommercio Imprese per l’Italia -, perché il tempo da dedicare alla famiglia è comunque sacrosanto, non solo per i lavoratori dipendenti ma anche per gli imprenditori. Si tratta ugualmente di una questione di carattere economico, perché la deregolamentazione delle aperture festive ha portato solo all’impoverimento del tessuto commerciale: non ha fatto crescere i nostri fatturati ma soltanto spostato quote di mercato verso la grande distribuzione».

La Federazione ha anche lanciato l’ipotesi di un “patto tra galantuomini” con i rappresentanti della Gdo, per garantire almeno la chiusura degli esercizi commerciali durante le feste natalizie di Natale, Santo Stefano e Capodanno.

L’accordo andrebbe a beneficio, oltre che dei commercianti tradizionali, anche dei dipendenti della grande distribuzione che con la legge di liberalizzazione – denunciano i sindacati – sono stati costretti ad accettare di lavorare nei giorni festivi senza riconoscimenti aggiuntivi e senza più turni certi di riposo naturale e feste comandate.

Ricordiamo che, in base alle norme approvate con il cosiddetto “Salva Italia” (L. 214/2011) e in particolare l’articolo 31, commi 1 e 2 (Orari e Apertura nuovi esercizi) e l’articolo 34 (Liberalizzazione delle attività economiche ed eliminazione dei controlli ex-ante), oggi l’apertura è concessa per tutte le giornate dell’anno. Con la revisione in atto le date interessate dalle chiusure sarebbero Natale, Santo Stefano, Capodanno, Epifania, Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, Ferragosto, 8 dicembre, 1° novembre.


Seriate, la brochure delle Botteghe? La finanzia il centro commerciale

brochure Botteghe di Seriate - coverI commercianti di Seriate ci mettono la faccia sulla brochure che in questi giorni sarà distribuita nei punti vendita cittadini, nella biblioteca civica e nei centri sportivi, promossa dall’assessorato al Commercio in collaborazione con l’associazione delle Botteghe di Seriate e finanziata da Iper alle Valli e Galleria centro commerciale.

«Progetto promozionale a costo zero per l’Amministrazione comunale, è uno strumento utile e pratico per dare visibilità al volto del commercio seriatese legato a persone che svolgono con passione il proprio mestiere, al servizio della comunità – dichiara l’assessore al Commercio Paola Raimondi -. Questa brochure è un altro segno del dialogo tra Comune e Botteghe di Seriate e anche grande distribuzione per promuovere i negozi del territorio a capo del distretto Gate».

L’opuscolo, distribuito in 10mila copie, presenta l’elenco dei 71 soci dell’associazione Botteghe di Seriate, divisi per settore merceologico: 27 negozi per il commercio, spaziando da attività per gli animali domestici alle idee regalo, da ottici a oreficerie, dall’abbigliamento all’arredamento ed elettrodomestici, dalle farmacie alla fotografia; 14 per la ristorazione; 19 riferiti ai servizi, che comprendono parrucchieri, autonoleggio, immobiliari e assicurazioni; 2 per il turismo e 9 alimentari. Ogni attività commerciale è localizzata sulla cartina della città.

Seguendo il motto «Chi parla semina. Chi ascolta miete» riportato sul retro di copertina per le Botteghe di Seriate «questa comunicazione è come un seme lanciato alla città per dare visibilità ad attività e servizi che possono essere conosciuti e raccolti dalla gente».


Esselunga, i dipendenti approvano l’accordo sul lavoro domenicale

ESSELUNGA-1Con il 60,3% di voti favorevoli, le lavoratrici e i lavoratori dei 155 negozi di Esselunga, chiamati ad esprimersi, nelle giornate di venerdì 26 e sabato 27 febbraio, hanno approvato l’ipotesi di accordo sperimentale per la regolamentazione del lavoro domenicale, firmato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Hanno votato più di 15.000 addetti: un dato altissimo che conferma come il tema, nell’epoca delle liberalizzazioni degli orari commerciali, sia tra i più delicati e sentiti per chi opera nella Gdo. A Bergamo, nei quattro punti vendita di città e provincia, ha votato il 70% degli aventi diritto, in 309 si sono espressi per il “sì” all’accordo (76.9%), 88 sono stati i contrari.

L’intesa, dal carattere fortemente innovativo, prevede una programmazione trimestrale del lavoro domenicale che valorizzi la disponibilità volontaria dei lavoratori. Entrerà in vigore il 2 maggio 2016 e avrà la durata di un anno. Le parti si sono impegnate a monitorarne costantemente gli effetti. Nei negozi si effettueran­no confronti preventivi per definire gli organici necessari a garantire il presidio domenicale; la volontarietà rimarrà il criterio prioritario.

Ai lavoratori assunti con obbligo della prestazione verranno garantite domeniche libere dal lavoro che la contrattazione decentrata potrà ampliare nella numerica di partenza prevista dall’accordo nazionale. Sempre la contrattazione di punto vendita potrà agire sul numero massimo delle domeniche potenzialmente lavorabili e introdurre compensazioni quali un sabato e domenica liberi ogni 10 domeniche lavorate.

«Riteniamo questo accordo uno strumento utile a migliorare le relazioni sindacali con una delle più importanti imprese italiane della Grande Distribuzione – sottolinea Alberto Citerio, segretario generale Fisascat Cisl Bergamo – e auspichiamo che Esselunga dimostri nella fase di gestione disponibilità ad accogliere con spirito costruttivo le proposte che verranno avanzate a livello territoriale. Speriamo – continua Citerio – che questa occasione sia un buon viatico per il settore della Gdo, ancora in attesa del rinnovo del Ccnl. Ringraziamo tutte le lavoratrici e i lavoratori che hanno partecipato attivamente alle tante assemblee informative e massicciamente al referendum, contribuendo alla riuscita di questo importante momento di partecipazione e democrazia».

 

 


Supermercati, a Bergamo ha chiuso l’Unes di via Maj

Il nuovo anno si è aperto con un supermercato in meno a Bergamo. Il 31 dicembre ha cessato l’attività l’U2 di via Angelo Maj, all’angolo con via Pinamonte da Brembate, una struttura non da poco conto nel panorama distributivo della città, con i suoi quasi mille metri di superficie, tra alimentare e non, e una presenza consolidata negli anni. Il negozio era gestito direttamente dal marchio Unes (altri punti vendita invece sono in franchising), che fa capo al gruppo Finiper, e nel 2011 aveva assunto l’insegna U2, la formula che ha detto addio alle promozioni e alle carte fedeltà a favore di “prezzi bassi tutto l’anno” e di una spesa veloce.

unes via pinamonteLa nuova veste aveva portato anche una decisa accelerazione sul versante “green” con soluzioni all’avanguardia dal punto di vista del consumo energetico e dell’impatto ambientale, a cominciare dall’illuminazione e dai sistemi di refrigerazione fino all’utilizzo di materiali riciclati, alla proposta di prodotti sfusi e al recupero delle bottiglie di plastica. Sempre nel 2011, di fronte alla crisi economica, il supermercato, come altri della catena, aveva introdotto lo sconto del 10% per gli over 65 sulla spesa effettuata il mercoledì.

La chiusura conferma l’estrema variabilità della geografia commerciale in città come nel resto del territorio, la difficoltà a mantenere posizioni in un panorama sempre più competitivo e con consumi che offrono solo timidi segnali di recupero.


Esselunga chiusa la domenica. La “bufala” che contagia il web

esselunga chiude la domenica«Informiamo la gentile clientela che Essulunga rimarrà chiusa tutte le domeniche e le festività per migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti. Invitiamo la gentile clientela ad approfittare della domenica per riscoprire i valori della famiglia. Certi di vedervi ancora il lunedì, auguriamo a tutti una buona domenica».

È il testo di un volantino che nel giro di poche ore ha invaso i profili dei social network e scatenato le diverse posizioni. Tra chi si dice dispiaciuto per dover rinunciare alla tranquilla spesa della domenica mattina diventata abituale e chi saluta con favore una visione più “umana” del lavoro, dei consumi e del tempo libero.

Peccato che sia una bufala. La notizia, infatti, è stata smentita dall’azienda, ma già il messaggio qualche dubbio lo poneva. Se il logo è quello della catena di supermercati, nel testo il nome – semplice refuso o indizio? – diventa Essulunga e pure la scelta grafica, un maiuscolo su fondo bianco alquanto artigianale, non pare proprio in linea con un annuncio di tale portata.

Oltre a dimostrare quanto sia facile cadere nei tranelli della rete, l’episodio conferma come il tema degli orari di apertura delle attività commerciali (la revisione della liberalizzazione è in discussione in Parlamento) sia sempre d’impatto.